Paradisi africani

Preambolo Per l’estate del 2003 avevo deciso che la meta del mio viaggio sarebbe stata il Cile. La mia amica Rosaria dell’agenzia a cui mi rivolgo, dopo aver contattato qualche tour operator, mi comunica che non organizzano un individuale…. - “Vai in Sudafrica” - mi dice, ho un tour molto bello… ed io: ”Rosaria, in Sudafrica ci sono...
Scritto da: rosylaleonessa
paradisi africani
Partenza il: 15/08/2003
Ritorno il: 30/08/2003
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 2000 €
Preambolo Per l’estate del 2003 avevo deciso che la meta del mio viaggio sarebbe stata il Cile. La mia amica Rosaria dell’agenzia a cui mi rivolgo, dopo aver contattato qualche tour operator, mi comunica che non organizzano un individuale… – “Vai in Sudafrica” – mi dice, ho un tour molto bello… ed io: ”Rosaria, in Sudafrica ci sono già stata”, ma la parola Africa scatena in me una voglia irrefrenabile, incontenibile e…Decido per il si.

18/08/2003 Volo diretto da Milano Malpensa con la South African Airways, Arrivo a Joannesburg per proseguire, poi, per Città del Capo, prima meta del tour. All’aeroporto incontro gli altri compagni di viaggio, tra i quali due signore di Napoli, quasi mie coetanee, ed è subito simpatia e casino…

Noi napoletane siamo fatte così. La meta che mi sta più a cuore di tutto il viaggio, è il soggiorno presso la riserva situata nella parte centrale del Parco Kruger. Il Kruger è il parco più grande del Sudafrica con un’estensione di 20.000 kmq (all’incirca come il Veneto), con la più alta concentrazione di mammiferi del mondo.

giovedì 21 agosto 2003. ARRIVO AL BUFFALO CAMP Dopo un volo con un piccolo aereo ed un breve trasferimento con le grosse jeep della riserva, finalmente arriviamo. E’ il Buffalo Camp, immerso nel verde del bush e di grandi alberi, alloggeremo in grosse tende poggiate su piattaforme sostenute da lunghe palafitte, collegate tra loro e le aree comuni da passerelle di legno. L’allegria serpeggia nel gruppo, siamo in dodici 3 coppie e 6 single, ed in breve l’allegria si trasforma in ilarità, quando c’è l’assegnazione delle tende, ciascuna con il nome di un animale, con divertito stupore, scopro che la mia è l’elephant tent e le battute si sprecano tra le risate generali ! giovedì 21 agosto 2003. Pomeriggio al Buffalo Camp…Comincia l’avventura..! Dopo pranzo si parte per il primo fotosafari, conoscendo già la caratteristica del clima invernale nel sud dell’Africa, mi organizzo con l’abbigliamento: maglione, giacca a vento, cappello di lana.

Ci avviamo all’uscita del Camp dove ci aspettano due fuoristrada guidati da rangers niente male, arrivo, come il mio solito, all’ultimo momento e scopro, con piacere, che sono stati lasciati due posti nella parte alta del veicolo (sono posti a scalare, per far si che tutti possano avere una visione ottima). Mi arrampico e siedo accanto all’amica napoletana, che mi prende subito in giro per la mia voluminosa attrezzatura fotografica, siamo elettrizzati, sarà un safari notturno, sono le 16,00 ed il tramonto arriva presto da queste parti, alle 18,00 è già buio.

Notiamo che ai nostri piedi sono sistemate delle coperte, ci chiediamo a cosa serviranno…La nostra curiosità sarà presto soddisfatta, dopo un breve tragitto, cominciamo ad indossare le giacche a vento, sostituire i cappellini di cotone con caldi cappelli di lana ed il sole è ancora alto sull’orizzonte, si corre incessantemente su queste piste tra il bush, la caratteristica vegetazione del posto. Il nostro ranger parla solo inglese, (ma nel gruppo c’è un buon traduttore) e comunica, attraverso la radio, con gli altri fuoristrada presenti nella riserva, per scambiarsi le informazioni circa l’avvistamento degli animali. Il primo incontro è con una mandria di bufali, ci teniamo a debita distanza, perché se un esemplare è molto pericoloso, una mandria rappresenta un autentico suicidio… Ma le “bestiole” stanno tranquillamente ruminando, e ci degnano appena di uno sguardo.

