Alle Seychelles ,in paradiso

Diario viaggio Seychelles 2008: Paola e Matteo in paradiso, con tartarughe e pesci trombetta Lo ammetto, ho temporeggiato!!!! La verità è che non trovo lo spirito giusto per iniziare a scrivere il mio diario delle vacanze 2008, alle Seychelles: le isole sono talmente belle e paradisiache che ho paura di stare male a ripensare a quei momenti.....
Scritto da: londonpaola
alle seychelles ,in paradiso
Partenza il: 17/08/2008
Ritorno il: 29/08/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Diario viaggio Seychelles 2008: Paola e Matteo in paradiso, con tartarughe e pesci trombetta Lo ammetto, ho temporeggiato!!!! La verità è che non trovo lo spirito giusto per iniziare a scrivere il mio diario delle vacanze 2008, alle Seychelles: le isole sono talmente belle e paradisiache che ho paura di stare male a ripensare a quei momenti.. Ma lo dovevo immaginare: il duro ritorno alla realtà ci doveva essere!!!! Parto adesso, a circa 2 mesi dal nostro rientro: vi racconterò dei nostri meravigliosi giorni… 16 Agosto 2008 Partiamo un giorno prima quest’anno e ci fermiamo a salutare Valyetta in zona Argentario, alla spiaggia la Feniglia. Mancavo da questi posti da qualche anno, e devo dire che qui è sempre bellissimo.. Io e Matteo programmiamo mentalmente un weekend di sole e mare qui per la prossima primavera.

La mia amica Vale vede i miei documenti di viaggio per le Seychelles e tutt’oggi mi prende sempre in giro: mi sto portando dietro qualcosa come 60 pagine in word dove è concentrato tutto il mio sapere: spiagge, cose da fare e vedere, ristoranti etc diviso isola per isola..Hihihihihi!!!! ( Oltre alla guida lonely planet 2008, si intende.. Questa guida continua a dare pochissime informazioni sulle Seychelles, comunque è l’unica in commercio, perciò o questa o niente…) Salutati i nostri amici continuiamo il nostro tragitto per Roma Ostia antica, dove arriviamo intorno alle 8:30pm. Qui abbiamo prenotato un hotel per la notte, l’Ostia Antica park hotel, tramite booking.Com Devo dire che l’hotel è perfetto ed economico, abbastanza vicino all’aeroporto ( circa 10 minuti in auto).

Mangiamo 2 pizze molto velocemente in un ristorante attiguo all’hotel e andiamo a nanna.. Non prima di aver visto l’eclissi di luna.

17 Agosto 2008 Il giorno della partenza, avvai!!! Finalmente è arrivato anche per noi! Colazione in hotel e via a cercare il parcheggio prenotato.

Abbiamo deciso di lasciare l’auto ad un parcheggio vicino all’aeroporto roma fiumicino, il Park and fly, che SCONSIGLIO vivamente dopo questa brutta esperienza che sto per raccontarvi.

Ho prenotato il volo a febbraio, e poco dopo, a fine febbraio-inizio marzo, provo a fare delle simulazioni sul costo dei vari parcheggi.

M’ imbatto nel park AND fly ( da non confondere col park to fly) e il sistema di prenotazione del sito mi fa prenotare: costo totale per 14 gg di parcheggio, euro 55. Mi arriva la conferma di avvenuta prenotazione via e-mail col costo e numero dei giorni totali. Presumo che sia tutto a posto ma non sarà così.

Ci rechiamo al parcheggio appunto, e quando sto per pagare, la signorina mi dice che la cifra totale è di 72 euro.

Alla mia richiesta di spiegazioni ( scusi, ma.. Perchè è aumentato di circa 15 euro? ), viene chiamato il titolare, il quale mi dice in malo modo, e senza mezzi termini, che o pago, o posso anche andarmene; loro stamani hanno dovuto mandar via 10 auto perchè è tutto full, e non è colpa sua se io prenoto un anno prima, e le tariffe adesso sono cambiate!!!! Io ribadisco che non è un problema di costo ma quantomeno di correttezza il fatto di avvertirmi che le tariffe sono state aumentate: lui mi ripete che la situazione è questa: prendere o lasciare. (Posso sempre decidere, a 2 ore dalla partenza, ed in pieno Agosto, di provare ad andare a qualche altro parcheggio).

Loro fanno i conti ogni giorno col caro benzina ( per le navette che trasportano i passeggeri dal parking fino a fiumicino airport, ndr), non si possono mettere a mandare email a tutti sull’adeguamento tariffe.

Morale della favola: abbiamo pagato e stop, senza continuare questa scenetta orrenda e nella quale non avrei mai voluto ritrovarmi. Non potevo fare altro a 2 ore dalla partenza: ho detto solo che avrei fatto pubblicità negativa, e così sto facendo!!!!! Non andate al park AND fly.. No, no, no!!!!!! Non mi era mai accaduta una cosa del genere. Una prenotazione è come un contratto: non si possono cambiare i termini e le condizioni solo unilateralmente e senza comunicazione alcuna.

Adesso questo parcheggio, costa come gli altri: l’unico motivo per cui io ero andata qui era il prezzo modico ( per Roma) : il mio consiglio spassionato è di andare al parking go, al park to fly, o a qualsiasi altro parcheggio, ma evitate il park and fly!!!! Tutto ciò non ci rovinerà la giornata.. Il parcheggio ci offre una navetta che ci porta al nostro terminal di partenza: sbrighiamo velocemente la fase check-in e controllo sicurezza e prendiamo il primo aereo in direzione Doha, Qatar.

Voliamo con Qatar airways: compagnia ed aerei perfetti: schermo personale con intrattenimenti vari. Ci siamo trovati benissimo! Appena usciti dall’aereo a Doha, sentiamo un caldo unido opprimente: si muore qui!!! Menomale che l’aeroporto, super-nuovo, ha l’aria condizionata a go go.. Qui c’è un buon duty-free dove poter acquistare sigarette in particolare a prezzi convenienti.

Ripartiamo in tarda serata con rotta su Mahè, Seychelles: il sogno si avvicina…

18 Agosto 2008 Passiamo la notte sull’aereo ed arriviamo a destinazione alle 6:00 am del mattino.

Io sono riuscita a dormire con un aiutino, Matteo invece mi sembra stanchissimo.. E non sa cosa l’aspetta.. Timbro sul passaporto a forma di Coco de Mer ed usciamo dall’aeroporto internazionale, camminiamo fino a raggiungere il terminal dei voli nazionali della Air Seychelles ( 10 minuti a piedi: giri l’angolo e sei arrivato) respirando l’aria di Mahè.. Che bella.. C’è un sole magnifico, le montagne che si vedono risplendono di un verde lussurreggiante, siamo in vacanza in un paradiso, ci diciamo. Avevo prenotato il volo interno per raggiungere Praslin Island alcuni mesi prima, al costo di 70 euro a testa solo andata, calcolando 2 ore buone di distanza dall’arrivo del volo intercontinentale, ma siamo nettamente in anticipo; così chiedo di anticipare la nostra partenza e veniamo accontentati. La cosa divertente è la boarding card: un aggeggio plastificato giallo che riciclano per i passeggeri successivi. Matteo non è convinto del piccolo aereo ad eliche; lui voleva prendere il traghetto in effetti.. Saliamo, il pilota saluta noi e gli altri 8 passeggeri, apre i suoi finestrini, tiene aperta la porta della sua cabina e si decolla: la vista sul parco marino di St Anne è notevole, così come su Praslin e le isole limitrofe, prima di atterrare. Si notano bene anche i campi da golf del Lemuria Resort, un albergo di lusso che andremo a visitare nei giorni successivi.

Usciamo dall’aeroporto di Praslin, mi guardo intorno per cercare la fermata dell’autobus, ma un taxi ci ha visto oramai. Contrattiamo un po’, e dai 20 euro iniziali per andare sulla cote d’or si scende a 15.. Ci sta bene, partiamo.

Wow, semplicemente wow. La baia di St Anne è la prima immagine che ho veramente impressa. Arriviamo così alla Cote d’or e al nostro hotel: Il Berjaya Praslin Beach Resort, che grazie alla dritta della mia amica Sognatrice, abbiamo pagato quanto una guest house. E’ un bell’hotel: ha clientela internazionale, e forse ci sono troppi italiani in Agosto, per i nostri gusti, ma comunque ci accontenta. Tutto il mondo almeno ad Agosto è al Berjaya. Sapete da cosa si riconoscono gli ospiti? Dal telo mare a righe bianche e blu messo a disposizione gratuitamente, che ritroveremo in ogni spiaggia dell’isola.

Il personale è gentilissimo: ci accoglie con cocktail di benvenuto, ci fanno accomodare ai divanetti della reception comunicandoci che c’è da aspettare fino alle 9 per la camera, perché la stanno riassettando per noi. No problem, andiamo a fare un giro allora..

Matteo in effetti non è molto convinto della mia idea: ha bisogno di risposarsi almeno 5 minuti, ma io sono troppo eccitata per non andare in esplorazione mattutina.. E così vado on my own..

