La Gironda in bicicletta

Bici, vino e cucina francese. Una settimana nella Gironda pedalando nella tranquillità della campagna e dei borghi medievali alla scoperta di bellezze naturali, cultura, tradizioni e buon vino. Rilassante il paesaggio, ottime le tappe enogastronomiche, fondamentali le soste alle cantine vinicole (Bar à vins) e agli Chàteuax (intesi non come...
Scritto da: farefagotto
la gironda in bicicletta
Bici, vino e cucina francese. Una settimana nella Gironda pedalando nella tranquillità della campagna e dei borghi medievali alla scoperta di bellezze naturali, cultura, tradizioni e buon vino. Rilassante il paesaggio, ottime le tappe enogastronomiche, fondamentali le soste alle cantine vinicole (Bar à vins) e agli Chàteuax (intesi non come castelli ma come vigneti!) I percorsi (non impegnativi) hanno toccato le città di Bordeaux, Saint-Emilion e Créon. Un vecchio proverbio di queste parti dice: “Si comincerà a bere latte quando le mucche si decideranno a mangiare uva!” St. Emilion Comune di poco più di 2 mila abitanti situato nel dipartimento della Gironda, (a 35 km a nord est di Bordeaux, nella valle della Dordogna) è una prestigiosa zona del vino bordolese. Tutta la città è circondata dalla vigna. Saint Emilion con tutto il suo territorio, vigne comprese, nel 1999 è stato inserito nella lista del Patrimonio dell’Umanità (fatto insolito poiché è la prima volta che l’Unesco classifica un territorio vitivinicolo come parte del patrimonio dell’umanità). La zona di Saint-Emilion si estende su un territorio di 27 chilometri quadrati, arroccato su di una collina.

Per raggiungerlo si attraversa un paesaggio dolcemente ondulato con vitigni che si estendono a perdita d’occhio interrotti solamente dagli Chateau che danno i nomi alle etichette dei vini più rinomati al mondo. La storia narra che nell’Ottavo secolo un monaco bretone di nome Emilion si insediò in questi luoghi per diventare un eremita. Dal santo eremita deriva il nome della località, che nel posto visse per 17 anni e compì diversi miracoli (morì nel 767), da allora il paese divenne una tappa del pellegrinaggio sulla strada verso il santuario di Compostela.

Il paesino di St. Emilion conserva una chiesa monolitica unica al mondo interamente scavata nella roccia calcarea risalente alla fine dell’anno 1000, le Catacombe, l’Eremo nel quale il monaco abitava, la Cappella della Trinità ed il Campanile del XII-XV secolo del peso di 4.500 tonnellate e alto 133 metri che svetta al di sopra della piazza del mercato. È all’interno dell’Eremo che, scavato nella roccia, si trova un antro (una specie di seggiolino) luogo di meditazione e fecondità. Si narra che quando una donna (sterile o senza figli) si siede in quel piccolo antro, pochi mesi dopo rimanga incinta. Tra le donne del gruppo Jonas, nemmeno a dirsi, c’è stata una vera processione per sedersi! La visita-degustazione nello Chateaux viticolo Yon-Figeac (Saint-Emilion) Spiegate le varie fasi d’elaborazione del vino si passa direttamente all’assaggio; si tratta del vino Grand Cru Classé. “Vino di grande equilibrio dalla struttura intensa ma sempre delicato”, assicura il sommelier. Non essendo un’intenditrice di vino, annuisco, porto prima il bicchiere al naso e poi alla bocca, e ripeto l’operazione per almeno una decina di volte. “Aromi di ribes nero, lampone, more e vaniglia o pane tostato per i vini più giovani, tocchi di fragranza di cuoio o cacciagione per i più vecchi che sono anche i più strutturati ed i più poderosi”. I profumi da indovinare in un bicchiere sono molteplici, ma non so fino in fondo chi abbia capito i pregi di “une vinification qui dure six semaines sui vie d’une longue pèriode de maturation en futs de chene”. So solo che è primo pomeriggio e che ho assaggiato una grande varietà di vini a stomaco vuoto, mi viene da ridere senza motivo, di un’ebbrezza gioiosa che ritrovo anche nei volti degli altri. Finita la degustazione, siamo di nuovo pronti a partire, tra le risate generali, in barba alla pioggia e ai chilometri ancora da fare! Créon Escursione in bici a Créon (Comune di circa 3.000 abitanti situato nel dipartimento della Gironda) per 27 km di piano o falsopiano, lungo una pista ciclabile attraverso i boschi.

Arrivo e sosta nella piazza principale sotto un sole cocente; non c’è anima viva, la piazza è deserta e sembra di essere arrivati in un villaggio del Far West. La piazza è circondata da case con insegne scritte sui muri, in lontananza si sentono le voci di chi ha trovato riparo sotto i porticati e aspetta al tavolo che gli venga servito il pranzo. Insieme ad altre due compagne Jonas scelgo di prendere qualcosa in una piccola rosticceria con tipicità gastronomiche della zona, per poi squagliarmi definitivamente al sole.

Château de Belloc – Sadirac “Oh! Légumes Oubliés” un posto in cui vengono coltivati ortaggi di ogni tipo: zucche, pomodori, bietole, legumi ed erbe commestibili, solo per citarne alcuni, dalla frutta e verdura che si trova normalmente nei nostri mercati a quelli più particolari, appunto “dimenticati” dal tempo, o addirittura mai visti.

