Sulle strade di Creta
Informazioni utili Benzina: le stazioni di benzina sono piuttosto frequenti su tutta l’isola. La benzina ha un costo che varia tra i 0,82 e 0,88 Euro (Agosto 2004) Cartine stradali: abbiamo utilizzato la cartina della guida tascabile della DUMONT e la cartina trovata all’interno di un depliant ottenuto al centro per il turismo ellenico di Milano.
Guida prima di mettersi in viaggio: Creta della Routard e i racconti di viaggio trovati in internet.
Ristoranti: abbiamo trovato più varietà nella parte occidentale dell’isola con prezzi nettamente inferiori.
Alloggi: facili da trovare in tutta l’isola. Costo medio di una stanza in hotel 30 Euro.
Altro: Creta produce il 40% dell’olio Greco: gli ulivi sono ovunque e su ogni ulivo c’è almeno una cicala che, insieme ad altre milioni, farà da colonna sonora alla visita dell’isola.
Volo aereo acquistato su: TravelPrice.It al costo di 410Euro.
Innanzitutto gli insegnamenti tratti da una vacanza estiva trascorsa a zonzo per le strade di Creta: a Creta, come in tutta la Grecia, non si occupa la corsia di marcia, ma si deve procedere a cavallo della corsia di emergenza. Chi non lo fa viene clacssonato. La segnaletica è giustamente in greco e solo al vero ultimo momento, e anche oltre l’incrocio, è possibile trovare i segnali in caratteri romani. È bene quindi sapere vedere oltre… E non arrabbiarsi troppo se si deve tornare indietro.
In città raramente si trovano i nomi delle vie in greco. Quasi mai si trovano in caratteri romani.
È bene quindi memorizzare la pianta della città e procedere per deduzione, magari aiutandosi con i riferimenti geografici, mare e montagne e il sole.
Se si è bravi e volenterosi non farà male imparare l’alfabeto greco. Questo aiuterà a vedere prima degli altri la direzione da prendere. Può essere un esercizio di memoria molto simpatico.
Domenica 1 Agosto – Orio al Serio/ Atene / Iraklio/ Rethmnio.
Siamo atterrati l’1 Agosto ad HERAKLION (ore 18.40) e alle 19.30 eravamo sulla nostra Opel Corsa color pisello in cammino verso Rethimno. Parentesi: la macchina e la prima notte a Rethimno sono le uniche prenotazioni fatte dall’Italia via Internet. Per la macchina siamo riusciti a spuntare una tariffa di 20 Euro al giorno con la copertura assicurativa totale.
Ovviamente quando siamo andati a ritirarla non immaginavamo una macchina di 15 anni fa, con chiusura decentralizzata, finestrini manuali e, ovviamente i seggiolini pezzati di sudore per la ovvia mancanza dell’aria condizionata. Un vero ritorno al mondo che fu. Però quest’auto ci ha permesso di fare le strade più dissestate e, avendo i finestrini sempre aperti, udire i rumori di Creta durante il nostro divagare da spiaggia a spiaggia e respirare i profumi di quest’isola.
Rethimno ci si presenta in versione notturna, ricca di luci e di rumori. Attraverso le strette strade arriviamo sul mare dove abbiamo prenotato per la modica cifra di 38 Euro una stanza al SeaFront che però si affaccia su una rumorosa strada interna. Rethimno da l’impressione di essere un villaggio molto turistico. Le graziose stradine interne sono un concentrato di negozi di abbigliamento, souvenirs e caffè. Sul mare il concentrato è di bar, disco pub, ristoranti di tutte le tipologie. La parte occidentale ha un piccolo porticciolo dove si addensano i ristoranti che propongono piatti di pesce. Mentre camminiamo ci sono i butta dentro che cercano di intrattenerci davanti al pescato e ci invitano insistentemente a sederci ad un tavolo. Non siamo affamati e resistiamo facilmente alla loro insistenza. Ci facciamo così una bella passeggiata notturna della cittadina, e sul far delle ore 22.00 ci sediamo in una viuzza interna dalla signora Katarina a mangiare la nostra prima insalata greca e 2 immancabili Amstel (totale 13 Euro).
Lunedì 2 Agosto – Rethimno, Kolimbari, Balos beach, Falasarna Lasciamo Rethimno alle 9 e raggiungiamo Kolimbari per le 10.30. Il nostro programma è quello di trovare subito un luogo tranquillo dove lasciare il nostro esiguo bagaglio e visitare la spiaggia di Balos in mattinata e quella di Falasarna nel pomeriggio.
Siamo fortunati, intravediamo un hotel con piscina lungo la statale (NEREIDES – tel. 28240-22257) che, contrattando, ci propone una stanza a 35 Euro con colazione e aria condizionata inclusa. Il gestore è un tipo simpatico. Ci dice che siamo fortunati, quest’anno ci sono pochi tedeschi ma normalmente avremmo trovato tutto pieno. Balos beach – Per raggiungere Balos beach percorriamo la New Road fino a Kastelli Kissamou e quindi proseguiamo sulla E65 fino a Kaliviani e quindi svoltando in direzione del mare seguendo le indicazioni di Balos beach hotel. Raggiunto l’hotel la strada asfaltata termina e ha inizio una strada sterrata abbastanza larga ma molto dissestata, con avvallamenti e sassi piuttosto grossi, sali e scendi e un ciglio a precipizio su una costa ripida e frastagliata. Per raggiungere il sentiero che porta a Balos bisogna percorrere circa 7/8 km (noi abbiamo praticato una guida molto prudente, viaggiando quasi sempre in prima e raramente inserendo la seconda, abbiamo impiegato una 40ina di minuti). Per chi non se la sente di fare questa strada con la macchina a noleggio c’è la possibilità di arrivare alla penisola di Gramvousa e alla spiaggia di Balos con i traghetti che partono alla mattina da Kastelli Kissamoa.
