Israele, Giordania, Palestina: settimana backpacker tra luoghi di Cristo e panorami mozzafiato

Un viaggio tra Petra, Nazareth, Gerusalemme, Betlemme, Tel Aviv...
Scritto da: sav.cicala
israele, giordania, palestina: settimana backpacker tra luoghi di cristo e panorami mozzafiato
Partenza il: 30/03/2014
Ritorno il: 06/04/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Salve a tutti ragazzi! Ho pensato di scrivere questo breve diario di viaggio, sperando che possa offrire qualche spunto ed essere utile a chi ha in programma di visitare Israele, magari non avendo ancora le idee molto chiare.

Sinteticamente premetto che il tutto ha avuto inizio da una proposta buttata lì da un amico (Michele), che una sera mi confida la sua voglia di visitare la Terra Santa e di fare un viaggio con me. Mostratagli la mia disponibilità, il giorno dopo mi chiama per informarmi sui voli e da lì a dieci giorni eravamo in partenza. Nonostante il poco preavviso, siamo riusciti a studiare un itinerario che soddisfaceva le esigenze di entrambi (lui più orientato verso i luoghi di Cristo, io verso quelli storico/paesaggistici) e con nostra somma gioia (e tanto stupore) devo dire che siamo riusciti a rispettarlo appieno. Un grande aiuto è stato ad ogni modo fornito dalla guida “Lonely Planet”, che consiglio caldamente di acquistare (“Israele e i Territori Palestinesi, 5ª edizione, 25€).

Il viaggio avrà le seguenti mete: Petra, Eilat (mar Rosso), Ein Gedi (mar Morto), Tiberiade (compreso Cafarnao e Yardenit), Nazareth, Haifa, Gerusalemme, Betlemme, Tel Aviv.

Buona lettura! 🙂

GIORNO 1: Roma – Tel Aviv – Eilat

Volo (diretto) Easyjet (a/r 207€) con partenza da Roma Fiumicino alle ore 15:50 e arrivo a Ben-Gurion (aeroporto di Tel Aviv) alle 20:20 ora locale (un’ora avanti rispetto all’Italia). Nonostante siamo partiti con una ventina di minuti di ritardo, causato dal traffico aereo, siamo arrivati a destinazione in perfetto orario. Il controllo passaporti a Ben-Gurion si rivela un po’ lento, ma in un’oretta riusciamo comunque ad ultimare le pratiche. Qualora dovessero chiedervi (e lo faranno) il motivo del viaggio, siate spontanei e raccontate le mete che intendete visitare (magari dicendo che è un pellegrinaggio religioso… è un ottimo lasciapassare!). Di solito il timbro di Israele non viene apposto direttamente sul passaporto ma viene rilasciato un’apposita “cedola” cartacea, che dovete conservare fino all’uscita dal paese per il rientro in Italia. Se doveste notare la loro volontà di timbrare il passaporto, chiedete il rilascio della cedola, perché in futuro il timbro potrebbe tornare scomodo (alcuni paesi arabi, vedendo che avete visitato Israele, potrebbero negarvi l’ingresso nel loro territorio).

All’uscita dall’aeroporto, subito sulla sinistra, vi è una biglietteria in cui poter acquistare il biglietto per la stazione centrale dei treni (HaHagana); costa 16 NIS [circa 3,50€ (1 NIS = 4,7 €)] ed impiega quindici minuti. Acquistiamo il biglietto per il treno delle 22:17 (piattaforma 2) e nell’attesa notiamo con gioia che le banchine dispongono di prese elettriche e connessione Wi-Fi gratuita. Arrivati alla stazione centrale, ci dirigiamo alla “Central Bus Station” (uscendo, girate a sinistra e proseguite per circa 1 km; la destinazione è in un edificio sulla sinistra). Anche qui c’è il Wi-Fi gratuito e una serie di localini tipici (perlopiù Kebab). Compriamo (ma se potete, prenotatelo prima perché talvolta è affollato) il biglietto per Eilat: bus Egged n. 394 delle ore 11:59, uscita 602, prezzo 82NIS. L’autobus (che è un autobus di linea) è puntualissimo e pulitissimo e (udite, udite) dispone di Wi-Fi gratuito a bordo! Dopo aver fatto una sosta a metà percorso, arriviamo ad Eilat (confine con la Giordania) alle 4:30.

