Romania meravigliosa: fra Transilvania e monasteri
8 agosto (Italia – Siófok)
Si parte. Destinazione intermedia Siófok, Lago Balaton. Ci alziamo all’alba e dopo una frugale colazione partiamo. Sono emozionatissimo perché sono ben quattro anni che sognavo di andare in Romania e finalmente, dopo averci creduto fino in fondo, ecco che di colpo si è concretizzata la possibilità per il mio sogno di realizzarsi.
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Il viaggio fila tutto liscio fino all’arrivo in Slovenia quando buchiamo. Contavamo di arrivare alla Rimini ungherese per il primo pomeriggio e invece no, per sistemare la ruota perdiamo ore ed ore. Dopo aver sistemato l’inconveniente ripartiamo e viaggiamo ammirando il paesaggio sloveno bello e incontaminato. Arriviamo piano piano al confine ungherese e notiamo con stupore che l’autostrada diviene ad una sola corsia per senso di marcia. Ci accorgiamo inoltre che sulla strada siamo praticamente solo noi e auto targate Romania. Dopo un paio d’orette in cui qua e là si intravede il lago Balaton vediamo il cartello dell’uscita di Siófok. 8 ore di viaggio ci hanno portato in questa bella cittadina sulle sponde di un lago che pare un mare. Pernottiamo in un ostello che ahimè, lascia molto a desiderare nonostante le foto su Internet promettessero comodità, modernità e quant’altro. Tra l’entusiasmo di essere in un nuovo paese, che da anni mi incuriosiva e di cui pensavo “chissà se un giorno ci andrò” e un po’ di ansia nel vedere un’architettura e un ambiente che non era poi così diverso da quello sovietico visto nelle foto dei libri di storia al liceo, andiamo a dormire.
9 agosto (Siófok – Timişoara)
Ci siamo. Non mi sembra vero, ma devo rendermi conto – una volta ogni tanto – che la realtà è esattamente quella che vorrei che fosse: dì lì a poche ore sarò in Romania, il paese dei miei sogni. Più di 3 ore di viaggio e spiacevolissime code nei pressi di Budapest ci conducono attraverso la puszta fin verso il confine orientale del Paese: dovevamo entrare nel Paese vicino ad Arad, ma dei lavori sull’autostrada ci costringono a uscire prima e ci preparano a un ingresso del tutto particolare: il paese di Nadlac. Raggiungerlo non è stato facile perché la deviazione – contorta – passava su strade dissestate e secondarie. Nei pressi della dogana io e mio papà scendiamo dalla macchina e andiamo a comprare la nota “Rovinieta”, il bollino che ci permette di viaggiare sulle strade nazionali del Paese. Sono emozionato: le prime parole che posso scambiare in rumeno con una signora rumena doc! La strada che da Nadlac conduce verso Timişoara è assai trafficata: ma poco dopo scopriamo che il motivo di tutto quel traffico, di quella coda, altro non era che un incidente stradale. Il primo di una lunga fila che avremo modo di vedere nel Paese. Sì, perché purtroppo appureremo che molti rumeni hanno guida alquanto spericolato e si azzardano in sorpassi infiniti rischiando più volte la pelle nel giro di poche ore. Senz’altro non lasciano santi e angeli custodi in disoccupazione! Verso sera arriviamo a Timişoara, la prima città di cui anni fa mi infatuai. Ero lì, e non mi sembrava vero. Ammetto che questo primo giorno mi aveva anche spaesato e quasi spaventato, perché pur sapendo bene che la Romania è ancora arretrata in fatto di infrastrutture (e non solo, purtroppo), volevo comunque credere che l’ambiente non sarebbe stato diverso da quello italiano, mentre invece le differenze c’erano eccome: donnette al fianco della strada che vendevano angurie, edifici fatiscenti e bambini rom che elemosinavano (con lo stupore nel vedere cartelli che proibivano di dare loro soldi!). Ma con l’arrivo in hotel, una bella doccia, una piacevole visita della città (a parte la scoperta che la celeberrima Piaţa Unirii era in fase di ristrutturazione!), un gelato e una manifestazione folkloristica catalana le cose hanno iniziato presto a cambiare.
10 agosto (Timişoara – Sibiu)
Dopo una gustosa colazione con marmellata di prugne del posto, partiamo. Lasciamo il centro e ci avviamo verso l’autostrada che ci porterà sempre più verso la famosa Transilvania. È domenica e il traffico è assente: tra l’altro ci colpisce l’enorme differenza tra le autostrade (ancora pochissime) pulite e luccicanti e le strade statali spesso trasandate. Sicuramente le prime erano perfette perché recenti, però un po’ di amarezza nel pensare a come sono spesso conciate da noi era inevitabile. Intorno a mezzogiorno giungiamo presso Hunedoara, dove visitiamo il vicino Castelul Corvinilor: affascinante! Riprendiamo poi il viaggio e nel tardo pomeriggio, dopo una breve capatina nel piccolo villaggio di Sibiel, giungiamo nella capitale culturale rumena: Sibiu. Una piccola spesa al Lidl locale e ci dirigiamo poi al nostro albergo, dove si stava tenendo un banchetto matrimoniale. Ci sistemiamo, riposiamo brevemente e poi visitiamo a piedi il centro storico. La città è forse la più bella del Paese: è una delle cosiddette città sassoni e vanta numerose chiese e palazzi dai colori e dall’architettura molto ammirevole. Ceniamo con una buonissima pizza (per me ai funghi della Transilvania) e sfoggiando il mio rumeno attiro la compiacenza dei camerieri. Dopo un altro gelato torniamo all’albergo per il meritato riposo.
11 agosto (Sibiu – Braşov)
Il nuovo giorno ci porta sempre più a est, stavolta per raggiungere Braşov, una delle città più grandi del Paese. Prima di arrivarci prendiamo una deviazione per prendere la celeberrima Transfăgărăşan, una strada ripida e tortuosa che ci porta oltre i 2000m d’altitudine, tra tornanti pericolosi e paesaggi che danno sull’altopiano transilvano. Arrivati in cima, al confine con il judetul (distretto) di Argeş, ci troviamo di fronte un ampio parcheggio per turisti e un’immensità di bancarelle lungo la strada dove si vendono prodotti tipici e oggetti turistici. C’è anche un piccolo bar che s’affaccia sul laghetto di Bâlea. Con una breve camminata perlustriamo le rive di quest’ultimo e scattiamo un po’ di foto, poi mangiamo la nostra mămăligă cu brânză, polenta ripiena di formaggio e avvolta in carta d’alluminio. Ridiscendiamo la strada dell’andata e procediamo nel viaggio in pianura, passando per Făgăraş (carina la cittadella), fino ad arrivare a Braşov: una sosta in un ipermercato e poi l’arrivo in albergo dove sistemiamo i bagagli. Dedichiamo tutto il tardo pomeriggio e la sera alla visita della città (fantastica!), se non fosse che l’attrazione principale, ovvero la Chiesa Nera, è chiusa al lunedì. Peccato! Ceniamo in un ristorante a buon prezzo (in realtà il cambio per noi italiani è talmente conveniente che la convenienza c’è ovunque) e poi andiamo a dormire.
12 agosto (Braşov – Sighişoara)
Dopo una veloce fortezza partiamo alla volta del castello di Bran, il famoso castello di Dracula. L’ambiente è strapieno di turisti e la cosa non ci stupisce: è forse l’attrazione principale di tutto il Paese! Dopo una visita degli interni e molte foto ripartiamo alla volta di Sinaia per vedere il castello di Peleş, usato da Ceauşescu come dimora estiva e luogo di incontro con i leader politici internazionali. I cartelli al lato del sentiero che ci conduce al castello ci avvisano che potremmo imbatterci in un orso: che emozione! Ma a parte uno scoiattolo non incontriamo animali e ci limitiamo a una visita del giardino esterno al palazzo e delle numerose bancarelle nei suoi pressi. A mio parere Peleş è molto più bello di Bran! Tornati alla macchina riprendiamo il nostro viaggio passando tra graziosi paesini di montagna per poi imboccare la strada che ci porterà a Sighişoara. Passiamo una zona di campagna molto suggestiva, ma dobbiamo presto fare i conti con una lunga coda. Eppure stava filando tutto liscio! Ci aspetta mezz’ora di sosta sulla strada. In Romania quando c’è coda si scende dalla macchina e si parla con gli automobilisti vicini, si fanno quattro passi per sgranchirsi le gambe, qualcuno va a fare i propri bisogni in un campo di grano (o luppolo). Tutti sanno il motivo dell’ingorgo: qualcuno che voleva andare veloce (in realtà un po’ tutti qua vanno oltre il limite) se l’è vista brutta andando a schiantarsi. Una manciata di minuti dopo ne abbiamo la conferma. Arriviamo nella città vecchia di Sighişoara, dove il nostro hotel ci aspetta in pieno centro. Ma che casino che c’è! Scopriamo presto che il centro è momentaneamente chiuso alle macchine perché si sta girando la scena di un film americano. Ma pensa te, proprio oggi! Cena nel ristorante dell’albergo con un ottimo gelato come dessert e poi a nanna in una camera dal sapore medievale.
13 agosto (Sighişoara – Piatra Neamţ)
Al mattino partiamo per Piatra Neamţ. Attraversiamo zone dal paesaggio molto suggestivo e arriviamo per pranzo presso il bellissimo lac Roşu, il lago Rosso, caratterizzato dalla presenza di tronchi di pino fossilizzati nelle sue acque. Dopo una piacevole pausa riprendiamo il viaggio e passiamo dalle stupefacenti gole di Bicaz. Anche qui breve sosta, visita alle numerose bancarelle e poi si riparte. Poco prima di arrivare in città ci fermiamo per visitare il nostro primo monastero: Bistriţa. La spiritualità che si respira ci colpisce molto e il monastero è davvero bello. Per il rispetto del luogho ci tocca pure indossare un mantello grigio! Visitiamo anche il vicino cimitero antico e poi torniamo alla macchina per raggiungere Piatra Neamţ. Pernottiamo in una bella pensione dove ci aspetta una cena molto gustosa.
14 agosto (Piatra Neamţ – Suceava)
Giornata dedicata alla visita di nuovi monasteri. Iniziamo con il monastero Varatec, gestito da alcune suore che hanno persino una pasticceria dove vendono dolci squisiti! Proseguiamo poi con i monasteri di Agapia (dove visitiamo anche una casa delle suore), Neamţ (molto molto bello e grande!) e Voroneţ. Quest’ultimo è un po’ il monastero immagine della Bucovina ed è meraviglioso, anche se purtroppo gli affreschi sulle pareti esterne sono un po’ sbiaditi, a causa dell’età pluricentenaria che hanno. Il nostro viaggio ci porta in tarda serata presso la città più importante della regione: Suceava. Qui ceniamo con una buona pizza e a parte qualche disguido per le camere dell’hotel con luci poco funzionanti tutto fila liscio e ci godiamo il meritato riposo.
15 agosto (Suceava – Câmpulung Moldovenesc)
Nella nostra seconda giornata interamente dedicata ai monasteri iniziamo andando in una zona suggestiva della Bucovina, dove tra lande sperdute si trova il monastero di Dragomirna. Vediamo poi anche i complessi monastici di Humorului e di Putna. In quest’ultimo troviamo una sorpresa. Vediamo infatti una quantità incommensurabile di gente e macchine e pullman parcheggiati ovunque. La risposta: si celebra una messa in presenza del patriarca rumeno! Quello che notiamo è che la spiritualità ortodossa è davvero trascinante e ci lascia immersi nel silenzio del luogo sacro ad ammirare l’architettura, la bellezza delle icone e la devozione dei rumeni. Si vive in una dimensione intima con il trascendente che in Italia è andata perdendosi. La giornata si conclude con la visita al monastero di Suceviţa, vagamente simile a quello di Voroneţ per gli affreschi esterni. In serata arriviamo nella piccola cittadina di Câmpulung Moldovenesc, dove pernottiamo in un palazzo che richiama molto il recente passato comunista.
