Kai Kaana: il canto del mar

Ciao a tutti i viaggiatori, vorremmo raccontarvi la nostra recente esperienza in Messico, sperando di poter essere anche noi utili a chi desiderasse visitare questa terra incantevole. 1° giorno, Partenza da Fiumicino: La partenza è prevista per le 14:20, con arrivo a Cancun alle 19:40 (ore locali). L’aereo è un Airbus 330 della compagnia...
Scritto da: Leucas 70
kai kaana: il canto del mar
Partenza il: 02/05/2006
Ritorno il: 10/05/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Ciao a tutti i viaggiatori, vorremmo raccontarvi la nostra recente esperienza in Messico, sperando di poter essere anche noi utili a chi desiderasse visitare questa terra incantevole.

1° giorno, Partenza da Fiumicino: La partenza è prevista per le 14:20, con arrivo a Cancun alle 19:40 (ore locali). L’aereo è un Airbus 330 della compagnia Eurofly, con i sedili disposti in file da 2-4-2: abbiamo optato per i posti vicino al finestrino, non fosse altro perché desideriamo vedere Cancun, in versione notturna, dall’alto al nostro arrivo. Ogni sedile ha incassato nel poggiatesta anteriore, un monitor ed un telecomando con il quale si può giocare o selezionare i film trasmessi durante il volo: credetemi, c’è abbastanza tempo per vederne almeno tre! Dopo circa dodici ore, atterriamo a Cancun dove ci aspettano il referente dell’Alba Tour e, con mia grande sorpresa, un tasso di umidità bassissimo ed una temperatura di 28° gradi. Alloggeremo per tutto il periodo della vacanza, all’Hotel Kai-Kaana, una deliziosa struttura di 30 camere, situata 7 km circa a nord di Playa del Carmen. Per raggiungerla si devono percorrere circa 2,5 km di una strada solo a tratti asfaltata ricavata nel bel mezzo di una foresta. Raggiunto l’hotel, ci accoglie uno dei gestori, Antonio, un simpatico ragazzo di Madrid, trapiantato a Città del Messico, che da Dicembre del 2005 ha preso in gestione il Kai Kaana (il nome dell’hotel tradotto dalla lingua Maya, significa “canto del mare”). Vorrei spezzare una lancia a favore di questo hotel, perché i ragazzi che hanno raccontato sul sito la loro esperienza nello stesso albergo, sono incappati nella gestione precedente che a detta di molti, lasciava un po’ a desiderare: vi assicuro che le cose sono cambiate e senza avere troppe pretese (è pur sempre un 3 stelle), si mangia bene, il servizio è stato sempre impeccabile grazie anche alla simpatia del personale di cui conserveremo sempre un bel ricordo. A proposito di mangiare, consigliamo il trattamento di mezza pensione, perché l’hotel resta un po’ fuori mano, per cui, a meno che non si decida di chiamare un taxi che con 90 pesos vi porta a Playa del Carmen, intorno all’hotel non ci sono ristoranti. Tornando a noi, ceniamo alle 21:30 e la stessa sera conosciamo due ragazzi di Pavia, Michele e Francesca, che contribuiranno a rendere questa breve vacanza ancora più speciale.

2° giorno, Cancun: Come al solito, la differenza di fuso orario con l’Italia (7 ore) anticipa il nostro risveglio, ed alle sei del mattino mi tuffo in piscina a godermi l’acqua tiepida e le prime luci dell’alba, mentre la mia compagna, Antonella, cerca faticosamente di dormire ancora un po’. Facciamo colazione alle 7:30 con frutta, pan carrè appena tostato, burro marmellata, succo di frutta e caffè, dopodichè siamo pronti per partire verso Cancun con Michele e Francesca, decisi a visitare il “Mercado 28” e cambiare i primi soldi in pesos. Per raggiungere la città, ci facciamo dare un passaggio dall’altro Antonio, il corrispondente dell’Alba Tour, un ragazzo di Milano che da otto mesi vive in Messico, il quale ci accompagna sulla “carretera principal”, la 307, dove dopo pochi minuti passa un autobus di linea che con 27 pesos a testa, ci porta alla stazione principale degli autobus di Cancun: il pullman è pulito, si viaggia comodamente ma se vi sedete nei posti posteriori sarete destinati a soffrire il caldo, mentre in quelli anteriori si gela; logicamente, se non sono già occupati, quelli centrali sono i migliori. Dopo circa un’ora di viaggio, arriviamo a Cancun e raggiungiamo a piedi in 20 minuti, il Mercado 28, una zona commerciale rivolta principalmente ai turisti, dove non vi aspettate di concludere grandi affari. Alle spalle del mercato, trovo finalmente un bancomat, dove ritiro 1.500 pesos: si rivelerà essere la scelta più conveniente rispetto ai botteghini di cambio, dove 1 Euro lo valutavano nel migliore dei casi 13,20 pesos, contro i 13,80 del prelievo all’ATM. A proposito, per prelevare il denaro, appena inserito il bancomat, si deve digitare subito il codice e se doveste avere bisogno di più tempo per tradurre dallo spagnolo quello che c’è scritto sul monitor, appare un messaggio che dà la possibilità di farlo.

