LISBONA, la città dei “contrasti”….

Alla scoperta di Lisbona.
Scritto da: Limo
lisbona, la città dei “contrasti”….
Partenza il: 13/11/2010
Ritorno il: 16/11/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €

E’ deciso, sarà Lisbona la nostra prossima meta….ma quando??

Abbiamo fatto passare un bel po’ di tempo e finalmente eccoci, per un altro viaggio insieme! 13 NOV Volo TAP da Bologna, diretto, 3 ore e siamo a destinazione… Il tempo promette davvero bene, abbiamo lasciato Firenze con la pioggia e qui splende un bellissimo sole, la temperatura direi che è molto più che mite, se si considera che sono a mezze maniche ed è il 13 Novembre!!!! Dall’aeroporto prendiamo l’aerobus che ci porta in città, comprando un TKT che durerà 24 ore e permette di utilizzarlo sui mezzi pubblici e gli “elevador” (al solo costo di € 3,50). Lasciamo le valigie in Htl (Residendial Flor de Baixa… assolutamente consigliata per la posizione centrale) ed iniziamo il nostro vagabondaggio. Appena sotto l’Htl ci imbattiamo in un gruppetto di studenti universitari “in divisa” che si stanno esibendo con tanto di chitarre (normali e portoghesi), flauti e clavicembali (e anche con tanto di danze!!!)…sono così carini che ci incantano e rimaniamo lì finchè non terminano la loro esibizione. Passiamo per la Estacao do Rossio, edificio in stile Neomanuelino oggi stazione delle linee che arrivano da Sintra e della Metro, giungiamo alla Placa del Rossio, “grande piazza” (anticamente piazza del popolo) che è il nome con cui comunemente è denominata la Praca Dom Pedro IV. A nord di Rossio, percorriamo l’Avenida da Liberdade, strada pedonale sulla quale si affacciano negozi di grandi marche. Questa strada ci porta proprio all’Elevador de S. Justa che congiunge la Baixa con il quartiere Chiado…e noi non ce lo facciamo mancare! E’ una sorta di ascensore in ferro (mi ricorda molto la Torre Eiffel…non ne sono una grande estimatrice dal punto di vista architettonico!!) che conduce a un punto di osservazione della città altro 32 mt. Da lì si procede verso il Convento de Nossa Senhora do Vencimento do Monte do Carmo, abbazia gotica, distrutta dal terremoto del 1755 e mai ricostruita. E’ estremamente suggestivo, foss’anche solo per l’orario in cui lo abbiamo visitato (sull’imbrunire, quando la luce del sole lotta per non abbandonarci totalmente), per l’imponenza della struttura, per il silenzio…bellissimo (una Abbazia di S. Galgano portuguesa!!) Dopo questa piccola sosta decidiamo di girovagare per il Bairro Alto, in cerca di un ristorante per stasera…a dire il vero Kia sapeva benissimo cosa cercava (ma che non trovava per il suo scarso senso dell’orientamento) ci soffermiamo in qualche negozietto d’artigianato, nelle piazzette dove si esibiscono artisti di strada dalla voce e dai suoni invitanti… Ma per il Bairro Alto si può semplicemente vagare senza meta, un intrico di vicoli in cui palazzi nobiliari si alternano ad abitazioni popolari da cui si affacciano bar, ristoranti, e locali di musica dal vivo. Si sta facendo freschino, e siamo a mezze maniche, andiamo a farci una bella doccia! Adesso siamo pronte, stasera abbiamo deciso di andare a La Baiuca, ristorante nell’Alfama dove fanno il FADO VIADO…speriamo di orientarci!! Percorriamo la strada pedonale fino a Praca do Commercio (Il nome ufficiale è Terreiro do Paço), sita sulle rive del fiume Tago e poi l’avenida che costeggia il fiume, fino al Campo das Cebolas (Campo di Cipolle…chissà perché poi) dove si erge la Casa dos Bicos, edificio particolare che mi ricorda un po’ il Palazzo dei Diamanti di Ferrara ( ma molto alla “lontana” eh!!) proprio per la peculiarità della sua facciata, a forma di punte di diamante. Dopo aver chiesto mille volte indicazioni (l’Alfama è un intreccio di vicoli stretti identici tra loro ed al buio la cosa non aiuta!!) finalmente troviamo il locale. “Tienes una reserva?” ci chiede la signora. NO…….ADIOOOOSS!!! Uffa, dopo tutta questa fatica ce ne torniamo (se riusciamo a raccapezzarci con le strade!!) verso il Bairro Alto, là troveremo sicuro qualcosa da mangiare!! Ma appena giunte “ECCOLO! E’ LUI!” Kia trova finalmente il suo ristorante Marocchino! Ok ok ok, niente baccalà stasera! Siamo cotte e per stasera rinunciamo alla movida, domattina sveglia presto (come sempre del resto!! Sob sob sob). 14 NOV

