Un angolo di Indonesia: Siladen e il Parco Marino

Voglio raccontare come è stato il nostro breve viaggio all’isola di Siladen, nel Parco di Bunaken, in Indonesia, in modo da fornire qualche suggerimento a chi desiderasse esplorare quella zona. Dopo aver comprato il pacchetto comprensivo di immersioni, siamo partiti da Roma il 2 Maggio con il volo di Singapore Airlines e dopo una sosta di 3...
Scritto da: Romi77
un angolo di indonesia: siladen e il parco marino
Partenza il: 02/05/2008
Ritorno il: 11/05/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Voglio raccontare come è stato il nostro breve viaggio all’isola di Siladen, nel Parco di Bunaken, in Indonesia, in modo da fornire qualche suggerimento a chi desiderasse esplorare quella zona.

Dopo aver comprato il pacchetto comprensivo di immersioni, siamo partiti da Roma il 2 Maggio con il volo di Singapore Airlines e dopo una sosta di 3 ore all’aeroporto di Singapore (forse il più bello che ho visto finora), abbiamo preso il volo per Manado, servito dalla stessa compagnia area. All’arrivo siamo stati accolti da un bel caldo equatoriale, un paesaggio ricco di vegetazione e da Antonio di Celebes Divers. Ricordatevi di avere euro o dollari con voi perché appena si arriva si paga il visto di ingresso. Potrete prelevare anche le rupie indonesiane al bancomat dell’aeroporto, così durante il soggiorno potrete spenderle nei mercatini…Conviene perché altrimenti i venditori non vi faranno un cambio buono!? Prima di arrivare a Siladen, siamo passati per il Mapia Resort che si trova a Manado, direttamente sul mare. Le strade in quella zona della città di Manado sono abbastanza movimentante: molta gente gira con il motirino, anche in 4 sullo stesso…Ma tutti con il casco; è pieno di chioschetti e piccoli negozi e appena non ci sono costruzioni, ci sono palme e tanto verde.

Il Mapia Resort, è un posto che mi sento di consigliare solo a coloro che fanno prettamente diving, visto che nella baia ci sono alcuni siti particolari da poter visitare sott’acqua, caratterizzati magari da sabbia vulcanica, ma con una biodiversità particolare (Siladen è comunque più vicina invece ai vari siti di immersione del Parco di Bunaken); anche per chi preferisce dedicarsi alle escursioni su Sulawesi, per esempio per visitare la giungla del Tangkogo National Park e cercare di vedere il famoso tarsio o per chi volesse fare un po’ di vita mondana nella città, può essere comodo pernottare qualche notte lì. Inoltre il giardino è molto curato, ricco di piante e fiori e c’è anche una piscina, ma la spiaggia è poca e non comoda.

Dopo la breve sosta lì e due chiacchiere con i responsabili di Celebes per capire come si sarebbero svolte le nostre giornate/immersioni, in 40 minuti siamo finalmente arrivati all’Onong Resort di Siladen. Il nostro bungalow era a tre passi dal mare, semplice ma nuovo e tutto in legno, spazioso (abbiamo pagato un supplemento al momento della prenotazione per averlo), con ventilatore e aria condizionata, un bagno comodo con acqua calda, l’ideale per il nostro tipo di vacanza tutta diving e relax.

L’isola è piccola ma regala davvero relax e soprattutto il panorama consente la vista di Manado Tua, l’isola di Bunaken e Sulawesi nord. L’atmosfera all’Onong è molto familiare perché la sera si cena tutti insieme e infatti abbiamo fatto subito amicizia con altre due coppie di subacquei italiani appassionati di immersioni e viaggi come noi. Tra una mangiata e l’altra ci siamo raccontati un sacco di cose e devo sottolineare che il cibo era buono e sempre abbondante e il personale indonesiano molto disponibile e col sorriso.