GIORNO 2: Eilat – Petra

Direttamente alla fermata prendiamo un taxi che ci porta al confine (un quarto d’ora, 20 NIS a testa). Un consiglio: il confine apre alle 6:30 quindi vi conviene trattenervi in un bar alla stazione degli autobus, perché alla frontiera non c’è veramente nulla e a quell’ora fa molto freddo!

Ad ogni modo… l’uscita dal paese è abbastanza tranquilla e sbrigativa (solo un paio di controlli del passaporto e le classiche domande di routine sul perché andate in Giordania), ma il visto per uscire costa 104 NIS e anche qui vi è il rischio che timbrino il passaporto.

[NB La moneta in Giordania è il dinaro giordano (1JD è pari a circa un dollaro), quindi sebbene sia frequente che accettino anche NIS o Euro, vi conviene cambiare un po’ di soldi direttamente al confine, giusto il necessario per arrivare a Petra. Il Money Exchange della dogana con 100 € vi darà 86 JD, ma se contrattate riuscite a farvene dare anche 90. A Petra, invece, il cambio arriva fino a 96 JD].

Per andare a Petra vi sono sostanzialmente due alternative: taxi dalla frontiera fino ad Aqaba e da qui si prende un minibus collettivo per Petra (soluzione più economica di quella che segue, ma non molto comoda per gli orari, perché i minibus partono solo quando si riempiono), oppure taxi, sempre dalla frontiera, con arrivo diretto a Petra. Il costo di questa seconda operazione è fisso ed è di 55 JD, indipendentemente dal numero di passeggeri; se potete, quindi, cercate qualcuno con cui dividere la corsa. 😉

Il viaggio per Petra dura circa due ore, con fermata intermedia (anche se non lo chiedete) in un Bazar/negozio di souvenir.

Alloggiamo in un albergo distante circa 1,5 Km dal sito archeologico, ma comunque al centro del paesino (Wadi Musa): il Saba’a Hotel (www.sabaahotel.com). Struttura molto minimal, ma con un ottimo rapporto qualità/prezzo: 22€ a notte per una camera doppia, colazione inclusa! [Altro preziosissimo consiglio: se potete, parlate direttamente con Gale (una ragazza inglese, riccia e castana) ed evitate Baker, che sebbene innocuo e a suo modo simpatico, è davvero un tipo strano: ricerca molto il contatto fisico ed ha la convinzione di saper parlare italiano, quindi vi ripeterà fino alla nausea delle frasi senza senso ogni volta che vi vedrà…].

Posiamo gli zaini in albergo e senza perdere tempo ci dirigiamo all’ingresso del sito archeologico di Petra. Il biglietto per entrare costa 90 JD se vi fermate in Giordania solo in giornata, cioè con rientro in Israele per dormire. Se invece (com’è preferibile, secondo me) decidete di dormire a Petra, il biglietto costerà 50/55/60 NIS a seconda che lo facciate per 1, 2 o 3 giorni. Vi consiglio di portare con voi una ricevuta della prenotazione dell’albergo, perché talvolta la chiedono per avere la certezza che dormiate in Giordania.

