Magica Lanzarote

Viaggio in una delle isole più belle al mondo. Ha permesso di mettere insieme natura, cultura e una puntata nella splendida e misteriosa Galizia...
Scritto da: Fefy
magica lanzarote
Partenza il: 13/08/2011
Ritorno il: 26/08/2011
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
(viaggio di Marina, Ivan, Yulia, Fefy)

La scelta di Lanzarote è stato un po’ un compromesso: scegliere una delle più belle tra le dieci isole del mondo, ma anche un posto pieno di cultura oltre che di mare, accontentando così sia noi che la piccola bimba ucraina Julia per il secondo anno al nostro seguito. Abbiamo deciso di farla diventare una piccola esploratrice di luoghi e culture come noi…:)

1° GIORNO 13 AGOSTO

Partiamo da Torino con volo low Ryanair per Madrid. Arriviamo nel pomeriggio. Purtroppo il nostro compagno di viaggio di sempre, Steve, questa volta non ci accompagnerà, peccato le sue note di colore e la sua ironia mancheranno senz’altro… Arrivati a Madrid, con un taxi ci dirigiamo in pieno centro dove ci accoglie il nostro “Color and Basic” Hotel, nel quartiere di Las Huertas, che consiglio per la pulizia, la semplicità, l’ubicazione (vicino alla Porta del Sol, centro nevralgico della cultura di Madrid) e il costo davvero contenuto.

Breve giro alla Porta del Sol, Statua Garcia Lorca, Plaza Mayor, Plaza Sant’Ana e zone limitrofe.

E’ caldo ma ci aspettavamo di peggio. La sera ci buttiamo sulla paella e sulla sangria tanto per stare in sintonia con l’atmosfera del posto. La gente è calorosa e cordiale ovunque e come dice la leggenda i camerieri spagnoli non passano inosservati: per un motivo o per un altro colpiscono.

2° GIORNO 14 Agosto

E’ domenica, così decidiamo di visitare la città vecchia. Ci dirigiamo verso il mercato di San Miguel. Il prosciutto crudo Serrano è ovunque, “Serrano” significa “della sierra”, perché la stagionatura migliore si realizza in queste zone montane. E’ appeso nei posti più strampalati. Compriamo del pane del benedetto Serrano e pranziamo al parco. Fa proprio un po’ caldo: cosa è meglio di una siesta? Andiamo al nostro piccolo hotel, ci riposiamo un paio d’ore per poi andare verso le 17 al museo del Prado che ci dicono essere gratuito la domenica dalle 17 alle 21.

E’ immenso! Bisognerebbe venirci in tre quattro volte tanto è complesso. Ammirare un Velazquez o un Rembrandt in un luogo come il Museo del Prado è un’esperienza unica. Tuttavia grazie alla tecnologia di Google Earth, è possibile andare oltre: puoi navigare tra le riproduzioni dei capolavori del Prado osservandoli fin nei minimi dettagli, come il tocco delle pennellate o le crepe nella vernice. Le immagini di queste opere hanno una definizione di circa 14.000 milioni di pixel, ovvero circa 1.400 volte superiore rispetto a quella di una fotocamera da 10 megapixel. Inoltre su Google Earth potrai vedere una spettacolare riproduzione in 3D del museo. Non è male se vuoi perfezionare la visione di un opera o non hai il tempo di vedere tutto.

Il Museo del Prado è una delle pinacoteche più importanti del mondo. Vi sono esposte opere dei maggiori artisti italiani, spagnoli e fiamminghi, fra cui Sandro Botticelli, Caravaggio, El Greco, Artemisia Gentileschi, Francisco Goya, Andrea Mantegna, Raffaello, Rembrandt, Pieter Paul Rubens, Diego Velázquez e molti altri. In spagnolo “prado” significa “prato”: richiamava una famosa passeggiata alberata, chiamata “Paseo del Prado” luogo di svago per gli abitanti a partire dal XVI secolo. L’edificio che ospita il Museo del Prado fu ideato da Carlo III nel 1776. E’ molto bello e a seconda dei periodi storici fu adibito a museo, caserma, pinacoteca….

Siamo usciti frastornati. Come dicevo è bene visitarlo un due tre volte per assaporare davvero le opere esposte e non uscire confusi e frastornati.

