I misteri dell’Isola di Man

Autonoma quasi indipendente, celtica, con una bandiera con trìscele, come quella siciliana! Viaggio alla scoperta di una piccola nazione tra le meno conosciute d’Europa!
Scritto da: Andrea Bonfitto
i misteri dell'isola di man
Partenza il: 01/05/2019
Ritorno il: 05/05/2019
Viaggiatori: 1
Spesa: 500 €

Isola di Man: qualcuno ne ha sentito parlare perché a inizio giugno vi si celebra la famosa corsa motociclistica del Tourist Trophy. Spenti però i riflettori, ci si dimentica nuovamente della sua esistenza. Eppure quella mannese è una delle nazioni più antiche e misteriose d’Europa, che vale assolutamente la pena di scoprire!

L’Isola di Man, che conta poco più di 83.000 abitanti, distribuiti su 572 km2, si trova nel mezzo, tra Irlanda, Scozia, Inghilterra e Galles. Eppure, a differenza della ben più lontana Gibilterra, l’isola non fa parte del Regno Unito, pur riconoscendo la Regina d’Inghilterra quale Capo di Stato, proprio come accade per altre nazioni indipendenti, quali ad esempio il Canada, l’Australia o la Nuova Zelanda! L’attuale Regina Elisabetta II, però, sull’Isola di Man non porta il titolo di Regina, bensì di Lord (Signore) di Man.

Per poterla raggiungere da Roma, il modo più economico è quello di prenotare un volo low cost Ryanair da Ciampino verso l’aeroporto di Manchester, e quindi di proseguire per l’isola con uno dei voli della Flybe, proprio come ho fatto io! Acquistando il biglietto con notevole anticipo, personalmente non ho speso più di 120 € tra andata e ritorno!

L’Isola conia proprio denaro: la sterlina mannese, che però non ha corso legale nel Regno Unito, per cui va cambiata con sterline britanniche al momento di uscire dal Paese! Di conseguenza, Man emette anche propri francobolli, e presso gli uffici postali è possibile acquistarli confezionati in appositi raccoglitori destinati ai collezionisti!

Per quanto riguarda il pernottamento, la mia scelta è ricaduta sulla Seaview Guest House a Douglas, la capitale: pulita, economica, colazione abbondante, a pochi passi dalla fermata del bus diretto da/per l’aeroporto! Il pass turistico GoExplore, acquistabile al porto dei traghetti, permette di utilizzare senza limiti per 3 giorni interi tutti i mezzi di trasporto pubblico (bus per la Capitale e per la costa ovest, treni a vapore per il Sud e tram elettrici per il Nord). Ci sono due tipologie di pass, con o senza biglietti di ingresso ai monumenti. Se volete entrare nei castelli e nei musei, vale la pena acquistare il secondo tipo di pass!

LA LINGUA MANNESE

La misteriosa lingua dell’Isola di Man è il mannese (il suo nome è in questa lingua “Ellan Vannin”). Appartiene al gruppo delle lingue celtiche, per cui è molto simile ad esempio all’irlandese e al gallese, ma possiede comunque proprie peculiarità sia grammaticali che lessicali. Un bel souvenir da portare a casa potrebbe essere proprio il corso di lingua mannese, corredato di cd per la corretta pronuncia, edito dalla Manx Radio Productions. Sorprende la profonda differenza che separa questa lingua dall’inglese. Ad esempio, l’Inghilterra viene chiamata “Solstyn”, l’Irlanda “Neryn”, la Scozia “Nalbin”, e il Galles “Bretin”. Come se non bastasse, se l’Inghilterra è Solstyn, la lingua inglese è però chiamata “Baarle”, se l’Irlanda è definita Neryn, la lingua irlandese è però chiamata “Yernish”, e così via, creando non poca confusione! Un’espressione che conviene imparare è il buongiorno: “Moghrey Mie!” e il grazie! “Gura Mie Ayd!” (a voi, plurale) oppure “Gura Mie Eu!” (a te, singolare) …per lo meno stupirete simpaticamente qualcuno!

