Paris je t’aime, mais… 5 giorni di freddoooo!

In occasione dei 40 anni di matrimonio di Graziella e Bruno, Paola e Silvano li accompagnano per un secondo viaggio di nozze a Parigi
Scritto da: 2perplesso
paris je t'aime, mais... 5 giorni di freddoooo!
Partenza il: 28/01/2011
Ritorno il: 01/02/2011
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
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28.01.2011 Venerdì ore 9.55 Partenza da Venezia con volo lowcost per Parigi. Dobbiamo rallegrarci con Graziella e Bruno perché il 30 gennaio festeggeranno il loro 40° anno di matrimonio, e noi (Paola e Silvano), gli amici sin dai tempi di scuola, li avevamo accompagnati nel 1971 per un tratto di strada del loro viaggio di nozze da Pordenone a Parigi. Lei con un cappotto bianco lungo e la minigonna, lui con cappotto bianco ed un vestito di velluto nero con fodera bianca: belli, giovani, con tanta gioia di vivere e godere e tante speranze per il futuro. La vita ad ognuno di noi ha dato una bella fetta di serenità e fortuna ed oggi ci troviamo ancora insieme per gioire di questo scorrere e per ‘godere’ ancora insieme. Oggi li riaccompagniamo, ma sino a Parigi. Prenotato tramite Expedia hotel 4 stelle per 4 notti a Montparnasse (Novotel Gare Montparnasse), volo Easy Jet, pass per due giorni di musei e 3 di trasporti, uno spettacolo al Lido (solo quello €100 a testa) il tutto per un totale di € 418, si può spendere di meno? Forse si, perché al check in abbiamo pagato 25 euro per bagaglio da stiva (si poteva pagare anticipatamente con Expedia a 11 euro o nel sito della Compagnia aerea). Guardando meglio nel web si possono trovare anche stupendi appartamenti centrali con due camere. Appena fuori dell’aeroporto di Orly sud (porta K) ogni 15 minuti parte un autobus che porta direttamente alla Gare Montparnasse ad € 8,5 a testa. In pochi minuti a piedi siamo in hotel. La camera è accogliente, bel bagno, ma cuscini indecenti e armadio inesistente. Ci mangiamo un panino, riposiamo un’ora, ma alle 15 siamo pronti già ad uscire. La metro più vicina è la Pasteur (a m.600) e andiamo alla Tuillery a ritirare i pass musei e trasporti. Approfittiamo per visitare subito il Louvre, perché non c’è alcuna fila ed il venerdì è aperto sino alle 21. Meglio ritirare in entrata la pianta del museo per muoversi meglio. Dalla piramide si ha accesso alle tre ali principali in cui è diviso il museo: Sully, Richelieu e Denon. Ogni ala ha 4 piani. La collezione del Museo del Louvre comprende oltre 380.000 oggetti e opere d’arte e, anche se non è una delle più grandi, è sicuramente una delle più importanti del mondo:

  • 100.000 pezzi di Archeologia mediorientale
  • 50.000 pezzi di Archeologia egizia
  • 45.000 pezzi di Archeologia greca, etrusca e romana
  • 10.000 pezzi di Arte islamica
  • 6.550 pezzi di Sculture
  • 20.704 pezzi di Arti decorative
  • 11.900 pezzi di Dipinti
  • 183.500 pezzi di stampe e disegni

Il vanto del museo è la sua raccolta di 11.900 dipinti (6.000 in esposizione permanente e i rimanenti conservati in deposito), che rappresenta la seconda più grande collezione di arte pittorica del mondo, dopo quella dell’Ermitage di S. Pietroburgo in Russia. C’è molto da vedere. Partiamo dall’ala Denon: i pittori italiani. Potrebbe essere una buona idea cominciare la visita proprio dalla Gioconda, perché una volta tolto questo pensiero ossessivo, si è più aperti a tutte le altre opere, che meritano attenzione, eccome se la meritano. L’ultima volta avevo visto la Gioconda ben protetta nel corridoio principale, ora le hanno attribuito una grande sala, dove però non si può vederla bene per il vetro che porta solo riflessi. Ciò nonostante ha sempre una fila enorme di persone che vogliono ammirarla da vicino e fotografarla. Nel Louvre c’è di tutto e non è possibile ammirare centinaia di capolavori in una sola giornata: noi abbiamo goduto e fotografato opere straordinarie del Mantegna, di Leonardo, di Antonello da Messina, Caravaggio, Raffaello, proseguendo poi con le sale con antichità egiziane, greche, etrusche e romane e visitando infine le stanze di Napoleone III. Dopo 3 ore e mezza eravamo cotti. All’uscita è già buio ed è molto suggestiva l’illuminazione della Piramide e dei palazzi del Louvre. Prendiamo la metro e andiamo a S. Germain des Pret per la cena. Ottima scelta al Relais dell’Entrecotte. Ti siedi e pensano a tutto loro: insalata condita con noci e senape e la tagliata con le patatine fritte, servita sempre calda in due tempi: totale 132 euro (il costo massimo di tutto il viaggio). Alle 22.30 in hotel stanchi morti. 