Capodanno con “I segreti di Parigi”
Il ritorno è previsto sempre in treno notte con partenza il 05/01/11 alle 20.33 da Parigi Bercy e arrivo a Milano C.le alle 5.38 del 06/01/11.
Abbiamo prenotato tramite www.venere.com l’hotel Aberôtel Montparnasse al costo di euro 530,00 a camera doppia per cinque notti. Considerata la scarsa qualità generale e la scarsa opinione globale sugli hotel parigini noi non ci possiamo lamentare, anzi, siamo favorevolmente colpiti. Il check-in è previsto per le 13.00 ma avvisando che saremmo arrivati a metà mattina ci fanno trovare la camera già pronta. La pulizia è impeccabile, cambio della biancheria ogni giorno, riscaldamento centrale funzionante e in più l’aria condizionata (caldo e freddo) regolabile a proprio piacimento, la camera non è certo grande ma vivibile e il bagno molto piccolo ma con tutto l’essenziale. La colazione non è compresa e costa euro 8,00 a persona, data la cifra, abbiamo ben pensato di portarci i biscotti da casa e di bere il caffè al bar poco distante. La posizione dell’hotel (15e Arrondissement) è molto comoda, vicina alle fermate della metro Sévre Lecourbe (linea 6) e Volontaire (linea 12), da qui è possibile raggiungere a piedi diverse attrazioni come la Tour Eiffel, Les Invalides, la Tour Montparnasse e poco più distante il quartiere di Saint-Germain-des-Prés.
Venerdì 31/12/2010
Arriviamo puntuali alla stazione di Bercy, la fermata della metro è esterna e dista circa un centinaio di metri. Acquistiamo un biglietto di corsa semplice (euro 1,70) per la giornata di oggi e la Paris Visite valida 5 giorni per le zone da 1 a 3 al costo di euro 29,90 che utilizzeremo da domani sino alla partenza. Da Bercy passa la linea 6 della metro che ci porta direttamente all’hotel senza bisogno di cambiare, la camera è già pronta e in breve tempo siamo di nuovo in strada per dare inizio al nostro tour della Ville Lumière. Siccome dalle ore 17.00 i mezzi pubblici saranno gratuiti in vista dei festeggiamenti di Capodanno decidiamo di farci una bella passeggiata e utilizzare la metro solo dopo l’apertura dei cancelli.
Per questo viaggio ci serviamo di due guide turistiche classiche che sono la Lonely Planet per i consigli sui pasti e la Touring Club (Guida Verde) per gli itinerari a piedi. Ci accompagna anche una guida insolita: “I Segreti di Parigi” di Corrado Augias.
Come prima tappa e su indicazione della Lonely andiamo a pranzo da Hippopotamus www.hippopotamus.fr in Boulevard Montparnasse. Si tratta di una catena di steak-house ben distribuita in tutta la città, con possibilità di menù a prezzo fisso a partire da euro 14,90 bevande incluse, non disponibile sabato e festivi. Non è male come cibo ma nel futuro peregrinare troveremo di meglio per il nostro palato e il nostro portafoglio. A Parigi l’acqua minerale in bottiglia costa uno sproposito quindi per risparmiare qualche soldo conviene chiedere “l’eau en caraffe” che altro non è che l’acqua del rubinetto ed è buona, oppure ordinare, dove previsto, i menù con le bibite comprese nel prezzo.
Proprio a pochi passi dall’Hippopotamus inizia Rue des Rennes che ci porta sino all’Église Saint-Germain-des-Prés. Sulla piazza c’è il famoso “Les Deux Magots”, caffè letterario di alta classe così come sono alti i prezzi… Visitiamo Saint-Germain, la più antica chiesa di Parigi, e diamo inizio alla nostra collezione di medaglie vendute all’interno dei principali luoghi di attrazione, naturalmente non le acquistiamo tutte ma solo quelle che ci piacciono.
La Touring ci propone un tour del quartiere che da Place Saint-Germain-des-Prés ci porta a Saint-Sulpice passando dall’École des Beaux Arts (Accademia delle Belle Arti), dall’Hotel des Monnaies (Palazzo della Zecca), dall’Institut de France con una breve passeggiata lungo la rive gauche dove i bouquinistes vendono libri usati e poi al Carrefour de l’Odéon dove svetta la statua di Danton per raggiungere la Place de l’Odéon con il Teatro omonimo.
Ultima tappa è l’Église Saint-Sulpice e ce ne parla Augias.
Ne “I Segreti di Parigi” c’è un capitolo dedicato alla chiesa e ai dintorni, è qui che Alexandre Dumas colloca le abitazioni de “I Tre Moschettieri” che come tutti sappiamo erano quattro, e il quartier generale di Athos, Porthos, Aramis e d’Artagnan si trova presso Monsieur de Tréville in Rue du Vieux Colombier all’incrocio con Rue des Rennes.
Per costruire Saint-Sulpice ci sono voluti quasi 150 anni e ben sei diversi architetti e il risultato oltre all’evidente imponenza, è infatti la seconda chiesa per grandezza dopo Notre-Dame, è la sua incompiutezza e lo si vede bene dalla facciata con i campanili diseguali, quello sud non è ancora terminato a tutt’oggi e chissà se mai lo sarà.
