Cina, nel Regno di Mezzo

Ancora una volta i nostri zaini sono pronti per un nuovo viaggio... andremo in Cina alla scoperta di una piccola parte di un paese ritenuto il terzo più esteso del mondo
Scritto da: supermary58
cina, nel regno di mezzo
Partenza il: 27/08/2012
Ritorno il: 12/09/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €

Info utili

Volo Intercontinentale: Aeroflot, una delle compagnie più economiche.

– Volo interno: Xian – Shanghai prenotato on line con www.elong.com

– Treni: le cuccette si dividono in sb = soft bed (cuccetta di 1^ classe – 4 letti, aria condizionata, molto spazio per i bagagli e scompartimento chiuso) e hb = hard bed (cuccetta di 2^ classe dotate di un unico ambiente con 6 letti distribuiti su tre piani). Sono tutte dotate di materassi, cuscini e lenzuola. Per essere certi di non perdere il treno è necessario arrivare alla stazione almeno 40 minuti prima della partenza. Nelle stazioni c’è una sala d’attesa che viene aperta soltanto tre quarti d’ora prima della partenza del treno e attraverso la quale può passare esclusivamente chi è in possesso di un biglietto. I gate vengono chiusi 10-15 minuti prima della partenza. In ogni stazione vi sono esposti gli orari dei treni in partenza e in arrivo sia in cinese che in inglese. Sul binario il personale della stazione, sempre molto presente, indica dove sistemarsi in relazione alla carrozza indicata sul biglietto. All’ingresso di ogni carrozza c’è un controllore che controlla il biglietto e, una volta saliti, cambia il biglietto con una tesserina che ritirerà al mattino restituendo il biglietto che sarà da conservare fino all’uscita. Il deposito bagagli è sempre fuori dalle stazioni. I treni sono puntuali e le carozze sono pulite, i bagni non li abbiamo utilizzati http://www.chinatraintickets.net/ – su questo sito si potranno vedere orari e prezzi. Per le prenotazioni gli ostelli applicano una commissione di 3/4 euro a persona a tratta.

– Cambio: gli euro vengono cambiati alla Bank of China e nelle altre banche principali. Attenzione: a Pingyao non ci sono banche che cambiano contanti ma si può prelevare solo con Bancomat e Carte di Credito.

– Pernottamenti: nel caso li prenotiate con i vari motori di ricerca, scaricate i caratteri cinesi nel vostro pc in modo tale che sul foglio della prenotazione appaiano i nomi e gli indirizzi degli hotel sia in inglese che in cinese (molti taxisti non sanno l’inglese e sarebbe per loro un problema capire in quale hotel portarvi)

– Trasporti locali: scaricate da internet la mappa delle metropolitane di Pechino e di Shanghai con i nomi delle stazioni scritte in inglese. Nel caso decidiate di non fare la tessera ricaricabile tenete presente che i biglietti valgono solo il giorno dell’acquisto. Per i bus cercate di avere sempre a disposizione banconote di piccolo taglio perchè non danno resto. Preferite taxi con il tassametro, in caso contrario contrattate il prezzo prima di salire. A Shanghai non mancate di prendere il treno Maglev che in 8 minuti ad una velocità di oltre 300 km all’ora vi porterà dall’aeroporto in centro città, o viceversa, con soli 40 yuan a tratta (circa 5 euro)….altro che Malpensa Shuttle!

– Cibo: la cucina è ottima, niente a che vedere con i ristoranti cinesi che ci sono in Italia. Chiudono molto presto..intorno alle 21.00 in compenso si può mangiare a tutte le ore della giornata.

– Lingua: nelle grandi città come Pechino e Shanghai l’inglese è abbastanza parlato soprattutto tra i giovani, molto meno nelle città più piccole. Mostrate le scritte in cinese riportate sulla guida (mi riferisco alla LP), oppure utilizzate il frasario italiano/cinese per formare la frase che vi interessa… se non a parole ma con un po’ di mimica tutti si dimostreranno disponibili a darvi informazioni o addirittura ad accompagnarvi.

DIARIO DI VIAGGIO 27/28 agosto 2012

Ancora una volta i nostri zaini sono pronti per un nuovo viaggio… andremo in Cina alla scoperta di una piccola parte di un paese ritenuto il terzo più esteso del mondo. Non è stato facile decidere l’itinerario, erano molte le località che avremmo voluto visitare e alla fine la scelta è caduta sulla Cina classica, quella delle architetture imperiali e contemporanee come Pechino e Shanghai, delle grandi opere come la Muraglia, dei tesori buddhisti situati nei dintorni di Datong, della città meglio conservata come Pingyao, delle scoperte archeologiche come l’Esercito di Terracotta, dei bellissimi giardini e delle città d’acqua come a Suzhou e Tongli.

