Seychelles low cost come, dove, quando e perchè

Praslin, La Digue, Mahè, il paradiso non può attendere...
Scritto da: puccy
seychelles low cost come, dove, quando e perchè
Partenza il: 12/06/2011
Ritorno il: 26/06/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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E’ vero, il Paradiso è lì che vi aspetta, perché farlo attendere? E le Seychelles sono un autentico Paradiso per tutti. Dimenticatevi lo stereotipo turistico di romantiche coppie in viaggio di nozze e ricchi pigroni volontariamente esiliati in un resort di lusso, li troverete, naturalmente, ma incontrerete anche tante coppie spartane, con o senza bambini, gruppetti di amici e amiche, viaggiatori tranquilli o irrequieti, turisti giovani e meno giovani, insomma tanti “turisti per caso”, tutti animati dal comune desiderio di scoprire il mondo, tutti innamorati della natura e della sua inesauribile capacità di stupire. Non andate alle Seychelles se amate le località turistiche con un bel lungomare, negozi eleganti, ristoranti e luoghi di ritrovo chic e dal servizio ineccepibile. Niente di tutto questo. Alle Seychelles, per quanto ci siano lussuosi ed esclusivi resort, la vera regina resta, sempre e comunque, la natura e non la mondanità. Le Seychelles sono un museo di storia naturale vivente e un luogo di rifugio per alcune delle specie più rare al mondo. Le maree, gli alisei, gli acquazzoni improvvisi, le onde e le foreste, i graniti e le sabbie immacolate, gli uccelli, i pesci e le tartarughe, saranno i vostri compagni di viaggio, abbandonandovi ed adattandovi al loro ritmo e al loro palpito scoprirete veramente un mondo unico. Il Paradiso terrestre? Forse.

Se le Seychelles sono già nel vostro cuore e avete la pazienza di continuare a leggere, scoprirete che conquistare questa meta da sogno è una cosa fattibilissima e che non vi costerà una fortuna, in ultima pagina abbiamo predisposto un info-memo con dettagli tecnici, siti internet, numeri telefonici, prezzi ed informazioni che potranno esservi utili. Noi ci siamo resi conto che era possibile organizzare un viaggio su misura e con un costo ragionevole grazie ai Turisti per Caso che ci hanno preceduto. Leggendo le loro impressioni, confrontando le diverse esperienze e facendo tesoro delle numerose indicazioni siamo riusciti a farci una idea piuttosto precisa di cosa avremmo potuto fare e vedere, di come impostare il nostro programma di viaggio e di come procedere nella sua realizzazione. Con i diari di viaggio in mano e il computer acceso abbiamo iniziato costruire, giorno per giorno, il nostro meraviglioso viaggio.

Prima di tutto ci siamo trovati alle prese con i classici interrogativi che sorgono ogni volta che si pensa ad un viaggio.

Quando andare? Alle Seychelles è caldo tutto l’anno, quindi tutte le stagioni sono in un certo senso perfette. Ognuno di voi potrà trovare la sua stagione perfetta in base alle proprie esigenze ed in base alle attività che intende privilegiare. C’è una stagione più calda ed umida, che corrisponde al nostro inverno, con piogge frequenti culminanti nei mesi di gennaio e febbraio, in questa stagione i venti sono deboli e spirano da nord-ovest a 8-12 nodi, l’acqua del mare raggiunge le temperature maggiori e le spiagge sono facilmente balneabili. Questo periodo è dunque buono per sfuggire ai nostri rigori invernali, riposare e godere di una bellissima spiaggia a portata di hotel, incuranti dei possibili acquazzoni. La stagione corrispondente alla nostra estate è invece la più fresca, ventilata e secca, I mesi con meno precipitazioni sono giugno, luglio ed agosto, gli alisei di sud-est sono freschi ed asciutti, la temperatura dell’acqua è comunque gradevolissima ma il mare tende ad essere piuttosto agitato, le correnti sono robuste, la visibilità in acqua è limitata e in alcune spiagge la balneazione è limitata o vietata. Questo periodo è ideale per una vacanza dinamica che privilegia l’escursionismo e la scoperta dei luoghi. Nelle stagioni intermedie, aprile-maggio e ottobre-novembre, i venti calano, la percezione di umidità è maggiore e il cielo magari non è limpidissimo ma il mare è nelle condizioni di visibilità e balneazione migliore. Periodo perfetto per gli appassionai di attività subacquee. Per la vacanza che avevamo in mente, riteniamo più adatta la stagione secca.

La mèta: Seychelles va bene, ma dove andare di preciso? Le Seychelles sono, più o meno, 115 isole di cui le tre principali, e più conosciute, sono Mahè, Praslin e La Digue. Ma poi ci sono anche Silhouette, Desroches, Frégate, Denis, Alphonse, Cousin e Curieuse, Bird Island e Aride… Diverse sono abitate ed hanno un buon assortimento di strutture, altre sono occupate da un solo e costosissimo resort, alcune sono riserve naturali, altre proprietà privata, molte sono praticamente scogli. Non immaginavamo ce ne fossero tante. Comunque, considerato che è il nostro primo viaggio alle Seychelles e che abbiamo preventivato 15 giorni, scegliamo di visitare Mahe, Praslin e La Digue, che sono anche piuttosto vicine fra loro.

Come raggiungerle? L’aeroporto internazionale è sull’isola di Mahe. Dall’Italia le compagne aeree più comode sono Air Seychelles, che effettua più voli settimanali Londra-Mahè con fermata a Roma o Milano (quindi per noi italiani è sostanzialmente un volo diretto), Emirates con scalo a Dubai, Quatar con scalo a Dhoa. Da Mahe si può facilmente raggiungere Praslin con un volo interno di Air Seychelles oppure con il catamarano Cat Cocos della Inter Island Boats. La compagnia marittima Inter Island Ferry, con traghetti tradizionali o il catamarano Cat Rose, serve invece la rotta Praslin-La Digue con frequenti corse giornaliere.

Il Budget di spesa? Fermo restando che la componente di costo principale è sicuramente il volo aereo, i prezzi, sia per l’aereo che per ogni altra cosa, sistemazioni, ristoranti, noleggio auto, taxi ecc.. variano sensibilmente in base al periodo prescelto. I periodi più cari sono quelli coincidenti con le festività natalizie o pasquali e i mesi di luglio ed agosto in cui si registrano i picchi massimi di presenza. I mesi intermedi, sono intermedi in tutti i sensi: media stagione, medie frequenze, prezzi medi. Il classico periodo dei matrimoni e la stagione favorevole per le attività subacquee incidono sul costo di strutture ed escursioni marine. Escludendo gennaio e febbraio, che sono quelli con il tempo peggiore, giugno, fra tutti i mesi, risulta, stranamente, quello con meno presenze in assoluto, tanto che alcuni ristoranti e guesthouse sono chiusi per le manutenzioni straordinarie. Giugno è il mese in cui si può spender meno, bassa stagione, prezzi bassi. Sulla base di queste considerazioni generali e del tipo di vacanza che intendiamo fare, la decisione è presa, si parte a giugno. E non ce ne pentiremo. Abbiamo sempre avuto bel tempo, un fantastico cielo blu con bianche e velocissime nuvole, una sola mattinata grigia con qualche brevissimo rovescio tropicale. La temperatura era praticamente costante fra i 27 e i 29 gradi, giorno e notte, ma con la gradevole compagnia dei freschi alisei non abbiamo mai patito il caldo e non abbiamo mai usato l’aria condizionata. Abbiamo fatto poco snorkeling ma ci siamo consolati con tanti e lunghissimi bagnetti, anche di ore, in qualche spiaggia ci siamo anche divertiti con le onde tornando bambini. L’Itinerario: abbiamo dedicato i primi 4 giorni a Praslin, poi 5 a La Digue e gli ultimi 4 a Mahè. Ci sono piaciute tutte e tre, ciascuna per motivi diversi, i giorni così distribuiti sono stati pieni ed intensi ma ci siamo ritagliati anche tanti momenti di assoluto relax. Insomma non ci siamo mai annoiati e non ci siamo neppure ammazzati di fatica, anche se le abbiamo girate in lungo e in largo utilizzando tutti i mezzi a disposizione, auto, barca, bicicletta e, naturalmente, un buon paio di scarpe. Appena arrivati abbiamo chiuso in valigia l’orologio e le nostre giornate hanno seguito il ritmo del sole, delle ore di luce e delle maree.

Costo definitivo: le due settimane di vacanza ci sono costate in tutto 3.200 euro, proprio così 1.600 euro a testa, tutto, tutto, tutto, ma proprio tutto compreso. Vi ha preso la voglia di fare la valigia? Intanto potete già sognare continuando a leggere il nostro racconto, se poi la nostra esperienza vi avrà del tutto convinti a partire, forza, il Paradiso vi aspetta!

12 GIUGNO – SI PARTE !!!

Il volo è stato il primo e fondamentale affare della vacanza. Per 650 euro a testa abbiamo acquistato, nel mese di febbraio, un biglietto di andata Milano-Roma-Mahè-Praslin e ritorno Mahè-Milano. Il primo volo è dunque con Alitalia da Milano Malpensa – Terminal 1 – alle ore 19.25, con arrivo a Roma – Terminal 1 – previsto per le 20.40. In realtà arriviamo con una buona mezzora di ritardo e raggiungere il Terminal 3 di Roma, da cui partono i voli internazionali, è un vero viaggio fra corridoi pieni di negozi, boutique e gente. Grazie a tapis roulant e navetta interna, raggiungiamo comunque in tempo il Gate indicato sul tabellone per la destinazione MAHE’. Fortunatamente ci si può presentare direttamente allo sportello del Gate con il biglietto elettronico, fare carta di imbarco e boarding praticamente in simultanea, senza perder tempo con un altro check-in. Il volo di AIR SEYCHELLES arriva in orario da Londra e, con noi a bordo, riparte regolare alle 22.35. Anche se è quasi mezzanotte, le hostess servono un pasto caldo, poi distribuiscono coperte, cuscini, calzini e mascherina. Si spengono le luci e si dorme, sognando spiagge favolose.

13 GIUGNO – PRASLIN

L’hostess mi scuote un paio di volte per svegliarmi e servirmi la colazione, fra un’ora arriveremo a Mahe’, puntuali alle ore 9.50 locali, 2 ore in più rispetto all’Italia. Alla dogana ci mettiamo un attimo a sbrigare le formalità e, ritirato il bagaglio, ci trasferiamo all’attiguo terminal dei voli domestici, poco più di un capannone con check-in ruspante e una piccola stanza di attesa con aria condizionata rumorosa. In base alla destinazione e l’orario del volo interno viene consegnata una grossa fiche di colore diverso al posto della usuale carta di imbarco. La nostra fiche è blu come il mare e, alle 12.00, ci porterà a Praslin.

PRASLIN è la seconda isola in ordine di grandezza, 38 km quadrati in tutto. Si trova a 36 km a nord di Mahé e a 6 km da La Digue, 6.500 abitanti. Il suo nome originario era suggestivo, “Isle de Palme”, sicuramente derivante dalla presenza delle grandi palme di Coco de Mer che qui, unico posto al mondo, crescono allo stato naturale. Praslin è un’isola di granito, con una catena montuosa che corre da est a ovest come una spina dorsale, attraversata da poche e strette strade asfaltate. Il territorio non presenta però elevate altitudini, al massimo si arriva a 350 mt, e il paesaggio è caratterizzato da una fitta e rigogliosa vegetazione frammentata da costoni di roccia granitica modellata dal vento e dalle onde. La costa è tutta orlata di bianche spiagge, facilmente raggiungibili e balneabili, che costituiscono una attrattiva irresistibile. Intorno a Praslin, a pochi minuti di barca ci sono diverse isole e isolette, in gran parte riserve naturali, che costituiscono un vero patrimonio dal punto di vista naturalistico.

Cosa non dimenticheremo di Praslin? La meravigliosa vegetazione, la Valle de Mai e i suoi grandi alberi di Coco de Mer, le stupende spiagge di Anse Lazio ed Anse Georgette, l’atmosfera semplice e amichevole di Anse Volbert, le colorate, semplici e linde casette arrampicate sulle colline, i saporiti tranci di pesce cotti sulle pietre roventi.

Ecco, annunciano la nostra partenza. Gli areoplanini dei voli interni trasportano ca 20 persone, sono dipinti con disegni vivaci e portano i nomi delle varie isole dell’arcipelago. Le loro stive sono piuttosto piccole e, siccome c’è gente che viaggia con un sacco di valige, non è detto che il vostro bagaglio venga caricato insieme a voi, ma non preoccupatevi. Il nostro mini areoplano parte puntuale, il tempo è ottimo, il volo è breve e meraviglioso per lo spettacolo che offrono il mare e le isole sotto di noi: la prima visione di bianche strisce di sabbia, acque turchesi, lagune coralline e casette colorate ci riempie di entusiasmo. L’aereo si abbassa quasi a sfiorare una candida spiaggia e, in soli 15 minuti, eccoci all’aeroporto di Praslin. In armonia con gli aerei che ci arrivano l’aeroporto è minuscolo, sembra quasi una grande villa coloniale e, come quello di Mahè, è praticamente adagiato sul mare. Come da copione la nostra valigia non c’è, l’hostess ci invita ad andarcene tranquilli che penseranno loro al tutto. Per 20 euro concordiamo con un taxista il trasferimento fino ad Anse Volbert dove abbiamo prenotato la guesthouse Il percorso da Grand Anse, dove c’è l’aeroporto, ad Anse Volbert è di ca. 13 km ed attraversa il cuore dell’isola e la sua lussureggiante vegetazione. Il taxista ci mostra orgoglioso i primi alberi di Coco de Mer e ne restiamo affascinati Alle 13.00 siamo praticamente già sistemati a Villa Bananier. Ci accoglie la nuora della sig.a Anne, una giovane creola di taglia minuta, pelle olivastra ma molto chiara, occhi verdi e capelli pettinati in mille treccine castane raccolte in un fermaglio, sembra una ragazzina ma ha già due bambini di cui uno molto piccolo. Ci offre un bicchiere di fresco succo di mango e ci mostra la nostra camera (doppia e prima colazione 90 euro al giorno). Mentre ci diamo una rinfrescata arriva anche la nostra valigia. Fuori costume, ciabattine e asciugamano: non vediamo l’ora di assaggiare il mitico mare delle Seychelles.

