Tropical Queensland e Outback

Il mal di Australia ci ha proprio colpito, tant’è vero che per il terzo anno ci siamo tornati, destinazione iniziale prescelta la Penisola di Cape York, all’estremo nord del continente con l’intento di raggiungere il mitico Cape York, il punto più settentrionale del paese. Per motivi vari, non ultimo un anno di lavoro piuttosto stressante...
Scritto da: Claudio Marchesi
tropical queensland e outback
Partenza il: 01/08/2003
Viaggiatori: in coppia
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Il mal di Australia ci ha proprio colpito, tant’è vero che per il terzo anno ci siamo tornati, destinazione iniziale prescelta la Penisola di Cape York, all’estremo nord del continente con l’intento di raggiungere il mitico Cape York, il punto più settentrionale del paese. Per motivi vari, non ultimo un anno di lavoro piuttosto stressante ci hanno portato a limitare il percorso a zone più accessibili.

Il viaggio inizia come sempre da Milano, volo a Francoforte Singapore ed arrivo nella tropicale Cairns, la città da cui avrà inizio il nostro tour. Un pazzo come me cosa può fare dopo 24 ore di viaggio ? ma è normale, ritirare subito il fuoristrada e avviarsi verso Mossman circa 80 km a nord; mi sono sembrati i chilometri più lunghi della mia vita… nonostante la bellezza della strada che corre parallela all’oceano affiancata dalla foresta pluviale le palpebre diventavano sempre più pesanti.

Arrivati a Mossman ci attende il meraviglioso Silky Oaks Lodge, dove trascorreremo i prossimi giorni immersi nel verde della foresta pluviale. Ci accomodiamo nel nostro bungalow completamente circondato da alti alberi ed i soli suoni che ci giungono sono i canti degli uccelli, il fruscio delle foglie e lo scorrere del vicino Mossman River. I giorni seguenti trascorrono esplorando il Mossman Gorge scoprendo le meraviglie della natura rigogliosa dove la vita delle piante è dominata dalla ricerca della luce, tutto si spinge verso l’alto, la vita di un vegetale continua dopo la morte della pianta più debole o sopraffatta dalla forza e dal vigore di un nuovo germoglio di ficus strangolatore, le radici sono vere sculture della natura e giriamo a lungo tra gli alti fusti, anche sotto scrosci di pioggia torrenziale che ogni tanto scendono dalle cateratte celesti.

Ho capito perché si chiama foresta pluviale… A mie spese bagnato fino alle ossa, sotto un torrenziale acquazzone circondato solo da spettacolari esemplari della flora locale; ma che spettacolo quando il cielo si apre e l’azzurro infinito appare all’orizzonte.

Un mattino all’alba ci aspetta una scoperta fantastica, un bellissimo giro sul fiume a bordo di una piccola barca, in compagnia di un simpatico Australiano “the Mangrove man” ed una coppia di americani scopriamo le meraviglie della foce del fiume, le mangrovie che crescono sulle sue rive, ed il complesso ecosistema che circonda il corso d’acqua. E’ proprio uno spettacolo vedere il risveglio della natura, gli uccelli che iniziano la loro attività di pesca, i pipistrelli golosi di frutta che ritornano ad appendersi ai rami dove trascorreranno la giornata in attesa dell’imbrunire, i pappagalli bianchi che a stormi lanciano forti richiami. Peter è un vero esperto e soprattutto un vero entusiasta della vita sul fiume e del fiume e grazie a lui abbiamo imparato tantissimo sulle mangrovie e sulle loro varietà. Se capitate e Mossman vale la pena approfittare della sua esperienza www.Mangroveman.Com.Au.

Il resort è spettacolare, i bungalow immersi nella foresta lungo il corso del fiume sono costruiti su palafitte e godono di una fantastica quiete. Il ristorante è favoloso, con vista sul fiume e la cucina superba, un luogo da ricordare a lungo.

Ma si sa noi siamo per il movimento e dopo quattro giorni di relax la strada ci aspetta, destinazione Cape Tribulation e Cooktown circa 150 chilometri più a nord seguendo la costa lungo la Daintree-Bloomfield Track.

Iniziamo attraversando con il traghetto il Daintree River, fiume molto largo che permette notevoli escursioni lungo il suo corso partendo dalla vicina cittadina di Daintree, il primo tratto di strada fino a Cape Tribulation è tortuoso con continuo saliscendi immersi nel verde della foresta. Ci sono diversi punti interessanti che valgono una sosta o una deviazione, poco dopo il traghetto c’è una pista che porta a Cape Kimberley Beach, una lunga spiaggia di sabbia bianchissima piena di mangrovie e palme silenziosa e quasi deserta, un luogo quasi paradisiaco, come tanti che incontreremo lungo il percorso.

