Parisien A.O.C.

Parigi puzza ed è cara, i parigini sono antipatici. Perché spostarsi da Milano? La città conferma e smentisce i luoghi comuni e lascia un segno nel cuore.
Scritto da: Briony
parisien a.o.c.
Partenza il: 23/07/2011
Ritorno il: 03/08/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Partiamo alle 11.40 di sabato, dal terminal due di Malpensa. Il volo come al solito lo abbiamo prenotato con largo anticipo, spendendo meno di sessanta euro a/r a testa. Considerando il periodo piuttosto lungo di permanenza abbiamo deciso di affittare un appartamento; la nostra scelta è caduta su un piccolo studio nei pressi della fermata della metro Abbesses, sulla linea 12, a pochi passi dalla funicolare che porta in cima al Sacro Cuore, nel vivace quartiere di Montemartre. Questo bellissimo, e non così malfamato come viene descritto di solito, angolo di Parigi si trova all’interno della zona due (metropolitanamente parlando). I biglietti della metropolitana sono decisamente cari, ma è possibile acquistare la carta Navigo, una tessera che vi permette di compiere viaggi illimati nelle zone che preferite. La carta vale una settimana, dal lunedì alla domenica, ma è possibile farla già nei giorni che la precedono e fino al mercoledì della settimana in cui intendete viaggiare. A noi è sembrata molto conveniente: volendo visitare Versailles, nella zona quattro, abbiamo acquistato la carta per le zone 1-4, spendendo circa 33 euro. Per periodi più brevi esiste la Mobilis, i cui prezzi variano sempre a seconda delle zone che sceglierete. Se decidete di acquistare la tessera in centro tenete bene a mente che l’unica fermata in grado di fornirverla è St-Michel, gli altri sono solo centri informazioni. L’appartamento, trovato attraverso homelydays (sito veramente valido, pubblicizzato anche su TPC), è molto carino, piccolino, ma assolutamente vivibile in due, sinceramente sconsigliabile per tre persone. Penso sia perfetto soprattutto per una coppia che sa adattarsi e che conta di passare pochissimo tempo in casa. La cucina è ben fornita, anche se sprovvista di forno. In zona c’è un buonissimo panettiere, per fare la spesa ci sono le catene Monoprix e Dia, e per un buon gelato andate da Amorino; è decisamente cara come gelateria, ma per una volta ci si può concedere questo lusso!

Una volta arrivati all’areoporto Charles de Gaulle per raggiungere il centro bisogna prendere la rer B. Una volta arrivati abbiamo visitato quello che da lì in avanti è stato il nostro quartiere: la piazza dove gli artisti mostrano le loro bellissime opere e la bellissima basilica del Sacro Cuore (è possibile salire sulla terrazza e visitare la cripta). All’interno dei giardinetti nei pressi della fermata della metro si trova il muro dei ti amo, romantico ma niente di speciale, e nascosto dalla opere degli artisti si trova un bellissimo murales il bianco e nero che raffigura Jean Paul Sartre insieme a Simon de Beauvoir. Abbiamo tentato di trovare il cimitero di Montmartre, ma invano; sarebbe stato meglio non perseverare nelle ricerche nei giorni successivi: la maggior parte dei defunti famosi segnalati nella cartina che viene consegnata all’ingresso è stata trasferita e il cimitero è decisamente trascurato. Le tombe di Alexander Dumas e di Emile Zola si trovano nella cripta del Pantheon, accanto a quella di Victor Hugo, forse una sepoltura più degna per personaggi che hanno segnato la storia della letteratura francese. In cima alla collina di Montmartre ci torneremo spesso, per seguire i fantastici concerti improvvisati sui gradini antistanti la chiesa da giovani ragazzi del posto.

Il secondo giorno, siccome è domenica, decidiamo di evitare le maggiori attrattive turistiche e visitiamo così Senlis, piccola cittadina medievale, e Chantilly, resa celebre dalla buonissima crema e dal bellissimo castello. Consiglio di dedicare poco tempo a Senlis, la città si gira in pochissimo tempo e l’unica attrattiva turistica è la cattedrale, per dedicare più tempo al castello e ai giardini di Chantilly. All’interno del parco ci sono numerosi punti di ristoro, con prezzi nella media. I giardini sono immensi e all’ingresso consegnano gratuitamente la cartina per orientarsi meglio. Questa è una cosa che a Parigi ho apprezzato molto: quasi tutti i luoghi che abbiamo visitato erano forniti di cartine gratuite e di opuscoli in più lingue, fra le quali non mancava mai l’italiano.

