Un viaggio immersi nella natura

Venerdì 10 agosto: la partenza Il 10 agosto è il giorno della nostra partenza alla scoperta della Valle d’Aosta. Partiamo da Roma con la nostra Renault Clio carica di bagagli, ci siamo informati sul tempo e sembrerebbe che le temperature siano diminuite e faccia freddo, così seguendo il meteo mettiamo in valigia maglioni pesanti e giacca a...
Scritto da: Bruni
un viaggio immersi nella natura
Partenza il: 10/08/2007
Ritorno il: 19/08/2007
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Venerdì 10 agosto: la partenza Il 10 agosto è il giorno della nostra partenza alla scoperta della Valle d’Aosta. Partiamo da Roma con la nostra Renault Clio carica di bagagli, ci siamo informati sul tempo e sembrerebbe che le temperature siano diminuite e faccia freddo, così seguendo il meteo mettiamo in valigia maglioni pesanti e giacca a vento. Dopo circa 8 ore di viaggio e qualche sosta arriviamo ad Aosta. Sabato 11 agosto: l’arrivo Sono le 7,00 quando arriviamo. Dopo aver passato tutta la notte svegli a far compagnia a chi guidava siamo assonnati e stanchi, ma i nostri occhi non possono non rimanere aperti di fronte al paesaggio che ci si presenta: il cielo azzurro limpido, i raggi di sole che timidamente si affacciano sulle alte montagne con cime imbiancate, grandi vallate con pini e abeti. E’ il momento di rilassarsi…Dimenticare i palazzi e il traffico della città e liberare la mente da tutti i problemi… La temperatura è calda per essere mattina presto, a sentire le previsioni ci aspettavamo di trovare un gran freddo e invece..

Tramite l’Ufficio del Turismo (tel. 0165764263) abbiamo prenotato un albergo ad Arvier, paesino a 13 Km da Aosta. Era uno dei pochi alberghi ancora liberi per la settimana di ferragosto, dato che abbiamo deciso di partire solo tre giorni prima della prenotazione.

L’Hotel Ruitor (***), a gestione familiare, si presenta subito accogliente, i proprietari sono gentili e ospitali. Il costo per questo periodo di alta stagione è di 40,00 a persona (formula bad/breakfast), le camere sono accoglienti e la colazione a buffet.

Arrivati in albergo ci riposiamo un paio d’ore. Dopo aver mangiato un panino nel giardino dell’hotel, scopriamo con sorpresa che affianco c’è la piccola stazione di Arvier. Dato che siamo stanchi della macchina, ne approfittiamo e prendiamo il treno che con 20 minuti ci porta ad Aosta.

La città si presenta in festa: c’è la fiera dell’artigianato, nella piazza e vie centrali gli scultori espongono i loro lavori.

Abbiamo una mappa della città e la seguiamo per visitarla. Partiamo dalla via principale e camminiamo fino alla Porta Pretoria, ci dirigiamo poi verso il Teatro Romano, di cui rimangono visibili pochi resti, breve sosta per qualche foto, poi raggiungiamo la chiesa di Sant’Orso dove una signora molto gentile si offre di darci qualche informazione.

Dopo aver passeggiato per i negozietti del centro, tra souvenir e prodotti locali, raggiungiamo la cattedrale. E’ l’edificio cristiano più importante della regione e anche il più antico. La chiesa risale alle fasi iniziali del Cristianesimo in Valle d’Aosta.

Sono le 18,00 quando decidiamo di prendere il treno per Arvier e tornare in albergo.

All’ora di cena prendiamo la macchina per cercare un buon ristorante, ci fermiamo sulla statale al ristorante “La Tour”. Non ci va molto bene dato che i prezzi sono elevati e le porzioni molto ridotte, nonostante i piatti selezionati e curati nei particolari. I formaggi e i dolci ci sollevano un po’ il morale.

