Yucatan e Chiapas e… Qualche disavventura!

Partenza il 1° agosto con il volo delle 6.45 da Malpensa per Amsterdam dopo una notte passata in aereoporto causa mancanza di passaggio... Ma che ci importa della stanchezza? Stiamo andando in Messico!!! Volo su Amsterdam puntualissimo, ma purtroppo inutilmente perchè scopriamo che la coincidenza per Cancun è invece in ritardo... Ma si, tanto...
Scritto da: Marta Grivet
yucatan e chiapas e... qualche disavventura!
Partenza il: 01/08/2003
Ritorno il: 23/08/2003
Viaggiatori: in coppia
Partenza il 1° agosto con il volo delle 6.45 da Malpensa per Amsterdam dopo una notte passata in aereoporto causa mancanza di passaggio… Ma che ci importa della stanchezza? Stiamo andando in Messico!!! Volo su Amsterdam puntualissimo, ma purtroppo inutilmente perchè scopriamo che la coincidenza per Cancun è invece in ritardo… Ma si, tanto stiamo andando in vacanza! Volo Amsterdam-Cancun interminabile: 11 ore di cibo ininterrotto! Siamo forse all’ingrasso…?? Finalmente in terra messicana, arriviamo davanti al famigerato semaforo per il controllo bagagli… Culo! Tutti e 2 verde! Si… Peccato che il simpatico omino della dogana insospettito dal volume della nostra borsa sub decide di fregarsene del semaforo e ci fa aprire tutto lo stesso… Appurato che non stavamo importando nessun familiare dentro il borsone, ci lascia andare…

I primi 3 giorni li passiamo a Cancun: orribile! L’aggettivo che descrive meglio l’impatto con la città è claustrofobica: caldo umido e smog da far stare male! Per ovviare il problema ci lanciamo subito in 2 belle immersioni e l’impatto con il mare dei Caraibi ci fa riappacificare con il mondo.

Giorno successivo visita a Isla Mujeres: bella, ma ahimè iper sfruttata dal turismo…

Finalmente si parte! Ritiriamo una scascionatissima Opel Corsa e cominciamo il nostro tour. Ammetto di aver avuto molti dubbi sul fatto che la macchina potesse reggere fino alla fine del viaggio, ma mi sono poi ricreduta… Prima tappa: Chichen Itzà – Izamal. Su Chichen Itzà non dico nulla, è già stato detto a sufficienza e comunque è degna della sua fama. Due parole su Izamal: molto, molto carina. Piccolissima città dove tutti gli edifici sono dipinti color ocra e dove si trova uno dei santuari più importanti del Messico dedicato a… S. Antonio da Padova! Primo assaggio di un Messico decisamente più autentico di Cancun: bello! Seconda tappa: Izamal-Uxmal-Campeche.

Uxmal è il sito che in assoluto mi è piaciuto di più, rende davvero l’idea della città che era e i bassorilievi degli edifici sono mozzafiato! Da non sottovalutare anche il sandwich messicano del ristorante: grandioso!!! Campeche: impatto con la periferia pessimo, poi invece giunti nella zona coloniale, scopriamo una cittadina davvero carina, dove ogni edificio è colorato in modo diverso e naturalmente dei colori più vivaci… Molto, molto bella! Terza tappa: Campeche-Palenque. Giornata lunga, di trasferimento, però paesaggi interessanti, soprattutto la parte della costa che da sul golfo del Messico.

Quarta tappa: Palenque-incidente-Palenque-S.Cristobal.

Giornata cominciata sotto i migliori auspici con visita del sito di Palenque: il sito non delude le aspettative, peccato però per tutti i venditori ambulanti che lo affollano e che tolgono decisamente fascino ed atmosfera alla visita. Insomma bello… però Uxmal… Finita la visita ci mettiamo in viaggio verso S. Cristobal, ma… Una topa assassina è in agguato e… Pam! Incidente!!! Cavolo… ma proprio a noi doveva capitare???!!! Per fortuna nessuno si fa niente, la nostra macchina non subisce danni (santa Opel Corsa scasciona!), ma in compenso abbiamo distrutto la macchina e la vacanza di un’allegra (e folkloristica) famigliola messicana… Sorry! Poco male, non ci perdiamo d’animo… cerchiamo un telefono… un telefono?!? Mica facile, siamo sulla strada più inculata del Messico e tutto intorno più che cani e maiali non si vedono… ma non ci perdiamo d’animo… alcune persone sbucate letteralmente dalla foresta ci dicono che più avanti sulla strada c’è un telefono pubblico… finalmente riusciamo a telefonare… morale: deve uscire l’assicuratore della compagnia di noleggio per verificare i danni, ma siccome nella zona non ci sono assicuratori, devono farlo venire… da Villahermosa! (circa 200Km distante) e noi dobbiamo tornare a Palenque e aspettarlo… in un ristorante! Grandioso… Nel frattempo io e la moglie di Raul facciamo conoscenza e lei mi racconta di avere delle origini italiane… Si vede che era destino! Finalmente ecco arrivare Alexandro, l’uomo più sudato di tutto il Messico, nostro salvatore: in pochi minuti sbriga tutte le pratiche e … incredibile! Siamo di nuovo in marcia verso S. Cristobal! S. Cristobal: una conquista! E’ risaputo che la strada tra Palenque e S. Cristobal sia tra le più fetide in assoluto, ma davvero non me la aspettavo così brutta: curve, topes non segnalate e nei posti più assurdi, code dovute a incidenti… insomma arrivare a S. Cristobal è stato come conquistare la vetta di una montagna, ma ne è valsa la pena. Bella, bella, bella. Peccato che complice il cambio d’aria e una versione messicana della pizza del tutto originale che ci siamo mangiati, siamo stati colti dalla più diffusa malattia del viaggiatore e di S. Cristobal abbiamo fatto soprattuto un tour dei bagni pubblici… va be’… Quinta tappa: S. Cristobal – Palenque.

