Olanda, Belgio e Normandia in auto da Savona

Il nostro viaggio è durato 10 giorni e 9 notti, dal 15 al 24 agosto. Abbiamo percorso in auto 4223 km, così suddivisi 15 agosto: Savona – Limburg (Germania): 877 km. Un pernottamento all’Hotel Montana (3 stelle, 78 euro con colazione, parcheggio gratuito, molto carino. Prenotato via email senza fornire numero di carta di credito. Trovato...
Scritto da: prairiedog
olanda, belgio e normandia in auto da savona
Partenza il: 15/08/2007
Ritorno il: 24/08/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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Il nostro viaggio è durato 10 giorni e 9 notti, dal 15 al 24 agosto. Abbiamo percorso in auto 4223 km, così suddivisi 15 agosto: Savona – Limburg (Germania): 877 km. Un pernottamento all’Hotel Montana (3 stelle, 78 euro con colazione, parcheggio gratuito, molto carino. Prenotato via email senza fornire numero di carta di credito. Trovato tramite sito www.Booking.Com) 16 agosto: Limburg – Amsterdam: 371 km. Tre pernottamenti all’Hotel Mercure Amsterdam Airport (4 stelle, 230 euro con colazione più 31,50 euro per il parcheggio, spesa complessiva per le 3 notti, ma era un’offerta speciale prenotata pochi giorni prima tramite il sito www.Boooking.Com. Bell’hotel, con navetta gratuita ogni 30 minuti da e per l’aeroporto di Amsterdam. Percorso diretto di circa 15 minuti. Ultima navetta di ritorno dall’aeroporto alle 23,45. Internet a pagamento, sicuramente nella hall, non so se anche in camera. Non l’ho provato).

19 agosto: Amsterdam – Bruges (Belgio): 271 km. Due pernottamenti all’Hotel Walburg (4 stelle, 209 euro con colazione, parcheggio pubblico sotterraneo a 5 minuti a piedi dall’Hotel, a 8,70 euro per 24 ore. Hotel molto bello e in stile a 3-4 minuti a piedi dalla piazza principale, prenotato tramite il sito www.Booking.Com, ma era un’offerta. Internet a pagamento, al contrario di quanto detto sul sito www.Booking.Com, ma non provato) 21 agosto: Bruges – Omaha Beach (Normandia, spiaggia dello sbarco): 495 km. Un pernottamento all’Hotel Mercure Omaha Beach (106,70 euro, più 12 euro a testa per la colazione, parcheggio gratuito. Internet a pagamento 4,50 euro all’ora, wireless con proprio pc (ma solo nella hall) o con Mac dell’hotel. Trovato sul posto. Molto bello, con vista sui campi da golf e il mare).

22 agosto: Omaha Beach – Le Mont Saint Michel (Bretagna): 174 km. Un pernottamento all’Hotel Le relais du roy (3 stelle, 87,50 euro più 9,30 euro a testa per la colazione, parcheggio gratuito. Carino, ma niente di eccezionale. Ottima posizione, poco prima del pezzo di strada artificiale creato per poter raggiungere sempre Le Mont Saint Michel. Trovato sul posto dopo aver chiesto ad altri 3 hotel vicini, il Mercure e due 2 stelle, che erano completi) 23 agosto: Le Mont Saint Michel – Blois (Loira): 337 km. Un pernottamento all’Hotel Holiday Inn 3 stelle, 97,50 euro più 9 euro a testa per la colazione, parcheggio gratuito. Carino, un pochino fuori dal centro. Trovato sul posto dopo aver chiesto al Mercure che era completo).

24 agosto: Blois – Savona: 900 km. Pernottamento a casa: appartamento 3 stelle, parcheggio gratuito, internet wireless, spese condominiali un po’ alte, ma ottimo vicinato e vista sul mare! Purtroppo il primo e l’ultimo giorno sono stati praticamente solo di viaggio, ma quest’anno per motivi di incertezza delle ferie, abbiamo preferito non prenotare voli transoceanici e in generale quasi nulla fino agli ultimi giorni e quindi abbiamo preferito andare con la nostra auto.

