In giro per l’Europa – parte seconda

Lisbona, Copenaghen, Cracovia, Malmo, Parigi e non solo... alla rincorsa degli aerei
Scritto da: giusep11
in giro per l’europa - parte seconda
Partenza il: 12/05/2016
Ritorno il: 21/05/2016
Viaggiatori: 1
Spesa: 1000 €

In giro per l’Euopa2: alla rincorsa degli aerei

di giusep11 dal 12 al 21 maggio 2016

12.05.2016

Prendo il bus delle 2.20 che porta a Roma. Durante il viaggio una fitta pioggia rallenta la corsa che ci fa arrivare con 5 minuti di ritardo che mi comporterà la perdita della coincidenza diretta all’aeroporto. Lo sconforto è grande, ma allo stallo chiedo a degli autisti che mi consigliano di prendere il bus in partenza sull’altro lato che ha la fermata vicino l’aeroporto. Così faccio, salgo e mi faccio indicare qual è la fermata migliore per l’aeroporto. La corsa non è lunga e arrivo in breve tempo dopo aver fatto un breve tratto a piedi sotto la pioggia. Primo pericolo scampato.

A Lisbona compro il biglietto da 6 euro per viaggiare 24h col quale ho la possibilità di prendere bus, tram e metro. Anche se resterò lì solo la mattina, i numerosi spostamenti ammortizzano ampiamente il costo del biglietto.

Arrivo con la metro a Cais Do Sodrè e da lì col tram 18E arrivo a Belèm per rimirare il notevole Mosteiro Dos Jeronimo. L’avevo già visto, ma ho voluto ritornare e la sensazione di grandezza è stata ancora più immensa(ricordo che tra le altre cose vi è la tomba di Vasco De Gama). Lì vicino si possono vedere altre cose come la Torre di Belèm e il Monumento alle scoperte. Ho poco tempo e volo a visitare la Basilica di Estrela forse l’unica gratuita, che ha anche un parco adiacente e da lì prendo il mitico tram 28 che fa un bel giro per la città. Vedendo che va tutto un po’a rilento non finisco tutto il giro e scendo nei pressi di Praca do Commercio e dopo aver sostato un po’ lì, prendo la metro per la stazione Sete Rios in cui mi attende il bus per Fatima.

13.05.16

Oggi è il giorno cruciale di tutto il viaggio, devo riuscire ad arrivare in tempo all’aeroporto di Porto per prendere l’aereo per Varsavia.

Le possibilità erano diverse e io ho optato per il bus Redexpressos (pessima compagnia) fino a Porto e poi un taxi o altro bus fino all’aeroporto.

Mi accorgo che d’ora in poi tutti gli eventi mi sono avversi cominciando dal ritardo del bus in arrivo di 10’ e alla ripartenza dello stesso con altri 10’ che fanno 20. Non riuscirò mai a capire cosa facesse l’autista che non partisse visto che eravamo tutti a bordo e anzi la gente scendeva e se ne stava al bar a bighellonare. Ho richiamato l’attenzione del driver per 2 volte, ma in modo rude mi ha risposto che non gli interessava e che non era un problema suo se dovessi andare all’aeroporto (roba da terzo mondo); cose che si vedono nel sud-est asiatico.

Arriviamo a Porto, mi precipito dentro un taxi ed è stata la morte mia in quanto inizialmente la strada era bloccata da un bus turistico che non si muoveva, tantevvero che è intervenuta anche la polizia in moto, in altri tratti c’erano dei lavori incorso e per finire tutti i semafori erano rossi.

Arrivati all’aeroporto passo la carta d’imbarco allo scanner e il tipo fa una faccia strana che mi allerta e mi fa passare prima di tutti. Finiti i controlli mi precipito al gate 14 ma non trovo nessuno. Guardo il monitor che segnala che il volo era partito per 2minuti. Incredibile! I voli Ryanair partono sempre in ritardo ma quella volta era partito in anticipo.

La sensazione provata di aver perso un volo, anzi due perché avevo il cambio a Parigi, va dal deleterio al distruttivo.

Mi reco all’ufficio Ryanair e, dopo aver verificato varie alternative, decido di pagare 100euro per un altro volo del tardo pomeriggio, tenendo ben presente che avrei dovuto modificare radicalmente tutta la mia vacanza.

Da Parigi non ci sono voli per Varsavia prima di 2 giorni per cui in tarda serata mi ritrovo a Beauvais senza sapere cosa fare.

