Quattro giorni in Alta Provenza

Sabato 27 giugno 2009 Come primo viaggio all'estero con Caterina (anni quattro) dirigiamo verso la vicina Provenza (almeno per chi parte da Torino). La metà mattina ci vede pertanto imboccare l'Autofrejus e valicare il Colle del Monginevro, in una splendida giornata di sole. In un attimo superiamo Briançon e scendiamo per la Valle della...
Scritto da: gp.elena
quattro giorni in alta provenza
Partenza il: 27/06/2009
Ritorno il: 30/06/2009
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 500 €
Sabato 27 giugno 2009 Come primo viaggio all’estero con Caterina (anni quattro) dirigiamo verso la vicina Provenza (almeno per chi parte da Torino).

La metà mattina ci vede pertanto imboccare l’Autofrejus e valicare il Colle del Monginevro, in una splendida giornata di sole. In un attimo superiamo Briançon e scendiamo per la Valle della Durance, che seguiremo fin quasi alla sua confluenza con il Rodano. Ad un certo punto i morsi della fame diventano inesorabili; appena prima di Embrun ci fermiamo su di un piazzola a fare uno spuntino con i panini portai da casa. Le strade di Francia sono ricchissime di queste aree di sosta molto panoramiche, con panchine e tavolini collocati spesso all’ombra di piante secolari. Le abbiamo trovate molto utili per spezzare il viaggio e concedersi un momento di relax, con relativo sgranchimento di gambe.

Seguiamo le indicazioni per Sisteron, che ci fanno deviare dalla strada principale di Gap, per farci attraversare una serie di villaggi immersi nel verde di vallate e montagne. Poco prima di Sisteron imbocchiamo l’autostrada a pagamento per Aix-en-Provence: siamo in viaggio già da un po’ e non vediamo l’ora di arrivare alla nostra destinazione. Usciti a Manosque proseguiamo per Sainte-Tulle, dove si trova Villa Pondy, la nostra casa per i prossimi tre giorni. Siamo in un tranquillo paesino a quattro chilometri da Manosque. Pierre, il proprietario, ci mostra la nostra stanza, la cucina in comune con le altre due camere, il giardino. Poco lontano c’è un supermercato dove facciamo un po’ di spesa. Per il resto della giornata lasciamo riposare l’auto e a cena ci rechiamo al “L’Origan”, il piccolo (e unico) ristorantino del paese, dove ci sfamiamo a colpi di insalatone francesi. Una passeggiata sotto ai platani del centro, ove è in corso la coloratissima festa “delle identità”, e siamo presto a letto.

Domenica 28 giugno 2009 La giornata comincia con una sontuosa colazione servita da Pierre nel giardino di casa: tè, caffè, cioccolato, marmellate, croissant, yogurt e mille altre prelibatezze. Ci stacchiamo a malincuore dalla tavola e ci imbarchiamo in auto, diretti ad Arles.

Da Sainte-Tulle ad Arles c’è circa un’ora e mezza di autostrada (direziona Aix-en-Provence, poi Salon-en-Provence e infine Arles-Nimes). Tra Salon ed Arles si attraversa la Crau, una pianura stepposa battuta dal sole dove in inverno svernano migliaia di pecore che, in questa stagione, si trovano al fresco sulle montagne.

Arles ci accoglie con la sua splendida arena romana, costruita in mezzo alle case. C’è un’aria di familiarità con le rovine, siamo lontani dal fasto e dalla distanza ispirati dal Colosseo o dall’arena di Verona. Qui i resti romani sono ancora vissuti, più che conservati.

A quattro passi dall’arena, di fianco alla chiesa di Notre Dame de la Neige, una terrazza consente di spingere la vista a nord, verso l’abbazia di Montmajeur e Les Baux, dove andremo nel pomeriggio.

Dall’anfiteatro dirigiamo verso la cattedrale di Saint Trophime, dove ci riposiamo all’ombra dello stupendo portico medievale. L’ingresso alla cattedrale non è possibile, perché è in corso una funzione religiosa. Un ultimo luogo da visitare ad Arles sono Les Alyscamps, un antico cimitero in cui centinaia di sarcofaghi giacciono allineati sotto un viale di piante. Il posto è suggestivo e tranquillo, immerso nel verde e nel frinire delle cicale.