Siamo stati fortunati con il tempo, infatti maggio è un mese buono. Ha tirato vento solo un paio di sere, ma la temperatura era sempre buona e calda, tra l’altro nemmeno troppo umida. Il mare è particolarissimo, raggiunge in alcuni punti del Parco anche la profondità di 1.600 m, è quasi sempre piatto ma interessato da correnti che cambiano ogni mezz’ora, non è stato mai stato mosso e ci ha permesso di fare delle immersioni davvero belle. Il fenomeno delle maree è molto forte, ma per fortuna quando tornavamo dalle immersioni, l’acqua era sempre molto bassa e potevamo sistemare i lettini di legno al sole e riposarci fino al pomeriggio oppure fare il bagno.

La giornata iniziava solitamente alle 08.30-9.00 visto che dopo aver fatto colazione arrivava la barca dal Mapia per portarci a fare le immersioni. La cosa comodissima è che il personale carica e scarica tutta l’attrezzatura e monta anche le bombole, quindi nessuno stress per la preparazione.

Quasi tutte le immersioni erano in parete, ma ognuna con le sue caratteristiche ci ha regalato delle belle sorprese: abbiamo visto due serpenti marini, tartarughe, murene, il pesce coccodrillo, il pesce foglia, il pesce lucertola, tantissime specie di farfalla, angelo, chirurgo, palla, scatola, il famosissimo cavalluccio pigmeo, il pesce balestra titano, i trombetta, scorfani, pesci pietra, qualche carangide e diverse specie di nudibranchi coloratissimi e di pesci pagliacci, tanti tipi di corallo duro e molle e la cosa carina era che le due immersioni dalla barca duravano tantissimo perché si poteva terminare l’aria sul top reef sempre ricco di vita e pieno di colori. Inoltre per ogni guida c’erano solitamente non più di 4/6 persone. Alla fine della seconda immersione si ritornava all’Onong al massimo in 15-20 minuti di barca (perché i siti del Parco erano tutti abbastanza comodi) si pranzava e poi ci si poteva rilassare. Volendo è possibile fare anche le immersioni da riva da soli in maniera comoda perché il reef è vicino, ma bisogna calcolare che la corrente si inverte ogni mezz’ora e si può rischiare di ritrovarsi ben più lontani dell’Onong.

Inoltre il pomeriggio, con i famosi pelan, piccole imbarcazioni un po’ arrangiate che fanno pochi nodi, arrivavano sempre delle donne indonesiane per vendere sull’isola collanine e magliette…E lì ho speso tutte le mie rupie!?? Visto che non ci sono attività da fare a parte il diving e il relax, si può accedere alla SPA del Siladen Island Resort, molto più scenografico ed affascinante dell’Onong ma altrettanto più costoso.

I massaggi invece costano dai 15-20 euro in su e l’offerta è ampia.

Pensavamo di poter passare il pomeriggio al laboratorio di biologia marina che è lì e di cui avevo letto un po’ di notizie, ma era chiuso e non c’erano biologi; forse a settembre ci sarà una nuova sessione di studio ma non mi è sembrata una struttura in piena attività. Peccato perché visto l’ambiente e la biodiversità del posto, per chi ama la subacquea, è davvero divertente scoprire i dettagli di ciò che si è visto durante un’immersione. In compenso abbiamo conosciuto e chiacchierato molto con un paio di ragazzi che avevano partecipato ad uno dei Master promossi dalle Università di Manado, Genova e Ancona per Siladen e che sono tornati nel Parco di Bunaken per sviluppare un altro progetto di studio. La cosa che va detta e che dispiace a chi sta lì anche per poco tempo, è che purtroppo nel parco marino sia sulla terra che in mare, gira parecchia immondizia anche trasportata da una riva all’altra delle varie isole a causa delle correnti. Le persone del posto non sono incentivate a salvaguardare il paradiso in cui vivono e soprattutto scarseggiano i mezzi e i soldi per proteggere quel bellissimo ambiente dall’inquinamento e dalla scomparsa di alcune specie animali locali. La speranza è che i resort del Parco facciano il possibile per diminuire il livello di inquinamento della zona e per mantenere il più a lungo possibile le caratteristiche dell’interno paesaggio circostante. Detto questo, vale la pena soggiornare nel parco di Bunaken…L’ultimo giorno al rientro verso Manado, attraversando quel tratto di mare molto affascinante, dalla barca abbiamo visto anche un marlin che saltava come un delfino…Non so se ci ricapiterà



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