Lungo la via degli zar

Per me e Sergio questo è stato un viaggio anomalo. Infatti è stato principalmente un viaggio di lavoro (a cui abbiamo aggiunto due giorni di ferie) organizzato da altre persone. Quindi per la nostra mentalità lo sentiamo poco “nostro”. Il congresso si è svolto a bordo di una nave fluviale che ci ha condotti da Mosca a San Pietroburgo....
Scritto da: elenick2004
lungo la via degli zar
Partenza il: 01/06/2005
Ritorno il: 07/06/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Per me e Sergio questo è stato un viaggio anomalo. Infatti è stato principalmente un viaggio di lavoro (a cui abbiamo aggiunto due giorni di ferie) organizzato da altre persone. Quindi per la nostra mentalità lo sentiamo poco “nostro”.

Il congresso si è svolto a bordo di una nave fluviale che ci ha condotti da Mosca a San Pietroburgo. Durante il giorno seguivamo le presentazioni e nel tardo pomeriggio ci fermavamo in paesi caratteristici per visitarli. Purtroppo in questo modo abbiamo perso la visione dei paesaggi immensi e mutevoli che abbiamo attraversato durante il tragitto. Ma, essendo un viaggio di lavoro, non si poteva avere tutto! DIARIO 1 giugno 2005 Partenza Aereo: Roma Arrivo Aereo: Москва (Moskva) La mattina ci imbarchiamo sull’aereo ma non sento ancora l’eccitazione per il viaggio. Sono ancora stanca dei preparativi pre-viaggio visto che, assentandoci per 7 giorni, abbiamo chiesto a mia madre ed a mia zia di venire giù, rispettivamente da Toscana e Liguria, a casa nostra per tenere i bimbi e consentire loro di andare a scuola ed all’asilo. Quindi abbiamo dovuto un po’ organizzare tutta la casa per rendere loro la permanenza il più agevole possibile. Inoltre sono un po’ dispiaciuta di non poter vedere la recita di fine anno di Irene, che per vari problemi loro non riusciranno a filmare. Io e Sergio siamo seduti in posti distanti sull’aereo ma trovo una collega con cui parlare per tutto il viaggio di vari problemi lavorativi. Atterriamo a Mosca dove due pullman ci prelevano e ci conducono al porto fluviale per salire sulla nave. Partenza Nave: Москва (Moskva) La nave “Valerian Kuibeshev” è attraccata alla stazione fluviale a Himki sulla Moscova. La stazione è molto caratteristica perché è costruita a forma di nave. Noi abbiamo una cabina per due persone con bagno annesso. Ci facciamo cambiare subito gli euro in rubli dagli organizzatori perché sulla nave accettano solo questi ultimi. Alle 19.00 comincia la navigazione verso il Canale di Mosca o Mosca-Volga (lungo 128Km) che congiunge la Moscova con il fiume Volga. Il Canale di Mosca fu costruito dai prigioneri dei gulag durante la dittatura di Stalin. Grazie a questo canale, Mosca ha accesso a cinque mari: il Mar Bianco, il Mar Baltico, il Mar Caspio, il Mar d’Azov e il Mar Nero. Questo è il motivo per cui Mosca è talvolta chiamata “il porto dei cinque mari”. La navigazione continuerà sul canale Volga-Baltico che ha inizio sul Volga in corrispondenza del bacino artificiale di Rybinsk, situato a nord-est di Mosca. Questo canale segue il fiume Kovzha in direzione nord-est e lambisce a ovest il Lago Bianco. Il canale prosegue verso nord e raggiunge il Lago Onega, da cui fuoriesce seguendo il corso del fiume Svir; lambisce a sud il Lago Ladoga e raggiunge infine il mar Baltico presso San Pietroburgo sfociando nella Neva. La lunghezza totale del canale è di 1.100 km. La costruzione della via navigabile fu iniziata nel XVIII secolo e fu completamente ricostruita nel 1964. A cena mangiamo la famosa zuppa russa di maiale con cipolle e verdure bollite. Il fatto di mangiare ogni giorno varianti di questa zuppa mi darà ben presto notevoli effetti collaterali. Essendo giugno il sole resta alto molto a lungo la sera per cui la giornata sembra non finire mai. Vediamo la prima “chiusa” del viaggio e filmiamo tutte le operazioni di svuotamento del bacino. Prima di andare a letto ripeto a Lilli la mia presentazione tra mille dubbi ed incertezze. Anche se ci sono delle spesse tendine, la luce filtra nelle cabine per cui molti passano un notte insonne. Io invece dormo ovunque per cui non ho grossi problemi di ambientamento. 2 giugno 2005 Arrivo Nave: Углич (Uglič) La mattina comincia il congresso ed io fortunatamente devo parlare per seconda così scarico subito la tensione e posso godermi meglio la visita di questi luoghi.