Domenica 12 agosto: Courmayeur e il Monte Bianco. Oggi il tempo è bellissimo, il cielo è sereno e il sole alle 8,00 di mattina è già caldo, altro che freddo e gelo previsto dal meteo. Noi ne approfittiamo per raggiungere, come programmato, le alte quote del Monte Bianco, sappiamo che in alta montagna il tempo cambia con facilità. Sulla strada incontriamo Courmayeur (1224 m), ridente località ai piedi del gigantesco massiccio del Monte Bianco, considerata la più antica stazione alpina della Valle d’Aosta, patria di numerose guide di fama mondiale. Le stradine del paese sono molto caratteristiche: casette di legno, fiori colorati sui balconcini e viottoli con piccoli archetti.

Ci fermiamo per comprare dei panini per il nostro pranzo. Io da solita golosona non posso ignorare le vetrine con esposti dolci appena sfornati, compro anche qualche tortina alle mele e noci. Gli zuccheri danno energia e per le lunghe camminate ne servono molte.

Le montagne che circondano Courmayeur offrono dalle tranquille passeggiate in bassa quota verso rifugi e laghetti, alle alte vie, al tour del Monte Bianco e alle ascensioni più impegnative.

A dieci minuti da Courmayeur raggiungiamo la località La Palud, dove parte la funivia che permette di raggiungere Chamonix in estate.

C’è molta gente, così ci viene assegnato un numero, l’attesa è di circa un’ora. Nel salire lasciamo la valle e si sente subito un forte senso di libertà, ci si stacca da terra e si sale verso il cielo, la sensazione è forte. Da buona osservatrice riesco a scorgere una marmotta. La prima stazione è Papillon du Mont Fléty a 2187 metri. Qui possiamo visitare il giardino botanico alpino di Saussurea, il più alto d’Europa, che accoglie oltre 800 specie vegetali del Monte Bianco, con ingresso gratuito. Poi si prosegue con la seconda stazione di Punta Helbronner a 3462 metri. Nonostante la giornata sia molto calda, a questa altezza siamo a una temperatura di due gradi così indossiamo la giacca a vento. La vista è spettacolare, qui possiamo toccare la neve e tirarci qualche pallata. Dopo aver mangiato e preso un po’ di sole tornati giù alla prima stazione, ritorniamo a La Palud. Riprendiamo la macchina, abbiamo deciso di dirigerci verso il Piccolo San Bernardo che collega l’Italia alla Francia.

Raggiungiamo prima La Thuile, situata a 1441 metri di altitudine, meta preferita per il relax nella natura e gite in mountain bike. All’ufficio del turismo prendiamo una mappa della zona dove sono segnalati i sentieri per le escursioni, ognuno con tempi di percorrenza e difficoltà. Nei prossimi giorni vorremmo raggiungere il Colle San Carlo dove si trovano i resti di un fortino risalente alla seconda guerra mondiale e vedere le cascate e i laghi di Bella Comba.

Partendo da La Thuille, dopo circa una decina di chilometri fatti di curve e tornanti, arriviamo al valico al Colle del Piccolo San Bernardo.

L’aria qui si è fatta più fresca così indossiamo qualcosa di più pesante. Passeggiando al valico possiamo vedere sulla sommità del passo la colonna di Giove sulla cui cima è posta una statua di San Bernardo, al posto di quella di Giove, che secondo la leggenda sarebbe stata distrutta dallo stesso San Bernardo giunto sul passo per abbattere i simboli del paganesimo. C’è anche un laghetto.

Il paesaggio è lunare e l’impressione è di essere parte della natura, ti lasci trasportare dal suono del vento che soffia leggero e dal cinguettio degli uccelli.

Torniamo in albergo, ci riposiamo un’oretta e poi affamati raggiungiamo a piedi (2 minuti dall’hotel) il ristorante “La Vignarole”. Con 15 euro si può mangiare il menù del giorno. Anche qui l’ambiente è abbastanza sofisticato, il vino e le pietanze sono servite con i guanti.

La nostra speranza è trovare un ristorante o trattoria più casereccio, come si dice a Roma, ma qui l’aria è più francese che italiana.