Giunti al termine dello sterrato c’è un ampio piazzale per la sosta delle macchine. A ovest parte il sentiero che porta giù alla spiaggia. Il sentiero si biforca, piegate verso sinistra e in circa 15 minuti giungerete alla spiaggia. Il sentiero è stato appena rifatto ma è consigliabile indossare scarpe da tennis o sandali che trattengano il piede. La spiaggia non si vede immediatamente ma dopo 300 metri di cammino. Incanta la veduta dall’alto con colori che passano riflesso bianco della sabbia a tutte le tenui colorazioni del cielo fino al blu del mare più profondo. Sono sfumature bellissime.
Tiriamo fuori il nostro armamentario da spiaggia, teli e creme protettive, e iniziamo a goderci il mare e il paesaggio. Non ci sono molte persone, c’è una piacevole brezza e totale mancanza di ombra (per questo abbiamo sempre in testa un cappellino stile cowboy con tanto di laccio sotto il mento per evitare di perderli al primo vento).
L’acqua del mare è calda nella zona di mare chiuso mentre ha una temperatura standard sul mare aperto.
Falasarna beach – Balos e Falasarna non sono molto distanti togliendo i 7/8 km di sterrato fatti in prima. Arriviamo a Falasarna verso le 16.30. Si seguono le indicazioni per Platanos e giunti nell’abitato si piega verso destra. Si scopre così di stare scendendo da un altopiano. In basso si vede una pianura con molte coltivazioni in serra. Seguiamo le indicazioni per l’antica Falasarna, verso nord, e giungiamo ad una grande spiaggia sabbiosa, con molte persone ma non affollata.
Qui è evidente che la spiaggia è ben organizzata, ombrelloni, rete per giocare a beach volley, docce e altri servizi. Il vento spira più forte che a Balos, il mare fa qualche piacevole ondina. E’ una spiaggia gradevole ma meno scenografica.
Rientriamo all’hotel verso le 20.30, c’è spazio per una nuotata rilassante in piscina e poi via, ci si prepara per la cena.
Kolimbari è un paesino molto semplice ma presenta una discreta scelta per cenare. La prima sera scegliamo di mangiare lungo la piccola strada principale il gyros pita e una birra. Spendiamo intorno ai 14 euro in tutto.
Martedì 3 Agosto – Elafonisi.
Ci alziamo alle 8.00 e facciamo la nostra prima colazione sulla terrazza dell’hotel. Scambiamo 2 chiacchiere con il gestore e con un altro ospite greco che parla molto bene l’italiano. Vogliamo capire se avremo difficoltà a trovare posto da dormire proseguendo il viaggio e capire cosa vale la pena vedere secondo loro. Come ci avevano consigliato, e adesso a posteriori posso confermare, la parte occidentale dell’isola è senz’altro più naturale e meno organizzata turisticamente. Ma è valsa la pena girare tutta l’isola. Per quanto riguarda il turismo, nonostante si attendesse un incremento grazie alle Olimpiadi di Atene 2004, quest’anno era in netto calo. Una delle cause, a parer loro, era di sicuro l’introduzione dell’Euro che, come per noi in Italia, ha fatto duplicare i prezzi anche in Grecia.
Lasciamo l’albergo sul far delle 9.30 e percorriamo la Old Road che per un tratto fiancheggia la New Road e a Drapanias svoltiamo a sinistra e cominciamo a risalire la montagna.
La strada è abbastanza tortuosa e ci sono molte curve cieche e strette. Dopo Topolia ci si imbatte in una gola molto suggestiva. La gola è talmente stretta che per un breve tratto si è costretti in una galleria a senso unico alternato regolato da un semaforo.
Immediatamente dopo la galleria ci siamo fermati a visitare Agia Sofia, una piccola grotta una 20ina di metri sopra la strada, che ospita un’altrettanto piccola e semplice chiesetta. Dopo averla visitata posso tranquillamente consigliare di passare oltre. Dopo alcune soste consigliate dalla Routard comprendiamo che colui che ha scritto la guida è TROPPO sensibile e quindi tutte le visite programmate lungo il percorso (dalla chiesetta immersa nel verde con qualche frammento di affresco al villaggio – Elos – particolare per i sui freschi castagni e il ruscello che scorre bla bla ), tiriamo dritto verso Elafonisi, concedendo alla guida solo la sosta al monastero di Moni Chrisoskalìtissa (è bello il contrasto del blu del mare con il bianco delle pareti del monastero).
Arriviamo ad Elafonisi per l’ora di pranzo, ora calda e assolata. Giunti sullo sterrato pieghiamo verso il parcheggio a destra e alla fine dell’area di sosta troviamo un po’ d’ombra sotto cui facciamo il nostro pranzo, qualche biscotto, pesche e acqua. Poi piano piano gonfiamo a bocca il nostro materassino acquistato per 4,50 Euro a Rethimno, ci mettiamo una buona dose di crema protettiva e … e adesso dove mettiamo le chiavi della macchina. Non possiamo andare a nuotare con la chiave della macchina! La leghiamo al costume? La potrei far passare nei lacci del reggiseno … No, la nascondiamo sulla ruota della macchina.
Passiamo tutta la giornata in acqua. Lo specchio è incantevole. C’è una lingua di sabbia bianchissima che unisce la terraferma ad una lingua di sabbia più lunga e larga. Dal parcheggio non si capisce subito l’estensione di questa lingua. Bisogna attraversare tutto il primo tratto per capire che prosegue oltre. E vale la pena davvero camminare e fare il bagno lungo tutta la lingua. Sulla riva del mare si depositano pezzettini di gusci di conchiglie e qui l’acqua prende una colorazione rosastra. Il fondale è di sabbia bianca e si inseriscono rocciosità irregolari che creano piccole insenature.
Sul lato sud l’acqua è bassa e non c’è moto ondoso. La parte che da verso nord invece è molto ventosa e rocciosa. Come si può facilmente intuire dal colore dell’acqua, il mare sul lato che da verso nord è profondo. Scopriamo che l’istmo di sabbia è costituito da dune con della vegetazione particolare. Probabilmente si era tentato di fare un percorso guidato perché troviamo vecchi cartelli in legno e alcune passerelle che forse volevano tracciare il sentiero guidato.