Il viaggio di andata lo abbiamo fatto passando dalla Svizzera (bollino autostradale valido dal 1 dicembre dell’anno prima al 31 gennaio dell’anno dopo quello in corso, 40 franchi svizzeri, equivalenti a 27 euro, ma alla frontiera ti dicono 30 euro e poi ti danno 5 franchi svizzeri di resto).

Pranzo in un MacDonald a Sursee e poi salvo brevi soste per benzina, dritti fino a Limburg.

Siamo partiti da Savona alle 8,45 e siamo arrivati a Limburg alle 18,20.

Limburg è una piccola cittadina carina, con casette medioevali. E’ proprio sul percorso per Amsterdam ed è circa 50 km a nord ovest di Francoforte sul Meno. Inizialmente avevamo pensato di fermarci a Francoforte, ma poi un amico che è stato in entrambi i posti per lavoro ci ha consigliato Limburg. Abbiamo cenato in un locale tutto in stile medioevale nel centro: il menu era di difficile lettura perché in carattere gotico e solo in tedesco e la cameriera non parlava inglese. Abbiamo ordinato quasi a caso capendo solo le 3 parole speck, kartoffen e kaas (speck, patate e formaggio), ma ci è andata benissimo e abbiamo speso 20 euro compresa la mancia.

Il secondo giorno siamo arrivati all’Hotel di Amsterdam quasi alle 14 e abbiamo deciso di andare in centro in auto. Il parcheggio lungo la strada è carissimo: 4,60 euro all’ora vicino a piazza Dam e 3,60 euro all’ora un po’ più lontani dal centro. Abbiamo pagato per 3 ore, mangiato in un McDonald praticamente in piazza Dam e preso un caffé in un Coffee Company (una specie di Starbucks, con caffé caro ma buono) e poi girato gran parte di Amsterdam in pattini. Tornati in hotel e fatta la doccia abbiamo sfruttato la navetta gratuita per andare all’aeroporto e cenare al Burger King (la navetta c’è ogni 30 minuti, agli 0 e ai 30 verso l’aeroporto e ai 15 e ai 45 dall’aeroporto all’hotel).

Il terzo giorno abbiamo fatto un giro in auto della penisola a nord di Amsterdam: siamo andati ad Alkmaar, dove si tiene il mercato del formaggio: fermandoci prima al concessionario Harley-Davidson per comprare la maglietta di rito. Il concessionario è doppio e abbiamo chiacchierato un po’ prima con una signora e poi con suo marito, entrambi molto simpatici.

Alkmaar è davvero carina e abbiamo pranzato con pezzi di formaggio e pancakes comprati da bancarelle al mercato. Poi abbiamo proseguito per Den Helder, a nord, dove partono i traghetti per le isole Frisone. L’abbiamo girata quasi tutta in pattini e poi ci siamo diretti alla Diga: è lunga 32 km e una volta imboccata temevamo ce la facessero fare tutta, invece un po’ dopo il punto dove ci si può fermare per ammirare il panorama, c’è la possibilità di tornare indietro. Verso le 19 siamo arrivati a Zaanse Schans (sulla strada per tornare ad Amsterdam) e ci siamo fermati perché avevamo letto da un’altra TPC che era molto carino con tutti i mulini. Ormai turisti non ce n’erano più, e i mulini ovviamente erano chiusi (ho letto che alcuni si possono visitare), ma è stato comunque (o forse ancor più) suggestivo, con anche alcuni leprotti nel parcheggio! Prima di rientrare in hotel, abbiamo comprato pane, formaggio, salame e frutta in un piccolo market a Sloten, vicino all’hotel e abbiamo cenato in camera dopo la doccia, perché eravamo stravolti.

Il quarto giorno lo abbiamo dedicato totalmente ad Amsterdam, prendendo la navetta dell’hotel fino all’aeroporto e da qui il treno per Amsterdam Central (andata e ritorno per due 13,40 euro se fatto agli sportelli con personale, altrimenti 12,40 ai distributori automatici, ma non è possibile pagare in contanti) Treni da e per Amsterdam ce ne sono in continuazione: diciamo ogni 10-15 minuti per tutto il giorno. Abbiamo girato Amsterdam tutto il giorno a piedi, vedendo: – il quartiere a luci rosse: uscendo dalla stazione una delle vie a sinistra che vanno verso il centro – piazza Dam e la zona circostante – il museo Van Gogh (10 euro a testa e pranzato al self service all’interno con 14,90 euro in due): scusate la mia ignoranza, ma a me non è piaciuto per nulla: mi sono piaciuti solo 3 o 4 quadri di Monet e Pizzarro e Cezanne al terzo piano. Si visita abbastanza in fretta e abbiamo fatto poca coda per il biglietto. Tornassi indietro però lo salterei. – il mercato dei fiori (lungo il canale Singel), dove ho comprato tutti i regalini per amici e parenti – la casa di Anna Frank: 7,50 euro a testa, circa 25 minuti di coda e 45 minuti di visita: anche se la casa è praticamente vuota, ci sono foto e filmati e la visita mi ha emozionata molto, la consiglio vivamente.