Si vede proprio che siamo a Parigi; nella sala degli arrivi vi sono due ragazze vestite succinte che gettano scompiglio totale tra i presenti. In particolare una di loro, molto bella, vestiva con una minigonna tale che non le permetteva di prendere il bagaglio, in quanto nell’atto di chinarsi si scopriva completamente dietro tra gli sguardi atterriti degli uomini. Ma dopo un certo combattimento tra lei e quel pezzo di stoffa lo spettacolo finisce.

Venendo a sapere che l’aeroporto avrebbe chiuso alle 11, corro per prendere il bus(17euro) per il centro di Parigi. Scesi, salgo sulla metro per dirigermi a la Gare du Nord per vedere se trovavo un treno per la Polonia, ma niente di che, trovo solo un italiano che mi illustra un po’la situazione, e sono costretto ad andar via perché la stazione stava per chiudere.

Dove andare allora? La sola cosa da fare è trovare un albergo lì vicino. Chiedo a due ragazzi se conoscono un albergo chip e insieme andiamo a chiedere il prezzo che non risponde alle mie aspettative. Allora me ne consigliano un altro e dopo aver verificato di persona decido di accettare.

15.05.16

Al mattino dopo, mi metto al computer per riorganizzare il tutto e decido di recarmi alla stazione dei bus per verificare se ce ne fosse uno per la Polonia, ma trovo solo un caos. Tornato in albergo faccio una colazione straordinaria compresa nel prezzo e decido di acquistare uno un volo Wizz per Katowice dell’indomani. Fatto quello mi accorgo che sono le 2 del pomeriggio ed è ora di girare Parigi. Praticamente la giro per 10 ore consecutive quasi senza fermarmi riuscendo a vedere credo tutto anche a doppio in quanto sia gli Champs-Elysèes che la zona della Tour Eiffel le faccio sia di giorno che di sera con le luci.

Che dire? I parigini sono molto gentili(non pensavo), ad ogni richiesta d’informazione erano sempre pronti e disponibili per ogni cosa e per quanto riguarda la città, beh penso che la conoscete tutti.

Non ho molta fretta di tornare in hostel perché so che per questa sera non ho il posto per cui mi conviene perdere più tempo possibile stando fuori. Tuttavia quando arrivo all’ostello chiedo se vi fosse una stanza, ma con fermezza mi rispondono di no. Allora chiedo di poter restare seduto su una sedia e aspettare il mattino, ma anche questo mi viene negato, ma faccio orecchie da mercante e mi siedo lo stesso.

Ad un certo punto si avvicina il tipo e mi dice che dopo la chiusura della disco, che stava lì di fianco, sarei dovuto andar via. Arrivati verso le cinque faccio finta di dormire per non essere cacciato, ma alle 6.30, mi viene a svegliare e mi dice di andar via.

15.05.16

Ormai è giorno e mi reco a Montmartre per l’ultima visita parigina e che consiglio di visitare di mattino perché è molto suggestiva. Torno di nuovo all’ostello per recuperare lo zaino e dopo aver chiesto alla reception dove partisse il bus per Beauvais mi reco alla metro per raggiungere la fermata consigliatami.

Già durante il tragitto nutro dentro di me la sensazione che l’indicazione datami fosse sbagliata, infatti arrivato lì vedo solo bus che vanno in altri aeroporti. Allora con grande concitazione alcuni autisti mi dicono di andare a Port Maillot e solo il quel momento mi ritorna in mente il punto in cui ero sbarcato all’arrivo. Risalgo sulla metro e mi dirigo a P-M, ma quando arrivo trovo l’amara sorpresa che il prossimo bus sarebbe partito solo alle 12.10, per cui ci sarebbero state grosse possibilità di perdere anche questo aereo. Ed è qui che si riapre la ferita appena guarita della perdita dell’altro aereo.

Trovo altri ragazzi nella mia situazione che avevano formato un gruppo di 4 persone per prendere un taxi(140euro), ma il tassista mi impedisce di associarmi a loro e rimango solo.

Intanto arriva un’altra ragazza che ha lo stesso problema e ci associamo. Intanto siamo alla ricerca di altre persone e dopo un tira e molla troviamo 4 persone svedesi che si associano a noi promettendo loro che avrebbero pagato lo stesso prezzo del bus e il resto era a carico mio e della ragazza.