Il volo Aeroflot atterra puntuale a Pechino. Sono circa le 10 del mattino ritiriamo i bagagli, cambiamo un po’ di euro in yuan e prendiamo la metropolitana che in poco tempo ci porta alla fermata di Dong Si distante circa 10 minuti a piedi dal nostro ostello. Facciamo il check in e, visto che all’interno dell’ostello c’è un banco escursioni/biglietteria, ci premuriamo di prenotare i trasferimenti notturni in treno che faremo nei prossimi giorni. Per gli spostamenti in città utilizzeremo una tessera ricaricabile in vendita presso le stazioni della metropolitana che ci eviterà di fare lunghe file per l’acquisto dei biglietti e servirà anche per eventuali spostamenti in autobus o taxi e per telefonare in Italia. La prima visita la facciamo al Tempio del Cielo dove l’imperatore, figlio del cielo, si recava per celebrare solenni riti e pregare per un buon raccolto. La cerimonia, che aveva luogo ogni solstizio d’inverno, doveva essere perfetta, perchè il minimo errore sarebbe stato considerato un cattivo presagio nel corso dell’anno successivo. Tutta l’area del Tempio è circondata da un grande parco pieno di piante secolari, con porticati e spiazzi lastricati dove gruppetti di cinesi si riuniscono per una partita a carte, per vendere souvenir o solo semplicemente per prendere un po’ di fresco viste le alte temperature estive. Rientriamo in ostello e ci prepariamo per la prima cena cinese. Ci rechiamo lungo il pittoresco tratto di strada chiamato Ghost St. dove i ristoranti, illuminati da lanterne rosse, sono allineati lungo i marciapiedi e i procacciatori di clienti propinano menu figurati a prezzi modici. Ne scegliamo uno a caso e ordiniamo, sbagliando scelta, un piatto piccantissimo! Beh come primo impatto niente male! La giornata è ormai finita, rientriamo in ostello e ci addormentiamo come due ghiri! 161 HOSTEL hostel161@yahoo.com doppia con bagno circa 25 euro pulito, buona posizione, personale che parla inglese, banco prenotazioni, pc a disposizione dei clienti Voto: 8

29 agosto

La mattinata di oggi la dedichiamo alla visita della Città Proibita, così chiamata perché ai comuni cittadini fu vietato l’accesso per ben 500 anni. Immancabile è la foto dell’immenso ritratto di Mao che troneggia all’ingresso della città. Per evitare le lunghe file alle biglietterie arriviamo molto presto e siamo tra i primi ad entrare in questo enorme complesso che fu la residenza imperiale di 24 imperatori delle dinastie Ming e Qing. Le possenti mura di quello che è sicuramente il monumento simbolo della città, racchiudono, nei suoi 700 mila metri quadrati, decine di palazzi, padiglioni e templi per un totale di oltre novemila stanze con spazi, aperti o chiusi, rigorosamente rettangolari. Passando da una corte all’altra notiamo i tetti degli edifici decorati con animali mitici che proteggono dagli spiriti maligni e oltrepassando la soglia dei tanti padiglioni entriamo negli interni quasi oscuri ammirando mobili, sculture e oggetti appartenuti agli imperatori e alle loro mogli e concubine. Interessante è anche la collezione di orologi che si trova nel Palazzo Fengxian i cui pezzi arrivano dal Giappone, Inghilterra e Svizzera. All’uscita ci dirigiamo verso la Wangfujing Street strada pedonale, che oltre ad essere famosa per lo shopping è anche piena di ristoranti. Seguiamo le indicazioni di una freccia rossa posizionata all’inizio della strada a pochi passi dall’uscita della metropolitana con la scritta “Gourmet Street”, scendiamo una rampa di scale e ci ritroviamo in un grande salone pieno di stand con annesse cucine e cuochi alle prese con mille ricette: anatra laccata, ravioli, noodles, spiedini di carne e di pesce, verdure, zuppe, frutta, dolci… insomma una ricchissima scelta di piatti pronti per essere gustati! Compriamo alla cassa una tessera ricaricabile e andiamo alla ricerca di qualcosa di sfizioso. Il costo dei piatti verrà scalato dalla tessera fino ad esaurimento del credito. Se non si avrà intenzione di ritornare in questa specie di “mensa” a cinque stelle il credito non utilizzato verrà rimborsato. Per quanto ci riguarda questo è stato il nostro “ristorante” preferito: economico con la possibilità di scegliere ogni giorno tra tanti menu diversi. Non c’era una grande privacy, ci si sedeva su lunghi tavoli in compagnia della gente comune (pochissimi turisti) ma era divertente vedere come il cibo per i cinesi è più una passione che una necessità! Nel pomeriggio andiamo a visitare il Tempio Lama in origine residenza imperiale e ora sede del buddismo tibetano a Pechino. Fra gli splendidi padiglioni è racchiusa la preziosa statua del Buddha Gigante scolpita in un unico blocco di legno di sandalo alla quale i cinesi ogni due settimane portano le offerte. Lasciamo per poco la Pechino storica e ci dirigiamo verso il suo centro economico situato nella zona di Guomao con i suoi centri commerciali e i grattacieli di vetro tra i quali svetta il CCTV Building un’opera avveneristica soprannominata dagli abitanti “calzoncini giganteschi” per la sua forma particolare. Rientriamo in ostello per un po’ di relax. 161 HOSTEL (vedi sopra).

