Oceano, savana e stelle: un viaggio tra le meraviglie del Sudafrica per incontrare il Re della savana

Scritto da: dpellizzon
oceano, savana e stelle: un viaggio tra le meraviglie del sudafrica per incontrare il re della savana

Due giorni prima delle vacanze, colti da un’irrefrenabile voglia di avventura, prenotiamo un volo per il Sudafrica. Il nostro obiettivo? Incontrare il re della savana faccia a faccia. Speriamo solo che lui non abbia lo stesso entusiasmo nel volerci conoscere. Prendiamo un volo KLM con scalo ad Amsterdam e destinazione finale Città del Capo. Il tempo totale del viaggio è di 15 ore, abbastanza per rivalutare l’idea di vedere il leone da vicino e chiedersi se non fosse meglio un documentario su Netflix.

Diario di viaggio in Sudafrica

Benvenuti a Città del Capo

Dall’aeroporto al centro ci si mette meno di mezz’ora. L’appartamento che avevamo affittato è ampio, luminoso, pulitissimo e ci regala una vista spettacolare sulle montagne e sulla città. Città del Capo è incastonata tra montagne splendide come Table Mountain, la Testa di Leone il Picco del Diavolo e l’oceano. L’architettura è un mix affascinante di influenze coloniali, moderne e indigene, che raccontano la storia complessa della città. Iniziamo la visita dalla Table Mountain, raggiungendo la cima con la funivia panoramica girevole. Le vedute sono spettacolari, e il vento ci ricorda che la natura qui non scherza. Seconda tappa: il Waterfront, una zona vivace con caffè, ristoranti, un grande centro commerciale e musicisti di strada che suonano gli immancabili tamburi. Tra le attrazioni culturali spicca lo Zeitz MOCAA, il più grande museo di arte contemporanea africana, ospitato in un ex silos per il grano—perché anche l’arte ha bisogno di un po’ di spazio.

Uber, Zimbabwe e una cena sudafricana

Di sera prendiamo un Uber e scopriamo un dettaglio curioso: gli autisti non sono del Sudafrica, ma quasi sempre dello Zimbabwe, ascoltano playlist afrobeats, sono simpaticissimi e in 10 minuti riescono a raccontarti metà della loro vita. Il tragitto diventa una vera esperienza culturale su quattro ruote. La città è deserta, e andiamo in un elegante ristorante per una cena a base di bistecca, boerewors (una salsiccia con molta “personalità” fatta di carni miste e spezie) e vino sudafricano. I prezzi sono decisamente inferiori rispetto all’Italia e la qualità è ottima.

Robben Island: un pezzo di storia

Il giorno successivo prendiamo il traghetto per visitare Robben Island, l’isola a circa 8 km dalla terraferma che fu prigione di massima sicurezza durante l’era dell’apartheid. Nelson Mandela, poi presidente del Sudafrica, fu incarcerato qui per 18 dei suoi 27 anni di prigionia. Un ex prigioniero ci guida attraverso la cella di Mandela, la cava dove i detenuti erano costretti a lavorare e il museo che racconta la storia dell’isola.

Langa: tra realtà e idealizzazione

Nel pomeriggio decidiamo di visitare la township Langa, accompagnati da un simpatico abitante del posto. Qui siamo lontani dall’eleganza del Waterfront, e le difficoltà dei residenti sono evidenti. Creata come area di segregazione durante il regime dell’apartheid,  ha avuto un ruolo importante nella lotta per la libertà e i diritti civili ed oggi è un luogo di forte identità culturale e creatività. La guida ci offre una versione forse troppo idealizzata: “Guardate la galleria d’arte, non ha porte: qui non ci sono furti, noi viviamo liberi. I bianchi invece si proteggono dietro alte mura e filo spinato elettrificato. I bianchi vanno dallo psicologo, qui basta uscire per trovare amici con cui sfogarsi.”

In realtà, anche i tassisti di colore evitano il quartiere per paura di essere rapinati. La township è considerata una zona ad alto rischio per la criminalità.

Bo-Kaap e il tramonto su Long Street

Decidiamo di fare una visita guidata a piedi, partendo da Greenmarket Square, un mercato ricco di vibrazioni africane, fino a Bo-Kaap, il quartiere dalle case colorate e strade lastricate. Originariamente abitato da schiavi liberati malesi, oggi conserva una forte identità islamica. Quando il sole tramonta e il quartiere prende vita, la guida ci ricorda: “Di notte, Long Street (la via principale della città) diventa Wrong Street.”

National botanical garden e Clifton beach

L’ultimo giorno a Città del Capo è dedicato alla visita del National botanical garden (che si trova ai piedi della Table mountain ed è un vero e proprio inno alla biodiversità sudafricana) e a Clifton beach località chic ed elegante,  dove il lusso incontra l’oceano e gli appartamenti sembrano usciti da una rivista di architettura.