MAN SOVRANNATURALE

Come in altre culture nordiche, anche in quella mannese sopravvivono leggende e credenze legate alla realtà geografica locale e agli antichi culti dell’area.

Innanzitutto fate molta attenzione, durante la visita, a non farvi ammaliare dalla “ben varrey” (la “donna del mare”, versione mannese delle sirene). Delle creature dette “buggane” potrebbero all’improvviso cogliervi di sorpresa e cambiare dimensioni e forme per terrificarvi, lanciandovi persino pesanti massi di roccia addosso, se li avete disturbati nel loro territorio. Le creature femminili “lhiannan-she” potrebbero insistere perché uomini si innammorino di loro, e così via…

Una delle leggende sulla creazione dell’Isola di Man vuole che una fortissima scossa di terremoto avesse fatto affiorare una nuova terra, che i celti chiamarono Mann, dal nome di Manannan dio del mare, soprattutto per via della continua coltre di fitta nebbia che la nascondeva dalla vista delle imbarcazioni in transito, nebbia che si forma tuttora, a causa della differenza di temperatura tra il terreno fertile e soleggiato dell’isola e le acque gelide che lo circondano. Effettivamente la caduta di una gigante meteorite potrebbe aver colpito la terra in quel punto, provocando un cataclisma, e questo racconto potrebbe essere nient’altro che la versione popolare di un importante avvenimento realmente accaduto, tramandato oralmente di generazione in generazione. Che non sia invece un lontano ricordo del meteorite del Cratere di Kaali, con l’omonimo laghetto, in Estonia, di cui ci ha parlato anche la Syusy a proposito del Meteorite Iperboreo?? Effettivamente, di crateri lì in zona ce ne sono in realtà ben 9, datati tra i 4000 e i 7600 anni fa! Mistero…

Man veniva anche considerata la “Tir Na Nog” delle leggende celtiche, ovvero l’”Isola dell’Eterna Giovinezza”, abitata da genti che non conoscevano il processo di invecchiamento, i Tuatha De Dannan, allontanatisi precedentemente dall’Irlanda, per cui l’isola aveva la proprietà magica di nascondersi da quanti transitavano lungo le sue coste. Chi vi arrivava per caso era soggetto ad un incantesimo che impediva di ricordare loro dove fosse ubicata.

IL MISTERO DELLA BANDIERA CON TRISCELE

La misteriosa bandiera, rossa con triscele, o triskelion, al centro, che tappezza letteralmente l’intera isola, ricorda moltissimo la trinacria (triscele con al centro una testa femminile, o gorgoneion) sulla bandiera della Regione Siciliana! Come mai? Innanzitutto occorre capire come nasce la triscele. Essa è composta dal numero 3, importantissimo in matematica, perché numero primo divisibile soltanto con sé stesso, e viene associata all’antica cultura celtica, ma vi sono prove della sua riproduzione presso altre culture precedenti, tra le quali miceni e nativi del Nord America.

Le prime rappresentazioni risalgono addirittura a oltre 5000 anni fa, nella Contea di Meath, in Irlanda. Ciò la renderebbe più antica, ad esempio, di Stonehenge o delle Piramidi! La Triscele di Meath è rappresentata con tre spirali, al centro di una camera, provvista di un’apertura che la illumina al solstizio d’inverno! Tutto ciò fa pensare che la triscele sia ben più di un semplice elemento decorativo! Effettivamente, la triscele era anche uno dei due simboli (l’altro era il tridente) che rappresentavano Manannan mac Lir (ovvero Manannan figlio del mare!), il leggendario protettore dell’Isola di Man, che da lui prese nome!