Lunedì visitiamo finalmente il cuore di Parigi, l’isola della Cite, dove si trovano la cattedrale di Notre Dame, la Sainte-Chapelle e la Concengerie. Spendiamo lì l’intera mattinata e pranziamo tardi, in un piccolo fast-food locale. Abbiamo perso tempo soprattutto a causa della fila per salire sulle torri di Notre Dame, ma la vista ripaga decisamente l’attesa! Bisogna fare una lunga coda anche per entrare all’interno della cattedrale, ma è decisamente più scorrevole. Nel pomeriggio visitiamo la chiesa di St-Sulpice, che custodisce una fantastica opera di Delacroix, Giacobbe che lotta con l’angelo. La cappella in cui si trova l’affresco è la prima a destra dando le spalle all’ingresso. Anche la chiesa nel suo complesso è molto bella e merita decisamente di essere visitata! Da lì ci dirigiamo poi alla chiesa di St-Germain des Pres, che si trova in una piazza decisamente meno bella, ma la chiesa non delude.

Martedì ci svegliamo con calma e decidiamo di andare alla torre di Montparnasse, dove si gode di una stupenda vista di Parigi dall’alto; ci sono anche giochi, quiz sulla città e bellissime immagini (fra cui la famosa foto con le diverse fasi della costruizione della torre Eiffel). Da lì ci dirigiamo alla chiesa della Madaleine, bella e imponente. Arrivati dal lato sbagliato abbiamo pensato che fosse chiusa, ma girando intorno siamo riusciti ad entrare e visitarla. Usciti dalla chiesa un altro edificio cattura la nostra attenzione dal fondo della strada: è la chiesa di St-Augustine, altro luogo che non ci delude. Per il pranzo in zona c’è una buonissima catena di negozi che produce panini, ma anche buonissime tarte, che si chiama Midoré. Si posso prendere e consumare nei paraggi, magari in un giardino pubblico. Dopo pranzo visitiamo il museo d’Orsay, bellissimo oltre che al suo interno anche all’esterno e poi ci spostiamo verso l’Arco di Trionfo, dove dopo qualche attimo di attesa saliamo su a goderci la vista. Evitiamo i famigerati Campi Elisi, che per due come noi potrebbero trasformarsi in un inferno e torniamo verso casa, dove partiamo alla ricerca del cimitero di Montmartre.

Mercoledì il primo luogo che visitiamo è la basilica di St-Denis, che ospita le spoglie di famosi regnanti francesi, come Carlo Magno o Luigi XVI e la moglie Maria Antonietta. La basilica è molto bella, forse un po’ trascurata, ma si trova in uno dei quartieri più brutti, a nostro avviso, di Parigi. Questa zona di Parigi ospita anche lo stadio, che per curiosità andiamo a visitare. Stefano, il mio fidanzato e compagno di viaggio, l’ha già visitato, quindi dopo la fotografia di rito torniamo indietro. Diretti al Pantheon incrociamo la chiesa di St-Etienne du Mont, ma non possiamo visitarla perché a quell’ora è chiusa. Il Pantheon nasconde al suo interno meno turisti di quanto non mi aspettassi e dentro, come all’esterno, si rivela magnifico. Sono molto belli anche gli altri edifici che si affacciano sulla stessa piazza, assolutamente coerenti nello stile. Da lì ci dirigiamo ai giardini di Luxemburg, decidiamo poi di passare dal Centro del Mondo Islamico, dove non siamo entrati ma che dall’esterno possiamo testimoniare che è proprio bello e visitiamo l’Orto Botanico. Da lì siamo costretti a fuggire dopo poco, perché il cielo si fa scuro e la pioggia costringe tutti a riparasi.

Giovedì la sveglia suona alle 7.00, è arrivata l’ora di visitare il Louvre! Riusciamo a raggiungere l’ingresso alle 8.30 e già a quell’ora, a mezz’ora dall’orario di apertura, troviamo altra gente davanti a noi. Per fortuna la fila non è così lunga, così entriamo subito dopo l’apertura del museo. I consigli per la visita del Louvre sono i soliti, armatevi di pazienza, scegliete solo una parte delle opere, ovviamente quelle che ritenete più interessanti e godetevi lo spettacolo. Viene fornita una cartina all’ingresso che segnala le opere più celebri e di conseguenza più gettonate. Non fatevi ingannare: guardate sì la Gioconda, ma provate quanto ci si sente realizzati a snobbare la folla e girarsi sulla destra, godendosi le altre opere, meno celebri ma a mio avviso mille volte più emozionanti, di Leonardo. Ho trovato molto interessanti anche le sale dedicate all’arte francese, con i quadri di Delacroix e Gericault, e mi sarebbe piaciuto molto visitare la parte dedicata ad Ingres, ma il giovedì quella parte del museo è chiusa. Se avete un compagno di viaggio particolarmente appassionato d’arte potete uscire a rilassarvi, prendere una boccata d’aria e poi rientrare, penso sia il modo migliore per ridurre lo stress. Noi siamo usciti tre ore dopo esausti e dopo aver pranzato in un chiosco dalla parti della ruota panoramica ci siamo diretti ai giardini di Tuileries e abbiamo visitato l’Arco di Trionfo fatto costruire da Napoleone per celebrare la sua grandezza. Abbiamo poi visitato la chiesa di St-Etienne du Auxerrois, a sinistra del Louvre guardando la Senna e l’Hotel de Ville, davanti al quale siamo rimasti delusi a causa di una spiaggia che ci impediva di goderne la bellezza. Da lì ci siamo recati a Place des Voges, che al contrario ci ha piacevolmente colpiti.

Venerdì è la volta di Versailles, di cui siamo riusciti ad avere la cartina in italiano attraverso uno dei numerosi punti informazioni dislocati per la città. La flotta di turisti che troviamo sul treno che presumevamo fosse diretto alla reggia cancella in noi ogni dubbio sulla destinazione e quindi si parte. La reggia è molto bella, gli interni sono ricchi di dettagli e i giardini degni della loro fama. Ci dispiace solo che ci siano numerosi turisti, ma ci rendiamo anche noi di essere un intralcio per gli altri. Inoltrandosi nei giardini si possono visitare il Gran Trianon, il Patit Trianon, la proprietà mi Maria Antonietta e il Villaggio della Regina. Qui si che io e Stefano troviamo i nostri Campi Elisi! Soprattutto gli ultimi due sono spettacolari: pochi turtisti, una fattoria ancora funzionante gestita da ragazzi giovani e sorridenti e tantissimi animali.

Sabato decidiamo di andare a visitare il castello di Vicennes, meno noto di Versailles. Il castello è decisamente più piccolo, ma comunque molto bello, e fu costruito ai margini di di una foreste oggi trasformata in un parco pubblico, con un bel laghetto, serre con piante tropicali e una casa delle farfalle, che però abbiamo trovato chiusa. Nel pomeriggio visitiamo la Cappella Espiatoria, costruta dal fratello di Luigi XVI per onorare la sua memoria e quella della coniata, cadute vittime della rivoluzione e successivamente ci dirigiamo verso il Museo del Medioevo, dove sono conservati gli arazzi che appartengono al ciclo della Dama e l’unicorno, resi celebri da un bellissimo libro di Tracy Chevalier. L’ultima tappa è il complesso degli Invalides, che ospita le spoglie di Napoleone. Abbiamo apprezzato molto le due chiese che si fronteggiano, separate unicamente da una vetrata.

Domenica ci svegliamo tardi e andiamo in piazza della Bastiglia per fare la spesa al mercato; pranziamo comprando delizie presso la bancarella delle specialità bretoni e poi puntiamo verso il Pont Neuf, paradossalmente il più vecchio di Parigi, per visitare quello che il primo giorno era il mercato dei fiori, ma che di domenica diventa il mercato degli uccelli. Visitiamo il Palais Royal, il Petit Palais, facciamo un rilassante giro nel Marais e poi puntiamo verso casa.

Lunedì è il giorno che decidiamo di dedicare a Fontainbleau, i cui interni mi affascinano molto più di quelli di Versailles e spendo quindi un bel po’ di tempo a fotografare ogni minimo dettaglio. I giardini, a differenza di quelli dei castelli che abbiamo visitato precedentemente, sono completamente gratuiti e si trovano completamente separati dal castello. C’è un percorso di 8 km, che non abbiamo percorso ma che deve essere molto bello, che permette di visitarli.

Dal momento che mercoledì abbiamo l’aereo subito dopo pranzo martedì è ufficialmente il nostro ultimo giorno. Decidiamo di visitare la regina di Parigi, che abbiamo lasciato apposta per ultima: la torre Eiffel. Decidiamo di vederla prima dai giardini che la fronteggiano, il Trocadero, dove facciamo le foto di rito. Credo sia il punto migliore per fotografare la torre e per questo motivo tutta l’area è affollata. Attraversiamo poi la Senna e andiamo a vederla da vicino: la torre è imponente, tanto da mettermi quasi soggezione. Stefano che è già stato a Parigi è già salito in cima ma io, scoraggiata dall’ennesima fila, decido che Parigi dall’alto l’ho già vista in altre occasioni e che quell’ora la posso quindi spendere diversamente. Decidiamo di prendere il Batobus e di osservare Parigi da un altro punto di vista: anche se il Batobus è decisamente affollato riesco a fare delle belle foto e a rilassarmi godendomi il panorama. Scendiamo all’Orto Botanico e da lì entriamo nello zoo, dove trascorriamo un rilassante pomeriggio. La sera ci regala un cielo magico grazie a qualche goccia di pioggia, ci godiamo l’ultimo concerto e ceniamo in locale che vi consiglio vivamente, Refuges des Fondus. Il menu costa diciotto euro e comprende la fonduta (minimo due persone) di carne o di formaggio, un biberon di vino rosso o bianco (ma servono anche dell’acqua) e una macedonia. Il locale è accogliente, divertente, frequentato da gente giovane; inoltre i proprietari sono molto simpatici e parlano correttamente in inglese. Ultima avvertenza: la maggior parte dei musei sono gratuiti per i giovani europei fino ai ventisei anni, basta mostrare la carta d’identità alla cassa.

Buon viaggio a tutti!



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