Dopo avere ancora un po’ girato per il centro, stravolti abbiamo cenato in un ristorante messicano con un cameriere molto simpatico e poi con treno e navetta siamo tornati in camera.

Il quinto giorno lasciamo Amsterdam in direzione di Bruges. Per curiosità passiamo da Scheveningen, la zona balneare de L’Aia (Den Hag). E’ una grossa passeggiata sulla spiaggia, con un grosso molo: è molto cementificata e sembra quella di Daytona: a me non è piaciuta, a mio marito già di più. Decidiamo di fare la strada costiera e passiamo quindi varie penisole e isolette olandesi, vedendo quindi insenature e barche a vela (carino, ma secondo me non imperdibile, se si ha un po’ fretta). Pranziamo a Zierickzee, un paesino molto carino, ma stranamente quasi deserto (speravamo di trovare un bar in cui vedere il motoGP di Brno, ma ci è andata male: per fortuna che abbiamo programmato il videoregistratore!) Arriviamo a Bruges che ormai sono quasi le 18: si nota subito che Bruges è molto bella: romantica e facilissima da girare a piedi. Infatti lasciamo le valigie in hotel, l’auto al parcheggio pubblico e facciamo subito un giro: senza visitare musei o simili in un paio d’ore la si vede tutta: lo sapevo da altri TPC, ma ho deciso di pernottare 2 notti qui proprio per gustare l’atmosfera. Dopo una doccia usciamo per cenare e ci ispira la birreria Il Cambrinus, in una via dietro la piazza del mercato: è la classica birreria che ha un menu che sembra un libro visto che hanno 400 diversi tipi di birra: ci piace molto e si mangia decentemente spendendo il giusto.

Il sesto giorno andiamo in macchina a Bruxelles. In realtà essendo molto amanti della birra bianca Hoegardeen decidiamo di andare a visitare la cittadina da cui prende il nome con relativa fabbrica che si trova a quasi 50 km oltre Bruxelles (venendo da Bruges): purtroppo il lunedì è proprio il giorno di chiusura della visita al birrificio: ci dispiace parecchio, ma almeno abbiamo visto dov’è! Andiamo subito a Bruxelles e parcheggiamo vicino alla Grand Place (qui i parcheggi costano il giusto, non come ad Amsterdam!). Subito ufficio di turismo e McDonald, poi prendiamo un caffé al caffé Le Cirio (tra Grand Place e place de la Bourse), antico caffé italiano. Piove un po’, ma non molto forte e andiamo a piedi fino al Parlamento, per visitarlo (la visita è gratuita ma bisogna essere cittadini europei e mostrare un documento di identità: avevo letto che era solo alle 15, ma una volta là mi sembra che entrassero anche prima e dopo). Ti danno un’ audioguida nella tua lingua: è abbastanza interessante, ma come avevo letto da un altro TPC è un po’ troppo prolisso, comunque ne vale la pena (in tutto porta via circa un’oretta). Torniamo quindi verso il centro, facciamo la foto al Manneken Pis (la statuetta di un bambino che fa la pipì, simbolo della città, forse perché in questo modo un bambino spense la miccia di una bomba) e un giro nella galleria Saint-Hubert, mangiamo una gauffre con il cioccolato e compriamo qualche pralina, quindi torniamo a Bruges, dove facciamo ancora un piccolo giro e ceniamo nuovamente al Cambrinus Il settimo giorno dopo colazione compriamo ancora qualche pralina e saliamo sulla Torre Belfort (5 euro a testa il biglietto per potere salire non ricordo se 362 o 382 scalini, a chiocciola. Carina, ma niente di eccezionale, visto che in cima la vista non è bella aperta, ma le pareti sono molto chiuse, con delle reti), poi ci dirigiamo verso la Normandia e le spiagge dello sbarco: facciamo autostrada fino a Honfleur (una cittadina che sembra molto carina, ma in cui purtroppo non abbiamo tempo di fermarci), poi da qui proseguiamo sulla costa, piuttosto bella e passiamo Caen e Bayeux e arriviamo a Omaha Beach (a Le Port en Bessin). Il tempo è quasi invernale: a tratti piove, ma soprattutto c’è vento, però è suggestivo. Lasciati i bagagli in albergo e fatta una doccia andiamo a mangiare qualcosa a Le Port en Bessin. L’hotel ci piace molto: abbiamo una mezza mansarda con vista sui campi da golf e in lontananza si vede il mare in tempesta. Compro per 4,50 euro un’ora di connessione a internet: non riesco a connettermi wifi col mio Pc, ma mi collego dal Mac nella hall per controllare la posta e mandare qualche messaggio: cerco un hotel a Le Mont Saint Michel e vedo che il Mercure di là è completo per la sera dopo: pazienza, magari dormiremo già altrove, già più sulla strada del ritorno.