29.01.2011 Sabato Alle 9.30 eravamo già all’apertura del Museo d’Orsay. Il museo, celebre per i numerosi capolavori dell’impressionismo e del post-impressionismo esposti al suo interno, è situato di fronte al Louvre, lungo la Senna, in una ex-stazione ferroviaria costruita alla fine dell’800 ma negli anni 1950 cessò completamente il servizio perchè le grandi linee ferroviarie furono spostate alla gare d’Austerlitz. Nel 1961 ne fu decisa la demolizione. Fortunatamente nel 1978 fu decisa la trasformazione in museo. I componenti lo studio incaricato del restauro decisero di rispettare il più possibile la struttura e i materiali preesistenti. Al celebre architetto italiano Gae Aulenti venne invece affidata la disposizione degli spazi interni e la progettazione dei percorsi espositivi. Il percorso si articola su tre livelli, utilizzando la navata centrale (quella lungo la quale una volta correvano i binari) come tronco principale da cui si dipartono terrazze e passaggi. A 86 anni dall’inaugurazione della stazione ferroviaria, il Museo D’Orsay venne aperto al pubblico nel 1986. La direzione del museo ha scelto di esporre opere che si collocano tra due limiti storici: l’inizio della seconda Repubblica (1848) e l’inizio della grande guerra (1914). In questo modo il museo d’Orsay va a colmare la lacuna esistente tra la collezione del Louvre e quella esposta al Museo Nazionale d’Arte Moderna, che si trova nel Centre Pompidou. Le opere provengono principalmente da tre fonti:

  • dal Louvre: molti lavori giacevano nei depositi del Louvre e non era possibile esporli per mancanza di spazio
  • dall’ex-Museo del Jeu de Paume che ha ceduto la sua ricchissima collezione di impressionisti, ormai troppo sacrificata nei suoi spazi espositivi, e che ha trovato nel musée d’Orsay una ben più idonea valorizzazione;
  • dal Museo Nazionale d’Arte Moderna, collocato appunto nel Beaubourg, che ha contribuito con le opere più recenti, e che rimane il punto di riferimento a Parigi per le testimonianze d’arte dal 1914 in poi.

Oggi il museo è famoso soprattutto per i quadri degli impressionisti (Manet, Cezanne, Gaguin, Monet, Renoir, Degas, Van Gogh, Toulouse Lautrec, ecc.) ed è un godimento soffermarsi davanti a tali capolavori anche se, purtroppo, non si può fotografare, ma io…. Stamane c’era il sole, ma all’uscita era di nuovo nuvolo e freddo, ventoso, ‘crudo’. Con la metro siamo scesi a Chateau Rouge per vedere il quartiere di Montmatre, dove con la funicolare siamo giunti in cima alla collina e abbiamo goduto del panorama e della Basilica del Sacro Cuore. Il quartiere è molto caratteristico. Tra i posti più speciali, c’è sicuramente Place du Tertre. Qui si concentrano tutti gli artisti da strada e le bancarelle tipiche di Montmartre. Muovendoci nella piazza e nei sui dintorni ci si sente parte integrante della vita che fluisce tra i vicoli di Montmartre. Pranzo in un locale ‘al caldo’ con una Soupe gratinée à l’oignon; la zuppa di cipolle è stupenda per il freddo: ti riscalda dentro. Dopo una pausa in hotel, all’imbrunire abbiamo raggiunto la Place de Vosges, piazza che fu costruita sotto il regno di Enrico IV ed era un tempo uno dei posti preferiti per i duelli. E’ la piazza più antica di Parigi ed è comunemente ritenuta la più bella. Perfettamente quadrata, è delimitata da trentasei caratteristici palazzi, con il piano inferiore a portici e sormontati da due ordini di finestre. E’ molto raccolta e ricca di fascino. Questi portici oggi sono occupati da numerose gallerie d’arte, negozi di lusso, terrazze di eleganti caffè. Ci è sfuggita invece la casa di Victor Hugo al n. 6 che oggi è un piccolo museo. Giriamo ed entriamo anche in un atelier: artisti contemporanei veramente innovativi. A sud-ovest dell’angolo della piazza, una porta segreta aperta solo durante il giorno, permette l’ingresso al fantastico Gardens Hotel de Sully. Cena veloce in zona S. Paul in una brasserie, per raggiungere le Champs Elysee, una delle strade più famose del mondo con i suoi cinema, caffè e negozi di lusso e arrivare puntuali al Lido per lo spettacolo prenotato. Due ore di spettacolo di show molto elegante, di classe, fastoso con scenografie spettacolari, festeggiando i 100 anni delle Bluebell Girls. Che movimento ancora a mezzanotte vicino all’Arco di Trionfo, come di giorno. 