Appena fuori dal vialetto del Berjaya vengo adescata dai primi rasta; li saluto ma continuo per i fatti miei: devo vedere il mare e la cote d’or: il sogno che si realizza: spiaggia bianchissima e lunghissima e acqua cristallina.. Faccio un giretto e poi, quando sto per tornare verso il Berjaya arriva un altro amigo rastaman: Christoff per gli amici.. Qui inizia la contrattazione: mi propone un cambio a 10. E si sale, si sale fino a 17: io voglio cambiare a 17!!!! Così andiamo all’ultimo supermarket sulla strada, quello all’angolo, vicino alla banca e alla fermata dell’autobus: 1700 rupie=100 euro. Mi sento soddisfatta, a parte il fatto che mi metto a pensare che potevo anche essere rapinata: avevo tutti i contanti per la vacanza nella mia borsa.. Vabbè, chissenefrega, si vede che Christoff è una brava persona. Ritorno al Berjaya dopo 5 msg inviati da Matteo tutti nello stile: dove sei, vieni subito qui etc etc.. Lo faccio sempre confondere!!!! La camera è pronta, il povero tesoro ha portato nella nostra stanza al primo piano anche la mia valigiona.

La camera è carina, pulita, profumata con incensi vari e fiori freschi! Ci faranno sempre trovare ibiscus e frangipani sparsi qua e là, che gentili.

Ci cambiamo in fretta, prendiamo l’attrezzatura da mare, e andiamo sulla Cote d’or: matteo la deve vedere; anche lui rimane estasiato.

Ci buttiamo per qualche ora a riposarci sulla candida sabbia.. O meglio, Matteo si riposa, io faccio 10 bagni, snorkel per quel che si può fare qui, e vado pure ai supermarket per comprare qualcosa da mangiare: spendo 35 rupie-2 euro, per 2 pizzette ( che diventeranno il nostro pranzo fisso: ebbene sì, alle Seychelles sanno fare le pizzette di pane), cocacola vera e un pacchetto di biscotti.

Ritorna il nostro amico Christoff e ci mettiamo d’accordo per l’escursione St Pierre e Curieuse Island per l’indomani, al costo di 30 euro a testa, tassa di sbarco inclusa(paghiamo in euro). Dopo esserci rifocillati, alle 14, decidiamo di andare a vedere un’altra spiaggia, Anse Takamaka, in bus ( 3 rupie a testa). Arrivati in zona, non sappiamo resistere, non scendiamo e andiamo al capolinea, per Anse Lazio, una delle più belle spiagge delle Seychelles.

La camminata per arrivare è faticosetta; praticamente dovrete scalare una collinetta, per cui anche al ritorno ci sarà da sudare un po’: ma merita!!!Il pomeriggio si alza un po’ l’alta marea, per cui se volete andare per godervela al meglio, andate di mattina. Noi siamo un po’ disorganizzati per queste cose, per cui non ci siamo portati acqua, così la compriamo al ristorante Bon Bon Plume, al modico prezzo di 2 euro per 1 litro: ed accettano solo euro! Consiglio: portatevi sempre l’acqua in giro. Inoltre, per non bruciarvi la pelle, vi consiglio una crema ad alta protezione: io avevo portato una 30, poiché ho la carnagione abbastanza chiara.

Ricordatevi che l’ultimo bus della giornata parte alle 17:30, per cui almeno alle 17 dovrete partire dalla spiaggia, considerando la camminata, e che è sempre consigliabile essere lì qualche minuto prima. Facciamo la conoscenza di alcuni signori del Berjaya; li riconosciamo dall’asciugamano. Ci dicono che hanno speso 3000 euro per una settimana al Berjaya, e non ne sono contenti perché non è un posto di alto livello.. Invece a noi non esalta il fastto che non sia intimo come le guest houses, pensate un po’!!!! Stamani hanno visto una sea turtle.. Noooooooooo!! Anche io… Dovrò invece aspettare La Digue perché il mio sogno si avveri, ma ci riuscirò! Scendiamo dal bus in fondo alla Cote d’or e vediamo qualche pescatore che ha messo in bella mostra i pesci che ha pescato, con la gente che compra qui e là: ganzo, peccato non avere i fornelli!!! Per la sera, scegliamo la Gelateria Da Luca. Spendiamo 23,40 Euro per un octopus curry molto speziato e una buonissima insalata di pesce affumicato e un gelato. Accetta solo euro. Il proprietario sta nel suo, e noi facciamo uguale. Sulla strada c’è qualche lampione acceso, ma vi consiglio lo stesso una torcia per vedere meglio.

19/08/2008 Ci svegliamo intorno alle 8:00 am, andiamo a fare colazione al ristorante del Berjaya ( colazione inclusa nel prezzo della camera): ci soddisfa! Colazione continentale e english breakfast, con uova cucinate al momento.

Corro a comprare il nostro pranzo, pizzette e acqua ad uno dei minimarket sulla strada, spendendo 40 rupie ( ci troviamo bene al primo, quello più vicino all’hotel per intenderci).

State attenti nei minimarket, controllate le date di scadenza dei prodotti confezionati che acquistate. Ci è capitato di comprare delle patatine scadute e pure l’acqua.. Con data scadenza Giugno 2008; una volta, ve lo racconto per ridere, era scritto sull’etichetta “scadenza Giugno 2008”, e c’era una riga nera sopra, fatta a pennarello e poi un’aggiunta a mano che diceva “scadenza Dicembre 08”.

Che matti!!! Il problema vero è che l’acqua scaduta non era buona, con gusto di ammoniaca. Ciò l’abbiamo riscontrato in ogni supermarket, quindi non ce n’è uno da consigliare o no. Altra cosa che vi consiglio è di andare presto a comprare prodotti freschi come le pizzette, il pane, i dolci etc, altrimenti finisce tutto; inoltre può capitare che se arrivate tardi, non ci sia più acqua fresca dentro al frigo: loro, quando viene comprata, la reinseriscono subito per farla ghiacciare, ma non hanno propriamente frigo ultimo modello, perciò ci vuole il suo tempo! Ci troviamo con Christoff alle 8:45, ma ci dà buca: porterà una coppia di ragazzi a La Digue, e chiedendoci scusa, ci dice che oggi sarà un suo amico ad accompagnarci! Per noi no problem, coi soldi vi regolerete voi.

A St Pierre facciamo buono snorkeling: ci sono molti pesci. Occhio alla corrente, ci sono dei punti in cui è davvero forte, e rischiate di farvi trascinare a largo;esperienza personale, con conseguente presa in giro da parte del mio ragazzo, che sostiene che mi è venuto a salvare, ma non è così..Basta saperne uscire, ma specie chi non nuota bene,attenzione. Non so se dipende dal periodo in cui siamo andati, ma il giro dell’isoletta era praticamente impossibile. Sull’altra costa ( quella opposta a dove si arriva con le barche) c’era mare troppo mosso. Il cielo sembra un po’ coperto, ma il sole si prende lo stesso. Dopo un’oretta e mezzo il nostro amico ritorna a prenderci e ci porta a Curieuse, parco naturale con una colonia di tartarughe giganti tutelata e seguita da adetti. Qui ci dovrebbe essere una tassa di entrata al parco, che è inclusa nella nostra tariffa pagata, ma io non ho visto nessuna consegna di soldi ai rangers dell’isola.. O i rasta hanno una convenzione, e viene fatto loro un prezzo forfait, o questi soldi vengono pagati tutti insieme e non per ogni persona che scende sull’isola,oppure in Agosto questa tassa non si paga. Comunque sia il nostro amico ci porta a fare il minitour facendoci vedere le ultime tartarughine nate, di appena 1 mese, e anche quelle sui 2-3 anni.. Che belline. Si fanno accarezzare e ti cercano come se fossero animali domestici, tipo canini. Mi sa che ormai sono stra-abituate all’uomo, con tutti i turisti che ogni giorno approdano sull’isola per vederle.

Questa è stata una delle più belle esperienze che ho fatto alle Seychelles: un’emozione unica. Vi consiglio di fare l’escursione, e veniteci coi rastamen!Ho sbirciato i prezzi del tour operator che è presente al Berjaya e aiutooo.. La spiaggia davanti al centro per le tartarughe, Baie Laraie, è stata chiusa al pubblico, per cui se volete farvi un giro, potete andare solo via mare, con la bassa marea, come abbiamo fatto noi.

Le tartarughe sono state portate qui dall’isola di Aldabra ( un altro sogno, per ora irrealizzabile), e hanno trovato il giusto habitat per vivere. Si trovano solo alle Seychelles e alle isole Galàpagos.

Mangiamo il nostro lauto pranzo ( non c’è nessuna struttura ricettiva sull’isola, per cui o vi portate qualcosa da mangiare, o pranzate nella parte adibita con tavoli, sedie e barbecue e gestita dai rasta, che offrono un pranzetto di pesce a 10-15 euro a testa se non erro).Dopo aver salutato tutte le tartarughe presenti ( sono circa 120..Hihih) possiamo incamminarci per la Spiaggia di St Josè, la più bella dell’isola. Si cammina in mezzo alle mangrovie, ai granchi con una chela, e a distese di gusci di gusci di lumache delle mangrovie.. Troviamo pure una tartaruga gigante in mezzo al percorso. Una volta arrivati alla spiaggia facciamo presente il fatto ai rastamen, ma non sembrano farci molto caso.. Sarà una cosa normale??? Sarà lotta alla sopravvivenza, per cui chi si perde è perduta, oppure prima o poi ritornerà verso il gruppo-tartarughe, ed è andata solo in avanscoperta dell’isola? Speriamo non le sia accaduto nulla.