30 agosto

Il cuore di Pechino è Piazza Tian’anmen e noi ci arriviamo molto presto per cercare di evitare le folle di visitatori che ogni giorno la frequentano. E’ immensa! E’ capace di accogliere più di un milione di persone! Si accede solo attraverso metal-detector sorvegliati da poliziotti molto attenti. Inoltre militari e polizia sono dappertutto, a piedi o a bordo di pulmini che lentamente girano tra i turisti e numerosi sono gli spazzini che la mantengono pulitissima raccolgliendo anche i rifiuti più insignificanti. E’ circondata da edifici e monumenti tra i quali il Monumento agli Eroi del Popolo con il Mausoleo di Mao, il Palazzo dell’Assemblea Nazionale del Popolo e il Museo di Storia Cinese mentre in mezzo alla piazza grandi schermi proiettano colorati filmati riguardanti le principali attrazioni della Cina. Oltre ad essere la più grande del mondo è stata oggetto di alcuni dei momenti più significativi e più tragici della storia del secolo scorso come la proclamazione della Repubblica Popolare Cinese nel lontano 1949 da parte di Mao e la rivolta degli studenti nel più recente 1989 riuniti per rivendicare maggiore democrazia. Poco distante sorge la sede dell’Opera di Pechino, uno degli edifici più avveniristici, un’enorme bolla ricoperta di titanio e circondata da vasche di acqua. Non ci ha entusiasmato più di tanto, la sua particolarità è quella di essere, insieme al Tempio del Cielo, l’unica forma arrotondata in una città totalmente squadrata. Ogni dinastia imperiale che si rispetti ha il suo Palazzo d’estate che naturalmente andiamo a visitare. Fatto costruire dall’Imperatrice Cixi come simbolo della sua sfrenata ambizione, è un’immensa dimora circondata da giardini arricchiti da passerelle, laghi e padiglioni in pietra. Fra i punti caratteristici presenti al suo interno visitiamo la Collina della Longevità, il Lago Kunming e diversi altri edifici. All’epoca della dinastia Qing il palazzo fu diviso in tre aree: una per le questioni politiche, una per la vita quotidiana e una per le viste panoramiche. Seguendo i percorsi segnalati, incontriamo in uno spiazzo antistante il lago, un gruppetto di persone che improvvisano un mini-spettacolo con canti, danze, strumenti musicali con tanto di spartiti, coinvolgendo i tanti turisti cinesi che passano di lì. Completiamo la visita al Palazzo d’estate passeggiando nel “Lungo Corridoio”, una galleria coperta in legno che costeggia il lago decorata da bellissimi dipinti.

Dopo aver pranzato nella ormai consueta “mensa” e fatto un mini riposino in ostello, visitiamo la Torre della Campana e quella del Tamburo. Decidiamo di salire solo sulla Torre della Campana da cui si ammira un bel panorama, purtroppo gli scalini che portano in cima alla torre sono molto ripidi e nel pomeriggio le nostre forze cominciano a mancare. Vicino alle due torri c’è una delle zone più caratteristiche di Pechino dove sorgono gli Hutong che sono un po’ l’anima di questo paese antichissimo. Ogni porticina immette su un cortile interno sul quale si affaciano più abitazioni costruite ad un solo piano perchè nessuna doveva raggiungere l’altezza dei palazzi imperiali, sono affollati di bambini che si rincorrono, donne che cucinano, uomini che giocano a carte e bancarelle che vendono prodotti alimentari, tutte attività che danno un colore tradizionale alla città. Purtroppo però la modernità avanza e i vicoli di Pechino a poco a poco stanno scomparendo! L’eliminazione del vecchio non è una novità in Cina, per millenni le varie dinastie hanno distrutto gli edifici dei regnanti precedenti e ora gli hutong stanno combattendo per non essere anch’essi distrutti e sostituiti da bruttissimi palazzoni. Uno dei vicoli più animati è Nanluogu Xiang dove si trovano negozietti alternativi molto carini e bar. Facciamo una sosta e ci sediamo al tavolo del Passby Bar per gustarci un moito e guardare il via vai della gente. Ci spostiamo in altri vicoli più tranquilli come il Mao’er hutong azzardandoci a curiosare in qualche cortile o all’interno di qualche finestra cercando di captare scene di vita quotidiana. Notiamo molti bagni pubblici situati lungo le vie e deduciamo che le case sono prive di servizi igienici. La giornata volge al termine, dopo aver cenato in uno dei tanti ristorantini della zona prendiamo un bus per raggiungere la fermata più vicina della metropolitana, arriviamo in ostello, scriviamo un paio di mail alle nostre figlie anche loro in viaggio nel continente asiatico e… a domani… la Grande Muraglia ci aspetta! 161 HOSTAL (vedi sopra)

31 agosto

Mao Zedong diceva: “Colui che non ha scalato la Grande Muraglia non è un vero uomo”…. e noi siamo pronti ad andare a “scalare” la sezione di Mutianyu! Usciamo all’alba dall’ostello e con la metro raggiungiamo la fermata di Dongxhimen. Lo snodo dei trasporti di Dongxhimen è abbastanza caotico ma i cartelli per raggiungere la stazione dei bus sono numerosi e in inglese. Prendiamo il 916 per Huairou (partenza intorno alle 7.00), scendiamo alla fermata indicataci da uno studente seduto vicino a noi e da qui raggiungiamo Mutianyu con un “taxi” abusivo. Dolente nota: è una giornata uggiosa, pioviggina e c’è parecchia nebbia! Mi sa tanto che i decantati panorami che sembrano ci siano in questo tratto di muraglia non li vedremo. Allontanandoci da Pechino il paesaggio si fa più verde, attraversiamo colline e campi coltivati mentre lungo la strada i contadini espongono ceste piene di pannocchie, frutta e verdura. Arriviamo molto presto, i tanti negozietti lungo la ripida salita che porta alla funivia stanno aprendo, facciamo una misera colazione in un baretto (caffè annaquato e una bottiglietta di tè freddo ad un prezzo esagerato) e ci dirigiamo verso la funivia che ci porterà all’ingresso della muraglia. Per poter percepire la grandiosità e l’imponenza di questa grande opera bisogna salirci sopra ed è solo qui che l’aggettivo “grande” assume il suo vero significato. Camminare su questo pezzo di storia lungo 1500 anni è emozionante, il muro corre lungo la cresta delle montagne e noi scendiamo e saliamo scalini passando da una torre di guardia all’altra, non riusciamo a vedere molto lontano a causa della nebbia che però rende il tratto di muraglia ancora più misterioso e affascinante. Riprendiamo la funivia e ritorniamo al punto di partenza, nel frattempo i negozietti di souvenir sono in piena attività e noi non potevevamo non comprare la classica maglietta con la scritta: “I climbed the Great Wall”. Il nostro driver ci sta aspettando e ci riporta ad Huairou e da qui riprendiamo il bus fino a Pechino. Facciamo tappa in ostello per un’oretta di relax e ripartiamo alla volta dello Stupa Bianco del Tempio Miaoying. Purtroppo lo stanno restaurando e quindi non è accessibile ma non manchiamo di fare una passeggiata tra gli hutong della zona immergendoci in un realistico spaccato di vita. E’ ormai sera quando ci rechiamo al mercato notturno di Donghuamen. E’ definito dalla LP come un zoo gastronomico e non a torto. I tanti baracchini allineati lungo la via vendono un incredibile assortimento di cibo… dai normali spiedini di pesce o di carne alle più particolari stelle marine, scorpioni e bachi da seta. Inizialmente l’idea era quella di mangiare qualcosa scegliendo tra qualche snack in vendita, ma visto le molte persone e la non possibiltà di sederci, dirottatiamo su un ristorante, tra l’altro molto carino, situato sul marciapiede adiacente al mercato. Facciamo due passi fino a raggiunger la Wangfujing Street in “versione notturna” e rientriamo in ostello. 161 HOSTEL (vedi sopra)