30.01.2011 Domenica Oggi è il giorno dei festeggiamenti per Graziella e Bruno per i 40 anni di matrimonio. Il tempo è nebbioso, ma in mattinata esce un pallido sole, ma fa molto freddo. Visitiamo il Cimitero di Montmartre dove si trovano tombe di molti artisti famosi. Tra questi gli scrittori Sartre, Stendhal, Dumas e Zola, il regista François Truffaut, gli artisti Fragonard e Degas, l’attore Philipe Noiret. Il posto è certamente particolare, ma attrae molti turisti e molti lasciano dei bigliettini, un piccolo ricordo, una sigaretta gitane anche nella tomba di Ginzburg, cantautore morto ancora nel 1991 diventato famoso per la sua canzone più famosa, je t’aime….moi non plus, che ha una composizione e una resa vocale molto erotica. Ma mi ha lasciato veramente impressa una tomba sconosciuta su cui era posata una grande croce di rose rosse e tutto attorno dei cespugli di rose recise a gambo lungo gelate. Un grande amore? Sul viale che porta alla Torre Montparnasse la domenica mattina Marche Parisien de la Creation. Si tratta di un caratteristico mercato in cui artisti, scultori, pittori, fotografi, ecc.. Vendono le loro opere a prezzi molto interessanti. Con la metro raggiungiamo Les Halles. Sino alla fine degli anni ’60 la zona era occupata dagli enormi padiglioni in ferro dei magazzini generali ed era conosciuta con il nome de Les Halles, il cuore…commerciale di Parigi, sin dalla fine dell’XI^ secolo. Tutto venne distrutto per far sorgere il modernissimo Forum con 180 negozi, cinema, ristoranti, piscina, giardini, fontane e la più grande stazione metropolitana di Parigi. Questa grande struttura in vetro e cromature, tipiche della fine degli anni ’70, è però in via di demolizione: all’esterno ci sono già cartelli che indicano che tutta l’area verrà demolita, i locali sono già tutti vuoti, i clochard stazionano con le tende. La struttura esistente, secondo il comune di Parigi, è “invecchiata male”, “è degradata” e “non risponde alle vigenti norme di sicurezza”. Il sindaco della città vuole “offrire al centro di Parigi uno spazio degno di una capitale del ventunesimo secolo” e sembra che tutto sarà pronto per il 2016 con una spesa di 760 milioni di euro. Appena fuori, la chiesa di Saint Eustache domina Les Halles con la sua grandiosa struttura (anche questo progetto italiano!). Non per nulla viene considerata la più bella chiesa di Parigi, dopo Notre-Dame, anche se per me è la prima in assoluto. L’interno è gotico, ma le decorazioni sono in stile Rinascimentale. Diversi personaggi illustri sono sepolti al suo interno: Molière, Richelieu, il Marchese di Pompadour. L’esterno della chiesa è adornato con numerose statue gargoyles che rendono l’insieme estremamente affascinante. Nella piazzetta antistante la chiesa altro accostamento con il moderno: la scultura di Henri de Miller, l’Ecoute: una grande testa con una mano. Proseguiamo per il Centro Pompidou – Beaubourg è un edificio molto particolare costruito a Parigi tra il 1971 e 1977. Ospita il Museo nazionale di Arte Moderna (Musée National d’Art Moderne). Il Centro Pompidou merita una visita anche semplicemente per ammirare lo strano palazzo di metallo, vetri e tubi. Viene visitato in media da circa 20.000 persone: un record! E il costo non è indifferente: 12 euro, eppure la maggior parte dei presenti sono giovani. Il Centre Pompidou è un edificio costruito da architetti di fama internazionale, tra cui il nostro Renzo Piano, che hanno avuto..l’ardire di mettere all’esterno dell’edificio tutto ciò che, di solito, è nascosto