Invece l’indomani, l’ottavo giorno, la visita delle spiagge dello sbarco e dei vari musei ci porta via più tempo del previsto, ma ne vale davvero la pena: è stata una delle tappe più emozionanti: abbiamo dapprima visitato il cimitero americano a Corneville sur la mer: la visita è gratuita ed è veramente qualcosa di indimenticabile. Noi adoriamo i cimiteri militari americani: abbiamo già visto quello di Point Loma a San Diego, quello di Arlington a Washington e quello di Anzio, vicino a Roma: ogni volta danno un gran senso di onore e di pace: questo però fa anche riflettere a fondo sugli orrori della seconda guerra mondiale e sui valori della libertà e della democrazia.

Dopo il cimitero abbiamo visitato il Museo memorial di Omaha Beach (5,70 euro a testa il biglietto) e la spiaggia: il vento è davvero insopportabile e ci costringe a risalire in auto. Proseguiamo per Point du Hoc, dove la notte prima dello sbarco 255 rangers americani hanno scalato una scogliera di 70-80 metri per distruggere una cannoniera tedesca: solo 90 sono sopravvissuti. Infine ci dirigiamo a Saint-Mere-Eglise, dove sempre nella notte prima dello sbarco c’e’ stato un lancio di paracadutisti, che dovevano impossessarsi di questo comune strategico e agevolare le truppe sbarcate a Utah Beach. Purtroppo oltre la metà sono morti, alcuni addirittura per lo schianto degli alianti che li trasportavano, e famoso è il paracadutista che è invece sopravvissuto rimanendo col paracadute impigliato nelle guglie della chiesa (tutt’ora vi è un pupazzo a grandezza naturale impigliato tra le guglie).

Pranziamo in un simpatico locale, gustando la galette (crepe fatta però col grano saraceno) e il cidro, quindi visitiamo il museo (6 euro a testa il biglietto), anche questo molto emozionante.

Partiamo quindi per Mont Saint Michel, dove arriviamo alle 17 passate. Il tempo di trovare l’hotel e parcheggiare nel parcheggio per i turisti subito sotto il monte (tariffa fissa di 4 euro a auto per tutto il giorno) e letteralmente corriamo verso l’abbazia, perché abbiamo letto che pur chiudendo alle 19, la biglietteria chiude alle 18. Mio marito, molto più atletico di me, corre in avanti a fare i biglietti (8 euro a testa, che saranno timbrati alle 18,01!), mentre io arrivo qualche minuto dopo, rantolante e sudata! Alla sera scopriremo che forse ho rischiato un infarto inutilmente, in quanto ci sembra di capire che in agosto l’abbazia sia aperta fino alle 23, ma non si capisce bene, quindi non assicuro.