ANSE VOLBERT è conosciuta anche come COTE D’OR ed è la località in cui è sorta la maggior parte delle strutture turistiche dell’isola. Il motivo di tale successo risiede nella sua lunga e sabbiosa spiaggia, 3 Km di borotalco finissimo, acqua turchese, bassa e costantemente tranquilla, ombra naturale di palme e grandi alberi. Ma non immaginate per questo una località di villeggiatura patinata, il paese è sostanzialmente costituito da una sola via principale, più o meno asfaltata, intorno alla quale si affacciano, in mix spontaneo e casuale, semplici case private, ristorantini, negozietti, piccole pensioni ed hotel. Il traffico è inesistente, all’ombra dei grandi alberi che costeggiano la spiaggia trovate gruppetti di pescatori che chiacchierano dopo aver venduto i loro pesci e sfaccendati giovani rasta in stile giamaicano. Insieme ai turisti passeggiano tranquillamente anche mansueti cani e simpatiche chiocce con i pulcini. L’atmosfera è molto rilassata, semplice e spontanea, forse un po’ freak, tutti salutano, ti chiedono come va e intavolano volentieri la conversazione. Da Villa Bananier in due minuti sbuchiamo al mare all’altezza del resort Berjaya. Dopo il primo bagno in mare ci sentiamo davvero in vacanza ed iniziamo anche a renderci conto di dove siamo. La spiaggia di Anse Volbert è davvero lunghissima, a percorrerla tutta ci vogliono quasi 2 ore, gli alberghi e le case sono nascosti dalla vegetazione e quindi l’impressione è di un luogo comunque molto naturale e ideale per bagni tranquilli. L’acqua, dato che la sabbia è finissima, non è cristallina, ma è molto calda e piacevole. La larghezza della spiaggia dipende invece dalle maree e quindi, nel corso della giornata, si allarga e si stringe, ma non scompare mai del tutto. Con la basa marea, dalla parte dell’isola Chauve Souris l’acqua è talmente bassa che si può arrivare quasi a piedi all’isola. Camminando arriviamo alla estremità occidentale della spiaggia, dove si innalzano scure rocce granitiche e dove si affacciano diversi resort presenti anche sui cataloghi dei tour operator italiani come il Paradise Sun Hotel o Duc de Praslin. Alla estremità opposta, fra il villaggio Cote d’Or gestito da I Grandi Viaggi e l’hotel L’Archipel, che chiude la baia dal lato orientale arrampicandosi su rocce rossastre orientale, la spiaggia prende il nome di ANSE GOUVERNEMENT. Esplorata la spiaggia ci infiliamo nel paese, curiosiamo i piccoli, caotici e polverosi market gestiti da indiani, gli arruffati negozietti di souvenir, abbigliamento e cosmetici, leggiamo le proposte delle agenzie locali che propongono escursioni in barca e verifichiamo quali siano i ristoranti aperti. Superata la gelateria Da Luca arriviamo al bivio principale che segna l’inizio del paese, qui c’è una banca, un supermercato un più grande degli altri e la fermata dei bus. Sulla spiaggia, proprio dietro alla fermata dei bus, notiamo dei cartelli che pubblicizzano escursioni alle isole vicine in aperta concorrenza con le agenzie. Due simpatici ragazzi ci mostrano la loro barca e ci propongono la classica gita a Curieuse e St. Pierre per 65 euro a testa, barbecue e tassa di ingresso al parco compresi. Dopo tre minuti di trattativa il prezzo scende a 50 euro e diventa ragionevole e conveniente, li salutiamo riservandoci di decidere l’indomani. Rientrati a Villa Bananier conosciamo il resto della industriosa famiglia che ci ospita: la ricciuta sig.a Anne, che gestisce anche un negozio a Baie Ste. Anne, il suo enorme marito, che procura auto e mille altre cose, e il figlio che organizza gite in barca.. A 40 euro al giorno prenotiamo con loro la macchina per i prossimi 2 giorni. Visto che siamo in fase organizzativa, telefoniamo anche al Lemuria Resort per prenotare l’ingresso ad Anse Georgette per dopodomani. Sono le 19.00, è buio pesto, cominciamo ad accusare la stanchezza del viaggio e abbiamo fame, andiamo quindi al ristorante più vicino che è il Berjaya, anche se alcuni lo avevano bocciato. Partiamo con la prima cena creola, che non ci dispiace, e poi uindi a nannaQQa nanna: domani si parte alla conquista di Praslin.

14 GIUGNO – PRASLIN

L’auto ci viene consegnata alle 8.30 e per le 9.00 siamo già a Baie St. Anne a fare benzina. Con 180 rupie, poco più di 10 euro, facciamo 10 litri di carburante che saranno sufficienti per girare tutta l’isola. BAIE STE.ANNE è il villaggio più importante di Praslin, dal suo porto naturale, ben riparato ed attrezzato, partono i catamarani e i traghetti per le altre isole, ci sono diversi negozi di tutti i tipi, ben più forniti di quelli di Anse Volbert, il mercato, l’ospedale, la chiesa e la Barclays Bank dove facciamo una piccola provvista di rupie. Acquistiamo in un market acqua minerale, spuntini e frutta per il pranzo, quindi in auto e partenza. Qui si guida a sinistra e un minimo di disorientamento iniziale è più che normale, anche per Aldo, nonostante l’esperienza che si è fatto nelle ben più trafficate Cipro e Malta. Il problema alle Seychelles non è tanto la guida a sinistra, ma le strade, molto strette, prive di protezioni e illuminazione, cigli stradali inesistenti con ampia possibilità di finire nei profondi canaletti di scolo, pendenze anche del 30%, tornanti ciechi e la possibilità di trovasti davanti a sorpresa un bus di linea. Ma non spaventatevi, a Praslin il traffico è pressoché inesistente, andando adagio ed usando prudenza arriverete ovunque. Giusto per iniziare con una bella stradina di quelle appena descritte, da Baie St. Anne andiamo dritti verso le spiagge che si trovano nella zona Nord Est: GRAND ANSE, ANSE LA BLAGUE e PETITE ANSE. Tutte e tre sono molto carine e tranquille, anzi senza anima viva. In questa zona non ci sono hotel ma diverse case da affittare, di cui alcune in posizione molto bella, e ne stanno costruendo anche di nuove, nonostante ce ne siano molte che sembrano chiuse da parecchio. La sensazione di totale tranquillità, se non di isolamento, che si respira in questa zona è quasi inquietante. Ritorniamo quindi sulla costa Nord, superiamo la nostra Anse Volbert e poi la graziosa baia con il resort La Reserve. La strada continua con begli scorci di rocce e mare, intrecci di graniti levigati e palme, fra salite e discese, alternando tratti panoramici a tratti rasenti il mare. Costeggiamo le spiagge di Anse Possession e Anse Boudin per finire dritti ad Anse Lazio. Questo percorso lo fa anche il bus e l’ultima fermata è proprio alla fine di Anse Boudin, dove la strada si biforca: a sinistra l’indicazione Zimbawe porta sulla cima del monte Grand Fond (340 mt), dritto si arriva ad Anse Lazio, continuando su una ripida salita, e successiva discesa, per circa 1 km. A piedi, dal bus alla spiaggia, ci vogliono almeno 20 minuti e la strada è in pieno sole. Con l’auto si arriva comodamente fino al parcheggio a 2 metri dalla spiaggia. Eccoci ad ANSE LAZIO che dire? Lascia senza parole. Quando si sbuca dal folto degli alberi che la cingono ed appare la grande, lunga ed abbagliante distesa di sabbia bianca, si resta proprio senza parole e non si può fare a meno di pensare che questo luogo vale da solo il viaggio. Mai visto niente di simile, è perfetta. Molti affermano che è una delle più belle spiagge al mondo. Bella? No, magnifica, sontuosa, maestosa… anche se nessun aggettivo, e nessuna fotografia, le rende veramente giustizia. Bisogna vederla. Andateci quando c’è bassa marea e mare tranquillo, apparirà in tutto il suo splendore lunghissima ed ampia, cinta da grandi alberi che offrono ombra, acqua cristallina e tiepida, un vero paradiso terrestre. Alle due estremità della spiaggia principale, eleganti massi di granito rosato disegnano piccole e riparate baie, ideali per il bagno. L’angolo più bello, secondo noi, si trova a sinistra, dove pare proprio di esser dentro una cartolina illustrata. La spiaggia non è attrezzata e quindi bisogna arrivarci forniti di acqua, cibo e telo mare, altro non serve, per l’ombra ci sono palme e generose fronde di takamaka Vi segnalo comunque che dietro la spiaggia ci sono 2 ristoranti, Bon Bon Plume e Le Chevalier, che, pare, sono cari. Non credo però che abbandonerete il vostro angolo di paradiso per un tavolino al ristorante. Dopo ore di totale abbandono e di ammollo nel mare di Anse Lazio, riprendiamo la via del ritorno e facciamo una deviazione seguendo il cartello ZIMBAWE confidando in qualche bel panorama. Iniziamo così una ripida salita a tornanti su una strada che diventa sempre più stretta ed arriviamo in cima. Il paesaggio è quasi sempre nascosto da una fitta vegetazione e i pochi sprazzi qua e la visibili, a nostro avviso, non meritano la deviazione. Sostiamo quindi, a dare un’occhiata e fare qualche fotografia, ad ANSE BOUDIN e ANSE POSSESSION. La prima ha grandi rocce dalle forme surreali, la seconda è molto riparata, entrambe sono belle e fresche: la sabbia dorata e granulosa, l’acqua bassa e tranquilla, l’ombra delle piante vicino alla spiaggia e il fatto di essere vicinissime alla strada ne fanno meta prediletta dai locali per i loro pic-nic. Ad Anse Possession ci arriviamo nell’ora dorata del tramonto, ci sono reti da pesca, piccole imbarcazioni, una famigliola locale assorbita da una partita a domino mentre i bimbi giocano allegramente nell’acqua, i colori sono magici, un altro mondo da affidare alla macchina fotografica. Per la cena sperimentiamo con successo la gelateria Da Luca e chiudiamo degnamente la densa giornata con un enorme trancio di pesce che sfrigola su una pietra rovente .

15 GIUGNO – PRASLIN

Facciamo provvista di piccole banane e profumatissimi frutti stella alla bancarella di frutta di Anse Volbert e alle 9.00 del mattino siamo già all’ingresso del Lemuria Resort, il 5 stelle più lussuoso dell’isola. La guardia, con una impeccabile divisa bianca dai fregi oro, controlla se sulla lista c’è il nostro nome, ci indica dove parcheggiare e ci apre il grande cancello. ANSE GEORGETTE è una magnifica spiaggia libera, ma il lussuoso Lemuria Resort ne limita l’accesso ad un numero giornaliero predeterminato di turisti esterni e pertanto bisogna fare una sorta di prenotazione telefonica Forse perché arriviamo molto presto, ci danno anche un passaggio, per un buon tratto, con una delle piccole macchine elettriche con cui trasportano gli ospiti all’interno dell’hotel. Per arrivare alla spiaggia il percorso è abbastanza lungo e, con un continuo saliscendi, attraversa parte del bellissimo campo da golf da 18 buche. La passeggiata è però di per se molto bella, sia per il contesto naturale e la varietà di alberi presenti, sia per la cura prestata al luogo. Anse Georgette, è però il pezzo forte, il vero gioiello. Una grande baia dalla sabbia bianchissima, senza barriera, con lente e pigre onde che si rompono regolari al centro. Alle estremità laterali, le fanno da cornice preziosa, grandi blocchi di granito grigiastro e una intricata florida selva tropicale abbarbicata sulle alture. Il pensiero corre subito ad Anse Lazio e a quanto siano, se pur simili, molto differenti. Anse Lazio è di una bellezza traboccante, Anse Georgette è di una bellezza raffinata e ricercata. La prima è un fuoco d’artificio, la seconda è il bagliore di un diamante. Non si potrà mai dire quale delle due sia la più bella. Prendiamo quindi possesso di una bella palma di bassa statura e ci godiamo sole e mare. Sulla spiaggia non c’è proprio nulla, quindi portatevi acqua e cibo. Dall’hotel Lemuria si può raggiungere anche PETITE ANSE KERLAN, stretta e carina, dove si possono utilizzare i lettini e il bar della spiaggia come gli ospiti dell’hotel acquistando panini e bibite. Subito sotto, ANSE KERLAN, lunga, bianca e sottile, non molto bella, vicinissima all’aeroporto, è quella che si sfiora atterrando con l’aereo. Segue poi GRAND ANSE, il lungo litorale di sabbia bianca su cui si affaccia l’omonimo villaggio. Questo lato dell’isola ha la barriera corallina a ridosso e quindi risente molto del fenomeno delle maree e, da maggio a ottobre, è caratterizzato da copiosa presenza di alghe. Anche qui è possibile trovare sistemazioni in guesthouse o cottage, ne abbiamo viste diverse sia nelle vicinanze dell’aeroporto, ma il fatto di avere una spiaggia meno godibile rende Grand Anse meno apprezzata rispetto ad Anse Volbert.