Arrivati alla spiaggia, Matteo si mette in relax, ed io vado a visitare le rovine dell’antico lebbrosario e la vecchia casa del dottore, divenuta museo di storia naturale, più che altro creato dai bambini delle scuole e per i bambini. Mi sa che non è molto visitato, anche il guardiano dormiva sulla panchina fuori, mentre io mi guardavo la casa. L’isola di Curieuse, infatti, era un luogo di isolmento per lebbrosi, specie della vicina isola di Mauritius; vigeva una forma di reciprocità per cui le Seychelles mandavano a Mauritius i loro malati di mente, e Mauritius i lebbrosi: uno scambio equo. Se uno si mette a pensare, prova una sorta di inquietudine: un’isola paradisiaca, ma isolata, ritenuta luogo sicuro per evitare il contagio e le infezioni. La vecchia casa del medico faceva anche da infermeria, e questa situazione è durata fino al 1965.

Abbiamo concordato col nostro barcaiolo che ci venisse a prendere alle 5pm: pensiamo che è un’ora giusta, così vediamo che man mano che ci si avvicina alle 4, tutti i turisti sulla spiaggia se ne vanno.. E ci lasciano soli soletti! Wow, una spiaggia tutta per noi. Lo snorkeling qui non è così buono, ma ci accontentiamo.

In più ho un’altra emozione, una delle più grandi: mi giro e vedo un delfino fare un salto in aria e rituffarsi in acqua.. Che emozione! Forse si è sentito libero, senza più persone in giro a parte noi.

Mi vengo o in mente pensieracci, del tipo che se viene buio e si sono scordati di noi, non portendo fare a ritroso il percorso nelle mangrovie se viene buio, potremmo sempre dormire nella casa del dottore..Hihihih..

Vediamo una barca in lontananza alla fine, ma non è il nostro amico: ci ha subaffittati ad un altro suo amico!!! Comunque ci riporta sulla Còte D’or! Ultima sosta al minimarket per l’aperitivo e via in camera a cambiarci! Stasera proviamo il Ristorante La Goulue, dove si sono fatti furbi e non accettano più rupie: ho detto loro tutto il possibile per poter pagare con la moneta locale, ma non c’è stata storia! Spendiamo 32 euro in 2 per patatine fritte, acqua, birra ( esclusivamente locale, perché buona, la Sey-brew), tuna steak ( bistecca di tonno alla griglia, buonissima) e pesce alla griglia ( che in realtà erano 2). Porzioni abbondantissime.

Con la nostra pila torniamo in hotel: c’è un po’ di musica e ci mettiamo davanti alla piscina a fare due chiacchiere.

20/08/2008 Oggi è il giorno di Anse Georgette, la spiaggia inglobata dal resort Lemuria.

Mesi prima ho mandato una richiesta scritta per e-mail all’hotel per avere il mio pass: fatelo anche voi, perché ogni giorno è previsto un numero limitato di turisti.

Alle Sey le spiagge non sono private, ma libere. Il vero problema è che se si comprano i punti di accesso alle spiagge, e si inglobano in un megaresort, il gioco è fatto. Se non riuscite ad entrare via terra, chiedete ai rastamen di fare un’escursione via mare con la barca. Si può arrivare tranquillamente.

Compriamo il nostro pranzo al minimarket ( 20 rupie) e prendiamo il bus che ci porta all’entrata del Lemuria Resort. Andare col bus, oltre a metterti in contatto coi locali, che vanno a lavorare in bus o a scuola, un po’ come succede anche qui in Italia, ti permette di vedere alcune zone che non toccheresti. Ci sono 2 bus, uno che taglia dalla Vallee de Mai e l’altro che fa la strada più lunga, portandoti nella zona a sud, toccando Anse Marie Louise e Anse Consolation: noi prendiamo quest’ultimo, perché è stato il primo che è passato, ma anche se ci abbiamo messo 20minuti in più, è stato interessante vedere l’altra parte dell’isola, le coste che nel periodo di Agosto non sono indicate per nulla( la còte d’or invece è okay). Notiamo divertiti che alle Seychelles ci sono solo strade in salita, e non ci sono le curve a tornante, come si potrebbe pensare, ma la collina o il monte vengono scavalcati letteralmente, con conseguente sforzo estremo di auto e dei poveri bus, che sembrano cedere da un momento all’altro, ma alla fine riescono nell’ardua impresa.

Scendiamo al Lemuria e al cancello mostro l’e-mail di conferma pass al guardiano. Lui fa qualche telefonata, ma alla fine passiamo.

Per arrivare ad anse georgette sbagliamo anche strada per un’indicazione sbagliata, ritrovandoci pire davanti alla reception del resort.

Costeggiamo i campi da golf, e prima di questi i giardini; il tutto curato nei minimi particolari.

Salite, discese, e alla fine vedo un tizio con una di quelle macchine elettriche da golf, e gli chiediamo di salire: ci accontenta e ci scende davanti al sentiero per la spiaggia.

Questa Anse Georgette è nella top-five delle spiagge più belle di tutte le Seychelles: massi di granito, spiaggia bianchissima e acqua color celeste-verde. Che bella.. In più non c’è quasi nessuno. Questo lo riscontreremo ovunque alle Seychelles: leggendo diari di viaggiatori che prima di me sono stati lì e che dicevano la stessa cosa , pensavo che io non avrei avuto questo problema in Agosto, col pienone, ma non è così. La gente c’era, tutti gli hotels erano pieni, ma sulle spiagge abbiamo sempre trovato poche persone; ad anse georgette massimo 10. Secondo me c’è una spiegazione: la gente sta in piscina invece di andare al mare: questo l’abbiamo verificato anche tra gli ospiti del Berjaya: qualcuno diceva che non andava sulla Còte d’or perché c’era qualche alga sulla battigia, visto che “ non puliscono le spiagge”.. Lascio a voi giudicare questi discorsi, io mi limito a riportarli sperando che sempre meno gente in questo modo viaggi! Comunque, qui facciamo foto, foto e ancora foto. Vedo cadere la mia povera macchinetta sulla sabbia, proprio mentre l’avevamo data ad un gentile signore per fare una foto di coppia. Argh! Niente danno, menomale. Qui di pesci non ce ne sono moltissimi: per fare snorkeling dovete andare all’estremità sinistra più che altro. Alcuni pesci venivano tra i nostri piedi, senza paura e ci toccavano pure.. Mah! Intorno alle 14.30 ci incamminiamo per riprendere il bus. Un ragazzo, immagino lavorasse al Lemuria, ci ferma e si offre di darci un passaggio fino alla fermata.

Arriviamo lì ed il bus se ne sta andando.. Lui non demorde, fa una sgommata pazzesca, accelera, supera il bus, gli si fionda davanti per farlo fermare e farci salire.. Non ho parole.. Com’è gentile la gente!!!! Mi offro di dar lui la mancia, perché se la merita, ma nulla. Lo salutiamo divertiti. Saliamo e tutti ci guardano strano.. E ci credo, dopo questo inseguimento al bus tata.

Prossima fermata la Vallèe de Mài. Entrata 15 euro a testa. Li vale o no??? Bella domanda. Diciamo che servono per tutelare questo parco, dove cresce il famoso Coco de Mer. La vallèe de Mai è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco, ed io vi consiglio di andare. E’ bello camminare nella natura coi percorsi guidati, vedere i cocchi de mer, vedere il maschio e la femmina della palma.. È una cosa interessante. Vero è che si trovano sparse per tutte le Seychelles, ma qui ce ne sono tantissime, la vallèe ha la più alta concentrazione di palme di coco de mer di tutte le Seychelles.

Insomma, andateci anche se è cara l’entrata.

Usciamo senza comprare il mitico coco de mer, anche perché è troppo pesante oltre che troppo costoso ( il prezzo deriva dal fatto che impiega 7 anni per maturare); una coppia di tedeschi sta salendo in auto, e noi siamo sempre ad aspettare il bus che fino alle 6 pm non passa.

Vedono i nostri teli mare del Berjaya, si fermano e ci dicono che anche loro alloggiamo in quell’hotel: ci danno un passaggio!!! Oggi è giornata positiva per i passaggi. Anche loro si chiedono dove sia tutta la gente: alla Vallèe de Mai eravamo sì e no 6 persone.

Al minimarket prendiamo delle patatine che si riveleranno scadutissime: e si sente.. Bleah! Per la sera decidiamo di andare al casinò di Praslin, alla Baie St Anne: lo facciamo chiamare dal nostro hotel e mandano una navetta a prenderci(la mancia è gradita). Al Berjaya mi fanno pagare pure la chiamata: mettimela sul conto camera, no? Andiamo al ristorante del casinò a mangiare: Tante Mimì: posto stupendo e cena perfetta. Il posto sembra un’antica casa coloniale; mi stavo già facendo i filmini sul fatto che fosse di un nobile inglese, ma la concierge mi dice che è nato e costruito come casinò sullo stile coloniale.

Octopus curry al latte di cocco per me, e per Matte tuna kekab ( spiedini di tonno buonissimi). Un po’ costoso il coffee( 5 euro) e l’acqua ( altre 5 euro). Accettano solo euro. Conto 45 euro circa in due.

Visto che c’è il casinò, giochiamo qualcosa, tanto per dire di aver giocato. C’erano slot machines da 1, 2 5 rupie. Dopo una mezz’ora ci facciamo riportare in hotel. Buonanotte..

21/08/2008 Stamani è prevista la zona di Anse Lazio. Volevo prendere il bus delle 8.45 ma c’è un imprevisto.