3° giorno 15 agosto

Partenza per l’Isola delle Canarie, Lanzarote, la mattina presto. Lanzarote è definita come la più bella isola delle Canarie, la più affascinante d’Europa e sicuramente i suoi paesaggi sono tra i più sconvolgenti sulla faccia della Terra. Si trova a 100 km dalle coste africane e a 1000 dalla Spagna. Se non fosse un’isola, la più strana delle Canarie, effettivamente sarebbe un frammento di luna, un paesaggio da Apocalisse. E’ una distesa vulcanica, accarezzata dal vento del Sahara e dalla Corrente del Golfo che ne determinano un clima di eterna primavera. Ci sono paesi immacolati, pieni di giardini lavici dove spuntano fiori e cactus meravigliosi. I colori sono sempre forti: il nero della lava, il verde delle viti, il bianco delle onde e delle case… E’ lunga 62 km e larga 20 e, dunque, si può andare ovunque in una giornata per strade asfaltate e ben curate che spesso attraversano paesaggi da fine del mondo. E’ frequentata da molti britannici e tedeschi, molti dei quali si sono addirittura trasferiti qui o hanno acquistato una seconda casa.

Dopo un breve giro a Puerto Carmen (la parte più commerciale e turistica) per mangiare prendiamo l’auto a noleggio e ci dirigiamo verso casa. E’ propro una villetta, è molto bella e funzionale e c’è anche una piscina per Julia oltre che un panorama magnifico. Si trova a Conil, verso sud. Si chiama Villa Clara e per chi di voi vuol venire a Lanzarote la consiglio per l’ubicazione strategica, per il fatto che è una villa un po’ isolata dal centro cittadino e perché è pulitissima tenuta molto bene con due proprietari che solo di una gentilezza squisita. Se volete prendere contatti andate su www.gazettelive.com/villaclara/index.htm. La signora si chiama Clara Isabel Pérez.

Il pomeriggio facciamo una breve puntata alla Playa Bianca, ma non è il tipo di spiaggia che fa per noi. Molta gente e alle spalle mote costruzioni. Tuttavia è la zona più turistica.

La sera mangiamo a casa e andiamo a letto piuttosto sfiniti.

4° giorno 16 agosto

La mattina ci dirigiamo verso il parco di Timanfaya. Prima andiamo al museo che spiega la nascita dei vulcani e la storia di Lanzarote isola proprio prevalentemente vulcanica.

Il parco di Timanfaya è uno spettacolare scenario della natura reso tale dalla catastrofe dell’eruzione vulcanica avvenuta tra il 1730 ed il 1737. Esteso su una superficie di circa 51 km², giace su un substrato geologico esclusivamente vulcanico. L’attività del vulcano continua, come proverebbero le temperature rilevate ad una profondità di 13 metri sotto la superficie e che oscillano fra i 100 ed i 600 °C. Nel 1993, l’Unesco ha riconosciuto a quest’area la qualificazione di riserva biosferica.

In questo parco sono state girate alcune scene del film 2001: Odissea nello spazio, di Stanley Kubrick. Il simbolo del parco è la statua “El Diablo”, di César Manrique.

Abbiamo pranzato al ristorante interno dove la cottura dei cibi avviene direttamente con il calore del vulcano. Dopo la visita su e giù per le alture di Timinfaya siamo tornati a casa e Julia ha potuto sguazzare un paio d’ore in piscina con la compagnia anche di Kira detta (da lei) Topo, una dolcissima Bulldog Francese.