16 agosto (Câmpulung Moldovenesc – Baia Mare)
In mattinata ci apprestiamo a percorrere il Pasul Prislop (Passo di Prislop) passando prima da paesini di campagna molto carini come Sadova. Percorriamo delle strade molto strette e sconnesse: è il prezzo che si paga in Maramureş per praticare vie secondarie, ma che a livello paesaggistico sanno stupirti! Passiamo vicino a un accampamento zingaro (Eh sì, anche in Romania ci sono i campi rom!) e poi arriviamo in cima al passo dove ci sono un piccolo bar all’aperto (superba la pannocchia grigliata!) e una piccola chiesa. Il panorama che si gode dalla cima è molto bello! Ridiscendiamo il passo e arriviamo a Bârsana, un complesso monastico di bellezza sublime. Nel tardo pomeriggio visitiamo il cimitero allegro di Săpânţa nell’eccitazione generale: siamo a pochissimi chilometri dall’Ucraina, di cui riesco a scorgere le montagne in lontananza! Per cose come questo io mi emoziono sempre, tant’è che con un po’ di insistenza riesco a convincere la mia famiglia ad andare alla dogana di Sighetu Marmaţiei: tra l’altro non era nemmeno segnalata e raggiungerla è stata un’impresa. L’emozione di vedere la bandiera ucraina sventolare sopra un ponte è alta. Peccato non aver avuto il passaporto con sé, altrimenti un giretto al di là della frontiera sarebbe stato bello farlo! In serata arriviamo a Baia Mare, annunciata da un’alta ciminiera nella periferia. Alloggiamo in una piccola pensione del centro dove al primo piano si celebra un matrimonio e diventiamo testimoni di canti e balli di gruppo molto gioiosi. Ceniamo con cibo locale molto buono e assaggiamo anche l’alcolicissima palinca. Giriamo brevemente anche per il centro cittadino molto carino e poi andiamo a dormire.
17 agosto (Baia Mare – Oradea) Cluj
Alla mattina, dopo un’altra visita del centro di Baia Mare, procediamo alla volta di Cluj-Napoca, seconda città rumena per popolazione e per importanza economica. Visitiamo la chiesa gotica di San Michele e pranziamo con un buon panino ripieno di falafel, cibo molto rumeno! Riprendiamo poi il viaggio e arriviamo a Oradea dove facciamo la spesa al Carrefour. In serata ceniamo nel ristorante dell’hotel (si mangia davvero bene!) e poi giriamo nel parco cittadino dove troviamo un gruppo di giovani che si esibisce in canzoni corali. Ci concediamo poi un bel riposo.