Alle 14.30 entriamo nel Parco Naturale VALLÉE DE MAI. Il biglietto costa 20 euro, alla biglietteria distribuiscono un pieghevole che descrive le specie vegetali e gli animali del parco, i percorsi e le varie sezioni di vegetazione. Il parco è facile da visitare anche senza una guida, oltre alle informazioni del pieghevole troverete lungo il percorso diversi cartelli descrittivi multilingue, anche in italiano. I sentieri principali sono 3 ed hanno diversa lunghezza e diversi tempi di percorrenza, 1, 2 o 3 ore, possono integrarsi fra loro, sono ben indicati ed è quindi impossibile perdersi. All’interno la vegetazione è fittissima, ombra totale, non gira molta aria e l’atmosfera è piuttosto caldo umida, nella stagione fresca non è però soffocante e non abbiamo neppure incontrato zanzare o insetti fastidiosi. Questo parco è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco in quanto uno dei due soli luoghi al mondo (l’altro è la vicina isola di Curieuse) dove la rara Palma del Coco de Mer cresce allo stato naturale. Quindi la star indiscussa della Vallée de Mai è la Palma del Coco de Mer. Ci sono anche altre varietà di Palme e Pandani endemici, boschetti di Bois Rouge, Cedri, Felci, Takamaka ed Ananas, ma farete fatica a distinguerli fra gli immensi Coco de Mer. Che alberi solenni ed affascinanti! Ci sono alberi maschi e femmine, le noci, prodotte dalle femmine, impiegano 6/7 anni a maturare e contengono il seme più grande del mondo che può pesare anche 20 kg ed ha la curiosa forma di un fondoschiena femminile. La prima foglia della palma cresce solo dopo un anno dalla germinazione del seme, poi ne sbucano altre, immense, a forma di ventaglio, anche di 14/15 mt di larghezza e formano un immenso cespuglione alto una decina di metri. La palma inizia a fare il tronco a 15 anni di età e nei successivi 25 anni continua a crescere in altezza. A 40 anni di età la palma è adulta ed alta 30 metri, con una bella chioma di immense foglie a ventaglio e frutti enormi raggruppati in pesantissimi grappoli. Lo scenario è quindi da foresta primordiale, preistorica, il rumore delle immense foglie che, 30 metri sopra la vostra testa, vengono mosse dal vento, è l’unico rumore: la magica voce arcana di una foresta antica.

Visto che sono le 16.00 ed abbiamo la macchina decidiamo di andare al PORTO DI PRASLIN a fare i biglietti per i prossimi trasferimenti a La Digue e La Digue – Mahè. A Baie Ste. Anne stanno costruendo un nuovo porto, in posizione più centrale, che avrà un più facile accesso direttamente dal paese. Per il momento, arrivati a Baie Ste. Anne, si devono fare ancora un paio di chilometri di curve fino all’estremità sud della baia, seguendo sempre le indicazioni, e poi continuare fino alla fine del molo dove si trovano le biglietterie. Fatti i biglietti, abbiamo ancora tempo e più di un’ora di luce, quindi decidiamo di fare il giro della costa sud est dell’isola, da Baie Ste. Anne a Grand Anse. Passiamo, una dopo l’altra, una serie di baie dai bellissimi nomi: ANSE MARIE LOUISE, ANSE CONSOLATION, ANSE BOIS DE ROSE, ANSE TAKAMAKA, ANSE ST. SAUVEUR ed infine ANSE CITRON. Questa zona è veramente bella e la cosa che più ci ha colpiti è la concentrazione di abitazioni seychellesi che regalano fugaci immagini di vita quotidiana. Qui si possono vedere molte casette, arrampicate sulle alture o in riva al mare, colorate, semplici, con i loro tetti a spiovente e i canali di lamiera tutta lavorata come una trina bianca. Incontriamo, piccoli giardini fioriti e piccoli orticelli, gente del posto intenta alle proprie occupazioni ma che, appena ti fermi a fare una fotografia, è subito disponibile a scambiare due parole e curiosa di sapere da dove vieni. Il rovescio della medaglia di questa zona è però la strada che si deve percorrere: la peggiore di Praslin, ed una delle peggiori dell’arcipelago. Strettissima, un saliscendi continuo e con pendenze del 30%, come sulle “montagne russe”. Curva dopo curva, non vediamo l’ora che finisca e, quando finalmente finisce ed arriviamo ad Anse Citron, tiriamo un profondo sospiro di sollievo nel riprendere la strada principale che ripiega all’interno verso la Vallée de Mai e riporta ad Anse Volbert. A fine giornata ci ripresentiamo alla gelateria Da Luca piuttosto affamati. Questa sera c’è molta gente, vicino a noi prende posto una famigliola che, poco dopo, scopriamo essere di un paese a qualche km da casa nostra. Alberto, Letizia e il piccolo Davide stanno facendo il nostro stesso itinerario e quindi, questo, non sarà che l’inizio di una simpatica serie di incontri a sorpresa.

16 GIUGNO – CURIEUSE e ST.PIERRE

Oggi giornata intera dedicata all’escursione delle isole di Curieuse e St. Pierre. Alle 9.00 precise, come concordato con i nostri ragazzi di Stonefish, ci facciamo trovare sulla spiaggia dietro alla fermata dei bus. Giudas, il romantico beach boy che sogna una fidanzata italiana, è già li che ci aspetta insieme a Colin, lo scafista rasta allegro e sveglio che cura la sua barca come fosse una bella ragazza. Poco dopo arriva Brenda, la paffutella sorella di Giudas addetta al pranzo, ed infine arriva Jussa, il capo poliglotta che parla anche italiano, socio di Giudas e fidanzato di Brenda, con 4 ospiti del Resort Lemuria (quello di Anse Georgette per capirsi). Neanche a farlo apposta si tratta di 2 griffatissime coppie di italiani che si presentano adeguatamente attrezzati per l’escursione, in particolar modo le ragazze che sfoggiano lunghi caffetani di seta ricamata, praticissimi per salire e scendere dalla imbarcazione, ciabattine di cuoio con swarosky e laccetti strozzacaviglie, niente di meglio per arrampicarsi sui sentieri nella foresta, ed occhialoni di Gucci e Richmond, indispensabili per lo snorkeling. La assortita compagnia è così al completo e si salpa alla volta di Curieuse volando su un mare del tutto piatto e privo d’onda. Verso le 10.00 eccoci arrivati.

CURIEUSE è una piccola isola granitica lunga ca. 3 km situata a 2 km dalla costa settentrionale di Praslin. Originariamente il suo nome era Ile Rouge, per il colore della sua terra e delle rocce, e, come Praslin aveva un tempo una ricca foresta di Palme Coco de Mer. Nel 1771 venne data alle fiamme dai francesi per ricavarne territori coltivabili e dei grandi Coco de Mer ne sopravvissero pochi. Nel 1833 Curieuse divenne quindi sede di un lebbrosario definitivamente abbandonato nel 1965 con il debellamento della malattia. Questo periodo di “isolamento” ha però contribuito alla “conservazione” e alla graduale rinascita di diverse forme di vita animale e vegetale autoctone. Nel 1979 un progetto di tutela ha inserito l’isola e le acque circostanti nel Curieuse Marine National Park, costituendone un’area rigorosamente protetta. Oggi vivono su Curieuse poche famiglie di seychelesi ed almeno 500 esemplari di tartarughe terrestri giganti e una discreta colonia di uno degli uccelli più rari al mondo il Pappagallino Nero.

Cosa non dimenticheremo di Curieuse? Le cicatrici del fuoco e della lebbra, la onirica apparizione della magnifica baia di Anse Laraie, le grandi tartarughe Aldabra, il succulento barbecue di Brenda, il feeling con i semplici ragazzi seychellesi di Stonefish, l’assurdità dei nostri fashion connazionali.

Sbarchiamo ad ANSE ST. JOSÈ una bella e lunga spiaggia di sabbia bianca ideale per il bagno. Nel folto della vegetazione c’è una spaziosa area, attrezzata con panche e tavoloni di legno, utilizzata per i barbecue. Su questo lato dell’isola si trovano anche le testimonianze del lebbrosario. Proprio vicino alla zona predisposta per i barbecue si trova la grande casa in stile coloniale costruita nel 1870 come abitazione del medico ed infermeria. Oggi, dopo il restauro, ospita un piccolo museo con una esposizione permanente di materiale informativo e fotografico sulla storia e sui vari aspetti dell’isola. I ruderi delle case e delle strutture più semplici utilizzate dalla comunità dei malati sono invece sparsi lungo la spiaggia e ormai quasi nascosti dalla vegetazione. Queste costruzioni sono veramente molto tristi a vedersi, il loro abbandono totale, il loro misero stato e la loro devastazione, non possono che evocare tutta la sofferenza, la solitudine, le ferite del corpo e dell’anima di chi ci ha vissuto. Lungo la spiaggia però anche la natura ci mostra le sue ferite e notiamo qualche immensa base di albero carbonizzata, cristallizzata, quasi fossilizzata, aperta come la corolla di una enorme rosa grigia, triste testimonianza dell’assurdo ed inutile incendio francese di quasi 250 anni fa. I grandi alberi di takamaka che dolcemente protendono le loro chiome verso il mare sono però di una tale bellezza ed eleganza che i pensieri tristi se ne vanno. L’allegria torna del tutto quando incontriamo una banda di grossi e buffi granchi, verdi ed antennati come marziani, e una famigliola di cormorani alle prese con lezioni di volo, planata e tuffo in mare: un vero spasso! Continuiamo a camminare ed arriviamo Point Caimant dove la spiaggia finisce e la sabbia si interrompe ai piedi delle grandi rocce di Roche Canon. Qui si aprono piccole baie e scorci bellissimi, scenograficamente costruiti da graniti rossi e palme verdissime. Ore 12.00 pranzo. Brenda, Giudas e Jussa hanno preparato una bella tavola, un grande barracuda sulla griglia e vivande squisite fra cui, sublime, una insalata di pesce spada affumicato. A tavola ritroviamo i nostri compagni di viaggio che, dopo le smorfie per i bicchieri di plastica e le salse piccanti, ammettono che il cibo è ottimo e che assaggiano per la prima volta una papaia appena colta. La conversazione inevitabilmente cade su cosa c’è da fare e vedere a Praslin: secondo loro nulla vale la pena. Nonostante soggiornino al Lemuria nessuno di loro ha ancora visto Anse Georgette perché c’è un bel pezzo da fare a piedi e poi non ci sono i lettini prendisole, sono andati a cena ad Anse Volbert, un paese sporco e sgangherato, hanno trovato orribile la Vallée di Mai, terribilmente trascurata, rami e foglie secche ovunque… Il pranzo finisce e, per fortuna, anche la conversazione, li abbandoniamo alla loro crisi di astinenza da caffè espresso e ci incamminiamo per il sentiero che porta ad Anse Laraie dove la barca verrà a riprenderci alle 15.00. La camminata dura in tutto ca 45 minuti. Il sentiero attraversa l’isola e si inerpica fra la fitta vegetazione, nel punto più alto, da una terrazza di enormi e lisce rocce annerite da bruni licheni, si domina un bellissimo paesaggio di folta boscaglia tropicale, poi si inizia a ridiscendere ed appare lontana, come una visione onirica, la magnifica ANSE LARAIE. Dall’alto si resta letteralmente incantati dalla varietà dei colori del mare, dall’insieme scenografico dei vari elementi naturali, dall’esuberanza di tanta bellezza, Quando si arriva al livello del mare inizia un bosco di mangrovie, si cammina su lunghe passarelle di legno, sentieri di sabbia disseminati di enormi buche, tane di enormi granchi con enormi chele. Nel grande pianoro retrostante Anse Laraie c’è la Ranger’s Station dove nel 1970 vennero trasportate da Aldabra i primi esemplari delle tartarughe destinate a ripopolare l’isola. Qui vivono oggi ca 300 dei 500 esemplari presenti sull’isola, girano tranquillamente fra i turisti, si fanno accarezzare e prendono cibo dai bambini. E’ possibile visitare la nursery e un piccolo centro di informazioni. Anche questa zona è attrezzata con tavoli e panche per pic-nic e merende ma è un po’ più affollata perché in questa baia possono arrivarci anche i grandi catamarani delle agenzie turistiche. La nostra barca arriva puntuale e ci ritroviamo tutti a bordo diretti all’isoletta di ST.PIERRE. Questa, più che un’isola, è un grande scoglio di granito rossastro, una schiena d’asino sormontata da qualche albero e un paio di palmette. Il suo inconfondibile profilo si stende sull’orizzonte davanti ad Anse Volbert, la si vede benissimo dalla spiaggia ed è uno dei luoghi più famosi per lo snorkeling. Mentre i nostri compagni di viaggio esitano sul da farsi, noi due ci buttiamo senza riserve nel tiepido ed invitante liquido turchese. Il fondale è qui bassissimo, qua e la puoi appoggiare i piedi trovandoti circondato da mille pesci colorati. La visibilità in questa stagione non è delle migliori ma il piacere di questa nuotata è immenso. Ritorniamo verso Anse Lazio e lasciamo sulla spiaggia gli italici del Lemuria che, in auto, torneranno in hotel giusto in tempo per il loro gioco aperitivo. Noi due invece, con Colin e Giuda, riprendiamo la navigazione, costeggiamo Anse Boudin ed Anse Possession e, chiacchierando, ritorniamo lentamente verso Anse Volbert. Alle 18.30 la luce del crepuscolo inargenta la baia ed allunga le ombre delle palme, non possiamo resistere alla tentazione di un ultimo lento bagno marino.