Arriva l’ora del pranzo e la fame si fa sentire. In una piazzetta troviamo un locale molto messicano e poco turistico, dove per 6 pesos ci portano un tacos di manzo o pollo: ne mangiamo in totale dieci più varie coca-cola e aranciata ed il conto si aggira sugli 80 pesos (ebbene si, circa 6 Euro da dividere per quattro o per due per chi vuole essere cavaliere…). Pagato il conto, ci incamminiamo verso la stazione degli autobus, decisi a prendere un mezzo che ci porti sull’Hotelera, la striscia di terra costeggiata da una parte dal mare e dall’altra da una laguna, su cui si ergono i più importanti e lussuosi alberghi di Cancun unitamente ai centri commerciali. Non riusciamo neanche ad avvicinarci alla stazione, che un tassista ci ferma per strada proponendo di accompagnarci per 80 pesos, a Playa Langosta, una delle più belle spiagge di Cancun, situata a nord dell’Hotelera; la trattativa dura circa tre minuti, chiudiamo a 50 pesos per tutti e quattro, per percorrere i 10 km che ci separano dalla meta. Durante il tragitto ci mettiamo d’accordo con Italo Lenin, questo è il nome del simpatico tassista, per rivederci davanti alla spiaggia alle 17:00 e tornare alla stazione allo stesso prezzo dell’andata.

Arrivati a Playa Langosta, ci troviamo di fronte ad una insenatura con una bella spiaggia di sabbia chiara ed un mare calmo i cui colori variano dal blu al turchese, all’azzurro. In meno di due minuti siamo tutti e quattro in acqua a goderci questo momento. Le 17:00 arrivano troppo in fretta, e Italo, puntualissimo, si fa trovare davanti allo stabilimento pronto a portarci alla stazione. L’autobus ci lascia sulla statale all’altezza del Kai Kaana ( a proposito la fermata si chiama Coca-Cola) e decidiamo di percorrere a piedi i 2,5 km che ci separano dall’hotel impiegando circa 30 minuti: da fare soltanto di giorno, dato che la strada non è illuminata.

3° giorno, Isla Mujeres: Oggi con Antonella, Michele e Francesca, siamo diretti all’Isla Mujeres, a nord-est di Cancun, con un’escursione prenotata in hotel del costo di Euro 62,00 a persona tutto incluso. Un van ci porta al porticciolo di Playa Langosta, la spiaggia in cui siamo stati ieri, dove ci aspetta un catamarano pronto a salpare per l’isola, non prima di aver fatto colazione nel ristorante dello stabilimento antistante la spiaggia. Siamo un gruppo di 35 persone, il cielo è sereno ed il mare calmo. Appena fuori dal porticciolo, il capitano issa randa e fiocco ed il silenzio magico della navigazione a vela, ci avvolge totalmente. Durante la traversata, ci consegnano pinne, snorkel e maschera poiché all’arrivo sull’isola è prevista una mezz’ora di snorkeling tra pesci tropicali e barracuda. Arrivati sul punto, ci tuffiamo in acqua ed una corrente superficiale ci permette di pinneggiare il meno possibile verso il catamarano che ci aspetta 200 metri più avanti: il problema è che in acqua ci sono almeno un centinaio di snorkelisti di tutte le nazionalità, per cui la passeggiata si trasforma in uno spostamento in branco verso le rispettive barche. Comunque, sia i pesci tropicali che i barracuda, non sono mancati all’appuntamento.