Mi sveglio con un mal di mancia pazzesco.. Che mi abbia fatto male l’octopus curry di ieri sera? Prendo qualche antidolorifico e mi inizio a preoccupare che sia appendicite.. Il dolore dovrebbe essere simile..

Matteo va a sentire se c’è un medico alla reception, ma gli rispondono che è meglio andare all’ospedale di St Anne, il posto più vicino. Ritenta e prova a chiedere in giro a qualche italiano. Il primo a cui chiede è proprio medico: un signore milanese che mi viene a visitare.. Mi dice che non dovrebbe essere nulla. Lo ringrazio infinitamente, stava partendo per La Digue ma è venuto in mio soccorso. Spero di incontrarlo di nuovo per offrirgli almeno qualcosa per la sua gentilezza.

Fortunatamente mi passa tutto nel giro di un’ora, e così mi preparo per andare ad Anse Lazio, anche se in ritardo di 2 ore.

Arriviamo alla fermata, scaliamo il monte ed eccoci in spiaggia. Cerchiamo un posticino sotto una palma e iniziamo coi bagni e lo snorkeling.. Giro anse Lazio specie ai 2 lati..A destra e sinistra, vedo molti pesci ma non la sea turtle.. Che peccato! Vi consiglio di fare una passeggiata, quando c’è ancora la bassa marea, nella parte a sinistra, dove ci sono pezzi di spiaggia più isolati.

Un gruppo di italiani che erano con noi sul bus ( circa una quindicina) sta giocando al gioco del fazzoletto sulla battigia.. Non ci facciamo riconoscere anche qui. Nelle spiagge italiane c’è chi gioca a pallone, a pallavolo,a racchettoni in mezzo alla gente, a bocce.. Ma qui un po’ di ritegno, siamo in un paese straniero! Comunque ci si deve accontentare di questa meraviglia di spiaggia.. Domani ce ne andiamo, ma finiamo in bellezza: una piccola razza, gli amici di Nemo, pesci trombetta e barracuda.

Stasera meglio mangiare sobriamente,senza curry, così andiamo di nuovo Da Luca e prendiamo 2 pizze margherita passabili e la buonissima insalata di pesce fresco affumicato. Conto euro 20 circa.

22/08/2008 Oggi ci trasferiamo a La Digue! Salutiamo l’hotel e ci facciamo chiamare un taxi ( costo 10 euro) per andare fino al Jetty di St Anne. Mezz’ora di traghetto, l’inter Island ferry (http://www.Seychelles.Net/iif -costo 20 euro a testa a/r) e siamo al porto di La Passe. Il traghetto potete prenotarlo da casa mandando una semplice email.

La Digue ci piace subito: carina, raccolta, un posto che sembra rimasto a 30 anni fa, anche se si iniziano a vedere sempre più auto e taxi che girano. Comunque la maggior parte della gente va in bicicletta! L’alloggio da noi scelto è Chez Marston ( email mars@seychelles.Sc) proprio in centro a La Passe. Per questo devo ringraziare il mio amico Alessandro, che mi ha dato le dritte sul dove alloggiare e cosa fare.. Grazie mitico guru dei miei viaggi! Marston è un signore di origini francesi, simpatico, che è venuto alle Seychelles ed ha aperto uno dei ristoranti più grandi di La Digue, e ha pure una guest house. Avevamo prenotato una delle camere dietro il ristorante, ma ci offre allo stesso prezzo uno degli chalets, leggermente più appartati, che ha in fondo al suo giardino ( sempre 1 minuto a piedi dall’entrata). La guest house si sta allargando, stanno costruendo altri alloggi. La casetta è carina e molto grande, composta da patio, soggiorno e cucina, camera bagno e un soppalco al piano di sopra dove c’è un’altra camera. Anche se siete un gruppo numeroso provate a chiedere se ha posto. ( costo camera 80 euro). Lo ringraziamo, prendiamo maschera e pinne e andiamo subito alla meravigliosa spiaggia di La Digue, Anse Source d’Argent. Cerchiamo un noleggio biciclette, ma quelli vicini a Marston sono momentaneamente chiusi, così intanto c’incamminiamo in direzione della spiaggia. Vediamo la chiesa, sempre addobbata, la scuola, il supermercato Gregoire’s, dove compriamo il pranzo ( molto fornito), vari negozi di artisti locali, e alla fine arriviamo al bike rental davanti in zona La Digue Island lodge. Adesso accade una cosa strana: ci saluta, ma quando gli diciamo che siamo alloggiati da Chez Marston ( lo chiedono come garanzia immagino), ci dice che è troppo lontano da lì, che lui è appositamente per gli ospiti del La Digue Island lodge e non ci vuol dare le biciclette. Mi arrabbio un po’, non capisco come sia possibile, ma alla fine, se non ce le vuol dare, facciamo senza. Ritornare indietro a prendere le biciclette ci avrebbe fatto perdere troppo tempo, così arriviamo alla Union Estate facendo una bella passeggiata. Ci facciamo un giro vedendo il vecchio cimitero, le piante della vaniglia, di nuovo le tartarughe giganti ma stavolta in un recinto, i cavalli, ed il Granit Boulder, un monolite immenso dichiarato monumento nazionale. Adesso l’union estate è un’attrazione turistica anch’esso ( ingresso 4 euro a testa), ma in passato, quando l’attività principale di La Digue era la coltivazione della palma da cocco, questo era un luogo fondamentale. Anche oggi si può vedere come si estrae l’olio di copra (la polpa di noce di cocco essiccata).

Eccoci alla fine ad Anse Source d’Argent, sognata per mesi, vista ovunque, in cartolina, nelle pubblicità e nelle foto. E’ bellissima, con questi massi di granito direttamente sul mare, scenograficamente forse la migliore, ma a livello di balneazione non ci ha offerto moltissimo. Bassa marea fino al pomeriggio e mare abbastanza mosso oltre la barriera corallina, che qui è sempre presente. E’ piena di turisti, troviamo anche qualcuno conosciuto a Praslin. Non è grandissima, ed era tutta piena di bagnanti, ma se cercherete bene, un posticino per voi lo troverete di sicuro.

Ci fermiamo qui fin quasi al tramonto, e dopo ce ne andiamo, sempre a piedi, a comprare qualche snack in uno dei piccoli negozietti a lato della strada principale. Se avete il frigo in camera, ricordatevi di acquistare l’acqua il giorno prima, così la mattina sarà bella fresca.

La sera ce ne andiamo a mangiare da Tarosa Restaurant, l’unico locale più movimentato dell’isola e ritrovo per i Seychellesi. E’ venerdì e c’è musica dal vivo, una band locale. Mangiamo molto bene con inslata di smoked fish che ormai è un nostro must e pesci alla griglia, acqua, birra e caffè decente. Si paga in rupie, e ne spendiamo 400 ( 23 euro al nostro cambio a 17).

Dopo una seratina in musica, dove qualcuno accennava pure a ballare, andiamo a lettuccio.

Ritorniamo alla casetta e ci mettiamo a leggere in veranda, anche se Matte fa qualche tentativo di aprire un cocco trovato dentro la Union Estate e gentilmente offertoci da un seychellese. Per adesso non ci riesce molto e si rimette in frigo, ci penseremo domani.

Mi sono dimenticata di dirvi che abbiamo telefonato a casa con una tessera telefonica comprata nei supermarket, da 105 rupie. Considerate che per 13 giorni ne abbiamo usata una a testa, per telefonate di qualche minuto ciascuna. Le cabine telefoniche si trovano ovunque e sono nuove; qui sembrano avere molto rispetto per il patrimonio comune.

23/08/2008 La colazione è inclusa da Marston: crèpes e marmellata fatta in casa, pane, caffè e latte a volontà, macedonia di frutta e frullato di frutta locale.. Che si può chiedere di più? Voglio fare una foto al mare, così entro praticamente in casa del dirimpettaio di Marston, chiedendo se posso fare alcuni scatti: lui, un vecchietto molto gentile, mi dice che posso andare a trovarlo tutte le volte che voglio e si mette a parlare dei suoi figli, e di quanto a lui piaccia l’Italia.

Andiamo a noleggiare le biciclette da Lionel’s nel centro di La Passe, pagando in rupie ( circa 4 euro a testa al giorno, facendo il cambio). Se noleggiate per più giorni, vi verrà fatto un prezzo forfettario, quindi trattate. Appena prese le bici, inizia a schizzettare.. Ma questa è sfiga. In 5 minuti passa tutto e ritorna il sole, menomale! Oggi esploriamo la costa sud-orientale, arrivando a Grand Anse. La spiaggia è bella, ma c’è un forte vento in questo periodo e non è balneabile purtroppo. E’ pericolo setta, quindi fate attenzione.

Potete sempre prendere il sole, oppure, se non riuscite a stare fermi, potete proseguire per Petit Anse. Per raggiungerla è necessario seguire un piccolo sentiero parallelo alla spiaggia che rimane sulla sinistra e fare una piccola scalata sulle rocce, ma vedrete panorami stupendi dall’alto. Petit Anse è simile a Grand Anse, stesse onde e stesso vento, ma è più piccola e c’è ancora meno gente: solo noi e altri 2 turisti. Anche qui è vietato fare il bagno. Prima di entrare sulla spiaggia di Petit Anse, se girate sulla sinistra e prendete l’altro sentiero, arriverete ad Anse Cocò.