17 GIUGNO – LA DIGUE

L’enorme e baffuto marito di Anne, gentilmente, ci accompagna in auto a Baie Ste. Anne e al molo di imbarco, se non fin dentro l’acqua, data la sua guida sportiva. L’atmosfera dei moli di imbarco è identica in tutte le parti del mondo, soprattutto sulle isole. Cambiano i dettagli e i colori, ma sei ragionevolmente sicuro di trovare sempre vecchie panchine all’ombra di una tettoia, una caffetteria dall’aria un po’ sgangherata, gli uffici delle compagnie di navigazione disordinati e pieni di carte polverose, gente con i bagagli che inganna il tempo leggendo, i taxisti e gli autisti dei pulmini degli hotel in stoica assonnata attesa. Sui moli il tempo è sempre sospeso, assente, la brezza e il vento marino trasportano lontano i pensieri, il baluginio dell’acqua ipnotizza lo sguardo, il profilo di terre lontane sull’orizzonte cattura l’immaginazione e l’umidità salmastra incolla i capelli. Anche qui è così, anche se sulla collina dietro il molo ci sono bianche casette in stile coloniale immerse in una fitta e lussureggiante vegetazione, anche se le palme a bordo mare scintillano nella luce del mattino, anche se la gente è creola e sgranocchia banana chips al posto di patatine.

Il Cat Rose, nuovo catamarano che fa la spola fra Praslin e La Digue, parte alle 10.00 precise, anzi con un paio di minuti di anticipo scioglie l’ormeggio per La Digue..

LA DIGUE Il suo nome lo deve alla nave dell’esploratore francese Marc Joseph Marron de Fresne che per primo arrivò alle Seychelles nel 1768. La sua fama la deve alle spettacolari formazioni granitiche scolpite dagli agenti atmosferici in forme fantastiche e alle sue numerose spiagge da cartolina. Con i suoi 10 km quadrati di superficie è la quarta isola delle Seychelles in ordine di grandezza e la terza per popolazione. I suoi 2.500 abitanti vivono in gran parte sulla costa occidentale nei due villaggi di La Passe, dove arriva il traghetto, e La Reunion. In realtà questi due villaggi sono un unico paese un po’ sparpagliato. A La Digue la vita sembra scorrere lenta, con la stessa velocità dei suoi tipici mezzi di trasporto: la bicicletta e il taxi-carro tirato da un robusto bue. I mezzi a motore sono pochissimi e sono limitati ad un paio di camioncini colorati che fungono da taxi al molo dei traghetti. Quasi tutta l’isola è fronteggiata da una estesa barriera corallina che, con la bassa marea, determina la formazione di una ampia laguna dalle acque basse; nella parte sud orientale, invece, la barriera è praticamente assente e la costa è battuta direttamente da grandi onde oceaniche. Il territorio, leggermente ondulato e con una sola altura centrale che supera di poco i 300 mt, è coperto di vegetazione prettamente tropicale ed ospita tartarughe giganti, enormi pipistrelli “testa di volpe” e i rarissimi meravigliosi uccelli del paradiso qui chiamati “la Veuve”. Ci sono l’Union Estate e Chateau Saint Cloud, testimoni di un tempo in cui la produzione di vaniglia e olio di copra erano i pilastri dell’economia locale, ci sono i bei resort, cottage, geusthouse, e ristoranti, testimoni di un presente in cui l’industria principale è il turismo.

Cosa non dimenticheremo di La Digue? L’atmosfera tranquilla e rilassata, le divertenti pedalate in bicicletta, la gente durante i festeggiamenti per la festa nazionale e la messa domenicale, la camminata fino ad Anse Marron con la bassa marea, la bellezza selvaggia di Anse Coco, Petit Anse e Grand Anse, Anse Source d’Argent alle prime luci del giorno, i tramonti ad Anse Severe e le chiacchiere in giardino con Jannita.

Dal porto di Praslin, come concordato, abbiamo telefonato alla sig.a Jannita per confermare il nostro arrivo e lei ci ha inviato al molo un taxista che ci carica al volo sul suo camioncino colorato insieme ai nostri bagagli e alle 2 biciclette che, lui stesso, prontamente ci affitta per un totale di 1.000 rupie (ca 55 euro) per i 5 giorni di soggiorno, compresi nel prezzo ci sono i due trasferimenti porto-guesthouse di arrivo e partenza. La Pension Hibiscus è carinissima (doppia 70 euro al giorno), due ville in un giardino fiorito proprio a due passi dal supermercato Gregoire’s, una terza villa è in costruzione. Jannita è una creola scura, a suo modo chic, la sua casa è arredata con gusto (la figlia è design a Mahè) e piena di portaritratti d’argento, ci offre da bere e ci presenta la simpatica Franca che si occupa della camera e della biancheria. Andiamo subito al supermercato Gregoire’s, molto diverso dai negozietti indiani di Anse Volbert, nuovo, grande e fornitissimo anche di prodotti italiani, i prezzi sono più o meno come da noi. Le commesse seychellesi sono in linea con quelle già incontrate, svogliate e musone. Acquistiamo tutto ciò che ci serve e dopo un pasto leggero via con la prima pedalata.

Ci si innamora subito di La Digue, ci si entusiasma assaporando un grande senso di libertà: tutti, turisti e locali, si muovono in bicicletta, i rumori del traffico sono cosa lontana, l’aria è limpida di sole e frizzante di mare, tutto sembra scorrerti intorno come un lento filmato dai colori tropicali.

Io non sono per niente una ciclista, da anni non prendevo neppure in mano la bicicletta e la prima salita che affronto, appena dopo il lussuoso resort Domaine de l’Orangerie, mi sembra insormontabile, vicino al cimitero scendo di sella e temo che per me saranno giorni difficili. Invece pian piano le gambe si sciolgono e queste salite diventano motivo di divertimento, incredibilmente, nel corso della vacanza scenderò una sola altra volta dalla sella. Quindi, non temete, pian piano, si può andare ovunque, e se si scende di sella ogni tanto non è un disonore. Arriviamo quindi ad ANSE SEVERE. Bella ed ampia, spiaggia ideale per il pomeriggio dato che il sole tramonta proprio di fronte, dietro il profilo di Praslin e Curieuse che si allungano sull’orizzonte. Anche se c’è alta marea non scompare mai completamente ed è buona anche per il bagno perché la barriera corallina che la protegge forma una sorta di piscina naturale. Tanti e grandi alberi offrono ombra, ci sono semplici bancarelle che vendono bibite e frutta, nel primo tratto ci sono dei cottage molto carini, ideali per chi volesse soggiornare a ridosso di una bella spiaggia e non lontanissimo dal centro. Anse Severe sarà la nostra spiaggia preferita per il tramonto. Riprendiamo la bicicletta ed arriviamo alla successiva ANSE PATATES che è piccolissima e molto carina. In pratica sarebbe la spiaggia dell’Hotel Patatran che la domina dall’alto come un frivolo castello per le fate, ma, come in tutte le spiagge delle Seychelles, l’accesso è libero. Lasciate la bicicletta poco prima dell’hotel e scendete per la scaletta a sinistra della ciclabile. Con l’alta marea la spiaggia diventa molto stretta e non la si può apprezzare, con la bassa marea invece offre alcuni scorci da cartolina, soprattutto addentrandosi fra i grandi massi a destra dove giocano le onde. Pian piano torniamo verso casa infilandoci in tutte le viuzze che incontriamo e facendo il censimento dei ristoranti aperti. La scelta non si rivela ampia. Passando davanti al take-away Gala siamo attirati da un invitante profumino, decidiamo così di acquistare qualcosa e di cenare tranquillamente sul nostro terrazzino. Idea magnifica! Il cibo si rivela ottimo e le porzioni abbondanti, le pietanze creole vengono servite con riso ed insalata di cipolla e papaia, oppure purea di lenticchie, la sig.a Gala è simpatica ed efficiente, il menù cambia tutte le sere, la spesa è irrisoria, ogni piatto costa 45 oppure 55 rupie!

18 GIUGNO – LA DIGUE

Che giornata magnifica! Ci si alza di buon ora e ben prima delle 8.00 siamo già in sella diretti alle spiagge sud orientali. L’aria del mattino profuma di frutta matura. La strada corre sempre all’ombra di grandi alberi che, in alcuni punti lasciano cadere tondi frutti gialli che la gente del posto chiama golden apple e raccoglie in ceste. Il percorso fino a Grand Anse è di ca. 4 km ed è un susseguirsi di salite e discese. A metà strada c’è un chiosco di frutta e frullati che teniamo presente per il ritorno. Arriviamo alla fine della ciclabile asfaltata, inizia un breve tratto sterrato, fra alte palme da cocco, che porta al ristorante Lotier Coco e alla spiaggia. GRAND ANSE è ancora nascosta dalla lunga duna sabbiosa ma già inequivocabilmente preannunciata dalla voce di grandi onde e dalla umida foschia salmastra che sale verso le palme in leggere nubi argentate. Spingiamo la bicicletta fino ad un enorme albero che svetta al centro della baia ed appare il mare, uno spettacolo magnifico. Grand Anse è la spiaggia più grande dell’isola, bellissima, selvaggia, con grandi onde spumeggianti. Restiamo in contemplazione di questo paesaggio primordiale e, rapiti dalla forza che esprime l’oceano, inaliamo a pieni polmoni il suo profumo. La spiaggia non è balneabile da giugno a settembre per le forti correnti pericolose, ma il paesaggio merita assolutamente una visita: noi ci siamo arrivati in piena solitudine e non ne dimenticheremo il fascino. Lasciamo le biciclette e proseguiamo a piedi verso PETITE ANSE che si raggiunge facilmente in ca. 15 minuti. Il sentiero inizia a sinistra del grande albero di Grand Anse e rimane parallelo alla spiaggia, dopo 100 mt cominciano le rocce e si inizia a salire verso destra, c’è anche qualche sasso sul quale c’è una freccia che indica la direzione. Comunque non si può sbagliare, basta seguire il rumore del mare, tenere sempre la destra ed arrampicarsi fino a superare il piccolo promontorio. Ogni tanto fermatevi e guardate indietro verso Grand Anse, vedrete una stupenda catena di grandi rocce scolpite dal vento e dalle onde in mille forme fantastiche. Superato il promontorio si scende a Petite Anse, molto simile a Grand Anse, ma dalle acque ancora più turchesi e, se possibile, ancora meno frequentata. Non ci fermiamo ed affrontiamo gli altri 25 minuti di cammino che ci portano verso ANSE COCO. Appena finita la discesa verso Petite Anse, inizia il sentiero per Anse Coco che prosegue parallelo alla spiaggia, dopo 150 mt si divide: a destra porta di nuovo verso la spiaggia, a sinistra si va avanti. Dopo neppure 30 mt si superano due ponticelli di assi sopra dei fossetti ed inizia un’area pianeggiante con erba alta e grandi cespugli di lantana. Si arriva quindi alle rocce del promontorio che divide le due baie, salire puntando ancora verso destra, seguendo il sentiero sempre più in alto, fino alla cima. La discesa verso il mare (che si fa sentire chiaramente) non dà alcuna anticipazione ed Anse Coco appare improvvisamente in tutta la sua bellezza. E’ meravigliosa, grande e deserta, riparata dal vento, grandi alberi e palme che offrono ombra, onde maestose al centro, piccole piscine naturali e balneabili all’estrema destra, una piccola laguna protetta da massi giganti all’estrema sinistra, Con la bassa marea si costeggia facilmente tutto il lato destro della baia fino ad arrivare alle grandi rocce, particolarmente fotogeniche, che si alzano verso il mare aperto. Anse Coco ci conquista e vi passiamo diverse ore. Qui incontriamo nuovamente Letizia, Alberto e Davide, scambiamo con loro due piacevoli chiacchere, a cui si aggiungono presto altri due turisti italiani di “passaggio”: condividiamo esperienze, impressioni ed informazioni. Pian piano ritorniamo sui nostri passi e riprendiamo le nostre biciclette: a Grand Anse ora c’è molta gente. Sulla strada del ritorno è d’obbligo la pregustata tappa alla variopinta bancarella di Bibi che espone meravigliosi frutti tropicali, prendiamo un grande piatto di frutta e due profumati frullati. La Reunion e La Passe ci accolgono, inaspettatamente, con musica e gran brulicare di gente: oggi è FESTA NAZIONALE. Numerose bancarelle, molto semplici e ruspanti, vendono pesce grigliato fra grandi colonne di fumo, piccanti pietanze creole, birra, bibite e dolcetti. Venditori di popcorn, palloncini e gadget rammentano le fiere d’un tempo. Vicino al molo è allestito un palco da cui proviene a tutto volume la simpatica musica seychellese che mescola allegramente tutti i generi possibili, qualcuno prova a ballare, molti giocano a domino sotto gli ombrelloni e i gazebi piantati vicino al mare. Ovunque sventolano allegre le bandiere e ci spiegano che il 18 Giugno è proprio il giorno in cui, nel 1996, è stata adottata la attuale bandiera nazionale con le 5 bande oblique di colore diverso: il blu rappresenta il cielo e il mare, il giallo è il sole, il rosso è il popolo e la sua passione, il bianco la giustizia, la pace e l’armonia, il verde la terra e la natura. Parcheggiamo le biciclette, ci mescoliamo alla folla e godiamo anche noi della allegra atmosfera di festa fino al calar del sole.