Sebbene l’ingresso non sia proprio economico, vi assicuro che vale assolutamente fino all’ultimo centesimo! Dopo aver percorso circa 1km lungo questo stretto percorso di roccia alta duecento metri (il “Siq”), si arriva al “Tesoro”… spettacolare! Da qui sentitevi liberi di ritagliarvi il percorso che meglio soddisfa le vostre esigenze. Noi siamo stati trasportati dall’euforia e dalla voglia di vedere tutto, e per fortuna (in 7-8 ore) siamo riusciti nel nostro intento, senza rinunciare a qualche sosta rigenerante presso i tanti chioschetti dei beduini che vivono lì, dove è possibile comprare souvenir, bere thè o fare una fumatina con loro. 😛

Verso le 19:30 usciamo dal sito (non c’è un orario di chiusura, ma è comunque consigliato uscire prima che faccia buio) e ci dirigiamo verso l’albergo, fermandoci a mangiare in un ristorante tipico che con 6 JD (bevande escluse) offre una discreta formula “all you can eat”.

GIORNO 3: Petra – Eilat – Ein Gedi – Gerusalemme

Sveglia alle 5:30 (massacrante!), colazione e alle 6:15 siamo pronti per tornare ad Eilat. Poiché il giorno prima avevamo chiesto a Gale di chiamare un taxi per portarci l’indomani al confine (35 JD), usciamo dall’albergo e ad attenderci (nooooooooo!) c’è proprio lui: Baker. Dopo circa due ore di massacranti conversazioni in pseudo italiano, arriviamo finalmente a destinazione. La procedura per il rientro in Israele è un bel po’ più lenta, rasentante il ridicolo: dopo il controllo al metal detector, sulla falsariga di quanto avviene in aeroporto, mi controllano manualmente lo zaino e si soffermano addirittura ad ispezionare le pagine di un libro che avevo con me (… mah! …). Ultimate queste pratiche, e pagata la tassa di uscita dalla Giordania (10JD), prendiamo un taxi (40 NIS complessivi) che ci porta in una delle tante spiagge di Eilat (lettino: 10 NIS, compreso soft drink). Dopo un bel bagno rigenerante sul mar rosso e un’oretta di relax, ci dirigiamo a piedi (circa 500 mt) alla stazione degli autobus, dove incontriamo Toby e Oliver, due ragazzi tedeschi che avevamo conosciuto al Saba’a Hotel. Dopo aver fatto i biglietti e mangiato qualcosa con loro, ci incamminiamo a prendere l’autobus, che ha come capolinea Gerusalemme (dove si fermeranno Oli e Toby), ma con fermata intermedia ad Ein Gedi (mar morto), dove scendiamo io e Michele. L’autobus è il n. 444, piattaforma 6, NIS 49,50. Il pomeriggio parte alle 14:15 e alle 17:00. Approfittando di questo doppio turno, decidiamo di prendere il primo così da arrivare ad Ein Gedi alle 17:10 e prendere poi la coincidenza del secondo da lì a tre ore circa. La fermata ad Ein Gedi è praticamente attaccata alla discesa in spiaggia, il che ci permette di fare un bagno in tutta calma nel mar morto, una doccia (gratuita), riposare e prendere una birra e qualche snack in un bar nei dintorni.

Tornati alla fermata dell’autobus, alle 20:00 vediamo arrivare il 444 per Gerusalemme (biglietto a bordo: 39,50 NIS) e un’ora e mezza dopo siamo al capolinea. Ci incamminiamo al nostro ostello, distante circa 1,5 km (c’è anche la possibilità di prendere il tram, unica linea, per 4 fermate; 6.90 NIS; corse ogni 2-3 minuti): l’Abraham Hostel. Questo ostello è davvero pazzesco e organizzato alla perfezione! Se riuscite, dormite qui almeno una notte. Un letto in camerata da 4 persone, con bagno e doccia privata, costa 90 NIS, comprensivo di colazione e di un soft drink da poter bere al bar della Hall. Ed è proprio qui che si crea l’incanto: un intero piano adibito a relax zone, dotato di una serie di divani per vedere la tv (maxischermo che quella sera trasmetteva la Champions League), angolo musica (con bonghi e chitarre a disposizione), bar con bancali e sgabelli stile Irish Pub, biliardino, biliardo e stanzetta con vari giochi di società. Passiamo un’oretta in questo ambiente molto giovanile e rilassante in compagnia di Oli e Toby (che scopriamo soggiornare nel nostro stesso ostello), dopodiché usciamo e ci addentriamo nel Suq (mercatino) “Mahane Yehuda”, fermandoci a mangiare sotto i porticati di un localino davvero grazioso, che con 69 NIS a persona ci serve deliziosi finger food e vino a volontà. Sazi, soddisfatti e stremati, ce ne andiamo quindi a dormire.