Lasciamo Elafonisi verso le 19.30, dobbiamo rientrare per fare un po’ di approvvigionamenti di acqua, frutta e biscotti per l’escursione alle Gole di Samaria! Fatta un po’ di spesa torniamo in albergo, segue nuotata in piscina e preparativi per la cena.
C’è vento forte questa sera e decidiamo di mangiare in un ristorante un po’ riparato, il Lefka alle porte di Kolimbari. Questa sera ceniamo con insalata greca, fritto di sardine e accompagnamo il tutto con la retsina (ma il ristoratore ci porta anche il vino della casa, conosce i suoi polli, dice “assaggiatelo e se non vi piace bevete quest’altro). Mangiamo e scoliamo entrambi i vini (spendiamo circa 21 Euro).
Mercoledì 4 Agosto – Gole di Samaria, Agia Roumeli, Loutro, Chora Sfakion.
Ci alziamo presto, circa alle 6.30, per arrivare alla stazione degli autobus di Chania intorno alle 7.30 (abbiamo impiegato 30 minuti per arrivare da Kolimbari a Chania e altri 30 per orientarci in città, trovare la stazione degli autobus e quindi il parcheggio per l’auto). Alla biglietteria chiediamo 2 biglietti fino ad Omalos e il ritorno a Chania passando da Chora Sfakion (totale 10,20 Euro a testa).
Gli autobus sono frequenti, pare ne parta uno ogni 15 minuti, ma anche prima se viene riempito.
L’autobus è confortevole, con aria condizionata. Impieghiamo circa 1 ora per raggiungere Omalos, attraversando una zona impervi. La strada è piena di tornanti ed è piuttosto stretta per far passare 2 autobus. L’ingresso alle Gole di Samaria costa 5 Euro (attenzione: il biglietto deve essere riconsegnato alla fine delle gole). Iniziamo la nostra discesa verso le 9.00. Indossiamo scarponcini da montagna e indumenti leggeri. Abbiamo con noi uno zainetto con acqua, frutta e biscotti.
Insieme a noi si muovono carovane di persone. Purtroppo questa sarà l’aspetto meno piacevole della gita. Non riusciremo a goderci il silenzio delle gole e tanto meno a percorrere tratti di sentiero in solitudine. Parliamo del percorso. Sono in tutto 18km di discesa. I primi km sono i più panoramici. Dall’alto si dovrebbe vedere l’imboccatura delle gole. In realtà non le vediamo perché alle 9.00 la gola è in contro luce da Omalos. Dopo i primi 4 km la discesa si fa più dolce perché si raggiunge il letto del torrente. Verso il km 6 si arriva ad una distesa di quelli che io sin da piccola chiamo omini di pietra, ovvero pietre sovrapposte per indicare il sentiero. Qui invece i turisti si sono divertiti a riempire l’intera gretto del fiume con questi piccoli cumoli di pietre. Ce ne saranno stati più di 1000. Incredibile! Ma quante persone passano di qua????!!!! Il torrente non accompagna tutto il percorso. Appare e scompare in questa stagione. Comunque gli attraversamenti sono facili e sono stati messe passerelle di legno per rendere l’attraversamento ancora più agevole.
Lungo il percorso ogni 3 km ci sono aree di sosta con servizi igienici (poco igienici), acqua e cestini dell’immondizia. La più grande area di sosta è intorno al 7 km al villaggio di Samaria, che non ci fermiamo a vedere perché è visibilmente affollato.
Circa al 9/10 km si arriva all’imboccatura della parte più stretta della gola e per circa 5 km si percorre il sentiero lungo il gretto del fiume tra due pareti di roccia che probabilmente sono più profonde di 500 metri. Difficile rendersene conto quando si guarda verso l’alto! Verso il14km cominciamo ad incontrare gruppi di persone che hanno scelto di risalire le gole (probabilmente risalgono un breve tratto e poi tornano indietro, un’opzione molto intelligente posso asserire a posteriori). Sono comunque poche persone, non più di una 50ina in tutto che incontriamo che salgano.
Dopo 14km di discesa mi cominciano a fare male le punte della dita dei piedi. Un male che diventa quasi insopportabile all’uscita del parco. Ma i miei piedi sono sani. Lungo il percorso ho visto gente con storte, vesciche ai piedi … non posso immaginare come siano riuscite ad arrivare ad Agia Roumeli. Il consiglio è di usare scarpe da tennis che proteggano la caviglia ma meglio gli scarponi da montagna.
All’uscita delle gole ci sono quattro bar / ristoro che sventolano bibite e cibi rinfrescanti davanti all’affaticato escursionista. In effetti è ora di pranzo ma noi vogliamo raggiungere il paese e proseguiamo per altri 2 km sotto il sole cocente. Finalmente arriviamo ad Agia Roumeli. Compriamo 2 bibite, i biglietti del traghetto per Chora Sfakion (4,60 Euro a testa) troviamo un po’ d’ombra, togliamo gli scarponi, mettiamo su il costume, ciabattina e ci tuffiamo in mare (finalmente) in attesa che si facciano le 15.45 , orario di partenza del traghetto (il traghetto successivo era alle 17.45 e poi nient’altro fino al giorno successivo).
Agia Roumeli abbonda di ristoranti, supermarket e bar. I turisti a mano a mano che arrivano si riversano dentro a questi luoghi che emanano il classico odore di fritto di pesce. Ma come si fa a mangiare così pesante a mezzogiorno e poi prima di salire su un traghetto …
Il traghetto parte puntuale e impiega circa un’ora per arrivare a Chora Sfakion, attraccando anche a Loutro, graziosissimo villaggio raggiungibile solo via mare.