1° settembre

Oggi, come ultimo giorno a Pechino, abbiamo scelto di visitare il villaggio di Chuandixia distante circa 90 Km. Arriviamo con la Metropolitana fino a Pingguoyuan e cerchiamo il bus per Chuandixia, ma purtroppo anzichè partire alle 7.30, come descritto dalla guida, il bus è partito alle 7.00 e così ci tocca ripiegare su un taxi che con 350 Yuan (circa 37 euro) ci porta fino al villaggio e ci riporta indietro. Il villaggio, con una storia di 400 anni, ci appare subito molto caratteristico, ci sono due percorsi da seguire lungo i quali sono disseminate antiche case a corte di forma quadrangolare, alcune delle quali sono state trasformate in piccoli ristoranti o negozietti di souvenir, mentre tutt’attorno ci sono campi terrazzati e frutteti. Lungo la strada alcuni abitanti cuociono le pannocchie o fanno il pane, mentre le donne sono in fermento nelle loro cucine a preparare succulenti piatti per i turisti. Percorrendo uno dei due sentieri arriviamo ad un tempietto dal quale si gode un bel panorama. Nonostante il paesino sia veloce da visitare ci fermiamo qualche ora soffermandoci a guardare il via vai della gente e a respirare un po’ di aria pulita e fresca. Un particolare curioso di questo villaggio è quello di essere abitato da soltanto 100 persone che hanno tutti lo stesso cognome, Han. Il profumo di legno arso, che ci ricorda tanto le nostre montagne, ci invoglia a fermarci a pranzo in una piccola locanda gustando i sempre apprezzati piatti cinesi. Compriamo un souvenir in un negozietto sulla strada e ritroviamo il nostro autista che ci riporta a Pechino. E’ ormai tardo pomeriggio quando rientriamo in ostello, ci rilassiamo un po’ nelle zone comuni gustandoci un jasmine tè, scriviamo qualche mail e ritorniamo per l’ultima volta nella nostra “mensa” per la cena. Stasera avremo il primo trasferimento notturno per Datong. Il treno parte dalla Stazione di Beijing West, scendiamo alla fermata della MM di Military Museum e proseguiamo con un taxi. Diluvia e c’è un po’ di strada da fare a piedi , ci facciamo largo tra la gente e finalmente bagnati fradici entriamo in stazione. Ci sistemiamo nella nostra cuccetta hard bed e quando si riparte e si spengono le luci ci addormentiamo con il piacevole dondolio del treno. Notte in treno.