Apro una parentesi, per il capitano James Cook queste spiagge hanno rappresentato un vero tormento, la sua nave l’Endeavour nelle secche della barriera corallina subì gravi danni e fu costretta a lunghe e laboriose riparazioni, il nome Cape Tribulation deriva proprio dalle tribolazioni patite dal grande navigatore.

Subito più avanti si apre un sentiero che porta al Daintree Rainforest Environmental Centre, un luogo immerso nella foresta più incontaminata dove passeggiando su passerelle tra le piante e salendo su un alta torre d’osservazione di 25 metri è possibile godersi i colori, i profumi e l’atmosfera di questo luogo unico nel suo genere; cartelli e spiegazioni permettono di comprendere e conoscere le varie piante, liane e ficus che si sovrappongono formando un intreccio di vita. Una visita bellissima e spettacolare assolutamente da non perdere, più avanti, il Marrdja Botanical Walk permette di scoprire l’habitat delle mangrovie che crescono esclusivamente nelle aree soggette al movimento delle maree ( in pratica nella zona compresa tra la linea di massima e minima marea) e di come queste piante ricerchino l’ossigeno emettendo radici che fuoriescono dal suolo fangoso ed espellono il sale assorbito dalla pianta.

La strada prosegue e dopo Cape Tribulation si lascia l’asfalto e si affronta una strada sterrata che inizialmente sembra molto bella, infatti ci chiediamo perché tanti cartelli segnalino l’obbligo di proseguire solo con un fuoristrada.

Lo scopriremo poco dopo, alla prima curva vediamo un fiume piuttosto impetuoso davanti a noi, il primo guado da affrontare, la profondità è sconosciuta ed a scanso di equivoci attendo il passaggio di un’altra vettura, l’acqua arriva sopra le ruote e la vettura passa, allora è il mio turno ingrano la prima e via nell’acqua fino all’altra riva, lungo il tragitto ne affronteremo diversi di questi guadi.

Prima di arrivare alle cascate di Bloomfield la pista è immersa nella foresta, i molti tratti si viaggia in una specie di tunnel vegetale, molte soste per esplorare le tante spiagge deserte popolate solo da uccelli marini e mangrovie rigogliose ci rallentano il cammino, ma noi non abbiamo fretta e ci godiamo fino in fondo tutto anche la pista che in certi tratti è proprio mal tenuta e dilavata dalle piogge impetuose che creano avvallamenti e fratture sul terreno.

Le cascate sono spettacolari, ricchissime di acqua, un luogo ideale per una sosta rinfrescante ed uno spuntino.

Cooktown ci aspetta e prima di arrivarci uno strano cumulo di pietre nerastre si para davanti a noi all’orizzonte e diventa sempre più grande ed alto man a mano che ci avviciniamo: si tratta del Black Mountains National Park una formazione di rocce fratturate annerite da uno strato di licheni, strano e particolare. Arrivati a Coocktown troviamo una sistemazione al Seaview Motel e prima di salire sulla Grassy Hill per una panoramica della zona dalla sua sommità; scopriamo la cittadina, che ai tempi della corsa all’oro nella fine del 1800 raggiunse una popolazione di oltre 30.000 abitanti. Oggi solo circa 1500 resistono in città ma un piccolo museo situato nella vecchia banca testimonia il passato di questa città, un secondo museo , James Cook Historical Museum situato in un convento di fine‘800, permette di scoprire l’odissea di Cook, che fu costretto a rimanere 3 mesi nel 1770 per rimettere in sesto la sua nave dopo gli impatti con la barriera corallina.

Scesi poi dall’osservatorio un piccolo spettacolo : decine di wallabies si riposano indisturbati in un piccolo parco ai confini della cittadina, da non perdere. La cena a base di barramundi viene consumata in un piccolo locale sul mare, proprio sul piccolo molo mentre le barche da pesca si preparano per il loro lavoro notturno e tanti pescatori si affollano vicino a noi con le loro lenze. Il locale non ha la licenza per vendere gli alcolici, cosa abbastanza comune in Australia, ma noi ci siamo muniti di qualche bottiglia di vino e non ci lasciamo cogliere alla sprovvista e insieme alla cena una fresca bottiglia di Chardonnay ci rinfresca dopo tanta strada polverosa.