Approfittiamo della pace del luogo per il nostro spuntino a base di panini.

Usciamo da Arles diretti a Les Baux, sulla catena delle Alpilles, ma prima facciamo due soste intermedie. La prima per rifornirci di acqua e vedere da vicino l’abbazia di Montmajeur, che troneggia maestosa di fianco alla strada. La seconda sosta ai piedi delle Alpilles, a Fontvieille per visitare il famoso mulino di Daudet, dove il creatore di Tartarino si recava a cercare ispirazione.

In effetti dal mulino (che si raggiunge con una piccola passeggiata) la vista domina la Crau e la vicina Arles. Si intuiscono lontano verso Sud gli specchi d’acqua della Camargue, mentre dietro si elevano le Alpilles. Queste sono una catena di piccoli rilievi, così tormentati e intricati da essersi meritati il nome di “Piccole Alpi”.

Ripartiamo nella vampa del sole, appena mitigata dal vento gagliardo, e dopo pochi chilometri ci fermiamo a Les Baux, ultima tappa di oggi.

Siamo in un paesino fortificato, costruito sopra una lunga lisca di roccia e dominato dalle rovine aeree di un castello. Il pezzo forte del posto è proprio la visita del castello, da dove si domina l’intera regione: a nostro avviso vale la pena spendere i 7 euro dell’ingresso. Finiamo la visita completamente disidratati: una meritata sosta e ripartiamo verso Sainte-Tulle. Qui scopriamo che, essendo domenica, l’Origane è chiuso. Pazienza, dirigiamo a Manosque dove però vagheremo più di un’ora alla ricerca di cibo: escludendo Mc Donald e Takeaway vietnamiti, sembra che la domenica non ci sia un solo locale aperto. Alla fine ci fermiamo all’Aigo Blanco, in Place du Terreau, “il miglior locale di Manosque”. Anche stavolta il nostro menù prevede insalatone rinfrescanti condite con ogni prelibatezza. Ritorniamo a Villa Pondy completamente sfatti per la giornata intensa.

Lunedì 29 giugno 2009 La notte fresca e la colazione copiosa ci rimettono in sesto: oggi andiamo a Roussillon, a visitare le cave di ocra. Da Manosque saliamo ad Apt per una strada immersa nel verde di ulivi e querce; ogni tanto emergono i campi colore viola della famosa lavanda di Provenza. Da Apt seguiamo per Cavaillon e, dopo qualche chilometro, ci inoltriamo verso Roussillon.

Lasciamo la macchina all’ingresso del paese e dirigiamo subito al “sentiero delle ocre”. Questo è ricavato all’interno di antiche cave di ocra: guglie e pareti di roccia dalle mille tonalità di rosso e giallo si mescolano con il verde delle foglie dei boschi. É un percorso di mezz’ora che si rivela sorprendente e suggestivo. All’uscita del sentiero visitiamo il borgo di Roussillon, con le case tinte anch’esse di rosso e giallo che scintillano nella giornata priva di nuvole.

All’ombra delle piante del parcheggio sgranocchiamo le nostre provviste e dirigiamo verso l’abbazia di Senanque. Ci si arriva attraversando il paese di Gordes, a picco su di un ripiano alto sulla valle, e scendendo poi in una gola rocciosa. L’abbazia è circondata da campi coltivati a grano e lavanda e compare in tutti i calendari della Provenza. Per la visita occorre attendere un’ora per poi aggregarsi ad un folto gruppo di turisti tedeschi: capiamo che non possiamo pretendere troppa pazienza da Caterina e decidiamo di ammirare l’abbazia solo dall’esterno, per poi andare a visitare Gordes. La scelta è azzeccata: Gordes si rivela un paesino piacevole con un castello imponente che lo domina senza però schiacciarlo; strade strette, viste panoramiche sulla valle costellata di lavanda, negozietti di artisti che espongono oggetti strani e coloratissimi.

Anche oggi la giornata volge al termine: ci imbarchiamo sull’auto e a ritroso ripercorriamo tutta la strada fino a Sainte-Tulle. E’ l’ultima sera che passiamo qui, ritorniamo con piacere all’Origane, e con piacere divoriamo la nostra ultima insalatona. Martedì 30 giugno 2009 Oggi è il giorno del rientro.