Lunedì 13 agosto: la Valle di Cogne Consigliati dal Sig. Remo, il nostro albergatore, andiamo a visitare il Parco del Gran Paradiso. Saliamo verso Cogne, ma decidiamo di fermarci al ritorno dato che vogliamo vedere le suggestive cascate di Lillaz. Ci fermiamo nella frazione di Lillaz, parcheggiamo la macchina e seguiamo le indicazioni del sentiero che porta verso le cascate. Il primo salto d’acqua del torrente è raggiungibile con facilità, gli altri due salti e quindi il punto di massima altezza richiedono invece un sentiero in salita più impegnativo.

Da Lillaz, sempre attraverso un sentiero, si raggiunge il Lago di Loie, il sentiero ha una durata di circa due ore, è una arrampicata e si sale parecchio e noi, non essendo molto allenati, e avendo già percorso il sentiero delle cascate, abbiamo resistito fino a circa metà percorso e siamo poi tornati indietro, erano molte le persone che come noi hanno desistito, il lago sembrava irraggiungibile. Mi sono poi informata e mi hanno detto che c’è anche un’altra strada meno faticosa che permette di raggiungere il lago. Consiglio quindi a chi voglia intraprendere il sentiero di informarsi prima. Dopo aver mangiato nei prati di Lillaz, qui c’è un aria ben attrezzata picnic con bracieri, a pagamento, ci siamo diretti nella splendida cittadina di Cogne, considerata la “capitale” del Parco Nazionale del Gran Paradiso, un vero e proprio villaggio alpino, antico paese minerario trasformatosi in un elegante centro turistico.

Si consiglia la “seupetta de Cogne”, il pane nero e il “mecolin”, pane dolce offerto con la panna montata.

Si consiglia anche la contemplazione gratuita del panorama che si può scorgere dalla piazza centrale dove si trova anche l’ufficio del turismo.

Sulla via del ritorno seguiamo l’indicazione per Pondel ed ecco la sorpresa: un villaggio e un ponte…Ma che ponte. E’il ponte romano che ha più di duemila anni, sotto spumeggiano le acque tumultuose. Attraversiamo il ponte a piedi e raggiunta la sponda opposta possiamo percorrerlo anche al suo interno. La sensazione che si prova all’interno del ponte è molto strana, ci si sente in bilico sospesi in aria.

La serata finisce con la cena questa volta alla pizzeria-ristorante “Il Viandante”ad Arvier. Finalmente un ristorante come si deve, buon rapporto qualità-prezzo, una buona pizza e una birra, poi c’è anche chi tra noi, mai sazio, sperimenta il menù del viandante (antipasto: prosciutto, tomino fresco e melone; primo: tortellini alla gorgonzola; secondo: polenta con cinghiale; dolce: creme caramel; vino; per euro 18,00) e ne rimane soddisfatto e soprattutto pieno.

Tra i vicoli di Arvier scopriamo la chiesa, il campanile che è in ristrutturazione, e il borgo con le case di legno tipiche del villaggio.

Martedì 14 agosto: Festival del Formaggio La Valle d’Aosta è ricca di castelli, noi ne abbiamo visitati tre e ne siamo rimasti soddisfatti. Camminando con la macchina per tutta la valle è difficile non trovarli arroccati fra le montagne.

La nostra giornata inizia con la visita al castello di Saint- Pierre. Il castello ha un’aria fiabesca, è molto suggestivo. La visita può essere effettuata solo accompagnati dalla guida (il costo del biglietto è 4,00 euro). La guida ci racconta la storia del castello e poi ci fa entrare. Nel 1985 è divenuto Museo di Scienze Naturali, quindi quello che si visita al suo interno è il Museo che si articola in nove sale. Ci viene mostrato l’ambiente naturale valdostano nei suoi diversi aspetti.

La guida è molto preparata, parla con un linguaggio semplice e comprensibile, e ci coinvolge nelle sue spiegazioni, risponde con accuratezza alle nostre domande. Dopo la visita ci dirigiamo al Parc Animalier di Introd, dal depliant il parco sembra molto grande e abituati con quelli austriaci ci aspettiamo di trovare animali che si muovono in libertà, fuori dai recinti, la delusione è tanta nel vedere che ci sono pochi animali e solo nei recinti. In più il costo del biglietto è anche elevato (8,00 a persona). Non ne vale la pena.