Il catamarano approda poi al porticciolo, dove abbiamo circa un paio di ore per girare il piccolo paese (si può fare in caddy, in motorino o in taxi). Noi decidiamo di passeggiare attraverso il paese e raggiungere Playa Norte, una splendida spiaggia di sabbia bianca a nord dell’isola. Anche qui un bagno è assolutamente d’obbligo, visto che ci troviamo di fronte all’ennesimo paesaggio caraibico che non finirà mai di stupirci. Scaduto il tempo (è il rovescio della medaglia delle escursioni prenotate), raggiungiamo il catamarano per salpare verso il delfinario e pranzare. Attracchiamo ad una banchina alle cui spalle vivono da ormai molti anni una dozzina di delfini pronti a giocare (a pagamento) con chi volesse bagnarsi nella vasca principale. Io e Antonella ci sediamo sul bordo di una vasca a “scambiare qualche battuta” con una coppia di questi splendidi mammiferi ad un metro di distanza da noi. Nelle altre vasche ci sono uno squalo Toro ed alcune razze. Salendo una scalinata si raggiunge un ristorante, alle spalle del quale si possono ammirare due Bradipi, due coloratissimi pappagalli ed in una voliera c’è un bellissimo Tucano; naturalmente non mancano le iguane che assonnate si godono il sole caldo. Il pranzo è a buffet e si mangia finchè non si scoppia (naturalmente ci siamo fermati prima…) e cucinano dell’ottima carne alla griglia. Gli ultimi momenti sull’isola li passiamo davanti ad una pina colada (sempre inclusa nel prezzo dell’escursione), facendo due chiacchiere con un simpatico barman.

Al ritorno, in barca l’equipaggio coinvolge alcuni ragazzi del gruppo, in scatenati samba e in gare di bevute di tequila “bum bum”, per la verità molto leggera. All’arrivo al porticciolo di Cancun, salutiamo tutto l’equipaggio con una meritata “propina” (mancia).

4° giorno, Chichen – Itzà: Ieri sera abbiamo prenotato a Playa del Carmen, sulla “Quinta Avenida”, presso uno dei numerosi chioschi di viaggi, questa escursione di un giorno al prezzo di 50 dollari a persona. Alle 7:15 il van ci aspetta davanti all’hotel per partire. Si prevede un viaggio di circa 3,5 ore con due soste lungo il tragitto. La strada per arrivare al sito non è in buone condizioni, ma stanno facendo i lavori per allargarla ed asfaltarla. A rallentare il nostro viaggio, inoltre, ci sono i famosi “topes”, cunette di ogni forma, posizionate all’entrata, al centro ed all’uscita dei villaggi.

Arrivati a Chichen Itzà, troviamo un gran caldo e fortunatamente poca umidità. Non mi soffermerò a descrivere il sito archeologico, perché credo che le impressioni personali parlino più di mille parole: se siete appassionati di archeologia, di storia, di misteri, sono solo tre dei tanti buoni motivi per visitare questo posto.

All’interno del sito, ci sono un paio di punti di ristoro dove poter acquistare bevande e snack e numerose bancarelle di venditori locali che sembra siano in grado di parlare tutte le lingue del mondo: contrattare il prezzo con loro è divertente purchè non si esageri.

Usciti da Chichen Itzà, ci portano a mangiare in un ristorante tipicamente messicano dove durante il pranzo ci intrattengono con delle danze tipiche del posto.

Subito dopo la “comida”, raggiungiamo il cenote di Samula che ha una caratteristica molto particolare: all’estremità della volta della grotta, c’è un foro da cui un albero ha fatto passare le sue radici che raggiungono l’acqua sottostante dopo un salto di circa trenta metri, creando una piccola isola. Il tempo di fare un bagno e via di corsa verso l’ultima tappa del viaggio, Valladolid, dove ci fermiamo a visitare la cattedrale di San Gervasio ed il parco antistante.

5° giorno, Cozumel: Domani Michele e Francesca dovranno tornare in Italia, per cui decidono di dedicarsi una giornata in totale relax sulla spiaggia dell’hotel. Antonella ed io non ci perdiamo d’animo e decidiamo di andare all’isola di Cozumel. Al porto di Playa del Carmen, compriamo i biglietti del traghetto per 110 pesos a testa, solo andata. I traghetti per l’isola partono circa ogni ora, per cui non dobbiamo aspettare molto per imbarcarci. Anche oggi è una splendida giornata, ed il mare è calmo. Dopo circa 45 minuti di navigazione, raggiungiamo il porto di Cozumel, dove ci aspettano una fila di venditori pronti a proporci escursioni, immersioni e qualsiasi mezzo di trasporto per girare l’isola. Noi optiamo per un giro turistico a piedi nel paese: vale la pena addentrarsi nei vicoli commerciali ricchi di articoli colorati.