5° giorno 17 agosto

Stamattina, di buon ora (ma ci mettiamo sempre un’ora e mezzo a prepararci tutti!), abbiamo iniziato la nostra giornata con la visita della casa di Casar Manrique. A lui si deve l’impronta speciale che ha quest’isola, stracolma di ogni sua architettura, piccola o grande che sia. Nacque nel 1920 ad Arrecife, capitale dell’isola di Lanzarote. Fu un artista poliedrico, pittore, scultore, architetto, ecologista, conservatore del patrimonio artistico, disegnatore urbanistico e paesaggistico. Convinse i suoi compaesani ad investire nel turismo, senza però cadere negli errori commessi in altre zone del paese o del pianeta. Purtroppo morì nel 1992 in un incidente stradale. Pensate che grazie alla sua influenza, Lanzarote non ha un solo cartello pubblicitario. Fantastico. Non soltanto abbellì l’isola con le sue opere, che avrebbero affascinato solo le persone con meri interessi artistici. Al contrario, egli ha anche lottato per implementare una certa visone e filosofia nel programmare la strategia turistica dell’isola. Stabilitosi a Lanzarote nel 1966 dopo aver ottenuto una reputazione artistica internazionale, Manrique divenne consapevole dell’elevato potenziale turistico di Lanzarote. Presto influenzò le regole della pianificazione urbana e diede una forma all’isola. Il credo alla base della sua intera attività si riferiva alla convinzione che la natura e l’arte (arte, probabilmente il massimo della creazione umana) dovrebbero coabitare armoniosamente nella stessa immagine. Per lo più, la natura e l’arte dovevano contribuire alla relazione tra esse, non ostacolandosi, ma valorizzandosi. Così l’arte doveva illuminare il carattere della bellezza naturale e svelare il potenziale naturale di un luogo, mentre la natura doveva fare lo stesso per l’arte. Questo,trovo sia fantastico! Geniale.

E’ precisamente questa visione sintetica che portò i visitatori di Lanzarote a conoscere Jameos del Agua, El Mirador del Rio, Jardin de Cactus. La sua eredità continua a sopravvivere saldamente; ovvero il rispetto non solo per le opere d’arte, ma per l’idea completa di rispettare la natura, l’arte e i rapporti tra le due. Quest’eredità è attivamente promossa e coltivata dalla Fondazione Cesar Manrique, un’organizzazione non profit creata nel 1982 che lotta per esplorare il potenziale turistico di Lanzarote in accordo con lo spirito che mantiene in vita l’attività di Manrique.

La casa, adesso Fondazione Manrique è bellissima. Tutto pur nelle sue bizzarre opere possiede armonia e persino le musiche da lui scelte a sottofondo di ogni suo edificio sono in perfetta sintonia con l’atmosfera del luogo. Un grande uomo.

Dopo pranzo ci dirigiamo verso la selvaggia e ventosissima Famara, splendida baya con una spiaggia molto estesa cui si pratica anche il surf.

Qui il vento tira davvero forte: ci sono giorni in cui è davvero difficile andare contro vento. La natura vince su tutto, il mare, il vento la sabbia finissima come farina, tutto ti avvolge e devi lasciarti davvero andare. E’ un posto che possiede una magia particolare, una spiaggia come si direbbe da amatori. Così come lo è Pedro Almodovar che proprio questa spiaggia sceglie per girare una parte del film “Gli Abbracci Spezzati”.

Marina è rimasta letteralmente stregata da questo posto, d’altra parte non per niente il suo elemento è il vento:) io invece che patisco già molto a livello polmonare mi sono sentita come soffocare dalla sabbia che mi entrava nei polmoni.

Dopo una breve visita della piccolissima città di Famara, torniamo a casa e nel fare la doccia ci rendiamo conto che la sabbia ha raggiunto i punti più insospettabili del nostro corpo e delle nostre cose.

6° giorno 18 agosto

Il nostro viaggio continua alla visita delle Salinas de Janubio , con le sue vasche geometriche di diverse sfumature dal bianco al marrone, per la raccolta del sale. Le saline son un po’ ovunque nell’isola, ma Janubio è la più antica ed è ancora produttiva. Molto suggestiva. Scattiamo qualche foto e ci accingiamo a visitare le meravigliose scogliere limitrofe, Los Hervideros uno spettacolo della natura vulcanica di quest’isola. Los Hervideros è vicino al mare con frastagliate scogliere vulcaniche che formano delle grotte. E’ sorprendente fermarsi a guardare le onde dell’Oceano che entrano nelle grotte e si infrangono contro gli scogli. Un sistema di sentierini conduce a dei buchi attraverso i quali si vedono le grotte dall’interno. Le pareti sembrano pennellate di tempera spessa gettata con violenza. Uno spettacolo ipnotico. Ma lo spettacolo più bello ci aspetta qualche decina di minuti dopo quando giungiamo a El Golfo, una spiaggia lavica con sabbia nera e pareti laviche scoscese: un visione struggente e mozzafiato che mi ha commossa.. El Golfo è anche un grazioso villaggio sul mare famoso per il suo lago verde, il Charco de Los Clicos, chiamato dai locali semplicemente Lago Verde, che in Spagnolo si dice come in Italiano. Il laghetto si trova sulla spiaggia nera a pochi passi dal mare.

