Odori di Provenza e sapori di Linguadoca
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1° giorno, mercoledì 15 giugno – Itinerario: Catania – Marsiglia – Aix en Provence (km 98)
Due anni dopo la gitarella a Madrid e dintorni (vedi diario precedente) ci ritroviamo con Massimo & Marilù (M&M) per questa nuova avventura in terra di Francia (noi siamo in quattro: Sergio & Letizia + Morena & Giorgia di 10 e 7 anni). Il volo è in orario e atterriamo a Marsiglia alle 14 dopo due ore di volo tranquillo: le previsioni meteo per il sud della Francia non erano delle migliori, ma un sole caldo e accecante ci accoglie appena usciti dal terminal MP2! L’agenzia di noleggio Enterprise è proprio di fronte al terminal principale, ma ci fanno attendere una mezzoretta perché l’auto non è stata ancora riconsegnata! Finalmente ecco arrivare la nostra macchina, una Citroen Grand C4 da 7 posti. Commentiamo entusiasti quanto sia spaziosa questa macchina, quanti vani portaoggetti, due prese usb, ma qualcosa non torna… e ci credo che è spaziosa: manca la leva del cambio! e soprattutto niente pedale frizione e nemmeno freno a mano! Speriamo bene, l’auto ha il cambio automatico e ciò crea qualche iniziale imbarazzo alla guida, ma fortunatamente, dopo “soltanto” un paio di brusche frenate involontarie, tutto fila liscio: ci muoviamo!
Il pomeriggio lo passiamo a Marsiglia: tanti coloratissimi tifosi albanesi animano la stazione Saint Charles, in stile liberty, giunti in città per sostenere la propria nazionale impegnata contro i padroni di casa nella partita di calcio di Euro 2016 che si disputerà al nuovo Stadio Velodrome. A noi però interessa il vicino palazzo Longchamp sede di alcuni musei, poi la chiesa neogotica di Saint Vincent e la panoramica basilica di Notre Dame de la Garde. Scendiamo anche al vecchio porto mentre frotte di tifosi si accalcano nei locali che servono birre a fiumi e un po’ intimoriti dai recenti scontri tra tifoserie proprio a Marsiglia, rinunciamo alla visita anche della zona del porto nuovo: peccato, eravamo stati a Marsiglia nel 2011 e la zona dei docks era tutta un cantiere, sarebbe stato bello vederla nella nuovissima veste, ma ci accontentiamo della panoramica offerta dall’alto della basilica di Notre Dame de la Garde.
Prendiamo l’autostrada in direzione nord verso Aix dove abbiamo prenotato due stanze all’Ibis Budget (quadrupla € 53 e colazione €16 per due adulti e due bambini). In verità quest’hotel non è propriamente ad Aix e nemmeno nella sua immediata periferia ma gli hotel in centro hanno costi veramente proibitivi per le nostre tasche. L’Ibis però risulta pulito e con un letto a castello ideale per le bimbe. Comodissimo anche il supermercato proprio accanto all’hotel. Siamo ad Aix en Provence e non ci facciamo un giretto? Dobbiamo anche cenare e la scelta ricade in uno dei tantissimi localini in centro (più precisamente il Chez Nous Restaurant) vicino a place de la Mairie, quella con la tour de l’Horloge. E qui iniziamo a fare i conti con la cucina francese: le bimbe scelgono una pizza (praticamente mangeranno pizza per quasi tutto il viaggio!), M&M due “salatissime” caesar salad (16€ ciascuna) e poi la genialata di mia moglie che ordina una insalata di calamari: alla fine portano un piattone con un mezzo kilo di lattuga verde e rossa dove disperse ci sono due patate bollite con ancora la buccia, e agli angoli del piatto quattro polpette nere. E dove sono i calamari? Assaggiamo timidamente le polpette nere e informi che risultano tiepide e mollicce (bleah!) al vago sapore di calamaro: decisamente immangiabili! Andiamo a letto che è meglio.