Lasciamo, facendo il minimo del rumore, questo grosso gruppo per avviarci in una radura dove è stata segnalata la presenza di rinoceronti…Ci sono … a malapena si riesce a scorgerli nel fitto degli alberi, sono una mamma rinoceronte col suo…Sic… piccolo (si fa per dire, peserà già 800-900 kg.), si resta in silenzio, ad osservarli, fotografarli e filmarli, facendo delle risatine nervose, battutine per tranquillizzarci, siamo ora a poca distanza dagli animali ed una loro carica non è per nulla piacevole, anzi direi, decisamente pericolosa, dopo breve alla coppia si aggiunge un terzo esemplare, un superbo maschio, il ranger ci dice che è il “papà” del piccolino, restiamo ancora un po’ ad osservarli, poi ci spostiamo. Il nostro obiettivo è la ricerca dei leoni, non sarà impresa facile, hanno un territorio enorme e si spostano in continuazione, durante il giorno oziano sotto gli alberi e tra i cespugli, facendo grosse dormite, soprattutto se hanno il “pancione pieno”. La corsa dei veicoli continua senza tregua… ci fermiamo soltanto per 20 minuti su una grossa pista sterrata che domina una distesa priva d’alberi…È già buio, ma non il buio che s’intende normalmente…Non si vedono luci per chilometri, ma siamo provvisti di due potenti fari, ed i fuoristrada s’illuminano reciprocamente, siamo scesi dai veicoli, per far pipì (dietro la jeep), fumare e bere qualcosa. C’è uno spettacolo che non voglio assolutamente perdere e voglio ammirarlo a modo mio… salgo sul fuoristrada, mi stendo sull’ultimo posto, quello più in alto e resto, ipnotizzata, a guardare il cielo…I due fari sono stati spenti, ora è buio pesto. Non riesco a trovare le parole adatte per descrivere quello che vedo… Sono miliardi di punti luminosi, l’impressione è che il cielo non riesca a contenerli tutti, c’è una costellazione che giganteggia nella parte centrale, è quella bellissima dello Scorpione, ma si vede anche La Croce del Sud, sono due costellazioni visibili solo nell’emisfero meridionale. Vorrei restare l’intera notte, stesa su questo sedile, perdere lo sguardo nell’infinito, assaporando la silente atmosfera di questo posto incantato! Si riparte, i leoni ci attendono, in qualche posto remoto del parco, siamo così presi a scrutare nel folto degli alberi che a malapena ci accorgiamo che il fuoristrada rallenta per poi degradare in una piccola radura, e li… illuminati dai fari, con l’emozione che ci prende, scorgiamo due leoni, anzi un maschio ed una femmina, comodamente sdraiati, la posizione del nostro veicolo non è certo ottima, siamo di fronte alla coppia, per inquadrarli bene, devo sporgermi di lato…Sono bellissimi, non riesco ad abituarmi, anche se ne ho visti tantissimi, alla loro vista… faccio un commento, che suscita l’ilarità del gruppo: – “ora scendo e mi avvicino a loro” – e probabilmente lo farei, sono così eccitata che neppure l’eventuale pericolo d’essere assalita mi farebbe desistere, sicuramente sarebbero loro a scappare, non sprecano energie per aggredire, se non si sentono effettivamente in pericolo; quelle servono per cacciare. Poco dopo, annoiati, si alzano e lentamente spariscono nel folto degli alberi.

