Magico Venezuela

Viaggio di grande fascino e intense emozioni dedicato a una natura per molti aspetti ancora incontaminata
Scritto da: maiasaurus
magico venezuela
Partenza il: 13/01/2012
Ritorno il: 31/01/2012
Viaggiatori: 9
Spesa: 3000 €
Viaggio di grande fascino ed intense emozioni dedicato a una natura per molti aspetti ancora incontaminata. Il viaggio da me impostato (8 persone+me come tour leader) è nato con l’ottica di guardare il Venezuela con “occhi diversi” attraverso un itinerario che ci ha consentito di visitare la regione degli Llanos – magnifico e unico paradiso naturalistico e faunistico – oltre alle tappe classiche del Delta Orinoco, Gran Sabana, Canaima-Salto Angel e Los Roques. I Llanos ci hanno offerto l’emozione di pescare (e di farci cucinare!) gli aggressivi piranha, di incontrare l’enorme anaconda e l’elusivo formichiere gigante, di ammirare gli sgargianti colori degli ibis scarlatti e i tramonti incantati sugli infiniti specchi d’acqua di questa regione paludosa. Un altro mondo o, mutuando le parole di Conan Doyle, “The Lost World”, è quello della Gran Sabana, un paradiso d’acqua e cascate. Mille e mille salti, rapide e pozze immerse nella foresta tropicale, dove tuffarsi e rigenerarsi al contatto di una natura che ti “trasmette” energia in modo ineffabile ma continuo. Una visita al Delta dell’Orinoco alla ricerca del delfini di fiume e per entrare in contatto con la locale etnia degli Warao, per poi ritornare a sud e letteralmente “immergerci” nella magica atmosfera della laguna di Canaima, dalle bianche spiagge e dalle colorate acque color “coca-cola” dove si gettano quattro imponenti cascate. Tutt’intorno i Tepuyes, con le loro sommità appiattite e le pareti perpendicolari segnate dalle linee bianche e verticali delle cascate, tra cui la più alta del mondo il: Salto Angel. La tappa finale di questo magico percorso è l’arcipelago delle Isole Los Roques con le sue mille isole dalle spiagge bianchissime. Un “viaggio senza tempo” da affrontare, vivere e osservare come il grande Cartier-Bresson raccomandava di fotografare, non con la macchina – mero strumento artificiale – ma con il cuore, gli occhi, la mente, l’anima…

Il viaggio è stato effettuato, utilizzando l’ottima organizzazione di Macite Turismo – Conturven CA Tour Operator (www.conturven.net), un consorzio turistico venezuelano – e del suo efficientissimo presidente Spartaco Schiassi, un imolese trasferitosi in Venezuela ormai da molti anni e con una grande conoscenza del territorio e delle strutture turistiche locali.

1° giorno – 13 gennaio 2012

Il gruppo vola regolarmente da Roma a Caracas. Purtroppo a causa di uno sciopero notturno improvviso dei taxi non riesco a prendere il volo Bologna-Roma e di conseguenza raggiungerò il gruppo il giorno seguente

2° giorno – 14 gennaio 2012

Al mattino il gruppo visita il parco dell’Avila, utilizzando la teleferica, accompagnati da Spartaco, il presidente di Macite. Al mio arrivo, nel primo pomeriggio, partiamo in van con il bravo autista Ruben per il trasferimento all’Hato Cedral (circa 9 ore di viaggio in totale).

3° giorno – 15 gennaio 2012

Dopo un’ottima colazione con succhi di frutta, arepa (le deliziose “tigelle” locali di mais), fagioli, ecc partiamo con un camion con tettoia per la prima escursione: subito grande impatto con la fauna e l’ambiente magico degli Llanos. Avvistiamo moltissimi caimani, tartarughe, aironi, cicogne americane, ecc. Come pure nei giorni successivi, rientriamo per il pranzo e rilassarci attorno alla piscina nelle ore più calde, dopo ujn bel pranzetto al ristorantino dell’Hato. Nel giardino si aggirano tranquillamente iguane dai tubercoli, tegu e tanti uccelli (tra cui ibis collocamoscio e aironi tigrati). Passeggiando nel prato, scorgiamo su un albero un paio di scimmie urlatrici e un grosso gufo virginiano in riposo sull’albero adiacente alla piscina! Nel pomeriggio primo giro in barca: avvistiamo in un pantano un’anaconda che si sta cibando di un’iguana e ci avviciniamo fino a pochi metri per fotografarla; sull’altra sponda intanto intravediamo un formichiere gigante. Poi, in un’ansa del canale, la guida Rafael richiama rapaci e caimani e gli getta carne fresca. Belle picchiate di falchi pescatori e poiane nere per raccoglierla in volo a pelo d’acqua, mentre i caimani balzano fuori proprio sotto i nostri occhi per afferrare i pezzi di manzo che Rafael gli “porge” in cima a una pertica. Avvistiamo i primi hoatzin del viaggio e i meravigliosi ibis scarlatti (i “cora cora”): entrambi sono uccelli fuori dal comune. Gli hoatzin perché hanno alcuni aspetti che sono veri “relitti” antichissimi: quest’uccello si ciba di sostanze erbacee che fa fermentare (un po’ come i bovini) e “si gonfia” per questo dopo il pasto; i piccoli hanno uncini sulle ali (altro relitto di quando erano… rettili…) che gli consentono di arrampicarsi sulle fronde degli alberi se cadono dal nido (che costruiscono sempre a ridosso dell’acqua). I cora cora sono una macchie di colore sfuggite alla tavolozza di un pittore che si levano in volo improvvisamente dai pantani..sono di un colore aranciato veramente intenso per l’alimentazione a base di minuscoli crostacei.

