Loira, Bretagna e Normandia su due ruote BMW di 3 di 3

6500 Km in moto per scoprire la Francia del nord tra incantevoli paesaggi e gastronomia
Scritto da: Elena Tarquini
loira, bretagna e normandia su due ruote bmw di 3 di 3
Partenza il: 31/07/2010
Ritorno il: 31/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
(…)continua

13° giorno (12/08): Saint Malò – Omaha Beach – Arromanches les Bains – Honfleur (≈300 km)

Di nuovo il sole bretone ci saluta stamattina e, dopo un’altra buonissima ed abbondante

Colazione di Evelyn, partiamo per la Normandia: prima tappa di oggi (160 Km) è Omaha Beach,

Una delle spiagge dello sbarco.

Appena arrivati, visitiamo il museo intitolato 6 Giugno 1944: qui vediamo innanzi tutto un filmato che racconta le fasi dello sbarco, con immagini originali e con commenti di sopravvissuti (veramente molto toccante!), poi procediamo con la parte dedicata ai reperti, alle armi e ai veicoli. Tutto è molto impressionante, peccato per i pessimi manichini piazzati qua e là, che fanno sembrare il tutto una ricostruzione per bambini. Dopo il museo facciamo due passi verso la spiaggia dove, oltre ad un monumento alla memoria, non rimangono altri segni visibili di quei tragici giorni.

Per pranzo ci spostiamo di qualche chilometro (anche perché gli unici due ristoranti del paese hanno prezzi fuori di testa) e troviamo, all’incrocio con la strada per Colleville, un simpatico ristorantino a conduzione familiare dove gustiamo dell’ottima cucina casalinga (“La Crémaillère” Saint Laurent sur mer).

Dopo pranzo ci spostiamo a Colleville sur mer, al cimitero americano. Esso sorge su una collinetta a ridosso sul mare, ed è composto da file interminabili di croci di marmo bianco, tutte rigorosamente parallele e divise per plotoni, con su incisi il nome, il grado e la data di morte. Sono più di 9000 ed il loro bianco accecante fa da contrasto all’erba verdissima del prato, al mare azzurro, al rosso e al rosa dei cespugli di rose e al cielo, che nel frattempo è diventato nerissimo, tanto che comincia a piovere. Ci spostiamo nella vicina Arromanches les Bains, un’altra spiaggia dello sbarco: qui, in mare, disseminati nel raggio di chilometri, ci sono enormi blocchi di cemento e ferro, che sono ciò che rimane dei ponti fluttuanti usati dagli Alleati per sbarcare dalle navi uomini e mezzi. La visita è abbastanza breve, in quanto, oltre a questo, non c’è praticamente altro da vedere, se non un altro museo dello sbarco che non visitiamo.

Ripartiamo quindi verso la nostra tappa finale di oggi: Honfleur. Il nostro albergo ( un “Etap” di gran lunga migliore rispetto ai B&B e soprattutto ai Premiere Classe), si trova praticamente in centro. Lasciamo quindi la moto e, dopo una doccia, andiamo a fare due passi. Honfleur è un vero e proprio gioiellino: il porto, circondato da splendide case (ormai trasformate in locali di ogni tipo) le stradine che si intersecano a formare la città vecchia, il ponte di Normandia che domina imponente non lontano dalla città e la foce della Senna. E’ veramente piacevole passeggiare qui e, anche se abbastanza affollata di turisti, non risulta essere troppo caotica: per cena, scegliamo un ristorantino un po’ fuori dal porto (come è immaginabile infatti qui i locali hanno prezzi più che turistici) e mangiamo un ottimo plateau di pesce ad un prezzo più che onesto (“Le Chat qui Peche” Place Arthur Boudin 5). Dopo cena facciamo ancora due passi nel borgo e nel porticciolo illuminati e poi andiamo a letto: domani ci aspettano le ultime tre tappe nell’Alta Normandia e poi cominceremo a scendere, iniziando il nostro viaggio di rientro.