2 settembre

E’ l’alba quando arriviamo alla stazione di Datong, il clima è cambiato rispetto a Pechino, fa freddino e siamo costretti ad aprire gli zaini per prendere qualcosa di pesante da indossare. Sul piazzale della stazione sono posizionati diversi taxisti pronti a proporre i loro servizi. Ne scegliamo uno a caso, gli facciamo vedere l’indirizzo del nostro ostello e naturalmente contrattiamo il prezzo. Ci lascia davanti ad una zona pedonale e ci indica in che direzione andare. Ci troviamo davanti ad una lunga via che, vista l’ora, (sono circa le 6 del mattino) è ancora “addormentata”. Cerchiamo, senza successo, l’insegna dell’ostello, e chiediamo informazioni ad un paio di spazzini già al lavoro che gentilmente ci accompagnano davanti all’entrata. Entriamo in quello che tra qualche ora sarà un negozio di abbigliamento per bambini, saliamo una scala buia e finalmente troviamo la “reception”. C’è una ragazza che dorme sdraiata su un divanetto a ridosso del banco, a malavoglia ci fa il check in e prendiamo possesso di quella che sarà la nostra camera. Dall’aspetto non è granchè, ma per una notte può andare bene. Mettiamo sotto carica le batterie della macchina fotografica e della telecamera e programmiamo la giornata che sta per iniziare. Usciamo verso le 7.30 e andiamo a fare colazione da Dico’s, una sorta di McDonald cinese, facciamo un giro nella bella piazza da poco restaurata incontrando alcune signore di mezz’età che sorridenti si dilettano in balli con tanto di musica a tutto volume che fuoriesce da registratori gracchianti mentre poco distante signori più concentrati praticano thai chi. Nel frattempo hanno aperto il Tempio Huayan, uno dei più grandi templi buddisti della Cina che andiamo a visitare. Quando il buddhismo si diffuse in Cina, Datong e in particolare la provincia dello Shanxi, furono tra le prime aree ad entrare in contatto con questa religione, tanto che realizzarono opere molto importanti come le Grotte di Yungang che raggiungiamo a metà mattina. Arriviamo in taxi fino alla stazione ferroviaria e poi cambiamo due bus fino a destinazione. Durante il tragitto abbiamo modo di vedere quanto la città sia un cantiere a cielo aperto! Palazzi altissimi e fatiscenti svettano come grattaceli pronti per essere demoliti mentre cartelloni pubblicitari illustrano come saranno i futuri centri commerciali in costruzione. Tutto questo non invoglia certo a pensare che Datong sia una bella città, anzi, il centro ci è apparso caotico e degradato, mentre la periferia sembra essere un pochino più vivibile con spazi verdi ben curati e costruzioni più recenti. L’entrata alle grotte sembra essere una hall di un hotel a 5 stelle… un salone immenso tutto in marmo con una scala altrettanto importante. Facciamo i biglietti e attraverso un viale alberato raggiungiamo le grotte. Considerate uno dei migliori esempi di architettura buddista scavata nella roccia, le grotte hanno circa 1500 anni e, nonostante i fattori atmosferici, si sono conservate molto bene, alcune addirittura hanno soffitti affrescati raffiguranti animali. Si calcolano 53 grotte nelle quali sono scolpite più di 51.000 statue, una in particolare è esposta all’aperto ed è la più spettacolare. Alcune sono chiuse al pubblico perchè in fase di restauro, segno di un impegno da parte del governo di salvaguardare quello che è un patrimonio a livello mondiale. Rientriamo a Datong e cerchiamo un ristorante per la cena. Strano ma vero nella zona in cui si trova il nostro ostello ci sono solo negozi di abbigliamento, giriamo in lungo e in largo ma di cibo neanche l’ombra, tanto che ritorniamo da Dico’s, il fast food in cui abbiamo fatto colazione stamattina. Cibo niente male a prezzi veramente irrisori. DATONG YOUTH HOSTEL doppia con bagno circa 19 euro. Camere non molto curate (meglio avere con sè un sacco lenzuolo), il personale non parla inglese, difficile da trovare, 3 computer a disposizione dei clienti. Va bene per una notte. Voto: 5

3 settembre

Stamattina si va al Tempio Sospeso di Hengshan prima con un bus e poi in taxi per qualche km.. Il Tempio a prima vista è spettacolare! Guardandolo dal basso sembra che debba cadere da un momento all’altro, invece sono passati 1400 anni da quando è stato costruito sulle pareti di una montagna sorretto solo da sottili pali di legno e da putrelle di ferro inserite nella roccia. Per visitarlo camminiamo lungo passerelle sospese nel vuoto che scricchiolano sotto ai nostri piedi ed entriamo nelle varie stanze che contengono statue di divinità. La nostra prossima tappa è Yingxian. Dopo una lunga e impegnativa trattativa con uno dei tanti “taxisti” (sono autisti privati senza licenza) che si trovano all’uscita del Tempio raggiungiamo questa piccola cittadina dove si trova la Pagoda di legno più antica e più alta del mondo soprannominata Mutà, che in cinese significa appunto “in legno”. Ha sei piani ed è stata costruita senza usare chiodi. Facciamo la consueta pausa pranzo in un ristorante proprio di fronte alla pagoda e ci facciamo portare in taxi alla stazione degli autobus per prendere l’ultimo in partenza per Datong. Stasera alle 23.17 avremo un altro trasferimento in treno e trascorriamo le ore che mancano alla partenza girovagando tra i pochi hutong rimasti vicino al Tempio Huayan. Notte in treno.

4 settembre

Arriviamo a Pingyao dopo circa 7 ore di treno, questa volta avevamo una cuccetta soft bed (1° classe) ed eravamo molto più comodi rispetto alla hard bed, non tanto come letti, ma come spazio per i bagagli, inoltre potevamo chiudere lo scompartimento e non sentire l’odore di fumo che con le cuccette aperte si sente (il divieto di fumare non è rispettato e i fumatori si mettono tra una carrozza e l’altra). Prendiamo un “taxi elettrico” (nella città vecchia non si può entrare con i veicoli a motore) che ci porta nel nostro carinissimo ostello. E’ ancora presto e la camera non è pronta, in compenso lo siamo noi per scoprire quella che per l’Unesco è la città meglio conservata della Cina. Per visitare i luoghi d’interesse di Pingyao è necessario comprare un biglietto valido 2 giorni. Fortunatamente il centro storico è chiuso al traffico e questo ci consente di passeggiare con tutta tranquillità. I principali edifici risalgono a oltre 600 anni fa e ci sono mura, case, strade, templi molto ben conservati. Inoltre è famosa anche perchè qui nel 1824 è nata la “Rishengchang”, la prima banca del mondo, che cambiò i sistemi di pagamento passando dai contanti agli assegni circolari. Questo cambiamento si diffuse rapidamente fino ad avere 22 banche nel periodo più prospero che fecero della città il centro finanziario della Cina. Oggi questa banca è un interessante museo dove si possono vedere i vecchi sportelli per il pubblico, gli uffici della contabilità, le sale riservate per le contrattazioni, gli assegni emessi e altre curiosità. Esplorando le strette stradine ammiriamo tradizionali case a corte molte delle quali sono state trasformate in hotel o in negozietti interessanti più per il loro aspetto che per le mercanzie in vendita. In mezzo alla via principale sorge la Torre della Campana che, nonostante la sua modesta altezza è l’edificio più alto di Pingyao. La città è molto suggestiva anche di sera, quando le mille lanterne rosse s’illuminano e tutto assume un aspetto di altri tempi.

