In Germania tra Ulm e Augsburg

Breve tour in auto fuori dalle principali mete turistiche
Scritto da: RosaLuca
in germania tra ulm e augsburg
Partenza il: 01/11/2017
Ritorno il: 05/11/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Quattro giorni in Germania fra Ulm e Augsburg

Appassionati di Germania, già visitata in numerosi viaggi precedenti direi quasi in lungo e in largo, decidiamo di fare una breve puntata in macchina, approfittando del ponte dei Santi, mirata a rivedere due città che avevamo visto solo di passaggio e tantissimi anni fa (in totale 1663 km).

Mercoledì 1 novembre 2017: Forlì – Ulma (Ulm) Km 783

Partiti da Forlì alla mattina prestissimo, autostrada via Brennero (30,50 € x 2, più la Vignette per l’Austria da 8,90 € una tantum per 10 giorni e il ponte Europa da 9 € x 2), poi in Germania le autostrade sono free. Passata Monaco di Baviera dirigiamo verso Stoccarda sulla A8 e arriviamo a Ulma (Ulm) nel primo pomeriggio.

Mettiamo la macchina nel parcheggio sotterraneo Salzstadel, a due passi dalla piazza della Cattedrale e dal nostro albergo che raggiungiamo velocemente. Abbiamo prenotato da Booking scegliendo come sempre una location centrale per non dover usare mezzi pubblici e poter visitare tutto passeggiando. Più centrale di così! Dalla finestra tocchiamo praticamente il famoso campanile più alto del mondo, 161 metri, stupendo ed affacciato su una piazza immensa! L’Ulmer Münster Hotel, in Münsterplatz 14, 77 € a notte la doppia con prima colazione a buffet in classico stile tedesco, cioè con ogni ben di dio, è piccolo, come pure le stanze, e senza ascensore, ma pulito e in posizione fantastica. Per cui lo consigliamo assolutamente. Appoggiato il mini bagaglio partiamo di volata e andiamo subito a vedere il museo del pane, Museum der Brotkultur. Audioguida in italiano (caso raro!) e oggetti e documenti veramente vari e interessanti sulla storia del pane, ma anche sulle tradizioni di panificazione tedesche, delle corporazioni e del tipico brezl. Inoltre diversi pezzi importanti dell’antico Egitto, oltre a quadri di Picasso, Dalì, Brughel, Chagall e altri, sempre sul tema “pane”.

Usciti facciamo una ricognizione sugli orari dell’ufficio del turismo e dell’ingresso alla torre e scendiamo verso il Danubio a cercare il Fischerviertel, il famoso quartiere dei pescatori per cui Ulm è conosciuta oltre, appunto, al campanile. Incomincia a fare buio, le luci della case graticciate e irregolari affacciate sui numerosi corsi d’acqua con ponticelli, salici, la ruota di un mulino e numerosi ed accoglienti locali sia caffè che ristoranti danno l’impressione di entrare nel paese delle fate. Ancora addobbi ricchi di zucche colorate e le foglie autunnali rendono l’atmosfera veramente unica. Passeggiamo fino ad arrivare alla casa più storta del mondo, la Schieferhaus, trasformata in albergo, che sta incredibilmente in piedi aggettante sull’acqua. Percorrendo le stradine acciottolate arriviamo alle mura che affacciano sul Danubio con ampia passeggiata e raggiungiamo il Rathaus del 1370 completamente affrescato, con un orologio astronomico del 1580, enorme e stupefacente.

Si è fatta ora di cena e scegliamo il Gaststätte Krone, il locale più antico della città. Decidiamo di assaggiare subito gli spatzle, tipici gnocchetti che sono la caratteristica della cucina di questa zona. In controtendenza, pur venendo dalla Romagna, amiamo molto la cucina tedesca anche per le presentazioni dei piatti, spesso unici, e per l’uso di senape, cren, crauti, cetrioli in agrodolce, che ci piacciono molto insieme alle ottime birre!

Altra passeggiata per tornare in albergo, molti locali pieni di gente e di giovani e tanta gente per strada.