Si tratta semplicemente di superare i bassi promontori che separano le tre spiagge. Per arrivare a Petit Anse s’impiega circa un quarto d’ora. Non sono indicate le ciabatte o le infradito.

Seguiamo il sentiero alle spalle di Petit Anse e in corrispondenza della fine della spiaggia c’è un bivio: prendiamo il sentiero sulla sinistra ed attraversiamo un ponticello: si prosegue scalando poi una collinetta. Scendiamo ed ecco la spiaggia più bella tra le tre; anche ad Anse Cocò non si potrebbe fare il bagno. Qui siamo veramente soli soletti!!! Andiamo all’estrema sinistra della spiaggia, dove troviamo facilmente la piscinetta naturale riparata dalle onde e circondata dagli scogli: per entrare in acqua sono necessarie le scarpette, così come nella maggior parte delle spiagge di La Digue. Stiamo qui qualche ora nello sguazzo più totale, anche se l’acqua non è pulitissima, in quanto più ferma. E’ quasi ora di pranzo, così in 20 minuti ritorniamo indietro fino a Grand Anse: vediamo i mitici teli del Berjaya: oggi sono in escursione qua, e mangeranno allo stesso nostro ristorante. Prima di fare la camminata, abbiamo prenotato 2 posti al ristorante sulla spiaggia, il Lautier Coco. Buffet all you can eat con tonno ed altri pesci alla griglia, insalate varie, purè di lenticchie, riso basmati e verdura e frutta a volontà. Mangiamo molto bene spendendo 375 rupie ( si paga anche in rupie), ed aggiungendo 5 euro, poiché ho finito tutta la moneta locale! 27 euro in totale in due, comprese bevande.

Ci mettiamo a parlare col cameriere, che ci chiede se abbiamo visto il baby shark che fino a ieri si aggirava nella lagunetta ad Anse Cocò.. Oh, no!!! Che peccato! A saperlo prima l’avrei cercato! Riprendiamo le biciclette e ci facciamo un giro ad Anse Reunion, al supermercato Gregoire’s, a La Passe per cambiare gli euro in rupie ( sempre a 17) e torniamo alla guesthouse. Lasciamo velocemente l’attrezzatura mare, dobbiamo stare leggeri. Prossima tappa Belle Vue per vedere il tramonto. Vediamo anche l’uccello endemico delle Seychelles, il Veuve Noire, oltre che innumerevoli pipistrelli della frutta.

La scalata per arrivare a Belle Vue è ardua, specie se come noi, vi portate le biciclette dietro e provate anche a fare dei pezzi in sella. Comunque saliamo sù, e la vista è stupenda, su Praslin, Cocò, Felicitè e Grand Soeur. Siamo un po’ controsole, per cui le foto non renderanno giustizia.

Ci rinfreschiamo al piccolo barrettino che troviamo in cima alla mega salita, e ci godiamo il momento. Si potrebbe anche fare 20 minuti di ulteriore camminata per arrivare al punto di osservazione più alto dell’isola, il nido delle aquile, ma ci è bastata questa faticaccia.

Scendiamo con le bici: viaaaaaaaaaaaaa!!!! Incontriamo una coppia molto simpatica, lui romano e lei livornese, che ritroveremo i giorni successivi.

Oggi abbiamo mangiato troppo, così per la cena ce ne andiamo al Take away Villa Autentique, nel centro di La Passe, di fronte al porto. Prendiamo 2 porzioni, una di pesce non meglio identificato, e l’altra di qualcosa che doveva essere pollo ma aveva troppi ossicini: comunque passabile ( costo 6 euro in due, e si può pagare in rupie). Vi consiglio di andarci sul presto, non come noi, perché le cose più buone finiscono subito.

Facciamo un giro al porto di La Passe, dove ci sono pescatori improvvisati che stanno pescando un sacco di pesci: qui basta buttare la lenza. Un detto dice che alle Seychelles ci sia il mare più pescoso del mondo. Basta guardare in acqua: ci sono moltissimi pesci e pure qualche seppia! Andiamo al Tarosa, stasera si balla davvero! Ritornati in camera, matte riesce finalmente ad aprire il benedetto cocco!!!! Che bravo… 24/08/2008 Stamani, parlando con Marston, gli diciamo che vorremmo andare a Grand Soeur, Coco, e Felicitè Island domani mattina, ma al porto non abbiamo trovato ancora chi ci porterà, e lui si offre di cercarci chi organizza le escursioni. Mentre facciamo colazione prima fa una telefonate e dopo corre a chiamare un suo amico, che ha il motoscafo dietro Tati’s biciclette: si chiama Jonathan, e di lui ci aveva già parlato bene una coppia di Mallorca con cui avevamo fatto amicizia a Praslin. Jonathan ci dice che effettua l’escursione di mezza giornata a Grand Soeur, Coco e Felicitè con barbecue sulla spiaggia, ma con una peculiarità: non si scende a Grand Soeur, ma ci porta in barca oltre alla barriera a fare snorkeling. Io avevo letto da casa che l’escursione più bella era quella con barbecue a Grand Soeur e con relativa discesa sull’isola, ma adesso che ci penso, la barriera corallina si vede lo stesso, e nell’altra spiaggia dell’isola di Grand Soeur in Agosto o almeno nel nostro periodo il mare è troppo mosso per fare il bagno.. Per cui non ha senso spendere 40 euro in più solo per atterrare sull’isola. L’escursione con Jonathan costa 40 euro a testa, compreso il pranzo.. Okay, perfetto, a domani.

Oggi è domenica, i negozietti sono comunque aperti fino alle 5 del pomeriggio; così ci fermiamo nel centro di La Passe ad acquistare 2 teli mare-parei molto belli a nostro avviso( 7 euro ciascuno), che ci ricorderanno questa meravigliosa vacanza una volta tornati a casa.

Dopo si parte per visitare la costa nord-orientale, la parte di La Digue che ancora non abbiamo perlustrato. Sali, scendi, Sali, scendi, arriviamo al vecchio cimitero e ad Anse Sevère, una spiaggia molto bella e adatta per lo snorkeling, dove ci fermeremo al ritorno.

Qui 2 simpatici canini decidono di seguirci, e ci rincorrono e giocano con noi mentre andiamo in bicicletta a vedere le spiagge di questa costa.

Arriviamo al Patatran Village, un hotel carino, con una visuale a picco sul mare, e che sotto ha una micro-spiaggetta, Anse Patates, dove sembra si possa fare buono snorkeling: il problema è che oggi il mare è agitatissimo e di mattina c’è l’alta marea: si deve tornare di pomeriggio per poter fare il bagno qui, ora non è possibile.. Solo i nostri amici dogs riescono nell’impresa di bagnarsi completamente..

In bici arriviamo ad Anse Gaulettes, una bella spiaggia non balneabile purtroppo in questo periodo, per le forti correnti ed il mare troppo mosso.. Come la maggior parte delle spiagge su questo versante: comunque tutte belle da vedere. Le spiagge sono tutte semi-deserte, se non per qualche Seychellese che sta arrivando in bicicletta, oggi è festa anche per loro, e vuol passare qualche ora al mare.

Arriviamo ad Anse Grosse Roche, Anse Banane ed Anse Fourmis, fermandoci di volta in volta. Prendiamo un po’ di sole, ma proprio non possiamo buttarci per un tuffo! La strada su questo versante è asfaltata, e a tratti , vicino alle spiagge, troverete la sabbia, per cui dovrete scendere dalla bici o procedere cautamente. Ad Anse Banane invece finisce, e si procede solo su strada sconnessa.

Pranziamo con qualcosa comprato a La Passe in uno dei piccoli supermarket che ci sono ( i prezzi sono anche più bassi di Gregoire’s) e decidiamo di tornare indietro ad Anse Sevère, unica spiaggia balneabile: stiamo tutto il pomeriggio qui, passandolo a fare bagno con pinne e maschera; Qui c’è barriera corallina, per cui vedrete molti, molti pesci!Avvistato un pesce Napoleone, wow!!!Ma niente squaletto  Nel tardo pomeriggio qui c’era bassa marea, per cui prima di arrivare alla barriera, 600 m all’indietro con le pinne o nuotando a filo d’aqua .

Ho notato una cosa delle Seychelles: le spiagge sono abbastanza deserte; per chi non sa nuotare così bene, consiglio di fare molta attenzione ad uscire oltre la barriera e poi rientrare, specie se il mare è mosso. La corrente c’è, e fate il bagno a vostro rischio e pericolo, perché le spiagge non sono attrezzate ed in sicurezza. Non sto facendo inutili allarmismi, ma cerco di dire come stanno le cose, visto che sulle guide non c’è scritto nulla di tutto ciò: quando esci al di là della barriera corallina, devi aspettare l’onda giusta per poter superare le rocce e gli eventuali coralli senza farsi male( e con la bassa marea è più difficile); e così per rientrare si deve aspettare di nuovo un’onda abbastanza potente perché ti riporti indietro.. Come in qualsiasi posto del mondo..

Stiamo qui fino al tramonto, torniamo alla casetta, doccia veloce e via in biciletta: stasera di prova da Zerof restaurant, che dista circa 10 minuti in bicicletta dal centro di La Passe ( portatevi una pila). Arriviamo intorno alle 8:10 pm, e volevamo il menù fisso, che è detta di tutti era ottimo ed economico, ma c’è un inconveniente: la ragazza ci spiega che poiché hanno divers I ospiti alla gusthouse omonima ( zerof è sia guesthouse che ristorante) fanno il menù a buffet purtroppo, ed è pure finito quasi tutto perché è tardi..