Partiamo e durante il percorso il tassista ci vuole estorcere altro denaro facendo salire la quota da 140 a 180euro e in più vuole i soldi dell’autostrada. Aga, la ragazza polacca che parla bene francese che siede di fianco a me, si arrabbia come una tigre e cerca di rintuzzare l’estorsione del negro.

Arrivati con un po’ di preoccupazione a destinazione abbiamo un po’ di timore di quello che poteva succedere, ma poi cercando di essere mansueto e abbracciando il tassista più volte in segno di amicizia(falsa) ci lascia pagare 70euro (30 Aga e 40 io in quanto lei non aveva più soldi), mentre le altre 70 vanno divise con gli svedesi.

Finalmente lasciamo Parigi e arriviamo a Katowice. Qui troviamo la zia di Aga che con la macchina mi danno un passaggio fino a Katowice centro.

Mi reco all’ostello per il check-in scusandomi di essere arrivato nel giorno sbagliato per tutte le traversie passate.

Senza problemi lascio lo zaino e mi precipito in ul.Korfantego per prendere il bus 30 diretto a Nikiszowiec, una località a circa mezz’ora dal centro dove ci sono i famosi Familoki, ovvero le costruzioni a blocchi di mattoni rossi usati come abitazioni dagli operai delle miniere della regione della Slesia, costruite dal regime comunista.

Queste costruzioni sono interessanti da vedere, anzi vi sono progetti per il recupero e la valorizzazione delle strutture che testimoniano un passato recente pieno di storia.

Al ritorno in centro faccio un giro e visito la bellissima cattedrale stile gotico Cathedral of Christ the King e prendo informazioni sul treno che dovrò prendere l’indomani.

16.05.16

Prendo il treno IC della 6.30 per Leczyca da cui con bus mi reco a Swinice Warckie.

Tra vento pioggia e un po’ di sole, una volta ritornato a Leczyca dopo la visita di Swinice, salgo su un bus che per soli 50centesimi di euro mi porta a Lodz.

Appena arrivati mi faccio indicare la fermata del bus per Aleksandrow Lodzye e dove una breve visita ritorno a Lodz.

Ormai è tardo pomeriggio, tuttavia conoscendo benino la città riesco a raggiungere i posti che voglio rivedere attraversando tutta ul. PiotrKowska rimirando tutti i palazzi che la fiancheggiano.

17.05.16

Salgo sul treno che mi porta a Cracovia e da lì cambio con bus fino a Zakopane.

Dovete pensare che Zakopane è una specie di Cortina polacca, ovvero una località di montagna dove si scia d’inverno e d’estate è ottima per il trekking.

Si possono raggiungere varie località a piedi fino ad arrivare sulle cime o nelle vallate che circondano laghi incantevoli.

Lungo la strada che porta fin qui siamo stati colti da una nevicata del tutto inaspettata e soccorriamo un tir appena finito dentro una scarpata. All’arrivo a Zakopane la situazione è più tranquilla, cerco l’hotel e subito mi reco in centro per una prima escursione.

Lungo in corso principale Ul. Krupowki è tutto un susseguirsi di negozi, baite e casette di legno che danno un fascino molto particolare, credo ancor di più in presenza di neve. Finito il giro centrale mi metto in cammino per fare un po’ di trekking e raggiungo la base delle seggiovie che portano sulle cime della montagna.

Intanto il tempo sta per cambiare, ritorno in centro e mi dirigo verso la chiesa dedicata alla Madonna di Fatima costruita come ex-voto per la salvezza della vita di papa Giovanni Paolo II dopo l’attentato del 13 maggio 1981.

All’uscita ricomincia a piovere e con molta pazienza ritorno in hotel.

18.05.16

Sarei voluto rimanere ancora tutta la mattinata a Zakopane, ma le condizioni meteo non me lo consentono: faccio ritorno a Cracovia.

Dopo 2 ore di bus arrivo alla stazione di Cracovia da cui parto per fare il mio giro molto corposo. Tra le varie cose che mi interessano è la visita alla chiesa Arka di Nowa Huta. Sono stato molto curioso di visitare questo quartiere che rappresentava il cuore operaio delle acciaierie sotto il dominio comunista. Il quartiere nacque per soddisfare la richiesta di Stalin di impiantare, nell’alleato russo, un’industria metallurgica di dimensioni consistenti.