All’interno, nel transetto nord, l’obelisco con lo gnomone astronomicus, divenuto celebre con “il Codice da Vinci”, ovviamente non citato da Augias perché ancora diversi anni dovevano passare prima che Dan Brown spopolasse nelle librerie e nelle sale cinematografiche, è divenuto una delle principali attrazioni per i turisti. La striscia di rame che parte dall’obelisco e prosegue sul pavimento indica la meridiana sulla quale batte la luce del sole che penetra attraverso una finestra.
Abbandoniamo ora i misteri e il fascino di Saint-Germain-des-Prés per seguire un altro itinerario della Touring, ci portiamo nuovamente all’Institute de France e attraversiamo il Pont des Arts sulla Senna per raggiungere la rive droite e fare il nostro ingresso nella Cour Carrée del Louvre.
Raggiungiamo la Grande Pyramide che fotografiamo in tutti i modi possibili ed immaginabili, passiamo sotto l’Arc du Carrousel du Louvre e attraversiamo i Jardin des Tuileries sino alla ruota panoramica di Place de la Concorde.
Imbocchiamo Rue Royal e raggiungiamo Place de la Madeleine occupata dall’Église Ste-Marie-Madeleine con una facciata ispirata ai templi greci mentre la particolarità dell’interno è la navata unica coperta da tre cupole.
Dopo questa visita percorriamo parte dell’elegante Rue St-Honoré per raggiungere Place Vendôme dove sorgono l’hotel Ritz (peccato fosse tutto esaurito per Capodanno!) e la colonna in bronzo che Napoleone fece erigere sul modello della Colonna Traiana di Roma.
Attraversiamo la piazza e prendiamo Rue Casanova per arrivare alla Place du Marché St-Honoré e torniamo a Rue St-Honoré per visitare l’Église St-Roch, in stile barocco, tra le più ricche di scultore e pitture di Parigi.
È ora di cena e con la metro ci portiamo di nuovo a Montparnasse per cercare qualcosa di commestibile… un’impresa!
Passeggiando lungo Boulevard Montparnasse ci imbattiamo per la seconda volta in un racconto di Augias, questa grande arteria infatti conserva ancora alcuni dei luoghi più famosi della vita letteraria e artistica del quartiere di inizi ‘900.
All’incrocio tra Boulevard Raspail e Boulevard Montparnasse troviamo il ristorante “La Cupole” e le brasserie “Le Dome”, “La Rotonde” e “Le Sélect” divenuti famosi come luogo di ritrovo degli artisti e che questa sera non ci sembrano adatti ad uno spuntino economico di Capodanno…
In questo quartiere visse l’artista italiano Amedeo Modigliani, al n. 8 di Rue de la Grande Chaumière, dove ora si trova una targa commemorativa del pittore.
Noi non vediamo né la casa né la targa, non dimentichiamo infatti che stiamo cercando un locale per la nostra cena e alla fine ci ritroviamo nel ben poco artistico “Alberto” che per euro 8,00 a testa ci prepara un pizza margherita (che per essere a Parigi non sarebbe poi così immangiabile se non avesse come condimento anche una buona dose di aglio) e chiediamo la gratuita “eau en caraffe”.
Cerchiamo di dimenticare la pizza all’aglio e rientriamo in hotel, ci copriamo per bene e a piedi andiamo alla Tour Eiffel che dista circa 2 km e la raggiungiamo in breve tempo.
Sono le 23.30 e la folla si sta dirigendo sotto la torre, ci andiamo anche noi per scattare qualche foto e poi ritorniamo agli Champ-de-Mars ed ecco che a mezzanotte la Tour Eiffel si illumina di lucine blu ma i fuochi d’artificio? Niente… si risparmia: ma proprio quest’anno che ci siamo venuti noi!
Tutto sommato i festeggiamenti sono tranquilli, viene sparato qualche petardo e qualche fuoco d’artificio artigianale ma nulla di più, neppure il conto alla rovescia.
Diciamo che per essere Parigi potevano organizzare qualcosa di più bello, il celebre Capodanno nella Ville Lumière ha sicuramente perso punti.
Sabato 01/01/2011
È il primo dell’anno e abbiamo preparato un programma ad hoc per questo giorno di festa dove buona parte delle attrazioni sono chiuse.
Scendiamo dalla metro alla fermata Grands Boulevards per visitare il Musée Grévin (Museo delle cere) ma scopriamo che apre alle ore 13.00 così ci fermiamo all’Hard Rock Café che si trova proprio a fianco per un paio di acquisti, curiosiamo tra i negozi dell’imperdibile e caratteristico Passage des Panoramas (al civico n. 11) e decidiamo di seguire l’itinerario della Touring che ci porta lungo i Grands Boulevards.
In metro raggiungiamo la fermata della Madelaine e da qui iniziamo la lunga passeggiata sino a Place de la République.
Percorriamo il Boulevard des Capucines sino a Place de l’Opéra dove si affaccia lo sfarzoso Palais de l’Opéra Garnier per proseguire lungo il Boulevard des Italiens, il Boulevard Montmartre con l’Hard Rock Café e il Musée Grévin e il Boulevard Poissonière.
Qui finisce la zona chic e inizia quella che si può definire la parte più popolare dei grandi viali con il Boulevard de Bonne-Nouvelle, il Boulevard St-Denis e il Boulevard St-Martin tra i quali sorgono le omonime Porte, veri e propri archi di trionfo per ricordare le vittorie di Luigi XIV.
In Boulevard St-Matin il marciapiede è più alto della strada perché sotto vi sono i detriti delle vecchie mura, ridiscesa la collinetta si vede Place de la République con al centro la statua della Repubblica e ai piedi la Libertà, l’Uguaglianza e la Fratellanza.