19 GIUGNO – LA DIGUE

Pagando un ticket di 100 rupie, oppure 10 euro, si entra nel parco della UNION ESTATE. Al suo interno, pedalando per bei vialetti sterrati che corrono fra altissime palme da cocco, si possono visitare le piantagioni di vaniglia, le tartarughe giganti e la fabbrica di olio di cocco (copra). Al suo interno c’è anche la mitica ANSE SOURCE D’ARGENT, forse la spiaggia più famosa e fotografata delle Seychelles, un luogo ritenuto imperdibile e come tale meta anche di gite in giornata da Praslin e Mahè. Che dirvi di questo mito? E’ difficile darne una descrizione precisa, in nessun punto se ne ha mai una visione completa, nessuna fotografia vi farà mai capire com’è veramente. Per quante immagini possiate mai aver visto, una volta sul posto, rimarrete comunque stupiti, vi sembrerà di aver sempre e solo visto dei dettagli e di non esser mai riusciti ad immaginare qualcosa che vi assomigliasse. Prima di tutto non si tratta di una sola spiaggia incastonata in una insenatura con scogli granitici e vegetazione lussureggiante, Anse Source d’Argent è un luogo, un insieme di miniature, piccoli scorci da cartolina e grandi affreschi, spazi aperti e luminosi, umidi anfratti ombrosi e salmastri, grandi rocce lavorate dal vento e dal mare, vere e proprie sculture, un immenso, alto e scuro promontorio granitico, una grande laguna dai riflessi verdastri, una spumeggiante barriera corallina sull’orizzonte. Tutto questo insieme è Anse Source d’Argent. Un caleidoscopio di mare, cielo, sabbia, rocce e vegetazione, che comporrà sempre nuove immagini davanti ai vostri occhi man mano che camminerete. Non fermatevi quindi al primo meraviglioso angolo che trovate: Anse Source d’Argent è tutta da scoprire.

Siamo i primi a varcare il cancello d’ingresso della Union Estate, l’aria è ancora fresca e il cielo è ancora chiaro e poco luminoso. Seguendo le indicazioni per la spiaggia si arriva fino ad un ristorante dove occorre parcheggiare la bicicletta. Da questo punto si inizia a camminare per un lungo ed ombreggiato sentiero di sabbia che corre piatto lungo il mare, nascosto fra vegetazione, rocce di granito e alberi. C’è alta marea e nel primo tratto del percorso la spiaggia è quasi del tutto assente, andiamo quindi ancora avanti, fino al punto in cui si apre una grande baia sbarrata da un alto e scuro promontorio roccioso, qui pare di essere arrivati alla fine. In fondo a questa spiaggia, invece, vediamo che il sentiero continua inerpicandosi sul promontorio. Saliamo per un buon tratto fino a sbucare su un terrazzo naturale di pietra scura che domina un panorama mozzafiato su Anse Source d’Argeant e la sua laguna corallina. Incontriamo poi una guida che sta accompagnando una coppia ad Anse Marron, considerata la spiaggia più inaccessibile dell’isola, e si offre di portare anche noi l’indomani: trekking di ca. 1 ora e mezza, 20€ a testa, sosta per il bagno e ritorno. La marea sta ora scendendo e quindi torniamo verso la grande spiaggia. Il mare, ritirandosi, assume sempre più luminosi riflessi smeraldini che contrastano con le grandi rocce animate da drammatici chiaroscuri: inizia un vero e proprio safari fotografico, le visioni migliori si hanno entrando in acqua e voltando le spalle all’orizzonte. Abbandonate le scarpe da escursionismo ed inforcate le scarpette da scoglio, scattando mille fotografie, continuiamo a camminare nell’acqua, aggiriamo le enormi rocce che chiudono la spiaggia e costeggiamo l’alto promontorio su cui ci eravamo primi arrampicati. Camminiamo ancora con l’acqua che arriva ora alle caviglie, ora alla cintola, e, seguendo dei ragazzini locali, prima superiamo un paio di bellissime spiaggette bianche e deserte, poi arriviamo alle grandi rocce di ANSE MARRON. Senza volerlo, letteralmente rapiti da uno scenario di incredibile bellezza, siamo arrivati via mare dove non avremmo mai creduto di poter arrivare. Non conoscendo bene i tempi della marea e realizzando che avevamo percorso un bel tratto di strada, per prudenza, riprendiamo subito la via del ritorno. Jannita, una volta a casa, ci confermerà che i locali, approfittando della bassa marea, usano fare questo percorso via mare per arrivare ad Anse Marron e andare a pescare con la fiocina, ma bisogna prestare molta attenzione a non farsi sorprendere dall’alta marea. Tornati alla spiaggia, dopo la nostra avventurosa esplorazione, ci rilassiamo con un lungo e tranquillo bagno in compagnia di una simpatica tartaruga marina. Sulla via del ritorno, poi, man mano che ci si avvicina al ristorante, i luoghi che stamane apparivano magici, ombrosi e silenti, li troviamo ora affollatissimi di gente rumorosa ed afosi. In sostanza, andate ad Anse Source d’Argent molto presto e spingetevi fino all’ultima grande spiaggia, che resta comunque tranquilla per tutta la giornata. Per finire segnalo che, contrariamente a quanto letto, sulla spiaggia noi non abbiamo trovato nessuno che affittasse lettini e/o vendesse frutta e il ristorante (dove avevamo lasciato le bici) cucinava solo piatti creoli pesantucci, quindi se ci andrete a giugno, meglio portarsi acqua e cibo. Nel caso ci voleste tornare, conservate i biglietti di ingresso: con due ingressi pagati, il terzo sarà gratuito.

Oggi è domenica, oltre il 90% dei Seychellesi è di religione cristiana, le campane delle chiese di La Reunion annunciano allegre che è terminata la messa. Attirati da un grande sfoggio di ampi ed eleganti cappelli di paglia leggera, ci fermiamo ad osservare le signore che escono dalla chiesa e la gente vestita a festa che, in piccoli gruppi, si ferma sul piazzale a fare due chiacchiere o si incammina lentamente verso casa nella luce dorata del tramonto. Il sacerdote è sulla porta e saluta tutti con una stretta di mano, ci nota e ci invita a visitare la chiesa, comprende il nostro imbarazzo per il look da spiaggianti ma, con un bel sorriso, ci dice, in un bel francese, che siamo i benvenuti.

20 GIUGNO – DIGUE – lunedì

Durante la notte è venuto giù un bell’acquazzone tropicale e, stamane, cielo e mare sono bellissimi: ampie chiazze di azzurro e turchese fra grandi nubi di panna, piume d’argento e di piombo che si rincorrono velocissime a bassa quota, mille specchi di luce radente rimbalzano sulle onde e sciabole di sole scendono a fiotto dai nuvoloni scuri. L’aria è particolarmente frizzante, ci dà allegria e una grande energia. Partiamo alla scoperta delle SPIAGGE dell’EST. Superate Anse Severe e Anse Patates, la ciclabile prosegue costeggiando il mare ed alternando continuamente tratti pianeggianti a salite e discese. Una dopo l’altra si incontrano le spiagge di ANSE GROSSE ROCHE e ANSE BANANE, entrambe belle, deserte e bordate da una ampia laguna corallina. Ci fermiamo ad Anse Banane dove il mare è meno mosso e si può fare il bagno più tranquillamente; sulla strada dietro la spiaggia, c’è anche un chiosco che vende frutta e frullati. Ancora qualche pedalata e, alla fine della ciclabile, si arriva ad ANSE FOURMIS, dominata da un paio di grandi palme da cocco che si protendono curve verso il mare creando uno sfondo ideale per le classiche foto spiaggia tropicale da sogno. Tutte queste spiagge rivolte ad Est sono perfette per prendere il sole la mattina, sono tranquillissime se non deserte (meglio portarsi cibo ed acqua), non ci sono i tipici massi granitici (a parte il roccione a forma di fungo a Grosse Roche) e la sabbia è di grana grossa. L’orizzonte a Est è vistosamente coronato dalle sagome di tante isolette fra cui Coco e Felicitè, il panorama che ne risulta è bellissimo.

21 GIUGNO – DIGUE – martedì

Questa mattina il tempo è capriccioso, il cielo è coperto e quindi lasciamo perdere l’escursione al Parco marino delle Isole Coco e Felicitè in quanto esclusivamente a base di snorkeling. Ci dedichiamo invece alla lettura e alla programmazione dei prossimi giorni a Mahè. Non mancano anche due chiacchiere con Jannita, una divertente babele di francese e inglese, le loro due lingue ufficiali, italiano, la mia lingua ufficiale, e creolo seycellese, il loro tipico idioma, molto musicale, basato su un francese elementare. Insieme passiamo in rassegna i suoi fiori e le sue strane piante officinali, di cui mi illustra le varie proprietà. Constatiamo di condividere una vera passione per gli hibiscus, entrambe ne possediamo di diversi colori, lei ne ha fatto il simbolo della sua guesthouse. Mi invita nel suo salotto, ampio e luminoso, pieno zeppo di fotografie e computer accesi. Jannita è una donna autonoma ed indipendente, senza marito, da quando la figlia si è trasferita a Mahè vive sola ed amministra la sua guesthouse in piena efficienza. Jannita è il classico prodotto della società matriarcale seycellese in cui sono le madri ad avere il pieno controllo delle famiglie e il ruolo del maschio è marginale ed aleatorio, limitato ad una mera contribuzione di carattere economico. Le madri nubili sono qui la norma, il matrimonio e il riconoscimento della paternità sono ritenuti accessori. Il vero nucleo famigliare è ritenuto essere quello costituito dalla linea femminile figlia, madre, nonna, zie: considerato che l’83% della popolazione è cattolica, ha quasi dell’incredibile…

Ecco di nuovo il sole, le nubi hanno ceduto il passo al sereno e noi andiamo dritti ad Anse Severe a goderci un pigro relax per tutto il pomeriggio e l’ultimo magnifico tramonto a La Digue.

22 GIUGNO – MAHE’ – mercoledì

Alle 7.00 precise il taxista preleva noi, i nostri bagagli e le biciclette, dopo pochi minuti, scarica tutto al porto. Al molo, al posto del catamarano Cat Rose, c’è ancorata La Curieuse, una sorta di slanciata goletta con molti posti all’aperto. e alle 7.30 salpiamo. La traversata con questa imbarcazione acquista un sapore di altri tempi, il percorso dura esattamente il doppio che con il catamarano, possiamo però godere della brezza marina mattutina e di qualche spuzzo prodotto dall’impatto della chiglia con le lunghe ed alte onde dell’Oceano Indiano, vediamo Praslin avvicinarsi sempre di più, ne distinguiamo le spiagge e le casette, ci sentiamo un po’ come gli esploratori. Dopo ca 30 minuti arriviamo al porto di Baie St. Anne con buon anticipo per la coincidenza con il Cat Cocos che parte alle 9 e quindi telefoniamo a Casadani per confermare il nostro arrivo a Mahè per le 10.00. Sulla traversata da Praslin a Mahè avevamo letto cose tremende. Il mare è sicuramente molto diverso dal Mediterraneo, le onde ci sono, alcune imponenti e robuste, sobbalzi e “vuoti d’aria” sono garantiti, ma se non avete mai sofferto il mal di mare credo che non lo soffrirete neppure qui. Tutto dipende dal vostro rapporto con il mare, noi non abbiamo preso nulla, avevamo anche fatto colazione, e non siamo stati male.

MAHE’ Il 21 dicembre 1742 Lazare Picault, comandante di due navi in missione di ricognizione per la Compagnia francese delle Indie Orientali, perso nell’Oceano Indiano, attraccò per caso sull’isola con il suo equipaggio e la chiamò L’Ile d’Abondance e diede il suo nome alla baia dove sbarcò, Baie St. Lazare, che poi diverrà Port Victoria. Nel 1744 il comandante ritornò sull’isola, questa volta per ordine di Mahe de Labourdonnais, governatore delle Mauritius, e in suo onore la ribattezzò Mahè. L’isola è formata prevalentemente da granito, il punto più alto dell’isola è costituito da tre cime, di cui il monte Morne Seychellois è la vetta principale con i suoi 905 metri di altezza. Questi tre picchi tondeggianti scendono verso il mare, con grandi balze fitte di vegetazione e con enormi scivoli di liscio granito che assomigliano a colate laviche. Arrivate al mare, le pendici di questi giganti di granito, si aprono in baie incontaminate ed abbracciano le lagune più azzurre che si possano immaginare. Questo luogo incantato è ora il Parco Nazionale Morne che occupa una buona parte del nord dell’isola. Mahè misura 27 km di lunghezza e 7 di larghezza, per visitarla è indispensabile disporre di un auto. Unico problema è la pericolosità delle strade: come a Praslin i cigli sono inesistenti e i bordi delle carreggiate strapiombano in fossetti molto profondi, con la differenza che a Mahè il traffico è decisamente maggiore e quindi si hanno più probabilità di inconvenienti.

Cosa non dimenticheremo di Mahè? Gli scenari del Parco Morne, l’atmosfera selvaggia di Anse Major, i colori di Port Glaud, le onde di Anse Intendance e Anse Louis. La vivacità della capitale e le terribili strade dell’isola. La gente assortita, i villaggi di povere casupole e povere cose, il villaggio di Eden Island di villette con piscina e posto barca, le contraddizioni di questa nazione. Marvin, il nauta-taxista, flessuoso e generoso come le palme della sua terra. Mister Dani, il business-man opulento, pronto a spremere, fino all’ultima, le palme della sua terra.