Nel 1960 gli abitanti di Nowa Huta cominciarono a presentar domanda per costruire una chiesa. In quell’anno combattimenti di strada violenti contro la polizia antisommossa scoppiarono a causa di una croce di legno, eretta senza permesso. La gente del posto era stata sostenuta dall’allora vescovo Karol Wojtyla, futuro Papa Giovanni Paolo II, che iniziò tenendo all’aperto una Messa di mezzanotte la vigilia di Natale del 1959, indipendentemente dal tempo, e che fece sostituire la croce ogni volta che venne rimossa. Nel 1967 il permesso di costruire la chiesa fu concesso e, infine, una chiesa chiamata Arca del Signore venne costruita. Il complesso è stato consacrato da Wojtyla nel 1977. Wojtyla stesso, dopo essere stato eletto Papa nel 1978, chiese di poter visitare Nowa Huta durante la sua prima visita nel 1979, ma non gli fu permesso di farlo.

Gli abitanti di Nowa Huta difesero la costruzione della famosa chiesa “Arca del Signore”organizzando numerose manifestazioni democratiche che solitamente finivano con scontri con la polizia comunista. Nowa Huta diventò in questo modo la roccaforte del movimento di Solidarnosc negli anni ’80. Nel 1980 quasi 29.000 dei 38.000 lavoratori delle Acciaierie di Lenin appartenevano al sindacato “Solidarnosc”.

La dottrina del realismo socialista in Polonia, come in altri paesi della Repubblica del Popolo, è stata applicata dal 1949 al 1956. Ha coinvolto tutti i settori dell’arte, ma i suoi risultati più spettacolari sono stati nel campo dell’architettura. Le principali linee guida di questa nuova corrente sono state molto precisamente indicate in un documento del 1949 redatto dal Consiglio Nazionale del Partito degli Architetti. L’architettura era un’arma estremamente importante per i creatori di questo nuovo ordine sociale. Era destinata a contribuire a formare un paese socialista – a modificare la coscienza dei cittadini e la loro visione della vita. In questa grande opera, un ruolo cruciale era svolto dalla figura dell’architetto, che non doveva essere percepito come un semplice ingegnere di strade ed edifici, ma piuttosto come un “ingegnere dell’anima umana”. Il progetto di un edificio era molto più che una questione di semplice estetica: doveva esprimere idee sociali, suscitare una sensazione di persistenza e di potenza.

Ovviamente non è mancata la visita alla Cattedrale del Wawel con annessa passeggiata lungo il fiume Vistola e la visita al centro di Lagiewniki che sarà prossima protagonista della giornata della gioventù 2016.

La giornata corre al termine e cerco di perdere più tempo possibile per arrivare alle 2 per prendere il bus diretto per l’aeroporto di Katowice. La serata non è delle migliori, è un po’ fredda, umida e arriva qualche goccia di pioggia. Approfitto per entrare in qualche locale dove fanno karaoke per scaldarmi anche un po’. Finisco l’attesa alla stazione ferroviaria e alle 2.30 parto per Katowice.

19.05.16

Utilizzo la compagnia Wizz per il volo fino a Malmo e la stessa compagnia mette a disposizione un bus che porta al centro città.

Fuori dall’aeroporto non riesco a vedere lo shuttle e con un po’ d’istinto e fortuna riesco a trovarlo nel parcheggio delle auto di fronte agli arrivi.

Dalla stazione di Malmo faccio un giro che mi porta subito nella piazza Stortorget dove si trova il Municipio. L’edificio, costruito nel 1546, è stato sottoposto a numerose ristrutturazioni nel corso dei secoli. Helgo Zettervall (1860) ne ha trasformato la facciata conferendole il tipico stile del Rinascimento olandese. Su un altro lato della piazza si trova la Kockska Huset, un edificio in mattoni rossi con tetto a gradoni finemente decorato risalente al XVI secolo tra i meglio conservati di Malmö. Oggi nella cantina del palazzo, caratterizzata da splendidi soffitti a volta, ha sede uno dei ristoranti più famosi della città: l’Årstiderna.

La Torgbrunnsskulptur, la fontana creata da StigB Lomborg per ricordarlo. Ma il cuore della città si fregia anche della possente statua equestre di Karl X Gustav (1622-1660), re di Svezia dal 1654 sino alla sua morte. La scultura, realizzata nel 1896 da John Börjeson, guarda il Radhuset: è l’edificio in stile rinascimentale olandese, sede del municipio.

Sulla destra del comune, spicca la Apoteket Lejonet: è la farmacia della piazza grande di Malmo. Risale agli anni Novanta dell’800 e conserva ancora, seppur in parte, l’arredo originale.