Durante l’imbarco a Loutro assistiamo ad una scena veramente terribile: dal ponte più alto un ignoto turista vomita sulla testa delle persone che stanno risalendo la scala che porta sul ponte superiore. Orrore!!!! Passate le ore 17.00 arriviamo a Chora Sfakion e qui aspettiamo l’autobus per Chania al sole e insieme ad un folto numero di persone. In tutti noi c’era il timore di non riuscire a salire sul primo autobus e di dover attendere il successivo. E tutti erano visibilmente provati dei 18 km di gole per poter accettare di prolungare l’attesa. Fortunatamente dopo una mezz’ora sono arrivati 3 autobus che hanno riportato tutti a Chania. Non so che ore fossero quando sono salita sul bus né ricordo la strada che abbiamo percorso. I miei occhi si sono immediatamente chiusi e li ho riaperti a Chania che erano forse le sette di sera. La sera a Kolimbari abbiamo cenato in una pizzeria sul mare. Due fantastiche pizze greche con formaggi cretesi, olive nere e cipolla, più 3 birre medie il tutto a 15 Euro.
Giovedì 5 Agosto – Plakias , Frangokastello. Lasciamo Kolimbari verso le 10.30 non senza aver salutato il vecchio gestore e il turista greco che ci aveva fatto compagnia durante le nostre colazioni in veranda.
Prendiamo la New Road E75 fino all’altezza di Rethimno e seguiamo la strada che porta a Gallos e alla Necropoli di Armeni (fa caldo e proprio non sentiamo lo stimolo di andare a vedere i 4 sassi della necropoli anche se sulla guida leggiamo che alcune tombe sono ben conservate).
Proseguiamo in direzioni di Spili per una strada ampia e scorrevole che passa attraverso una zona collinare che si estende tra il massiccio delle Lefka Ori e le Oros Kedros. Lasciamo alle spalle Bale e svoltiamo a destra in direzione di Koxare. La strada si fa subito stretta e si sale fino alla suggestiva gola di Kourtaliotiko. Si raggiunge velocemente Asomatos da dove si prosegue per Lefkogia e quindi per Plakias.
Plakias si sviluppa su un piccolo e protetto golfo. Ha un’ampia spiaggia nella parte a est mentre a ovest è più ciottolosa. Dappertutto è possibile prendere ombrellone e 2 lettini al costo di 6 Euro.
È quasi mezzogiorno, giriamo un po’ alla ricerca di un alloggio e individuiamo uno studios quasi alla fine della strada del paese (verso est). Spuntiamo 30 Euro con aria condizionata. Lasciati i bagagli vogliamo subito goderci il mare ma arrivati in spiaggia l’acqua non ci soddisfa, è troppo torbida e allora decidiamo di andare a piedi nella parte ovest di Plakias per vedere se l’acqua lì era più limpida.
Raggiunta la spiaggia più ciottolosa sostiamo per un po’ sotto le piante per stemprare la temperatura corporea prima di gettarci in acqua. E qui abbiamo una brutta sorpresa: ci accorgiamo di essere invasi della formiche e, attenzione, una zecca camminava verso i nostri piedi. Leviamo le tende, compriamo un ombrellone e ce ne andiamo a visitare Frangokastello. Non ci avevamo pensato ma effettivamente le capre vengono portate a pascolare ovunque, anche in riva al mare ed è quindi probabile che vicino a sterpaglie e sotto gli alberi possa trovarsi qualche insetto e zecca. La strada che da Plakias porta a Frangokastello è ripida e stretta e passa attraverso villaggi sperduti costruiti sui fianchi scoscesi delle montagne. Qui certamente gli abitanti non vivono di turismo.
Con una guida prudente raggiungiamo Frangokastello per le 16.30 (meno di 1 ora di guida da Plakias).
La spiaggia è simpatica, guardando verso terra il castello di origine veneziana ha come sfondo le brulle Lefka Ori. Qui non siamo molto lontani da Chora Sfakion, a vedere la mappa stradale probabilmente siamo a meno di mezz’ora d’auto. Incontriamo una coppia di Roma che sta girando l’isola in senso inverso al nostro. Sono con una Smart diesel, piena zeppa … Ci danno qualche dritta sui luoghi da loro visitati (qualche consiglio su dove dormire a Kato Zagros) e ricambiamo con le indicazioni dei luoghi visitati da noi.
Sul tardi facciamo un bel castello di sabbia a guardia della spiaggia.
Plakias di sera è vivace. C’è varietà di ristoranti per tutte le tasche e per tutti gli appetiti. Abbiamo voglia di una bella insalata greca e 2 birre e un po’ di tranquillità. Troviamo un ristorante sul mare nella zona ovest. E’ evidente che non siamo dei grandi mangioni e quindi quasi inutile prendere noi come riferimento nella scelta dei ristoranti: spendiamo poco perché mangiamo poco e soprattutto cibi poco elaborati.
Venerdì 6 Agosto – Preveli beach, Monastero, Shinaria beach Per raggiungere Preveli si possono praticare 2 strade. Quella fatta da noi è più lunga in macchina ma più breve a piedi, si fa uno sterrato con un bel fondo, strada che si prende a circa 1 km dall’inizio della via che porta al monastero di Preveli, svoltando a sinistra (prestate attenzione alle indicazioni sulla sinistra).
L’altra strada parte sotto il monastero di Preveli e dicono che sia molto più faticosa e che ci sia da pagare il parcheggio.
Arriviamo agevolmente a Preveli beach da est, verso le ore 10.00. Ci sono ancora poche persone ed è facile decidere dove piantare il nostro ombrellone. Come in tutte le spiagge più frequentate anche qui c’è la possibilità di affittare ombrellone e sdraio, ristorasi e alloggiare (da dove siamo arrivati noi c’era un “rent rooms”).
Visitiamo il palmeto camminando lungo la sponda del placido fiume dalle acque cristalline (si può andare anche con il pedalò ma si risale circa 100 – 150 metri). Scopriamo che ci sono diverse persone che hanno campeggiato tra le palme.
Fare il bagno in mare è particolare e fa uno strano effetto. L’acqua ha un aspetto oleoso perché si mescola l’acqua dolce del fiume con l’acqua salata del mare. L’acqua dolce poi è notevolmente più fredda e quindi nuotando si avvertono repentini sbalzi di temperatura.
Ondate di persone continuano ad arrivare da est da ovest e dal mare con piccoli traghetti. Non resistiamo più di 3 ore e decidiamo di fare una capatina al monastero di Preveli.