GIORNO 4: Tiberiade – Cafarnao – Nazareth

Sveglia alle 7:40, colazione e partenza alle 9:30 per Tiberiade (bus 962, piattaforma 20, NIS 44), con arrivo alle 12:20. Arrivati alla stazione degli autobus, sotto i porticati c’è una porta con una scala che scende: prendendo quella e uscendo poi sulla destra, si arriva sulla strada principale che percorrendola conduce sul lungolago. Una volta arrivati al molo, girando a destra e camminando per circa 1,5 km fiancheggiando il lago, si arriva ad un punto morto con una scalinata sulla destra; salendo e attraversando la strada, giungiamo all’Aviv Hostel, dove fittiamo due mountain bike (ricevendo in dotazione una catena con lucchetto e l’elmetto) al prezzo di 70 NIS ciascuna. L’idea originaria era di fare il giro di tutto il lago (circa 60 km), ma la strada non è in piano, quindi ci rendiamo presto conto di doverci rassegnare ad arrivare solo a Cafarnao (15 km) e tornare indietro. La nostra prima tappa è Tabgha (3 km prima di Cafarnao), dove visitiamo la Chiesa della Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci e la Chiesa del Primato di San Pietro, non senza concederci un succo di melograno (10 NIS) spremuto al momento nel giardino adiacente la Chiesa.

Riprendiamo le bici e ci immettiamo nel “sentiero Kinneret”, un percorso non asfaltato ma di facile e piacevole percorrenza, indicato con delle frecce dipinte su lastre di pietra posizionate lungo la strada; arrivati a Cafarnao, visitiamo il Monastero dei Dodici Apostoli e ci reimmettiamo sul sentiero Kinneret ritornando in direzione Tiberiade. Arrivati all’altezza di Tabgha, poco dopo la Chiesa della Moltiplicazione, ma sul lato opposto della strada, s’intravede un percorso non segnalato e abbastanza stretto e ripido, lungo circa 1km e in salita, che conduce al Monte della Beatitudini. L’alternativa è di proseguire lungo la strada e al bivio per Tiberiade tenere la destra, immettendosi su una strada asfaltata (meno ripida, ma comunque in salita) che dopo circa 3 km giunge parimenti al Monte delle Beatitudini. Nonostante la fatica non da poco per arrivarvi, ne vale assolutamente la pena. Purtroppo chiude alle 16:30 quindi bisogna affrettarsi. Dopo la visita della Chiesa e un po’ di riposo, allietati dalla quiete del posto e rinvigoriti da un po’ di mango secco acquistato in loco, ci incamminiamo nuovamente verso Tiberiade, arrivando intorno alle 18:00. Dopo aver consegnato le bici, conosciamo una coppia tedesca (Florian e Nataline) che aveva da poco fatto lo stesso, e sentendo che dovevamo andare a Nazareth ci offrono gentilmente un passaggio con la macchina che avevano noleggiato per spostarsi durante il loro viaggio. Durante il tragitto (di circa un’ora) scopriamo che avremmo passato la notte nello stesso ostello, e una volta lì ci viene addirittura assegnata la stessa camerata. L’ostello in questione è il Fauzi Azar: incantevole. Se l’Abraham Hostel di Gerusalemme sorprende per l’organizzazione e l’efficienza, questo ostello nazareno non può non stupire per il suo fascino architettonico! Un letto in dormitorio da 10 persone costa 93 NIS colazione inclusa, e li vale tutti. Dopo esserci un po’ riposati e aver riassunto le sembianze umane totalmente dimenticate con la sudata delle ore precedenti, facciamo un giro nel centro di Nazareth, trovando una macelleria con un’assortita varietà di carni e spiedini, che ci fiondiamo a farci cucinare e divorare. Trovata una bottiglia di vino rosso israeliano sulla strada del rientro, trascorriamo un paio d’ore in ostello, sorseggiandolo in compagnia di Florian e Nataline, e andiamo beatamente a dormire.