Sfoderiamo ora la Lonely che ci suggerisce un pranzo da Buffalo Grill www.buffalo-grill.fr catena di steak-house dislocata in vari punti periferici della città. Scegliamo il menù più economico, da euro 7,90 che comprende l’entrée (piccola ciotolina d’insalata), pane, hamburger con patatine, bibita. I vari menù sono disponibili in qualunque giorno sia a pranzo che a cena. Consigliamo sicuramente Buffalo Grill tanto che ci ripromettiamo di tornare.
Siccome di passi ne abbiamo fatti pochi (!!!) scatta la seconda parte del programma prestabilito ovvero la passeggiata lungo gli Champs-Elysées. Arriviamo in metro a Place de la Concorde, giro sulla ruota panoramica che costa euro 10,00 a persona ma la veduta è delle migliori e pensare che ai tempi proprio qui era posizionata la ghigliottina che ha fatto rotolare molte teste famose all’epoca della Rivoluzione Francese!
Diamo ora il via alla scarpinata, a metà del Jardin des Champs-Elysées svoltiamo a sinistra e passando davanti al Grand Palais (a destra) e al Petit Palais (a sinistra) arriviamo al Pont Alexandre III che attraversa la Senna e porta all’Esplanade des Invalides, è il più bel ponte di Parigi, costruito in onore dello zar ed inaugurato in occasione dell’Esposizione Universale del 1900.
Ritorniamo sugli Champs-Elysées e alle bancarelle acquistiamo una gaufre alla nutella, parente stretta della crèpe e altrettanto buona, e sgomitando tra la folla arriviamo all’Arc de Triomphe.
Proprio di fronte c’è il sottopasso che porta alla biglietteria sotterranea e poi si risale in superficie ai piedi dell’arco, scendiamo per individuare il percorso e, se domani avremo tempo, torneremo per la salita.
Si sta facendo buio e ci avviamo più stanchi che mai alla nostra ultima tappa, il Beaubourg, meglio conosciuto come Centre Georges Pompidou.
Dalla piazza osserviamo la moderna struttura che in effetti pare proprio un pugno in un occhio nel centro storico della città.
Entriamo passando per i metal detector e il controllo delle borse non certo per la visita del Museo Nazionale di Arte Moderna perché non ne avremmo la forza ma per salire al primo piano e accomodarci al bar: una terrazza affacciata sull’interno della struttura.
Ci riprendiamo dalle fatiche della camminata con un caffè per nulla buono e rigorosamente in metro ci portiamo al Carrefour de l’Odeon, dopo varie ricerche di due locali consigliati dalla Lonely ma che troviamo chiusi, decidiamo di cenare in una boulangerie proprio sotto la statua di Danton.
La catena si chiama “Stratto” e ha dei panini favolosi, c’è la possibilità di scegliere il menù da euro 7,90 che comprende un panino caldo, un dolce e una bibita a scelta.
Restiamo veramente soddisfatti tanto che ritorneremo, anche se non più qui ma alla Cité. È il momento del caffè e ci accomodiamo in veranda da “Le Conti” nel cuore di Saint-Germain-des-Prés, il locale è così così, il proprietario un po’ burbero e il caffè scadente ma non ci badiamo più di tanto.
Da qui prendiamo la metro e in una fermata arriviamo a Place Saint-Michel per vedere l’imponente fontana ad angolo alla cui sinistra, dando le spalle al fiume, si estende il Quartiere Latino e a destra si ritorna a Saint-Germain-des-Prés.
Attraversiamo la Senna e siamo all’Île de la Cité, cerchiamo l’ingresso alla Sainte-Chapelle che visiteremo domani e rientriamo in hotel.
Domenica 02/01/2011
È la prima domenica del mese e una serie di attrazioni sono gratuite.
Ci alziamo di buon ora, scendiamo alla fermata metro della Cité dove c’è il più antico e famoso mercato dei fiori e verso le 9.15 siamo già davanti alla Sainte-Chapelle, con una fila di non oltre 15 minuti siamo al controllo delle borse, vengo fermata in quanto pare che nella mia tracolla ci sia un coltello (ma quando mai!) poi frugando ecco che si svela il mistero: è il piccolo bufalo in plastica di Buffalo Grill… L’ingresso è gratuito ma il biglietto normalmente costa euro 12,00 e vale anche per la visita alla Conciergerie.
Per rimanere senza fiato bisogna salire alla Cappella Superiore, riservata alla famiglia reale, dove le vetrate finemente lavorate sono le più belle di Parigi. È senz’altro una tappa obbligata nella visita della città.
All’uscita troviamo una lunga fila per accedervi, meno male che siamo stati abbastanza accorti da presentarci praticamente all’orario di apertura per evitare l’immancabile colonna.
Entriamo ora, sempre gratuitamente, alla Conciergerie e qui di cose da raccontare ce ne sono parecchie, ma prima ci divertiamo grazie al museo del cinema allestito nella grande Salle des Gens d’Armes (Sala degli uomini d’arme), dove possiamo fingerci attori e filmarci sulla mitica Due Cavalli della Citroën in corsa o in una terrificante foresta del mistero.
Saliamo poi al piano superiore dove tutto diventa una ricostruzione degli anni del Terrore e della Rivoluzione, Augias nel suo libro ci parla in ben due capitoli di questo luogo che è stato l’anticamera della ghigliottina per Robespierre, per Maria Antonietta e tanti altri.