Dopo una visita al giardino dedicato alle biodiversità, conosciuto con il nome di “Museé & Labyrinthe Gourmands” (le cui colture ed aspetto credo cambino a seconda delle stagioni) segue una degustazione dei vari prodotti. In una lezione-dimostrativa, i gestori dell’azienda presentano ricette particolari in un ambiente accogliente e familiare. È qui che si assaggiano sformati alle ortiche, tartine di verdure, vellutate, marmellate, confetture, torte salate, frittate e bevande di frutta e/o verdura. Un’esperienza senza uguali per vegetariani e buongustai.

Bacino naturale di ARCACHON e la Duna di Pilat – Località costiera ad un’ora di treno da Bordeaux La Duna di Pilat, al di fuori di ogni aspettativa; mai mi sarei aspettata di vedere un paesaggio simile in Francia. Per raggiungere la duna ci sono due alternative: l’autobus o la bici; rimanendo fedele al tour preferisco pedalare. In sella alla bicicletta, noleggiata sul posto insieme ad altre quattro signore del gruppo Jonas, attraverso un elegante quartiere residenziale con ville immerse nel verde, proseguo lungo la pista ciclabile che costeggia l’Oceano Atlantico, entro in un’estesa pineta fino ad arrivare alla Dune du Pilat. Sarà che la meta conquistata in bici, piuttosto che con le comode quattro ruote, vale il doppio, ma una volta arrivati lo spettacolo è impressionante. Davanti agli occhi si para una gigantesca montagna di sabbia, la più alta d’Europa, secondo l’Istituto di Geologia del Bacino Aquitano. La grande Duna di Pilat è stata dichiarata patrimonio nazionale dal 1978. Si sale sull’enorme montagna di sabbia attraverso una ripida scala con funi laterali, per un’altezza variabile nel tempo che oscilla tra i 100 e i 120 metri e oltre (fenomeno unico di questo genere). Una volta arrivati sulla cima lo sguardo ne rimane impressionato, la lingua di sabbia si estende per più di 3 chilometri imprigionata tra il blu dell’oceano Atlantico e il verde della pineta. Per scendere basta buttarsi in picchiata, correre a salti e balzi, ridiscendere le scale o scivolare con tavolette da surf inventate all’ultimo minuto.

Archachon – è una rinomata località balneare sulle sponde dell’Oceano Atlantico. Appena arrivati si sente subito il fervore e l’agitazione tipica di una turistica città di mare, il contrasto è ancora più forte dopo giorni nelle tranquille e verdi colline dell’hinterland bordolese. Arcachon è un elegante centro di villeggiatura apprezzato sin dalla metà dell’Ottocento allorché attirò l’attenzione dell’aristocrazia parigina che ne fece meta riservata e lussuosa. È caratterizzato da sontuose dimore ottocentesche dei più svariati stili. Rinomato centro di ostricoltura e pesca, Arcachon è per le ostriche ciò che Bordeaux è per il vino: la capitale! Bordeaux È il capoluogo del dipartimento francese della Gironda ed è nota in tutto il mondo per l’omonimo Bordeaux,uno dei vini francesi maggiormente conosciuti ed apprezzati. Nel 2007 l’UNESCO ha definito il centro storico di Bordeaux patrimonio dell’umanità.

Da vedere: Place de la Bourse (realizzata dall’architetto reale Jacques Ange Gabriel tra il 1730 e il 1775) lungo la riva del fiume Garonna con le Miroir d’Eau da cui bocchettoni fuoriuscire una pellicola d’acqua e del vapore dando la sensazione di poter camminare sull’acqua.

Le numerose chiese caratterizzate da una forte impronta romanica con meravigliosi portali cesellati di figure bibliche come la Cattedrale di St. Pierre, la torre di St. Michel, la torre campanaria Grande Cloche (Campana del 1775 pesante 7.800 kg con un orologio del 1759) e l’affascinante Porta Cailhau (Antica porta cittadina delle mura medioevali, costruita alla fine del XV secolo). La Chiesa Sainte Croix, antica chiesa abbaziale del XII-XIII secolo, distrutta e ricostruita a più riprese.

La cattedrale, in stile romanico, di Saint-André (consacrata da papa Urbano II nel 1096) e la torre Pey-Berland (costruita tra il 1440 e il 1450 isolata dal resto dell’edificio), l’Esplanade des Quinconces (considerata la più grande piazza d’Europa), l’imponente Monumento ai Girondini, con le sue fontane.

Il mercato di Saint Michel, quartiere per lo più popolato da musulmani, dove è possibile trovare spezie esotiche di ogni tipo e la Basilica di San Michele, in stile gotico, costruita a partire dalla fine del XIV secolo e completata nel XVI secolo, le cui vetrate andarono distrutte nei bombardamenti del 1940.

I resti dell’anfiteatro romano noti come Palais Gallien.

Al tutto si aggiungono i tanti locali caratteristici del centro città, con pub, cafè e ristoranti dai differenti stili, senza tralasciare Le Bar a vin, raffinate enoteche simili a vetrine delle gioiellerie, dove il tintinnio e la lucentezza dei calici si mescola all’eleganza degli arredi; dove le ricche carte dei vini propongono aromi e profumi prelibati a cui i sommelier sanno abbinare formaggi francesi d’eccezione.

Silvia Argentati www.Farefagotto.It



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