Giriamo i tacchi e cambiamo programma: tornando verso La Passe vediamo la Pizzeria Gregoire’s, accanto al supermarket e decidiamo di fermarci lì: insalata di smoked fish e 2 pizze, 1 con sopra smoked fish, acqua e birra, 275 rupie, pochissimo. La cameriera mi dice pure che sto ordinando la pizza uguale all’antipasto.. Lo so, che ci posso fare se questo pesce affumicato è buonissimissimo? Sazi torniamo a casetta, pronti per domani.

25/08/2008 Oggi è l’ultimo giorno a La Digue e vogliamo chiudere in bellezza con l’escursione a Coco, felicitè e Grand Soeur: alle 9 siamo di fronte a Tati’s, dove Jonathan ci sta già aspettando. Arrivano altri ragazzi, tutti italiani salvo un tedesco molto simpatico, e tutti in vacanza fai da te! Prima tappa la barriera corallina di Grand Soeur: wow.. E qui avvisto finalmente la prima Sea Turtle: se notate, hanno tutte la targhetta identificativa, così è possibile controllarle ed anche tutelarle.

Mentre facciamo snorkeling a più non posso, un amico di Jonathan, venuto con noi sulla barca, va a caccia di Polipi: ne trova un sacco!!! Anche se mi spiace per loro, pensavo che il nostro pranzo fosse quello, ed invece al ritorno scopriamo che verranno venduti ai vari ristoranti di la Passe per la sera.

Tappa successiva Ile Cocòs, riconoscibile dalle rocce a picco sul mare, che la rendono isla paradisiaca: anche qui buono snorkeling, con pesci trombetta, pappagallo, angelo, pagliaccio, razze etc etc. Mi hanno detto che ci sono stati avvistamenti di mante, ma io purtroppo non ho avuto questa fortuna.

Last but not least, isola di Felicitè, dove si poteva sbarcare, poiché l’hotel che vi è ubicato era in ristrutturazione, altrimenti è un’isola privata, e a differenza delle altre due dove siamo andati prima, non permette di scendere, neanche pagando una tassa.

Torniamo verso La Digue intorno all’una del pomeriggio, dove i collaboratori ( penso parenti) di Jonathan avevano appena finito di cucinare il lauto pranzo: un pescione enorme, il più buono mangiato alle Seychelles, tale Job Fish alla griglia e frutto dell’albero del pane cotto al carbone.. ( si chiama così perché ha il sapore del pane)..Wow, che bello!!! Questo frutto dà il meglio di sé se si aggiunge sopra qualche salsetta seychellese, le stesse che mettono sui pesci per accompagnamento.

Ho letto successivamente diari di alcune persone che erano con noi sulla barca e non hanno preso il pranzo incluso risparmiando solo 5 euro ( l’escursione a noi è costata 40 euro a testa, a loro 35). Contentissimi, ce ne andiamo, stavolta via mare, prima ad Anse Source D’Argent( dovete costeggiare l’eliporto ed entrare nella Union Estate via mare) e dopo vediamo il tramonto nella spiaggia vicino all’eliporto, Anse Rèunion!!! Quest’isola ci rimarrà per sempre nel cuore , i 2 cuori ed una capanna qui sarebbe azzeccato!!! Passa un ragazzo con una conchiglia stupenda ed enorme, che mi dice di aver trovato a 5 metri dalla costa.. Ora la pulirà e la venderà come souvenir. Attenti a comprare conchiglie, perché alcune specie sono protette, e alla dogana non ve le faranno passare, così come se raccoglierete coralli, e sabbia sulle spiagge.

Sera a mangiare da Chez Marston: aspettiamo un po’, ma mangiamo bene. (330 rupie in totale: acqua, vino, caffè,1 hamburger, 1 cheeseburger con patatine e un antipasto di pesce).

26/08/2008 Oggi si parte per Mahè. Vorrei tanto prendere uno di quei Beef taxi ( carretti trainati da buoi sparsi per La Digue, ma è già tardi, ed andiamo al porto a piedi, tanto è a 10 minuti) Saldiamo Marston ( 320 euro per 4 notti) e alle 9 prendiamo il traghetto che in mezz’ora ci riporterà al porto di Praslin: stavolta non è un vero traghetto moderno, ma una goletta: questo mi fa un po’ paura perché penso di soffrire di più il mal di mare, ma fortunatamente non sarà così, anche se si ondeggia parecchio.

Arrivati a Praslin prendiamo il traghetto Cat Cocos delle 9 am , prenotabile dal sito http://www.Catcocos.Com/ spendendo 42 euro a testa solo andata. Qui si balla parecchio!!!! Io soffro il mal di mare, perciò mi ero premunita con xamamina e di nuovo per fortuna il viaggio è andato liscio..Ma ci sono dei punti in cui il traghetto, abbastanza grande, sui 200 posti, rimbalza sopra le onde. Qui siamo nell’oceano, ed in questo periodo il mare può essere molto mosso. Noi per una questione di comodità, essendo già al porto, abbiamo optato per il traghetto, ma nulla vi vieta di prendere un taxi e farvi portare all’aeroporto di Praslin per riprendere il volo interno per Mahè.

Vi consiglio di stare fuori all’aria aperta, respirerete meglio.

Arriviamo al porto di Mahè, e qui dovrebbe aspettarci Danny della Tropicar car hire, contattato mesi prima,con il quale avevo prenotato un’auto economy per i 3 gg a Mahè. Mentre lo cerchiamo veniamo adescati da almeno dieci procacciatori delle altre agenzie di noleggio auto, che addirittura ci chiedono che tariffa ci ha fatto Danny perché loro possono fare la stessa, se non più bassa ancora.

Mi spiace, ma per correttezza non si dà forfait ad una persona che nei mesi precedenti si è rivelata gentile, disponibile ad ogni mia richiesta e con tariffe vantaggiose, mi spiace, sarà per un’altra volta.

Se non avete prenotato, qui al porto troverete sia car rental che possibilità per fare cambio in nero.

Ecco Danny! Queste sono le info su Tropicar: Providence Industrial Estate, Mahé Tel : +248 37 33 36 / 51 18 11 Fax : +248 37 37 57 E-mail : tropicar@seychelles.Net Potete contattarla per e-mail. Mesi prima avevo scelto il modello dell’auto( a scelta tra picanto e Daihatsu Sirion; noi abbiamo scelto quest’ultima) e ci eravamo accordati sul prezzo: 30 euro con excess fee purtroppo, perché dalle info raccolte anche da altri car rental dell’isola, ogni tariffa alle Seychelles comprende l’excess, cioè la franchigia da pagare in caso di danno all’auto da te cagionato.

Arrivati a Mahè Danny mi propone una tariffa senza franchigia a 40 euro al giorno, e accettiamo senza farcelo ripetere due volte: è davvero gentilissimo ed un bravo venditore!!! Ci dice che con la benzina che è dentro il serbatoio arriviamo senza problemi a Beau Vallon, dove abbiamo prenotato l’alloggio. Lo salutiamo, prendendo accordi per la riconsegna in aeroporto il 4° gg, di mattina presto, senza costi aggiuntivi e ta-tannn!!!! Qui si guida a sinistra.. O cappero, menomale che guida Matteo. Mettiamo in moto e tanto più che uno deve prendere dimestichezza, ecco subito una rotatoria per uscire dalla zona porto e immetterci in strada per arrivare in centro a Victoria, la capitale di Mahè. Inutile dire che l’abbiamo presa al contrario mentre Danny era sempre lì nella sua auto e stava mettendo in moto; così rigiriamo sempre contromano, ritorniamo al punto di partenza, lui ci fa segno ed usciamo dal fattaccio seguendolo..Hihihih!!!! Matteo in 2 minuti impara subito, è stato lo spaesamento momentaneo della novità: entriamo in Victoria, seguiamo i cartelli per Beau Vallon e viaaaa!!! La strada è molto bella, panoramica, si sale e si scollina verso la costa nord. Troviamo il benzinaio sulla sinistra, come Danny ci aveva detto, e facciamo rifornimento sia di benzina(160 rupie, 10 litri di benzina, che ci basteranno per tutti i restanti giorni) che di rupie ( cambio a 18). Seguiamo la strada, vediamo la chiesa dulla sinistra, e proprio come mi aveva anticipato l’amico Alessandro, vediamo questa salitina ripida ripida, fatta sempre col criterio seychellese dello scalare le montagne in verticale: ed ecco il Choice Villa ( grazie Ale per la dritta). Sito: Ho prenotato mesi prima tramite email, senza acconto, e ci siamo trovati davvero bene. Ha sia appartamenti in self catering grandissimi e davvero belli, oppure camere doppie ad un prezzo più modico ( 50 euro al giorno a camera, colazione inclusa). Noi scegliamo quest’ultima soluzione, in quanto non avevamo voglia di cucinare, e ci bastava solo una stanza per dormire. La camera è davvero carina, nuova, pulita, con frigo per poter ghiacciare l’acqua e aria condizionata.

Partiamo subito alla scoperta di Mahè: destinazione Danzil.