2° giorno, giovedi 16 giugno – Itinerario: Aix en Provence – Lourmarin – Roussillon – Gordes e abbazia di Senanque – L’isle sur la Sorgue – Avignone (km 168)
La giornata di oggi è dedicata ai paesini del Luberon purtroppo un po’ di pioggia ci accompagnerà a sprazzi per tutta la mattina e quindi rinunciamo da subito all’escursione al Colorado Provenzale di Rustrel. Prima tappa dunque il grazioso paesino di Lourmarin: parcheggiamo e scendiamo con tutto l’ambaradan di attrezzature fotografiche avviandoci verso la chiesetta del paese… mmh me la ricordavo diversa dalle foto, anche la totale assenza di turisti mi rende perplesso, e perché le persone ci guardano come se non avessero mai visto un turista in vita loro? Un dubbio atroce emerge dal subconscio e si fa strada nella mente: non è che abbiamo sbagliato paese? Cerchiamo di capire dove siamo capitati e finalmente la verità viene a galla: effettivamente non siamo a Lourmarin ma nel ridente (si fa per dire) paesello di Cadenet, a circa 5 km dalla nostra meta… Ci rimettiamo in marcia e finalmente parcheggiamo sotto il castello del vero Lourmarin. Ovunque piante rampicanti nelle stradine strette, e i tanti negozietti che offrono non solo lavanda ma anche stoffe e manufatti artigianali locali, ci fanno assaporare la vera essenza provenzale che nelle grandi città non si avverte. Qualche minuto per le bimbe nel parco giochi li vicino e via di corsa verso Roussillon.
Un acquazzone condito da lampi e tuoni ci fa compagnia per tutto il tragitto fino all’ingresso del paese dove magicamente fa capolino un timido sole (ogni tanto un po’ di fortuna ci vuole!). Di Roussillon colpiscono soprattutto i colori delle case: tonalità che vanno dal giallo intenso all’arancio e al rosso sono gli stessi colori che si trovano nello sperone roccioso sottostante e da dove si ricavano le ocre utilizzate fin dall’antichità come pigmenti. Inutile dire che le foto si sprecano, certo ci fosse stato un bel sole… ma almeno non piove.
Lasciato Roussillon ci dirigiamo a Gordes e per fortuna abbiamo messo le cinture di sicurezza perché rischiamo tutti e sei un bel colpo di frusta quando Massimo inchioda per fotografare un campo di lavanda, seguono subito risate e sfottò e anche maledizioni al cambio automatico. In verità in questo periodo la fioritura è agli inizi e nei filari ordinati prevale il verde delle foglie: poco male il viola magari lo aggiungiamo dopo con il Photoshop!
Arriviamo a Gordes per pranzo e decidiamo di consumare dei panini in un parcheggio poco prima dell’ingresso in paese, da dove si ha un colpo d’occhio eccezionale sull’intero abitato ed anche sulle colline circostanti. Imponente il castello e belle le vie circostanti. Ricorda un po’ la nostra Erice. Nella piazza principale di Gordes hanno girato alcune scene del film “Un’ottima annata” con Russell Crowe: non ho visto questo film e non so se è un capolavoro o una palla pazzesca, ma non è assolutamente giustificato il parcheggio di 4€ a tariffa fissa! La vicina abbazia di Senanque (forse la più fotografata di Francia) è letteralmente uno scrigno grigio incastonato in una valle verde, circondato da campi viola di lavanda (o meglio, ancora sono verdi, saranno viola fra un mesetto). Se non fosse per i tanti turisti, sembrerebbe che il tempo si sia fermato otto secoli fa: si respira pace e si percepisce la tranquillità dei monaci che vi abitano da generazioni e che coltivano la lavanda ed altre erbe come i loro antenati.
Una ventina di km ci separano dalla prossima meta: l’Isle sur la Sorgue è anche chiamata la Venezia contadina; apro una parentesi: di paesi e città che si autoproclamano “simil-veneziane” il mondo è pieno, devo però ammettere che questa piccola città con il suo reticolo di canali e ponti un po’ la ricorda per davvero! meno immediato è il significato dell’aggettivo contadina. Ordine, pulizia e fiori, tantissimi fiori, sono le prime parole che mi vengono in mente per descrivere le impressioni provate nella visita di Isle. Anche le secolari ruote a pale sul fiume Sorgue che girano ormai solo a scopo ornamentale, contribuiscono a fare di Isle il mio luogo del cuore (almeno di questa breve vacanza).
La stanchezza si fa sentire e, anche se sarebbe bello fermarsi qui ancora per un po’, decidiamo di andare in hotel per un riposino prima di cena. Percorsi poco meno di 30 km in direzione di Avignone troviamo il nostro hotel di stasera il Cristol (quadrupla a € 63). Per un disguido sulla prenotazione M&M soggiornano però al vicino Campanile Hotel. La stanza è carina con un doppio letto su un soppalco che ha fatto la felicità di Giorgia e Morena, all’esterno anche un bel prato verde attrezzato con tavoli e sdraio. Unica nota stonata le tante zanzare in camera e fuori. Cena senza tante pretese da McDonald’s ad Avignone.