La Conciergerie nasce come Palazzo Reale, fu sede del Parlamento e della Cancelleria sino a diventare la prima prigione di Parigi e tale rimase sino alla fine della Rivoluzione.
La storia di Robespierre ne “I Segreti di Parigi” inizia dal Museo Carnavalet, che noi non visitiamo, dove è custodita l’ultima sua lettera, un proclama rivolto ai suoi seguaci a tener duro, ma la firma a fondo pagina è incompleta perché in quel momento qualcuno gli spara: hanno così inizio le sue ultime quarantott’ore.
Sembra che l’errore più grande compiuto da Robespierre in quel 26 luglio 1794 sia stato non tanto di accusare di corruzione un piccolo gruppo di uomini al potere ma di non farne subito i nomi: è quindi necessario eliminarlo fisicamente prima che le identità vengano svelate.
Il tour della Conciergerie parte come già detto dalla Salle des Gens d’Armes, si passa a visitare la Salle des Gardes e si arriva alla zona della celle.
Troviamo l’ufficio del cancelliere, la postazione del concierge divenuto nel tempo guardiano della prigione, la stanza dove i detenuti vengono spogliati dei loro averi prima dell’esecuzione, poi la stanza dove sono elencati i nomi di tutti gli internati durante il Terrore e infine le celle dove i meno abbienti si sdraiano sulla paglia, il ceto medio si può permettere un letto mentre i nobili alloggiano in singola ammobiliata.
Lungo il corridoio una targa commemorativa riporta queste parole: “Maximilien Robespierre ha passato i suoi ultimi momenti in questo luogo, X Termidoro Anno II, 28 luglio 1794”… poi la ghigliottina in Place de la Révolution, oggi Place de la Concorde.
Altra illustre ospite della Conciergerie è Maria Antonietta d’Austria e Lorena, vedova di Luigi Capeto ex re di Francia col nome di Luigi XVI.
Qui Maria Antonietta trascorre i sui ultimi settantasei giorni di vita, Augias descrive così il suo alloggio “Cella nuda, senza conforto di arredi o di minimi agi, lo spazio diviso in due da un basso paravento: al di qua vigilano in permanenza due sentinelle; al di là, c’è la mobilia indispensabile per ospitare la prigioniera”, ed è proprio così la ricostruzione della cella che è stata fatta alla Conciergerie, ultima tappa della visita alle prigioni.
Siamo ora in tempo per salire alle Tours de Notre-Dame, anche loro gratuite la prima domenica del mese, il costo del biglietto sarebbe di euro 8,00.
Facciamo una fila di un’ora esatta, poi per i 386 (!) gradini delle scale a chiocciola arriviamo in cima alla facciata dove ci attendono gli inquietanti gargoiles (mostri di pietra), la campana Emmanuel di 13 tonnellate divenuta famosa grazie al Gobbo di Notre-Dame e il panorama dalla balconata che si presta perfettamente alle foto.
Scesi dalle torri decidiamo di pranzare e torniamo di fronte alle Sainte-Chapelle per gustarci il solito menù da “Stratto”: panino, dolce e bibita.
Per il caffè ci spostiamo di pochi passi ed entriamo da “L’Annexe” in Boulevard du Palais, dove capiscono subito l’antifona: siamo italiani e vogliamo il caffè espresso stretto ed effettivamente quello che ci servono assomiglia molto al nostro anche come sapore: consigliamo questo bar.
Il pomeriggio ha inizio dal point zéro des routes de France (punto zero delle strade di Francia): le distanze da Parigi e il resto del territorio francese sono misurate da Place du Parvis Notre-Dame ovvero il piazzale antistante la Cattedrale dove ora ci troviamo.
Notre-Dame, il cui ingresso è sempre gratuito, è tra le più belle costruzioni gotiche di Francia, nonché luogo di ambientazione di racconti e leggende.
“I Segreti di Parigi” narra la tormentata storia d’amore tra Eloisa e Abelardo: tutto ha avuto inizio qui.
Abelardo è un insegnante quasi quarantenne a Notre-Dame mentre la diciassettenne Eloisa è la nipote di Fulgenzio, canonico anch’egli a Notre-Dame. Tra maestro e allieva nasce una storia d’amore che culmina nella nascita di un figlio, in un matrimonio segreto, nella reclusione di Eloisa in convento ad opera del marito e nella vendetta dello zio di lei che grazie all’aiuto di uomini corrotti riesce a far evirare Abelardo come punizione per ciò che aveva commesso. La fine di questo dramma semi-leggendario è al cimitero del Père-Lachaise dove di trova la loro tomba.
Costeggiando Notre-Dame si arriva alla Place Jean XXIII e attraversando il Pont de l’Archeveché abbandoniamo l’Île de la Cité per seguire l’itinerario della Touring che ci porta a spasso per il Quartiere Latino.
A dire il vero, il percorso lo seguiamo al contrario rispetto a quello indicato sulla guida quindi per Rue de Bernardins che è proprio di fronte a noi raggiungiamo l’Église St-Nicolas-du-Chardonnet poi il Lycée Henri IV, l’Église St-Étienne-du-Mont ed arriviamo al Panthéon il cui ingresso oggi è gratuito ma il costo è di euro 8,00.
Nato come chiesa, durante la Rivoluzione divenne il Tempio della Patria per essere di nuovo consacrato agli inizi dell’800 e infine nel 1885 con la sepoltura di Victor Hugo, assume definitivamente la funzione di monumento per i grandi uomini, l’unica donna sepolta qui per i suoi meriti è Marie Curie.