Nel 500 a.C. la triscele compare invece sullo scudo di Achille, su di un vaso ora conservato al Museo di Boston, negli U.S.A. L’Iliade, composta attorno al 750 a.C., descrive lo scudo di Achille come contenente, tra le altre cose, terra, cielo e …mare! Probabilmente, dunque, la triscele sarebbe la rappresentazione dell’intero universo! Con Achille, la triscele viene rappresentata per la prima volta con tre gambe, e non più con tre spirali. Nel 315 a.C. la nuova versione della triscele appariva sul conio della città di Siracusa, in Sicilia, stavolta con al centro il viso di Medusa, o, per alcuni, di Persefone, quella che è poi diventata la trinacria sulla bandiera della moderna Regione Siciliana. Le gambe sono quelle del dio Mercurio, associato al dio celtico Lugus, che alcuni esperti considerano un dio trino, per cui ne era appropriata la rappresentazione attraverso una triscele! Questo legame tra Mercurio e Lugus sopravvive ancora oggi sull’Isola di Man: il trofeo al vincitore del Tourist Trophy è…una statuetta del dio Mercurio!

Mi viene daccapo in mente quanto spiegatoci dalla Syusy in merito al Meteorite Iperboreo.

Ho accennato prima ai Crateri di Kaali, in Estonia…ricordate?? Ebbene, sempre sull’isola estone di Saaremaa, dove si trovano questi crateri, c’è un altro luogo abbastanza singolare: una chiesetta medievale, la Chiesa di Karja… dove, tra i vari dipinti (medievali) vi è… una triscele! Praticamente identica a quella di Man! Soltanto che qui le tre gambe hanno tre calzature differenti tra loro. Sarà un caso?? Che ci fa la triscele proprio qui, a nemmeno 17 km dai crateri?? E se davvero lo scudo con triscele di Achille dipinto su quel vaso a Boston fosse un ricordo del proprio passato… estone??! E se poi dall’Estonia la triscela ha raggiunto l’Isola di Man attraverso il Baltico ed il Mare del Nord, e contemporaneamente la Grecia attraverso il Dnepr??! Mistero…

Interessante notare come tuttora gli shintoisti giapponesi utilizzino una variante della triscele, detta “mitsudomoe”, per rappresentare l’uomo, la terra e il cielo. Anche i buddisti tibetani fanno uso di una triscele, detta “gankyil”, ovvero il “cerchio della felicità”, per rappresentare l’energia primordiale, composta dal Buddha (colore rosso), dal Dharma (gli insegnamenti, colore blu) e dal Sangha (colore giallo: la comunità degli illuminati). La triscele si è poi dunque trasformata nella Trinità della Chiesa Cattolica. Si potrebbe quindi affermare che essa, da simbolo del sole, si è poi trasformata nel corso dei millenni in una rappresentazione della divinità trina. Anche la svastica, simbolo di purezza e buona sorte presso gli induisti, di cui abusò Hitler, sembra derivasse dalla più antica rappresentazione del sole, e che, con le sue 4 gambe, sia connessa alla rappresentazione a tre gambe della triscele.

Oltre all’influenza celtica, l’Isola di Man ha subito anche l’influenza dei norreni, e quindi dei vichinghi, presso i quali pure vi era una rappresentazione trina molto simile alla triscele, detta i “tre corni di Odino”, simboli di saggezza, apprendimento e capacità poetica.

È interessante notare come, secondo una leggenda, il dio norreno Baldr (o Balder), figlio di Odino e Frigg, associato a gioia, pace e agli effetti benefici del sole, si spense a metà estate, per cui in quel periodo venivano accesi dei fuochi, a simboleggiare la sua pira funeraria. Dei cerchi di fuoco venivano dunque gettati per tradizione a mezza estate lungo il crinale delle colline, a simboleggiare il declino del sole, e dal concetto della corsa del sole nacque il simbolo della triscele di Man.

Secondo un’altra leggenda, la triscele sarebbe simbolo di quello che noi oggi chiameremmo un disco volante! Al tempo della classe sacerdotale dei Druidi, dei pescatori fecero naufragio presso una delle spiagge dell’Isola di Man. Mentre se ne stavano raccolti attorno al proprio fuoco, apparve improvvisamente tra le nubi un grande disco ardente con tre gambe unite tra loro al centro, che prese a sorvolare su di loro tra la nebbia, prima di fluttuare sulla scogliera e sparire nell’entroterra. I marinai considerarono questa apparizione come auspicio del loro scampo, e le tre gambe in fuga divennero simbolo di fortuna. Semplice caso di delirio o di allucinazioni??