Alle 16.00 finisce la sessione ed andiamo subito a vedere il paesaggio intorno a noi. Notiamo un bellissimo campanile che emerge dall’acqua. Infatti, sotto il regime, durante la costruzione del canale sono stati sommersi interi paesi perdendo notevoli ricchezze storiche ed architettoniche.

Approdiamo a Uglič, piccola città fondata nel X sec., una delle più affascinanti della vecchia Russia. Nel 1218 fu capitale di un principato indipendente. Successivamente, entrata nell’orbita di Mosca, visse il suo momento d’oro nel XV sec. Grazie ad Andrej Bol’soj, fratello minore di Ivan III il Grande, che si stabilì qui. Già dalla nave ammiriamo il Cremlino. Appena scesi dalla nave ci viene incontro una bambina del luogo con in mano un dolce da assaggiare per darci il benvenuto. La strada che porta al centro è fiancheggiata da bancarelle di oggetti tipici ed i venditori preferiscono essere pagati in euro o dollari piuttosto che in rubli. Tocchiamo con mano la povertà di questi luoghi. Tutto il paese si è riversato qui all’arrivo della nave ed ognuno vende qualcosa. Incontriamo delle vecchiette che vendono perfino mazzolini di fiori di campo e ringraziano continuamente per l’offerta ricevuta.

Visitiamo la Chiesa di San Demetrio sul sangue (cerkov’ Dimitrija na krovi) sorta nel punto dove morì il piccolo Dimitri. Nell’opera di Puskin, Boris Godunov, è riportata la storia del suo assassinio. Nel 1584 Ivan il Terribile morì lasciando due figli maschi: Fedor, malato, avuto dalla prima moglie, ed il piccolo Dimitri, avuto dalla settima. Il consigliere di Ivan, Boris Godunov, aveva già dato in moglie a Fedor sua sorella ed alla morte dello zar mandò Dimitri, con la madre e la sua famiglia, in esilio a Uglič. Il 15 maggio del 1591 Dimitri fu trovato agonizzante all’interno del Cremlino con la gola squarciata da una coltellata. La madre, accusando Boris Godunov, diede l’ordine di suonare le campane della cattedrale per dare l’allarme al popolo. Nei disordini che seguirono vennero uccisi anche il luogotenente dello zar e suo figlio. Quindi Boris Godunov mandò una commissione d’inchiesta a Uglič. La vicenda si concluse imputando la morte di Dimitri alla negligenza della famiglia, torturando i suoi familiari, deportando buona parte della popolazione in Siberia. La vendetta ricadde anche sulla campana che fu mutilata (le tolsero il battaglio) e condannata all’esilio a Tobol’sk. Poiché questi era l’ultimo discendente dell’antica dinastia Rurik, la sua morte fece precipitare la Russia in una crisi civile e dinastica nota come il Periodo dei Torbidi. La popolazione, scontenta della politica di Gudonov e dei suoi discendenti, cominciò a dar credito alle voci che volevano che Dimitri fosse riuscito a scampare miracolosamente all’attentato ordito nei suoi confronti dai boiari e appoggiò a più riprese numerosi “Falsi Dimitri” che cercarono di installarsi sul trono di Mosca. Durante il Periodo dei Torbidi i Polacchi assediarono i monasteri Alexeievskj e Uleima dando loro fuoco e uccidendo la popolazione di Uglič che vi si era rifugiata per sfuggire il loro esercito. Pietro I il Grande , una volta al potere, canonizzò Dimitri e trasformò Uglič in un luogo di pellegrinaggio, facendo edificare questa piccola chiesa nel 1692. All’interno della chiesa i dipinti murali narrano la storia di Dimitri e si può vedre la “famosa” campana Vediamo Il Palazzo dei Principi Indipendenti che è un residuo della sfarzosa residenza di Andrej Bol’soj. La chiesa della Trasfigurazione (Spaso-Preobrazenskij sobor) fu fondata nel 1485 ed accanto ad essa svetta il campanile barocco del 1730.