Giovedì 2 novembre 2017: Ulm

Dopo colazione facciamo una prima ricognizione nella bellissima piazza in attesa che apra l’ufficio turistico alle 9.30. E’ localizzato in una candida struttura ultramoderna, la Stadthaus (Casa della città) che funge da luogo culturale per convegni, mostre, ma anche dotata di bellissimo bar e negozi, il contrasto con la piazza è strano ma bello e certo gli spazi sono così vasti che non disturba un tocco di modernità. A fianco anche una incredibile stazione di Polizia all’interno di un vecchio magazzino in mattoncini e con torrette. Tempo bellissimo, da non credere.

Prendiamo tutte le informazioni soprattutto per localizzare le due statue dedicate a Einstein, che qui è nato, sull’orario del Museo che chiude alle 20 essendo giovedì, sulla salita alla torre e sulle altre cose che vorremmo vedere.

Si sono fatte le 10 e entriamo in chiesa, non senza aver ammirato l’incredibile e gigantesco portale principale. Se fuori appare gigantesca dentro non è da meno: immensa! Stupende vetrate e cappelle. Paghiamo il biglietto per entrare al campanile e consci dei nostri limiti fisici e dell’età (130 anni in due!) temiamo il peggio: 768 gradini a salire e ovviamente a scendere! Ce la faremo? Si arriva a 143 metri di altezza sotto all’ultimo pinnacolo. Partiamo con calma contando mentalmente e sostando più o meno ogni 50. Ci sono due tratti da circa 250 gradini che servono solo a salire mentre la discesa è sull’altro lato della torre. Gli ultimi 200 e rotti invece sono proprio nella guglia e quindi ci si incrocia con coloro che scendono, sono anche i più duri perché ormai la fatica si sente. Tutti i gradini sono a chiocciola strettissima e con finestrature traforate che portano spifferi tremendi quindi si suda per la fatica ma bisogna stare coperti compreso il cappuccio per le folate di vento. La vista è impagabile e vale assolutamente la fatica. Fieri di noi stessi aggiungiamo questo campanile a tutti quelli e alle varie torri che abbiamo salito a piedi nei nostri viaggi, è uno delle nostri rituali, quando si può salire si sale!

La discesa comunque non è da meno, le gambe quando si arriva giù sono di legno ma un bel riposino seduti in chiesa ci ristora.

Anche perché, essendoci il sole, andiamo a ripercorrere di giorno la zona del Fischerviertel per vedere bene stradine e case e per fare la passeggiata sopra le mura con vista sul Danubio. Arriviamo alla Torre dei macellai con bellissimo tetto di ceramica colorata da cui risaliamo fino al Rathaus che visto di giorno con i colori brillanti sotto la luce del sole è veramente mitico. Proseguiamo con una discreta scarpinata fino ad un’altra porta, la Ganseturm, vicino alla quale si trova la Zeughaus (armeria) con l’originale statua che riproduce la famosa faccia di Einstein che fa la linguaccia. Accanto, in un muro dell’edificio, una pietra e sotto la scritta Ein Stein (una pietra appunto!). Torniamo passando accanto ad altre 2 chiese enormi che non visitiamo perché siamo stanchi e affamati e ci fermiamo, in pieno centro, alla birreria Barfusser, un locale grandissimo ma molto accogliente con enormi serbatoi in rame della birra di loro produzione e i tavoli divisi da piante di luppolo. In una zona pane e wurstel preparati a vista. Veramente bello. Rifocillati andiamo a visitare la Biblioteca cittadina, accanto al Rathaus, una piramide di cristallo a 5 piani dove ci commuoviamo per la meraviglia e il concetto che sta dietro ad un investimento di questo tipo pubblico in pieno centro. A piano terra salottini per la lettura e ovunque scaffali con libri, riviste, CD, DVD , numerose postazioni di computer e al centro una scala a spirale rossa con all’interno l’ascensore in vetro. Così per tutti i piani e nell’ultimo, nel vertice della piramide, un piccolo caffè con poltroncine e una vista spettacolare sul campanile e sul Rathaus che sembra quasi di toccare con mano. Varie persone sedute sorseggiano in silenzio un the, un caffè leggendo un libro o una rivista (ce ne sono tantissime esposte), molti sono anziani e l’atmosfera è di quelle da non uscire più! Il fatto che sia tutto in vetro fa sì che ci sia molta luce e che si abbia la sensazione di essere proprio in mezzo alla città. Scendiamo nel sotterraneo per usufruire del bagno e scopriamo una zona tutta dedicata allo scambio di libri con una cassetta dove mettere un obolo libero per concorrere all’acquisto di nuovi libri da parte della biblioteca.