È nel 1266 che la triscele mannese così come la conosciamo noi oggi, con le tre gambe rivestite da un’armatura da cavaliere, completa di speroni, divenne simbolo ufficiale dell’Isola di Man, in sostituzione della nave vichinga, rappresentata in precedenza (i due simboli erano comunque già entrambi conosciuti ed utilizzati). Ciò avvenne nel 1266 per decisione del sovrano Alessandro III di Scozia, che prese in mano il controllo dell’isola, la cui moglie era…sorella di Enrico Re di Sicilia! La versione attuale della bandiera mannese risale al 27 agosto 1971.

Si può dunque affermare che la triscele sia nata tra i popoli del Nord, famosi per il loro stretto legame con il mare, e che tramite i loro spostamenti, essa si sia quindi diffusa anche nel Mediterraneo, che sia stata dunque adottata dalla Sicilia quale simbolo della propria terra, e che da quest’ultima abbia poi preso nuovo vigore sull’Isola di Man. Gran bel viaggio, vero?!

LA CAPITALE: DOUGLAS/DOOLISH

Coi suoi quasi 28.000 abitanti, Doolish (mannese) o Douglas (inglese) si estende per ben 3 km lungo la costa che abbraccia l’omonima baia.

Da non perdere innanzitutto la passeggiata nelle prime ore del mattino sul lungomare, quando la spiaggia è il regno di migliaia di gabbiani. L’alta e la bassa marea, inoltre, modificano notevolmente il paesaggio, per cui vale davvero la pena ritornarci anche di sera!

Centinaia di trisceli decorano ogni angolo della città: dai lampioni dell’illuminazione pubblica, alle targhe automobilistiche, dalle ringhiere delle abitazioni alle insegne dei negozi!

Piacevolissima è la passeggiata della parte meridionale del lungomare. Si passa davanti ad un bel giardino pubblico, all’Orologio del Giubileo, del 1887, fino ad arrivare al porto, di fronte al quale è possibile ammirare, su di uno scoglio, detto Isola di Santa Maria, la Torre di Rifugio, del 1832, costruita come riparo per i marinai vittime di naufragio.

Il centro storico è sede di moltissimi istituti bancari, dato che l’Isola di Man è un paradiso fiscale, per cui sono tantissime le società, soprattutto inglesi, che qui aprono un conto corrente. Bello il canale che porta alla Stazione Ferroviaria, da dove è possibile proseguire con dei treni a vapore verso il sud dell’isola.

Con una piacevole passeggiata a piedi è possibile raggiungere il notevole Museo Mannese (Manx Museum), il cui ingresso è gratuito. Il museo traccia le vicende dell’isola sin dalla preistoria, fino ad arrivare ai nostri giorni! La Galleria d’Arte al suo interno commemora le sofferenze dovute all’occupazione nazista. Una sezione del museo, invece, mette a disposizione delle cornette tipo da telefono fisso, attraverso le quali è possibile ascoltare delle conversazioni in lingua mannese: davvero interessante! La sezione di storia naturale, invece, espone, tra le altre cose, un gigantesco scheletro di balena appeso al soffitto, e un esemplare imbalsamato di Gatto dell’Isola di Man (Kayt Manninagh in mannese), privo di coda, a causa di una mutazione genetica casuale avvenuta nel XVIII secolo!

A nord del lungomare troverete invece la stazione del tram elettrico che vi porterà verso nord!

LA RUOTA DI LAXEY/LAKSAA

Prendo proprio il tram elettrico, per poter raggiungere, con questo mezzo davvero singolare, la località di Laxey/Laksaa. Questo bellissimo villaggio di circa 1700 abitanti nacque nel XIX secolo attorno alle miniere di piombo, delle quali è possibile visitare una parte!

Pezzo forte della cittadina è la Grande Ruota di Laxey/Laksaa, costruita nel 1854 per estrarre acqua da un pozzo, ed è coi suoi 22 mt di diametro la ruota di questo genere più grande del mondo. È possibile raggiungerne la cima attraverso degli scalini metallici, per poter quindi godere di ampie vedute sulla verdissima valle circostante.