Non è ancora finita la magica serata, dopo non molto, altra interessantissima sosta. Sulla riva di un lago ci sono due grossi gruppi d’ippopotami e d’elefanti, ma la vista dei leoni ha scaricato tutta la tensione accumulata, e dopo una breve sosta si riparte. Le coperte, che all’inizio erano diligentemente piegate sul fondo dei sedili, ci coprono letteralmente dalla testa ai piedi…Fa un freddo intenso e la velocità del veicolo lo accentua … Sono le 20,15 … siamo distanti una decina di chilometri dal Buffalo Camp, quindi velocemente si torna a casa. C’è una succulenta cena che ci attende e sarà servita nel boma, un recinto all’aperto dove al centro c’è un fuoco enorme, i tavolini fanno cerchio intorno. Un ragazzo dolcissimo è il bravissimo cuoco di questo camp, ci coccola con i suoi manicaretti, ed è felice, quando vede che spazzoliamo voracemente tutto.

Dopo cena si resta a bere caffé e fumare comodamente spaparanzati sulle poltrone di vimini, sempre all’aperto a raccontarci le avventure della giornata, siamo in 2 veicoli, sei per parte ed i commenti da una vettura all’altra non sono facili, anche perchè è bene non parlare mai ad alta voce, soprattutto in presenza d’animali. Domattina ci attende una levataccia… sarà un fotosafari all’alba…Sveglia alle 4:30 … quindi dopo ripetuti ciao e buonanotte, ognuno va nella propria tenda.

Le tende sono ampie ed accoglienti, ma gelide da morire, invece di spogliarmi e mettere il pigiama, che in ogni caso è di leggera maglina, comincio ad indossare una tuta ed una felpa, metto il cappello di lana e m’infilo velocemente, battendo letteralmente i denti, sotto le coperte, pensando che fortunatamente non dovrò starci molto, è mezzanotte, fra poco più di quattro ore di nuovo in piedi. La mattina scopro che il letto è provvisto di uno scaldasonno…Accidenti…! venerdì 22 agosto 2003. Alba al Buffalo Camp – l’avventura continua…

Ore 4,30 – I soliti zombi si ritrovano a bere caffé e the, accompagnati da pasticcini, imprecando per il freddo patito, in ogni modo ridendo per come siamo abbigliati. Si sale sui fuoristrada ed ognuno prende una provvidenziale coperta per avvolgersi interamente, bisogna aspettare che sorga il sole e cominci a riscaldare l’aria per sbarazzarsi della coperta e di qualche indumento, siamo vestiti a “sfoglia di cipolla”: maglietta di cotone, maglione o felpa, giacca a vento e cappello di lana, qualcuno è provvisto anche di guanti. Si parte, l’auto corre abbastanza ed il vento freddo penetra dappertutto, il cielo, si colora lievemente di rosa… d’improvviso il sole fa capolino lontano sull’orizzonte…Il levare ed il calare sono subitanei qui in Africa…In pochi minuti è già in cielo con tutto il suo splendore! Dopo innumerevoli giri, finalmente arriviamo in un’ampia distesa con alberi che, per il periodo, è l’inverno africano e la presenza di numerosi elefanti, sembrano tanti scheletri che alzano le braccia al cielo.

Un branco d’elefanti è capace di eliminare in poco tempo decine d’alberi… una volta mangiate le foglie, cominciano a tirare via la corteccia e in pratica decretano la morte della pianta. Molte di queste giacciono in terra, abbattute dalla loro possente forza. Appunto in quest’ampia radura con scarsi alberi, c’è un branco d’elefanti che si sta dedicando, con diligenza, a spezzare con le proboscidi i rami più sottili per poi mangiarli, non sono nutrienti come le foglie, ma devono pur cibarsi in qualche modo.

Ci sono dei piccoli, in particolare uno è a breve distanza dalla jeep, giocherella con un ramo, lo fa roteare con la piccola proboscide, sarà un esercizio che serve ad affinare l’uso di quest’ultima. D’improvviso uno degli animali comincia ad avvicinarsi alla nostra vettura… il ranger ci dice di stare calmi, ma intanto mette un colpo in canna alla carabina che è appoggiata sempre sul cruscotto.