all’interno. Così le scale mobili, gli ascensori, i tubi dell’aria condizionata, quelli dell’acqua e quant’altro è tutto messo all’esterno. I diversi colori delle tubature esterne del prospetto del Centro Pompidou sono differenziati in base al loro utilizzo: quelle gialle per l’elettricità, le rosse per gli ascensori e le scale mobili, verde per l’acqua, blu per l’aria. Al quarto e quinto piano ci sono più di 50.000 opere d’arte (dipinti, sculture, disegni e fotografie). Il museo espone opere di: Chagall, Modigliani, Matisse, Picasso, Utrillo, Mirò, Dalì, De Chirico e finalmente un Kandinsky che capisco (purtroppo non è per tutti certi tipi di pittura…), oltre ad una personale di Mondrian. Dall’ultimo piano, inoltre, approfittiamo della vista della città per sederci al bar e prendere un aperitivo allo champagne: il Kir. Bisogna festeggiare! Lasciamo perdere il costo: più degli anni di matrimonio… Nel pomeriggio in hotel per il riposo del ‘guerriero’. E poi alla Tour Eiffel illuminata, simbolo di Parigi, chiamata così dal nome del suo progettista, l’ingegnere Gustave Eiffel. La struttura fu costruita in meno di due anni, dal 1887 al 1889, in occasione dell’“Exposition Universelle” con lo scopo di commemorare il centenario della Rivoluzione Francese. Il monumento con i suoi 320 mt. Di altezza ha mantenuto il record di costruzione più alta del mondo fino al 1930, anno in cui fu completato il Chrysler Building di New York. Inizialmente Eiffel aveva avuto il permesso di lasciare in piedi la Torre per soli 20 anni, ma vista la sua utilità per motivi di comunicazione e come laboratorio per studi scientifici gli fu dato il permesso di lasciarla in piedi. Il solo materiale utilizzato per la costruzione della Torre Eiffel è il ferro che venne eretto a forma di croce in più di 18.000 pezzi, fissati tra loro con circa 5.000.000 di bulloni. La forma imponente e la robustezza dei materiali la fanno pesare circa 10.000 tonnellate. Per il suo mantenimento però servono anche 50 tonnellate di vernice ogni 7 anni. A seconda della temperatura ambientale l’altezza della Torre può variare di diversi centimetri a causa della dilatazione del metallo (sino a 15 cm. Più alta durante le calure estive). Nelle giornate ventose sulla cima della Torre si possono verificare oscillazioni anche di 12 cm. E’ la quinta volta a Parigi, ma la Tour Eiffel è sempre una grande emozione di potenza. Per cena raggiungiamo il quartiere latino a S. Michel, ma prima diamo un’occhiata all’Ile de la Citè: Notre Dame illuminata. Dalla piazza S. Michel partono una miriade di stradine piene di negozietti e ristoranti. L’unico posto a Parigi dove le cose non costano un’esagerazione, non esiste altrove bistro o brasserie dove spendere 15 euro a testa per una cena, figurarsi un ristorante! Qui invece è possibile! Mai visto una scelta così vasta di locali. E’ una sequenza infinita di locali, uno accanto all’altro, greci (soprattutto), italiani, ebraici, turchi, arabi… Quasi tutti dotati di “butta-dentro”, per cui è meglio non soffermarsi a fissare troppo queste persone che stazionano all’ingresso con l’intento di convincerti a entrare. Ma noi scegliamo un ristorante francese ed è la scelta giusta. Il freddo è sempre intenso, ma noi siamo vestiti come palombari andando verso l’hotel. Gli homeless bivaccano in strada in una tenda coperti da un telo di plastica. Graziella ha regalato sigarette e frutta, ma uno – straiato come la Paolina Borghese – telefonava con il cellulare: ma allora ci prendono in giro? 31.01.2011 Lunedì Sembrava nevicasse stamattina. In effetti qualche fiocco l’abbiamo visto, ma soprattutto c’era nebbia. Meta: l’Ile de la Citè. Colazione di fronte a la Sante-Chapelle dove c’è la Corona, un pezzo della Croce Santa e uno dei chiodi conficcati nella carne di Cristo (si tratta di alcune delle più importanti reliquie della cristianità), ma non siamo riusciti a visitarla, prima perché apriva alle 11 – ed era troppo presto – e poi perché c’era una fila che non ci siamo azzardati a fare. Abbiamo visitato pertanto Notre-Dame, inserito tra i due bracci della Senna, viene anche chiamato “Nave di Pietra” per la