Val d’aosta
Al ritorno, nei pressi di Saint-Vincent il sole e il caldo sono finalmente tornati. Proseguiamo per Issogne, dove pranziamo al ristorante “Il Maniero”. Consiglio la torta di mele con meringa, divina. Visitato il castello. Visto da fuori sembra un qualunque palazzo dipinto di bianco ma all’interno vi sono dipinti e sale tutte da ammirare. In entrambi i castelli (Fenis e Issogne) alla biglietteria vi dicono subito a che ora sarete inseriti (i gruppi non sono mai composti da più di 20 persone), quindi è difficile che appena comprate il biglietto entriate subito. Ci vuole pazienza, ma ne vale la pena.
Per questa volta la gita è finita ma, passando per l’autostrada, ho visto un mucchio di posti, di castelli, di paesini che mi piacerebbe vedere.
Costo totale (senza benzina): 600 euro (tre giorni, due notti) La seconda visita è stata dal 30 gennaio al 1 febbraio 2004. Arrivati a Saint-Vincent verso le 16 del pomeriggio (e il freddo si faceva già sentire), non avendo prenotato, abbiamo cercato un albergo. La scelta è caduta sul “Leon d’oro”, 3 stelle, conduzione familiare. La cena era proprio come piace a me: petto di pollo ai ferri, milanese e, soprattutto, patatine fritte. Non fa per i più sofisticati ma va benissimo per me che ho gusti semplici. Vino fatto in casa come pure i croissant della colazione del mattino dopo.
Il mattino dopo siamo partiti per la Fiera di Sant’Orso ad Aosta. Cielo limpido, sole, ma un freddo da gelare: e pensare che ero vestita come un’eschimese. La fiera comunque molto bella anche se non siamo riusciti a vedere tutto data la folla. Però ho visitato la Cattedrale, la chiesa di Sant’Orso e le stradine del centro storico. Odore di vin brulè ovunque, da ubriacarsi al solo passaggio davanti a uno stand della fiera.
Verso le 12 siamo tornati alla macchina (dopo aver aspettato 20 minuti la navetta gratuita che doveva riportarci al parcheggio) e siamo partiti alla volta di Cervinia. Arrivati ad Antey ho finalmente visto il Cervino per la prima volta in vita mia. Verso le 1430 siamo arrivati a Cervinia. Neve ovunque ma un sole bellissimo e, soprattutto, il Cervino. Me lo avevano già raccontato ma non avrei mai più creduto di trovarmelo lì, davanti, sembrava quasi cadermi addosso, talmente eravamo vicini. Io abito in un vallata chiusa dal Monviso (da cui nasce il Po) ma lo vedo sempre da lontano, qua è tutta un’altra storia. Un’emozione unica, da commuoversi.
Abbiamo preso la camera al Punta Maquignaz, 4 stelle, tutto in legno, letto a baldacchino, incredibile. Il pavimento del bagno era cosparso da brillantini e da disegni del proprietario, che è anche pittore. Il ristorante purtroppo per me è troppo raffinato ma la camera da sola già vale la pena.
Il giorno dopo il mio fidanzato va a sciare e poi viene a prendermi per salire al Plateau Rosà con la funivia. Al primo troncone avevo paura dell’altezza e di non so nemmeno io cosa. Al secondo troncone mi divertivo e quando sono scesa avrei ricominciato tutto il giro (come i bambini con lo scivolo). Arrivati al Plateau Rosà abbiamo mangiato al rifugio, fatto un mucchio di foto, visto in lontananza il Monviso, ammirato ancora più da vicino il Cervino e poi sono riscesa con la funivia mentre il mio fidanzato continuava a sciare. Non può mancare una visita alla chiesetta, una passeggiata per le vetrine e una buona merenda con i pasticcini (o anche solo un caffè) al Samovar Tea Room. Il giorno dopo era quello della partenza. L’intenzione era di partire dopo pranzo e invece ci siamo incamminati prima perché… nevicava ed era meglio scendere prima di aver 2 metri di neve sull’auto.. Il tempo in montagna cambia molto velocemente, già lo sapevo, ma non credevo così velocemente. Mi è dispiaciuto non poter andare al Lago Blu (coperto di neve) ma è sicuramente meglio vederlo d’estate col Cervino che si rispecchia e fare una foto tipo puzzle Ravensburger.
Comunque è stata una bellissima vacanza e sicuramente tornerò a Cervinia molte altre volte. Costo totale (senza benzina): 900 euro (quattro giorni, tre notti)