Ho in mente una cosa da quando Elysapaola, un’altra amica che ringrazio, mi ha detto che questa è stata una bellissima esperienza: vedere Anse Major ( è la spiaggia che preferisco alle Seychelles). Prima ci fermiamo in un minimarket fornitissimo sulla strada per comprare il pranzo ( casco di banane, crackers, pizzette e una scatoletta di Tuna buonissima, acqua fresca a 55 rupie). Lasciamo l’auto a Danzil e avremo una camminata di circa 1 ora su sentiero facile, con panorama stupendo e roccia nera. All’inizio del sentiero troviamo un sarto che confeziona batik di seta dipinti a mano davvero belli: lui ha un batfruit in gabbia, mi sa anche per “adescare” i turisti: è comunque carino vederli così da vicino. Ci dice che è il suo animale domestico, come se fosse un canino..

Lungo il cammino cerco invano i cartelli con scritto Beware Robbers: si vede adesso questa zona è più sicura.. Noi non abbiamo trovato quasi nessuno, ci è sembrato un posto isolato ma tranquillo..

Matteo inizia ad essere un po’ stufato: gli ho teso un trabocchetto dicendogli che la camminata sarebbe stata solo di 20 minuti.. Quando gli si rompe pure una delle infradito avrebbe voglia di strozzarmi( metafora eh), ma alla fine la vede: acqua azzurra, vegetazione rigogliosa e siamo in 6 su tutta la spiaggia!!!! Qui snorkeling a go go, ed oltre ai soliti pesci, bellissimi, vediamo un pesce scorpione! Wow! Queste isole ci hanno dato talmente tante emozioni..

Studiamo un po’ sul come ritornare indietro senza ciabatte, e un rasta ci viene in soccorso: fa il barcaiolo riportando i turisti indietro fino alla zona di Danzil: ci lasciamo convincere e gli diciamo di venirci a riprendere alle 17.30.

Ci scende davanti ad una casa privata: e che casa, direttamente sul mare, creata sulle rocce di granito.. Fischia, ed un suo amico ci viene a prendere: si cammina per un po’ in mezzo al bosco, e si ritorna al punto di partenza, dal sarto col bat fruit. Ritorniamo in camera; siamo vicini alla chiesa, peraltro molto bella, e sentiamo i canti della messa pomeridiana.. Dalla nostra camera vediamo la lunga spiaggia di Beau Vallon.. Che si vuole di più dalla vita? Per cena si va alla Boat House: di sera ci siam sempre spostati in auto, anche per ricoprire distanze di massimo 10 minuti: anche qui no ci sono lampioni, e a lato delle strade pochi marciapiedi, per cui vi consiglio di prendere la macchina! A lato della strada asfaltata c’è un dislivello pazzesco.. anche a Praslin coi bus ogni volta che incontravamo qualcuno nell’altra direzione sembrava di andare di sotto.. Mind the gap!!!! Ristorante scelto: The boat House. Il buffet è davvero vario e buono! Oltre alle pietanze già preparate e disposte su una struttura a forma di barca, c’è pure la zona pesce alla griglia. Incluso dolce, ( ho assaggiato la banana fritta al latte di cocco, ma veramente troppo dolce) birra eku( altra birra locale delle Seychelles) e acqua spendiamo 585 rupie ( accettano le rupie, anche se restii). I prezzi stanno aumentando a dismisura: avevo letto dei diari viaggio appena del Giugno scorso, ed i prezzi a questo ristorante erano sulle 200 rupie a testa per il buffet: adesso siamo a 250 rupie a testa, e preferiscono euro).. I prezzi alle Seychelles si stanno impennando troppo per i turisti, diventeranno una meta sempre più d’elite, ed anche col fai da te si spenderà tantissimo. In base a questa nuova legge del 2008, i ristoranti e le strutture che hanno a che fare con i turisti devono accettare esclusivamente euro e non più moneta locale.

Andiamo a letto, siamo veramente stanchi.

27/08/2008 Mahè non si riesce a girare in così poco tempo, comunque abbiamo cercato di vedere il più possibile in questi ultimi giorni di vacanza. All’inizio avevo pensato anche di non inserirla affatto, poiché a detta di molti non era all’altezza delle altre due isole.. Beh, avrei commesso un grosso errore: anche qui abbiamo trovato spiagge e luoghi fantastici che porteremo sempre nei nostri ricordi.

Colazione buona e preparata sul momento alla guest house con succo di passion fruit, buonissimo! Oggi andremo a visitare la parte a sud di Mahè. Ripercorriamo la bellissima strada panoramica fino a Victoria, vediamo il mitticco Little Ben, che per un’amante di London come me non può certo mancare, e ci fermiamo a comprare qualche souvenirs in Francis Rachel street. Vediamo l’ufficio della Qatar Airways e ne approfittiamo per riconfermare il volo di ritorno, come ci avevano detto al call center: meglio essere previdenti. Imbocchiamo la Sans Souci road, una meravigliosa strada che ci fa vedere panorami mozzafiato e passa dentro il Morne Sechellois National Park. Arriviamo al bivio per Mission ed andiamo a visitare le antiche rovine della Missione, anche qui con una stupenda vista sul parco marino di Ste Anne; c’era pure una gita di scolari, che carini! Scendiamo purtroppo senza fermarci alla Fabbrica del tea e arriviamo a Port Glaud: wow!!!! Giriamo a destra andando verso Port Launay, dove ci fermeremo, e ammiriamo pure Anse L’islette. In questo tratto l’acqua assume colori ancora più splendenti: anche questa zona rientra nel parco nazionale di Baie Ternay. A Port Launay si fa snorkeling e avvisto un’altra sea turtle!!!Torniamo indietro fino a Grand Anse, bella e non balneabile, addirittura c’erano addetti a controllare! Comunque non c’è nessuno in giro. Proseguiamo fermandoci ad Anse Boileau ( bella) e Anse Loius: in ogni spiaggia dovremmo fermarci da quanto sono belle su questo versante. Qui facciamo un incontro inaspettato: a lato della strada vediamo dei pescatori con un grosso pesce appena pescato: beh, era uno squalo, anche abbastanza grosso, che si dibatteva sempre. Mi dicono che l’hanno pescato qui davanti, a pochi metri dalla riva. Matteo il giorno successivo farà snorkeling in mare aperto con più cautela! Vediamo Anse la Mouche e prendiamo la deviazione per Anse Soleil e Pètit Anse: in questa zona ci sono i lavori per la costruzione dell’hotel Fourth Season, quindi non è chiaro da dove passare, perché ogni mese si cambia! Comunque per arrivare ad Anse Soleil girate sulla destra fino al parcheggio, lasciate lì l’auto e vedrete il ristorante Anse Soleil cafè.. La spiaggia è lì dietro! Bellissima, e con più gente del previsto, ma si sta bene! Qui ci sono sempre tratti di corallo, e continuiamo a vedere pesci di ogni tipo. Ci riposiamo un po’; vogliamo mangiare al ristorantino sulla spiaggia ma è tutto pieno, perciò rinunciamo. Mi ricordo che devo fare una telefonata per l’escursione di domani mattina al parco marino di Ste Anne, ma chiedo al cafè e mi dice che non hanno telefono. Un Seychellese mi sente parlare e mi offre il suo cellulare, senza nemmeno farsi pagare la telefonata! Grazie, che gentile!Ritroviamo qui il medico che mi ha salvata al Berjaya e ci mettiamo a parlare con il suo gruppo.

Dopo un po’ ci mettiamo in marcia per arrivare a Pètit Anse: il mega-resort sta per essere completato, e vi dico già che è uno scempio alla bellezza del luogo. Ci buttiamo e scendiamo la collinetta in mezzo agli operai, che si fermano mentre passiamo per non buttarci la polvere addosso.. Camminiamo in un percorso che non è percorso, in mezzo alla vegetazione fino ad arrivare a delle passerelle di legno sul mare: ed ecco, in fondo, Pètit Anse: deserta, se non fosse per una ragazza sola, inglese. Spiaggia bellissima, con palme, sabbia bianchissima e mare cristallino! Peccato per le Suites del Fourth season costruite una ad una sulla montagna retrostante! Matteo vorrebbe anche riposarsi un pomeriggio su una spiaggia, ma oggi non si può.. Così dopo un po’ ce ne torniamo alla macchina. Ci fermiamo a comprare qualcosa per il pranzo in uno dei mini-market lungo la strada e notiamo che qui non ci sono gli scaffali dai quali uno può liberamente scegliere le cose, ma c’è il bancone e si deve chiedere: si vede che anche Mahè non sarà estranea ai piccoli furti di merci nei supermarket.

Arriviamo fino ad Anse Takamaka e tagliamo andando nella costa ad est, da cui risaliremo a Beau Vallòn. Da qui Anse Bouganville, tramonto ad Anse Royale, una distesa lunghissima di spiaggia, Anse aux Pins, aeroporto, passiamo di nuovo da Victoria e via verso la nostra guest House di Beau Vallon. Facciamo la doccia e usciamo: mi ricordo che il mercoledì sera, dalle 6:30 alle 9 pm circa c’è un mercato locale artigianale, Bazar Labrin: compriamo una marmellata fatta in casa di Papaya ( quelle nei supermarket arrivavano tutte dalla Malaysia), alcune collanine e qualche souvenirs. Arriva anche la polizia, c’era stato un tafferuglio. Potremmo anche mangiare ad uno dei banchetti, ma decidiamo di proseguire e andare alla Baobab Pizzeria. Qui troviamo una coppia di italiani che vengono alle Seychelles da ormai 6 anni e stanno meditando di trasferirsi definitivamente e ci dicono che pasta e lasagne sono buone. Noi comunque vogliamo una pizza e la nostra smoked fish salade per antipasto: tutto ottimo ad un prezzo contenuto ( 274 rupie totali, accettano rupie).