Non lontano, verso il centro del paesino, si trova un’altra ruota più piccola, la Ruota d’Acqua della miniera di Snaefell (quest’ultimo è il nome della cima più alta dell’isola, alta 621 mt, non distante da qui, raggiungibile con una linea secondaria del tram elettrico).

Da non perdere è la visita ai Laxey Woollen Mills (mulini di lana), dove è possibile assistere alla produzione dei tessuti attraverso un telaio a pedali!

Poco fuori dal centro abitato è situata la Tomba di Re Orry (King Orry’s Grave), luogo di sepoltura preistorico, formato da due aree archeologiche tra loro vicinissime ma separate dalla strada.

IL CORSO DELLA STORIA A CASTLETOWN/BALLEY CHASHTAL

Dedico la mia seconda giornata alla scoperta della parte meridionale dell’Isola di Man. Stavolta prendo il trenino a vapore che mi porterà per prima cosa a Castletown/Balley Chashtal, non lontano dall’aeroporto.

Anche qui, nonostante il numero esiguo di abitanti (3100 anime), i luoghi da visitare sono vari e notevolissimi da un punto di vista storico!

Innanzitutto occorre assolutamente visitare il Castello di Rushen (Castle Rushen). L’imponente maniero venne edificato nel XVIII secolo, e presenta ancora intatta l’atmosfera medievale al suo interno, grazie alla ricostruzione degli arredi. Stupende le vedute dalla cima delle sue torri!

Quando Castletown/Balley Chashtal era capitale dell’Isola di Man, la House of Keys ne è stata il Parlamento dal 1821 al 1874. Tuttora in funzione, è visitabile durante le pause tra le varie riunioni amministrative locali.

Il terzo luogo, davvero singolare, è il Museo Nautico, sede per ben 200 anni della scialuppa Peggy, ora rimossa per restauri. All’interno dell’edificio è la ricostruzione della cabina di pilotaggio di una nave da guerra dell’epoca del Capitano Nelson. Dalla terrazza belle le vedute sul porto e sul castello.

IL SUD: PORT ERIN/PURT ÇHIARN E PORT SAINT MARY/PURT LE MOIRREY

Il mio viaggio prosegue dunque fino al capolinea del mio trenino a vapore. Raggiungo così la pittoresca Port Erin/Purt Çhiarn, che conta circa 3.400 abitanti.

La principale attrazione turistica dell’abitato è il suo Museo Ferroviario, che conserva vecchi vagoni all’interno di un capannone, i registri di inizio XX secolo con le annotazioni del traffico ferroviario locale, ed illustra la storia del traffico ferroviario sull’isola attraverso dei tabelloni.

Vado quindi a piedi, con una bella passeggiata di almeno 4 km, fino all’abitato di Port Saint Mary/Purt Le Moirrey, di appena 2.000 abitanti. Qui non ci sono molte cose da fare. Ci sono molte meno persone in giro, e il porticciolo tra le rocce regala un senso di profonda nostalgia.

Piacevolissimo il ritorno in trenino a vapore, che ferma anche qui.

GLI ALBORI: PEEL/PURT NY HINSHEY

Decido di passare la mia terza giornata sulla meno urbanizzata costa occidentale dell’isola di Man. Raggiungo quindi in autobus la cittadina di Peel/Purt Ny Hinshey, che conta circa 4.300 abitanti. Questa si rivelerà di gran lunga la località più interessante del mio viaggio!

La prima cosa che faccio è arrampicarmi in cima alla collina ad ovest del canale, per ammirare delle vedute mozzafiato sull’Isola di San Patrizio, sulla quale vi sono i resti del castello, e sull’intero centro abitato, all’altro lato della Marina del Porto: un’esperienza indimenticabile! Il profumo dell’erba, lo stridore degli uccelli marini e le coste irlandesi in lontananza renderanno questo momento davvero magico!

Peel/Purt Ny Hinshey è stata la prima capitale dell’Isola di Man, fino al 1344, quando il Re di Mann decise di trasferirsi a Castletown/Balley Chashtal, visitata il giorno precedente.