Dietro il municipio è possibile scorgere la guglia della chiesa di S. Pietro, il monumento più antico di Malmö: risale infatti all’inizio del XIV secolo ed è costruita in mattoni secondo lo stile gotico del Baltico. Alcuni dei dipinti medievali presenti sulle volte della chiesa sono stati ampliati e restaurati nei primi del ‘900. St. Peter’s Church la chiesa in stile gotico risalente al trecento, ospita preziosissimi affreschi tardo-medievali. La grande chiesa è una grande attrazione turistica della città ed è famosa per il suo stile gotico dell’architettura. Conosciuto anche come la chiesa di San Pietro, la chiesa medievale ha una torre alta 105 metro ed è stato costruito in stile “Baltic Brick Goth.

Intanto muovendomi tra un luogo ed un altro arrivo nella piazza Gustav Adolfs torg dove sono allestiti degli stand gastronomici e si possono gustare cibi di varie nazioni tra cui anche l’Italia.

Lilla torg, la piazzetta cuore della città antica su cui si affacciano le case “a graticcio” e dove è ospitato il museo di arte e design contemporaneo.

Dopo aver visitato bene il centro mi dirigo verso la spiaggia quasi fino ad arrivare al grattacielo Turning Torso caratteristico per l’avvitatura su se stesso.

Ormai è tardi, mi metto in cammino con passo veloce per tornare alla stazione dove mi aspetta il bus(Flixbus) per Kopenaghen.

E’ obbligatorio l’attraversamento del ponte Oresund tra Malmo e la Danimarca che rappresenta uno spettacolo di ingegneria.

Giunti alla stazione di Kopenaghen dove prendo una cartina della città all’ufficio informazioni turistiche e mi avvio con un po’ di difficoltà verso l’hotel.

Dopo il check-in scelgo come prima tappa di raggiungere la Sirenetta passando per Gothersgade,quindi Nyavn dove ci sono delle casette colorate tipiche e seguendo il fiume si arriva a Amalienborg con splendida piazza ottagonale sulla quale affacciano i quattro edifici gemelli in stile rococò. Il complesso fu realizzato tra il 1750 e il 1768 da re Federico V la cui statua equestre campeggia possente al centro dell’area. Egli voleva creare un nuovo elegante quartiere chiamato Frederiksstaden, infatti i palazzi avrebbero dovuto accogliere le famiglie aristocratiche che si erano incaricate della costruzione. Nel 1794 però, a seguito di un incendio che distrusse Christiansborg, l’intera costruzione fu acquisita dalla famiglia reale danese che da allora vi abita.

Alle spalle erge la chiesa di Frederiks Kirke la cui immensa cupola del diametro di ben 31 metri è la più grande di tutti i paesi nordici. Le statue posizionate nelle nicchie abbelliscono la facciata e il pronao classico dalle alte colonne ricorda il Pantheon di Roma.

Più avanti si arriva a Kastellet un’antica fortificazione militare a forma di stella risalente al XVII secolo caratterizzata da graziose casette rosse protette da una sorta di terrapieno erboso sopra cui corre un comodo sentiero punteggiato da panchine, alberi e vecchi cannoni. Ad abbellire quest’area verde c’è anche un bel mulino perfettamente conservato in tinta con le facciate degli altri edifici.

E per finire la Sirenetta. la statua in bronzo rappresenta una figura femminile dai piedi palmati seduta su un masso che emerge dall’acqua. La scultura in sé non è certo stupefacente ma affascina ciò che rappresenta, ovvero la protagonista di uno dei racconti più famosi del celebre scrittore e poeta danese del 1800 Hans Christian Andersen. Diciamo che questo sito è roba da asiatici che lo usano per fare foto a iosa.

Prendo anche informazioni per affittare una bici per arrivare a Hillerod per ammirare il castello, ma dato la distanza notevole me lo sconsigliano.

20.05.16

Il giorno dopo visito dall’esterno e una sala al piano terra dove ci sono dei gioielli come le corone, anelli e collane, Rosenborg Castle i cui mattoncini rossi formano una costruzione imponente e al contempo armoniosa coperta da tetti in rame e con slanciate torri che terminano in piccole logge ottagonali abbellite da guglie. Due leoni sorvegliano l’accesso al ponte levatoio sopra un profondo fossato, ornamento perfetto per un castello da favola.

Consiglio di non portare zaini per evitare di non trovare la cassetta libera per riporlo e quindi non vi fanno entrare.