A nanna.. Siamo sul disperato cronico, domani è l’ultimo giorno! 28/08/2008 Oggi ci sarà da piangere, domani partiamo! Faremo l’escursione al parco marino di Ste Anne con la Marine charter association, che ha sede vicino allo Yacht club: così lasciamo l’auto in un parcheggio gratuito vicino allo stadio e raggiungiamo a piedi il molo. Si parte alle 9 am. Con noi c’è un’altra coppia di italiani appena arrivati alle Sey e una famigliola francese. Poiché è l’ultimo giorno non abbiamo più rupie a disposizione, per cui paghiamo in euro spendendo 35 euro a testa, ma vi consiglio di arrivare con la moneta locale, spenderete almeno 8-9 euro a testa in meno a seconda del vostro tasso di cambio.

Partiamo a ci dirigiamo a fare snorkeling in vari punti. Nel mio scambio e-mail con la marine charter association mi parlano di barca col fondo in vetro per vedere pesci, ma non è nulla di speciale: comunque riusciamo anche a vedere varie tartarughe marine di grandi dimensioni e svariati pesci da sopra. Ci buttiamo anche a fare snorkeling più volte, vediamo altri pesci dai mille colori e altre sea turtle. Questo parco marino è formato da sei isole, ma noi ne toccheremo solo una, Cerf Island; le altre sono private e sede di lussosi resort. Se volete andare a Moyenne Island, che sembra essere molto bella, specie per lo snorkeling, dovrete andare con la Creole travel service, che però ha un altro costo.

Si esce dal porto di Mahè, ci si ferma svariate volte per fare snorkeling in vari punti strategici del parco, ed anche al di là della barriera corallina di Cerf Island, dove alla fine si sbarca. Qui ha casa anche lo scrittore Wilbur Smith ( io non l’ho individuata però). Si può sostare sulla bella spiaggia, oggi un po’ troppo ventilata e con mare mosso. Si pranza poi in uno degli hotel, l’habitacion: non pranziamo male: riso, insalata, pesci alla griglia, dolce, etc, ma secondo noi era cibo avanzato dalla sera prima ( i pesci alla griglia erano freddissimi, quasi di frigo e al ristorante a pranzo non c’era nessuno del resort: che tutti abbiano solo la mezza pensione?).. Meglio non farsi troppe domande quindi… Possiamo utilizzare anche la piscina e le sdraio del resort. Dovremmo trattenerci fino alle 16.00, ma poiché specie al pomeriggio risultava impossibile fare il bagno, per il mare troppo mosso, il vento, e l’alta marea, chiediamo di tornare alle 3.00 pm al porto di Mahè. Il tipo acconsente ( riesco a mettere tutti gli altri turisti d’accordo fortunatamente) e così partiamo e ritorniamo indietro.

Consigli sull’escursione: secondo noi è meglio fare solo mezza giornata alle isole, pranzo escluso. Ci è piaciuta e comunque ve la consigliamo, anche se non abbiamo visto poi così tanti pesci: anche questi fondali risentono del fenomeno di sbiancamento dei coralli purtroppo.

Ora parte la visita di una delle capitali più piccole del mondo, Victoria. Inutile dire che mi faccio fare miliardi di foto con Little Ben da Matte. Da qui corriamo al mercato centrale, prima che chiuda, alle 5 del pomeriggio.

Forse per la visita sarebbe meglio la mattina, specie se volete comprare del pesce ( tra l’altro ad un prezzo irrisorio), ma ci accontentiamo lo stesso.

Qui vediamo in vendita barracuda, carne di squalo ( che sia quello visto ieri?), frutta di ogni tipo e anche souvenirs a prezzi bassissimi. Compriamo qualcosa finendo tutte le rupie, specie spezie di ogni tipo a 1-2 euro, cocò de Mer di legno, tea alla vaniglia buonissimo, così come una tartarughina fatta a mano, che ho messo in salotto per ricordarmi di questa bella vacanza.

Giriamo tra le stradette del piccolo centro e in un’ora e mezzo vediamo tutto. I Seychellesi sono gentilissimi e disponibili verso i turisti.

Riprendiamo la macchina dopo aver visto anche il tempio Indù, e andiamo a Beau Vallon: qui parcheggiamo e facciamo l’ultimo bagno in terra Seychellese: questa spiaggia è lunghissima e bellissima, come tutte le altre . Qui mi sembra che la spiaggia sia più attrezzata, ed anche per i bimbi è l’ideale, perché si possono divertire, essendoci acqua bassa nei pressi della riva.

E’ giunto il momento di ritornare in camera: ci godiamo il tramonto dalla nostra guest house.

Stasera ceniamo a casa: Cècile, la proprietaria, ci ha detto che c’era questa possibilità, e l’accontentiamo, visto che è stata superdisponibile e gentilissima. Lei non vive qui, e neanche i suoi aiutanti: addirittura ci ha detto che sta aprendo un’altra guest-house proprio sul mare, a Beau Vallon.. La tipica imprenditrice seychellese.

Io se cambiassi vita verrei a vivere qui, magari aprendo un barrettino sulla spiaggia: questi posti ti rimangono nel cuore.

Dicevo, si cena a casa: ha lasciato detto ad una delle sue cameriere di cucinarci, per cui alle 7.30 pm sentiamo bussare alla porta: è lei, con la nostra cena. Ci allestisce un tavolo nella nostra stanza ( tanto c’è posto) e mangiamo un buonissimo pesce alla griglia, un job-fish, purea di lenticchie, insalata, riso, salsa seychellese piccante, tutto per 10 euro a testa. Mi sa che lo ha cucinato a casa ed è tornata appositamente per portarcelo. Spero che a lei vada un po’ di mancia, è stata una cuoca provetta! Facciamo le valigie, domattina sarà una dura levataccia.

29/08/2008 Alle 8 am abbiamo il volo di ritorno dall’aeroporto di Mahè, quindi considerando che dobbiamo essere là almeno 2 ore e mezza prima, e che ci vuole circa mezz’ora stando larghi per raggiungerlo dalla costa nord, fate voi i calcoli e si arriva ad una sveglia intorno alle 4 e 30 am!!! Usciamo che è sempre buio, e faccio pure un casino trascinando la mia valigiona!Vediamo molti seychellesi nell’oscurità che camminano a lato delle strade per andare a raggiungere la fermata del bus, immagino per recarsi a lavoro. A Victoria non è indicata benissimo la via per l’aeroporto, ma lo troviamo senza intoppi. Lasciamo l’auto al parcheggio, mettiamo la chiave al posto stabilito con la Tropicar e via a fare il check-in. I desks sono all’aperto, bellissimo! In 5 minuti abbiamo le nostre carte d’imbarco, forse potevamo arrivare con meno anticipo, ma non si sa mai! Colazione pre-partenza da dimenticare nel bar dell’aeroporto, specie i croissant; se potete portatevi qualcosa da mangiare comprandolo la sera prima in uno dei minimarket! Volo in perfetto orario, scalo a Doha e volo su Roma okay.

Le valigie arrivano tutte a destinazione.

Fuori di Fiumicino c’è un vero caos; chiamiamo il nostro parcheggio per venirci a prendere e neanche stavolta sono organizzati: arriva una navetta, non si sa chi deve salire: ci sono altri 10 turisti e non si sa chi ha chiamato prima.. Fatto sta che i nostri bagagli salgono su una navetta e noi su quella successiva.. E va beh, tanto è l’ultima volta per quel che ci riguarda.

C’è un signore arrabbiato quasi quanto noi seduto accanto a me, che intrattiene pure una discussione coi guidatori: lui dice loro disorganizzazione massima, e loro rispondono che è manna che c’è il trasporto incluso! Lui allora risponde che il parcheggio non è certo un’associazione benefica, ma si paga anche per questo servizio. Stendiamo un altro velo pietoso!!!! La macchina ci arriva sana e salva fortunatamente, era questo che c’interessava! Da qui partenza per Pisa: stamattina vedevamo il mare di Mahè e adesso siamo qui di nuovo tra smog, case in cemento e autostrade!!! Il viaggio è bello anche perché si ritorna a casa? No, per me non vale questa frase..

Le Seychelles ti rimangono dentro, speriamo di averle vissute al meglio e di avervi dato la giusta ispirazione per andare! Non abbiamo trovato il tesoro del pirata Hodoul nascosto in queste meravigliose isole ma fa lo stesso: una visita alle Seychelles ti fa capire che cosa ci trovassero di magico pirati e viaggiatori d’altri tempi in queste isole, sempre verdi e lussureggianti, acqua cristallina che non scende mai al di sotto dei 21 gradi, sabbia bianca corallina e rocce di granito dove lasci il cuore. Se si ama il mare, almeno una volta nella vita qua si deve venire. Il periodo migliore per andare alle Seychelles? Dipende. Si può venire tutto l’anno. Vista la verde vegetazione piove spesso, anche se noi fortunatamente non abbiamo avuto di questi problemi. Dicono che Maggio sia perfetto in linea di massima, ma anche Luglio e Agosto vanno bene.

Un saluto a tutti Venite sul nostro sito a lasciarci un messaggio sul guestbook: www.Paomatte.Altervista.Org E guardate le nostre foto qui: http://www.Flickr.Com/photos/paomatte/ Per qualsiasi informazione scriveteci!!!!



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