Usciti percorriamo una delle strade pedonali più belle della città, la Hafengasse. tutta casine a punta con colori pastello e bei negozi. Ripassiamo dalla piazza della chiesa per dirigere dalla parte opposta della città seguendo un’altra bella strada pedonale (la pedonalizzazione delle città in Germania è sempre vastissima) che è la Banhofstrasse che porta appunto alla Stazione vicino alla quale si trova l’altro monumento dedicato ad Einstein nel luogo dove sorgeva la sua casa natale. Niente di particolarmente interessante, una struttura geometrica in marmo piuttosto insignificante. Nella strada invece numerosi caffè con i tavolini esterni e vari negozi fra cui una bellissima libreria. Ovunque moltissima gente che passeggia.

Dirigiamo all’Ulmer Museum che si trova nella Markt platz, Accanto al Rathaus dove entriamo prima della chiusura per vedere la famosa macchina volante di Berblinger (il “sarto volante di Ulm”), una sorta di ali tipo pipistrello con imbragatura in cuoio appese nel cortile del municipio, bellissimo e chiuso da un tetto di vetro. L’effetto è affascinante, anche perché le ali sono a righe bianche e rosse e l’idea che questo personaggio le abbia indossate per tentare il primo volo in assoluto (1811) è emozionante. Una sorta di precursore del deltaplano che ricorda molto l’aereo a forma di ali di pipistrello di Clement Ader che si trova nel Musee des Arts e Metiers di Parigi.

Entriamo finalmente nel museo facendo però il biglietto semplice e non quello “combi” che include anche il museo d’arte moderna Weishaupt (un altro incredibile edificio moderno con la parete principale formata da vetro e da una gigantesca installazione luminosa che riproduce la silouette del campanile), vogliamo infatti vedere solo la famosa statuetta zoomorfa dell’uomo-leone di cui parla la guida. La statuetta più antica esistente al mondo! Non possiamo perderla!

Nel museo ci sono moltissimi altri elementi interessanti, soprattutto di arte medievale, ma quando arriviamo alla statuetta ci rendiamo conto che è veramente un pezzo incredibile: alta circa 30 cm, fatta di avorio di mammut, ha circa 40.000 anni, espressione unica dell’arte del paleolitico. E’ una figura umana con testa leonina in posizione eretta ed è stata ritrovata praticamente sbriciolata in una caverna nei pressi di Ulma nel 1939 e poi con alterne vicende e infinita pazienza ricostruita come un puzzle. L’avorio è molto scurito, per via del tempo passato nella grotta, e mancano dei pezzi ma la suggestione è forte. Nella sala dove è esposta in una teca è ben illustrata tutta la storia del ritrovamento e della ricostruzione.

Dal museo un ponte sospeso sulla strada principale del centro funge da collegamento col museo d’arte moderna. Facciamo il ponte principalmente per vederlo ma poi, essendo tutto aperto, attratti entriamo nell’edificio supermoderno, in stile Moma e subito vediamo una serie di Andy Warhol, Haring, Basquiat ma ci becca un guardiano e non avendo il “combi” gentilmente ci rimanda indietro! Pentiti usciamo e si è fatta ora di cena.

Decidiamo di chiudere la serata al la cantina sotto il Municipio, Ratskeller. Posto molto carino anche questo, birra fantastica e stasera proviamo i Maultaschen, piatto tipico di questa zona. Sono dei ravioloni ripieni di carne che possono essere preparati in svariati modi, io prendo quelli arrosto con una salsa ai funghi. Molto buoni! Soddisfatti ci facciamo un’ultima passeggiata, domani ripartiamo e ci dispiace.

Adocchiamo ancora un po’ di passeroni giganti sparsi ovunque in città e una pasticceria che ci era sfuggita con ogni sorta di dolci e cioccolatini a forma di passero. Peccato, li avremmo comprati.

