Palenque e Chiapas, viaggio alla scoperta del Messico più autentico
Inserire il Chiapas in un tour del Messico di diversi giorni non è per niente facile, soprattutto perché l’aeroporto di Palenque è ormai chiuso e quasi tutti arrivano dallo Yucatan in autobus o bus, facendo un percorso con varie soste. Altri atterrano a Tuxtla Gutierrez, per procedere verso San Cristobal de las casas (che ho il rimpianto di non aver potuto vedere). Per noi, il Chiapas doveva necessariamente prevedere un massimo di due notti, incluso il tempo di viaggio. Spostarsi in autobus sarebbe stato impensabile così come fare tappe nei paesi. Dopo varie ricerche ho trovato un aeroporto in Tabasco, a Villahermosa, che dista due ore di auto da Palenque. Ho trovato anche un autobus ADO – la compagnia migliore in Messico – che collega l’aeroporto di Villahermosa a Palenque e così sono riuscita a piazzare due notti in Chiapas con un tempo di spostamento di circa 4 ore.
Prenotati i voli, ecco un altro problema: Villahermosa ha un solo volo diretto per Cancun, che parte alle 7:30 di mattina. Lasciare Palenque alle 4 di notte sarebbe stato impensabile e pericoloso e comunque avrei dovuto noleggiare un’auto (ma viaggiare da soli nel cuore della notte in Chiapas è rischioso, soprattutto per fare tanta strada). Dunque, una notte in Chiapas e una in Tabasco. Altro problema: tutti i tour che ho trovato partivano alle 11 e rientravano verso le 19, dopo l’ultimo autobus per Villahermosa (h 17:00).
Alla fine, ho dovuto rinunciare ad Agua Azul, una serie di cascate dall’acqua azzurra che formano piscine naturali in cui è possibile fare il bagno. È un po’ al confine con il Guatemala e richiede uno spostamento lungo con strade non perfettamente tenute. L’avrei potuta inserire mettendo spostamenti da fare da soli in auto, molti dei quali al buio o di notte, ma non me la sono sentita sia per le condizioni delle strade che per i pericoli collaterali. Unica consolazione: quel giorno ha piovuto e nei video di chi ci è stato ho visto che l’acqua era marrone (decisamente un peccato, per chi è arrivato fin lì).
Tramite l’hotel ho trovato un tour che partiva alle 8:30 e prevedeva Palenque e la cascata Roberto Barrios. Meno famosa della più celebre Misol-ha, ma quasi deserta e decisamente selvaggia. Sempre l’hotel mi ha trovato una navetta da Palenque a Villahermosa, con transfer privato che ci ha presi direttamente a fine tour. L’albergo che ho scelto è La Aldea del Halach Huinic e l’ho trovato stupendo per moltissimi motivi. È immerso nella giungla e i sentieri mi hanno tanto ricordato il mio atollo nelle Maldive; ha un ristorante e una piscina, oltre a una SPA, per cui si può restare lì senza spostarsi in città; ha un prezzo molto conveniente se paragonato al Quintana Roo; ci hanno aiutati in tutti i problemi che abbiamo avuto per cercare spostamenti e tour.
Il sito Maya di Palenque
Palenque è un sito Maya, da visitare non tanto per vedere l’ennesima piramide, quanto per lo spettacolo di resti antichi sommersi dalla giungla. Attraverserete un sentiero creato tra alberi e fiori e vi troverete davanti delle costruzioni su cui ancora oggi la natura cerca costantemente di imporsi. Solo il 5% del sito è visibile, mentre il resto è coperto da una fittissima vegetazione che rende appena intuibili alcuni edifici. Per garantire la visibilità dei resti una squadra lavora costantemente per tagliare l’erba, perché il clima caldo e piovoso favorisce una crescita rigogliosa del verde.
Sulle piramidi si può ancora salire e lo spettacolo visto dall’alto lascia stupefatti. In basso, l’albero della vita regala energia a chi abbracci il suo tronco e le scimmie urlatrici spaventano i passanti con il loro verso da ghepardo. Anche in questo caso, prendete una guida che vi possa spiegare i segreti del luogo, meglio se qualcuno che è riuscito a visitare l’interno della struttura (quando era ancora aperta).
Accanto al sito di Palenque si trova una cascata dall’acqua limpidissima, ma non si riesce a fare il bagno. Per farlo, ci siamo spostati alla cascata di Roberto Barrios, a una quarantina di minuti di strada (strade a doppio senso, ma prive di strisce bianche, strettine e popolate da mezzi di dimensioni varie, con i carri lentissimi e gli autisti che sfrecciano).
La cascata di Roberto Barrios è selvaggia e per arrivarci si scendono vari scalini ricavati nel terreno, sempre in mezzo alla giungla. Ci sono diverse piscine naturali, che si allungano a mano a mano che si scende, anche se l’acqua non è pulitissima (noi ci siamo stati con la pioggia e non so dire se sia più pulita in caso di assenza di precipitazioni). Dopo essere scesi fino alla fine, abbiamo fatto un fantastico bagno. Solo l’idea che potesse comparire all’improvviso qualche coccodrillo mi ha convinta a risalire velocemente (ma i coccodrilli si trovano nella laguna di Cancun, non so se ce ne siano qui).
In Chiapas si possono visitare cittadine molto caratteristiche, come San Cristobal de las casas e il canyon del Sumidero. A me è dispiaciuto molto non andarci e forse mi sono persa un po’ di Messico autentico, ma più di così non potevo fare.
Il consiglio è di dedicare al Chiapas almeno due giorni pieni, con tre notti di pernottamento per godere al meglio della natura incontaminata che qui la fa da padrona!