Introd va ricordata soprattutto perché qui il Santo Padre ha trascorso molte vacanze e c’è un museo dedicato a lui.

Dopo aver mangiato un panino, saliamo verso Le Comb per vedere il museo e la residenza estiva di Papa Giovanni Paolo II. Nel Museo c’è la raccolta di tutte le sue fotografie, non posso fare a meno di commuovermi.

La nostra serata è accompagnata da vino e formaggi. Alle 20,00 raggiungiamo il castello di Quart dove si svolge il Festival del Formaggio. All’entrata con 15,00 euro ci vengono dati un tagliere completo di coltello e bicchiere e nove degustazioni dopo sta a noi camminare tra i numerosi stand e provare le diverse specie di formaggi prodotti direttamente negli alpeggi e i vini provenienti dalle diverse zone della Valle. Dobbiamo ammettere che tutti i formaggi assaggiati hanno un sapore particolare e anche io che non sono un’amante vera e propria di questo alimento ne esalto il gusto. Qualcun altro preferisce il vino e se ne fa qualche bicchiere di troppo, guiderò io che sono sobria.

Mercoledì 15 agosto: Chamois e il Lago di Lod La guida che ieri ci ha accompagnato nella visita del castello di Saint-Pierre ci ha consigliato di raggiungere Chamois e arrivare al Lago di Lod per passare una bella giornata immersi nella natura.

Da Chatillon raggiungiamo la Valtournenche. Il primo abbagliante incontro con il Cervino lo abbiamo raggiungendo Antey-Saint- Andrè. Risaliamo il versante della valle e raggiungiamo La Magdeleine. Da questa località, attraverso un sentiero della durata di circa un’ora (per chi non vuole fare il sentiero c’è una funivia), raggiungiamo Chamois, la cosiddetta perla delle Alpi. Questo paesino è circondato dalle alpi, è l’unico paese che può essere raggiunto solo a piedi o in funivia, non esistono automobili. Noi che abbiamo camminato lungo il sentiero che da La Magdeleine porta fino a Chamois possiamo dire che è stata un’esperienza unica. Abbiamo inizialmente incontrato un pascolo con delle mucche, io che sono sempre la solita paurosa volevo tornare indietro, poi il pastore le ha portate nella stalla, allora mi sono rilassata e ho proseguito. La passeggiata lungo il sentiero ci ha trasmesso molto tranquillità. Il panorama è stato una sorpresa continua ogni volta che giravamo la montagna. Lungo il sentiero abbiamo potuto ammirare diverse specie di piante, purtroppo non abbiamo intravisto nessun animale. Attraverso il sentiero abbiamo raggiunto Chamois e da qui abbiamo preso la funivia che ci ha portato fino al Lago di Lod dove troviamo un’area attrezzata per fare un picnic. Il sole all’ora di pranzo è caldo, allora ne approfittiamo per prendere un po’ di tintarella. Ritornati giù a La Magdaleine, ripercorrendo il sentiero, riprendiamo la macchina e superato Buisson, raggiungiamo Valtournanche, ma non arriviamo a Bruil-Cervinia, anche se mancano solo otto chilometri, perché sta diventando nuvoloso e ci siamo riproposti di salire sul Cervinio nei prossimi giorni.

La sera mangiamo alla Trattoria di Campagna, con menù alla carta, ne rimaniamo abbastanza soddisfatti. Giovedì 16 agosto: Chamonix e il castello di Fenis La nostra giornata inizia presto, abbiamo deciso di raggiungere Chamonix. Sappiamo che di solito ci sono file molte lunghe d’attesa per il passaggio del Traforo del Monte Bianco così cerchiamo di partire per le 8,00. La distanza che dobbiamo percorrere per raggiungere il traforo è di circa 30 chilometri, quindi alle 9,00 siamo già sotto il tunnel.