4° giorno – 16 gennaio 2012

Al mattino partiamo con la barca per la pesca dei piranha (che ci faremo poi cucinare la sera stessa!). La pesca si effettua a strappo con un grosso filo dotato di un amo (su cui viene infilzata carne di manzo) e che viene recuperato a mano dopo averlo gettato a qualche metro di distanza. Molto rudimentale, ma efficace: i piranha addentano tutto che è una meraviglia… Non è così facile pescarli perché spesso con la loro dentatura formidabile “ritagliano” alla perfezione l’esca lasciando l’amo ripulito… Al pomeriggio giro in camion: su una sponda avvistiamo un coccodrillo dell’Orinoco (di dimensioni molto notevoli, circa 7 m), ormai estinto in questa zona e in fase di reintroduzione. Lungo la strada vediamo molte civette nane (che nidificano nel terreno) e un capibara azzannato da un caimano proprio mentre passiamo col bus a pochi metri! Mentre camminiamo attorno ad un albero un boa (di circa un metro e mezzo) spunta tra le foglie sul terreno: la guida lo cattura e mi spiega come gestire questi serpenti “costrittori” se non sono di grosse dimensioni. L’unico rischio è dato dal morso, non perché siano velenosi, ma perché – oltre ad essere doloroso – si rischia un’infezione, per cui occorre prenderlo dalla coda e tenerlo in verticale perché il serpente non è in grado di riattorcigliarsi fino al polso di chi lo tiene. Con grande attenzione e, dopo qualche tentativo a vuoto, riesco con un veloce colpo a prenderlo per la coda e a tenerlo in verticale mantenendomi a giusta distanza per evitare morsi! Qualche foto di rito e lo lascio di nuovo nell’erba, libero di rientrare nella sua tana! Al rientro avvistiamo in lontananza altri due formichieri giganti. Magnifico tramonto sugli Llanos, con grandi stormi di ibis scarlatti che ci sorvolano. Poesia pura e senso di pace e comunione col tutto che ci pervade… Dopo cena facciamo l’escursione notturna con il bus armato di un grosso faro ma non ci va male: avvistiamo diverse volpi di savana che si avvicinano fino a pochi metri grazie ai richiami di Spartaco e, come ultima sorpresa della giornata, un formichiere gigante che resta ad alimentarsi a lungo intorno al camion, proprio sotto i nostri occhi!

5° giorno – 17 gennaio 2012

Nuova escursione al mattino in camion (intravediamo nei canali il temblador, sorta di anguillona elettrica) e, finalmente, il maestoso “garzon soldado”, cioè il jabiru. Dopo pranzo trasferimento in van a Barinas. Poi volo Barinas-Caracas dove Spartaco ci saluta e noi proseguiamo – dopo un veloce spuntino in aeroporto – col volo Caracas – Puerto Ordaz dove un’assistente di Macite, Jennifer, ci attende in aeroporto e ci accompagna in hotel.

6° giorno – 18 gennaio 2012

Gran Sabana

Al mattino due grosse jeep ci vengono a prendere per la seconda parte del viaggio: la Gran Sabana. I nostri autisti sono anche le guide: David e Liu, fratello di David, pacato e sempre sorridente. Il tragitto di oggi sarà piuttosto lungo (circa 500 km): passiamo il cosiddetto “ponte Eiffel” e attraversiamo – senza sostare – il paese di El Dorado dove vi è tuttora un carcere (e dove vi era una colonia penale in cui è ambientato il famoso romanzo “Papillon”). Sosta “tecnica” a Las Claritas per poi imboccare la “Escalera”, strada in salita che ci porta alla Piedra de la Virgen, “inizio”del parco nazionale di Canaima.Pernottamento e cena al campamento Chivaton in belle stanze in pietra.