L’ingresso costa circa 2 Euro. Vale la pena visitare il monastero per il suo piccolo museo e la chiesa ortodossa. Soprattutto le chiese ortodosse ci hanno molto incuriosito per l’assenza di un altare e le panche per i fedeli … Poi abbiamo capito che si assiste alla messa da fuori (ci sono gli altoparlanti).
Nel pomeriggio ci rechiamo a Shinaria, si torna verso Lefkogia e si presta attenzione alle indicazioni che appaiono passato il paese sulla sinistra. La spiaggia è bella, poco frequentata, abbastanza riparata dal vento perché si trova proprio in una stretta insenatura. Il fondale è roccioso.
Nuotiamo, prendiamo il sole e facciamo un bel castello di sabbia anche qui.
Sabato 7 Agosto – Matala, Red Beach.
Ripercorriamo a ritroso la strada dell’andata fino a Koxaré e poi riprendiamo la strada in direzioni di Spili. La strada è in ottime condizioni e il percorso è in una zona abbastanza pianeggiante. Raggiungiamo Matala nella prima mattinata e, come di consueto, cerchiamo un posto dove lasciare i bagagli e trascorrere la notte. Dato che Matala si presenta come un unico agglomerato decidiamo di spingerci nella locanda più a sud del villaggio (lì dove inizia il sentiero per la Red Beach). Ho infatti l’impressione, rivelatasi corretta, che ci siano molti disco pub che potrebbero disturbare il sonno. La gerente non si esprime in inglese né in altra lingua e ci fa intuire che il costo è di 30 Euro con aria condizionata. Più tardi scopriamo che l’aria condizionata costerebbe altri 7 Euro. In più in camera c’è scritto che la colazione viene servita fino alle 10.30 cosa che ci fa pensare che la colazione sia inclusa. Insomma questo fraintendimento di costi ci fa innervosire e quindi restiamo 1 sola notte a Matala anzicchè 2 notti. Avevamo programmato di visitare Festo e Agia Triada e così le abbiamo saltate.
Sistemati i bagagli visitiamo il piccolo centro, molto più piccolo di Plakias, e la sua scenografica spiaggia. Il villaggio è un susseguirsi di negozi di souvenir, ristoranti, taverne, bar e disco pub.
La spiaggia sarebbe carina tolte le flotte di persone che continuano a riversarsi dai siti archeologici, l’odore di frittura che arriva dei ristoranti e l’acqua non troppo limpida. Allora ci spingiamo verso la più tranquilla Red Beach che si raggiunge da un sentiero che parte dalla parte sud del villaggio. È bene indossare scarpe da tennis per affrontare la ripida salita e la discesa per raggiungere la spiaggia.
Rimaniamo qui fino al tramonto. Matala infatti è orientata verso est e il sole cala nel mare fino all’ultimo spicchio. L’ultimo raggio cade sul castello di sabbia rossa costruito anche su questa spiaggia. Ceniamo tardi. Ci lasciamo incuriosire per la prima volta dai prodotti locali e dai souvenir. Voglio capire cosa propongono ai turisti: olio extra vergine, olive normali e ripiene, miele, noci e miele, super alcolici. Cose senz’altro buone ma poco pratiche da portare in giro. Verso le 22.00 ci decidiamo a sederci per mangiare la nostra ennesima insalata greca. Cosa possiamo farci… A noi piace poco la carne e i fritti! Però questa volta prendiamo anche il dessert di yougurt e miele: eccezionale.
Domenica 8 Agosto – Pianura di Messarà, Mirtos, Ieràpetra, Ferma.
Da Matala a Ieràpetra ci saranno circa 80km. La strada è bella, attraversa la grande pianura di Messarà, una interminabile distesa di uliveti e di cicale! Da Matala si seguono le indicazioni per Mìres, quindi a destra verso Agii Deka e qui attenzione al bivio: a sinistra si va verso Iraklio mentre piegando verso destra si seguono le indicazioni per Pirgos, Mesochorio, Demati e Màrtha, dove finisce la pianura e la strada comincia ad inerpicarsi su una comoda strada di montagna. Il percorso in montagna è breve e gradevole, pochi chilometri e arriviamo a Mirtos. Ci fermiamo a dare un’occhiata alla spiaggia e al paese. Cerchiamo di capire se vale la pena fermarci qui. La costa non ci esalta, pare di essere in Liguria, spiaggia stretta e affollata. Il paesino di Mirtos ha viuzze strette, rent rooms in abbondanza e … decidiamo di andare avanti. La costa qui diventa pianeggiante e sabbiosa. Le spiagge abbondano e non ci sono molti bagnanti. Notiamo che ci sono grandi villaggi per il turismo organizzato. Fino ad ora non ne avevamo ancora visti.
Superiamo Ieràpetra e pochi chilometri dopo incontriamo Ferma. Ci lasciamo guidare dalle indicazioni Studios Paradise, sulla sinistra. Il posto è immerso negli uliveti. È fresco e bellissimo. Chiediamo se hanno rooms ma la gerente parla solo tedesco. No rooms, apartaments. Ci mostra l’alloggio. E’ curatissimo, ha una bella terrazza con una fioritissima bouganville. Ci chiede 35 Euro e noi accettiamo.
Abbiamo notato che i gestori non praticano mai i prezzi dichiarati. In questo caso il prezzo doveva essere 50 Euro a notte invece di 35. Così in tutti i posti in cui abbiamo pernottato. Ovviamente nessuno ci ha fatto la ricevuta e conservavano il documento di identità fino al pagamento, che non poteva mai essere con carta di credito ma solo in contatti.
Effettivamente non abbiamo mai pagato con carta di credito tranne l’auto. Il tipo del noleggio ci aveva provato a farci pagare in contanti, subito alla consegna. Ci siamo svicolati dicendo che non avevamo contanti sufficienti (280 Euro) anche se ovviamente non era vero. Ci rifocilliamo con un po’ di frutta e barrette di sesamo e miele, acqua e sonnecchiamo al fresco della bouganville. Poi scendiamo in spiaggia, ma nell’acqua galleggiano alghe e c’è della schiuma. Sarà pulita? Saranno scarichi? Mah i bambini sguazzano in mare felici per ore. I genitori sono immersi nelle letture da spiaggia e noi … Con il nostro materassino andiamo alla scoperta di questa costa ricca di vegetazione come non avevamo visto prima.