Le circa 80 tombe illustri si trovano nella cripta mentre al piano superiore, al centro delle quattro navate a forma di croce greca, sotto la cupola, oscilla il Pendolo di Foucault che ci dimostra che la Terra non è ferma ma in continua rotazione.
Il nostro percorso procede sino alla Place de la Sorbonne dove si affaccia la più antica e famosa università di Parigi, per interrompersi in Boulevard Saint-Michel dove prendiamo la metro e arriviamo a Place Charles de Gaulle (l’Étoile) per la salita all’Arc de Triomphe che oggi è gratuita ma normalmente costa euro 9,00.
La fila è davvero minima e in breve tempo arriviamo ai 284 gradini (ma chi ce l’ha fatto fare!) che ci portano al piano ammezzato dove è illustrata la storia della costruzione dell’Arco e poi si sale ancora sino alla terrazza panoramica con una sublime veduta da una parte sugli Champs-Elysées sino alla ruota panoramica di Place de la Concorde e dalla parte opposta sino alla Grande Arche de la Défense.
Scendiamo che è ormai buio, tentiamo di arrivare per tempo al Musée d’Orsay ma sta chiudendo in questo momento.
Facciamo una breve passeggiata sul Lungosenna, attraversiamo la pedonale Passerelle Léopold-Sédar Senghor che collega il Museo al Jardin des Tuileries e qui dobbiamo cedere di fronte al vento gelido e fastidioso: prendiamo così la decisione di raggiungere con la RER e la metro il Quartiere Latino e Saint-Germain-des-Prés.
Arriva l’ora di cena e non abbiamo proprio voglia di nuovi esperimenti così raggiungiamo in metro Place de la République per tornare da Buffalo Grill e poi un buon caffè da “Le Buci” www.le-buci.com in Rue Dauphine 52, nel cuore di Saint-Germain-des-Prés, dove troviamo un ottimo servizio al tavolo, ci si può accomodare sia in veranda che all’interno, consigliatissimo per una pausa in un luogo accogliente.
Lunedì 03/01/2010
È il gran giorno, non per me che non amo i musei ma per il mio compagno di viaggio che invece ne è appassionato, sveglia alla buon ora e poco dopo le 9.00 siamo già al n. 99 di Rue de Rivoli dove si trova l’ingresso secondario del Carrousel du Louvre per accedere al grande Musée du Louvre.
Quindici minuti di fila per passare il controllo delle borse e altri quindici per l’acquisto dei biglietti ci rendono felici, non sembra vero di essere entrati al Louvre in soli trenta minuti anziché dover attendere per ore in colonna, forse è stata una scelta oculata quella di non passare dall’entrata principale nella Cour Napoléon sotto la Grande Pyramide ma da una secondaria, anche se meno scenografica. L’ingresso costa euro 10,00.
Il Louvre è diviso in quattro zone: l’Hall Napoléon accessibile a tutti dove si trovano le biglietterie, l’ala Sully forma i quattro lati della Cour Carreé, l’ala Richelieu si affaccia su Rue de Rivoli e l’ala Denon sulla Senna.
Augias scrive un capitolo su come nasce il progetto del Louvre.
Il conte d’Argiviller viene incaricato da Luigi XVI di trovare una nuova collocazione per le collezioni reali, una parte si trova già esposta al Palais du Luxembourg, e il conte pensa proprio al Palais du Louvre.
Sono ovviamente necessarie delle ristrutturazioni e alla fine il museo viene inaugurato il 10 agosto 1793 con il primo ingresso al pubblico, quando Luigi XVI è già stato ghigliottinato.
Il Louvre diviene ben presto la nuova “casa” di artisti e non, che vi bivaccano con la famiglia fino a che Napoleone, divenuto Primo Console, nomina Vivant Denon direttore generale dei musei di Francia.
Come prima cosa Denon fa sgombrare il palazzo dai così detti artisti e poi compie il suo miglior lavoro, quello di riorganizzare l’esposizione delle collezioni in base al genere e all’origine in modo da creare per il visitatore un itinerario che leghi le opere l’una all’altra; ciò che avviene ancora oggi nei musei di tutto il mondo.
Come già detto, a Denon è dedicata un’intera ala del Louvre. Ed è proprio l’ala Denon che noi oggi visitiamo. L’idea è di seguire il percorso del Codice da Vinci ma partiamo male sin dall’inizio in quanto non troviamo la sala indicata come prima tappa così riposizioniamo in borsa la stampa del percorso e dopo aver visto la Venere di Milo al pianterreno dell’ala Sully ci portiamo al primo piano e qui involontariamente ritorniamo sui passi del Codice da Vinci.
A dare il benvenuto ai visitatori del primo piano dell’ala Denon è la Vittoria Alata di Samotracia. Inizia poi la lunga galleria dei dipinti italiani, nella sala 6 si trova La Gioconda di Leonardo, ovviamente assediata dai visitatori e inavvicinabile. Terminati i dipinti italiani vistiamo la Galleria di Apollo dove sono esposti i gioielli della Corona e qui io getto la spugna. Buona buona attendo seduta all’ingresso dell’ala Denon l’appassionato di musei che prosegue il tour nella sala delle sculture. Dalla Hall Napoléon torniamo alla Piramide capovolta (foto a gogò col ditino che sorregge la piramide) e raggiungiamo la galleria commerciale, per pranzo ci fermiamo al self-service del Carrousel du Louvre dove ci sono vari chioschi di diverse cucine mondiali.