Terminata la visita dell’abbazia, facciamo un giretto per il monte e poi prendiamo una solenne fregatura cenando a Le Mounton Blanc: entriamo infatti per mangiare io “les moules avec les frites” (muscoli e patatine fritte, piatto che è il piatto tipico belga, ma diffuso molto ovunque in queste zone e che non ho avuto occasione di mangiare in Belgio) e mio marito che non mangia pesce e simili una gallette, ma si è obbligati a scegliere tra creperie e restaurant: non si possono ordinare piatti di entrambe le cose!!! Presi un po’ in contropiede scegliamo restaurant, ma le cose non di pesce sono pochissime e mio marito è costretto a ordinare un’”omelette traditional de le Mont Saint Michel” che costa 18 euro. Visto il prezzo ci aspettiamo chissà cosa, invece è un’omelette di solo uovo, con anche un po’ di uovo montato a neve e qualche foglia di insalata. Proprio non riusciamo a capire cosa ne giustifichi il costo! Invece una bella “scodella” di muscoli costa 9 euro, cosa molto più sensata. Tra l’altro il cameriere è un po’, scusate il termine, “scazzato” e come se non bastasse prendiamo una sola porzione di patatine fritte, ma sul conto che ne segnano 3! Ovviamente lo facciamo correggere, ma comunque alla fine muscoli, patatine, omelette, 2 birre e una mousse al cioccolato costano 47 euro. Lasciamo comunque la mancia, ma solo di 3 euro (di solito si lascia il 10-15%), così gli molliamo 50 euro sul tavolo e ce ne possiamo andare. Sicuramente d’ora in poi l’omelette tradizionale di Mont Saint Michel rimarrà nei nostri discorsi come termine di paragone per le fregature!! Anche se molto stanchi, giriamo ancora un po’ per aspettare che venga buio, per vedere le Mont Saint Michel illuminata, ma appena cala il buio e si accendono le luci, ce ne torniamo in albergo.

Nel complesso siamo rimasti molto delusi e non è per la cena. OK, il monte e l’abbazia sono belli, ma sebbene il tempo sia piuttosto freddo e piovoso, c’è davvero troppa gente, ma soprattutto i negozietti sono davvero molto dozzinali e vedono della gran chincaglieria (io mi aspettavo quasi solo l’abbazia sul monte e pochi negozietti di oggettini artigianali). Inoltre il parcheggio arriva proprio fino alla “porta” di accesso, con molti pullman e le auto di chi pernotta negli hotel sul Monte. Inoltre la marea è piuttosto bassa, lasciando una fanghiglia melmosa. Guardandosi indietro andando via in auto la base del monte è nascosta alla vista dai tetti di auto e pullman. Insomma, avevo visto le Mont Saint Michel in televisione alle trasmissioni con Alberto Angela e mi aspettavo tutt’altro, un’atmosfera più mistica e naturalistica, non una specie di parco giochi americano! Insomma una grandissima delusione, forse amplificata dal fatto di aver visitato al mattino le spiagge dello sbarco, dove al contrario, nonostante ci fossero parecchi turisti, regnava ovunque un gran silenzio e un gran senso rispetto, con immensi spazi aperti semi deserti, senza bancarelle o mercificazione, ma riempiti solo dal rumore del vento e del mare burrascoso e da alcuni semplici monumenti commemorativi.

Sperando di ricrederci, l’indomani mattina prima di ripartire decidiamo di tornare a vedere il monte da vicino (si vedeva anche dal nostro hotel) pensando magari di vederlo con un’altra marea: ma lo troviamo identico alla sera prima, anzi con ancora più gente e ripartiamo sconsolati. Per l’ora di pranzo arriviamo ad Amboise, dove ho scoperto da un’altra TPC che si trova la residenza in cui ha vissuto gli ultimi 3 anni della sua vita ed è morto Leonardo da Vinci, uno dei più grandi geni e artisti della storia per cui io nutro un profondo rispetto e una profonda ammirazione. Dopo aver mangiato qualcosa, visitiamo dapprima il castello (8,50 euro a testa il biglietto) dove si trova la sua tomba, e poi andiamo (in auto, anche se è li vicino, per spostare l’auto dal parcheggio in centro dove non si può stare più di 2 ore) a Clos Lucé, la residenza di Leonardo. Nel parcheggio ci sono parecchi simpatici germani (una severa mamma con 5 o 6 indisciplinati figlioletti), che ci facciamo amici con un po’ di pane secco. Poi iniziamo la visita: devo ammettere che è molto cara (15 euro a testa con anche l’esibizione temporanea, ma senza era comunque 12, quindi tanto vale…) ma anche molto interessante: si visita la casa di Leonardo, disseminata di sue citazioni (solo in francese, ma per fortuna non è un problema), poi una riproduzione in piccolo di molte sue invenzioni, e l’immenso parco con altre riproduzioni, questa volte a dimensione naturale, di altre invenzioni e idee. L’esibizione temporanea è sulla Gioconda ed è molto interessante: tra l’altro leggo per la prima volta una spiegazione razionale del suo sorriso: si tratterebbe di un ritratto onomastico, vale a dire un ritratto che contiene al suo interno un riferimento al nome della persona rappresentata: essendo Monna Lisa la moglie di un certo Giocondo, che significa allegro, la Monna Lisa sorride richiamando così il suo nome di famiglia. Tra l’altro per chi non lo sapesse, al contrario di quanto si crede (specie dopo gli ultimi mondiali di calcio!), la Gioconda non ci è stata rubata dalla Francia: Leonardo l’aveva con sé ad Amboise e in punto di morte l’ha lasciata in eredità a un suo discepolo, che l’ha poi veduta al re francese e poi in seguito è stata venduta al museo del Louvre.