GIORNO 5: Haifa – Fiume Giordano – Gerusalemme

La sveglia suona imperterrita alle 7, e dopo una mezz’oretta ci troviamo alla Chiesa dell’Annunciazione e alla Moschea Bianca (vicinissime). Visitatele con tutta calma, ci spostiamo alla stazione degli autobus e prendiamo l’autobus per Haifa (n. 331, NIS 20, con corse ogni 20 minuti circa), dove arriviamo intorno alle 10. Direttamente dalla fermata si può prendere il bus n. 12 per i giardini Baha’i, o il n. 136 per il Monastero “Stella Maris” (entrambi 6,90 NIS). Vi consiglio di visitare prima i giardini, perché al termine della visita la strada per il Monastero sarà in discesa. In entrambi i casi, direi che il Monastero non vale sinceramente la camminata. I giardini Baha’i, invece, anche se forse sopravvalutati (patrimonio dell’Unesco dal 2012), sono comunque piacevolmente visitabili. Arrivati all’ingresso del giardino, sarà possibile ammirarli semplicemente dall’alto, da una piattaforma panoramica posta a ridosso della strada, oppure visitarli in gruppo insieme ad una guida che vi spiegherà, per sommi capi, anche i fondamenti di questa religione. Il tour può essere fatto in ebraico (alle 11:30) o in inglese (alle 12:00); è gratuito e dura 40 minuti, con possibilità, al termine della visita, di vedere un filmato di 15 minuti sulla storia del Bahaismo. Se decidete di andare al Monastero di Stella Maris, uscendo dai giardini dovrete girare a destra e proseguire sempre dritto (circa 2,5 km); dopodiché, o si prosegue lungo la strada per un altro paio di chilometri (in discesa), arrivando all’ingresso più basso dei giardini Baha’i, o risalite la stessa strada per circa 1 km e prendete l’autobus. In entrambi i casi, vi troverete nei pressi della colonia tedesca, dove sarà possibile prendere il tram per la stazione centrale degli autobus.

L’idea di partenza, a questo punto, è di spostarci a Gerusalemme, ma considerando che avevamo fatto prima del previsto, decidiamo di tornare a Tiberiade perché il giorno prima non eravamo riusciti a visitare la fonte battesimale (Yardenit), sul fiume Giordano. Prendiamo quindi il bus n. 430 delle 15:20 (piattaforma 13, NIS 25; corse ogni 30 minuti; durata: 1 ora) e a Tiberiade prendiamo il 28 (ma va bene anche il 26; entrambi 6,60 NIS) per lo Yardenit, dove assistiamo al battesimo di una sfilza infinita di fanatici religiosi! Tornati a Tiberiade dopo un’oretta e mezza, alle 19:20 saliamo sull’autobus 962 per Gerusalemme (44 NIS), dove arriviamo alle 22:00. Prendendo il tram e scendendo a “City Hole” (5 fermate), arriviamo a St. Mark Street, al “Citadel Youth Hostel” (che avevamo visto sull’autobus, grazie alla connessione Wi-Fi gratuita). Gli unici “posti” disponibili (50 NIS) per la notte consistono in dei materassini e coperte sparsi sul terrazzo di questo palazzotto molto suggestivo nel cuore della città vecchia di Gerusalemme. Siamo scettici, soprattutto in considerazione delle temperature basse e umide della notte, ma una volta saliti sul tetto per valutare la fattibilità della cosa, veniamo completamente rapiti dalla vista mozzafiato che si poteva ammirare, e in un batter d’occhio ci ritroviamo a dare i nostri passaporti all’albergatore per confermare la prenotazione. Prima di coricarci, però, ci concediamo un giro nei dintorni e andiamo a visitare il muro del pianto (gremito di ebrei in preghiera nonostante l’ora tarda!). Rientrati in ostello, soddisfatti e affascinati dal cielo stellato, ci abbandoniamo tra le braccia di Morfeo.