7° giorno – 19 gennaio 2012

Dopo colazione si parte per il full day al Chinak Merù, cioè l’escursione allo splendido Salto Aponwao (di oltre 100 m di altezza). Da Puerto Liwo-Riwo ci imbarchiamo e, in una ventina di minuti, siamo nei pressi del Salto. Scendiamo a terra e raggiungiamo la cima della cascata a piedi: acque colorate di tannini (che assomigliano a coca-cola o, se volete, al Nestea) e vista mozzafiato dal mirador! Poi scendiamo con un sentiero alla base della cascata per ammirarlo dal basso. Dopo una breve camminata in foresta, ci tuffiamo nel Pozo Escondido, piccola pozza di acqua gelida ma splendida e rigenerante. Sarà un’esperienza che ripeteremo altre volte con grande soddisfazione… le acque di queste pozze in Gran Sabana sembra “nutrirci” di nuove energie anche se si arriva stanchi e affaticati Rientriamo e riprendiamo le jeep per andare a pranzare al campamento Kamoiran (presso le rapide omonime) dove assaggiamo il casae, pane fatto con la farina di yucca, gustoso benchè molto sottile e friabile. Riprendiamo il cammino e la strada verso Santa Elena de Uairen è costellata di splendidi panorami sui tepuyes. Facciamo una veloce puntata a La Linea in Brasile (non esiste nemmeno un posto di frontiera!) per qualche acquisto di pietre dure e poi rientriamo a S. Elena alla bella posada Apoipo, dove pernotteremo due notti.

8° giorno – 20 gennaio 2012

Oggi è previsto il full day a El Pauji, sperduta località ai confini con il Brasile con atmosfera molto freak… Dopo circa 45 minuti di trekking (circa 150 m di dislivello) saliamo sulla cima di un tepuy e… siamo a El Abismo, fantastico ed unico strapiombo sulla selva venezuelano-brasiliana… ennesima meraviglia di questo viaggio! Riprendiamo le jeep e ci portiamo alla superba Poza Esmeralda dove ci cimentiamo in tuffi dal “trampolino” di roccia proprio sopra la cascatella. Delizioso pranzetto al ristorantino La Maloca al Pauji e poi ci dirigiamo all’azienda agricola (finca) di Paolo, un italiano che si è trasferito qua da diversi anni e sta cercando di impiantare un’attività agricola ecosostenibile in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura venezuelano. Rientriamo a S.Elena piuttosto tardi, stanchi ma soddisfatti. Ottima cenetta e poi a nanna per recuperare energie dopo un sorso di “roncito” e qualche commento divertito stravaccati sui divani!

9° giorno – 21 gennaio 2012

Facciamo un breve giro a S.Elena per cercare dei “cochanos”, piccole pepite di oro grezzo cristallizzato (qua non è opportuno utilizzare il termine “pepita”..perchè indica l’organo sessuale femminile…) da acquistare come souvenir. Poi ripartiamo verso nord per una veloce tappa ad Agua Fria, una “pozza” favolosa con gradinata naturale in cui però nessuno fa il bagno perché l’acqua è veramente gelida! Riprendiamo il cammino e facciamo sosta al Mirador Jurassic Park, così chiamato perché lì sono state girate alcune scene del film omonimo (così ci dicono…). Il paesaggio, costellato di palme moriche, ci lascia davvero senza fiato… è veramente “primordiale e giurassico”! Arriviamo – come previsto – alla Quebrada de Jaspe verso mezzogiorno per avere il sole a picco e godersi al meglio i magnifici colori di questo tavolato naturale di diaspro (roccia sedimentaria di quarzo che, per inclusione di atomi di ferro, assume colorazioni rosso mattone). E’ una pietra dura semi-preziosa che viene estratta e lavorata per fare bracciali e gioielli (la Quebrada è ovviamente sito protetto e qui è vietata l’asportazione del minerale). I raggi di sole che illuminano queste lastre rosso-arancioni lo rendono una meraviglia per gli occhi, così come lo è per il tatto come camminarvi sopra e sdraiarsi sotto la cascata… Pura Vida (come direbbero in Costa Rica!). La tappa successiva è El Oasis, una pozza di acqua color smeraldo circondata da palme. La visone dall’alto è incantevole e ricorda davvero una oasi, ma qua siamo circondati dalle acque..il bagno piacevole anche se siamo “attaccati” dai famelici pappatacci locali, i puri-puri (per la prima e unica volta nei nostri bagni in Gran Sabana. In stagione umida è ben più frequente e fastidioso). Ripartiamo con le jeep e sostiamo per alcune foto al Salto la Cortina (Arapena Meru in lingua pemon). Pranzo a San Francisco de Yuruani con il “lau lau” (il pesce gatto locale) che piace molto a tutti. Le due tappe successive sono veloci soste al Salto Kamà e al Salto Kawì, entrambi molto belli. Intorno a noi orchidee selvatiche dai delicati colori bianco-violaceo spuntano dagli alberi all’intersezione dei rami, essendo piante epifite.

