Il mio viaggio… sotto casa
PRIMO GIORNO: parto perciò dal MUSEO ARCHEOLOGICO, dove trovo un plastico in legno, che mi illustra com’era Milano a quel tempo: c’era tutto quello che un luogo della romanità doveva avere: le terme, l’anfiteatro,il circo…Scopro con meraviglia che quest’ultimo si trova proprio qui e nel cortile interno del museo mi appare ancora quasi intatta una torre del circo! All’interno del museo si trovano altre sezioni interessanti,oltre quella romana, come quella greca o etrusca.
Nella parte dedicata ai Romani ci sono due capolavori:la coppa Trivulzio, un calice di vetro con una rarissima e particolarissima lavorazione a reticolo e la patera di Parabiago, un grande piatto in argento massiccio, in cui è rappresentato il trionfo di Cibele, su un carro trainato da leoni, circondato da molteplici personaggi.
Uscendo dal museo non posso fare a meno di entrare nella chiesa adiacente, l’ex convento di S.Maurizio, detto “la Cappella Sistina di Milano”, il cui chiostro è diventato il cortile interno del Museo Archeologico.È una chiesetta affascinante, completamente affrescata, apparentemente piccola ma…Mi aspetta una sorpresa: in fondo a sinistra scopro un passaggio che mi porta…In un’altra chiesa , la controparte riservata alle monache di clausura,che, non potendo stare a contatto con I fedeli, ascoltavano la messa da questa parte e facevano la comunione tramite uno sportellino comunicante! Proseguo il mio giro ripercorrendo la zona che delimitava il Circo Massimo, per rendermi conto della lunghezza che doveva avere, perciò seguendo la via dietro il monastero mi ritrovo poi in Via Circo,appunto, dove si vedono ancora dei tratti di mura del circo (fra Via Brisa e Via Luini).
Da qui mi dirigo verso quello che era il Foro, dove convergevano il cardo e il decumano, le due arterie principali della struttura viaria romana.Oggi è occupato dal palazzo della Biblioteca e Pinacoteca Ambrosiana e dalla chiesa di S,Sepolcro.
L’Ambrosiana merita sicuramente una visita, anche solo per ammirare la famosa “canestra di frutta”del Caravaggio o il grandioso cartone preparatorio della “scuola di Atene” di Raffaello, per non parlare del “codice atlantico”: gli appunti di Leonardo riuniti in questi grossi quadernoni.
Nella vicina piazza Edison i sotterranei del Palazzo della Borsa dei Valori nascondono i pochi resti del Teatro Romano, che si possono visitare gratuitamente, ma è necessaria la prenotazione.
SECONDO GIORNO:oggi inizio il mio giro dalla piazza della Basilica di S.Lorenzo Maggiore: davanti alla chiesa si ergono la statua di Costantino Imperatore, copia in bronzo dell’originale conservato a Roma e le colonne dette di S.Lorenzo, 16 colonne romane con capitelli corinzi, appartenenti sembra a un tempio o a una villa dei dintorni; le colonne rendono veramente suggestiva la piazza, soprattutto di sera.
Mi accingo a visitare la basilica, anche se l’interno a prima vista è deludente, perchè la chiesa è stata in gran parte ricostruita, avendo subito vari crolli e incendi, ma era originariamente rivestita di marmi e mosaici; ebbe una grande importanza, essendo una delle prime basiliche paleocristiane e racchiude un tesoro: la cappella di S.Aquilino, alla quale si accede attraverso un portale romano, parte forse di un’entrata del circo o di una villa, finemente scolpito. La leggenda dice che il sarcofago posto nella cappella contiene le spoglie di Gallia Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio. La cappella è arricchita con due mosaici bizantini dorati e nasconde un segreto: dietro alla magnifica urna d’argento e cristalli di rocca che contiene le spoglie di S.Aquilino c’è una scala che conduce a un sotterraneo, costruito con blocchi di pietra provenienti probabilmente dal vicino anfiteatro romano, smontati e riutilizzati per costruire nuovi edifici, com’era d’uso all’epoca.
Prima di allontanarmi voglio ammirare meglio la basilica dall’esterno: quello che è rimasto di originale si distingue per il caldo colore rosso dei mattoni; si nota l’imponenza di questa chiesa anche facendo un giro intorno al perimetro: dietro la basilica si apre piazza della Vetra, un luogo di triste memoria, poichè vi venivano giustiziati i condannati.
A questo punto torno alle colonne di S.Lorenzo , supero la porta medioevale, che si affacciava un tempo su uno dei Navigli che circondavano la città e mi dirigo verso il Parco dell’Anfiteatro Romano, verso la Via Arena, naturalmente.Qui un tempo eravamo in piena campagna e infatti l’arena era posta all’esterno delle città per motivi di sicurezza ( potevano scappare le bestie o potevano esserci rivolte di gladiatori…) Arrivo al Parco dell’Anfiteatro e mi dirigo subito all’esterno, nel giardino; so già che non troverò molto, poichè sono rimaste solo le fondamenta dell’anfiteatro, ma nel guardarle immagino come doveva essere quando nell’arena entravano i gladiatori…
All’interno il museo è piccolo, ma carino, con la ricostruzione dell’arena milanese,dell’armamentario dei gladiatori e presenta i risultati delle indagini archeologiche condotte nel quartiere.
La mia visita nell’antica Mediolanum è finita, ma non smetto di fantasticare e immagino di essere una matrona romana, che alla fine della giornata non vede l’ora di recarsi… Alle Terme!