Il Cat Cocos ci deposita, come Picault, nella ampia baia di Victoria, ben riparata da una serie di isole che ora costituiscono il Ste Anne Marine Nationl Park. L’autista di Casadani ci sta aspettando per portarci a Bel Ombre. Attraversiamo VICTORIA che ci riporta immediatamente, e un po’ traumaticamente, a contatto con la civiltà. Il porto è affollato di gente e furgoncini, merci, container e navi mercantili; giganteschi pescherecci e grandi capannoni con insegne a forma di pesce attestano che la pesca e la lavorazione del pescato formano la maggior parte dell’industria locale. Intorno al porto, altre piccole fabbriche con i cortili pieni di noci di cocco per la produzione dell’olio, altre pubblicizzano l’export di vaniglia e sapone. La città mette in mostra negozi, bar e ristoranti, grandi magazzini, chiese e banche, edifici pubblici, scuole, musei, il tribunale e un giardino botanico. Le strade sono rallegrate da aiuole fiorite, ci sono rotatorie con monumenti e fontane, persino un Big Ben in miniatura che sorveglia l’incrocio fra le due arterie principali. Ovunque è un brulicare di gente, una miscela eterogenea di africani, europei ed asiatici, tutti indaffarati nelle proprie incombenze quotidiane. Mahè è l’isola più grande, vi abitano circa 72.000 persone, il 90% della popolazione delle Seychelles, e nella sua capitale, Victoria, ne è concentrato almeno un terzo. Pertanto, a noi, la capitale più piccola del mondo, dopo la tranquillità di Praslin e La Digue, appare inevitabilmente vivace e trafficata. Situata sulla costa nord-est, Victoria è disposta come un anfiteatro, dal porto sale fin sulle alte pendici dei monti che scendono veloci al mare; per andare sul versante occidentale, quindi, la strada si arrampica con ripidi tornanti. Appena si scollina, poi, appare la luminosa costa occidentale e la strada scende rapidamente fino alla località di Beau Vallon, giriamo a sinistra verso Bel Ombre e poco dopo svoltiamo nella stradina che sale all’Hotel Casadani (100 euro al giorno doppia, colazione e cena). Ci accoglie la professionale Jacqueline, sorella di Mister Dani, comprendiamo subito che qui è tutto ben organizzato e il business è sapientemente gestito. Si può noleggiare l’auto tramite la Danis’s Car Hire, si possono fare gite in barca con il catamarano di Mister Dani o partecipare ad una battuta di pesca su uno dei pescherecci di Mister Dani, si organizzano escursioni a La Digue dove Mister Dani possiede dei cottage, si possono richiedere escursioni su misura a Mahè con l’autista di Casadani a disposizione. Mister Dani è convenzionato con alcune agenzie italiane e tramite loro vende direttamente il suo pacchetto turistico, la presenza italiana è pertanto massiccia, ma questa settimana c’è anche una bella comitiva di studiosi, provenienti da tutti i paesi africani di lingua inglese, che partecipano ad un congresso a Victoria. Alle pareti ci sono molte fotografie che ritraggono un corpulento e determinato cinquantenne di razza bianca: Mister Dani, una potenza.

BEL OMBRE. I resort Berjaya e Le Meridien chiudono verso sud la baia e la zona turistica di Beau Vallon, da qui inizia la tranquilla località di Bel Ombre. Non c’è un paese, le case, le guesthouse e i cottage sono disposti, tutti in posizione piuttosto rialzata, lungo la strada che costeggia il mare per due chilometri e finisce dove c’è il rinomato ristorante La Scala gestito, da una coppia italiana, il capolinea del bus 21 e le casette di Danzil. Il fascino e il punto di interesse di questo angolo di mondo sta nel fatto che proprio alle spalle di Bel Ombre e Danzil si alzano le nere pendici, ombrose e lussureggianti, del MORNE SEYCHELLOIS NATIONAL PARK.

Sono le 11.30 e la nostra prima escursione, a piedi, parte proprio da Bel Ombre verso il Morne Seychellois National Park. Acquistiamo in un trasandato mini market succo di mango e qualcosa da mangiare, costeggiamo il porticciolo dove un gruppetto di uomini se ne sta ozioso all’ombra bevendo birra, arriviamo al capolinea del bus e, seguendo la consunta indicazione che segna l’inizio del Parco, prendiamo il sentiero che inizia a salire fra fitta vegetazione e povere casupole di gente malandata che tira a campare. Questo primo contatto con la gente di Mahè ci fa capire che qui, a differenza di Praslin e La Digue, c’è gente che non se la passa molto bene o quantomeno sono più visibili segni di miseria e trascuratezza. Il sentiero si fa via via più erto e selvaggio e , quando torna poi ad affacciarsi sul mare, ci rendiamo conto di esser saliti molto in alto: qui regna incontrastata la sola forza e bellezza di un paesaggio antico e primordiale. Un susseguirsi di suggestivi scorci a strapiombo sul mare oppure verso le vette granitiche dei tre monti più alti avvolte dalle nubi, incredibili scivoli di granito che si tuffano verso il mare e un gran contrasto cromatico fra il nero e il rossastro delle rocce, il blu del mare, lo smeraldo della vegetazione e i mille riflessi del cielo. Dopo due ore di cammino arriviamo ad un belvedere con panorama mozzafiato sulle due bellissime calette gemelle di ANSE MAJOR e ANSE JASMINE. L’emozione che dà la loro apparizione è indescrivibile, ogni fatica è ampiamente compensata da tale straordinaria, selvaggia e pura bellezza. Sulla spiaggia, oltre noi, ci sono solo altre 4 persone. Scopriamo con grande piacere che potremo fare ritorno a Bel Ombre via mare grazie al Taxi Boat di Marvin e così ci accordiamo con lui per le 17.00. Marvin è un simpatico creolo dalla pelle ambrata, alto e snello, un bel sorriso e modi educati, parla bene anche l’italiano avendo lavorato su uno yacht romano per una intera stagione in Sardegna. Dato che siamo i suoi ultimi clienti, prima di partire raccoglie delle noci di cocco che gli occorrono per cucinare la cena e ce ne offre un paio tagliate ad arte. Percorriamo con calma il tratto di mare da Anse Major al porticciolo di Bel Ombre e ci godiamo lo scenario regale del monte Morne illuminato dalla luce del tramonto e coronato da grigie nubi minacciose. Uno spettacolo magnifico.

23 GIUGNO – MAHE’ – giovedì

Il nostro itinerario oggi prevede il giro della parte meridionale dell’isola, ricca di belle spiagge, pare ce ne siano 65 !! Con la nostra auto attraversiamo Victoria, prendiamo direzione aeroporto e poi sempre dritto verso sud. Strada facendo non si trovano indicazioni con i nomi delle spiagge, ma quasi tutte si vedono dalla strada principale. Per individuarle con precisione basta fare attenzione ad ogni riferimento utile, con un po’ di intuito si trovano tutte e sono tutte comodamente raggiungibili con la macchina. Le SPIAGGE a SUD EST, avendo la barriera molto a ridosso, sono particolarmente influenzate nel loro aspetto e nella loro godibilità dalle maree. Con l’alta marea il mare è piuttosto inquieto e torbido, arriva spesso a coprire interamente la sabbia e molte spiagge sono quasi inesistenti, con la bassa marea le spiagge esprimono appieno la loro bellezza e il mare sfodera i suoi migliori colori. Noi le abbiamo viste sia con l’alta che con la bassa marea e vi assicuriamo che appaiono completamente diverse. Da Victoria ad Anse Forbans la strada è bella, queste spiagge sono pertanto facilmente e velocemente raggiungibili anche dai seychellesi che, purtroppo, dopo i loro pic-nic, le lasciano piuttosto sporche. Vi segnaliamo brevemente le principali che abbiamo visitato. FAIRYLAND BEACH e ANSE ROYALE, pittorescamente divise da uno sperone e da una graziosa isoletta granitica denominata Ile Souris; ANSE PARNEL, piccola e molto tranquilla, merita una sosta per le bellissime palme ricurve e il grazioso ristorantino, con grandi ombrelloni bianchi, presso cui si può parcheggiare e, naturalmente, mangiare; ANSE FORBANS e ANSE MARIE LUOISE, belle e ampie baie con acqua bassa. Per le SPIAGGE di SUD OVEST è un altro discorso, da questo lato la costa è più frastagliata e la strada è in molti punti stretta e tortuosa, spiagge aperte con acque profonde e grandi onde si alternano a spiagge in baie molto riparate con acqua bassa e immobile. Le spiagge a ridosso delle zone abitate sono inevitabilmente un po’ sporche, mentre quelle su cui si affacciano i resort sono perfette ed immacolate. Fra tutte citiamo. ANSE INTENDANCE una lunga distesa di sabbia aperta verso l’oceano, azzurro ed abbagliante, onde spumeggianti si infrangono maestose sulla rena; ben nascosto fra la fitta vegetazione c’è il Banyan Tree Resort e il suo ristorante, ci si arriva con una piccola deviazione che profuma di spezie. ANSE TAKAMAKA una spiaggia molto apprezzata, molto grande e larga, bello lo scorcio con le case a filo d’onda. Tenete presente che nel tratto di costa da Anse Police ad Anse Takamaka, da maggio a settembre, è vietata la balneazione per le forti e pericolose correnti. Tranquillamente balneabili sono invece BAIE LAZARE e ANSE LA MOUCHE, con acqua bassa, alberi di takamaka e palme. Quella di cui ci siamo innamorati è però ANSE LOUIS, spiaggia enorme con mare dai colori bellissimi, ottima per fare il bagno senza dover stare attenti alle rocce, godibile anche con un po’ di onde. Questa è la spiaggia dell’esclusivo Maia Luxury Resort e come tale molto curata, ma aperta a tutti. Subito dopo ANSE BOILEAU, una lunga distesa di sabbia bianca. Arrivati a GRANDE ANSE, uno spiaggione non balneabile, prendiamo il Chemin de la Misere, la strada che attraversa l’isola e, passando per La Misere e Mont Fleuri, torna a Victoria.

Questa sera Hotel Casadani ospita un simpatico complessino locale e tutti ci divertiamo un sacco, italiani e congressisti africani, anche la risoluta Jacqueline e i camerieri alla fine si lanciano nelle danze. La musica delle Seychelles è molto eterogenea esattamente come la sua popolazione. Ogni brano musicale sembra una sintesi di due o tre generi diversi: la base ritmica è sicuramente di origine europea ed assomiglia a una polka o una mazurka, su questa poi, si innestano e si sovrappongono vocalizzi di tipo africano e melodie di ispirazione indiana. Il risultato è comunque molto allegro e invita alla danza. Mister Dani sorveglia sornione il tutto, poi si siede con noi ed insiste per offrirci qualcosa da bere, ha voglia di chiacchierare. Dopo un po’ il suo discorso finisce sull’economia delle Seychelles, il rapido sviluppo del reddito pro capite che si è registrato a partire dalla data dell’indipendenza, nel 1976, rispetto al livello di sussistenza del periodo precedente, la politica governativa di incoraggiamento di investimenti stranieri nel settore turistico (..e penso allo scempio che stanno realizzando con la costruzione di Eden Island davanti all’aeroporto), gli incentivi al settore della pesca (..e penso ai suoi quindici pescherecci), alle piccole imprese e, recentemente, al settore finanziario offshore. Ci tiene a dire che le Seychelles appartengono geograficamente al continente africano ma che spiccano per posizione di eccellenza in tema di sicurezza sociale (..e penso alle armature delle finestre di ville e case), partecipazione democratica (..e penso al colpo di stato e allo stato unipartitico) e sviluppo umano (..e penso alle povere casupole). Tutto si spiega quando ci dice di essere stato per 5 anni uno dei 34 parlamentari membri della Assemblée National.

24 GIUGNO – MAHE’ – venerdì

Di buon ora si va al MERCATO di VICTORIA, il colorato e pittoresco Sir Selwyn Selwyn Clarke Market. Il mercato è ospitato in una struttura di foggia orientaleggiante costruita nel XVIII secolo, quasi una grande pagoda aperta su tutti i lati e dipinta a vivaci colori. Al piano terra ci sono i grandi banchi del pesce: bellissimi, espongono in file ordinate grandi esemplari di tutte le razze, fra cui enormi squali che vengono affettati con grandi coltelli. Al centro della pagoda, sotto una miriade di colorati ombrelli da sole, brillano su piccole bancarelle le frutta e le verdure, in un altro angolo effondono i loro profumi le spezie tipiche della cucina creola e le erbe medicinali. Nelle botteghe al piano rialzato sono esposti abiti, suppellettili e souvenir. Le ampie sciarpe di cotone e i colorati pareo appesi sulle balconate, svolazzano allegramente come tante bandiere che mostrano orgogliose i loro vessilli: hibischi, tartarughe e pesci. Nelle vie intorno al mercato ci sono molte altre bancarelle, negozi e centri commerciali, pertanto tutta la zona è molto affollata e vivace. A pochi passi dal mercato c’è la curiosa costruzione del Tempio Indù con la sua cupola piramidale affollatissima di idoli, e poco oltre le due Cattedrali Cristiane, quella cattolica e quella anglicana, più defilata la Moschea. Considerato che gli Indù sono circa il 2% e i musulmani l’1% non si può dire che le minoranze religiose non siano rispettate! Gironzolando per le vie di Victoria arriva presto mezzogiorno e restiamo intrappolati da un traffico pazzesco, tutte le auto sembrano essersi mosse insieme: è l’ora della pausa pranzo e tutti vanno a casa. Svincolatici dalla tentacolare metropoli, prendiamo la via dei monti ed attraversiamo l’isola scendendo nuovamente sulla costa occidentale. Il tratto di costa che va da PORT GAUD a PORT LAUNAY è magnifico! Sicuramente fra i più belli delle Seychelles. Le due baie sono molto protette dalle isole Therese e Conception e il mare è quindi immobile e limpidissimo, i fondali sono un arcobaleno di mille sfumature di azzurro, verde, turchese, indaco e violetto. Le isole, selvagge e disabitate, sono grandi sculture di graniti poliformi, da ogni angolo sbucano palmizi e piante tropicali. Le immagini di questo luogo restano scolpite nella mente a tinte vivide e identificano appieno il cuore antico delle Seychelles, questo arcipelago nato milioni di anni fa dalla separazione dell’India dall’Africa, forgiato da potenti vulcani sottomarini, levigato dal vento e dalle onde. Non sono le immagini di bianche spiagge con palme ricurve ma i paesaggi come questo che rendono le Seychelles uniche al mondo. L’accoppiata turismo – business ha, naturalmente, messo radici anche qui e il grande complesso alberghiero Ephelia Hotel della catena Constance (la stessa del Lémuria Hotel di Praslin, per intendersi) occupa interamente il piccolo promontorio che divide le due baie. Di buono c’è che non lo si vede proprio, vi si accede per dei ponticelli, e, come al Lémuria è possibile entrarvi e godere delle spiagge. Se non volete avventurarvi fra le strutture dell’Hotel potete proseguire dritto sulla strada fino al piazzale dove c’è il capolinea dei bus, parcheggiare e andare direttamente sulla spiaggia di Port Launay. Il posto è fantastico per il bagno e lo snorkeling. Non proseguite oltre con l’automobile! La strada asfaltata potrebbe invitarvi a continuare in direzione dell’ultima magnifica spiaggia di BAIE TERNAY, ma non lasciatevi tentare. Andando avanti la strada diventa strettissima e pericolosa, se incontrate un altro mezzo non avrete chance, facilissimo rovinare la macchina se non la vacanza. A Baie Ternay è meglio andarci a piedi, da Port Launay ci sono circa 3 km facili, oppure con le escursioni in barca che partono sia Beau Vallon che da Port Launay.