10° giorno – 22 gennaio 2012

Il trasferimento da El Callao a Boca de Uracoa, sul Delta, è piuttosto lungo, circa 400 km. Arriviamo al porticciolo di Boca alle 13.30 e salutiamo le nostre guide. Dopo poche decine di minuti arrivano le barche dell’Orinoco Delta Lodge, una magnifica struttura nella foresta molto ben referenziata anche dalla Lonely Planet. La sistemazione è in belle stanze su palafitte, con zanzariere e bagno privato. Nel pomeriggio facciamo un giro in barca con Clementes, la nostra guida, e riusciamo a vedere gli elusivi delfini d’acqua dolce (le Inia che sono di colore rosato solo in età adulta per via della ricca vascolarizzazione della pelle, non per la pigmentazione; gli esemplari giovani sono invece di colore grigio chiaro) e i primi tucani, seppure in lontananza.

11° giorno – 23 gennaio 2012

Dopo colazione partiamo in barca per una visita a un villaggio warao poi una camminata nella giungla di circa un’ora: è più che altro “una sceneggiata turistica alla Indiana Jones” perché lo si fa in senso circolare salendo sulle radici delle mangrovie e affondando nel fango tra schizzi e cadute. Dopo un pranzetto in loco al riparo da un bell’acquazzone, sollecito Clementes per un “vero” giro naturalistico. Nel pomeriggio riprendiamo quindi le barche e ci avventuriamo nei piccoli caños laterali con avvistamento di molte specie di uccelli (tucani, are giallo-blu, hoatzin, aironi tigrati, oropendule). Il clima sul delta è decisamente più piovoso che altrove e, di conseguenza, anche la presenza delle zanzare e di altri insetti è particolarmente fastidiosa. Dopo cena escursione notturna in barca (inclusa nel ns. pacchetto): avvistiamo un paio di serpenti in agguato sui rami bassi della vegetazione riparia, oltre a un succiacapre e a un martin pescatore.

12° giorno – 24 gennaio 2012

Al mattino breve giro in piroga, poi, dopo pranzo, si riparte per arrivare a Boca de Uracoa alle 14. Qua ci aspettano due jeep per portarci a Ciudad Bolivar dove alloggiamo per la notte alla Posada Amor Patrio che dà proprio sulla piazza principale. Dato che siamo a fianco del Municipio e vi sono numerosi gendarmi, possiamo avventurarci per una tranquilla cena fino a un ristorantino all’angolo di una viuzza laterale, gestito dall’ottima signora Amparo, una simpatica anziana che ci prepara una squisita cena concordata da me in precedenza. E’ veramente dolcissima la nostra cuoca: manda addirittura la nipote in motorino a prenderci i dolci in un negozio poco lontano!

13° giorno – 25 gennaio 2012

Veniamo inseriti in tre diversi voli (con piccoli Cessna) verso Canaima, associati ad altri turisti. Il volo è magnifico, lascia senza parole: da solo vale metà del viaggio… prima si vola sulla foresta pluviale, poi il Rio Carrao e gli infiniti salti d’acqua che scendono dai tepuyes. Entriamo nel Canyon del Diablo: sotto di noi il paesaggio incredibile dei tanti pinnacoli rocciosi detti Las Mil Columnas e infine… il Salto Angel! Al rientro, prima di atterrare, sorvoliamo la laguna di Canaima con le sue 4 cascate e il salto Sapo: spiagge bianche che potrebbero essere scambiate per isole tropicali e acque di intenso colore ambrato(dovuto al tannino dilavato dalle radici delle piante). Scendiamo sulla pista, senza parole, un largo sorriso ci illumina il viso… Ottimo pranzo al campamento Paracaupa, dove alloggiamo, poi con Freddy (che sarà la nostra ottima guida in questi due giorni) attraversiamo in barca la splendida laguna di Canaima passando davanti alle quattro cascate (i Salti Hacha, Wadaima, Golondrina e Ucaima). Sono particolarmente spettacolari perché – essendo in stagione secca – la portata è intensa ma non eccessiva e ci offrono splendidi scorci e piccoli arcobaleni. Sbarcati dall’altro lato della laguna a piedi arriviamo fino al Salto Sapo, poi – in costume e con macchine fotografiche protette da sacchetti di plastica – facciamo il “passaggio indio” proprio sotto la cortina d’acqua e sbuchiamo dall’altro lato, fradici ma elettrizzati! Ma il meglio deve ancora venire… perché risaliamo con il sentiero a lato del Salto e giungiamo nella parte alta dove si apre un bellissimo panorama sulla splendida laguna alla base (con spiagge bianchissime che non hanno nulla da invidiare a Los Roques..)che si estende fino ai tepuyes più lontani. Rientriamo e ci godiamo il magnifico tramonto sulla laguna di Canaima, sorseggiando birra e rhum in un baretto sulla riva.