E’ un giovane maschio, il suo obiettivo è annusarci per capire quale strano animale è la nostra jeep, oggi sono seduta nel posto centrale ed il testone quasi mi sfiora… qualcuno è spaventato, Laura in particolar modo, il suo compagno, Marco, scherza e levatosi il berretto, accenna a volerlo poggiare sul testone dell’elefante! Filmiamo senza sosta, è raro che si avvicinino in questo modo, dopo diversi giri intorno al veicolo, sembra stufato della cosa ed accenna ad allontanarsi, lo fa distanziandosi di circa 20 metri, il ranger mette in moto, ma lui con una velocità incredibile, ritorna sui suoi passi… e ci blocca di nuovo. Questo “giochino” sembra divertirlo, in effetti, anche noi siamo più eccitati che spaventati.

Si allontana di nuovo, ma ci tiene d’occhio, scuote più volte la testa ed assume una posa buffissima, incrocia le zampe anteriori, come volesse farci capire che non ha fretta e lì può starci anche l’intera giornata. Il ranger fa un altro tentativo, ma, percorsi pochi metri, il nostro amico ci raggiunge di nuovo e ci blocca. Ho rivisto il filmato molte volte, sentito i commenti di tutti noi, le battute ed i continui sbuffi emessi dall’elefante Siamo lontani dal sentiero di un centinaio di metri, ci siamo addentrati tra gli alberi, quindi è arduo raggiungere la pista sterrata, facendo lo slalom tra le piante,tuttavia il ranger ingrana la marcia indietro e velocemente raggiunge il sentiero, ma l’elefante non desiste e con una rapidissima corsa, ci raggiunge e si pianta davanti alla jeep, sbarrandoci la strada.

Ad un centinaio di metri, sulla pista, c’è l’altro veicolo, i nostri compagni osservano tranquillamente il passaggio di un gruppetto d’elefanti con i cuccioli, non si sono resi conto, per la distanza, di ciò che ci sta accadendo.

Il “giovanotto” ci tiene continuamente sotto controllo, appena sente e vede un piccolo movimento del mezzo si avvicina sospettoso ed annusa, con la proboscide, il davanti della jeep, ora si è leggermente innervosito, infatti, accenna a spalancare le grosse orecchie, indice, questo, di voler attaccare. Le nostre possibilità non sono tante, in verità solo una … Scappare, marcia indietro, lungo il sentiero sperando di coglierlo di sorpresa ed è questa la decisione che prende il ranger.

Filiamo velocissimi, inseguiti dall’elefante, che evidentemente di sorpresa non si è fatto cogliere, c’insegue allargando le grosse orecchie e barrendo. Lo lasciamo all’inizio di una salita, quasi con tristezza, con il rammarico di aver perso un amico, abbiamo riso, stupidamente, del suo atteggiamento, ma sappiamo bene che voleva difendere il suo territorio e le femmine, dalla nostra innocente invadenza.

Si torna al lodge, ci attende un’abbondante colazione, dal dolce al salato, il nostro dolcissimo chef ha preparato persino del fegato con cipolle, che non resta certo nel vassoio di portata… ognuno se ne serve due volte, anche quelli che di mattino vanno al lavoro dopo aver bevuto solo una tazza di caffè! Si resta al Camp per ristorarsi, per esplorare i suoi dintorni ed osservare degli animali che circolano liberamente nelle zone comuni: si tratta di un dik dik, una antilope di dimensioni minuscole, adottato dal ranger che funge da chef, c’è anche un facocero, il famoso Pumba, per chi ha visto il film animato “Il Re Leone” e nei pressi di una magnifica amaca uno Kudu maschio, un’antilope, gira liberamente, è un’esemplare bellissimo, lo fotografiamo senza avvicinarci, vogliamo che si senta tranquillo e che non vada via. I nostri due ranger tengono una piccola lezione teorica sull’avvistamento delle orme, degli escrementi che si trovano sulle piste e come stabilire da quanto tempo gli animali sono transitati nella zona.