Pingyao Cheng Jia Hotel doppia con bagno circa 17 euro con colazione situato nella città vecchia in una bella casa a corte camere pulite, personale molto disponibile che parla inglese. Ottima colazione… superconsigliato! Voto: 9

5 settembre

Oggi la giornata, dal punto di vista climatico, non promette niente di buono. Piove a dirotto! Dopo aver fatto colazione ci dirigiamo a piedi presso la stazione degli autobus situata fuori dalle mura di Pingyao e prendiamo un bus che ci porta fino al piazzale antistante la Residenza della Famiglia Wang. Per fortuna ha smesso di piovere, ma non è di certo una giornata bella come quella di ieri! Questa residenza è stata costruita durante le dinastie Ming e Qing nel periodo in cui i ricchi mercanti decisero di dedicarsi alle grandi opere edilizie, costituito da 218 stanze disposte su 26 cortili interni è considerato l’edificio residenziale più grande della Cina. Passando da un cortile all’altro notiamo che quelli più piccoli sono racchiusi da quelli più grandi in maniera concentrica e ognuno è circondato da alte mura. Dappertutto si trovano legni, mattoni e pietre scolpite e non mancano sulle pareti dipinti di personaggi famosi, fiori e animali Dopo aver visitato questa imponente e antica struttura riprendiamo il bus fino a Jiexiu e da qui contattiamo un taxi che ci porta a Zhangbi Cun un piccolo villaggio dove sembra che il tempo si sia fermato a 800 anni fa. Quasi privo di macchine, percorriamo le sue strette strade acciotolate incrociando gente locale che si sposta ancora con vecchi carretti e bimbi curiosi che ci guardano come se appartenessimo ad un altro mondo. Ritorniamo nel caos di Jiexiu e da qui riprendiamo il bus per Pingyao. Facciamo un’ultima passeggiata lungo le sue stradine illuminate rivivendo la magica atmosfera che questa città trasmette e accettiamo di buon grado il passaggio per la stazione ferroviaria che il proprietario del nostro ostello ci offre. Ancora una volta un treno notturno ci porterà a Xian… a domani! Notte in treno.

6 settembre

Eccoci a Xian. Arriviamo che è ormai giorno, il piazzale che circonda la stazione ferroviaria è gremito di gente in attesa di partire, seduta per terra o sdraiata a dormire. Prendiamo uno dei soliti taxi non autorizzati che ci lascia in una strada sbagliata rispetto all’indirizzo del nostro ostello. Chiediamo informazioni a dei passanti, a fatica riusciamo ad avere l’indicazione esatta e finalmente dopo aver attraversato immensi incroci trafficati troviamo il Shuyuan Youth Hostel nel quale ci fermeremo due notti. L’ostello è molto carino, gestito da ragazzi simpatici e disponibili, ci sentiamo un po’ vecchietti in mezzo a tanti giovani, però notiamo che, anche se in minoranza, ci sono famiglie e persone di mezza età come noi. Xian fu il punto di partenza della Via della Seta e per migliaia di anni il crocevia di popoli e merci fra l’estremo oriente e l’Asia centrale oggi è una grande città con molti siti d’interesse come il Tempio degli otto immortali, luogo di culto taoista o la Pagoda della Grande e della Piccola Oca nella quale furono conservati e tradotti i testi buddhisti riportati dall’India. Meritano una visita anche la Torre della Campana che un tempo ospitava una grande campana che veniva suonata all’alba e la Torre del Tamburo che annunciava il calar della notte. Poco distante c’è il labirinto di viuzze del Quartiere Mussulmano che si formò in epoca Tang con l’arrivo dei mercanti arabi che transitavano lungo la via della seta. E’ un susseguirsi di bancarelle che vendono cibo mediorientale cucinato in grandi pentoloni fumanti, spezie, frutta secca, dolci e naturalmente artigianato locale. L’ora di pranzo è passata da parecchio tempo… ma non la fame, così ci fermiamo in uno dei tanti ristoranti e gustiamo degli ottimi ravioli e dei gustosi spiedini spendendo pochissimo… naturalmente la birra è bandita! Dopo pranzo girovaghiamo ancora un po’ tra le bancarelle per comprare qualche regalino per gli amici e rientriamo in ostello. Shuyuan Youth Hostel shuyuanhostel@yahoo.com.cn – doppia con bagno circa 24 euro. Ottimo ostello situato in una casa a corte vicino alla Porta Sud Stanze pulite e spaziose, personale che parla inglese. Organizzano escursioni e fanno prenotazioni treni, aerei Voto: 9.

7 settembre

Stamattina andiamo a vedere uno dei più celebri dei siti storici: l’Esercito di Terracotta. Dal parcheggio della stazione ferroviaria prendiamo un bus verde con la scritta “Terracotta Warrios” e arriviamo circa un’ora dopo. Facciamo il biglietto, peraltro parecchio costoso come per tutte le altre entrate, e camminiamo per un buon quarto d’ora all’interno del sito fino a raggiungere il piccolo museo nel quale sono esposti due carri di bronzo trainati da cavalli e alcune armi originali. Ci spostiamo poi alle fosse n. 3 e n. 2 che sono le più piccole e infine entriamo nella fossa n. 1 dove si trova il maggior numero di guerrieri. L’importante scoperta avvenne per caso nel 1974 e fu opera di un contadino che urtò la testa di un guerriero mentre stava scavando un pozzo nel suo terreno. Avvertite le autorità iniziarono gli scavi che portarono alla luce una delle scoperte archeologiche più interessanti del mondo. Fu fatto costruire dal sovrano Qin Shi Huangdi che terrorizzato dalla morte decise di schierare un intero esercito a protezione del suo mausoleo con migliaia di soldati a misura d’uomo ciascuno con delle sembianze e delle espressioni diverse. Oggi i colori si sono sbiaditi e i guerrieri hanno tutti l’aspetto marroncino della terracotta, ma chissà come potevano sembrare verosimili all’epoca della loro realizzazione! Rientriamo in città e nel pomeriggio andiamo a visitare la Grande Moschea dall’architettura tipicamente cinese ma con le scritte dei versi del corano sulle facciate. Assistiamo alla preghiera del venerdi con molti mussulmani che pregano all’interno e nel cortile di una delle moschee più grandi della Cina. Concludiamo la giornata girovagando ancora nei vicoletti del Quartiere mussulmamo contrattando con i vari venditori per l’acquisto di qualche ricordino. Shuyuan Youth Hostel (vedi sopra).