Rientriamo a Casadani al tramonto, e dalla terrazza possiamo contemplare il sole che, proprio dritto davanti a noi, scende dietro la montuosa isola di Silhouette. Una nave, lasciando dietro di se un’ampia scia dorata, sta andando proprio in quella direzione, verso il sole, verso Silhouette.

25 GIUGNO – MAHE’ – sabato

Siamo arrivati al nostro ultimo giorno e, come sempre, ci sentiamo presi da una sorta di apatia, nel vero senso greco della parola. Così decidiamo di andarcene verso una spiaggia tranquilla, raggiungibile con pochissimo impegno di guida e nessun impegno di gambe, una spiaggia su cui stenderci al sole e non pensare a niente. All’unanimità scegliamo di tornare ad ANSE PARNEL.

Dopo uno spuntino riprendiamo la via del ritorno e facciamo sosta a BEAU VALLON per qualche ultimo acquisto. Questa località ha una ampia spiaggia, forse la più grande dell’isola, di sabbia bianca lambita da un tranquillo mare turchese, dietro la spiaggia corre un ampio viale, una sorta di lungomare, ombreggiato da alti e grandi alberi, tutto intorno è un mix di alberghi, cottage, guesthouse, ristoranti e negozietti. Insomma, si tratta della più vasta ed attrezzata area turistica. La spiaggia e i suoi dintorni, oltre che dai turisti, sono frequentatissimi da una sfaccendata gioventù seychellese che non è proprio un bell’esempio di tutto quel progresso decantato da Mister Dani. Le attività predilette sembrano il bere birra, ascoltare musica ad alto volume dalle autoradio, trafficare in business non propriamente leciti. Come sembrano lontane le atmosfere di Praslin e La Digue! Prima di scegliere Casadani, avevamo avuto una mezza intenzione di prenotare una sistemazione a Beau Vallon, ma siamo stati contenti di non averlo fatto. Abbiamo ancora un po’ di tempo e così seguiamo la strada che costeggia il mare in direzione nord fino a GLACIS una località graziosa di casette nascoste fra la vegetazione e incastrate fra gli scogli. Anche il nome mi piace, mi hanno spiegato che glacis è la parola creola che indica quelle grandi e caratteristiche rocce lisce che sembrano enormi torte ricoperte di glassa… Torniamo a Casadani e ci prepariamo per la cena. Il simpatico chef ci ha riservato una super doppia porzione di torta al cioccolato, ma la tristezza è inevitabile al momento di caricare i bagagli sul pulmino che ci accompagnerà all’aeroporto. Alle 22.30 l’aereo si alza, pian piano le Seychelles scompaiono nella notte.

INFOMEMO – Cosa è utile fare e sapere prima di partire

Documenti: passaporto con validità di almeno 6 mesi. Sul passaporto vi metteranno un bel timbro a forma di “coco de mer” con la data di ingresso e la data di scadenza del permesso di soggiorno che corrisponderà alla data del vostro biglietto aereo di ritorno. Se dovete prolungare il soggiorno per qualche motivo dovrete rivolgervi agli uffici immigrazione.

Visti: non sono necessari. Sull’aereo consegnano un modulo da compilare con i propri dati, quelli del passaporto, la durata del soggiorno e il nome dell’hotel dove si soggiornerà. Questo modulo andrà presentato, insieme al passaporto, alla dogana di arrivo, ve ne restituiranno una parte, timbrata, da conservare e presentare alla dogana il giorno di partenza. Tenete presente che se non indicherete il nome di una struttura alberghiera alla dogana non vi faranno passare e vi invieranno al servizio prenotazioni per recuperare una sistemazione. Alle Seychelles non si entra senza un biglietto areo di ritorno e un letto per dormire. In ogni caso non c’è un controllo sulla effettiva prenotazione e quindi, nel caso non vogliate proprio prenotare qualcosa, scrivete comunque il nome di una struttura che conoscete e passerete tranquillamente.

Biglietti arei: stabilito il periodo di vacanza, iniziate per tempo ad osservare le quotazioni dei voli per le date che vi interessano. Tenete d’occhio sia i siti delle compagnie aeree che degli intermediari specializzati (Expedia, Opodo, ecc), vi segnaliamo anche Alke Viaggi, un tour operator specializzato nell’Oceano Indiano che offre anche interessanti pacchetti preconfezionati. Noi abbiamo monitorato i prezzi a partire da dicembre ed abbiamo acquistato i biglietti a febbraio proprio con Alke Viaggi che è risultato il più conveniente (Euro 650 andata Milano-Roma-Mahè-Praslin + ritorno Mahè-Milano). Verificare l’esattezza della ricevuta del biglietto elettronico che vi verrà inviata via mail, memorizzare i contatti telefonici e mail della compagnia aerea che utilizzate per conferma del volo di ritorno o necessità in caso disguido bagagli. Air Seychelles www.airseychelles.com;

Volo interno Mahè – Praslin: costa ca. 80 euro. Verificare il numero e gli orari di tutte le partenze possibili nel giorno di vostro interesse. La frequenza dei collegamenti interni varia in base ai giorni della settimana, del periodo e delle loro festività: meglio verificare prima la possibilità di avere o meno alternative nel caso si perdesse il volo interno prenotato per un ritardo del volo internazionale. Le stive degli aerei interni sono piccole, possibile che il vostro bagaglio non viaggi con voi: se all’arrivo a Praslin non lo trovate, non temete, segnatelo alla hostess di terra e Air Seychelles ve lo farà avere direttamente in hotel. Meglio dunque prenotare dall’Italia almeno la prima sistemazione e di scriverla sul cartellino della valigia, così facendo avrete già risolto due problemi: l’indicazione della prenotazione sul modulo della dogana (cfr visti) e l’eventualità che valigia vi debba essere recapitata in un secondo momento.

Assicurazione Sanitaria: noi l’abbiamo fatta la settimana prima di partire, via internet, con Genertel a Euro 80.

Soldi: si può prelevare contante con il bancomat e pagare con carta credito i ristoranti, i biglietti dei traghetti e le escursioni organizzate dalle agenzie turistiche. Meglio avere sempre del contante di riserva, potrebbero esserci problemi sulle linee. Il contante è indispensabile per pagare le guesthouse, i mini market indiani, noleggio auto e bici, bancarelle ed escursioni faidatè.

Euro e Rupie: potete pagare indifferentemente con una o l’altra moneta, non ci sono più obblighi o divieti in proposito. Ma é più conveniente pagare in rupie? No. Le rupie sono indispensabili per le piccole spese nei mini market, al mercato e alle bancarelle di frutta, per la benzina e nient’altro. Gli euro sono necessari per le guesthouse, noleggio auto ed escursioni in barca. Nei ristoranti scegliete voi, non c’è gran differenza e noi abbiamo sempre trovato più conveniente il prezzo in euro.

Cambio: 1 Euro ca. 16.60/17.00 Rupie (SCR) All’aeroporto è bene cambiare una piccola somma per taxi e prime necessità. Cambiate piccole somme alla volta, gli sportelli bancari sono molto diffusi, non farete fila neppure a Victoria: i turisti hanno la precedenza. Ci sono anche piccole edicole private che offrono cambio a tasso pieno senza spese. Il cambio più vantaggioso? al botteghino di cambio sul molo del porto di Praslin.

Fuso orario: + 2 quando da noi c’è l’ora legale, normalmente + 3.

Ore di luce: dodici ore giuste di luce, alba 6.00/6.30, tramonto 18.00/18.30 alle 19.00 c’è buio!

Lingua: l’idioma di uso quotidiano è il creolo seychellese che assomiglia molto ad un francese elementare. Tutti studiano e parlano, bene e preferibilmente, il francese, e generalmente altrettanto bene l’inglese, le due lingue studiate a scuola. L’italiano è pure abbastanza parlicchiato e capito.

Catamarani e traghetti:

1) Linea Mahè – Praslin in 1 ora circa con il Cat Cocos della compagnia Inter Island Boats Ltd. Costo per tratta 690 rupie a testa (40,50 euro). Offre anche un servizio gratuito di Shuttle Bus da/per Mahè Airport e Victoria Port.

2) Linea Praslin – La Digue in 15 minuti con il Cat Rose e in 30 minuti con le motonavi Curieuse e Silhouette della compagnia Inter Island Ferry Ltd. Costo – sia col catamarano che con la motonave – per biglietto di andata e ritorno 20 euro.

Al porto di Praslin gli uffici delle due compagnie sono distinti ma vicinissimi, in entrambi si può pagare con carta di credito. Prima di acquistare i biglietti verificate bene gli orari di entrambe le compagnie, soprattutto se avete necessità di coincidenza: la tratta Praslin – La Digue ha numerose corse al giorno, Praslin-Mahè sono invece meno numerose. Noi non abbiamo fatto alcuna prenotazione dall’Italia e abbiamo acquistato i biglietti in loco, problemi di posto, a giugno non ce ne sono, nei periodi di alta stagione penso sia meglio verificare.

Auto: si guida a sinistra, le condizioni delle strade richiedono particolare attenzione e prudenza. Meglio evitare la guida nelle ore serali anche perché le strade sono veramente, ma veramente buie.

Abbiamo noleggiato l’auto:

– 2 giorni a Praslin direttamente in Villa Bananier per Euro 40 al giorno

– 3 giorni a Mahè direttamente in Casadani – Dani’s Car Hire per Euro 40 al giorno

Al porto di Victoria si noleggiavano a Euro 35 al giorno, ma abbiamo preferito ritiro e consegna presso la guesthouse. Benzina: 18 rupie al litro.

Biciclette: indispensabili a La Digue. Appena scenderete dal catamarano verrete assaliti dai noleggiatori di biciclette. Ci sono state offerte 2 bici, per 5 giorni, a 800 Rupie, ma le abbiamo noleggiate a 1.000 Rupie (10 euro di differenza) dal taxista che ci ha incluso nel prezzo il trasporto da/per il porto e la guesthouse.

Taxi: non sono a buon mercato e ci sono pochi margini di trattativa. Noi abbiamo utilizzato il taxi solo al nostro arrivo a Praslin per il percorso Aeroporto-Anse Volbert (20 euro). Dato che ce ne sono pochi il taxista ci ha lasciato il suo numero di telefono nel caso avessimo avuto bisogno: 00248.2715701 Astoulo Taxi. In tutti gli altri casi le guesthouse ci hanno procurato i transfer.

Telefono/Internet: per chiamare i numeri delle Seychelles il prefisso è 00248 Con telefono ed e-mail non abbiamo mai avuto problemi, gli SMS andavano invece ad intermittenza. Si possono acquistare anche carte telefoniche locali. I collegamenti wi-fi non hanno mai funzionato. Ricordarsi caricabatterie e custodia impermeabile per telefono.

Spine-Adattatori: le prese elettriche sono di tipo inglese, di solito gli adattatori ci sono, ma è meglio avere sempre anche i propri.

Torcia elettrica: l’illuminazione pubblica è molto scarsa, praticamente inesistente a La Digue dove la torcia è indispensabile, ma l’abbiamo usata anche a Praslin.

Salute: non ci sono zone a rischio e non è prescritta alcuna vaccinazione, unico problema possono essere le zanzare nella stagione umida. Noi non ne abbiamo viste, neppure nella Vallee de Mai. Ci sono piccoli ospedali ma non prestano cure specialistiche, in caso di necessità Mahè ha collegamenti giornalieri con l’Europa e più volte la settimana con Nairobi (cfr. assicurazione).

Farmaci: portate tutti i vostri abituali e un kit completo per ogni evenienza. Fate come se non ci fossero le farmacie, non ne abbiamo praticamente viste.

Insetti: fornelletti e piastrine per zanzare sono comunque utili in camera. Attenzione ai moscerini da spiaggia, soprattutto se vi sdraiate all’ombra degli alberi o vicino ai cespugli, pungono soprattutto al tramonto. Se state al sole non avrete fastidi. In loco vendono ottime creme solari (inglesi) fattore protezione 30 addizionate con repellente!

Creme solari: si trovano anche in loco, costano come i nostri prodotti più diffusi, li trovate nei market e nei negozi di souvenir. Noi abbiamo usato protezione 30 i primi giorni, 20 e 15 in seguito.