Il mattino dopo sotto una pioggia torrenziale ci avviamo verso Split Rock, un luogo dove centinaia di anni fa o forse migliaia gli aborigeni Quinkan hanno espresso la loro arte con decine di meravigliosi dipinti straordinariamente conservati. La strada è fangosa e quando arriviamo nonostante abbia smesso di diluviare ci troviamo con due dita di fango sulla macchina. La visita del sito è molto interessante e il percorso si snoda lungo il fianco di una collina rocciosa e ci porta a scoprire questi capolavori.

Una visita a Laura è d’obbligo, percorriamo un tratto di quella strada che avremmo dovuto percorrere per arrivare a Cape York… Sarà per la prossima volta !!!!! Visitata la cittadina ( 2 strade, 20 case o poco più, un distributore e un general store con annesso campeggio ) torniamo sui nostri passi con destinazione Atherton nel centro delle Tablelands, il paesaggio è trasformato, lasciato il bush a nord di Mount Malloy ci troviamo immersi in una specie di piccola Svizzera: prati verdi e pascoli infiniti, ma anche piantagioni di caffè e canna da zucchero per ricordarci che siamo in un clima tropicale.

Il mattino dopo decidiamo di percorrere la pista che percorre il perimetro del lago artificiale “Lake Tinaroo” ampio bacino che permette di irrigare ampie zone ed avere pascoli rigogliosi, non per nulla circa il 25% del latte consumato in Australia viene prodotto in questa zona. Molte piccole cascate e scorci suggestivi si aprono sul lago e verso la fine del percorso un corto sentiero porta allo spettacolo, quasi unico, di un ficus strangolatore di dimensioni eccezionali, il Cathedral Tree. Piccoli paesi si susseguono puliti ed ordinati, Milla Milla, Malanda, orgogliosi della loro produzione di latte e molte piccole latterie mostrano simpatici manifesti e murales.

Un bellissimo percorso che porta a scoprire alcune piacevoli e rinfrescanti cascate è poco lontano e vale la pena di una piccola deviazione prima di raggiungere un simpatico bed&breakfast vicino a Malanda: la Honeyflow Homestead www.Honeyflow.Com.Au dove Carmel e Jim ci accolgono amichevolmente, la villa immersa nel verde è deliziosa circondata da prati ed alberi popolati da kookabarry e pappagalli che cantano e si rincorrono volando per contendersi i bocconi che noi ed i nostri ospiti lanciamo loro. Un ottimo ristorante nella vicina Yungaburra, il Burra Inn ci offre l’occasione di gustarci un’ottima cena annaffiata dal vino che naturalmente ci siamo portati, belle usanze Australiane !!! Il mattino arriva troppo presto nella pace di questa camera ricca di pizzi e soprammobili, una piccola bomboniera !!! la colazione è ricchissima, nella tradizione locale e ci permette di prepararci per il tragitto verso Undara, prima però alcune deviazioni per visitare altri alberi spettacolari come il Courtain Fig Tree, vicino a Yungaburra un ficus che ha formato una vera cascata di radici aeree e uno spettacolare esemplare di cedro rosso il sopravvissuto ai tagli effettuati dai primi coloni, decine di metri di spettacolarità… Lungo la strada incontriamo Bronsfield Swamp, un habitat naturale all’interno di un cratere spento da millenni, dove uccelli di passaggio e stanziali hanno stabilito la loro dimora nell’aquitrino, poi verso Ravenshoe un cratere profondissimo, pieno di acqua verdissima probabilmente formatosi a seguito di una esplosione sotterranea ed infine le fragorose cascate Millstream Falls, le più alte d’Australia. La strada che percorriamo con tranquillità ci porta finalmente ad Undara, un luogo unico al mondo dove vulcani ormai spenti da milioni di anni, con le loro eruzioni preistoriche hanno formato lunghe gallerie sotterranee con il lento scorrere della lava liquida, le visiteremo all’indomani sotto la guida di esperti aborigeni; l’Undara Lodge, oltre alla possibilità di questa visita unica, offre l’esperienza di dormire in carrozze dei primi 900 opportunamente adattate ed ha anche un’ ottimo ristorante, allestito sempre all’interno di vecchie carrozze. Le carrozze sono prive di serrature, segno di una totale mancanza di rischi, impensabile per noi che siamo abituati a chiudere tutto con lucchetti ultrablindati… Prima di cena, mentre conversavamo con i nostri vicini australiani reduci da Cape York e ci gustavamo un’aperitivo una famigliola di canguri è venuta a farci visita, saltellando a pochi metri da noi, Indimenticabile… Dopo cena, canzoni australiane intorno al fuoco; proprio una bella serata, anche perché il vino e la birra avevano rallegrato gli spiriti…