Chiudo il capitolo Ulma con la leggenda del passero: si dice che mentre si stava costruendo la cattedrale alcuni operai non sapevano come far entrare lunghi tronchi di legno, adagiati di traverso su un carretto, dalla porta della costruzione, e stavano addirittura pensando di demolirla per permetterne il passaggio. In quel momento videro un passero che stava costruendo il suo nido in un pertugio strettissimo e che portava un ramoscello in bocca, per farlo entrare girò semplicemente la testa e lo mise in diagonale ed entrò. Colpiti dalla “genialata” del passero girarono i tronchi per il lungo ed entrarono! Da qui fu costruito un enorme passero di pietra con un rametto in bocca e messo sul tetto della cattedrale. Ora però si trova in una teca di vetro all’interno e i passeri sono riprodotti in dimensioni anche gigantesche un po’ in tutta la città.

Dimenticavo, in tutta la zona centrale funziona il wifi free della città di Ulma.

Venerdì 3 novembre 2017: Ulm – Biberach an der Ris – Wiblingen – Augusta (Augsburg) Km 171

Colazione, recupero della macchina, partenza verso Biberach an der Ris: oggi ci spostiamo ad Augusta, ma essendo molto vicina decidiamo questa breve deviazione per vedere questa graziosa piccola città. La vera attrazione è la gigantesca statua dell’asino composto di corpi umani dedicata alla stupidità dell’uomo. L’asino è legato al primo romanzo satirico in lingua tedesca “Storia degli Abderiti” scritto da Wieland nel 1781 che riporta una disputa dovuta all’ombra di un asino che portò quasi ad una guerra: “Abdera è ovunque”.

Caffè nella piazza con case graticciate, bel municipio e bella chiesa. Vediamo anche la Torre bianca (simile alla torre del guardiano di Ravensburg), ma evitiamo la salita per via che abbiamo ancora i postumi del 768 gradini di ieri!

Riprendiamo in direzione Augusta per un’altra sosta all’Abbazia di Wiblingen (oggi in parte sede della facoltà di Medicina dell’Università di Ulma). E’ di una imponenza straordinaria. Fondata nel 1093 ha poi avuto una serie di vicende e numerosissimi rimaneggiamenti. Visitiamo i cortili, il giardino e la chiesa abbaziale monumentale dedicata a San Martino: bellissima con una facciata austera con due enormi torri.

Tornati sulla A8 arriviamo ad Augusta, fondata sotto Augusto nel 15 a.c., una delle città più antiche della Germania, anzi la seconda dopo Treviri (anni fa l’abbiamo visitata e la Porta Nigra ci è rimasta nel cuore) e dirigiamo spediti al centro. Il nostro albergo è l’Hotel Augusta in Ludwigstrasse 2, decisamente più costoso di quello di Ulma, 103 € a notte la doppia con prima colazione a dir poco pantagruelica, ma anche molto più lussuoso, forse anche troppo per i nostri standard abituali. La stanza è d’angolo, immensa, tutta finestrata con vista sulla città. Difettone galattico i cuscini di piuma enormi che però si appiattiscono completamente appena ci si appoggia… io che a casa dormo con due cuscini “normali” la vedo dura! Qui addirittura, oltre ad un wifi super funzionante ci sono anche ben quattro canali tv italiani!

La macchina però deve essere messa in un parcheggio a pagamento a pochi metri dall’hotel. Costa 8 € ogni 24 ore. Ci sembra pochissimo. Ovviamente sotterraneo.

Usciti dall’hotel si attraversa la strada e si è già in piena area pedonale a pochi minuti dalla piazza del municipio. A fianco del Rathaus la Perlach Turm ha chiuso proprio il primo novembre! Quasi quasi siamo contenti altrimenti avremmo dovuto salire i circa 200 gradini e siamo ancora provati da ieri! In origine era una torre di guardia/avvistamento ma poi è stata aggiunta una piccola chiesa dedicata a san Pietro con il dipinto della Madonna che scioglie i nodi; la curiosità è che due volte al giorno, alle 11 e alle 17, dopo aver suonato le ore, il campanile suona musiche di Mozart.

La piazza su cui si affaccia e da cui parte la Maximilianstrasse è grandissima e stanno già montando le casine del mercatino di Natale. Al centro enorme fontana di Augusto già coperta per l’inverno (come in pratica tutte le altre numerose fontane che abbiamo visto sia a Ulma che qui ad Augusta.

Decidiamo di portarci avanti col lavoro e visitiamo subito il municipio, capolavoro dell’architettura rinascimentale, o meglio la sua famosa “Sala d’oro”.