Facciamo un breve giro nella parte meno turistica della città dove le case e le chiese, che non sono state distrutte durante il regime, sono notevolmente danneggiate. Le strade sono pressoché deserte perché gli abitanti sono tutti nella strada che porta dal molo alla zona turistica per racimolare qualche soldo. Quindi tornando verso la nave e compriamo qualche oggetto in diverse bancarelle per accontentare un po’ tutti.

3 giugno2005 Arrivo Nave: Goritzy Durante la colazione passaimo attraverso una chiusa: ci rendiamo conto che stiamo salendo ma ormai non siamo più in tempo a filmarla: sarà l’unica chiusa in salita di tutto il viaggio a cui avremmo potuto assistere. Dopo aver navigato lungo il Lago Bianco, alle 15.00 approdiamo a Goritzy e dal molo si parte in pullman per raggiungere il Monastero di San Cirillo del Lago Bianco (Kirillo-Belozerski) situato a circa 8 km. Il complesso monastico fu eretto nel XIV secolo e fu uno dei più importanti luoghi di culto della religione ortodossa. Oggi sono in corso lavori di restauro. Scendiamo dal pullman sotto una pioggia scrosciante per cui non è molto agevole fare foto all’aperto. Ci ripariamo sotto l’arco dell’entrata che riporta affreschi molto belli ma deteriorati dal tempo. Quindi ci rifugiamo nel museo che ospita una ricca collezione di icone russe medioevali che provengono anche da monasteri vicini andati distrutti. Giriamo nel complesso monastico, sempre sotto una pioggia torrenziale, ed arriviamo sulle rive del lago. Tornando indietro entriamo nella piccola chiesa dell’Ascensione.

Tornati al molo ripartiamo in direzione nord verso il Lago Onega.

4 giugno 2005 Arrivo Nave: Кижи (Kiži) Prima dell’inizio del congresso attraversiamo ben tre chiuse in fila. In queste zone incrociamo molte navi che trasportano immensi tronchi di legno. Dopo aver navigato attraverso il Lago Onega, alle 18.00 raggiungiamo, nella sua parte settentionale, la piccola isola di Kiži, ubicata nel territorio della Carelia. Questo è il punto più a nord che tocchiamo in questo viaggio (per me anche in assoluto) a 62° nord di latitudine. Lunga 8 km e larga 1,5 km, Kiži è un gioiello dell’architettura in legno ed è classificata dall’Unesco “Patrimonio dell’Umanità”. Appena arrivati veniamo assaliti da nugoli di zanzare enormi per cui stiamo “a bocca chiusa” per tutta la visita.

Si suppone che il nome dell’isola venga dalla parola careliana “kizat” che significa “luogo per i giochi”. All’inizio del XV sec fu centro amministrativo di una grande regione in cui si trovavano numerose costruzioni in legno. Infatti qui si sviluppò l’arte decorativa contadina come il ricamo, l’uso del legno e la lavorazione di oggetti in argento. Il complesso o “pogost” (recinto) di Kiži fu costruito nel XVIII sec. Ed è formato dalla Chiesa della Trasfigurazione (1714) e dalla Chiesa dell’Intercessione (1764). Tra le due chiese si trova un campanile ricostruito nel 1874. La Chiesa della Trasfigurazione (Preobrazenskaia zerkov) è il monumento più complesso della architettura in legno della Russia Antica. E’ alta 37 metri ed è coronata da 22 cupole. Le basi a forma di cuore sorreggono le cupole a cipolla che sono ricoperte da lamelle di legno tremolo (simile al pioppo) sistemate come scaglie di pesce. Il legno bagnato dalla pioggia diventa scuro mentre sotto il sole sembra argentato poiché riflette la luce (fortunatamente oggi c’è il sole!). Incredibilmente non è stato utilizzato neanche un chiodo per costruire l’intero edificio! Questa chiesa appartiene ai cosiddetti “templi freddi” estivi per cui non veniva riscaldata. L’interno è chiuso per restauro ma le icone sono state trasferite nella chiesa adiacente.