14° giorno (13/08): Honfleur – Etretat – Fecamp – Rouen – Versailles (≈300 km)

Stamattina ci svegliamo con un cielo per lo più azzurro. Dopo colazione (con il buon vecchio cappuccino del distributore automatico), verso le 9 siamo in sella in direzione di Etretat. La piccola città di mare offre il suo spettacolo più bello dalla spiaggia: infatti è circondata da altissime pareti di falesia bianchissima, quella d’Aval a sud e quella d’Amont a nord. Il resto del paese possiamo definirlo carino e degno di una passeggiata, ma senza particolari attrattive, ad esclusione dello spettacolare Manoir de la Salamandre, del caratteristico mercato coperto e della (turistica) casa di Arsenio Lupin.

Proseguiamo quindi per Fecamp: non rimaniamo molto soddisfatti da questa cittadina, deserta e senza particolari punti di interesse, ad esclusione dei resti dell’antico palazzo ducale e della bella chiesa di Saint Etienne. Ci ripaga comunque il viaggio, la visita dello spettacolare Palazzo Benedettino, appena fuori città: lo visitiamo solo esternamente (sempre per mancanza di tempo) ma crediamo possa valere la pena una visita più approfondita.

Dopo un pranzo veloce sul mare, salutiamo l’oceano (che non rivedremo più in questa vacanza) e ci spostiamo nell’interno, verso Rouen. Questa grande città, al di là di un po’ di traffico, a nostro parere è da non perdere: parcheggiamo la moto sotto l’Hotel de Ville e la Chiesa di Saint Ouen. Questa grandissima chiesa, forse per le sue dimensioni, pensavamo fosse la famosa cattedrale di Rouen, dipinta in tanti quadri, ma solo perché ancora non avevamo visto quella vera… Facciamo due passi in direzione del centro storico e, quando ce la troviamo davanti, rimaniamo letteralmente senza fiato: esternamente è bellissima, soprattutto grazie alla sua facciata affiancata da due torri completamente diverse l’una dall’altra e alla torre-lanterna centrale che è la più alta di Francia (ben 151mt!), ma è suggestiva anche la visita interna. Bellissimi anche la torre con il Gros Horloge (che ricorda vagamente l’orologio di Praga), il palazzo di giustizia di stile gotico e la piazza del Mercato Vecchio, nella quale è stata posta un’altissima croce nel punto dove venne bruciata Giovanna D’Arco e dove sorge una modernissima chiesa (ovviamente anch’essa dedicata a S.Giovanna D’Arco) di una forma veramente particolare. Rouen ci ha proprio conquistati e, se non mancassero ancora 125 Km all’ultima tappa di oggi, probabilmente ci fermeremmo qui ancora un po’.

Ripartiamo quindi in direzione di Versailles. Causa stanchezza, ceniamo al “Buffalo Grill” (una catena di grill-house in classico stile americano) proprio di fronte al nostro albergo Premiere Classe: mangiamo delle ottime bistecche di bisonte ad un prezzo molto basso.

15° giorno (14/08): Versailles – Dijon (≈350 km)

Stamattina ci svegliamo con un po’ di pioggerellina, ma non ci spaventa assolutamente, anche perché dobbiamo fare veramente pochi chilometri (5) per la nostra unica tappa di oggi: Versailles. Decidiamo da subito di non visitare la reggia, lasciandola ad un prossimo viaggio a Parigi, per dedicarsi interamente al parco, al Piccolo Trianon e al Grande Trianon. Un consiglio: se dovete visitare il parco solamente, non fate l’errore come noi di mettervi in fila con quelli che devono acquistare il biglietto per la reggia, dato che i biglietti per il parco si acquistano all’ingresso del parco stesso e quelli per il Piccolo e il Grande Trianon ai rispettivi ingressi! Non solo: il parco è a pagamento solo nei giorni in cui sono attivi i giochi d’acqua (Les Grandes Eaux Musicales), ma se potete andateci proprio in quei giorni, merita!