Verso il Capo di Buona Speranza

È il momento di rendere la vacanza in Sudafrica itinerante. Il noleggiatore ci assegna una Chery, con cui ci dirigiamo verso il Capo di Buona Speranza, distante 64 km. Facciamo una breve escursione fino al faro di Cape Point, dove l’oceano incontra l’oceano e la vista è spettacolare. Ripresa l’auto, ci fermiamo a Boulders Beach, famosa per la sua colonia di pinguini africani.

Hermanus: balene e delusioni

Pernottiamo a Hermanus, capitale mondiale del whale watching. Passiamo ore con la macchina fotografica puntata verso l’oceano sperando in qualche salto spettacolare, ma le balene decidono di darci buca.

Mossel Bay: tra archeologia e polizia

A Mossel Bay, porta della Garden Route decidiamo di fermarci per alcuni giorni di relax; appena arrivati, quando siamo comodamente seduti nella terrazza della nostra stanza a goderci il tramonto, avvistiamo due balene. Il giorno successivo visitiamo il Point of Human Origins, un sito archeologico dove l’Homo sapiens viveva già 160.000 anni fa.

Una mattina, dopo colazione, due auto della polizia ci bloccano ogni via di fuga. Pensiamo ci abbiano scambiato per mafiosi, ma in realtà abbiamo parcheggiato sul lato sbagliato della strada.

Ci chiedono la cittadinanza e ci lasciano andare, bloccando il traffico (di un’unica auto) per farci ripartire in sicurezza. Fortunatamente, andandomene, riesco ad attivare le frecce al primo colpo, anziché il tergicristallo come al solito.

Franschhoek e Stellenbosch: vino e sfide

Tappa successiva Franschhoek e Stellenbosch cittadine famose per i vigneti, per i rossi robusti e i bianchi aromatici. Franschhoek è stata colonizzata alla fine del XVII secolo dagli ugonotti francesi i quali hanno portato dall’Europa le viti e la tecnologia necessaria per sfruttare un’area particolarmente vocata alla viticultura. Visitiamo le cittadine vinicole con il Wine Tram, un trenino aperto a due piani che si ferma nelle aziende vinicole. Degustiamo generosi assaggi di vino (solo per scopi culturali, ovviamente), facciamo il tour delle cantine e affrontiamo la vera sfida del giorno: salire al piano superiore del tram dopo l’ultima degustazione.

Kruger National Park: il safari perfetto

La fine della vacanza si avvicina, ma prima di tornare alla realtà decidiamo di immergerci nella natura selvaggia. Torniamo a Città del Capo, restituiamo la nostra fidata Chery e prendiamo un volo interno per Skukuza, porta d’ingresso del leggendario Kruger National Park. Il Kruger è famoso per la sua incredibile biodiversità, per le sue dimensioni mastodontiche (è grande quanto l’Olanda!) e per essere uno dei posti migliori al mondo per osservare la fauna nel suo habitat naturale.

Safari notturno: quando il leone decide di ignorarti

Non perdiamo tempo e prenotiamo un safari notturno in un veicolo scoperto con autista disarmato (l’adrenalina è più autentica quando sai che nessuno può difenderti). Verso la fine del giro, un grosso leone ci viene incontro, avanzando lentamente in mezzo alla strada. Un momento veramente emozionante. L’autista si ferma, spegne il motore e ci intima di stare zitti. Il leone ci sfila accanto, senza degnarci di più di uno sguardo. Forse siamo troppo insignificanti per lui. O forse ha già cenato.

Safari diurno: la caccia ai Big Five

Il giorno successivo in Sudafrica è interamente dedicato al safari. L’obiettivo di ogni turista? Fotografare tutti i mitici Big Five. I leoni sono facili da trovare. I bufali, in grosse mandrie, attraversano il fiume con la solennità di un corteo reale. Gli elefanti ci precedono per strada, ignorandoci completamente—come se fossimo semplici ostacoli nel loro cammino. A detta della guida, il leopardo è il più difficile da avvistare. Noi, però, lo incontriamo ben tre volte: mentre tenta di cacciare un’antilope (che però riesce a scappare), mentre porta una preda in cima a un albero e mentre sonnecchia. Per il rinoceronte, la guida ci indica un animale lontano e ci assicura che è proprio lui. Potrebbe essere un ippopotamo. Potrebbe essere un grosso sasso. Ma a tutti va bene così: alla guida, che potrà contare su una buona mancia, e a noi, che possiamo dire di aver fatto il safari perfetto.

Dopo aver passato ore a dire “Che carina quell’antilope!”, per cena ci viene presentato un arrosto di impala. E improvvisamente ci ricordiamo che, in natura, vige la legge del più affamato.

Conclusione: cosa ne pensiamo del Sudafrica

Il Sudafrica è un paese di contrasti: bellezze naturali mozzafiato, culture vibranti e un’accoglienza calorosa, ma anche disuguaglianze evidenti e qualche brivido di troppo sul fronte sicurezza. Mentre l’aereo decolla da Città del Capo, mi rendo conto che il paese è come un bicchiere di Pinotage: buonissimo, intenso, complesso e con un retrogusto che ti fa riflettere.

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