La tariffa da pagare per il transito (andata e ritorno) è di euro 40,30. La lunghezza del tunnel è 11,6 Km, la durata media di attraversamento 12 minuti circa. Gli automobilisti, per ragioni di sicurezza, devono rispettare alcune importanti norme: andare a una velocità tra i 50 e i 70 Km/h e lasciare una distanza di sicurezza pari a 150 m.

Entrati in Francia abbiamo una brutta sorpresa: piove a dirotto. E pensare che in Italia c’era il sole.

Con pochi chilometri raggiungiamo Chamonix, c’è un grande parcheggio a pagamento dove lasciamo la macchina. Armati di impermeabile e ombrello ci incamminiamo.

Fortunatamente la pioggia lascia presto il posto a qualche spiraglio di sole.

Facciamo un lungo giro per la ridente cittadina di montagna, molto turistica, che nonostante il brutto tempo, si presenta nel suo splendore. Una via principale ricca di negozi, il trenino turistico che ti porta alla sua scoperta, tanti alberghi, piuttosto moderni, e poi il ghiacciaio, una enorme lingua di ghiaccio che ti accompagna in ogni tuo movimento e passaggio.

Da solita golosona non posso ignorare le tante pasticcerie che trovo lungo le stradine, grandi fette di torta e paste di ogni genere, e assaggiare il loro gelato, qui si va a “palle”, ogni “palla” è un gusto. Notiamo che qui è tutto molto caro, entriamo nei negozi, guardiamo, ma alla fine compriamo solo qualche piccolo souvenir.

Passata la mattinata a Chamonix, dopo aver mangiato, torniamo in Valle. Siamo un po’ stanchi così ci dirigiamo verso l’albergo per un’ora di riposo, siamo pur sempre in vacanza! Alle 17,00 decidiamo di andare a visitare il castello di Fenis, provo a chiamare per prenotare la visita, so che non prendono più di 25 persone per turno e in questi giorni ci sono sempre file d’attesa, ma vengo informata che non si accettano prenotazioni telefoniche, ma c’è ancora posto per la visita delle 19,00. Il castello di Fenis dista circa 40 Km dall’albergo, chissà se quando arriviamo ci sarà ancora posto! Raggiungiamo Chatillon, poi Quart, Nus e finalmente Fenis. Come immaginiamo per le 19,00 non c’è più posto così l’unica possibilità è aspettare le 19,30. Acquistiamo i biglietti (5,00 euro a persona), la visita è solo guidata.

Nell’attesa abbiamo la possibilità di leggere qualche informazione sul castello e fare qualche foto e ripresa. Il castello di Fenis è il più conosciuto fra i castelli valdostani, è stato costruito nella metà del XIV secolo. La cosa che colpisce a prima vista è l’apparato difensivo del castello, esso è circondato da due robuste cortine di muro concentriche munite di torrette di guardia collegate fra loro da un percorso interno Sono stati molti i proprietari del castello fino al 1906 quando l’architetto Alfredo d’Andrade, dopo averne restaurato le parti più degradate, lo cede allo Stato. I mobili all’interno del castello non sono originali. Gli affreschi, invece, in parte sono rimasti intatti. La nostra serata finisce da “Il viandante”, il ristorantino ad Arvier dove dopo una ricca mangiata ce ne andiamo stanchi a dormire.

Venerdì 17 agosto: nel paradiso della neve sul Cervino Per la gioia di mio marito Stefano, amante della neve e soprattutto dello snowboard, raggiungiamo di prima mattina Breuil-Cervinia (2050 m). Stefano decide di affittare tutta l’attrezzatura per fare snowboard, non può perdere quest’occasione. Sotto agli impianti di risalita ha la possibilità di affittare pantaloni, guanti e il tanto amato snowboard. Ci mettiamo felpa e giacca a vento e siamo pronti per salire.

Lui acquista uno ski-pass (euro 38,00), che gli permette di sciare fino alle ore 13,30, io una andata e ritorno fino a Plateau Rosà (euro 26,00).