Dopo un paio di ore in giro per il paese (e sotto un sole cocente!), desideriamo soltanto raggiungere una spiaggia e fare un bagno. L’isola è piuttosto grande e non abbiamo la minima idea di dove possano essere le spiagge, poiché davanti al paese di Cozumel ci sono solo scogli. Decidiamo di riporre la nostra fiducia in un tassista che, per 130 pesos, ci porta a Playa la Francisca, dove c’è un bel ristorante che affaccia su una striscia di sabbia bianchissima davanti ad un mare di un azzurro imbarazzante! Il posto è semplicemente stupendo.

Mangiamo tacos, insalata e birra ghiacciata con lime, seduti ad un tavolino a due metri dal mare: per un istante mi sfiora l’idea di non voler più andare via da qui. Pagato il conto (80 pesos in due), decidiamo di rimanere in spiaggia fino al momento della partenza per il ritorno.

6° giorno, Tulum: Salutiamo i nostri amici Michele e Francesca, con l’augurio di rivederci presto in Italia. Oggi siamo diretti a Tulum. Un signore del gruppo in partenza per l’Italia, deve riportare la macchina noleggiata, a Playa del Carmen e gentilmente ci concede un passaggio. Alla stazione principale degli autobus, facciamo i biglietti di sola andata per 31 pesos a testa; viaggeremo con un pullman della linea ADO che da Playa collega tutta la penisola dello Yucatan e del Quintana Roo. Il bus è comodo ed è addirittura dotato di televisione. Effettua fermate nei parchi di Xcaret e Xhel-Ha, dopodichè arriva a Tulum. La fermata si trova a circa 800 metri dall’entrata del sito archeologico. C’è la possibilità di percorrere questa distanza con un trenino o con un taxi per pochi pesos: le tariffe sono fisse. Noi, tanto per cambiare, decidiamo di farcela a piedi sotto un sole cocente ed una temperatura di circa 35° (ma il caldo percepito è molto di più!). Il biglietto di entrata è di 45 pesos (come il resto dei siti archeologici della penisola messicana), ma oggi, essendo domenica, l’entrata è gratuita: si paga soltanto l’uso della telecamera (30 pesos). Anche se il sito è relativamente piccolo, consiglio di comprare le bevande all’entrata, perché all’interno non ci sono bar.

Anche qui come per Chichen Itzà, non mi soffermerò sui particolari del sito: dico soltanto che la vista che si gode sul mare, ripaga della fatica fatta per arrivare fin qui.

Sappiamo di essere vicini a quella che dicono essere una delle spiagge più belle del mondo, Playa Paraiso, per cui appena usciti dal sito, ci incamminiamo a sinistra per circa 800 metri, su una strada asfaltata costeggiata dalla foresta, fino ad arrivare davanti ad una grossa stele di marmo su cui c’è scritto: Diving Paraiso. Entriamo e percorsi pochi metri ci troviamo di fronte ad un gruppo di capanne-bungalow in legno all’ombra delle palme, e subito dopo, davanti a noi in tutta la sua bellezza ecco finalmente la famosa Playa Paraiso: una splendida spiaggia profonda circa 50 metri e lunga oltre due chilometri con una sabbia ancora più bianca di quella vista a Cozumel e di una consistenza simile al borotalco. Nonostante sia domenica, la spiaggia è quasi deserta. Stendiamo gli asciugamani all’ombra di una palma, dopodichè in un baleno ci tuffiamo in un’immensa piscina naturale. Il posto ci “prende” a tal punto che ci dimentichiamo di mangiare, ma per chi volesse, a poche decine di metri, c’è un ristorante perfettamente mimetizzato con l’ambiente circostante, con una terrazza che affaccia sul mare: fateci sapere come si mangia! Chissà perché il tempo quando si è in vacanza passa sempre troppo in fretta, per cui nel pomeriggio ci incamminiamo verso la fermata degli autobus decisi a prendere la penultima corsa dell’autobus alle 17:00. Arrivati sulla strada principale, un tizio si avvicina proponendo di portarci a Playa del Carmen con il suo taxi collettivo (si riconoscono dal fatto che sono dei van bianchi), per 25 pesos. Accettiamo di buon grado, non fosse altro perché non dobbiamo aspettare il pullman della ADO. A bordo incontriamo due ragazzi di Varese che dopo tre settimane in giro per il Chiapas ed il Guatemala si sono “fermati” sulla Riviera Maya, per godersi un po’ di mare. Dai loro racconti sul viaggio all’interno del Messico, ci rendiamo conto che torneremo in questo paese così vasto e vario per cultura e territorio.