E’ mozzafiato: soffitto e portali sono ricoperti di 2,6 kg di lamine d’oro, l’immenso soffitto privo di colonne era in origine sostenuto da catene agganciate a una struttura del sottotetto. I decori e i dipinti del soffitto sono allegorici e tutti riferiti alla Sapienza che doveva ispirare le decisioni della Dieta che qui si riuniva. Inoltre i due lati portano immagini a fronte di 8 imperatori pagani e 8 cristiani ognuno con un motto che li rappresenta. Dalle finestre, visto che è posizionata in alto, bellissima vista sulla piazza e sulla Maximilianstrasse.

Una breve passeggiata ci porta al Maximilian Museum dove, nel cortile interno, sempre coperto da splendida struttura in vetro in stile Bellona di Bruxelles, ci sono gli originali delle tre mega fontane di Augusto, Ercole e Mercurio. Adesso capiamo perché hanno coperto per l’inverno le fontane ma lasciato fuori le statue…sono copie! Ovviamente in questo splendido cortile uno splendido caffè!

Ci facciamo poi l’Ufficio del turismo per le solite informazioni sulle cose che ci possono interessare e prenotiamo la cena in una cantina super tipica e accogliente tutta volte e pietra proprio sotto il Rathaus (scale a scendere e salire ma vale la pena), Per fortuna perché in pratica sono già quasi pieni!

Sempre in zona centro e pedonale andiamo alla chiesa di S.Anna dove ci attira un museo (gratuito) detto Scala di Lutero. Nelle stanze di questo ex convento soggiornò infatti Martin Lutero nel 1518 in occasione del processo indetto per la discussione delle sue 95 tesi con il “Caetano”. Tutto questo è ben documentato in questo piccolo ma molto interessante museo. Nella Chiesa la Cappella funebre dei Fugger e tre dipinti di Cranach il vecchio.

Ci rimane ancora il tempo per andare alla Chiesa dei Santi Ulrico e Afra, lontanuccia: tocca fare tutta la lunghissima Maxilmilian, ma è talmente bella, imponente con tutta la sequenza di residenze restaurate coi tetti appuntiti e i colori pastello e la leggera curvatura che le mette in bella prospettiva che la passeggiata non è pesante.

La Chiesa è enorme con campanile a cipolla e affiancata dalla cappella di S.Ulrico che è laterale, l’insieme ha una foggia veramente originale. Sorge sul luogo del martirio della santa Afra avvenuto nel 304 dopo Cristo e la sua tomba è nella cripta. L’interno è stupefacente per il disegno dei costoloni delle volte che formano decori a rete, a stelle, sempre diversi e sempre più complessi e fitti man mano che ci si avvicina agli altari.

Da non perdere i tre altari tardo-rinascimentali, capolavori di Johannes Degler, quello centrale dedicato alla natività e i due laterali a Santa Afra e Santo Ulrico. Sono veramente imperdibili per enormità, raffinatezza, perfezione, mai vista una cosa del genere!

Bellissimo anche il pulpito del ‘600 in legno grezzo di rovere.

In fondo alla navata principale una superba, grandissima e raffinatissima cancellata in ferro battuto che crea illusione di profondità con decori e arcate, forgiata nel 1700. Usciamo a malincuore da questo luogo inaspettatamente così ricco e suggestivo e ripercorriamo la Maximilian controllando gli orari del Schaezlerpalais che visiteremo domani.

Ci infiliamo per una strettissima stradina laterale in discesa che porta ad un quartiere pieno di corsi d’acqua, locali, stradine e piazzette acciottolate molto animato e caratteristico e di cui la guida non parla. Piacevole sorpresa!

Fra una cosa e l’altra si è fatta ora di cena e scendiamo le numerose scale (polpacci ancora indolenziti) per la cantina. Anche questo è ovviamente il Ratskeller, direi più bello e caratteristico di quello di Ulm. Ci sediamo e stasera ci facciamo il Flammkuchen, tipico della Renania-Palatinato e del Baden-Wurtenberg, che è un impasto sottilissimo coperto di una crema a base di panna acida e erbe, cipolle e pancetta e cotto in forno. E’ rettangolare e viene servito su una pala di legno già tagliato a quadratoni (l’avevo assaggiato la prima volta ad Heidelberg, ma si trova tranquillamente anche a Berlino). Può essere assimilato ad una sorta di pizza nordica! Ottimo. In abbinamento ci facciamo anche dei piccoli salsiccini con i crauti (simili a quelli di Norinberga), una mega Schnitzel e ancora un altro tipo di birra, sempre Weizen (o Weiss), cioè di grano maltato, e hefe, cioè coi lieviti in sospensione, cioè quasi uno yogurt! In una nicchia della cantina vengono proiettate foto stupende di città del mondo con skyline particolari e subito notiamo l’inquadratura classica all’imbrunire della Speicherstadt di Amburgo dove siamo stati solo un mese fa. A parte ciò questa cosa soft e molto suggestiva da una senso di “mondo bello” veramente piacevole.