18 agosto (Oradea – Budapest)
Al mattino, dopo una buona e gustosa colazione, ci concediamo la visita del centro storico della città. Pur non essendo molto grande, vanta comunque la presenza di edifici e chiese caratteristiche che la rendono una città mitteleuropea molto piacevole. Prima di metterci in viaggio compriamo dei buoni dolci all’interno di una pasticceria locale. Saliti in macchina, ci apprestiamo a passare il confine con l’Ungheria, distante una manciata di km. Lasciare la Romania mi lascia molta tristezza: era la meta dei miei sogni. Mi trovavo dove desideravo essere e avrei voluto rimanere lì ancora a lungo, ma purtroppo le cose belle hanno sempre una fine. Non sapevo però che mi ci sarebbero state ancora delle sorprese. Ignoravo che ci sarebbe stata una città capace di rapirmi il cuore: Budapest. Ci arriviamo dopo circa tre ore di viaggio via Debrecen. Arriviamo in hotel, ci sistemiamo e poi con la metro raggiungiamo il centro città. La periferia ha ancora molto della passata architettura comunista, ma il centro è davvero una perla inimitabile. Visitiamo velocemente la meravigliosa cattedrale di Santo Stefano, dalla cui cupola si gode di una vista fantastica sull’intera città, dopodiché ci dirigiamo verso il Danubio e percorriamo la strada che ci porta attraverso un ponte sull’altro lato della città. Da lì saliamo fino ad arrivare a un altro ponte che ci regala una bella vista del Parlamento. Riattraversiamo e nei pressi del palazzo ceniamo in un ristorante italiano. Dopo un piccolo giro notturno (con i palazzi storici illuminati come mai in Italia farebbero) torniamo in albergo per dormire.
19 agosto (Budapest)
Al mattino ci aspetta una colazione in albergo che è sublime. Trascorriamo tutta la giornata in centro e visitiamo la zona alta della città dove si trova il vecchio palazzo reale. Nel pomeriggio invece ci concentriamo nel fare una crociera lungo il Danubio e una visita all’isola di Santa Margherita, dove ci sono un giardino botanico, uno zoo, un hotel e una piscina. Tornati in centro ceniamo nel ristorante di ieri e poi torniamo in hotel. La vacanza sta per giungere alla fine.
20 agosto (Budapest – Postojna)
Il giorno dopo partiamo, lasciamo Budapest (altro dolore: una così graziosa città!) e ripercorrendo la strada dell’andata giungiamo in Slovenia. Ci fermiamo a Lubiana per pranzo e visitiamo rapidamente il centro: è una città molto carina e a misura d’uomo. Riprendiamo il viaggio e giungiamo a Postojna (o Postumia), dove ci sono le famose grotte. È sera: depositiamo i bagagli in hotel, usciamo per cena e facciamo un giro del piccolo centro dove assistiamo a un festival rock locale in lingua slovena: che storia! Torniamo poi in albergo per la notte.
21 agosto (Postojna – Nibionno)
Al mattino visitiamo le meravigliose grotte di Postumia: è fantastico sapere che sotto terra o dentro una montagna possono esistere simili spettacoli della natura! Dopo la visita ripartiamo e arriviamo presto in Italia. Sostiamo a Trieste per il pranzo e per un piccolo giro nei pressi del castello di Miramare. Verso sera arriviamo a casa. Che dire di questa vacanza? Le parole sono state già spese per descrivere giorno per giorno i momenti salienti. Non posso che ringraziare la mia famiglia, mio padre in primis, per aver reso possibile tutto ciò. È stato uno di quei viaggi che non si possono dimenticare e che mi hanno aperto verso un mondo che prima esisteva solo nella mia mente, mentre oggi riconosco come reale. Ho sempre creduto che un giorno sarei riuscito ad andare in Romania, una meta da molti creduta pericolosa, brutta, indifferente. Tutto per colpa dei giornali, della tivù e dei luoghi comuni per i quali è solo un paese di ladri, di criminali, di zingari. Come al solito i pregiudizi sbagliano alla grande, e a chiunque ancora, anche dopo aver letto il mio racconto, pensi il contrario consiglio vivamente e spassionatamente di partire per ricredersi con i suoi stessi occhi. Non dimenticherà mai il sorriso di una vecchietta al sentire che sei in grado di salutarla nella sua lingua o la nostalgia nel pensare alla campagna italiana di una volta quando sulla strada si incontrano i carretti coi cavalli. Non dimenticherà mai neppure il sapore genuino dei dolci, delle zuppe, dei piatti locali. E nemmeno i matrimoni che divengono festa dell’intero villaggio. Tutto questo non è raccontato sui giornali, gli stessi dove si parla del ladro di rame. Ed è un vero peccato.