La Chiesa dell’Intercessione (Pokrovskaia zerkov) è un rettangolo allungato dove su un unico asse sono disposti: pre-vano, refettorio, sacrestia ed altare, ricco di icone. Questa è la “chiesa invernale” che veniva quindi riscaldata. La costruzione è sovrastata da un “bouquet” di cupole.

Oggi Kiži è caratterizzata dal museo statale dell’architettura in legno del Nord dove sono esposte alcune costruzioni importate da diversi villaggi della Carelia. Le abitazioni del popolo sono rappresentate dalla “izba” che è la tipica costruzione contadina del nord. I tronchi sono poggiati su basamenti di pietra a secco e sono incastrati tra di loro. Le eventuali fessure sono tappate con il muschio. Sotto l’unico tetto troviamo le stanze dell’abitazione e del lavoro dei contadini (fienile, stalla, deposito attrezzi). In questo modo non c’era bisogno di uscire durante i rigidi inverni nordici. In queste case abitavano famiglie patriarcali dai bisnonni ai pronipoti e la vita familiare si svolgeva intorno alla tipica stufa russa. La più rappresentativa è la casa di Oscenev (1876) proveniente dal villaggio Oscenev.

Proseguendo il percorso vediamo anche la casa del contadino Elisarov (1880) proveniente dal villaggio Seredka, una cappella dal villaggio Vigovo ed un Mulino a vento (1928) dal villaggio Vilkostrov. La Chiesa della resurrezione di Lazzaro, portata dal monastero Muromskij, è il monumento più antico del museo a cielo aperto di Kiži, essendo stata costruita nella fine del XIV secolo.

Tornando indietro possiamo vedere che il sole tramonta ad ovest intorno alle 24.00 ed immediatamente dopo risorge ad est.

5 giugno2005 Arrivo Nave: Mandrogj Con questa mattina si chiude il congresso. Navighiamo lungo il fiume Svir, che collega i laghi Onega e Ladoga, nel cuore della Carelia. Approdiamo alla penisola di Mandrogi che si trova in un meandro del fiume Svir. Vediamo un villaggio di boscaioli ed artigiani e pranziamo assaggiando carne cotta alla brace sotto un tendone ascoltando musica tipica. Piove per tutto il tempo che rimaniamo a terra.

6 giugno2005 Arrivo Nave: Санкт-Петербург (Sankt Peterburg) In mattinata arriviamo a San Pietroburgo navigando lungo la Neva. Anche se ora il congresso è finito e questi altri due giorni sono di ferie, gli organizzatori ci conducono in giro per la città. Per prima cosa andiamo sulle rive del Golfo di Finlandia per visitare il Peterhov, la residenza estiva dello zar. Con il pullman percorriamo la periferia della città e la guida (Nadja) ci fa vedere gli edifici dell’epoca staliniana. Vediamo la statua di Lenin che con la mano alzata indica la strada dedicata a lui (Leninskiy Prospekt). Scorgiamo una stazione della metropolitana, che è costruita sotto i canali della città per cui è sempre più difficile costruire nuove linee. Passiamo davanti al Primorkiy Park, un tempo chiamato Lenin Park, ed al Konstantinovskiy Palace, fatto costruire nel XVIII sec. Da Pietro Il Grande ed oggi residenza estiva del presidente russo Putin. Vediamo anche un villaggio tipico russo riprodotto in un parco.