Alle 8.00 siamo già in strada…non c’è proprio nessuno! La nostra 1° sosta è: colazione a La Brasileira, dove ci attende la rituale foto con Pessoa (che non sarà ahimè l’ultima!) ed una lauta colazione. Per chi ha letto il libro di Tabucchi “Sostiene Pereira” sa che è d’obbligo. Bene adesso siamo pronte a partire sul serio: BELEM (è domenica e i monumenti si possono visitare gratuitamente). Ci dirigiamo in Praca do Commercio in attesa del TRAM n. 15. In una ventina di minuti siamo proprio di fronte al Monasteiro dos Jeronimos, in stile manuelino, costruito in onore del ritorno di Vasco de Gama…bellissimo, enorme, imponente. Di fronte, più moderno, il Monumento dos Descubrimientos dove saliamo grazie ad un ascensore per ammirare una splendida rosa dei venti disegnata ai piedi del monumento in onore delle scoperte geografiche lusitane, la maestosità del fiume, il Ponte 25 Aprile e il Cristo Rei. Da qui una piacevolissima passeggiata fino alla Torre di Belem, nata come faro e fortezza, un tempo in mezzo al Tago, oggi sulle sue rive, dopo il restringimento del fiume. Ma la nostra giornata non termina qui, in programma c’è CABO DE ROCA, prima però…come non abbandonarsi al piacere di un Pasteis de Belem? Ci mettiamo in fila (eh sì!) e gustiamo questo godurioso piacere del palato…. Alla stazione del Rossio prendiamo il treno per Sintra (€ 1,75), da lì il pullman per Cascais (€ 3,60) che si ferma al Cabo de Roca, la punta più occidentale d’Europa e dove arriviamo nel pomeriggio, con un gran vento ed anche un po’ di pioggerella. Lo spettacolo che ci appare davanti è semplicemente fantastico! Le scogliere a picco sul mare, il mare impetuoso che ci sbatte sopra, il faro, il gioco di luci al tramonto, le nuvole che vanno e vengono…tutto ha qualcosa di magico in questo posto, solo questo vento tremendo rompe le scatole!! Ci rifugiamo nell’unico bar in attesa del pullman. Eccoci di nuovo a Rossio, una piccola sosta in Hotel per prendere il piumino e via a cena a La Baiuca dove Kia aveva pensato di prenotare la sera prima. Ma cos’è tutta quella gente fuori da quel bugigattolino? Sono tutti in fila per bersi la famosa Ginjinha (tipico liquore di ciliegia) che ovviamente non ci facciamo mancare! E via di corsa alla Tasca! Entriamo, la stanza è piccola, ospita al max 30 persone, ma tutte strette tra loro. I tavolini sono attaccati, noi infatti durante la cena facciamo amicizia con 2 ragazzi di Praga. “Incastonati” alla finestra ci sono i 2 musicisti di Fado, che suonano la viola do fado (una specie di mandolino) e personaggi che si trovano lì per caso si alternano in esibizioni, compresa la cuoca e la proprietaria del locale. Il tutto si veste di una strana intimità, il ristorante si trasforma in una casa di amici e tutti ascoltano incantati le parole (ma noi solo la musica), l’interpretazione e commentano tra di loro. E poi il Fado non è solo suadade, esiste anche un fado corrido, che ha un andamento più mosso e orecchiabile. E’ bello qs confondersi di suoni, voci, battere di mani….ne sono rimasta affascinata!