Il mattino seguente l’esperienza della visita alle gallerie, le “Lava Tubes” incredibili per i colori ed i disegni formati dalla natura e dal lento scorrere della lava infuocata. Www.Undara.Com.Au Dopo la visita con rammarico lasciamo il parco e ci dirigiamo verso Chillagoe, nell’outback; in oltre 150km di pista non incontriamo neppure una macchina, solo una mandria di mucche con alcuni “cow boy” australiani che ci salutano da lontano… solo noi, il silenzio, la strada polverosa e tanto tanto spazio, che sensazione di pace e serenità lungo la strada…

A Chillagoe una sorpresa le Chillagoe cabins, www.Chillagoe.Com un’oasi in mezzo a questo paesino ormai quasi disabitato; con amore e passione Gary e la moglie Carolyn hanno costruito questo piccolo giardino tropicale ricco di piante e uccelli in mezzo all’outback, le cabine ( solo 3 ) sono deliziose, arredate con amore e offrono una piccola piscina, molti pappagalli e ibis, ed anche alcuni canguri che i padroni di casa hanno soccorso ed allevato con amore, girano liberi tra le cabine e mangiano frutti dalle nostre mani, tenerissimi !! Chillagoe era una città mineraria che raggiunse il suo apice economico nella prima metà del secolo appena passato; i ruderi della vecchia fonderia lo testimoniano, oggi solo 200 abitanti popolano il paese che offre però cave di marmo e spettacolari grotte ricche di stalattiti e stalagmiti che visiteremo all’indomani. Chillagoe offre anche uno stupendo Visitor Centre, “The Hub” orgoglio della comunità e simbolo della volontà di rilancio della zona, all’interno una piccola ma interessante mostra.

La cena è conviviale, i 6 ospiti del piccolo resort, i padroni di casa ed un simpatico prete “volante” che gestiva una parrocchia grande come l’Italia, ci fanno compagnia; i cibi ottimi conditi con tanta tanta allegria e chiacchiere, che bella serata !!!! Dopo la visita alle grotte, “Donna Cave” e “Trezkin Cave” ed una passeggiata per scoprire the Balancing Rock, che sfida la forza di gravità, arriva il momento di partire; ma prima occorre riempire il serbatoio del fuoristrada ed un’altra sorpresa ci attende: una collezione di auto e autocarri anni 30/50 fanno bella mostra di se accanto al distributore, il proprietario è proprio un appassionato!!! La strada ci porta verso la costa, meta il Thala Beach Lodge www.Thala.Com dove trascorreremo le ultime notti delle nostre vacanze australiane di quest’anno.

Il complesso è bellissimo, poche decine di bungalows immersi nella foresta che si affaccia sull’oceano, che è a poche decine di metri dal nostro balcone. Un’altra oasi di pace e serenità, con una spiaggia di sabbia lucente tra la foresta ed un mare infinito, peccato che essendo in pieno inverno la temperatura dell’acqua è proibitiva per un bagno, ma ci godiamo una giornata di completo relax tra spiaggia e foresta.

A pochi chilometri ci attende l’ultima esperienza.

Il giorno dopo visiteremo la foresta pluviale di Kuranda, una lunga cabinovia che sorvola la foresta incontaminata, offre l’opportunità di vedere una distesa infinita di verde e altissimi alberi; due stazioni intermedie permettono di avere scorci spettacolari sulle cascate e sulla foresta fino a Kuranda, piacevole cittadina, ma troppo dominata dal turismo. Per il ritorno utilizziamo la vecchia ferrovia la “ Kuranda Scenic Railway” costruita all’inizio del ‘900 attraverso la foresta, nessun aggettivo permette di descrivere il paesaggio che degrada dolcemente verso Cairns tra la foresta ed i campi di canna da zucchero.

Trascorriamo la serata nella vicina Port Douglas in un ottimo ristorante per goderci l’ultima cena australiana circondati da centinaia di pappagalli multicolori.

Purtroppo la mattina seguente un volo ci attende; prima destinazione Aukland dove passeremo 2 giorni tra i cimeli della Coppa America, le partite di rugby tra All Blacks e Wallabies ( Nuova Zelanda contro Australia ) e cimeli delle culture delle isole del Pacifico e poi totale relax tra Tahaa e Rangiroa in Polinesia, ma questa è un’altra storia…

Australia ci manchi tanto, ci mancano i tuoi spazi, i tuoi colori, i tuoi profumi, la tua atmosfera rilassata e serena, la tua aria di casa che ormai respiriamo, Australia torneremo presto, i tuoi deserti ci attendono….



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