3° giorno, venerdì 17 giugno – Itinerario: Avignone – Pont duGard – Nimes – Coursan (km 215)
Lasciato l’albergo decidiamo di fare colazione al Les Halles di Avignone (il mercato coperto in pieno centro) e poi subito al palazzo dei Papi. Le foto su internet, anche se danno un’idea di massima, non rendono piena giustizia di questo enorme complesso medievale: concepito per esaltare la forza e la potenza del papato ancora oggi ci si sente piccoli al suo cospetto. La gestione del palazzo purtroppo si rivela poco, anzi per nulla, family friendly e a causa dei prezzi proibitivi, ben 43€ per due adulti e due bambini, a malincuore rinunciamo alla visita interna. Saliamo ai giardini Rocher des Doms da dove si ha un’ottima vista sul Rodano, sul paese dirimpettaio di Villeneuve les Avignon e, ovviamente sul ponte di Saint Benezet (il c.d. Ponte rotto). Speriamo non ci sia in giro qualche fanatico animalista perché le bimbe si divertono a rincorrere delle paperelle che scappano via infastidite.
Impieghiamo circa 35 min per arrivare nei pressi del Pont du Gard dove la strada si biforca e bisogna scegliere tra la riva destra o la sinistra. Scegliamo la rive gauche, ma una vale l’altra perché tanto poi si può attraversare il ponte. Anche oggi per pranzo abbiamo preso delle pizze perché avevamo letto che il parco attorno al ponte è l’ideale fare dei pic-nic: purtroppo, nonostante lo spazio non manchi, non c’è nemmeno un tavolo e nemmeno una panca dove sedersi comodamente! Alla fine abbiamo mangiato seduti su uno scomodo scalino! per contro poi, la cosa più assurda è che tutte le aree di sosta lungo l’autostrada sono provviste di tavoli con panche in legno e bagni pubblici!! Il ponte è comunque spettacolare con i suoi tre ordini di arcate. Le chiare e fresche acque del fiume Gardon sono una calamita troppo forte per le bimbe che non rinunciano a bagnarsi almeno i piedi. All’uscita paghiamo il conto della visita (tariffa cumulativa fissa 18€ per parcheggio e 5 persone) e ci rimettiamo in viaggio.
A Nimes troviamo un po’ di traffico per via dei numerosi cantieri che rifanno il look alla città. Molto belli e curati sono i Jardins de la Fontaine. Imperdibili, per chi si reca a Nimes, sono la Maison Carrè e l’arena dove più di un migliaio di persone aspettano, al di là delle transenne, di entrare per lo spettacolo di stasera di un cantante a noi completamente sconosciuto. L’autostrada narbonese che dopo 135 km ci condurrà a Narbonne, o meglio nella vicina Coursan (a circa 10 km), è molto trafficata e cara. Un appunto importante, se alla fine della vostra vacanza non capite che fine abbiano fatto i vostri soldi, ve lo dico io: hanno preso il volo con le 3P cioè Pasti-Pedaggi-Parcheggi!! A Coursan c’è il nostro B&B Le Logis Blanc (tripla a €75 compresa una favolosa colazione). Su di un palco nella piazzetta principale, alcuni ragazzi suonano per la festa della musica: forse stanno suonando la versione francese di “Scende la pioggia” perché all’improvviso si mette a piovere e addio festa. Ripariamo nell’unica pizzeria del centro: una bettola dove il pizzaiolo fuma alla grande mentre fa le pizze, la cameriera fuma mentre serve ai tavoli e i clienti fumano mentre mangiano… poveri noi, vorremmo andar via ma piove forte e le bimbe hanno fame e, manco a dirlo, prendono una pizza; per me hamburger e patatine: se esiste un guinness world record per la pizza più sottile del mondo, la nostra lo batte di sicuro! La carne del mio panino poi è completamente cruda e per non urtare i più deboli di stomaco non dirò che grondava sangue sul piatto (bleah!). M&M hanno invece optato per una più rustica baguette con salsiccia alla brace… noi invece andiamo a dormire stanchi ed anche affamati.