15 NOV Oggi ci resta un giorno per girovagare senza meta precisa. Dopo una colazione non proprio economica in Praça da Figueira, ci dirigiamo a Martim Moniz per prendere il mitico TRAM 28 che ci porterà in giro per la città. E’ un’esperienza che va assolutamente fatta, il tram passa attraverso vicoli larghi solo 4 metri e con una pendenza del 14% che significa tenersi forte ai reggimani per non rotolare indietro. L’Alfama è stato l’unico quartiere di Lisbona sopravvissuto al terremoto del 1755 che distrusse tutta la città, per questo, ancora oggi, mantiene intatto l’originale labirinto di vicoli stretti (becos), piazzette e improvvisi belvederi dell’antica città araba. Prima parada: Sé de Lisboa, la Cattedrale, un agglomerato di stili diversi. A pochi mt la Chiesa di S. Antonio da Padova, il cui culto è molto sentito nell’Alfama. Ovviamente non mi sono lasciata sfuggire l’occasione di accendergli un cero, la tradizione vuole che trovi marito alle ragazze nubili….hai visto mai?? Sempre lì il Miradouro de Santa Luzia da cui si gode una vista spettacolare sui tetti dell’Alfama e sul fiume Tago. Il muretto che corre lungo il belvedere è decorato con piastrelle (azulejos) azzurre, vigne rampicanti e bouganville posto ideale dove sostare prima di riprendere la salita verso il Castello de Sao Jorge.Ci perdiamo poi per i vicoli, tra i rumori ed i silenzi, gli odori, le case bianche e gli alberi di “laranjas”… Ci fermiamo a pranzo in una Tasca i cui gestori sono 2 signori di mezza età, molto caratteristici, diciamo così! Siamo le loro uniche “clienti” e loro si prodigano nel servirci. Ad aspettarci all’uscita della tasca un cingalese che ci racconta la sua storia…Finalmente riusciamo a liberarci e dopo aver fatto un po’ di shopping nell’Alfama, ci dirigiamo nel Bairro Altro e giriamo senza meta finchè giungiamo al Miradouro di Dom Pedro, da cui si gode di un’eccezionale vista sul castello di Sao Jorge e sul resto della città. Ci riposiamo un po’, allietate dalla musica di un cantante di strada. Decidiamo di rientrare in Hotel per una doccia, stasera ceniamo prima e poi a nanna presto perché domani abbiamo la sveglia alle 6.00, il nostro aereo parte alle 9.00!! Ceniamo al Bairro Alto, perché è quello che ha la maggior movida notturna…scegliamo un ristorante il cui oste è un vecchietto, con le guanciotte paffutelle e rosse…ma è così carino, ci fa una tale tenerezza che decidiamo di fermarci lì. Pasto leggero stasera, perché la cucina portoghese è un po’ pesante per i miei gusti…un giro a caccia di qualche locale popolato…ma è lunedì e in giro non c’è quasi nessuno. Ce ne torniamo in Hotel dopo aver scattato alcune foto a Praca do Commercio by night.

16 NOV Alle 7.30 siamo sul taxi che ci porterà all’aeroporto (€ 8,10). E’ stata proprio una bella vacanza! Lisbona è la città dei contrasti: è malinconica e ridente, decadente ma rigogliosa….la chiamano la città bianca, ma i suoi tetti sono rossi e le nuove costruzioni coloratissime, accanto ad un palazzo ristrutturato ce n’è uno che cade a pezzi….è una città “volenterosa” che vuole rialzarsi dopo il terremoto, dopo la crisi economica…è una città fatiscente in alcuni punti, ma anche questo è il suo grande fascino. E’ una città fatta di zone ricche e di zone povere anche se ad oggi questa differenza credo sia meno sentita e meno evidente. Ci sono i “furti” e gli stessi cittadini ke ti consigliano di tener d’occhio il portafoglio, ci sono ragazzi giovani, che vendono “il fumo” ma che non danno alcun disturbo… Le persone sono accoglienti ed ospitali, spesso non parlano altra lingua se non il portoghese, ma si arrangiano come possono per aiutarti e per rendere il tuo soggiorno migliore.

E come cantava Amalia Rodriguez: “Numa casa portuguesa fica bem, pão e vinho sobre a mesa. e se à porta humildemente bate alguém, senta-se à mesa co’a gente. Fica bem esta franqueza, fica bem, que o povo nunca desmente. A alegria da pobreza está nesta grande riqueza de dar, e ficar contente.” (Uma Casa Portuguesa)



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