7° giorno, Cobà: Per raggiungere Cobà con i mezzi pubblici, è un po’ complicato. Da Playa del Carmen decidiamo di prendere un taxi collettivo che per i “soliti” 25 pesos, ci porta fino a Tulum, poi da lì ci hanno detto in un ufficio informazioni di Playa, che partono altri collettivi e pullman dell’ADO che portano successivamente a Cobà. Arrivati a Tulum, all’inizio della strada per Cobà, troviamo seduto una pensilina un ragazzo messicano che ci assicura di aspettare l’autobus per Cobà. Passano alcuni minuti quando si avvicina un tassista che ci propone di accompagnarci al sito archeologico insieme a due ragazzi polacchi, per 200 pesos: inizia così sotto il sole caldo, un’estenuante trattativa che si concluderà, dopo circa mezz’ora, con l’arrivo di un secondo tassista, che accetta di portarci a Cobà per 30 pesos a testa (praticamente il prezzo che avremmo pagato prendendo il pullman dell’ADO). Dopo circa 60 chilometri, arriviamo davanti all’entrata del sito archeologico. Paghiamo i 45 pesos del biglietto di ingresso, più i soliti 30 pesos per la telecamera. All’entrata, sulla sinistra, c’è un chiosco che affitta biciclette per 8 pesos: non fate come noi, noleggiatele, perché nel sito c’è da camminare e poiché siamo in piena foresta, il caldo e l’umidità, si fanno sentire molto più che sulla costa. Potete anche scegliere di farvi portare in giro con un risciò a due posti, ma i prezzi si aggirano sui 90 pesos: a voi la scelta.

Decidiamo di lasciarci per ultima la scalata della grande piramide di Nohoch Mul, che con i suoi 42 metri di altezza è la più alta dello Yucatan, ma dopo qualche chilometro a piedi, non abbiamo più acqua da bere e a ben guardarci intorno, non sembra che in piena foresta qualcuno abbia deciso di aprire un chiosco di bibite ghiacciate. E invece eccolo là, come un miraggio, davanti alla grande piramide, c’è la nostra salvezza! Con 50 pesos facciamo la scorta di bevande isotoniche, prima di affrontare la scalata della piramide. Antonella, però, di fronte alla ripida scalinata, cede il passo. Personalmente sono arrivato fin qui anche per godermi dall’alto quello che dicono essere uno splendido panorama. La scalata è faticosissima e consiglio di farla a chi non soffre di vertigini e restando vicini alla fune di sostenimento. Dopo numerosi gradini, arrivo finalmente in cima; mi manca il fiato, ma quando mi giro verso la foresta il panorama che si mostra davanti, mi fa dimenticare lo sforzo appena fatto: un tappeto verde di alberi a perdita d’occhio spezzato in lontananza, soltanto dai due laghetti abitati dai coccodrilli e dalla sommità della seconda piramide, per altezza, del “Groupo Cobà”, La Iglesia. Decido di fermarmi in cima per altri dieci minuti per godermi il silenzio e la magia di questo momento.

La discesa è chiaramente più facile, occorre però molta attenzione a dove si mettono i piedi data l’irregolarità dei gradini; conviene usare soprattutto al ritorno la fune apposita.

Usciti dal sito archeologico, raggiungiamo a piedi il paesino di Cobà a circa 300 metri di distanza, dove in un ristorante facciamo i biglietti pagando 30 pesos a testa, per tornare a Playa del Carmen con il bus dell’ADO.

8° giorno, Kai Kaana: Nel pomeriggio alle 17:30 dovremo essere pronti per andare all’aeroporto di Cancun, per cui decidiamo di dedicare queste ultime ore al totale relax in piscina ed in spiaggia. Pranziamo in hotel con tacos, nanchos con salsa di guacamole, insalata e l’immancabile cerveza, pagando 115 pesos in totale (mi mancheranno questi prezzi in Italia!…).

Alle 18:00 circa (ossia le 17:30 messicane…), arriva Antonio il corrispondente dell’Alba Tour il quale inesorabilmente ci fa capire che anche questa vacanza è finita! Dopo aver salutato e ringraziato il personale dell’hotel, ci prepariamo psicologicamente a lasciare questo splendido paese, con la speranza che il nostro non sia un addio, ma un arrivederci. !Hasta luego Mexico!.



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