GIORNO 6: Gerusalemme

Risveglio non meno incantevole delle aspettative. Dopo una colazione fai da te alla luce del panorama gerosolimitano, prepariamo lo zaino e ci spostiamo all’albergo in cui alloggeremo stanotte e domani, il Palm Hotel (www.newpalmhotel.net), giusto fuori la porta di Damasco. Devo ammettere che gli ostelli e gli alberghi in cui abbiamo soggiornato finora non hanno assolutamente nulla da invidiare a questo, soprattutto considerando il prezzo (285NIS a notte a persona). La posizione, tuttavia, è ottima, in quanto semplicemente attraversando la strada, tramite la porta di Damasco, si entra nella Città Vecchia. Dopo aver fatto il check-in e posato lo zaino in camera, ci incamminiamo verso il Monte degli Ulivi, riuscendo poco dopo a scroccare un passaggio da un ragazzo che andava in quella zona. Arrivati sul Monte (completamente diverso da come ce lo aspettavamo, perché oramai è completamente pieno di case, alberghi, negozi e ristoranti), andiamo a visitare la Chiesa dell’ascensione (l’ingresso costa 5NIS ma sinceramente non credo valga la pena); nei pressi c’è anche la Chiesa del Pater Noster, che però non riusciamo a vedere perché chiude durante l’orario di pranzo. Proseguendo lunga la strada principale (in discesa), vediamo la Chiesa ortodossa dell’ascensione, la Tomba dei profeti, la Chiesa di Maria Maddalena, l’Orto del Getsemani e la Tomba della Vergine Maria. Ci dirigiamo quindi verso il Monte Sion (le distanze sono veramente brevi), dove visitiamo la Tomba di Re Davide, il Cenacolo e la Chiesa della Dormizione. Passando per la porta di Sion, ritorniamo nella Città Vecchia e percorriamo la via crucis, fino ad arrivare alla Basilica del Santo Sepolcro. Dopo essere tornati in albergo per riposare un po’ e rinfrescarci, scendiamo e ci dirigiamo nel quartiere cristiano, dove troviamo un ristorantino davvero grazioso, che serve anche birra (da notare, infatti, che i locali arabi non la vendono e quelli ebrei non la servono durante lo Shabbat). Dopocena, facciamo quattro passi dirigendoci verso la porta di Giaffa, quindi usciamo dalla Città Vecchia, camminiamo lungo le mura e passando accanto alla Porta Nuova arriviamo a quella di Damasco, per risalire infine in albergo, dove conosciamo dei ragazzi italiani (Michele, Hermes, Claudio, Alessandra e Bianca), simpatici all’inverosimile.

GIORNO 7: Betlemme – Herodium – Gerusalemme

Partenza con tutta calma (intorno alle 9:20) per Betlemme, in compagnia di Claudio, che chiede di unirsi a noi. L’autobus (n. 21, 8 NIS) parte dallo spiazzale adiacente l’albergo, ed impiega una quarantina di minuti. Arrivati a Betlemme veniamo avvicinati da una serie di tassisti che si offre di accompagnarti ovunque tu voglia andare in Palestina, fungendo anche da guida. La nostra idea è di visitare semplicemente la Chiesa della Natività e i murales di Banksy, quindi contrattiamo sul prezzo per questo piccolo giro (90NIS in totale: 6€ a testa), ma dopo esserci messi in viaggio, spinti dalla simpatia e dalla cortesia del tassista (senz’altro un abile uomo d’affari) e dalla bellezza delle foto dei posti che vuole farci vedere, ci convinciamo a visitare anche la Grotta del Latte, l’Herodium e lo Shepherd’s Field. Riusciamo a chiudere il tutto per 180 NIS totali, a cui però aggiungiamo, rientrando alla stazione degli autobus, 30NIS di mancia (del tutto meritata, considerando che durante il paio d’ore in sua compagnia ci ha portati in un panificio locale e ci ha offerto del pane appena sfornato, del caffè/thè in un posto che conosceva e soprattutto ci ha dato un paio di dritte che ci hanno permesso di evitare una lunga fila per entrare nella Chiesa della Natività).