Dopo un giro per questo pittoresco villaggio scendiamo in spiaggia dove sconsigliano di bagnarsi. Lo facciamo ma stando piuttosto verso riva. E’ meraviglioso e il mare per la rifrazione della luce sulla sabbia nera sembra inchiostro.

Dopo un puntata a Yaiza cittadina classica tutta casette a cubo bianche ordinatissime, torniamo piuttosto sfiniti a casa un po’ bruciacchiati dal sole: con il vento stenti a sentirne la violenza.

7° e 8° giorno 19 e 20 agosto

Abbiamo saputo che ad Arrecife, la capitale dell’isola si tiene una mostra di fotografia cui teniamo particolarmente. Si tratta di scatti di vita vera fatta da inviati o meno in tutto il mondo, il Word Press. E’la più importante mostra itinerante del fotogiornalismo. Un’esposizione dal respiro cosmopolita, la più significativa produzione internazionale del fotogiornalismo. Ne approfittiamo e vediamo questa splendida quanto impressionante mostra. Certo non è una passeggiata e come sempre le foto sono spesso qualcosa di sconvolgente. Ma è importante che esista.

Dopo un breve giretto per Arrecife ci dirigiamo al Giardino Dei Cactus, un’incredibile mostra di 10 mila cactus, disposti in centri concentrici digradanti. Mai visti cactus così grandi da superare in altezza anche due volte l’uomo. Anche questa è opera di Manrique. Qui una volta giaceva una cava e lui ne ha fatto uno spettacolare giardino. Facciamo tardi e finiamo per mangiare a casa alle 16 a base di buonissimo prosciutto serrano e formaggio, mentre la piccola Julia sguazza felice in piscina. Verso sera andiamo a Tias la località a noi più vicina. Vivace e gradevole. La sera, delusi dal non aver trovato un posto di cui ci avevano parlato, torniamo a casa a gustare la nostra cucina…

Il giorno seguente ci aspetta un’altra meraviglia di quest’isola che non smette mai di stupire: Playa Papagayo. E’ stata definita tra le 10 spiagge più belle al mondo. Confermo. E’ splendida. E’ un lungo tratto di costa formato da un insieme di piccole cale separate tra loro da scogliere laviche, che nel corso degli ultimi anni è diventata parte di un Parco protetto. Su questo litorale di sabbia soffice e bianca si muovono le acque tranquille del mare, grazie alla conformazione dell’insenatura che protegge questa baia dal vento: Playa Papagayo, come le spiagge affianco, è una caletta di finissima sabbia chiara incastonata fra rocce vulcaniche. Una volta entrati nel Parco di cui fa parte, per raggiungerla si percorre una strada con un panorama mozzafiato sul mare.

Siamo stati tutto il giorno ed è stato bellissimo.

Prima dell’imbrunire abbiamo voluto vedere La Geria, una zona vinicola, che offre paesaggi unici al mondo. Qui infatti le viti crescono in buche scavate nella terra vulcanica nera e spesso sono circondate da muretti a secco che le proteggono dal vento. Alla Geria si trovano delle cantine chiamate bodegas dove si può degustare il vino tipico.

Vagando ci siamo ritrovati per puro caso a Playa Quemada. L’esistenza sulla costa di villaggi non ancora travolti dal turismo è una prova del fatto che a Lanzarote si sia evitato lo sviluppo eccessivo delle strutture turistiche. Questo posto è quasi sconosciuto. Quemada è un semplice paesino di pescatoti con casette bianche e offre uno scorcio affascinante sulla Lanzarote di alcuni decenni fa. Pochi turisti e solo qualche aficionados spagnolo hanno scoperto questa perla nascosta….e adesso anche noi…:) Abbiamo cenato ottimamente in questa Playa in un locale che vi consiglio caldamente e che si chiama “La Salina”.