Alla sera ci fermiamo al supermercato e compriamo spaghetti, pomodorini e tonno. Le nostre intenzioni: prenderci una pausa dalla cucina greca.
Lunedì 9 Agosto – Isola di Chrisì La mattina alle 8.30 percorriamo i circa 20 km che separano Ferma da Ieràpetra. Lasciamo l’auto in una strada nei pressi della stazione di polizia e dato che è abbastanza presto, facciamo due passi sul lungomare in direzione del porto. Sappiamo che i traghetti partono verso le 10.00 e siamo già stati informati dalla coppia romana incontrata a FrangoKàstello che il biglietto si fa direttamente sul traghetto e costa 20 Euro a persona.
Ci imbarchiamo alle 9.30 convinti dal marinaio sul molo che il traghetto era in partenza. In realtà come immaginavamo, parte alle 10.30. Beh intanto ci siamo seduti e piano piano il traghetto si riempie. Siamo tutti italiani, come mai questa coincidenza? Ci mettiamo a parlare con una giovane coppia di Lecco che ci dice di alloggiare in un villaggio che ospita circa altri 300 italiani. Non ricordano il nome della località dove si trovano (gli faccio vedere la mappa e mi indicano un posto tra Ferma e Koutsounàri). A loro questa gita l’agenzia del villaggio l’ha fatta pagare 36 Euro a persona! Però sono soddisfatti della loro sistemazione, la cucina internazionale, l’animazione e i servizi del villaggio… Più tardi si siede a fianco a noi un’altra coppia, di Brescia, Massimo e Paola, che come noi stanno girando l’isola, ma solo in 7gg!! La traversata è breve. In un’oretta si attracca ad Chrisì. Che bellezza! La spiaggia a destra del traghetto è molto bella. Noi seguiamo le indicazioni per la Golden Beach, che si raggiunge attraversando in 5 minuti l’isola. Lo specchio d’acqua è incantevole. La classica spiaggia caraibica: sabbia bianchissima, acqua i cui colori degradano dal trasparente all’azzurro tenue fino ad arrivare al blu del mare più profondo.
Abbiamo fatto anche un giro dell’isola arrivano anche sul punto più alto (26 metri sul livello del mare) e girato sul lato a nord dove ho trovato cumuli di conchiglie perfettamente integre. Ne ho tirati su tre manciate … Non ho resisto! Sull’isola di Chrisì non c’è nient’altro da fare che nuotare in questo mare stupendo e cuocersi al sole (proteggendosi con le creme solari, c’è vento e l’aria è limpida, abbiamo visto gente scottatissima).
Piccolo neo della giornata è che dobbiamo lasciare l’isola con il traghetto delle 16.30. Ma come è già arrivata l’ora?!!! Che disdetta proprio quando inizia la parte migliore del giorno. Non è possibile sgarrare. All’imbarco i colori dei biglietti indicano su quale traghetto si deve fare ritorno. Chi si imbarca alle 10.30 rientra con il traghetto delle 16.30.
Pazienza ci faremo un giro a Ieràpetra… Che però è deserta di lunedì. I negozi sono tutti chiusi. Ci sono soli pochi bar aperti sul lungomare.
Rientriamo e dedichiamo il resto del pomeriggio all’ozio e alla preparazione della cena. Martedì 10 Agosto – Palékastro, Kato Zakros, Vai Beach.
Ci saremmo trattenuti altri giorni in questo incantevole appartamento ma la nostra missione non era ancora terminata. Lasciamo Ferma verso le 9.00 di mattina con obbiettivo Kato Zakros, passando per la strada che porta a Makrigialos e poi taglia a nord verso Sitìa. Questa strada è tortuosa e in alcuni punti panoramica. Passa in una valle ampia tra due gruppi di montagne, a sinistra le Lassìthi e a destra l’altopiano di Chandràs. Il paesaggio è rurale, uliveti e pecore.
Giunti a Sitìa troviamo un po’ di traffico cittadino, un mercato rionale molto simile a quelli italiani e l’impressione quasi di essere in una piccola cittadina della Liguria. Proseguiamo verso est lungo la costa, in alcuni punti molto frastagliata. Passiamo un orribile scempio edilizio sulla sinistra, un enorme complesso edilizio che raggrupperà forse un centinaio di villette costruite in cento stili architettonici. Il prodotto di una mente malata! La strada comincia a salire, passiamo il bivio per Moni Toplou e Vai, passiamo quindi a Palékastro (una 15km dopo il bivio) e ci inerpichiamo per la tortuosissima strada che attraverso un paesaggio aspro porta a Zàkros (circa 30 Km da Palekàstro). Zàkros è il classico villaggio rurale, due strade e una piazza, un bel panorama … Per raggiungere Kato Zakros la strada scende a tratti ripida, soprattutto in prossimità del villaggio. Kato Zakros si trova in un piccolo golfo. Sul lato nord ha una scogliera alta mentre a sud sembra che ci sia una spiaggia accessibile. Lo sviluppo urbano si limita al lungomare, non più di 300 metri di abitato e uno sterrato che porta verso l’interno e al sito archeologico. Cercare da dormire qui è stata impresa ardua e infruttuosa.
Abbiamo chiesto ovunque ma le strutture sono poche e la richiesta alta. A dire il vero qualcosa c’era rimasto ma erano stanze con il bagno fuori e, come nel caso di Alex rooms (più volte indicato lungo la strada) addirittura mancavano le finestre … A un certo punto abbandoniamo l’idea di sostare in zona, niente passeggiata nella Valle dei Morti.
Torniamo indietro a Palekàstro e ci fermiamo a chiedere in un anonimo hotel lungo la strada in città. Troviamo una stanza a 21 Euro (Haus Margot), la prendiamo subito anche se non è un gran ché.