8 settembre

Stamattina abbiamo il volo per Shanghai. Prendiamo un bus navetta che staziona vicino al Melody Hotel e arriviamo all’aeroporto di Xian in circa un’ora. Atterriamo a Shanghai verso le 13.30 e raggiungiamo il centro città con il Maglev, il treno a lievitazione magnetica che in solo otto minuti alla velocità di oltre 300 all’ora raggiunge la stazione metropolitana di Longyang Rd. Non ci fermeremo molto in questa città, ma abbastanza per farci un’idea di quanto sia, a livello economico, la città trainante di tutta l’Asia. Abbiamo scelto di pernottare al Pod Inn, un hotel non molto centrale a circa un quarto d’ora a piedi dalla fermata della MM North Sichuan Rd. Le stanze dell’hotel sono piccolissime, a malapena troviamo posto per gli zaini, c’è una grande finestra, letti comodi e puliti, una mini scrivania con sopra una grande tv. Decidiamo di raggiungere Pudong, la zona degli affari e della finanza, per salire su uno dei tanti grattacieli e ammirare la città dall’alto. Fino a pochi anni fa tutta la zona di Pudong era una palude fatta di case basse tra il fiume Huangpu e il Mar Cinese Orientale, oggi invece il suo skyline è paragonabile alle più illustri città americane. Decidiamo di salire sulla Jinmao Tower e in una manciata di secondi arriviamo sulla terrazza panoramica dell’88° piano dalla quale ammiriamo una distesa di grattacieli tra i quali il Shanghai World Financial Center soprannominato l’apribottiglie, il secondo più alto al mondo e l’Oriental Pearl Tower. Purtroppo la visibilità è scarsa a causa di un po’ di foschia mista a smog, in ogni caso non è difficile farsi un’idea di quanto sia estesa la città. Al calar della sera, quando si accendono le luci colorate dei tantissimi grattacieli, rimaniamo affascinati davanti a tanto sfarzo. HOTEL SHANGHAI POD INN doppia con bagno 20 euro camere molto piccole, il personale parla pochissimo inglese hotel anonimo Voto: 6.

9 settembre

Dopo una buona colazione raggiungiamo il Bund (molo), dove all’inizio del XX secolo sbarcarono migliaia di immigranti venuti a cercare fortuna a Shanghai. E’ mattina presto e a quest’ora parte del viale pedonale diventa una sorta di palestra a cielo aperto lungo il quale persone anziane e non, fanno ginnastica davanti ai palazzi neoclassici degli anni ’30 da un lato e agli svettanti grattacieli dall’altro. Ci spostiamo sulla Nanjing Road, la strada principale, fino ad arrivare a People’s Square passando davanti a negozi, ristoranti e immensi centri commerciali. Cambiamo totalmente zona e raggiungiamo la Concessione Francese, così chiamata perchè rimasta per quasi cento anni (1849 – 1943) sotto la sovranità francese. Nata come quartiere residenziale per gli stranieri e in seguito come luogo di nascita del Partito Comunista Cinese, è considerata una delle zone più trendy di Shanghai con casette basse in mattoni scuri, bar con tavolini all’aperto e negozietti un po’ alternativi. Ci sediamo in uno dei tanti ristorantini e gustiamo degli ottimi ravioli fritti. Shanghai è anche la capitale del falso e un giro in uno dei tanti mercatini è d’obbligo. Noi andiamo in quello Hongkou all’interno dell’omonima stazione metropolitana. E’ quasi impossibile girare per i corridoi a curiosare perchè appena buttiamo l’occhio su qualcosa siamo assaliti da venditori che ci propinano borse, scarpe e capi di abbigliamento griffati, ma visto che siamo venuti per un po’ di shopping ci imbattiamo in una lunga trattativa e compriamo, chissà se a buon prezzo, una borsa di Prada e una Lacoste naturalmente taroccate. E’ ormai metà pomeriggio e sotto un insistente acquazzone rientriamo in hotel a ritirare i bagagli e raggiungiamo la stazione ferroviaria per prendere un treno per Suzhou. Ci arriviamo a metà pomeriggio facciamo il check in in hotel e ci dirigiamo subito a Pingjiang Lu una via nella città vecchia che costeggia un canale. E’ ormai sera, si accendono le luci dei piccoli negozi e delle case da tè, nel fiume ci sono barcaioli e donne che lavano i panni, le strade sono fiancheggiate da case bianche tipiche di queste zone, alcuni anziani prendono il fresco seduti su piccole sedie o giocano a carte con gli amici, l’atmosfera è rilassata e tranquilla, la temperatura è piacevole….si sta benissimo. Ceniamo ottimamente in un bel posticino con vista sul canale. Al ritorno riprendiamo lo stesso bus dell’andata e ritroviamo lo stesso autista che gentilmente ci fa scendere nel punto esatto per arrivare in hotel anche se non c’era fermata (da evitare di spostarsi con i risciò perchè chiedono cifre astronomiche!). HOTEL SUPER 8 HUMBLE ADMINISTRATOR’S camera doppia con bagno 22 uro circa pulito e tranquillo, camere spaziose, un pc a disposizione dei clienti Voto: 8.

