È stata per 3 volte capitale: questa città emiliana ti stupirà con i suoi mosaici

Un’arte antica che continua a vivere! La meraviglia dei mosaici di Ravenna e non solo
Claudia Giammatteo, 10 Apr 2024
È stata per 3 volte capitale: questa città emiliana ti stupirà con i suoi mosaici
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Estremamente ricca di storia, questa città dell’Emilia Romagna può vantare il fatto di essere stata capitale di tre imperi, l’Impero Romano d’Occidente, quello del re dei Goti Teodorico e quello di Bisanzio, ma Ravenna è famosa nel mondo soprattutto come la “Capitale del Mosaico”, sia antico che contemporaneo: infatti, quest’arte è più viva che mai nelle botteghe della città ed è possibile ammirare la più importante collezione di mosaici contemporanei presso il MAR, il Museo d’Arte della città di Ravenna.

I mosaici di Ravenna, arte e storia che s’intrecciano

Il termine “mosaico” deriva dal latino  musaicum opus: “opera sacra alle Muse”, le protettrici delle arti. Si tratta di una tecnica decorativa con la quale si riproduce un disegno utilizzando frammenti di pietre, terracotta o paste vitree di vari colori, applicati con un legante sulle superfici.

All’interno dei più grandi monumenti della città di Ravenna è possibile osservare diversi mosaici, poiché questa città è una vera e propria sede di numerosi laboratori e scuola storiche che, tutt’oggi, insegnano l’arte del mosaico. In particolare, nelle sue basiliche e nei battisteri si conserva il più ricco patrimonio di mosaici dell’umanità risalente al V e al VI secolo e tra più belli sono quelli che si trovano all’interno della Basilica di San Vitale,  esemplare capolavoro dell’arte paleocristiana e bizantina, di San’Apollinare in Classe, inserita nella lista dei siti italiani patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, all’interno del sito seriale “Monumenti paleocristiani di Ravenna”: la decorazione con i mosaici è divisa in due zone, la parte superiore e quella inferiore. La prima è strettamente legata alla lotta dell’arianesimo, mentre la seconda riproduce una valle verde fiorita con rocce, cespugli, piante e uccelli con al centro la figura di Sant’Apollinare, primo vescovo di Ravenna.

Meravigliosi i mosaici che troviamo nel mausoleo di Galla Placida che custodisce la tomba dell’imperatrice, morta nel 450 d.C. Le pareti sono decorate con un ciclo di mosaici tra i più antichi di Ravenna, tra i quali spicca il famosissimo cielo stellato dominato dalle rocce, simbolo della resurrezione e del trionfo della vita sulla morte. I mosaici sono resi ancora più belli dalla luce che dorata che filtra dalle finestre di alabastro e ciò che colpisce particolarmente è anche la cupola centrale, dominata da un blu ricco di stelle.

In un viaggio tra i mosaici di Ravenna è impossibile non immergersi nella bellezza della Domus dei Tappeti di Pietra, un sito archeologico sotterraneo straordinario collocato a tre metri sottoterra, all’interno della Chiesa di Santa Eufemia: custodisce una miriade di mosaici policromi, soprattutto sulla pavimentazione che risalgono a un edificio privato bizantino del V-VI secolo. Prevalentemente in marmo finemente intagliato e decorato, riproducono curiose figure geometriche ed è di grande pregio la rarissima rappresentazione “Danza dei Geni delle Stagioni”.

Cosa vedere a Ravenna oltre ai mosaici?

Piazza del Popolo è il cuore della città, il miglior punto di partenza per ogni itinerario alla scoperta di Ravenna che risale al XIII secolo ed è caratterizzata da diverse arcate e da un ampio piazzale. Qui si affacciano alcuni palazzi storici come il palazzo comunale e il Palazzetto veneziano. Da visitare il Museo Nazionale che raccoglie importanti reperti archeologici, tra i quali sarcofagi decorati e altri manufatti del V e VI secolo. A pochi passo dal centro c’è la Rocca Brancaleone, una fortezza del XV secolo che sorge in un parco utilizzato per diversi evento, come il Ravenna Festival, ma è imperdibile anche la Tomba di Dante diventata Monumento Nazionale: infatti, il sommo poeta visse i suoi ultimi anni proprio a Ravenna ed è possibile visitare il suo sepolcro nella Basilica di san Francesco, all’interno del quale vi è un ritratto marmoreo di Dante. Inoltre, c’è anche il Museo Dantesco che,  mediante busti, dipinti, medaglie e icone, valorizza il ruolo che la città di Ravenna ebbe negli anni di esilio del poeta.



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