Finalmente liberi dal pensiero di dove dormire andiamo a visitare il palmeto di Vai passando dalla strada a nord est di Palekàstro. Notiamo subito che lungo la strada ci sono diversi rent rooms e studios. Chissà se avessimo provato qui … La zona pareva anche più tranquilla. La strada per Vai è bella e ben indicata. Per arrivare alla spiaggia si svolta a destra in una piccola valle piena zeppa di palme. La zona però è recintata per cui non resta che seguire la strada e parcheggiare l’auto, gratuitamente lungo la strada oppure a pagamento (3,50 Euro) al parcheggio. Scegliamo la soluzione più economica.
La spiaggia di Vai ci si presenta affollatissima, attrezzata di tutto, ombrelloni in paglia, passerella in legno, motoscafo per sport acquatici, toilette, bar … Un gran casino. L’attraversiamo tutta e andiamo verso sinistra dove ci pareva meno caotica.
Il vento è molto teso e non si riesce ad aprire l’ombrellone. Diamo una gonfiata al nostro materassino e ci immergiamo nelle fresche acque cristalline. Il giudizio è che non ci piace: ci sono troppi rumori, il motoscafo, le moto d’acqua, la folla che schiamazza. Ci eravamo abituai troppo bene. Ciò che ci ha stupito è che la folla era concentrata tutta lì mentre nella spiaggia a sud oltre la scogliera c’erano 2 ombrelloni su un’ampia superficie. Più tardi facciamo un salto alla spiaggia di Kouromenos. Ciottolosa, molto tranquilla e inserita stretta tra due scogliere. Forse valeva la pena trascorrere qui il pomeriggio. A posteriori consiglierei di visitare Vai sul tardi, giusto per vedere il palmeto.
Rientriamo a Palekàstro per cenare, i ristoranti sono tutti nella piccola piazza e i locali offrono più o meno lo stesso menù.
Mercoledì 11 Agosto – Eloùnda, Spinalònga.
Ci alziamo di buona lena convinti a lasciare l’hotel immediatamente: troppo calda quella stanza nonostante il vento forte fuori qui non entrava un filo d’aria.
Oggi la nostra meta non è precisa. Ci fermeremo dove ci porta l’istinto.
Riprendiamo la strada per Sitìa e da qui la E75 che attraverso una strada tortuosa porta nuovamente sulla costa che si apre sul Golfo di Mirabello.
Già all’inizio della strada costiera sul golfo la densità abitativa aumenta, così come il numero dei grand hotel e villaggi. Il mare qui sembra essere molto bello ma le spiagge hanno limitati spazi.
Ci sono delle piccole insenature che offrono dei colori spettacolari. Non ci fermiamo perché, appunto, ci sembra troppo affollato.
Oltrepassiamo Agios Nicolaos e seguiamo le indicazioni per Elounda. Qui la strada sale lungo la scogliera e offre un panorama veramente bello. Notiamo due alberghi con il cartello rent rooms. Proviamo a chiedere al SunLight e abbiamo una piacevole sorpresa: 30 Euro a stanza, colazione, aria condizionata e uso piscina incluso. Ci piace e ci fermeremo qui per i prossimi 4 giorni.
Ci rechiamo ad Elounda verso le 13.00, parcheggiata l’auto facciamo due passi sul Lungomare.
Elounda ha una piccola spiaggia attrezzata e in quanto piccola molto affollata.
Mentre passeggiamo notiamo che c’è un materassino che, trascinato dal vento e dalla corrente del mare, sta raggiungendo, 1 km più avanti, l’istmo di terra che collega Elounda a Spinalonga. Lungo la strada c’è un bambino che corre a piedi nudi che tenacemente segue la rotta del materassino.
Vogliamo conoscere la fine della storia e controllare che il bambino non faccia cavolate buttandosi in acqua quando il materassino è ancora troppo a largo.
Passiamo davanti ad una serie di ristoranti caratteristici sul mare, poi un’altra piccola spiaggia attrezzata e infine arriviamo a fiancheggiare il sito archeologico di Olous, che sta pian piano sprofondando. Il bambino continua a inseguire il materassino da terra … Il vento è talmente forte davanti ad Elounda che potrei tranquillamente asserire che il materassino ha percorso circa 1 km in meno di 10 minuti. Finalmente il vento lo sospinge sulla lingua di terra che collega il villaggio a Spinalonga. Il bimbo si tuffa in acqua, nuota e afferra il suo materassino. La storia termina con il nostro applauso.
Ci troviamo così a Spinalonga e, a questo punto ci incamminiamo alla spiaggia di Kolokithia.
La strada è un ampio sterrato, fiancheggia il mare che è bello e facilmente raggiungibile. Impieghiamo circa 15 minuti a piedi per arrivare a Kolokithia, piccola piaggia di sabbia chiara a ridosso di una terrazza coltivati ad ulivi. Bello veramente. Tanto bello che questo posto è purtroppo meta dei traghetti che fanno il giro a Spinalonga.
Riusciamo comunque a goderci il mare e poi ci inventiamo una passeggiata. Notiamo in lontananza una piccola chiesetta e troviamo facilmente il sentiero che parte dal parcheggio e, restando sempre vicino la costa, permette di raggiungere la chiesa in circa 40 minuti (in mezzo a cespugli pungenti).
Qui non c’è veramente nessuno! Ci si gode il silenzio, il mare e questa particolare vegetazione.
Rientrati in albergo vogliamo tornare a Elounda per la cena. La scelta è vastissima ma i prezzi sono molto più alti. In effetti il turismo di questa zona proviene dalla Gran Bretagna e i ristoratori hanno adattato i listini al portafoglio del turista. Giovedì 12 Agosto – Altopiano di Lassithi, Grotta di Zeus (Diktèo Atro), Agios Nicolaus.
Da Agios Nicolaus prendiamo la old road e tagliamo verso le montagne seguendo le indicazioni per Zenia, Amigdali, Lassithi. Questa strada ci evita di arrivare fino a Neapolis per imboccare la strada per l’altopiano e impieghiamo poco meno di un’ora.