Il Peterhof è un complesso di parchi e palazzi del ‘700-‘800 fatto costruire da Pietro I. La perla del Peterhov è il Parco Inferiore con 3 cascate uniche, decine di potenti getti d’acqua e numerose sculture decorative. Il simbolo è la Fontana Sansone, l’allegoria della vittoria delle truppe russe sull’esercito svedese nel 1709. Il Parco Inferiore è suddiviso in 3 aree: quella centrale con il Palazzo Grande e la cascata principale; quella ovest con il Palazzo Marly ed un’altra cascata; quella est con il Palazzo Monplaisir e la Cascata dei Draghi (o Montagna di Scacchi). Giriamo nel parco sotto la pioggia e visitiamo quest’ultimo palazzo, il preferito di Pietro il Grande, in stile olandese. Purtroppo buona parte di queste foto e delle successive fatte a San Pietroburgo le perdiamo perché una delle schede della macchina fotografica ci “abbandona”. Tornando in centro ci fermiamo per una visita alla Chiesa di San Pietro e Paolo. Poi ci portano a pranzo in un circolo ma qui perdiamo veramente troppo tempo tra una portata e l’altra. Sinceramente avrei preferito due “giornate libere” per girare le città mangiando un panino! Ci dirigiamo, sempre in pullman, verso il centro della città. San Pietroburgo fu fondata nel 1703 da Pietro il Grande. In virtù della sua posizione sul Mar Baltico era una finestra sull’occidente, che permetteva gli scambi commerciali e culturali. Il nome originale di Sankt Piter burkh era in realtà olandese; Pietro il Grande aveva vissuto e studiato in quel paese per un periodo di tempo ed era un ammiratore della corte e dell’architettura olandese. Durante la costruzione originale della città, la foce della Neva venne instradata in una serie di canali, che ancora si intrecciano nella parte centrale della città. Tutte queste vie d’acqua sono in evidente rilievo attraverso tutta la città, con i loro argini e ponti che aggiungono dettagli ulteriori di fascino all’atmosfera già unica di San Pietroburgo, facendole meritare il nome di Venezia del Nord. San Pietroburgo divenne la capitale della Russia nel 1712 e lo restò fino al 1918. Durante la prima guerra mondiale, il nome Sankt Peterburg era visto come troppo germanico e la città venne ribattezzata Petrograd su iniziativa dello zar Nicola II. Con la morte di Lenin nel 1924, la città venne ribattezzata Leningrad. Il nome originale, San Pietroburgo, venne ripristinato il 6 settembre 1991, con un referendum popolare. Durante il tragitto in pullman la guida ci racconta del terribile assedio subito durante la seconda guerra mondiale dal 1941 al 1944. La città fu isolata per 29 mesi e resistette alle truppe tedesche nonostante numerose perdite umane dovute al freddo e alla fame. Un enorme monumento è stato eretto in loro ricordo in Ploschad Pobedy, piazza della Vittoria e ogni 9 maggio la città torna per un giorno a chiamarsi Leningrado in memoria dell’assedio.

Attraversiamo il fiume Fontanka il più lungo condotto di San Pietroburgo (7 Km) le cui rive vennero rivestite di granito per l’approdo delle navi cargo. Al di sopra della Fontanka sono gettati 15 ponti. Vediamo a destra il Ponte delle Sfingi, che crollò nell’800 mente lo attraversava uno squadrone di cavalleria e fu ricostruito nel ‘900. Arriviamo al ponte più famoso: il ponte Anic’kov, su cui sono posti 4 gruppi scultorei rappresentati “La domazione del cavallo imbizzarrito”. A destra si erge il barocco Palazzo Belosselskij-Belozerskij. Giriamo a sinistra e percorriamo la Nevski Prospekt, un corso di oltre 4 Km, cuore della città. Passiamo in mezzo a palazzi storici. Si scorge il Gran Hotel Europa, l’albergo più lussuoso della città, e l’ex-palazzo della Singer, oggi un grosso negozio di libri. Vediamo la Cattedrale Cattolica di Santa Caterina ed attraversiamo il fiume Moyka. Passiamo davanti al Palazzo d’Inverno con l’antistante colonna alessandrina e ci fermiamo nella piazza Birzhevaya, dove si trovano due colonne rostrate. Da qui vediamo emergere dalla Neva la punta dell’isola Vassiljevskij con la fortezza di S. Pietro e Paolo, il primo nucleo di San Pietroburgo.

Rimontati sul pullman, costeggiamo l’istituto di fisiologia dedicato allo scienziato russo Pavlov ed il Palazzo dei 12 collegi. Attraversiamo nuovamente la Neva su cui sono gettati 21 ponti apribili e percorriamo il lungofiume dell’Ammiragliato.