9° giorno 21 agosto

Purtroppo la casa di Saramago è chiusa (L’orario per vs conoscenza è dalle 10.30 alle 14.00). Andiamo quindi a Teguise, la città più importante di Lanzarote dove ogni domenica si tiene un mercato artigiano. Molti i venditori che vengono anche dalla vicinissima Africa Occidentale e moltissimi i visitatori. Vi sono anche musicisti e bizzarri attori.

Proseguiamo verso Haria, l’oasi come la chiamano tutti, in quanto solo in questo punto dell’isola sono concentrati alberi immensi. La città è tranquilla, 2000 abitanti. Percorriamo vicoli e piazze molto pittoreschi pieni di fiori colorati che spiccano tra il bianco delle case. Sostiamo per mangiare.

Nel pomeriggio andiamo a Jameos del Agua. I Jameos del Agua fanno parte di un complesso insieme di grotte vulcaniche formatesi migliaia di anni fa a seguito dell’eruzione del vulcano Corona. La parola “jameo” probabilmente deriva da un antico dialetto e si riferisce alla cavità prodotta quando il soffitto di una caverna vulcanica crolla. Su una parte di questa zona vulcanica è intervenuto Cesar Manrique che l’ha resa accessibile ai visitatori con passaggi, terrazze, piscina e giardini con bar e ristoranti. All’interno della grotta si trova una laguna, nella quale penetra l’acqua cristallina del mare ed è l’habitat naturale di una specie unica al mondo di gamberi ciechi e albini.

La grotta è attraversabile seguendo un piccolo sentiero scavato nella lava, che costeggia la laguna. La rilassante musica di sottofondo e la calma irreale del luogo inducono alla riflessione e alla contemplazione estatica….siamo tutti un po’ mistici all’uscita…:). Un’altra zona della grotta è stata adattata ed ospita adesso un teatro-auditorium di roccia lavica dall’acustica emozionante, che può ospitare quasi 1000 persone, di cui forse non esiste uguale nel mondo. In diversi periodi hanno luogo nel teatro manifestazioni artistiche: un concerto nel vulcano è sicuramente una esperienza indimenticabile. Terminiamo il nostro giro all’estremità nord-orientale dell’isola, dove l’artista Cesar Manrique creò il Mirador del Rio, un fantastico punto panoramico, che permette, foschia permettendo, di godere di una eccezionale vista sulle isole de la Graziosa, Eleganza e Montana Clara, tutte antistanti Lanzarote. Il ristorante-bunker ha una zona al coperto (protetta dal vento) con tavolini ed ampi divani da dove ammirare il panorama in totale rilassamento ed una zona all’aperto, una sorta di balcone a strapiombo sulla roccia, dove si aggirano corvi e rapaci. Il panorama è davvero incantevole..

10° e 11° giorno 22 e 23 agosto

Ci alziamo abbastanza presto per il nostro Volo da Lanzarote a Madrid. Ci spiace lasciare questo piccolo incanto. Salutiamo la piccola Kira e la signora Clara e partiamo. Ci fermiamo una notte a Barajas la frazione di Madrid dove ha sede l’aeroporto. Arriviamo nella tarda mattinata a Madrid, quindi pranziamo nella piazza di Barajas e poi nel pomeriggio tardi decidiamo di fare un giro per uno dei quartieri alternativi di Madrid il quartiere di Malasana, molto interessante. I quartieri meno conosciuti a volte stupiscono e sono molto più interessanti degli altri più popolari, proprio per la loro autenticità e vitalità… ci fermiamo per la cena.

Il giorno successivo, Ivan e la piccola Julia si imbarcano per Torino. Io e Marina decidiamo di fare una puntatina in Galizia. Alloggeremo a La Coruña, la mia amata Coruña che vidi ben 15 anni fa…

Quante costruzioni in più la sovrastano… quasi mi sento perduta… ma poi la vista delle mie adorate casette bianche verandate mi rassicura. Dopo una breve siesta iniziamo un giro per la città. E ci informiamo per l’auto per affrontare domani il giro della Costa da Morte. Iniziamo un breve giro della città. La Coruña conta circa 250 ab.ed è un comune situato nell’estremo nord ovest della Spagna, nella regione autonoma della Galizia. La città, molto antica ed incastonata in un paesaggio da favola, è una vera e propria finestra sull’Atlantico, oceano che ha giocato il ruolo più importante nei 2.000 anni di storia della città. Ci dirigiamo verso l’incantevole Piazza Pita la più grande e importante della città e lì ceniamo ottimamente mentre un concerto si svolge senza che noi ne sapessimo nulla. L’aria è festosa…..