Con calma gustiamo l’ultima colazione ipercalorica, salutiamo Pierre e gli altri ospiti della casa (la cagnolina Muette e la “Signora Inglese” sua proprietaria) e ci imbarchiamo in auto diretti a casa. Per spezzare il viaggio ci fermiamo a visitare Embrun. La città vecchia è costruita su di un ripiano che domina la Durance; bellissima è la cattedrale, con la facciata gotica ed il portale romanico, così come l’intreccio delle vie del centro, con i negozietti ed i dehors tipici delle città di provincia francesi.

Al Monginevro abbandoniamo il sole e l’aria limpida e rientriamo in Italia, attraverso una valle di Susa gravata dalle nubi di afa che salgono dalla pianura.

Consigli e commenti.

L’alloggio: tramite il sito delle gites de france (www.Gites-de-france.Com) ci siamo messi in contatto via e-mail con Pierre, il proprietario di Villa Pondy, al quale abbiamo chiesto tutte le informazioni necessarie su disponibilità della stanza e prezzi. La collocazione è in un paesino a dieci minuti dall’autostrada. Nelle vicinanze ci sono un ristorantino ed un supermercato. Per altre informazioni e per dare un’occhiata alle stanze potete visitare il sito.

La nostra camera era arredata con gusto e, essendo rivolta a nord, risultava sempre molto fresca: un sollievo dopo tante ore passate sotto il sole.

Il viaggio.

Autostrade ben tenute (forse un po’ care, ma la qualità si paga…), strade nazionali e dipartimentali curate, abbondanza di indicazioni per le località turistiche. Pagamento ai caselli con self service: (OK la carta di credito). Self service anche ai distributori di GPL: rifornirsi sembra più difficile di quel che è in realtà. In tutti i luoghi da noi visitati esistono dei comodi parcheggi a pagamento nei quali, con 2 o 3 euro, ci si può fermare tutto il giorno.

Il cibo.

Le colazioni di Villa Pondy, ad inizio giornata, consentono un’autonomia di parecchie ore…

Come per i precedenti viaggi, a pranzo ci limitiamo a spuntini a base di panini o frutta (la piccola Caterina è rimasta entusiasta di questi pic-nic improvvisati). A cena ci siamo rinfrescati con le classiche insalatone francesi, infarcite di formaggi, salumi, insaccati, verdure e altre squisitezze. Tutti i locali offrono un menù bambini a prezzi modici.

Attenzione alla domenica sera, quando buona parte dei ristoranti sono chiusi (a meno che non optiate per un fast food, se lo trovate e se vi piace il genere).

Varie ed eventuali Un viaggio in Provenza a cavallo tra giugno e luglio consente di trovare i campi di girasoli e di lavanda nel pieno della fioritura, immersi nel giallo del grano e verde scuro della macchia mediterranea. Il sole è rovente, ma, almeno nel nostro caso, è sempre stato mitigato da una brezza vivace, lontana parente del leggendario mistral.

La combinazione di sole e vento permette di sopravvivere al caldo, ma espone alla disidratazione: il consiglio è di bere molto, molto ed ancora molto. Se non si ha una borsa termica, meglio fermarsi ogni tanto nei bar o nei negozi a rifornirsi, piuttosto che costipare l’auto di bottigliette di acqua che inevitabilmente si scalderanno. Il vantaggio del dormire in Alta Provenza è stato che le notti sono fresche e quindi, senza necessità di condizionatori d’aria, abbiamo sempre riposato a meraviglia.

Ringraziamenti Ringraziamo lo staff del L’Origane, che per due giorni ci ha sfamato a sazietà con la loro scelta di squisitezze.

Ringraziamo gli addetti a biglietterie, parcheggi e stazioni di servizio, che si sono dimostrati cortesi e solleciti alle nostre richieste di informazioni ed assistenza.

Ringraziamo di cuore Pierre di Villa Pondy (www.Villapondy.Fr), per la magnifica ospitalità, la simpatia e per tutti i consigli ed indicazioni che ci hanno permesso di trascorrere una bellissima vacanza.



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