Bella e contraddittoria, la Metropoli per eccellenza è la tappa fondamentale per ogni turista che si rispetti
Come mettere d’accordo un’amante delle grandi città e uno della montagna e della natura? La soluzione per il viaggio estivo con la mia ragazza è ricaduta sulla strana combo formata da New York e i parchi del Canada occidentale, tra Alberta e British Columbia. Le due mete non sono così vicine ma sono ben connesse da diversi voli interni e ha permesso di soddisfare le preferenze di ciascuno.
Indice dei contenuti
Curiosità e informazioni utili su New York
Itinerario e tipologia di viaggio
Abbiamo trovato degli ottimi voli diretti per New York e da Calgary su Roma, dove ci siamo recati in treno dalla Toscana, dove abitiamo. Abbiamo dedicato quindi i primi 5 giorni pieni della vacanza alla Grande Mela per prendere poi un volo interno verso Calgary, alle porte del Banff National Park, il più famoso Parco Nazionale della zona. Qui abbiamo trascorso otto notti muovendoci con un’auto presa a noleggio e facendo passeggiate e trekking per tutti i parchi nazionali. È di fondamentale importanza prenotare con ampio anticipo gli alloggi nei parchi nazionali, dato che sono piuttosto limitati e molto cari. Per comodità di lettura separerò il racconto in due racconti di viaggio separati, uno dedicato a New York e uno alla nostra avventura canadese.
Voli e spostamenti
Volo di andata da Roma a New York con la economy Norse Atlantic Airlines per 370€ a persona, con un bagaglio a mano (non compreso nella cifra base): questa compagnia effettua esclusivamente voli transatlantici verso gli USA da diverse città europee a prezzi davvero stracciati (a partire da 199€) ma non è compreso niente: né bagaglio a mano, né nessun tipo di servizio a bordo. Si paga dalle cuffie, all’acqua al bagaglio a mano. Sapendolo però ci si organizza e sinceramente, soprattutto per noi che dovevamo fare un tratto di sola andata, è risultata decisamente conveniente e non abbiamo avuto grossi intoppi.
Volo interno da New York a Calgary e volo di ritorno Calgary-Roma effettuati con la compagnia canadese West Jet: nel volo interno ci è stato offerto solo uno snack con bibita light, nel viaggio verso l’Italia invece erano compresi cena e colazione. Qui i bagagli a mano (oltre a un item personale) erano compresi nel prezzo base e abbiamo speso rispettivamente 260€ e 370€ a persona. Spesa complessiva per i voli 1000€ esatti a testa, per il periodo di Agosto e acquistati con 3 mesi di anticipo.
Soldi e spese
Voli esclusi, abbiamo speso per 5 giorni circa 1000€ a testa, di cui circa 400€ a testa per dormire (hotel nel Queens ma vicino alla metro a 160€ a notte, a meno, con scarso anticipo, è davvero dura), 135€ di pass per gli ingressi a 5 attrazioni a scelta, circa 240€ per i pasti e il resto per spese varie (assicurazione, ESTA, etc.). Abbiamo sempre pagato con la carta di credito e abbiamo dovuto ritirare solo una volta per pagare un ristorante a China Town che accettava solo contanti o American Express. Per il resto carta accettata per ogni piccola cosa (dal chiosco di hot dog, alle offerte in chiesa, alla toilette). Le carte di debito ci hanno creato invece qualche problema in più.
Clima
Abbiamo avuto fortuna perché ha piovuto a lungo la settimana precedente (e il giorno in cui siamo arrivati) abbassando molto la temperatura. Abbiamo trovato quindi una media di 25-26 °C di giorno (con punte di 28-29°C e la mattina intorno ai 20 °C), con buona ventilazione. Attenti all’aria condizionata sparata a mille nei negozi e in metro.