10 settembre

Suzhou è chiamata la “Venezia della Cina” tanto che nel 1997 è stata gemellata appunto con la nostra Venezia e dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Questa città è famosa per i suoi bellissimi giardini e i suoi ponti in pietra e in questa splendida mattina di sole ne visiteremo alcuni. In Cina quella dei giardini è un’arte che ha una lunga storia e quella di Suzhou è vecchia di 2000 anni. I poeti e gli scrittori li progettavano cercando di creare un’atmosfera e un equilibrio tra architettura, piante e paesaggio. Nulla era dettato dal caso, i parchi dovevano avvicinarsi il più possibile alla natura e i corsi d’acqua, le rocce, gli alberi e i fiori dovevano essere disposti armoniosamente, così come gli edifici venivano costruiti in punti focali dai quali era possibile ammirare il paesaggio e meditare. La prima tappa la facciamo al Giardino dell’Amministratore Umile. Entrando in questo immenso giardino considerato uno dei più belli della Cina, ci ritroviamo in un ambiente fatto di canne di bambù e di pini, laghetti di ninfee e ponticelli e se non fosse per i molti visitatori sarebbe un oasi di pace. Poco distante c’è il Giardino del Leone progettato nel 1342 da un monaco buddista in onore del suo maestro. La sua caratteristica è quella di racchiudere al suo interno moltissime rocce sagomate che ricordano un leone protettore della fede buddista. Molto bello anche il Giardino del Maestro delle Reti, piccolo e raccolto con una grande vasca circondata da sentieri e padiglioni che si riflettono nell’acqua. Facciamo la consueta pausa pranzo in un ristorante uiguro segnalato dalla LP e riprendiamo le nostre visite. Raggiungiamo la Porta Pan che risale al 1355 ed è l’unico esempio rimasto dell’antica cinta muraria di Suzhou utilizzata un tempo per permettere o negare l’ingresso sia fluviale che via terra alla città. Al suo interno c’è l’antica Pagoda Ruiguang e sull’altra sponda dello stagno l’Hall of Attractive Scenery con i suoi alberi, fiori, ponticelli a zig zag, sentieri e sala da tè. Non riusciamo a spiegarci il motivo, ma le orde di turisti che abbiamo incontrato stamattina durante le vistite ai vari giardini sono assenti e ci godiamo questa meraviglia in tutta tranquillità! E’ arrivato il momento di spostarci a Tongli, lo facciamo con il solito bus arrivando dopo circa un’ora. Dalla stazione degli autobus prendiamo un veicolo elettrico che ci porta fino alla città vecchia e qui compriamo un biglietto che ci permetterà di visitare i luoghi di interesse al suo interno. Abbiamo scelto di pernottare in questa piccola e pittoresca cittadina per poterla visitare senza il solito affollamento che in genere c’è nelle ore centrali della giornata. Ci sistemiamo nella nostra piccola guest house e dopo una foto veloce con la nostra “padrona di casa” andiamo a passeggiare lungo i canali e le sue stradine acciottolate. E’ ormai sera, le luci illuminano i ponticelli e l’atmosfera è molto romantica. Ci fermiamo in uno dei tanti ristoranti non particolarmente degno di considerazione e piuttosto caro e dopo cena ci sbizzarriamo facendo mille foto ai tanti angolini suggestivi che incontriamo. WANSHUN GUESTHOUSE camera doppia con bagno circa 22 euro piccola guest house situata lungo un canale, camera essenziale e pulita i gestori non parlano inglese ma sono molto disponibili bagno piccolo con turca Voto: 7.

11 settembre

Questa giornata la dedichiamo quasi interamente a Tongli visitando i vari siti segnalati sulla cartina che l’Ufficio del Turismo ci ha consegnato insieme al biglietto d’ingresso. Ci sono residenze degne di nota come quella di Gengle Tang, la Pagoda della Perla e il bel GiardinoTuisi molto simile a quelli di Suzhou, ma c’è anche un’attrattiva un po’ particolare e cioè il Museo Cinese della Cultura del Sesso fondato da due professori di sociologia che hanno raccolto nel corso degli anni migliaia di oggetti legati al sesso. All’interno ci sono quadri, foto, statue di piccole e grandi dimensioni, mentre nel giardino esterno si possono “ammirare” decine di rocce dalle forme molto eloquenti. Ma la cosa pù bella che si deve fare a Tongli è quella di passeggiare tra i suoi canali, ponti in pietra e case bianche dove gli abitanti vivono il quotidiano incuranti dei pochi turisti che ci sono al mattino presto. Purtroppo il nostro viaggio sta per terminare, ritorniamo nella nostra g.h. a ritirare i nostri zaini carichi di piccoli e grandi ricordi e prendiamo per l’ultima volta un bus che ci riporta a Shanghai. Non è facile in poche parole sintettizzare le mille contraddizioni di questo paese. E’ difficile associare la povertà che abbiamo visto negli hutong dove i vecchietti si spostano con vecchie biciclette, intere famiglie vanno in giro su motorini scassati e le donne cucinano nelle strade e pensare ai tanti grattacieli sfavillanti, agli immensi centri commerciali e alle macchine di grossa cilindrata che sfrecciano sugli ampi viali delle grandi città. Ed è proprio questo mix di antichissimo e avveneristico dove passato e futuro si mescolano nella vita quotidiana dei suoi abitanti a rendere la Cina, per quel poco che l’abbiamo conosciuta, un paese unico e affascinante.



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