14° giorno – 26 gennaio 2012

Dopo colazione partiamo e ci portiamo sopra le rapide a monte del campamento Paracaupa dove è ormeggiata la barca che utilizzeremo. Ci accompagna Freddy con alcuni barcaioli e il cuoco.Viene caricata la barca con l’attrezzatura, le amache, le vettovaglie per l’escursione (dormiremo al Ratoncito alla base del Salto). Iniziamo la risalita del Rio Carrao: incontriamo qualche difficoltà perché siamo controcorrente e l’acqua in alcuni punti è bassa perché siamo in stagione secca. I barcaioli comunque sono molto bravi perché non dovremo mai scendere in acqua per alleggerire la barca quando si incaglia nelle rapide. Veloce pasto in barca e poi raggiungiamo il campo Raton dove vengono lasciati i bagagli per poi dirigerci al Salto Angel. Ci vorrà un’ora di intenso trekking per giungere ai due miradores del Salto Angel. Qualche ardimentoso andrà alla base del salto per fare il bagno nei pressi del secondo mirador! Dopo le foto di rito del Salto, rientriamo al campo dove ci attende un’ottima cena cucinata alla brace. Notte in amaca sotto lo scrosciare del temporale.

15° giorno – 27 gennaio 2012

Alle 6 colazione poi riprendiamo la discesa del Rio Carrao. Veloce doccia al Paracuapa e poi partiamo con il volo Conviasa delle 11 per Puerto Ordaz dove ritroviamo la guida Jennifer con i bagagli e un autista per le visite dei parchi Cachamay e La Llovizna. Alla Llovizna ci sono molte scimmie (cebi cappuccini) e occorre fare molta attenzione, perché ti rubano ogni cosa (soprattutto il cibo dalle mani!). Anche nel Parco Cachamay ci sono cascate, ma meno suggestive di quelle del Parco La Lovizna. Affittiamo una barca con pilota per un tour di un’ora che arriva sia sotto le cascate della Llovizna che del parco Cachamay ed anche dove il Rio Caroni si mescola con il Rio Orinoco (le acque nere dell’uno e marroni dell’altro si giustappongono con un contrasto forte e spettacolare prima di mescolarsi). Poi in aeroporto dove attendiamo il volo per Caracas fine alle 2 di notte….ma per maltempo non atterrerà.

16° giorno – 28 gennaio 2012

Ripartiamo per Caracas ma il volo arriva in ritardo e perdiamo per un soffio la coincidenza per Los Roques.

17° giorno – 29 gennaio 2012

Voliamo con la ottima compagnia Aerotuy e arriviamo a Los Roques. Lasciamo i bagagli all’ottima posada Galapagos e poi partiamo velocemente per l’escursione a Dos Mosquices-Cayo de Agua – Espenqui. In 45 minuti arriviamo a Dos Mosquices, dove si trova la Stazione Biologica Marina. Qui si allevano tartarughe verdi e embricate per facilitarne la sopravvivenza (vengono liberate quando hanno raggiunto dimensioni di qualche cm). Poi ci spostiamo a Cayo de Agua, considerata una delle spiagge più belle dell’arcipelago, dove rimaniamo per alcune ore a goderci la meraviglia di questo mare. Prima di rientrare ci fermiamo una mezz’ora a Espenquì per l’ultimo bagno (a pochi metri dalla riva sono numerose gigantesche stelle marine di colore arancio).

18° giorno – 30 gennaio 2012

Los Roques

Da Los Roques via Caracas arrivo in Italia nella mattinata del 31 gennaio mentre sta nevicando! Il gruppo invece è partito per l’escursione a Noronqui e Crasqui… e se la godranno a Los Roques fino al 5 febbraio!



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