Organizzazione
Ero stato a New York nel lontano 2007 e quindi avevo già un’idea del tempo necessario a visitare alcune delle attrazioni principali e di quali potessero essere più di nostro gusto. Prima del viaggio con la mia ragazza avevamo quindi selezionato le cose che avremmo voluto vedere e quelle per cui necessitava fare un biglietto così da comprare un abbonamento City Pass per il relativo numero di attrazioni (questo pass può essere infatti personalizzato in base al numero di ingressi che si desidera effettuare). Abbiamo quindi previsto una serie di 9 itinerari di massima della durata di circa mezza giornata che abbiamo poi compiuto nelle varie giornate in base al meteo, stanchezza e voglia del momento. Considerate che alcune attrazioni (es. Empire State Building) devono essere prenotate per un giorno e un’ora precisi, quindi alcune finestre nel vostro programma risulteranno necessariamente “bloccate”.
Diario di viaggio a New York
Nel diario, per dare al lettore un’idea delle mete che mi sono piaciute di più e quelle che invece sono ‘sacrificabili’ utilizzerò la seguente scala:
***** = imperdibile, **** = molto interessante, *** = interessante, ** = medio, * = si può saltare
Giovedì 8 Agosto – viaggio andata
Prendiamo il treno Freccia da Pisa delle 9:07 che ci lascia a Roma alle 12:05. Pranzo veloce a Cucina Pepe vicino all’aeroporto e con tutta calma prendiamo il bus Terravision (11€ A/R a testa) per l’aeroporto: impiega circa 40min, poco più del Fiumicino Express che costa circa il triplo. Facciamo il check-in (obbligatorio in aeroporto per Norse Airlines) e superiamo senza problemi misurazione e peso del bagaglio a mano. Il volo parte puntuale alle 18:55 e arriviamo a JFK dopo circa 8 ore e mezzo, alle 22:20 locali (+6 ore di fuso). Qui siamo inghiottiti da un estenuante controllo passaporti (oltre un’ora, tra i più lunghi in decenni di viaggio) e quindi siamo liberi di prendere l’Air Train (4.25$) che ci collega alla metropolitana alla Jamaica Station.
Acquistiamo la MetroCard che ci permetterà di viaggiare liberamente su tutti i mezzi per 7 giorni (35$ a testa) e facciamo un tratto a piedi perché la fermata più vicina al nostro hotel non è servita in orario notturno. Con un altro quarto d’ora di passeggiata nei Queens alle 01:30 circa siamo finalmente al Wingate Hotel (160€ a notte la doppia), un 3 stelle ultramoderno vicino alla metro (circa 3 minuti a piedi di giorno) che offre la colazione inclusa e ha l’unico difetto di essere in una zona popolare: all’arrivo nell’isolato dell’hotel ci sono gruppi di ragazzi che fumano e ascoltano musiche sul marciapiede, c’è una vendita più o meno legale di qualsiasi cosa (da empanadas a sostanze non meglio identificate) e una pattuglia della polizia che controlla che non si verifichino problemi.
In ogni caso per tutta la durata del nostro soggiorno non abbiamo mai avuto problemi. Check-in e meritato riposo in vista del giorno seguente.
Venerdì 9 Agosto – Times Square, Theatre District, Midtown East, Moma
Oggi inizia la nostra esplorazione di New York ma come da previsione il cielo è molto grigio, con alcuni momenti di pioggia, seppur non molto intensa. Facciamo colazione in hotel (diverse opzioni, seppur di qualità non altissima) e quindi prendiamo la metro verso Times Square***, distante circa 25 minuti. Quale luogo migliore per cominciare, se non questa iconica piazza illuminata dai neon e dalle insegne pubblicitarie? Il programma per la mattinata prevede l’esplorazione di questa zona e della vicina zona est di Midtown.
Facciamo quindi un breve tratto a piedi per arrivare al Bryant Park***, un bel parco pubblico circondato dai grattacieli, tra cui l’altissimo Bank of America Tower, tutto in vetro. Nel parco d’estate la sera si tiene un cinema all’aperto. Sul lato nord del parco si trovano due importanti biblioteche: la Stavros Niachos Foundation Library è famosa soprattutto per la terrazza*** all’ultimo piano, che offre una bella vista (gratuita). Una volta ridiscesi ci dirigiamo, proprio di fronte, alla New York Public Library**, un bell’edificio Beaux-Arts che è possibile visitare gratuitamente all’interno. Purtroppo non è possibile visitare le sale principali, che sono adibite alla sola consultazione.