Si procede su uno stradone di montagna con molti lavori in corso. Più si sale più la vegetazione si fa ricca. Vediamo molti alberi da frutta, noci e tantissimi castagni. Il traffico è esiguo, siamo solo noi … e ogni volta che passiamo davanti a venditori di miele e prodotti locali questi ci gridano qualcosa e con le mani porgono la loro merce. Finalmente arriviamo sull’altopiano, che ha una forma circolare (vuoi vedere che era il cono di un vulcano?), coltivatissimo e pieno zeppo di mulini a vento che servono a pompare l’acqua.
La strada per la Grotta di Zeus è breve. Parcheggiamo l’auto nel parcheggio come consigliato dalla guide (pare che si divertano a fare multe a coloro che per risparmiare 2 euro lasciano la macchina lungo la strada in divieto di sosta).
L’ingresso della Grotta dista a 15 minuti di salita dal parcheggio ma si può scegliere di prendere un mulo di andata e ritorno per la modica cifra di 20 Euro. Camminare gente! Il sentiero è levigatissimo e alla salita si aggiunge la fatica del sasso scivoloso. Le scarpe chiuse che bella invenzione.
Entrare alla grotta costa 3 Euro a testa. Siamo venuti fin qua seguendo il mito della nascita di Zeus ma siamo rimasti un po’ delusi. Non siamo riusciti a sentire il mito per cui è stata una visita un po’ deludente.
La grotta è attrezzata e si scende seguendo una comoda scalinata. Ha delle belle stalattiti e stalagmiti ma niente di eccezionale.
Altre particolarità di Lassithi sono i villaggi che si trovano lungo la strada, che espongono molti oggetti e cibi del luogo, i mulini che sono dappertutto e via si può tornare al mare.
Nel tardo pomeriggio facciamo una visita di Agios Nicolaous, assolutamente diversa da tutte le precedenti città fin’ora incontrate. Musica, locali ma anche un panorama eccezionalmente bello, la città è davvero la perla del golfo di Mirabello. In alcuni momenti mi sembra di essere a San Francisco con queste ripide salite e il mare là sullo sfondo.
La sera mangiamo in un tipico ristorantino nelle vie interne, con una veranda ricca di vegetazione(Taverna Oayas) che ha però dei tempi interminabili nel servire. Venerdì 13 Agosto – Iraklio, visita ai musei e alle bellezze artistiche sopravvissute Come potevamo lasciare Creta senza aver visitato il Museo Archeologico e aver girato per le strade del suo capoluogo? E così venerdì abbiamo deciso per questa visita culturale. Da Agios Nicolaus a Iraklio ci sono 70 Km di new road. Naturalmente non capiamo quale uscita prendere e finiamo nella zona ovest della città. Cerchiamo quindi di raggiungere il lungo mare per ritrovare la direzione. Consigliati dalla guida della Dumont lasciamo l’auto al parcheggio a pagamento che si trova nei pressi del Museo Archeologico (3 Euro tutta la giornata).
Giunti all’ingresso del Museo scopriamo che, dato che il 13 Agosto era il giorno di inaugurazione delle Olimpiadi di Atene, non si pagava (6 Euro l’ingresso risparmiato). L’aspetto negativo era la pesante affluenza di visitatori.
Il Museo presenta dei pezzi molto interessanti ma, nessun riferimento al mito del Re Minosse, né negli affreschi né nelle statuette, il che mi fa pensare che l’archeologo Evans abbia messo molto di suo nell’interpretazione dei reperti ritrovati.
Molto interessante è stata la visita al Museo della Storia di Creta (3 Euro). Al piano terra c’è una interessantissima descrizione dei periodi storici e degli influssi culturali: dal periodo della presunta civiltà minoica all’arrivo dei Greci ellenici, dalla dominazione dell’impero romano alla disgregazione dell’impero e alla dominazione ottomana, le crociate e quindi la dominazione veneziana e di nuovo quella ottomana con le varie guerre di indipendenze cretesi.
Un’isola quindi che ha subito varie dominazioni e che hanno lasciato il segno nelle città più importati. Iraklio ha una immagine decadente ma pur sempre affascinante, vale la pena camminare per le sue stradine, entrare nelle chiese ortodosse e studiare le diversità dalle nostre … Sabato 14 Agosto – Lato, Krista, Panaria i Kéra, relax in piscina Il sabato prima della partenza doveva essere dedicato allo shopping nel villaggio di Krista e ad alcune visite minori.
La mattina partiamo alla volta di Krista il villaggio dove secondo la nostra guida dovremmo fare buoni acquisti di artigianato locale. Io desideravo comprare dei tappeti e quindi … Krista è facilmente raggiungibile prendendo la strada che si spinge verso sud di Agios Nicolaus, verso le montagne.
Lungo la strada vale la pena di fare due deviazioni: la prima alla piccola chiesa di Panaria i Kèra, dove è possibile ammirare degli affreschi d’età bizantina (sono in gran parte rifatti) e il sito archeologico di Lato, molto panoramico e con molte piante di mandorle proprio all’interno del sito (non mi sono astenuta dalla raccolta).
Krista,per quanto riguarda i tappeti, è stata una delusione. Tutti i negozi proponevano tutte le stesse geometrie e la trama lasciava al quanto desiderare (il costo era comunque basso dai 5 ai 15 Euro).
Pizzi e ricami erano invece molto simili a quelli sardi o ai veneziani. Il pomeriggio lo passiamo in piscina e sotto il sole. La partenza è ormai prossima.
Domenica 15 Agosto – Partenza Iraklio, Atene, Orio al Serio Ripercorriamo la new road da Agios Nicolaus per Iraklio e seguiamo indicazioni per l’uscita dell’aeroporto. Come da istruzioni del noleggiatore lasciamo la macchina davanti all’aeroporto, chiusa ma con le chiavi nascoste sotto il tappetino … Check in e imbarco si svolgono regolarmente. Partiamo puntuali alle 13.20 e con qualche minuto di ritardo arriviamo ad Atene dove dobbiamo rifare il check in con la Luxair in pochi minuti ( a Iraklio ci hanno fatto il solo check in per il biglietto della Olympic Airways, stessa cosa è avvenuta all’andata da Orio al Serio).
Tutto si svolge per il meglio … The End.