Rientrati a Gerusalemme, girovaghiamo senza mete precise, godendoci gli ultimi momenti dell’accogliente clima dei Suq e acquistando qualche souvenir. Visita e preghiera al Santo Sepolcro e dopo aver comprato del Kebab per strada andiamo a mangiarlo nella Hall dell’albergo in compagnia di altri ragazzi.

GIORNO 8: Tel Aviv

Ahinoi ci siamo … Oggi si rientra in Italia.

Appuntamento alle 7:30 nella Hall dell’albergo con Hermes e Michele per andare a vedere il Monte del Tempio. Passando per la ormai conosciutissima Porta di Damasco entriamo nell’ancor più familiare Suq, fino a giungere alla Porta dei Mori, unico punto di ingresso al Monte per i viaggiatori che non professano la fede musulmana. La fila per entrare è abbastanza lunga, vuoi perché è domenica (il venerdì e il sabato non è, infatti, consentito l’accesso), vuoi perché c’è da passare attraverso il metaldetector, con tanto di controllo passaporto. Dopo un’oretta di coda, ci troviamo finalmente nello spiazzale in cui si ergono la Moschea Al-Aqsa e la “Qubbet al-Sakhra” (Cupola della Roccia), che purtroppo però si possono ammirare solo dall’esterno (di recente, infatti, e contrariamente a quanto avviene per la visita di tutte le altre moschee, è stato stabilito che solo i musulmani possono accedervi). Resta, ad ogni modo, una tappa da non mancare.

Rientrati in albergo e sistemato lo zaino, andiamo alla stazione degli autobus e partiamo per Tel Aviv (Bus Egged n. 405; NIS 19). Gli autobus, soprattutto di domenica, sono molto affollati, ma le corse sono frequenti. Arrivati dopo circa un’ora, prendiamo il bus n. 8 (ore 11:27, 19 NIS) per Giaffa. Visita alla città vecchia e a piedi ci dirigiamo verso le spiagge, perlopiù gratuite e ben tenute, con i grattacieli che, sullo sfondo, la fanno da padrona. Se riuscite a trascorrere una notte qui, credo ne valga la pena perché diversi amici che ci sono stati hanno detto che è una città molto viva e accogliente.

Dopo esserci rilassati qualche ora nel terzo e ultimo mare di Israele (in cui, per solidarietà nei confronti del Mar Rosso e del Mar Morto, non potevamo non tuffarci), raggiungiamo la stazione dei treni di HaHagana, prendiamo il treno delle 16:00 per l’aeroporto di Ben Gurion e facciamo rientro a Roma, andando a ritirare la macchina al parcheggio AltaQuota2, che consiglio vivamente perché oltre ad avere prezzi molto competitivi (8 giorni ci sono costati 25€), dispone di un comodo servizio navetta che vi accompagna al Terminal e vi riviene a prendere non appena, scesi dall’aereo, li chiamate per comunicare il vostro arrivo.

È tutto. Spero che questo diario di viaggio possa in qualche modo esservi utile e, soprattutto, spero di non avervi tediato troppo con la lettura, che ho cercato di rendere il più fluida possibile.

Rimanendo chiaramente a disposizione per qualsiasi dubbio e/o chiarimento, vi saluto lasciandovi un ultimo consiglio, donatomi da un pellegrino lungo il percorso di Santiago e risultato per me indispensabile: lasciate semplicemente scorrere il vostro viaggio, facendo tesoro di tutto quello che ha da offrirvi.



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