Ci fermiamo nella Piazza Sant’Isacco dominata dalla Cattedrale di Sant’Isacco, coronata da una gigantesca cupola centrale, costruita a partire dal 1818. Nel 1859 nel centro della piazza fu inaugurato il monumento equestre all’imperatore Nicola I. In lontananza si vede la Torre dell’Ammiragliato, fondato nel 1704 come fortezza e cantiere navale.

Costeggiamo la piazza con statua di Pietro il Grande a cavallo con serpente sotto gli zoccoli dell’animale, il Palazzo d’inverno ed il giardino d’estate. Passiamo accanto al Palazzo Mikhajlovskij, ora Museo d’Arte Russa popolare e ci fermiamo davanti alla statua di Aleksandr Puskin.

Scendiamo per vedere la Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato o Tempio della Resurrezione di Cristo. E’ una chiesa con 9 cupole eretta sulla riva del canale Gribojedov dove nel 1881 fu ferito a morte lo zar Alessandro II, liberatore dei contadini dalla servitù della gleba, da una bomba lanciata dal terrorista Grinevitskij. Fu costruita con offerte popolari e consacrata nel 1907. Nel timpano della facciata, un pannello in mosaico rappresenta scene del Nuovo Testamento.

A questo punto, percorrendo la Nevski Prospekt, ci dirigiamo verso la stazione dove ci attende il treno per Mosca.

Partenza Treno: Санкт-Петербург (Sankt Peterburg) 7 giugno2005 Arrivo Treno: Москва (Moskva) Arrivati a Mosca facciamo un giro della città sempre in pullman vedendo i tipici grattacieli staliniani. Arriviamo alla Piazza Rossa, il cui nome risale all’ottocento e proviene dalla parola “krasivaja” (bella).

A sinistra è delimitata dalla muraglia del Cremlino caratterizzata da numerosi torri tra cui la Torre Spasskaja con l’orologio, capolavoro di Antonio Solari. Fu fatta costruire da Ivan il Terribile per celebrare la vittoria sui Tartari. Sotto le mura si trova il Mausoleo di Lenin. A destra c’è il GUM (grandi magazzini statali) ed in fondo il Museo Storico di Stato (inaugurato nel 1883). Davanti a noi si erge imponente la Cattedrale dell’Intercessione o di San Basilio. Fu costruita nel 1555-1561 per volere dello zar Ivan il Terribile. E’ un complesso architettonico composta da 9 chiese poste su alti piedistalli. Otto di esse si raggruppano intorno alla più alta Chiesa dell’Intercessione. Nel 1558 fu aggiunta una cappella sulla tomba di un santo di nome Basilio e da qui deriva il secondo nome della cattedrale. Davanti alla cattedrale è stato eretto il Monumento a Kuz’ma Minin e Dmitrij Pozarskij (1818) in ricordo della liberazione di Mosca dai polacchi nel 1612..

Dalla parte opposta della piazza sono stati ristrutturati recentemente dei monumenti per ricreare un’immagine di Mosca antecedente agli anni del regime che aveva distrutto molti edifici. La Chiesa di Nostra Signora di Kazan’ è stata ricostruita nel 1994. Voskresenskie Vorota, porte d’accesso a Kitajskij Gorod, sono state ricostruite nel 1995.

Con il pullman costeggiamo il Cremlino ed arriviamo ad una postazione panoramica per vedere Mosca dall’alto e ripartiamo verso l’aereoporto.

Partenza Aereo: Москва (Moskva) Arrivo Aereo: Roma Nel viaggio di ritorno leggo le guide che ho comprato in viaggio ed in un batter d’occhio arriviamo a destinazione.

Come ho già detto per me è stato anomalo vedere questi luoghi seguendo l’itinerario costruito da qualcun altro con tempi veramente stretti. Tuttavia questo mi ha permesso di vedere luoghi incantevoli come l’isola di Kiži di cui non conoscevo l’esistenza, di scoprire posti densi di storia come Uglič e Goritzki, di apprezzare alcuni monumenti di San Pietroburgo e Mosca che sicuramente vorrei rivedere con i miei tempi.



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