La cittadella che si estende in cima all’Isola di San Patrizio, raggiungibile attraverso un ponte, è qualcosa di eccezionalmente bello! I resti della Cattedrale di San Germano, il camminamento di ronda ancora percorribile, la Torre Circolare: tutto riporta la mente del visitatore in un’altra dimensione storica!

Il suo bel porticciolo è davvero un bel posto dove consumare un pasto. Io non mi fermo però in uno dei suoi tanti ristoranti. Preferisco percorrere il molo e raggiungere il chioschetto, dove assaggio un’autentica specialità locale: un panino con polpa di granchio, davvero divino! Assolutamente da non perdere, poi, è una bella passeggiata sul lungomare, circondati dalla mole del castello a sinistra, e dalle verdissime colline a destra.

Un’altra notevole attrattiva assolutamente da non perdere in questa località è la Casa di Manannan (House of Manannan). Già, proprio lui! Il dio del mare, che ha dato il proprio nome all’isola! Si tratta di uno splendido museo interattivo, dove, attraverso filmati, manichini e registrazioni, viene raccontata dallo stesso dio la storia dell’Isola di Man, fino ad arrivare ai giorni nostri. Considerate almeno un’ora e mezza per una visita accurata!

Altro posto che ammalia col suo fascino decadente è la Chiesa di San Pietro (St Peter’s Church), o meglio quel che resta di questo edificio anglicano distrutto da un incendio nel 1958. La chiesa venne costruita nel 1550. Gran parte del suo fascino è dato dalle sue lapidi e sepolture, che le fanno da cornice!

Ma è già pomeriggio, e io, come dice il titolo di questo mio diario di viaggio, sono qui soprattutto per svelarvi i misteri di quest’isola! Decido quindi di andare a visitare un altro luogo, forse il luogo più carico di energia di tutta l’isola! Sto parlando del Tynwald, un luogo storico del quale vi spiegherò tutto nel prossimo paragrafo! Però prima ho bisogno di fare alcune ricerche, perché le guide a malapena accennano alla sua storia. Peccato!

Decido così di cercare una libreria, e presto mi ritrovo all’interno di un negozio di antiquari, il Mannin Collections, a chiacchierare col suo proprietario, il sig. Alane, che, vedendomi così entusiasta, decide di regalarmi ben 5 diverse pubblicazioni, tutte incentrate sulla storia del Tynwald, alcune di esse davvero molto vecchie, anche di oltre 50 anni! Prendo quindi il mio bus direzione capitale, che mi fermerà proprio davanti al Tynwald. E lungo il tragitto comincio a leggerle…

IL MISTERO DEL TYNWALD A ST JOHN’S/BALLEY KEEILL EOIN

Raggiungo quindi il villaggio di St Johns / Balley Keeill Eoin, per visitare la storica collina del Tynwald (in mannese: Tinvaal): si tratta di un’istituzione statale tuttora in uso, praticamente da oltre mille anni. Ogni anno, infatti, il 5 luglio, festa nazionale mannese, si celebra la proclamazione al popolo, nelle lingue inglese e mannese, delle nuove leggi approvate durante l’anno precedente, proprio attraverso la lettura ad alta voce dalla cima di questo colle artificiale. È un’istituzione antichissima, nata dalla fusione tra le culture dei celti e dei vichinghi.

Sembra che su quest’isola i Romani non siano effettivamente mai arrivati, per cui è stato più facile per i mannesi trasmettere fino ad oggi questa usanza. Il Tynwald è una collina artificiale di forma circolare, a 4 gradoni, riempita col terreno raccolto dalle varie regioni dell’Isola di Man, simboleggiandone quindi l’unità. Ci sono due gradinate per l’accesso, che formano un angolo di 90 gradi, idealmente, quindi, può essere divisa in 4 settori, come Gerusalemme e le antiche città fortificate del Medio Oriente. La gradinata principale è però rivolta verso est: un tributo al sole. La cerimonia ha inizio con una processione che dalla chiesa di San Giovanni, va verso il colle, retaggio del tributo che i celti in questo modo davano a Manannan dio del mare.