12° giorno 24 agosto

La mattina ritiriamo l’auto e iniziamo il nostro giro per la Costa da Morte. Vista dall’auto non dà grandi emozioni, se non Fisterra e Malpica (luogo che sembra essersi fermato nel tempo e dove al porto la vita è ancora quella che probabilmente si svolgeva anni e anni fa. In particolare ci hanno stupito le donne che cucivano le reti del pescatori a mano. Surreale davvero). Ma vista dal mare deve essere qualcosa di inquietante. Con Google Earth puoi rendertene conto.

Prima di Fisterra (in gallego, Finisterre in spagnolo galiziano), siamo passati per Muxia dove c’è La Ferida, monumento monolite eretto a testimonianza del disastro causato dall’affondamento nel 2002 della petroliera “Prestige”. “Mai più!!! Nunca mas o nunca mais” si legge sulla pietra. Speriamo non avvenga mai più un delitto simile, un inquinamento tanto disastroso del mare e della costa come quello al quale abbiamo assistito da lontano della nostra Italia. Vederne ancora i segni sulla splendida scogliera di granito ricca di insediamenti Celti che dolcemente scendono al mare, è drammatico.

Ma che succede? Improvvisamente un cocker nero si innamora follemente di me. E’ adorabile e profuma di bagnoschiuma all’Aloe. Dolcissimo! Mi sale in grembo e mi riempie di baci. Dopo Fisterre torniamo a La Coruña. E’ abbastanza tardi ma la città è ancora molto viva.

13° e 14° giorno 25 e 26 agosto

Mattina trascorsa, dopo la consegna dell’auto, a visitare l’incantevole città vecchia e il porto. La Coruña mi è sempre piaciuta perché è una città dai vari volti: dalla calma e suggestione del lungomare alle vie cosmopolite e vivaci del centro storico, ricche di taverne, ristoranti, locali e pub; dalle urla dei pescivendoli al mercato del pesce nella città vecchia, al relax e alla pace sulle spiagge di sabbia fine o nelle suggestive aree verdi a ridosso della città. E poi, La Coruña è anche città culturale e d’arte, che accoglie numerosi musei e palazzi storici,mostre. Tra l’altro abbiamo visto una bella mostra fotografica sul tema del rapporto tra l’essere umano e i suoi spazi ed il suo intervenire sugli stessi.

La sera abbiamo cenato in Piazza Pita (come forse ho già accennato, è una stupenda e grandissima piazza adiacente la città vecchia).

Dopo cena ci imbattiamo in un uomo che ci par aver visto in una foto segnaletica che riportava la scritta “Desaparecidos”. Mi avvicino a lui. Sembra trasandato e sembra piangere. Chiedo se si chiama Jose Punta e lui mi dice di sì… io lo confondo un po’ dicendogli che lo conosco allora lui mi chiede se suono per caso il piano e io dico: ”Ma certo Josè, abbiamo suonato insieme…”. Si commuove… prima che il gioco mi prenda la mano. Marina Chiama la polizia e poi… e poi chissà speriamo l’abbiano trovato e aiutato visto che è sparito da un ospedale, credo psichiatrico.

L’ultimo giorno – il successivo – si sa è sempre il più triste ma anche il più nevrotico…

Visitiamo il Faro, la celebre Torre di Ercole: un faro tuttora in funzione costruito nell’epoca dell’Impero Romano, da cui si gode una vista spettacolare su tutta la città. Ci dirigiamo poi all’aeroporto. Imbarco per Milano Malpensa. Atterrate lì ci accolgono gli abbracci di una Julia festante e la gentilezza composta di Ivan. Sono appena stati una giornata a Gardaland ed erano comodi a venir a Malpensa a recuperarci.

Si torna a Torino con un pezzetto di mondo in più nel cuore. Il mio cuore è cosi grande…

A presto amici. Se avete bisogno di qualche dritta scrivetemi come al solito. Ciao!



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