Completata la nostra visita torniamo sulla 42esima strada, fino ad arrivare alla vicina Grand Central Station***, la più grande stazione ferroviaria del mondo per numero di binari (67), anche questa in stile Beaux Arts. L’atrio principale è iconico e abbastanza impressionante, così come l’esterno, di dimensioni ragguardevoli. Fatte le foto di rito facciamo un salto anche al vicino Grand Central Market*, che invece ci lascia un po’ delusi perché piccolo e un po’ artificioso, con prodotti di qualità ma che sembrano destinati soprattutto ai turisti. Proseguiamo quindi verso il vicino Chrysler****, uno degli edifici più iconici di New York. In verità si apprezza meglio da uno dei tanti punti d’osservazione soprelevati della città, ma l’atrio art déco è molto particolare, così come l’ascensore, che ci riporta a più di un secolo fa. È l’ora di pranzo e decidiamo di dirigerci in metro al Moma. Io prendo un hot dog al volo prima di entrare (ben 5$ + tasse!) e sfruttiamo quindi il primo ingresso compreso nel nostro pass.
Per gli amanti dell’arte, il Moma***** è un piccolo paradiso da non perdere. Ci concentriamo soprattutto sull’ultimo piano che spazia dall’impressionismo a Picasso, da Van Gogh a Kandinsky, in un profluvio di capolavori. L’audioguida è ben fatta ma è impossibile ascoltare tutto cosicché ciascuno dovrà fare una scelta in base ai propri interessi. Noi come detto ci concentriamo sull’ultimo piano (il primo della visita) e vediamo qualcosa di quello inferiore (mi pare sia il 4°) che contiene opere di autori successivi e contemporanei, sacrificando invece le mostre temporanee. Dopo quasi tre ore di visita ci dichiariamo soddisfatti. Per gli amanti dell’arte ritengo che il Moma sia uno dei musei più belli del mondo, anche perché più concentrato e meno dispersivo di altri, come anche il MET, che spaziano dalle antichità ai contemporanei. Per questo motivo, e per la necessità di fare scelte visto il tempo limitato, non visiteremo tale museo. Usciti dal MOMA continuiamo il nostro percorso in quest’area, che si trova ai confini occidentali di East Manhattan.
La destinazione successiva è la St Patrick Cathedral**, che colpisce per le immense dimensioni ma non può competere con tante chiese europee. Da qui proseguiamo a piedi fino al Rockfeller Center**, trasformato in punto di ritrovo per vedere le Olimpiadi di Parigi, di cui sono in corso di svolgimento le ultime giornate di gara. L’area, dominata dagli alti grattacieli, mi colpisce meno di altre. Qui si trova anche il Top of the Rock, uno dei punti panoramici più noti della città, che però abbiamo deciso di non visitare preferendogli l’iconico Empire State Building e The Edge, che visiteremo nei prossimi giorni.
È quasi ora di cena e prenotiamo al Pink Taco, un ristorante di catena messicano che fa un menu fisso a 30$ (tasse e mance escluse). Si trova dalle parti di Times Square, dove arriviamo sotto la pioggia dopo essere passati dalla zona di Diamond District*, dominata dalle gioiellerie. La cena è senza infamia e senza lode (95$ totali in due con la mancia), dopodiché riprendiamo la metro per tornare in hotel, stanchi ma soddisfatti della nostra prima giornata newyorkese.
Sabato 10 Agosto – Liberty Island, Ellis Island, Lower Manhattan e Financial District
Il nostro secondo giorno newyorchese sarà dedicata all’estremità sud di Manhattan: in particolare, la mattina visiteremo la Statua della Libertà e Ellis Island. Dopo la colazione in hotel prendiamo la metro fino a Battery Park, dove arriviamo dopo circa 45 minuti per le 09:30. Seguiamo le indicazioni per l’imbarco: il biglietto, che include le soste sia a Liberty Island che a Ellis Island, è incluso nel nostro pass. Esiste una sola compagnia autorizzata alla vendita dei biglietti e come potete immaginare la folla in attesa è assai numerosa: dopo circa 30 minuti di coda saliamo sul traghetto.
Ci sistemiamo sul ponte superiore da cui godiamo di una bella vista sullo skyline di Lower Manhattan e, man mano che ci avviciniamo, sulla Statua della Libertà***. Il primo stop è appunto alla Liberty Island: spendiamo circa 45 minuti al museo che ripercorre le fasi della sua costruzione (con anche un video illustrativo) per poi arrivare fino alla base della statua. Decidiamo di non salire (il biglietto sia per la prima piattaforma che per la corona si acquistano separatamente) ma si possono fare belle foto anche dal basso (se riuscite a schivare gli altri turisti). È sicuramente uno dei simboli per eccellenza di New York, anche se come monumento in sé sono dell’avviso che non sia così eccezionale.
Riprendiamo quindi il traghetto (dopo nuova coda) e sbarchiamo a Ellis Island****: qui è presente un interessantissimo museo con audioguida che ripercorre tutti gli step che un emigrato doveva percorrere per essere ammesso nella “terra promessa americana”. Il museo è veramente interessante e c’è anche la possibilità, su prenotazione, di connettersi a un database dove cercare informazioni su parenti o amici che sono passati da questa isola. La visita dura oltre due ore, dopo di che riprendiamo ancora una volta il traghetto che ci riporta a Battery Park. Sono già le 15:30 e dato che stasera abbiamo in programma uno spettacolo a Broadway per cui ho regalato i biglietti per il compleanno alla mia ragazza e abbiamo quindi intenzione di cenare molto presto, decidiamo di saltare completamente il pranzo.
Continuiamo quindi l’esplorazione di Lower Manhattan: da Battery Park passiamo per la famosa statua del Charging Bull*, simbolo del Financial District e completamente circondata da turisti che fanno foto. Da qui passiamo per Stone Street*, una strada lastricata che mi dice poco, e prendiamo Broad Street, addestrandoci nel cuore del Financial District newyorchese. Ci fermiamo alla New York Stock Exchange**, imponente edificio in stile neoclassico, e alla statua della Fearless Girl*, che si trova subito davanti. Da qui abbiamo proprio di fronte la Federal Hall; prendiamo quindi Wall Street con il Trump Building e arriviamo alla Trinity Church**, che è oggi chiusa alle visite per un evento privato.
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Breve tratto a piedi e arriviamo quindi al One World Trade Center****: la zona è ovviamente completamente diversa da come la ricordavo nel 2007. Il nuovo grattacielo in vetro con profilo triangolare è molto affascinante, così come molto evocative sono le fontane scure quadrate poste dove si trovavano le basi delle Torri Gemelle. Questa zona mi è piaciuta molto e mi è dispiaciuto non poter visitare, per ragioni di tempo, il 9/11 Memorial, il museo dedicato a questo giorno tragico. Visitiamo invece la nuova bellissima stazione costruita dall’architetto Santiago Calatrava, fatta tutta in metallo bianco e nota come Oculus****. Anche questa molto evocativa, con il tetto che si apre ogni 11 settembre per il tempo intercorso tra il primo attacco e la caduta della seconda torre.
Decidiamo di fare un breve giro nei dintorni, arrivando alla St Paul Chapel*, a Fulton Street**, che offre una discreta vista e infine al Woolworth Building**, uno dei grattacieli più vecchi della città che è stato per circa 20 anni l’edificio più alto del mondo: il confronto con i grattacieli ipermoderni costruiti oltre un secolo dopo è spiazzante. Prendiamo dunque la metro per andare in zona Broadway e Theatre District dove il nostro spettacolo The Lion King è in programma al Minkowski Theatre per le 20. Visto che lo spettacolo dura circa 2 ore e mezzo mangiamo prima qualcosa: un BBQ restaurant ha già una lunga fila all’ingresso (nonostante non siano ancora le 18:30!) e quindi ripieghiamo su un vicino pub irlandese, dove mangiamo carne senza infame e senza lode accompagnata da birra e patatine per 90$ a testa, mancia inclusa. Alle 19:30 siamo al teatro, dove i numerosi addetti ci guidano verso i nostri posti. I biglietti sono stati acquistati con mesi di anticipo dall’Italia e mi sono arrivati via mail: normalmente però si trova qualche biglietto avanzato anche il giorno stesso, a prezzi assai più bassi. Lo spettacolo, su cui non ero pienamente convinto, si rivelerà un tripudio di suoni, musica e soprattutto colori: le musiche sono quelle originali di Elton John e con una conoscenza media dell’inglese si riesce a seguire anche i dialoghi senza problemi, soprattutto se avete visto il cartone della Disney. Complessivamente lo spettacolo mi è piaciuto veramente tanto, e non è a caso che sia in programmazione ininterrottamente da circa 25 anni. All’uscita da teatro facciamo un breve giro a Time Square by night, dopo di che riprendiamo la metro per tornare al nostro hotel nel Queens.