Mangiamo italiano con un menù da euro 14,90 comprensivo di una portata, un dolce e una bibita a scelta, senza lode e senza infamia, ma non torneremo più. Usciamo dal museo attraverso la Grande Pyramide e ci portiamo su Place du Palais Royal. In cielo c’è una leggera schiarita quindi ci dirigiamo subito alla Tour Montparnasse, la salita costa euro 11,00 ma noi abbiamo lo sconto del 35% in quanto possessori della Paris Visite. In poco più di 38 secondi arriviamo al 56° piano dove una vetrata gira tutta intorno alla torre e le tavole d’orientamento indicano i principali monumenti sotto di noi.
La giornata è abbastanza limpida quindi la veduta merita la spesa sostenuta, ci è piaciuta e consigliamo la visita. La Touring ci propone ora un itinerario che ci porta a scoprire la zona sud del Marais.
Partiamo dalla Place de l’Hôtel de Ville dove troviamo l’imponente palazzo del Municipio, raggiungiamo alla sue spalle l’Église St-Gervais-St-Protais, poi il Mémorial de la Shoah (siamo nella zona ebraica di Parigi) e ci perdiamo definitivamente e nel vero senso della parola per le strette viuzze del quartiere.
Alla fine sbuchiamo in Rue St. Antoine ed iniziamo così ad orientarci.
Decidiamo di raggiungere a pochi passi da noi Place de la Bastille, al centro svetta la colonna alla cui base sono state seppellite 504 vittime della rivoluzione, come tutti sappiamo, in questa piazza si ergeva la più famosa prigione degli anni della Rivoluzione Francese e abbattuta il 14 luglio 1794.
Dietro alla colonna si vede la moderna costruzione de l’Opéra Bastille. Da qui sempre a piedi percorriamo il Boulevard Beaumarchais, svoltiamo in Rue du Pas de la Mule sino ad arrivare a Place des Vosges, la prima piazza reale di Parigi.
Fino alla Rivoluzione si chiamava Place Royale poi cambiò nome in onore del primo dipartimento di Francia che pagò le imposte!
Dopo un periodo buio la piazza è tornata ad essere una delle più belle e importanti, ricca di gallerie d’arte, negozi di lusso e ristoranti.
Ci portiamo ora a Rue des Rosiers, cuore del quartiere ebraico, acquistiamo dei dolci tipici in una pasticceria e proseguiamo il nostro tour sino a St-Paul, dove ha inizio Rue de Rivoli, poco distante dall’Hôtel de Ville, nostro punto di partenza.
Per cena torniamo alla nostra boulangerie preferita alla Cité, a piedi raggiungiamo poi Place St-Michel e percorrendo Rue St-André-des-Arts arriviamo da “Le Buci” per riposarci e bere un buon caffè.
Ma la serata non è ancora finita, abbiamo la bella pensata di ritornare sempre a piedi a Place St-Michel e farci un giro per il Quartiere Latino, compriamo dei dolci arabi in un forno tunisino e adocchiamo i menù dei ristoranti con l’idea di tornare domani per pranzo.
Martedì 04/01/2011
Questa mattina visitiamo uno dei luoghi più famosi di Parigi. Scendiamo dalla metro alla fermata di Pigalle e a piedi raggiungiamo Place Blanche, di fronte al Moulin Rouge. Non lontano da qui, sorgeva in Rue Chaptal il teatro Grand-Guignol, poco distante da dove ora si trova il Musée de la Vie Romantique.
Noto come teatro del naturalismo, il Guignol mette in scena spettacoli dell’horror che hanno un successo strepitoso grazie all’alta tecnologia degli effetti speciali che li fanno sembrare veri.
Andrè de Lorde, il più importante autore di testi per il Grand-Guignol, riceve addirittura il titolo di “Principe del Terrore”. Ma per quale motivo il Guignol, che è stato tanto di moda, perde d’interesse e muore? Ce lo spiega Augias nel suo libro con queste parole: “Morì soprattutto perché il cinema, con i suo effetti tanto superiori dal punto di vista spettacolare, ebbe il sopravvento, e morì perché dopo la carneficina della prima guerra mondiale l’emoglobina numero 2 non spaventava più nessuno.”
Alla fine, la realtà del conflitto mondiale aveva tristemente superato la finzione.
Dopo le foto “diurne” al Moulin Rouge seguiamo l’itinerario della Touring che ci accompagna a spasso per la Butte di Montmartre.
Si parte con la scalata a Rue Lepic che ci porta prima alla casa in cui abitò Van Gogh e poi al Moulin de la Gallette, l’ultimo mulino a vento di Montmartre. Per le strette viuzze arriviamo a Rue Coulaincourt per imboccare Rue des Saules.
All’incrocio con Rue St-Vincent sorge “Au Lapin Agile” uno dei più famosi cabaret e di fronte viene coltivato l’ultimo scampolo delle “Vignes de Montmartre” il cui vino ogni anno viene venduto all’asta e il ricavato dato in beneficienza.
Passiamo accanto a Rue Cortot dove il Musée de Montmartre occupa uno dei più antichi palazzi del quartiere ed arriviamo a Rue Norvis ricca di locali e negozi che ci porta alla Place du Tertre.
Dei vicoli e delle stradine appena percorsi ci parla Augias.
Anche lui consiglia di arrivare a Montmartre dall’alto per immergersi in quel poco che ancora resta della vecchia Butte (collina). In questi vicoli, proprio nello stabile di Rue Cortot che oggi ospita il Musée de Montmartre, visse Marie-Clémentine Valadon, nome d’arte Suzanne, donna di facili costumi e artista autodidatta.