4° giorno, sabato 18 giugno – Itinerario: Coursan – Narbonne – Carcassonne – Montpellier (km 235)
Placati i morsi della fame arretrati con una fantastica colazione al B&B, andiamo a Narbonne per visitare il centro storico e il bellissimo mercato coperto. Molto eleganti sono anche il Cours Mirabeau e il Cours de la Republique che costeggiano il canale della Robine.
Da sempre mi affascina la cittadella medievale di Carcassonne. Chissà quali oscuri segreti nasconde, quali tesori hanno lasciato i Catari… ovviamente quando l’aspettativa è alta, la realtà è sempre un po’ deludente. Non voglio essere frainteso, Carcassonne è veramente suggestiva con le sue possenti mura, le torri di guardia, il castello interno e tutto il resto; ma sembra di stare a Gardaland: turisti a non finire, di conseguenza tanti mediocri ristoranti a menù fisso, i soliti souvenir e gente un po’ strana che fotografa anche le lumache (posso testimoniare), manca solo la mascotte locale che si fa fotografare con i più piccoli! Anche noi ci adeguiamo e pranziamo in uno dei tanti mediocri ristoranti a menù fisso.
Dopo più di un’ora e mezza di autostrada (rifacciamo la narbonese) arriviamo a pomeriggio inoltrato a Montpellier capoluogo della Linguadoca. E’ la città che non ti aspetti, scelta più come tappa intermedia che per un vero interesse turistico, si è rivelata invece una piacevole sorpresa. Bella la Place Royale dove arriva un acquedotto simile, ma in versione ridotta, al Pont du Gard; bellissima, anche perché fresca di restauro, la cattedrale di Saint Pierre. E’ tardi e siamo stanchi, continueremo la nostra visita domani. Prendiamo possesso della nostra camera quadrupla (67€ e colazione a 18€) all’hotel Arena che, manco a dirlo, si trova in periferia. Per fortuna la zona dell’hotel è un polo commerciale e non mancano certo i vari McD’s e praticamente tutte le altre catene di fast food: scegliamo di mangiare carne al Buffalo Grill proprio accanto al nostro Hotel.
5° giorno, domenica 19 giugno – Itinerario: Montpellier – Arles – Martigues – Aeroporto – Catania (km 175)
Dopo una discreta colazione in hotel troviamo posto nel parcheggio sotterraneo proprio sotto Place de la Comedie. Come cavernicoli che si affacciano per la prima volta fuori da una grotta, emergiamo dal sottosuolo nel centro della piazza e rimaniamo stupefatti dai bianchi palazzi ottocenteschi inondati di sole; inutile dire che è una delle piazze più belle ed eleganti che ho visto in vita mia! Ci sarebbero ancora tante cose da vedere a Montpellier ma il tempo è tiranno: oggi è l’ultimo giorno di vacanza e per le 15 dobbiamo arrivare in aeroporto per riconsegnare l’auto; quindi via di corsa verso una nuova meta: la città romana di Arles. Questa città patrimonio Unesco, è conosciuta dagli amanti della pittura perché la scelse Van Gogh come sua residenza per qualche anno. Il centro storico è tutto concentrato tra il teatro romano, l’arena, Place du Forum con il suo Cafè de la Nuit e Place de la Republique.
Per il pranzo ci spostiamo sull’etang de Berre, precisamente a Martigues, che è l’ennesima Venezia sul suolo francese: suggestivo il canale di Saint Sebastien che con i suoi ponti, le numerose barche ormeggiate e le graziose casette colorate a fare da sfondo, mi ricorda più Burano che Venezia. Degni di nota anche i due ponti blu carichi di fiori che congiungono l’isola alla terraferma. Forse non avremmo avuto il tempo di pranzare in ristorante, ma il problema non si pone perché troviamo tutto chiuso! Per fortuna un panificio, pardon boulangerie, è ancora aperto e visto che è l’ultimo pasto francese della vacanza, decidiamo di fare una pazzia e prendiamo… delle pizzette! Dall’altra parte della laguna si intravede l’aeroporto di Marsiglia distante una mezzoretta e per le 15 siamo puntuali davanti all’Enterprise per riconsegnare la nostra macchina.
Alla fine il contachilometri segna 891 km e abbiamo consumato 57€ di gasolio (1,10 €/litro). Non abbiamo tenuto conto dei pedaggi e dei parcheggi, ma alla fine i soldi sono finiti!
Imbarco e volo in perfetto orario per Catania.
Alla prossima.