Chiudiamo con un Eiscaffè. Soddisfatti ultima passeggiata digestiva e a letto nella stanza faraonica con cuscino orribile!

Sabato 4 novembre 2017: Augsburg

Tempo ancora bello. Che fortuna! Colazione stupenda talmente ricca che mangiamo troppo, salmone e prosecco compresi! Tanto anche oggi si camminerà di brutto. Solo manca l’aringa, strano! Anche se in giro i mitici panini alla Bismark si trovano anche qui.

Decidiamo di andare subito al Duomo “bicefalo”, romanico-gotico, che rimane laterale un po’ in disparte rispetto al centro storico vero e proprio. Non ha dunque facciata principale, è lungo 113 metri e ha comunque un bel campanile. Notevole la cripta romanica, gli affreschi, le 4 pale di Hans Holbein il Vecchio, ma la cosa più particolare sono 5 antichissime vetrate del XII secolo, le più antiche della Germania e fra le prime in Europa, che rappresentano 5 figure di profeti. Fuori dalla chiesa numerosi bellissimi reperti di epoca romana, alloggiati sotto una tettoia e con cartelli con le descrizioni. Intorno ampio giardino. L’insieme è molto suggestivo.

Dopo una sosta in un enorme e fornitissimo supermercato bio dove si trovano le cose più incredibili, dirigiamo con una discreta passeggiata alla Fuggerei, forse l’attrattiva più turistica di Augusta. Fondata nel 1521 da Jakob Fugger il Ricco per i cittadini di Augusta di fede cattolica caduti in povertà ma non usciti dalla retta via, è il più antico insediamento di edilizia popolare-sociale del mondo tuttora abitato e funzionante. Si tratta di 67 case con 140 appartamenti (piano terra e primo piano con ingressi indipendenti affiancati) affittati tuttora per 0,88 € all’anno, cioè l’equivalente di un fiorino renano. Si entra da uno dei portoni pagando un biglietto per l’accesso e si percorrono le stradine su cui si affacciano le case tutte di colore giallastro e molte ricoperte di edera. A disposizione dei visitatori anche una piccola guida che indica le cose più interessanti e che è disponibile anche in italiano. Due abitazioni sono predisposte per la visita: una con arredi e sistemazione originaria e annesso piccolo museo storico, l’altra con la sistemazione attuale. Sono tutte abitate e si vedono le persone entrare e uscire tranquillamente, molti sono anziani. Il piano terra ha un giardinetto con ricovero attrezzi mentre il primo piano ha una soffitta. Al centro all’incrocio delle stradine una classica fontana. Nel giardino che occupa un angolo del quartiere, peraltro tutto circondato da mura e portoni e che alla sera viene chiuso (ricorda un po’ i beghinaggi del Belgio) una statua di Fugger, il banchiere mecenate, e l’accesso al bunker sotterraneo utilizzato durante la guerra. Si visita anche questo e presenta un’interessante raccolta di documenti fotografici e oggetti sulla guerra, sulle condizioni in cui era ridotta la Fuggerei e sulla ricostruzione. Direi che questa visita è stata realmente molto interessante.