La sua vita è strettamente legata a quella di Maurice Utrillo in quanto ne è la madre. Specializzato in paesaggi urbani, Utrillo è uno dei pochi celebri pittori di Montmartre ad esservi anche nato, proprio in quella casa di cui ho appena parlato.
È un uomo dedito all’alcolismo e in seguito affetto anche da malattia mentale, su consiglio medico, la madre, per tenerlo occupato, lo spinge alla pittura e ne esce così il suo innato talento.
Utrillo dipinge vari paesaggi di Montmartre che acquistano fama internazionale e lo rendono ricco, finisce però i suoi giorni succube della moglie e ridotto l’ombra di sé stesso.
La madre, che tanto lui aveva adorato, era morta diciassette anni prima.
Oggi il cuore artistico di Montmartre è Place du Tertre, dove ci troviamo in questo momento, caricaturisti di dubbio talento fermano il turista ad ogni passo mentre i pittori espongono e allo stesso tempo dipingono i loro quadri… ma che prezzi!
In pochi passi siamo alla Basilique du Sacré-Cœur, il monumento più bianco d’Europa insieme al Vittoriano di Roma.
La chiesa nasce dal voto dei parigini di costruire una basilica dedicata al Sacro Cuore di Gesù dopo la schiacciante sconfitta nella guerra franco-prussiana del 1870 e ancora oggi continua il ciclo perpetuo di preghiere iniziato all’epoca della consacrazione.
Scendiamo la lunga scalinata che porta ai piedi della collina e da qui la basilica sembra ancora più imponente e maestosa anche se in realtà tante sono le frasi che ne decantano la bruttezza, ma è comunque una meta irrinunciabile per i turisti.
Da Place St-Pierre raggiungiamo Rue Le Tac che ci porta a Place des Abbesses. In questa zona Augias ambienta un altro capitolo del suo libro, siamo in Rue André Antoine, che collega Place des Abbesses a Place Pigalle, dove era iniziato il nostro tour di Montmartre.
Un tempo questa via si chiamava Passage de l’Elyseé des Beaux-Arts, vi sorgevano e vi sorgono ancora oggi diversi hôtel che ospitano donne e ragazze di facili costumi, una prostituzione che gira intorno ai bar del quartiere; non dimentichiamo infatti che alla fine del 1800 aprono nella zona i grandi locali divenuti subito famosi, per citarne due su tutti “Le chat noir” e “Le Moulin Rouge”.
Tanti sono anche i romanzi della letteratura mondiale ambientati nel quartiere del peccato. A Place des Abbesses prendiamo la metro che si trova 38 metri sotto terra, ha ancora la pensilina vetrata originale, opera di Guimard, e tutta una serie di graffiti lungo le pareti delle scale, insomma… È da vedere!
Ci dirigiamo ora al Quartiere Latino e per pranzo ci accomodiamo a “L’Auberge St-Séverin” in Rue St-Séverin 28, un ristorante che ci offre un menù da euro 10,00 (solo a pranzo, per la cena si parte da euro 15,00) composto da entrée, secondo con contorno di patate, pane e dolce, da bere chiediamo la solita “eau en caraffe”.
Siamo sinceramente soddisfatti tanto che valutiamo l’idea di tornarci. È il momento della visita al più moderno quartiere parigino: la Défense. Scendiamo al capolinea della metro linea 1 e ci troviamo davanti la Grande Arche, progettato e costruito per completare il lungo asse lineare che parte dall’Arc du Carrousel du Louvre, passa per l’Arc de Triomphe e termina alla Grande Arche de la Défense.
A piedi e sfidando il freddo percorriamo la Voie des Sculpteurs, il viale pedonale delle sculture che costeggia l’Esplanade de la Défense sino all’omonima fermata metro.
È una passeggiata simpatica in mezzo alle tante sculture più o meno strane. Ci manca ancora il giro sul battello così ci precipitiamo alla Tour Eiffel che ammiriamo in tutta la sua imponenza e ci affrettiamo a scendere lungo le sponde del fiume, proprio ai piedi del Pont d’Iena che porta al Trocadero, per la crociera sulla Senna. Abbiamo lo sconto del 25% sul Bateaux Parisiens www.bateauxparisiens.com perché possessori della Paris Visite ma il biglietto intero costa euro 11,00.
Partiamo dalla Tour Eiffel che è ancora chiaro, arriviamo sino al Pont de Bercy e ritorniamo che si sta facendo buio così vediamo la città nel suo duplice aspetto, quello più serio e culturale e quello romantico.
Ci concediamo del tempo per un po’ di foto alla Tour Eiffel da tutte le angolazioni e quando il freddo si fa troppo intenso battiamo la ritirata e ci portiamo verso i Grands Boulevards dove poco distante da l’Opéra Garnier sorgono les Galeries Lafayette.
I magazzini sono distribuiti su più edifici, la hall più famosa è quella circolare che ha un interno a dire poco maestoso: balconate che si affacciano sull’ingresso e il soffitto costituito da una grande cupola in vetro.
Per cena abbiamo già stabilito il programma, scendiamo dalla metro a Place Pigalle, c’è già movimento in giro e le luci dei locali notturni danno il benvenuto a clienti e non nel quartiere.