Domenica 11 Agosto – Chelsea, Highline, Hudson Yards, The Edge, China Town, Little Italy, Soho
Oggi la sveglia suona prima delle 7, perché da buon pallavolista voglio vedere la finale olimpica delle ragazze (che vinceranno per 3-0 proprio contro gli USA). Dopo colazione prendiamo la metro fino a Chelsea, dove cominciamo la nostra esplorazione dal Chelsea Market**. Il mercato è più che altro una serie di ristoranti e negozi, ma è molto interessante la riqualificazione che è stata fatta di una vecchia fabbrica di biscotti, la Nabisco. Completato il giro arriviamo a piedi alla vicina Little Island**, altro bell’esempio di riqualificazione di un ex-molo e da qui siamo in breve all’Highline***.
Qui un ex linea ferroviaria sopraelevata è stata trasformata in un bellissimo parco che attraversa Manhattan per diversi chilometri, fino ad arrivare alla zona di Hudson Yards****: la passeggiata è molto piacevole, anche se un po’ affollata, e regala belle viste. Il complesso di Hudson Yards è iper-moderno e avveniristico: la scena è dominata da The Vessel***, una struttura architettonica a nido d’ape che purtroppo è stata momentaneamente chiusa per i numerosi suicidi avvenuti, e the Edge***, uno dei balconi panoramici più famosi della città. Con il nostro pass prendiamo l’ascensore che in pochi secondi ci porta alla terrazza panoramica, in parte in vetro, da cui si gode di una bellissima vista sulla città. Facciamo molte foto e l’intero giro della terrazza prima di ridiscendere e andare per pranzo non lontano da China Town a Katz’s Delicatessen, una famosissima tavola calda nota per il suo panino con pastrami, carne di manzo cotta al momento: è una vera istituzione in città, tanto che facciamo quasi 40 minuti di fila nonostante siano già le 15:30. Il prezzo del panino è di circa 30$, anche se è davvero grande (ci abbiamo mangiato in due) e decisamente buono.
Nel pomeriggio iniziamo il nostro giro da China Town**: percorriamo il quartiere tipico con tutte le insegne in cinese, Doyers Street, dove sono concentrati i barbieri, e arriviamo quindi al Mahayama Temple*, un semplice tempio proprio all’imbocco del Manhattan Bridge. Percorriamo quindi Canal Street, fino ad arrivare a Little Italy*, tristemente ridotta a poco più di una via, Mulberry Street, con ristoranti italiani dalla tovaglia a quadri e qualche negozio di souvenir.
Proseguiamo il pomeriggio con un giro per Soho**, dove molto negozi sono in realtà chiusi. Essendosi fatta quasi l’ora di cena verso le 19 torniamo in Doyers Street da una istituzione della gastronomia cinese, Nom Wah Tea Parlor: i suoi dumplings (ravioli cinesi), sia nella versione classica che in quella di Shangai sono molto buoni. La location è tipo diner americano, ma la cucina è davvero autentica, con prezzi economicissimi per New York: spendiamo 40$ in due mancia compresa: accettano solo cash o American Express. Soddisfatti riprendiamo la metro per tornare in hotel.
Lunedì 12 Agosto – Columbus Circle, Central Park, Guggenheim Museum, Union Square e Flat Iron District, Empire State Building
Mattinata di oggi dedicata a Upper Manhattan e Central Park. Dopo la colazione in hotel prendiamo la metro e usciamo a Columbus Circle**, piazza circolare molto trafficata con al centro la Statua di Colombo. Degno di nota anche il Time Warner Centre con la sfera del globo in acciaio che si staglia su due alti grattacieli gemelli occupati principalmente da residenze private e uffici. Da qui attraversiamo la strada e siamo a Central Park***, uno dei luoghi iconici di New York.
Facciamo una lunga passeggiata fino agli Strawberry Fields, una zona che Yoko Ono ha dedicata alla memoria di John Lennon, che viveva in un appartamento in un complesso dall’altra parte della strada, davanti al quale è stato ucciso. Qui facciamo una piacevole conversazione con una residente (con parenti italiani) che ci spiega l’importanza che il parco riveste per lei. Proseguiamo la camminata arrivando a uno dei luoghi iconici del parco, la Bethesda Terrace con l’omonima fontana, luogo d’incontro prediletto dei newyorkesi. Da qui ci spingiamo a nord, verso il Belvedere Castle e il Kennedy Oasis Reservoire, due luoghi particolarmente adatti per gli amanti degli uccelli.
Usciamo dal parco per fare una pausa e visitare il Guggenheim Museum****: le opere esposte vanno da artisti contemporanei a una piccola galleria permanente di grandi capolavori ma, oltra a qualche esposizione temporanea che può piacere o meno, quello che rimane memorabile è l’edificio dell’architetto Wright, che rappresenta uno dei capolavori dell’inizio del ‘900. Se come me siete appassionati di architettura non perdete la parte dell’audioguida dedicata alla costruzione dell’edificio. Dedichiamo alla visita due ore e mezzo circa, dopo le quali rientriamo in Central Park in direzione sud.
Passiamo dalla Loeb Boathouse, dove i bambini dovrebbero fare navigare i loro modellini di barca (ma al momento non c’è nessuno) e quindi proseguiamo per uno dei viali principali, the Mall, che si conclude con la Literary Walk, dove si possono vedere le statue di alcuni famosi scrittori. Facciamo una breve deviazione per vedere la statua del famoso cane Balto e concludiamo il nostro giro passando dal Central Park Carousel, una storica giostra per bambini. A parte le diverse cose viste Central Park è veramente il polmone verde della città e la cosa migliore è abbandonarsi ad esso senza una meta, facendo le attività che più vi piacciono. Si sono fatte quasi le 15 e decidiamo di andare a pranzo all’Apollo’s Bagel, individuato dalla mia ragazza per i famosi bagel farciti in vario modo: ne assaggiamo uno molto semplice con pomodoro e formaggio e un altro con salmone, capperi, cipolle e aneto: un buon pranzo leggero.
Da qui, dopo uno scroscio di pioggia, arriviamo a piedi a Union Square*, famosa piazza dominata dalla statua di George Washington a cavallo. Proseguiamo a piedi fino al Flat Iron Building, che però è in fase di restauro ed è completamente coperto. Ci riposiamo brevemente nella piazza davanti e quindi proseguiamo in direzione del non lontano Empire State Building****, dove abbiamo l’ingresso prenotato per le 18:15. Entriamo e ci intratteniamo un po’ con la mostra a piano terra che ripercorre la costruzione dell’edificio e le sue innumerevoli apparizioni nel cinema e in TV. Quindi prendiamo l’ascensore che ci porta all’86° piano (c’è un ulteriore accesso a una terrazza ancora superiore che però non era inclusa nel pass). La vista è davvero bella, anche se gli spazi sono angusti e c’è da sgomitare per poter fare qualche foto: ciononostante riusciamo ad immortalare anche un bellissimo arcobaleno sui grattacieli dopo la pioggia caduta nel pomeriggio. 20 minuti prima dell’orario del tramonto conquistiamo dei posti in prima fila per godere di questo emozionante (ma affollato) momento.
Soddisfatti ridiscendiamo e ci dirigiamo per cena al Virgil’s Real BBQ, vicino a Broadway. Prendiamo la grigliata mista per due con una birra per il non modico prezzo di 105$ totali comprensivi di mancia, ma per l’ultima cena newyorchese ci può stare. Quindi rientro in hotel per preparare le cose per il volo in Canada del pomeriggio successivo.
Martedì 13 Agosto – Dumbo e Brooklyn Bridge. Volo per Calgary
Oggi ultimo giorno a New York e trasferimento in Canada per la seconda parte del viaggio. Dato che il volo è intorno alle 17:30 abbiamo ancora la mattina da sfruttare e, dopo la solita colazione in hotel, abbiamo intenzione di visitare la zona di Dumbo e del ponte di Brooklyn che, come di consueto, raggiungiamo con la metro. DUMBO è un acronimo per Down Under Manhattan Bridge Overpass, ed è una zona riqualificata tra tale ponte e quello di Brooklyn. Partiamo dall’iconico punto** tra Washington Street e Water Street da cui si può vedere l’Empire racchiuso tra le campate del ponte: purtroppo gli edifici di fianco sono in restauro e quindi le foto non sono al meglio.
Da qui andiamo in direzione di Pebble Beach***, da cui si gode di una vista davvero bellissima su Manhattan. Facciamo una passeggiata per il Brooklyn Bridge Park, lungo la riva del fiume, con numerosi moli riqualificati e trasformati in terrazze, giardini o zone sportive dove i newyorkesi e i turisti possono accedere liberamente. È veramente incredibile la quantità di lavori di riqualificazione di interi quartieri fatti dalla mia ultima visita, risalente a circa 15 anni fa. La mia ragazza acquista l’iconico panino all’aragosta da Luke’s, che mangerà poco dopo su una panchina del Brooklyn Bridge. Facciamo un po’ di fatica a capire come salire sul ponte ma seguendo la folla e andando a vista riusciamo a salire sull’imponente struttura.
Il Brooklyn Bridge**** permette di godere di una splendida vista su Manhattan e la sua struttura a tiranti e con campata unica era incredibilmente moderna per il periodo in cui fu costruito. Ci godiamo la lunga e piacevole passeggiata sotto un bel sole, con tantissime opportunità di foto iconiche: al solito dovrete farvi largo con le altre migliaia di persone che saranno sul ponte insieme a voi.
Giunti dall’altro lato del ponte ci troviamo al City Hall*, il municipio di New York, dove facciamo un breve giro. Prendo un bicchiere di frutta mista da un venditore come pranzo e via di nuovo verso l’hotel per recuperare le valigie (arriviamo verso le 14) e quindi di nuovo in metro verso Jamaica Station, da dove prendiamo l’Air Train (4.25$) per il JFK Airport. La coda alla sicurezza è di quasi un’ora ma fortunatamente siamo in perfetto orario. Alle 17:50, con circa 25 minuti di ritardo, parte il nostro volo della West Jet per Calgary, che impiegherà circa 5 ore e mezzo (in volo ci vengono offerti unicamente dei salatini, ma sapendolo avevamo comprato un panino in aeroporto).
Le nostre conclusioni su New York
Spesso si dice che New York è una città che si ama o si odia. Personalmente ritengo di stazionare in una zona di compromesso: anche dopo 17 anni dal primo viaggio il primo aspetto che emerge prepotentemente davanti ai miei occhi è come New York sia una città unica nel suo genere, con tanti luoghi iconici e bellissimi e un’architettura verticale e ipermoderna che trovo molto bella e diametralmente agli antipodi rispetto alla stragrande maggioranza delle città europee. Ma ci sono dei “però”.
Se non ci si limita ad una spasmodica caccia dei luoghi più famosi e dei punti “instagrammabili” le contraddizioni di questa città emergono inesorabili: accanto alla “Manhattan bene”, con cui più facilmente viene a contatto il turista medio, c’è un altro mondo, fatto di quartieri degradati, piccola criminalità ancora diffusa, welfare totalmente inesistente per i meno abbienti e scene di povertà e degrado estremo che possono essere osservate con estrema facilità in molti degli altri quartieri. Non a caso lo stipendio medio di un abitante di Manhattan è circa 10 volte quello di un abitante di Brooklyn.
Tutto ciò per una nazione che si considera la culla della democrazia e delle opportunità per tutti: la realtà è molto diversa e se, ripeto, non ci si ferma a fare “il giro dei monumenti” questo emerge drammaticamente anche nella quotidianità. Così come mediamente emergono dei ritmi di vita e un menefreghismo medio verso l’altro e ciò che sta vivendo che per me non possono essere ignorati quando si arriva a stilare un giudizio complessivo. Questo detto New York è una città che offre tantissimo dal punto di vista culturale, artistico e in altri innumerevoli campi e rimane una tappa imperdibile per ogni “viaggiatore del mondo”.