sua austerità e la sua collocazione che rappresenta una delle costruzioni gotiche più celebri del mondo ed uno dei monumenti più visitati di Parigi. Notre Dame è il centro della Francia perché dal sagrato antistante l’ingresso parte il punto zero, il punto da cui vengono calcolate tutte le distanze stradali delle Francia. Questo celebre monumento, iniziato nel 1163 e terminato nel 1345, fu sede di grandi avvenimenti religiosi e storici. La sua imponente facciata con i campanili ai lati e tre portali presenta splendidi rosoni. Sui fianchi dell’edificio si trovano robusti ed eleganti contrafforti. L’interno della cattedrale misura 130 mt di lunghezza, 48 d mt di larghezza e 35 mt di altezza. Può contenere fino a circa 10.000 fedeli. La trovo, però un po’ scura. Continuiamo il nostro percorso, c’è anche il sole, tornando, attraverso il Pont Neuf verso il Quartiere Latino, dando un’occhiata ai bouquinistes lungo la Senna (ormai non vendono più libri vecchi e antichi, ma solo souvenirs). Poi con la metro alla Tour Montparnasse. Costruita direttamente sulla metropolitana, questa Torre, divenuta ormai il simbolo del quartiere Montparnasse è uno dei punti riferimento visivi più importanti di Parigi insieme alla Tour Eiffel. Esteriormente la Torre è un insieme di vetro alluminio e bronzo, la massa ricurva all’estremità, addolcisce l’insieme. E’ costituita da una parte centrale di cemento e da un’armatura di acciaio. L’altezza è di 209 metri, è divisa in 58 piani più la terrazza, la più alta di Parigi da dove si puó ammirare un panorama esteso su un raggio di 40 chilometri. Ma non oggi, la foschia densa ti fa solo intravvedere la Tour Eiffel, ma nel complesso la vista a 360 gradi è molto bella: merita! Panino e in hotel: cominciamo a trascinare i piedi. Nel pomeriggio abbiamo raggiunto l’Hotel de Ville, il municipio di Parigi e ‘al caldo’ abbiamo visitato un grande magazzino con alcuni reparti veramente innovativi. Alla fine abbiamo acquistato solo un cuscino ‘vibratore’ per piedi e schiena. Abbiamo quindi girato per il quartiere ebraico, molto caratteristico con bei palazzetti e negozi eleganti, percorrendo la Rue de Rosiers e arrivando a S. Paul e poi, per cena, a S. Michel nel Quartiere Latino. Il ristorante l’avevamo adocchiato la sera prima con il maialino allo spiedo. Purtroppo non era come ce lo aspettavamo. Pazienza! Sempre sotto zero torniamo in hotel. 01.02.2011 Martedì Oggi si torna a casa, ma abbiamo ancora qualche ora e giriamo tra i negozi del quartiere Montparnasse, ma senza troppo interesse: nulla ci colpisce veramente ed i negozi non hanno nulla che meriti di essere acquistato. Il patè si, va bene anche come regalo da portare a parenti ed amici. Si sa che quando si deve rientrare, le ultime ore sono sempre perse.

Ho trovato Parigi molto giovane, vissuta da giovani. Bruno, scherzando, diceva che aveva visto solo 5 persone più vecchie di noi. Ma non sembra che i parigini siano stressati, non corrono, c’è poco traffico. Due mesi fa siamo stati a Londra è lì tutto è frenetico. Non vorrei tornare a Parigi tra 10 anni, perché non ho rivisto tante cose: i mercatini delle pulci, molti musei, la Defance. 5 giorni sono pochi, ma il sapore di Parigi mi è rimasto dentro. La prossima volta voglio tornarci in camper, con parcheggio al Bois de Boulogne e con la moto potrò godere e girare la metropoli. Bruno e Graziella potrebbero, invece, girare la città in bicicletta, in un modo nuovo e intelligente: il bike sharing. Nel centro di Parigi ci sono parcheggi per biciclette a noleggio ogni circa 300 metri, un po’ ovunque. E’ possibile prelevare (noleggiare) la bicicletta, andare dove si vuole e lasciarla in un altro parcheggio. Praticamente non si tratta di un noleggio per una giornata, ma di tanti brevi noleggi. Questo servizio richiede una tessera ed è molto economico. Qualcuno ha detto: Parigi è storia, è arte, è eleganza, è estro, è scoperta, è prestigio, è tutto quello che vi aspettate e molto di più…ed è vero.

Alla prossima…. (io sono Paola, si è capito?) La fine del viaggio è solo l’inizio di un altro Josè Saramago



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