Questo castello è circondato da un parco dove i giovani fanno spesso feste con molto alcool.

Mi reco al Museo Nazionale che gratis vicino al quale c’è la Torre dell’orologio con vista su tutta la città su cui si può salire gratuitamente con l’ascensore.

Christiansborg Slot è la sede del parlamento: molto austero e “istituzionale”, costituita da una serie di palazzi che racchiudono un’ampia corte interna. I sei colossi in pietra calcarea che sorreggono il soffitto a volte osservano le nostre mosse e sembrano pronti a scendere dai loro piedistalli pronti a intervenire. Le Sale di Rappresentanza della famiglia reale visitabili rappresentano una piccola parte dell’intero castello che accoglie il Parlamento, gli uffici del Governo, la Corte Suprema, la Cappella di Corte e le Scuderie Reali. Nell’immenso cortile circondato da alberi, abbiamo appena osservato i cavalli bianchi trottare.

Passando per la City Hall vedo che quel giorno ci sono molti matrimoni tra cui vi è una coppia gay che è stata appena sposata e si appresta a festeggiare con gli amici. Da dire che questo edificio è visitabile gratuitamente e corrisponde al nostro palazzo comunale.

Arrivo nella zona Cristiana dove vi è una chiesa barocca e da un alto campanile dalla cui cima si gode un ampio panorama sulla città dopo aver salito ben 400 gradini.

Gironzolando per le vie di questo quartiere vedo un ragazzo di colore che chiede dove sia il quartiere Cristiania che rappresenta una zona franca dove non vigono le leggi dello stato e si pratica la tolleranza verso l’uso delle droghe. Il signore gli risponde che è appena dietro l’angolo per cui non mi resta che seguirlo.

Facciamo conoscenza ed entriamo insieme senza nessun timore; dopo un po’ veniamo fermati da un tipo che ci mette in guardia sulle norme da seguire che sono principalmente 2: non fotografare e non usare il cellulare. Facciamo il giro e vediamo che ci sono dei bar e degli stand che vendono all’aperto qualsiasi tipo di droga; anche l’odore dell’aria richiama la presenza di tali sostanze. Soddisfatti di tutto riprendiamo il cammino per il centro.

Prima di partire avevo sentito parlare con molta preoccupazione di questo quartiere nei vari diari, ma posso assicurare che se volete entrare lo potete fare senza problemi a patto di rispettare le regole.

Dopo aver fatto un tratto di strada insieme, saluto l’amico brasiliano e continuo il giro facendo vari chilometri per vedere e rivedere un po’ il tutto.

Per finire giro serale nei pressi dell’hotel che ha anche un parco lì vicino.

21.05.16

E’ il giorno della partenza, alle 14 ho il volo, ma non ho nessuna intenzione di rincorrere anche questo aereo per cui dopo aver fatto l’ultimo giro prendo la comodissima metro da Norreport che con 15’ arriva all’aeroporto.

L’accesso alla metro non è regolata da tornelli per cui si puo’salire liberamente, ma attenzione ai controllori che nel mio caso sono saliti alla stazione prima dell’aeroporto.

Info generali

1. Gli autobus in Portogallo viaggiano con ritardo e non rispettano gli orari, per cui se dovete prendere un aereo fate bene i conti. La compagnia Redexpressos è gestita come un’azienduccia di un piccolo paese disperso tra le montagne. Solo nel sud–est asiatico vedrete la stessa cosa.

2. La Polonia è tranquillissima e le comunicazioni sono ottime; ho trovato una perfetta corrispondenza tra gli orari teorici e quelli effettivi. E’ molto economica. Le condizioni meteo nel mese di maggio possono essere deludenti.

3. I parigini sono molo gentili per ogni volta che si chiede info, mi sono trovato male sono con le persone di colore generalmente addette al servizio sicurezza o tassisti per la loro aggressività(a detta anche della mia amica con cui ho condiviso il taxi che vive proprio lì).

4. La Svezia e la Danimarca hanno prezzi improponibili (caffè 5euro)

a) non cambiate i soldi all’arrivo perché è un salasso;

b) fare uso di prelievo bancomat o come ho fatto io ho sempre pagato con bancomat(non con carta di credito) avendo solo qualche centesimo di euro di commissione per transazione;

c) la gente è gentilissima per le info

d) Kopenaghen è bella, ma un po’ dispersiva.

Buon viaggio a tutti.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche