Viaggio a New York… due volte

Cronaca di due viaggi diversi tra loro ma con lo stesso finale: questa città ci ha rubato il cuore!
Scritto da: kiarev
viaggio a new york... due volte
Partenza il: 01/01/2012
Ritorno il: 07/01/2012
Viaggiatori: 5
Spesa: 2000 €
In sei mesi due viaggi nella grande Mela: questo dice tutto. Ci ha rapito, ci ha affascinato e non abbiamo saputo resistere. La prima volta è stato a Giugno, durante il nostro viaggio di nozze. Carichi e stanchi perchè reduci da una settimana di tour americano (abbiamo visitato Washington, Philadelhia e Boston) siamo arrivati con un treno Amtrak alla Penn Station e da lì abbiamo preso un Cab direzione Hemsley Park Lane HOtel, sulla Central Park South: una meraviglia! Si affaccia su Central Park, è un hotel a 4 stelle quindi di un’ottima categoria, essendo il ns. viaggio di nozze abbiamo optato per il meglio. Camera grandissima, con mobili stile classico, al 31° piano con vista sui palazzi della Uptown. Ottima soluzione per chi vuole comodità alle grandi vie dello shopping (a pochi passi dalla Fifth) e allo stesso tempo un hotel non proprio “turistico”. Il prezzo non so specificarlo, in quanto noi avevamo un “pacchetto” che comprendeva voli e hotel nelle varie città che abbiamo visitato con lo sconto sposi. Il periodo, l’ultima settimana di Giugno, è azzeccato sia per la temperatura gradevole (anche se poteva esserlo di più in quanto ci sono stati momenti in cui la temperatura era davvero alta) che per lo shopping: a Ny infatti è tempo di saldi. Alla nostra prima volta nella grande mela dopo solo sei mesi è seguita la seconda, non abbiamo saputo resistere, sentivamo di esserci “dimenticati” qualcosa.

Per il nostro secondo viaggio invece siamo in compagnia. CI hanno seguito infatti i miei genitori e mia cognata (primo “vero ” viaggio per loro). Abbiamo scelto la prima settimana di Gennaio, ed è stato meraviglioso brindare a Mezzanotte pensando che da lì a poche ore saremmo stati in volo verso la nostra America. Abbiamo volato con Aer Lingus, e ci siamo trovati benissimo. La scena più bella è stata quando, poco dopo essere partiti da Dublino (dove abbiamo fatto scalo) hanno iniziato a portarci bere e mangiare… La faccia di mia madre, cuoca provetta con tanto di blog di ricette, era a dir poco schifata. Ha aperto il vassoietto che comprendeva “chicken” fatto a una qualche maniera, insalatina con riso freddo e dolcetto tipo “cookie”. Io le ho chiesto cosa pretendeva di mangiare a bordo di un aereo, e per di più irlandese.. .lei ha storto il naso e si è rassegnata. Dopo una manciata di minuti mi giro e…vedo il piattino di plastica di mia madre completamente vuoto e lei che fa la scarpetta!! Ho cominciato a prenderla in giro e a ridere come una pazza! Mio padre invece… anche lui super emozionato (ha realizzato, dopo aver comprato la sua Harley, il sogno di una vita) si è attaccato furiosamente ai sacchettini di salatini e noccioline che disribuivano insieme alle bevande…sembrava drogato! e io che gli chiedevo “ma cosa sono?” e lui che rispondeva “non lo so, ma sono buonissimi”. Poi, dopo circa 7 ore e mezza, sentiamo l’annuncio del nostro comandante, che ha volato in modo impeccabile, che ci prepara all’atterraggio. Stiamo per sbarcare nella nostra America. E’ un sogno che si avvera per la seconda volta. Siamo arrivati alle 18 ora locale del primo giorno dell’anno, era già calata la sera e dal JFK abbiamo preso un Cab (mi raccomando, cercate di affidarvi alle compagnie di taxi ufficiali, cioè quelli gialli, evitando di dar retta a qualche ragazzone che vi convince che con lui si spende meno…onde evitare sorprese…). Destinazione Holiday Inn Times Square,sulla 39° west, a pochi passi dalla piazza che fa da centro del mondo. Spesa: 300 € a testa per 5 notti con colazione. Hotel decoroso, pulito, dalla nostra camera al 27° piano si vedeva l’Empire, quindi non possiamo lamentarci. Unico neo, solo due ascensori…cosa che all’ora di punta questa cosa ti fa perdere un sacco di tempo. E’ in una strada con altri 2/3 hotels della stessa categoria, uno di fianco all’altro. Il nostro era di fianco a un Compton Inn, che ci ha regalato anche una bellissima gag di mia madre che, solo dopo due ore dal ns. arrivo, ha rischiato di perdersi sbagliando l’entrata dell’hotel… Ha detto “ma hanno lo stesso nome!” e la risposta di mio padre è stata “siamo appena arrivati, aspetta un attimo a perderti!” Ora passiamo alle cose da vedere: con una settimana di tempo occorre dare delle priorità, che a seconda della stagione possono risultare fattibili o infattibili.

Miss Liberty (statua della Libertà): da vedere assolutamente. Con la metropolitana si arriva direttamente a Battery Park, dove parte il traghetto che fa il giro passando dalla Statua e da Ellis Island, dove c’è il museo dell’immigrazione. Se è inverno preparatevi a prendere tanto freddo, anche perchè essendo sull’Hudson rischiate di trovare anche il vento che la fa da padrone. Occorre fare anche tanta, ma tanta fila, sia per prendere i biglietti (consiglio: prenotateli su internet e andate là di buon ora alla mattina, noi ci siamo andati alle 11 una mattina ma abbiamo dovuto lasciare perdere…) che per salire sul traghetto superando i vari controlli “terminal Style”, cioè identici a quelli dell’areoporto. Eccola lì, nella sua magnificenza, nel suo splendore… l’avevo vista nei film, nei documentari, nei telegiornali… una lacrima scende, il simbolo dell’America è davanti a noi, la fotografiamo, la filmiamo; sembra che ci sorrida, che ci dia il benvenuto. Durante la nostra gita estiva abbiamo mangiato nell’unico ristorante che c’è sotto la statua, un fast food dove io finalmente ho potuto assaggiare il mitico Fried Chicken che mi ha davvero gustato…seduti ai piedi della statua sui tavolini all’aperto che ahimè, d’inverno non sono utilizzabili.

Ellis Island: onda fermata del traghetto è Ellis Island, il porto dove una volta arrivavano tutti gli immigrati e dove, superando tutti gli esami previsti dal governo, venivano ammessi negli Stati Uniti o rimandati a casa. Dentro potrete visitare il museo, che non è altro che un palazzone immenso con le foto, i filmati e i cimeli di quel periodo. Io sono rimasta davvero impressionata dalla quantità di italiani che sono passati di li…ho letto i loro nomi nei registri (vi ricordate il film “Hitch” e la scena dove lui per far colpo sulla sua bella la porta in quel posto dove lei legge il nome del suo zio carnefice?) e ho visto anche i dormitori…ovvero piccole brandine con coperte di lana in stanzette piccolissime… Costo della gita (statua+ellis island) 13 dollari senza audioguida.

Empire State Building: Da Times Square si può raggiungere tranquillamente a piedi, si entra dalla porta dedicata alla salita previo acquisto dei biglietti e quindi a tanta tanta fila… Noi ci siamo saliti solo a Giugno, la prima volta, in quanto il vento gelido di Gennaio (temperatura percepita a terra dai -5 ai -11) ci ha fatto desistere. Costo del biglietto 22 dollari, occorre munirsi di tanta pazienza perchè oltre alla fila per i biglietti occorre farla anche per salire negli ascensori e per uscirne… Però ne vale la pena. Una volta lassù potrete godervi tutta la città, vi sembrerà tutto piccolo e tutto grande, tutto vicino e tutto lontano,le auto, le persone, le piscine sui tetti dei palazzi (pensate ai colletti bianchi che, in pausa pranzo, vanno là in alto a godersi il sole e a farsi un tuffo!), i battelli sul fiume…la Queen Mary 2 ormeggiata al porto…

Central Park: Noi ce lo siamo goduti durante la nostra prima settimana, con una temperatura gradevole e con un bel sole, passeggiando lungo le viuzze che lo attraversano e gustandoci un Hot Dog sdraiati in un’aiuola facendo finta di essere americani doc durante una pausa in una lunga giornata di lavoro… Mi sarebbe piaciuto vederlo anche con la neve, ma a Gennaio c’è sempre stato il sole quindi esperienza mancata. Abbiamo potuto dare da mangiare agli scoiattoli, avevo comprato i semi di girasole a Boston e li ho sfruttati a dovere per avvicinarmi a questi simpatici animaletti che ci hanno dato il benvenuto a casa loro. Durante la settimana di Gennaio naturalmente c’era la pista di pattinaggio, cosa che io purtroppo non ho potuto sperimentare a causa del mio incidente al ginocchio avvenuto mesi prima che mi ha distrutto legamenti e menisco. Se però avete pazienza, fate la fila, noleggiate i pattini e fatevi fotografare…vi sentirete in un film!

I miei genitori, amanti del caffè, la prima cosa che hanno chiesto appena solcato il suolo americano è stata dove potevano bere un caffè un po’ decente… così li ho portati da Starbucks. Ne avevamo uno vicinissimo al ns. albergo (ma tanto ne trovate uno 2/3 isolati quindi non disperate) così era la tappa obbligata ogni mattina e ogni sera prima di andare a coricarci. Inoltre abbiamo potuto trovare la gentilezza dei baristi che, visto che ormai eravamo clienti fissi, ci accoglievano con un “Good Morning Sir…” e il ns. nome perchè ormai ci conoscevano. Meraviglioso! Ci ha fatto sentire a casa, i miei erano entusiasti!Mia madre ha tenuto un bicchierino con scritto sopra il nome e l’ha portato in Italia. Per i pasti principali poi, soprattutto il pranzo, abbiamo sperimentato il Bubba Gump, il ristorante ispirato al film Forrest Gump dove potete mangiare ottimo pesce a un prezzo non eccessivo. Io naturalmente ho portato a casa anche il bicchiere, che ho gelosamente messo nella mia vetrina di casa per farlo notare a tutti! Poi abbiamo fatto tappa anche a Red Loaster, sempre in Times Square, dove abbiamo dato il meglio di noi stessi… chi ha mangiato pesce e chi ha mangiato pollo, siamo comunque rimasti sempre soddisfatti.

Ground Zero: indescrivibile. Emozionante, toccante. Io, che sono affascinata dagli Stati Uniti e dalla loro storia, ho provato un insieme di emozioni che non riesco a descrivere a parole. Vedi quest’enorme voragine, tutta delimitata da recinzioni perchè è un cantiere aperto… e allo stesso tempo vedi squadre di uomini e mezzi che stanno ricostruendo. Abbiamo visitato il piccolo memorial che sarà poi sostituito dal vero e proprio museo che aprirà in futuro e io ho cominciato a piangere come una bambina. Oggetti di ogni tipo, testimonianze di chi ha vissuto quella tragedia e di chi ha perso una persona cara…una moglie, un marito, un padre. C’è anche una finestra di uno dei due aerei completamente intatta…cellulari integri, scarpe, chiavi, badge di chi quel giorno è andato al lavoro e non è più tornato. Andateci e preparatevi ad una miriade di sensazioni e sentimenti, che non vi scorderete mai.