Acqua: non ci sono fiumi, l’acqua utilizzata è soprattutto piovana e nella stagione secca potrebbero esserci problemi in alcuni orari che verranno però comunicati. Per lavarsi i denti va bene l’acqua del rubinetto, da bere sempre e solo quella in bottiglia.

Negozi: quasi tutti chiudono al tramonto, max alle 18.30.

Alimentari: se scegliete una sistemazione self-cutering tenete presente che si trova “quasi” tutto, magari non tutto nello stesso posto. Le difficoltà maggiori sono sui freschi, non ci sono salumi, le carni le abbiamo viste solo congelate, i formaggi sono confezionati (alle Seychelles si importa tutto). Il pesce, unico prodotto locale, si acquista ovunque da pescatori, nelle pescherie o al mercato. Per la colazione può essere utile portarsi da casa caffè solubile e tè di vostro gradimento, lo zucchero lo vendono sciolto in sacchetti, biscotti, marmellate e cioccolate li trovate facilmente. Però, visto il costo contenuto di ristoranti e take-away, valutate se vale davvero la pena cucinare, fare la spesa o portarsi generi da casa.

Frutta e Verdura: avevo letto rammaricati commenti sul fatto che nei negozi non si trova verdura e frutta fresca. Vero, nei negozi la presenza di frutta è limitata a mele ed arance, quando ci sono. Per la verdura ancora peggio, niente, oppure qualche ciospo di lattuga piuttosto appassita e qualche pomodoro anemico e carissimo. In un paese tropicale forse ci si aspetterebbe qualcosa di diverso, ma poi, guardandosi attorno, si comprende che qui non potrebbe essere diversamente. Il territorio è tutto granito e foresta, non ci sono terre coltivate o coltivabili e l’acqua, solo piovana, è un bene preziosissimo: per la verdura non c’è chance. E la frutta tropicale? Gli alberi da frutta sono parte della vegetazione e sparsi ovunque, ogni casetta ha la sua papaia e il suo banano, fra le rocce granitiche delle spiagge spuntano alti arbusti di ananas, da grandi alberi cadono in terra frutti maturi sconosciuti che la gente del luogo, al mattino presto, raccoglie in ceste. La questione è presto risolta, anche qui vige la regola commerciale della domanda e dell’offerta. Nei piccoli market (che non vengono certo aperti per i turisti) vendono solo la frutta considerata “di lusso”, quella che qui non esiste e che, tutto sommato, non ha grossi problemi di conservazione: mele ed arance, appunto. Anche a Cuba, mangiare mele è considerata cosa da ricchi. Comunque non preoccupatevi, le vostre voglie di frutta tropicale saranno ampiamente soddisfatte dalle bancarelle che troverete lungo le strade: assaggiate tutti i frutti che troverete ed acquistatene a piene mani.

Escursioni in barca: 1) Praslin: dalla spiaggia di Anse Volbert partono tutte le escursioni in barca e quindi le alternative sono notevoli, per destinazione, durata dell’escursione, servizi offerti, imbarcazioni utilizzate e numero di partecipanti. I prezzi sono dunque molto variabili e vanno chiaramente raffrontati a parità di prodotto. Noi abbiamo scelto di effettuare l’escursione a Curieuse e St. Pierre con i ragazzi di STONEFISH che trovate dietro la fermata dei bus. Per una intera giornata abbiamo speso 50 euro a testa (pagati a fine escursione) e ci siamo trovati benissimo. Il gruppetto era di sole 6 persone, il motoscafo nuovo, con cuscini e tendalino bianchi, maschere e boccagli a disposizione, barbecue abbondante, comprese bevande e tassa di ingresso alla riserva naturale. Villa Bananier ci aveva chiesto 50 euro con barbeque + 20 di tassa, oppure 35 euro senza barbecue e 20 di tassa. I prezzi delle agenzie Creole o Mason’s erano ancora maggiori. 2) La Digue: per le escursioni a Coco e Felicitè si spende 50/60 euro per mezza giornata e 80/100 per la giornata intera senza o con barbeque. Abbiamo chiesto in giro, i prezzi sono abbastanza standard.

Lemuria Resort: per l’ingresso ad Anse Georgette telefonare al 00.248.4281281 oppure scrivere all’indirizzo mail info@lemuriaresort.com

Morne Park Taxi Boat: telefonate a MARVIN numero 00248.2796160 oppure 00248.2540454. Parla molto bene italiano, effettua servizio di taxi-boat da Bel Ombre o Beau Vallon verso gli angoli più belli del Morne National Park. Da Anse Major a Bel Ombre, 10 euro a testa.

Attrezzatura Mare: indispensabili le scarpe da scoglio. Maschere e boccaglio si devono portare, le pinne si possono anche lasciare a casa. L’acqua è caldissima, una goduria. Portate teli mare molto leggeri nel caso non fossero compresi nel servizio della guesthouse.

Abbigliamento: capi indispensabili sono le scarpe da escursionismo, infradito, calzoni comodi per la bici, bandana o cappellini e costumi. Per resto portatevi pochissimo, calzoni sportivi e leggeri, canottiere e magliette. Il k-way lo abbiamo lasciato a casa (se andate negli altri mesi portatelo). Se non andate in un resort, lo sfoggio di abiti eleganti sarebbe fuori luogo. Utile avere uno zainetto ciascuno che possa contenere il kit del perfetto escursionista-spiaggiante: telo mare, crema solare, scarpette scoglio, maschera, acqua e cibo.

Inconvenienti: spesso incontrerete, sulle spiagge o nel corso delle vostre escursioni, poliziotti o guardie forestali che vi avviseranno di prestare molta attenzione alle borse. Purtroppo il furto di denaro è molto più frequente di quanto si possa immaginare. Nessuno è mai stato minimamente disturbato o aggredito per rapina, ma molte persone che abbiamo incontrato hanno subito, senza minimamente accorgersene, sottrazioni di denaro dalle borse in spiaggia (nessun altro oggetto se non il denaro è stato prelevato). Quindi portate con voi solo quello che serve, meglio lasciare documenti e soldi in cassaforte/custodia presso l’hotel o la guesthouse dove soggiornate. Se ciò non fosse possibile, non lasciate mai incustodite le borse. Pare che gli isolani siano abilissimi nell’appostarsi fra la vegetazione a ridosso delle spiagge, del resto le Seychelles erano luogo di pirati… Per i furti in spiaggia nessuna isola fa eccezione, a Mahè risultano anche problemi di intrusione nelle case, quindi meglio una guesthouse con custode che un cottage singolo isolato.

Raccomandazioni: in mare siate sempre prudenti, le correnti sono molto insidiose, non sfidate i divieti, prestate attenzione alle rocce coralline spesso taglienti, informatevi sul ritmo delle maree. Non partite mai senza una provvista d’acqua e qualche frutto, spesso non troverete altro che ciò che avete portato nel vostro zaino.

HOTEL – Dove dormire

Potete consultare i siti www.seychelles.com e www.seychelles.travel o direttamente gli indirizzi delle strutture, utile verificare poi le recensioni sul sito Tripadvisor. Noi abbiamo fatto le prenotazioni, un paio di mesi prima di partire, semplicemente tramite contatto mail diretto specificando le date di check-in e check-out che ci interessavano. Tutte le strutture contattate hanno risposto velocemente, quelle a cui abbiamo confermato la prenotazione non hanno voluto nessun acconto, ci hanno solo chiesto di riconfermare via mail o telefonicamente il nostro arrivo una settimana prima. Nel corso della corrispondenza prestate la massima attenzione alle date di check-in e check-out, chiedete i riferimenti telefonici e gli indirizzi, stampate e portate con voi le mail di prenotazione.

Praslin VILLA BANANIER di Anne Payet. Ad Anse Volbert (Cote d’Or). Si parla inglese e francese. E’ una grande villa con 8 camere, porticato, soggiorno, saletta per la colazione e una grande cucina a disposizione degli ospiti che hanno voglia di cucinare. Le camere sono quasi tutte al piano superiore, piuttosto spaziose e con un bagno altrettanto spazioso e accesso ad una ampia balconata con poltrone. L’arredamento è nuovo e c’è l’aria condizionata. La colazione viene servita da Anne e comprende tè o caffe, succhi di frutta, pane tostato, burro e marmellata casalinga, un piatto di frutta tropicale. In alcune recensioni venivano lamentate razioni scarse. Per i nostri standard era sufficiente e ogni volta che abbiamo chiesto altro pane o marmellata ci è stato dato. La zona è molto tranquilla e centrale (anche se a prima vista non sembrerebbe), a piedi si raggiungono in 2 minuti la via principale di Anse Volbert e una delle più belle spiagge delle Seychelles. Ideale per uscire a piedi la sera. EURO 90,00 doppia con aria condizionata, prima colazione e transfer da/per il porto (non per l’aeroporto).

La Digue PENSION HIBISCUS di Jennita. A La Reunion. Si parla inglese e francese. Camere distribuite in villette circondate da un giardino fiorito. La nostra camera era a piano terra, con terrazzino attrezzato di tavolo, sedie, 2 sdraio e una chaise long. Cucina privata grande e fornita di belle stoviglie e di tutti gli elettrodomestici: frigo, microonde, tostapane, bollitore, centrifuga, cucina economica, tutto in perfette condizioni e pulitissimo. Teli mare forniti. Vicinissima al supermercato Gregoire’s. Su richiesta Jennita vi prepara la prima colazione e organizza la cena al La Digue Island Lodge (buffet internazionale 30€ a persona escluse bevande). Organizza transfer da/per il porto. EURO 70 doppia con aria condizionata. Assolutamente ben spesi. Consigliatissima.

Segnaliamo altri cottage di cui abbiamo preso nota:

VILLA CREOLE Self Catering. A la Reunion vicino alla chiesa e con davanti una bella spiaggia con lettini.

ANSE SEVERE BEACH VILLA Sulla spiaggia di Anse Severe, non lontanissima da La Passe.

VILLA VEUVE – A La Reunion vicino La Reserve, stessa gestione di Casadani di Mahè, doppia in HB Euro 130, doppia in BB Euro 90.

Mahe’ HOTEL CASADANI Si parla, italiano, francese, inglese. Le camere sono distribuite in più edifici e dotate di aria condizionata, tv e frigo. Accanto alla reception c’è l’ampia terrazza panoramica in cui vengono servite colazione e cena. La prima colazione comprende tè o caffè, succo di frutta, pane tostato, burro e marmellata, biscotti e briosche, frutta tropicale, tutto molto abbondante. La cena è a buffet e comprende sempre la griglia con ampia scelta di meravigliosi tranci di pesci assortiti. Presso la reception è possibile noleggiare l’auto e prenotare escursioni di ogni tipo. Beau Vallon e Victoria si raggiungono con bus di linea. Transfer gratuito da/per il porto e da/per l’aeroporto. EURO 100 la doppia con aria condizionata, colazione e cena. L’atmosfera è un po’ da pensione romagnola, ma il rapporto qualità prezzo è ottimo, un vero affare.

RISTORANTI – Dove mangiare

Molti ristoranti, essendo bassa stagione, li abbiamo trovati chiusi ma siamo sopravvissuti benissimo con quelli trovati aperti. Ci siamo appassionati alla cucina creola e così non siamo mai andati nei Lodge a menù internazionale con il doppio vantaggio di aver assaggiato piatti inusuali e di aver speso molto meno di quanto avevamo preventivato. Per la cena abbiamo sempre speso fra i 20 e i 30 euro in due, per un piatto principale ciascuno e birra SeyBrew, proprio come i seychellois.

Praslin: Cote d’Or

Da Luca 21 – 25 euro in due. Gelateria e ristorante, tutto viene cucinato al momento, squisiti i tranci di pesce serviti su pietra rovente, polipo arrosto e alla creola. E’ sulla via principale, ha pochi e semplici tavolini di ferro sotto una veranda. Andateci presto o aspetterete a lungo.

Berjaya 25 euro in due. Porzioni abbondanti di pollo al curry e polipo creolo. E’ in riva al mare con tavoloni di legno sulla sabbia e tavolini su una terrazza.

Praslin: Baie St. Anne

Coco Rouge 170 rupie ca. a persona escluse bevande. E’ un rustico take-away che propone un menù fisso di circa 6 portate assaggio di carne e pesce, con riso e contorni, diversi ogni sera in base all’offerta del mercato.

La Digue: La Reunion

Zerof 30 euro in due. Cucina creola buona, viene servito un menù fisso con diverse portate assaggio, compreso il dolce. E’ sulla strada che costeggia La Reserve. Ha tavoli in giardino e sotto un ampio porticato. Mai conosciuta una cameriera più scoglionata…

Gregoire’s nel locale adiacente il supermercato fa pizzeria. Abbiamo lasciato perdere.

Gala Take away ogni piatto costa 45 oppure 55 rupie. Si mangia di tutto, carne, pesce e verdure, cibo ottimo, porzioni abbondanti. Le pietanze creole cambiano tutte le sere e vengono servite con riso ed insalata di cipolla e papaia, oppure purea di lenticchie. Ti porti tutto a casa e con un giro di microonde servi tranquillamente la cena sul tuo terrazzo. La sig.a Gala è simpatica ed efficiente, la trovate davanti a La Reserve, sulla stessa strada che porta da Zerof.

Mahè: Victoria

Marie Antoniette Restaurant, 240 rupie a testa. Ambiente bello e tranquillo in vecchia casa coloniale, utilizzato dai seychellesi per il pranzo di lavoro, offre menù fisso con diverse portate.

Le Rendez Vous ristorante con terrazza con vista sul Big Ben in miniatura

Mahè: Bel Ombre Casadani Hotel per noi la cena era compresa, abbiamo pagato solo 20 euro in due per la cena extra della sera della partenza. I clienti esterni pagavano 25 euro a testa. Cena a buffet con molta scelta, pasta, carne, verdure e soprattu



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