Terminiamo la visita che sono le 18 passate, ma per cercare di guadagnare qualche chilometro, decidiamo di non cercare l’hotel ad Amboise, ma di portarci a Blois, che è solo a circa 50 km, ma di strada normale. Blois sembra molto bella, anch’essa sulla Loira e anch’essa con un suo castello, ma arriviamo giusto per trovare un hotel, mangiare l’unica pizza straniera di tutto il viaggio e andare a nanna.

L’ultimo giorno è praticamente tutto di viaggio: pranziamo in una bellissima area di sosta (in questo i francesi sono davvero imbattibili: hanno delle aree di sosta che sembrano dei parchi gioco, con molto spazio e molto verde e ottimi servizi) e verso le 16 arriviamo a Chambery: è di strada e ormai mancano meno di 350 km a casa, così decidiamo di fare una sosta in città: è una città molto carina e curata, con un ottimo ufficio di turismo: la giriamo per un’oretta e prendiamo un caffé, quindi alle 17,15 ripartiamo. Purtroppo arrivati dopo circa un’ora al tunnel del Frejus, scopriamo che un camion è rimasto in panne nel tunnel, così al momento si circola a senso unico alternato a intervalli di circa mezz’ora. Quando tocca quasi a chi va da Francia a Italia, ritardano ancora un po’ perché lo stanno per riaprire del tutto: insomma alla fine stiamo fermi quasi un’ora prima di imboccarlo, e come se non bastasse il pedaggio di sola andata per un’auto è di 32,30 euro!!! Fa concorrenza all’omelette tradizionale di Mont Saint Michel!! Inoltre questo è un tunnel di circa 13 km, a doppio senso, con una corsia sola per senso, mentre il tunnel del san Gottardo in Svizzera, compreso nel bollino da 27 euro e che puoi quindi fare quante volte vuoi in un anno, è di 17 km, a doppia corsia per senso di marcia (anzi ha proprio 2 tunnel separati) e puoi andarci ai 110 all’ora. In quanto a strade e autostrade la Francia è davvero cara: abbiamo speso 90 euro di pedaggi solo lì, mentre in Germania, Olanda e Belgio è praticamente tutto gratuito.

Comunque passato il tunnel del Frejus finalmente siamo in Italia e dopo un paio di ore a Savona, dove per concludere degnamente la vacanza, ci andiamo a mangiare un’ottima pizza sotto casa.

Ecco un resoconto delle spese sostenute pedaggi: 150,70 euro carburante: per i 4223 km abbiamo usato 271 litri di benzina, spendendo 355,39 euro, quindi pagando in media la benzina 1,31 euro al litro: infatti in Germania, Francia e Belgio costa praticamente come da noi, in Svizzera un bel po’ meno (intono a 1,18 euro al litro) e in Olanda è carissima (1,46 euro al litro) hotel con colazione: 869,30 euro parcheggi hotel: 48,90 euro parcheggi extra-hotel: 41,10 euro visite musei e simili: 131,40 euro cibo: circa 535 euro regalini e ricordini e varie: circa 170 euro Totale: 2300 euro



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