Entriamo quando ancora non c’è molta gente, così possiamo goderci il parco con un po’ di tranquillità: intanto per fortuna smette quella odiosa pioggerellina e possiamo camminare senza ombrello. Verso le 10 comincia il primo spettacolo d’acqua: si tratta del Bacino dello Specchio, nel quale le fontane eseguono diverse coreografie sulla base musicale di J.P.Rameau. Soltanto dalle 11 alle 12 si accendono le altre fontane del parco e ci rendiamo conto subito delle differenza: tutto assume un fascino particolare, quasi fiabesco, complice anche la musica diffusa un po’ dappertutto. A mezzogiorno, quando vengono spente le fontane, ne approfittiamo per mangiarci un panino ai bordi del grande canale, e poi ci dirigiamo a piedi verso il Piccolo ed il Grande Trianon. Gli interni sia del Grande che del Piccolo Trianon non si rivelano particolarmente interessanti, forse per chi come noi ha già visto decine di castelli nelle ultime due settimane… Molto bello e particolare invece è il parco del Piccolo Trianon, dove esiste un intero villaggio-fattoria (con tanto di mulino, torre, latteria e sala scalda vivande), la rocca, il belvedere ed il teatro della regina, internamente davvero splendido. Rientriamo nel parco della Reggia per visitare le parti che ancora non avevamo avuto il tempo di vedere, e verso le 15:20 la nostra visita sarebbe conclusa. Ci accorgiamo però che dieci minuti più tardi verranno accese tutte le fontane del parco, anche alcune che non erano state accese la mattina: non ascoltiamo la stanchezza che nel frattempo comincia a farsi sentire e riprendiamo a girare, rapiti dagli spettacolari giochi d’acqua (tra i quali, secondo noi i più belli sono: il Boschetto delle Tre Fontane, il Bacino d’Apollo, il Bacino di Latona e la Sala da Ballo).

Lasciamo Versailles nel tardo pomeriggio, o almeno proviamo a farlo, in quanto troviamo molte difficoltà a capire come uscire dalla parte giusta, senza rischiare di finire nel traffico infernale di Parigi (un consiglio: se come noi non avete il gps, scaricatevi una piantina dettagliata il più possibile dei dintorni di Versailles con evidenziata la strada che dovete prendere!).

Arriviamo a Dijon verso l’ora di cena, dopo un viaggio/odissea attraverso un paio di temporali veramente forti. Qui comincia già ad imbrunire: non siamo più nel nord dove avevamo luce fino verso le 22… Troviamo subito l’albergo (un B&B proprio nel centro storico) e, dopo una rapidissima doccia, usciamo per la cena; ci dirigiamo nella zona del vecchio mercato, l’unica dove i locali sembrano aperti, e ci accorgiamo che qui ci sono solo ristoranti molto eleganti e soprattutto molto cari: non abbiamo voglia di cercare altrove e quindi scegliamo semplicemente fra di essi quello più a “buon mercato”. Dopo cena subito a letto: sono le 23, in giro non c’è veramente più nessuno ed anche i locali cominciano a chiudere.

16° giorno (15/08): Dijon – Annecy (≈300 km)

Stamattina sveglia più tranquilla: per la mattinata abbiamo in programma solo la visita di Dijon e poi il trasferimento ad Annecy. Fuori il cielo è grigio e piove abbastanza forte; sarà a causa di questo, o forse per il fatto che è Domenica mattina ed è Ferragosto, ma la città sembra totalmente deserta. Giriamo un po’ nel piccolo centro storico ma, scoraggiati dalla pioggia che non accenna a diminuire, non ci tratteniamo più di tanto: siamo sicuri che la città meriterebbe un po’ più di attenzione, anche perché non sembra affatto brutta (belli soprattutto i tetti a maiolica), ma questa volta non siamo stati troppo fortunati. Decidiamo di anticipare il trasferimento ad Annecy, sperando di trovare un tempo migliore: per strada non siamo decisamente fortunati, tanto che decidiamo verso metà percorso di fermarci a mangiare in un autogrill, anche per riuscire ad asciugarci un po’.