Il Chiapas è indubbiamente bello, ma la voglia di mare inizia a farsi sentire, per cui ripartiamo alla volta della costa Maya. Decidiamo di evitare la strada fatta all’andata e di passare per Villahermosa in quanto la strada, sebbene più lunga è comunque segnalata come statale… grave errore!!! 8 ore di strada su e giù per le montagne del Chiapas e tutto quello che abbiamo ottenuto è stato di ritornare a Palenque!!! Ve be’… domani però voglio il mare! Sesta tappa: Palenque – punto X La nostra meta era originariamente Xcalak, ma la sfiga aveva deciso definitivamente di fare un po’ di vacanza con noi… Arriviamo finalmente al mare e ci dirigiamo sicuri verso Xcalak, ma la strada, sebbene asfaltata da poco, è lastricata di simpatiche buche tipo cratere lunare e… buchiamo una gomma!!! Ma c…! Ve be’… non scoraggiamoci… tanto ci sono solo quei 35 gradi… che sarà mai cambiare una gomma…? … rieccoci in marcia… stanchi e accaldati… basta! cerchiamo un hotel e facciamoci una doccia! … mica facile, dopo tutto siamo venuti qui proprio perché si tratta di una zona ancora selvaggia e gli hotel si contano sulle dita di una mano… finalmente ritroviamo noi stessi in un piccolo hotel gestito da una simpatica coppia di austriaci e cominciamo a rilassarci. Solo dopo esserci un po’ ripresi ci rendiamo conto di dove ci troviamo… ma è fantastico! Siamo nel nulla più assoluto! Niente elettricità, solo sole, mare e km di spiagge completamente incontaminate e circondate da foresta! Bello, bello, bello. Peccato che nel concetto di spiaggia incontaminata sia incluso il fatto che tutta l’immondizia gettata a mare dalle navi arrivi sulla costa e lì ci rimanga… ma è meglio una spiaggia deserta con un po’ di immondizia o una spiaggia affollata e iper sfruttata, ma pulitissima? Non so, ancora non ho la risposta a questa domanda… Purtroppo complice il tempo che si è messo al brutto e la nostra malattia del viaggiatore che ancora non ci lascia in pace, ripartiamo senza aver avuto la possibilità di immergerci in questo mare ancora incontaminato… speriamo di ritrovarlo così la prossima volta che verremo da queste parti… Settima tappa: punto X – Tulum.

Rientriamo nella civiltà e ci concediamo ben 4 giorni di mare a Tulum, approfittandone per fare l’esperienza delle immersioni nei Cenotes… che dire? Ancora oggi quando ripenso a quelle immersioni l’unica parola che mi viene in mente è: strane, davvero strane. E’ come se il mio cervello non sia stato in grado di codificare l’esperienza fatta e continui a chiedersi come sia stato possibile nuotare in un posto dove di solito cammini e vedere e vivere in tridimensionale qualcosa che di solito vedi e vivi in modo diverso… insomma, per i sub è sicuramente un’esperienza da provare! Due parole sulle rovine di Tulum: un furto! Il biglietto d’ingresso costa come quello per Chichen Itzà e il sito, oltre ad avere uno scarso valore archeologico, è stato trasformato in una sorta di spiaggia a pagamento. Vedi gente che si aggira tra le rovine con indosso il costume da bagno e il salvagente e con lo stesso interesse per le rovine che possono avere le iguane che le popolano… mah… Ma il vero evento storico di cui siamo stati testimoni durante il nostro soggiorno a Tulum è stata l’inaugurazione del supermercato S. Francisco… bellissimo! La gente è arrivata da ogni dove per assistere all’apertura e ha cominciato ad accalcarsi davanti alla porta d’ingresso 2 ore prima dell’ora X. Noi siamo arrivati ad apertura avvenuta e lo spettacolo che ci si è parato di fronte una volta entrati nel supermercato era al limite del paradossale: una ressa, una festa, un caos, un delirio collettivo! La gente era come impazzita e allo stesso tempo felice… mi si para davanti un turista che coivolto nel delirio generale, quasi con le lacrime agli occhi, mi guarda e mi dice: “I’m so happy!”. Insomma dopo questa esperienza penso che qualsiasi nostro supermercato alla vigilia di Natale non ci farà più un baffo! Ottava e ultima tappa: Tulum – Playa del Carmen Ormai il nostro viaggio volge alla fine e l’ultima settimana decidiamo di passarla a Playa del Carmen dedicandoci completamente alle immersioni: bellissime! Nel caso capitiate da quelle parti, queste sono quelle assolutamente da non perdere: Tortuga e quelle a Cozumel. In generale tutte valgono la pena, ma queste danno davvero un qualcosa in più.

Su Playa del Carmen che dire? Prezzi milanesi e tanti, troppi italiani… ma va bene così, credo sia comunque più vera che tutti quei mega resort che abbiamo visto sparpagliati lungo la costa mentre andavamo ad immergerci e che ci hanno dato una sensazione di falsità o comunque di realtà distorta rispetto alla realtà messicana conosciuta altrove.

E adesso siamo qui… Ritornati troppo in fretta alla vita di tutti i giorni… Non ci resta che programmare la prossima vacanza per sopravvivere!



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