A Place Blanche, proprio di fronte al Moulin Rouge, c’è Buffalo Grill dove ci rechiamo per la nostra ultima cena parigina e all’uscita partono i click… Il Moulin Rouge è illuminato e ci regala una delle sue più belle immagini da immortalare.
Place des Abbesses è poco distante e la raggiungiamo a piedi, ancora pochi passi e con la funicolare siamo davanti alla Basilique du Sacré-Cœur e sotto di noi un panorama indescrivibile sulle luci della città.
Place du Tertre che ci aspettavamo brulicante di gente è praticamente deserta, molto avrà giocato l’aria gelida che penetra ovunque. È praticamente impossibile restare qui alla Butte, il freddo ci costringe a riprendere la funicolare sino a Place St-Pierre e percorrendo la più breve delle strade, Rue de Steinkerque, arriviamo alla più vicina fermata della metro che è Anvers.
Ci rifugiamo a valle, nel Quartiere Latino e a Saint-Germain-des-Prés per gli ultimissimi acquisti e l’ultima gaufre alla nutella, questa sera purtroppo si chiude la valigia.
Mercoledì 05/01/2011
L’ultimo giorno a Parigi inizia da Les Invalides, il biglietto costa euro 9,00 ma grazie alla Paris Visite paghiamo euro 7,00.
Partiamo da le Dôme des Invalides, l’ingresso è a Place Vauban e più precisamente nella Cour d’Honneur.
All’interno tutto ruota intorno alla cripta circolare scavata nel pavimento, qui riposano le ceneri di Napoleone Bonaparte, custodite in ben sei bare l’una dentro l’altra.
Il Musée de l’Armée, che fa parte del complesso de Les Invalides, raccoglie una delle più belle collezioni d’armi del mondo. Nel capitolo dedicato alla battaglia di Waterloo, Augias ci ricorda che nel museo è conservata, tra le tante, l’armatura di uno dei cavalleggeri di Napoleone che porta il segno di un grande foro provocato da un colpo di cannone che ne ha ovviamente causato la morte.
Al di là di questo e di altri reperti, il museo è veramente ben conservato e rappresenta uno dei più precisi spaccati di storia. Nel cortile sono schierati carri armati e cannoni, un’esposizione di grande effetto. Per pranzo siamo di nuovo da “L’Auberge St-Séverin” nel Quartiere Latino.
Decidiamo ora di visitare la Basilique de Saint-Denis che si trova nell’omonimo sobborgo a nord di Parigi.
La leggenda narra che il vescovo Denis, dopo essere stato decapitato a Montmartre, abbia preso la propria testa tra le mani e si sia incamminato verso nord per accasciarsi in un campo dove venne poi sepolto e sulla sua tomba fu eretta la basilica.
Saint-Denis è in stile gotico ed è famosa per ospitare le tombe dei reali di Francia, il biglietto d’ingresso alla cripta costa euro 7,00.
A noi come visita è piaciuta molto e la consigliamo se si ha un po’ di tempo a disposizione, oltretutto pur essendo fuori città, la si raggiunge comodamente in una ventina di minuti dal centro con la linea 13 della metro.
Abbiamo ancora un paio d’ore a nostra disposizione così torniamo alla Cité per un ultimo giro in quelle zone dove abbiamo trascorso tutte le nostre serate parigine: il Quartiere Latino e Saint-Germain-des-Prés.
In Rue de l’Ancienne Comédie, che collega il nostro bistrot preferito “Le Buci” alla statua di Danton al Carrefour de l’Odeon, Augias ci accompagna per l’ultima volta nel nostro viaggio e ci parla de “Le Procope” il caffè fondato nel 1686 dall’italiano Procopio dei Coltelli che si trova proprio lungo questa piccola traversa del Boulevard Saint-Germain.
Oggi è un ristorante di lusso con un vasto menù (che noi non abbiamo provato) in un quartiere alla moda ma anni fa era un Café di una zona molto povera, frequentata da artisti e poeti, uno di questi è Verlaine.
Abita poco distante, in Rue Descartes, e il “Procope” fa da sfondo al suo rapporto con all’assenzio, Verlaine usa infatti trascorrere buona parte delle sue giornate nel locale dove gli viene regolarmente servita questa bevanda alcolica di moda alla fine dell’800, tanto che ne è ben presto assuefatto, come fosse una droga.
L’alcol e le malattie portano il poeta ad una dolorosa agonia e poi alla morte, in tristezza e povertà, a poco più di cinquant’anni.
La nostra vacanza a Parigi termina qui a Saint-Germain-des-Prés, praticamente dove era iniziata cinque giorni fa, ci resta solo il recupero dei bagagli lasciati in hotel e con la metro raggiungiamo la stazione di Bercy.
Per i passeggeri che hanno prenotato in vagone letto sui treni Artesia è a disposizione una saletta riservata dove poter attendere la partenza del treno. L’arrivo a Milano C.le è con 50 minuti di ritardo ma vista l’ora (6.20 anziché 5.38 del mattino) non è certo un problema.
Il bilancio della vacanza è sicuramente positivo.
Parigi è una città facile e comoda da girare, ha una rete della metropolitana capillare e le corse sono molto frequenti.
La vita non è cara, basta aver voglia di risparmiare pur senza privarsi di nulla.
Noi abbiamo avuto la fortuna di capitare a Parigi proprio la prima domenica del mese quando da novembre a marzo molte attrazioni sono gratuite.
La città è vivibile e piacevole ed offre al turista una quantità tale di cose da vedere che il tempo non basta mai.
Merita sicuramente una visita, anzi, più di una!