Arriviamo ad Annecy nel tardo pomeriggio e subito andiamo all’albergo per una bella doccia calda: questo Premiere Classe è molto più carino degli altri, con camera e bagno decisamente più grandi dei precedenti. Dalla finestra si vede Annecy, che appare subito molto carina, incastonata da splendide montagne. Qui sembra proprio di essere in Svizzera, e quando scendiamo in città ce ne accorgiamo meglio; anche la temperatura non è più quella che avevamo trovato nel resto della Francia: è Ferragosto, ma il termometro segna solo 13°C! Annecy comunque è davvero un gioiellino: sorge ai bordi del lago con intorno splendide montagne ed il suo borgo antico (dominato da un bel castello) si sviluppa lungo un canale, tanto che ricorda un po’ Venezia. Siamo letteralmente rapiti dalla bellezza del borgo antico, dove spiccano splendide case con portici animati da negozi e migliaia di locali, tutti strapieni. Scegliamo di mangiare in una creperie stile bretone, un po’ perché è uno dei pochi locali dove i prezzi sono “umani”, ma soprattutto perché è l’unica che per un tavolo ci fa aspettare solo cinque minuti (gli altri intorno ai 45/50): le gallettes che mangiamo sono davvero buone, niente da invidiare a quelle mangiate in Bretagna! (“La Bigoudine” Fauburg Sainte Claire 15). Terminiamo la serata facendo due passi lungo il canale che illuminato è ancora più bello.

Note NORMANDIA / VERSAILLES / DIJON / ANNECY

Soggiorno 12/08 : Hotel Etap HONFLEUR

Rue des Vases

HONFLEUR

Prezzo : 51€ a notte senza colazione

Soggiorno 13/08 : Hotel Premiere Classe VERSAILLES

Rue du Pont de Dreux

Saint Cyr l’Ecole

Prezzo: 41€ a notte senza colazione

Soggiorno 14/08: Hotel B&B Dijon Centre

Rue du Chateau 5

DIJON

prezzo: 49€ a notte senza colazione

Soggiorno 15/08: Hotel Premiere Classe ANNECY SUD

Route des Crueses 8Bis

Cran Gevrier – Annecy

Prezzo: 45€ a notte senza colazione

17° giorno (16/08): Annecy-Pistoia (≈650 km)

Il maltempo di questa mattina non ci permette di fare un nuovo giro nella graziosa Annecy e, dopo colazione, partiamo per il rientro a casa. Facciamo una tappa “tecnica” a Verres in Val d’Aosta (dove vi segnaliamo l’imperdibile ristorante “Omens”, 3km sopra il castello di Verres) e poi dritti a casa, sotto un sole caldissimo.

Un ringraziamento particolare alla nostra compagna di viaggio, che nel frattempo ha passato quota 100.000 km!

Note di fine viaggio:

Questi i nostri consigli per chi deciderà di fare un viaggio simile al nostro:

· Informarsi preventivamente su cosa c’è da vedere nei singoli posti che si decide di visitare: questo eviterà di soggiornare inutilmente in zone “morte”, ma soprattutto di vedere di corsa le zone più belle;

· Prenotare alberghi e chambre d’hotes prima di partire: è comodo, veloce, evita fastidiose perdite di tempo (gli alberghi in questo periodo sono abbastanza pieni) e soprattutto permette di limitare i costi;

· Gli alberghi come i “Premiere Classe”, “B&B”, “Etap”, ecc., vanno benissimo per soggiorni di una notte, in quanto sono abbastanza puliti, ma con stanze minuscole: per soggiorni più lunghi è preferibile scegliere le “chambre d’hotes”, dove oltre ad avere camere più grandi, è compresa anche una colazione normalmente con prodotti genuini e fatti in casa;

· Per quanto riguarda l’abbigliamento, ricordarsi di vestirsi a cipolla: la mattina è abbastanza fresco (intorno ai 13/14 °C) mentre il giorno, con il sole, si raggiungono anche i 25/26 °C (ma senza l’afa);

· Per i pranzi e le cene, avvalersi per lo più dei “menù” e delle “formules”, molto convenienti e abbondanti; chiedere sempre e solo acqua in caraffa, mai in bottiglia (costa più del vino!);

· La benzina è carissima, specialmente in autostrada (a volte anche 30 cent al litro in più rispetto all’Italia): rifornirsi nei distributori presenti in moltissimi dei centri commerciali, oppure cercare quelli a marchio “Elf” (i più economici in assoluto);

· Attenzione alle indicazioni stradali: i cartelli verdi in Francia indicano le strade normali, mentre i cartelli blu indicano le autostrade a pedaggio (al contrario rispetto all’Italia);

· Se rientrate in Italia dal Monte Bianco, specialmente se siete in moto, fate attenzione alla benzina: infatti in territorio Francese l’ultimo distributore è 10 km prima del traforo, mentre il successivo è circa 70 km dopo, vicino ad Aosta.



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