Ripercorriamo la zona dei canali con tutte le stradine e i ponticelli e identifichiamo anche il ristorante che volevamo provare e prenotiamo già per la cena visto che è sabato sera e che il posto è piccolo e molto rinomato. Facendo tutte vie traverse che toccano anche la casa di Bertold Brecht, che però decidiamo di non visitare prima di tutto perché abbiamo poco tempo, poi perché l’audioguida non c’è in italiano e più che altro perché durante il liceo mi beccai una rappresentazione di Madre Coraggio in lingua che mi ha lasciato il segno (come direbbe Fantozzi…). Entriamo invece a Palazzo Schaezler, Museo di raccolte d’arte ospitato in uno dei palazzi più belli di Augusta. La facciata principale che dà sulla Maximilian è stretta mentre il palazzo si sviluppa in una insospettabile lunghezza, più di 100 metri nella laterale Katharinengasse, tutti percorsi dalla galleria del barocco tedesco con scenografico effetto. All’interno accogliente bar e bellissimo giardino. Il palazzo ha inoltre una sala da ballo rococò stupenda. Incappiamo in una serie di 3 coppie di sposi che stanno facendo il reportage fotografico per il loro album matrimoniale nelle sale del palazzo. Collegato al palazzo senza soluzione di continuità l’antico convento di Santa Caterina restaurato nella parte della chiesa tutto in bianco candido e ospitante la galleria di stato dei vecchi maestri tedeschi, ovvero la Bayerische Staatsgalerie: l’obiettivo principale della nostra visita. Oltre al palazzo stesso e alla complessa struttura unificata e collegata splendidamente, la cosa più meritevole infatti è il famoso ritratto di Fugger eseguito da Durer (per chi non l’ha vista la casa di Durer a Norimberga merita una visita). Effettivamente un vero gioiello. Oltre a Durer sono presenti anche Cranach, Holbein e bellissime pale d’altare.

Usciamo veramente soddisfatti e, visto che il sole è caldo e proprio di fronte c’è un bel bar coi tavolini all’aperto invitanti ci sediamo per una birretta ristoratrice proprio sotto la fontana di Mercurio!

Riposati facciamo un’altra bella camminata fino alla grande Sinagoga che ovviamente, essendo sabato, è chiusa! Qui paghiamo lo scotto di non averci pensato ieri: avremmo potuto farci la Sinagoga e Sant’Anna invece oggi. Proprio un vero peccato. Ci picchiamo sempre di essere organizzati ma stavolta abbiamo toppato. Torniamo verso il centro per darci al mero passeggio del sabato pomeriggio osservando la gente e i negozi, sotto il portico di St Moritz una serie di piccoli stand di cose da mangiare carinissimi. Poi anche qui, a fianco del mercato cittadino, una splendida e nuovissima biblioteca pubblica, non originale come quella di Ulm, ma cubica e sempre in vetro.

Torniamo nella zona del Maximilian Museum perché avevamo adocchiato un bel bar per il caffè pomeridiano in un bellissimo locale in palazzo storico, si chiama infatti Anno 1578, con uno zerbino all’ingresso a dir poco toccante: “Schön dass Du da bist”, cioè “Bello che tu sia qui”. A fianco le ciotole con acqua e croccantini per i cani. Anche questo un posto che merita. Continuiamo poi il nostro giro per negozi e stradine, altre sosta in zona Perlach Turm alle 17….è proprio vero, le campane suonano brani di Mozart! Continuiamo fino alle vecchie mura della città e ala Vogelturm, fossato con acqua e enorme ruota di mulino. Da questa torre si accede nuovamente alla zona di canali e stradine sotto al Rathaus. Raggiungiamo così il Bauerntanz (Ballo del contadino), locale in stile baita bavarese con cameriere molto teutoniche in costume. Carinissimo!

Ultima cena con ancora spatzle, canederli e arrosto con funghi, tutto ottimo con accompagnamento di una birra speciale Häsle, coniglietto, con tanto di grazioso animaletto sull’etichetta. Ultima passeggiata e ci prepariamo per la partenza, domattina si torna e vogliamo partire molto presto perché è previsto brutto tempo.

Domenica 5 novembre 2017: Augsburg – Forlì Km 709

Super colazione e andiamo al parcheggio ancora chiuso da serrande e senza personale. Si entra con il biglietto, si paga e si esce con apertura automatica. Comodissimo. Viaggio di ritorno liscio anche nella zona del confine fra Germania e Austria dove all’andata c’era una certa coda. Peccato, tornare a casa è sempre bello, ma nello steso tempo c’è già voglia di ripartire!

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Municipio di Ulma

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Vista dal campanile di Ulma

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Cattedrale di Ulma

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Maximilianstrasse Augusta

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Statua di Einstein Ulma

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unicipio e Paerlach Turm Augusta



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