Dopo il pranzo ed un riposino post-prandiale, ops … una pennica ristoratrice… Eheh… ci si ritrova per il the che è servito con una magnifica torta al cioccolato, che lo chef insistentemente vuole farci gustare, le nostre resistenze, giustificate da un: “sarò aumentato in un modo spaventoso al ritorno da questo viaggio”, cedono presto e spazzoliamo velocemente la fetta di torta, che è semplicemente squisita! venerdì 22 agosto 2003. Siamo elettrizzati al massimo…Si parte per il safari notturno Alle 16:30 si parte per il fotosafari notturno, solito abbigliamento, stessa euforia, tutti hanno il presentimento che sarà un giro proficuo. Si corre incessantemente sulle piste sterrate, ci si allontana dal campo per raggiungere i luoghi dove ci sono stati altri avvistamenti di felini. Ad un tratto dalla radio sentiamo la voce concitata del ranger dell’altro fuoristrada, é stato avvistato un gruppo di leonesse e ci sono anche dei cuccioli. Ci portiamo sul posto, con il faro che scruta incessantemente il folto degli alberi ai lati della pista, ed è lì che ad un tratto inquadra qualcosa che fa rallentare l’auto…Si..! non ci sono dubbi…C’è una leonessa che cammina a non più di 20 metri di distanza, punto la telecamera, avvicino l’immagine e la seguo per tutto il tragitto … è tranquilla, percorre all’incirca 50 metri, poi viene fuori dal folto degli alberi fino al ciglio del sentiero ed attraversa la strada a non più di 10-15 metri dalla jeep, sta raggiungendo il gruppo, non c’è dubbio! L’emozione ci fa neppure parlare, restiamo col fiato sospeso a guardarla finchè non sparisce lungo un piccolo sentiero. Ci spostiamo di circa 20 metri, il ranger spegne il motore e comincia a far girare la luce del faro a 360°; ci sono dei leoni nei pressi, bisbiglia, dicendoci di stare in silenzio. Sono seduta sulla parte più bassa della vettura e sto guardando con attenzione tra i grossi cespugli…Ad un tratto con la coda dell’occhio vedo un’ombra passare accanto al fuoristrada, abbasso fulminea lo sguardo e l’emozione mi blocca il respiro, farfuglio: ”è qui” .. Una leonessa sta passando a 30 cm. Dal bordo della jeep… mi giro di scatto all’indietro, nessuno l’ha notata, erano tutti intenti a guardare un altro leone che emerge lentamente dal buio alle nostre spalle: è un giovane maschio, si nota un inizio di criniera e ci regala un’altra emozione, passando a pochi passi da noi… Che serata…! Ora il faro illumina solo un punto preciso, dov’è tutto il gruppo, s’intravedono anche i cuccioli e c’è sicuramente un maschio, i suoi ruggiti rompono il silenzio che regna qui intorno. E’ ora di ripartire, sono le 20,40 … abbiamo sforato pure l’ora di cena, siamo così eccitati che sopportiamo bene anche il freddo vento prodotto dal veicolo in corsa. È stato un incontro magnifico, non potevamo sperare in meglio! Rimarrà indelebile nella nostra memoria! sabato 30 agosto 2003. Purtroppo si riparte…

L’Africa è uno degli ultimi paradisi per la flora e la fauna, un viaggio nella natura, un ritorno alle nostre origini, alla terra che ci ha visto nascere. Assapori la libertà vedendola anche negli occhi degli animali che vivono negli splendidi parchi nazionali, che sono stati creati allo scopo di tutelarli, per non dover raccontare, in futuro, ai nostri nipoti, com’era fatto un elefante o quanto fosse affascinante guardare un leone che caccia.

Buon viaggio a tutti by Rosy



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