Times Square: il centro del mondo. Per noi era tappa obbligata tutte le sere, prima di andare a coricarci. Di sera è uno spettacolo meraviglioso, ti trovi in mezzo a questa intersezione di due strade piena di luci, di schermi con canzoni e immagini pubblicitarie e gente che ha il naso in su… Mia mamma riusciva ad infilarsi dentro ad ogni negozio, indipendentemente dal tipo di merce venduta…solo per il gusto di dire che li aveva visti tutti! E la ricerca dei souvenirs…magliette, ombrelli, tazze, cartoline…ha comprato il mondo, con la solita scritta “i love ny”. Un capitolo a parte va aperto per lo shopping. Lo shopping a New York è emozionante quanto la città stessa. Noi abbiamo potuto provare sia quello di lusso, in zone come la Fifth Avenue, la Lexington e la Madison, sia quello d’occasione, nei grandi magazzini Macy’s e Century 21. In entrambi i periodi in cui ci siamo stati c’erano i saldi, che però non vengono fatti da tutti i brand, soprattutto quelli di lusso. In Fifth Av. siamo stati ore dentro al negozio Abercrombie & Fitch, dove però non c’erano i saldi e i miei genitori hanno alzato bandiera bianca a causa della musica assordante che per le loro orecchie non proprio giovani. Il record, sia di acquisti che di “puntate” durante la nostra vacanza è stato da Tiffany… mia madre aveva solo sentito nominare e visto nei film questo meraviglioso negozio e le sue “chincaglierie” e ne è rimasta affascinata… voleva tornarci sempre, e io ci ho anche guadagnato perchè ha notato come guardavo l’anello di argento a cuore e mi ha fatto un regalo di compleanno anticipato… Io che adoro gli anelli e adoro Tiffany penso… che sogno! Un altro amore è sbocciato da Victoria’s Secret, dove c’erano i saldi e siamo stati dentro ore (sotto gli sguardi sofferenti di mio marito e di mio padre) a guardare intimo e profumi… Mia madre, che va matta per i profumi, ha notato il 70% di sconto su questa categoria e ha fatto manbassa, scoprendo poi, una volta tornata in Italia, che in realtà i prezzi delle vendite online di questi prodotti (che in Italia comunque non si trovano) erano dieci volte più alti! Non potete immaginare la sua soddisfazione! Io, mio marito e mia cognata abbiamo voluto fare (si va beh… più io e mia cognata, il marito si è adeguato…) una capatina da Saks, il lussuoso centro commerciale in Fifth Avenue, che come categoria ricorda un po’ Les Galeries La Fayette di Parigi, dentro ci sono marchi prestigiosi come Louis Vuitton, Gucci, Prada… ed è diviso a piani a seconda delle categorie di prodotto. Naturalmente i piani in cui abbiamo praticamente montato la tenda sono stati quello dei cosmetici e profumi e quello delle scarpe. Anzi non scarpe, opere d’arte… se non avete una carta di credito che brilla non metteteci piede, è una sofferenza. Ci sono anche dei cartelli vicino ad ogni modello (soprattutto di Manolo e di Jimmy Choo) con scritto chi le ha indossate e in che occasione (naturalmente solo nomi famosissimi del calibro di Lady Gaga, Sarah JEssica Parker ecc…). Al piano dei cosmetici invece una simpaticissima commessa (che scopriremo polacca) ci chiede se io e mia cognata vogliamo provare i nuovissimi smalti di Christian Dior, nei nuovissimi colori pensati solo, per ora, per la Grande Mela. Ok, non sappiamo se sia vero… ma come possiamo rifiutare? Io scelgo una rosa shock che può fare anche da catarifrangente notturno e sostituire i nostri giubbotti pensati allo stesso scopo, mentre mia cognata sceglie un viola effetto vernice lucida meraviglioso. Così si vende! Perchè noi in Italia non ci convertiamo a queste tecniche sicuramente più proficue di un “vietato toccare, guardare, pensare di toccare”? Alla fine di una buona chiacchierata (così si tiene allenato l’inglese!) e un momento di relax io e mia cognata abbiamo optato per l’acquisto di un prodotto apposta per fare asciugare lo smalto e proteggerlo da eventuali imperfezioni, sempre della stessa marca. La commessa ha fatto il suo lavoro, noi non ci siamo svenate perchè con il cambio spendiamo solo una quindicina di euro e quindi siamo proprio contente. Sarebbe sicuramente più divertente andare al centro commerciale e poter testare (e divertirsi mentre lo si fa) i prodotti che vogliono propinarti solo con squallide pubblicità dove c’è una modella super truccata e modificata a computer. Poi, sia che abbiate bimbi o no, non perdetevi una gita al negozio di giocattoli di Fao Schwarz… è sulla quinta dietro la Apple. Peluche a grandezza naturale, piste di automobiline e treni montate che riproducono fedelmente in scala quelle vere, reparti dedicati alla gattina giapponese e a chi vuole esercitarsi a fare la mamma, con bambolotti che sembrano veri dentro a vere culle… Da non perdere! Poi giro obbligato (anche perchè se no il marito chiede il divorzio subito) alla Apple. Dentro si possono provare tutti i prodotti, dall’iPhone all’IMac pro, ce ne sono talmente tanti che anche se il negozio è pieno non rischierete di aspettare invano per provarli. Mio padre poi non ha potuto evitare un giro e tanti acquisti al negozio Harley Davidson sulla Lexington, i prezzi sono davvero convenienti rispetto all’Italia e bisogna approfittarne. Mentre girate per il tour in questi negozi famosi in tutto il mondo non dimenticate di aguzzare la vista perchè potreste sempre imbattervi in qualche vip! Noi abbiamo incontrato Fabio Cannavaro (con foto ricordo) e per poco ci siamo persi Morgan Freeman (che nervi!) che si è smaterializzato in un attimo mentre saliva sulla sua Limousine nera fiammante.

L’ultima sera siamo stati finchè le gambe ci hanno retto in Times Square, con il naso all’insù e a spendere gli ultimi dollari rimasti. La difficoltà vera e propria è dire ciao (perchè è solo un ciao, non un addio) a tutto questo. Un taxista prenotato due ore prima ci accompagna verso l’areoporto, e io penso… in sei mesi ci sono stata due volte, chissà quando sarà la prossima… dovrò aspettare ancora tanto? NY è vita, è esperienza, è un viaggio di nozze fatto anche dopo 34 anni di matrimonio, è festeggiare il compleanno in anticipo, è il primo viaggio importante di una vita nonostante tu abbia 23 anni, è una lacrima che scende tutte le volte che guardi un film, un telefilm o un telegiornale mentre pensi… io lì ci sono stato!



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