La prima funivia porta fino a Plan Miason, la seconda raggiunge le Cime Bianche Laghi, dall’alto possiamo vedere la suggestiva diga artificiale del Goillet, e l’ultima dalla portata di 170 persone ci lascia a Plateau Rosà a 3480 metri, dove si pratica lo sci estivo. C’è tanta neve, la temperatura è di due gradi, non c’è vento, il sole è nascosto tra le nuvole, ma ogni tanto esce e si fa sentire. Non si riesce a stare senza occhiali da sole.

Stefano scia, io l’aspetto fuori al rifugio, seduta a leggere e a prendere quel poco sole che ogni tanto appare.

Alle 13,00, quando ormai non si può più sciare, scendiamo a Cervinia e ci fermiamo a mangiare un toast, facciamo un breve giro per i negozietti di souvenir e poi con la macchina facciamo una sosta al famoso Lago Blu per ammirare il Cervino riflesso nelle sue acque, poi stanchi torniamo in albergo.

La cena questa sera è al ristorante pizzeria “da Gigi”, fraz. Villaret, Derby. Vale la pena fare una visita a Gigi, il sardo, che con la sua simpatia e cortesia, ti darà un buon servizio in un ambiente famigliare. Potrai gustare specialità sarde, ma anche cucina valdostana, grigliate di pesce e carne e tante pizze.

Sabato 18 agosto: il Parco Nazionale del Gran Paradiso La vacanza è quasi finita, oggi è il nostro ultimo giorno in Valle d’Aosta. Abbiamo proprio voglia di farci un’ultima lunga camminata fra i boschi per respirare quest’aria ricca di ossigeno che rimpiangeremo nelle nostra città.

Vogliamo tornare nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, ma questa volta non dalla parte della Valle di Cogne, già visitata, bensì dalla valle di Rhemes.

Sul fondo della valle si staglia il massiccio del Granta Parey con il suo profilo inconfondibile.

Ad una altezza di 1218 m incontriamo il villaggio di Rhemes- Saint- Georges, tranquilla località dalla quale si possono effettuare numerose escursioni sia a piedi che a cavallo, seguendo gli splendidi itinerari nel bosco. Proseguendo si arriva a Rhemse-Notre-Dame la località più elevata della vallata (1725 m). Anche questo è un buon punto di partenza per escursioni in mountain-bike e a piedi.

Ci fermiamo in questa località, c’è il centro informazioni del parco ma alle 10,00 è ancora chiuso.

Noi siamo già arrivati da una mezzora ma abbiamo deciso di aspettare l’apertura dell’ufficio per prendere una cartina della zona e avere ulteriori informazioni sui sentieri.

Finalmente un anziano signore apre l’ufficio, facciamo qualche domanda ma non sembra conoscere molto bene la zona, ci fornisce una cartina e ci mostra un sentiero da poter percorrere nel fondo valle. Il sentiero che percorriamo è il “sentiero natura”, un sentiero veramente adatto a tutti, anche a persone anziane e bambini. Un depliant informativo ci segue passo passo nella nostra passeggiata. Entriamo a contatto con la vegetazione, le rocce, gli animali, i segni dell’uomo e la sua storia, attraverso 12 punti di osservazione. Dopo circa un’ora di camminata arriviamo al Lago di Pellaud, qui ci sono dei tavoli di legno dove è possibile fare una sosta. Noi facciamo una lunga sosta, ci fermiamo a mangiare e dato che è una bellissima giornata prendiamo un po’ di sole.

Sulla via del ritorno ammiriamo le baite di montagna disperse nel fondovalle e immaginiamo la pace e tranquillità in cui possono vivere i loro proprietari. Arrivati al paese di Rhemes-Notre-Dame, nella piazza principale del paese vediamo la chiesa dedicata all’Assunta, costruita nel ‘700, la sua struttura architettonica è tipicamente rurale.

Riprendiamo la macchina e torniamo ad Arvier, dobbiamo preparare i bagagli perché la nostra vacanza è, ahimè, finita. Domani ci dobbiamo alzare presto, la città ci richiama.



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