Anche la disposizione delle varie personalità statali lungo le gradinate rispecchia quella che era la suddivisione originaria. Sulla piattaforma in alto si sistema il Governatore, laddove si posizionava il Re vichingo. Sul secondo gradone andando verso il basso si sistemano i giudici e il Consiglio Legislativo, sul terzo gradone i 24 membri della Casa delle Chiavi (il parlamento eletto, sotto i vichinghi erano 16, ovvero 4 rappresentanti da ognuna delle 4 regioni mannesi di allora), mentre il gradone inferiore è destinato alla chiesa locale e ai leader delle parrocchie.

L’inizio della cerimonia presso la Chiesa di San Giovanni ha sostituito una processione più antica, quando si celebrava la festa di mezza estate, di giovedì, in inglese Thursday, ovvero nel giorno dedicato al dio vichingo Thor. E sembra che anticamente sul posto ci fosse un tempio dedicato appunto a Thor. L’usanza di costruire questi coni a gradoni pare risalirebbe addirittura all’usanza più antica di costruire piramidi… e il cerchio del Tynwald, con allineamento est-ovest, si ricollega ai cerchi di pietre, come quello di Stonehenge! Immediatamente a sud, invece, sorge il monte di Slieau Whallian, associato alla stregoneria. Alcuni archeologi sospettano che la collina del Tynwald sorga in realtà su di un luogo di sepoltura, e nell’area sono state rinvenute sepolture datate oltre 3500 anni fa. Tutto ciò rende il Tynwald il più antico luogo dove governo, cerimonie e religione vengono tuttora praticati! Insomma: un’istituzione statale che affonda però le sue radici in un passato lontanissimo!

IL RIENTRO

È il quinto giorno, la vacanza è ormai terminata. Consumo la mia solita abbondante colazione all’inglese, con fagioli, uova e bacon, e prendo quindi il mio bus che, in tre quarti d’ora, mi riporterà all’aeroporto. Inutile correre: ci sono soltanto 4 gates, e quella del mio velivolo è l’unica partenza in programma.

Dall’alto l’Isola di Man sembra davvero minuscola, eppure vi è concentrato un mondo intero in sé, così diverso e misterioso! Questo breve ma intenso viaggio mi ha insegnato almeno tre cose: 1) ogni cultura va rispettata e preservata, e l’interesse che ognuno di noi può metterci nell’apprenderne almeno i punti salienti è vitale, e servirà a non farla morire! 2) la storia è piena di misteri, che non verranno mai svelati del tutto, però ognuno di noi può aggiungere un tassello e contribuire con le proprie ricerche e con la condivisione, a fare un piccolo passetto in avanti, perché ci si possa avvicinare sempre più alla verità! 3) in Europa esiste un nord ed un sud, un est ed un ovest, spesso in conflitto tra loro, ma in realtà, riprendendo un po’ anche le parole della nostra cara Syusy, siamo un solo popolo, quello europeo!

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Illuminazione pubblica decorata con triscele

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Zuppa vegetale tipica dell'Isola di Man

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La Ruota di Laxey-Laksaa

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Il gatto mannese, senza coda, Manx Museum

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Il lungomare di Douglas-Doolish

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La triscele decora la ringhiera di un'abitazione

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All'interno del Museo di Man (Manx Museum) a Douglas-Doolish

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La Torre di Rifugio - Douglas-Doolish

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La bandiera mannese, con triscele

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Triscele sulla facciata di un palazzo

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La spiaggia di Peel-Purt Ny Hinshey, con l'Isola di San Patrizio sullo sfondo

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La triscele a Peel-Purt Ny Hinshey

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L'Isola di San Patrizio, a Peel-Purt Ny Hinshey

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Uno scorcio di Port Saint Mary-Purt Le Moirrey

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All'interno del Museo Ferroviario di Port Erin-Purt Çhiarn

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La spiaggia di Port Erin-Purt Çhiarn

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Castletown-Balley Chashtal, vista dal castello

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All'interno della House of Keys, Castletown-Balley Chashtal

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All'interno della Miniera di Laxey-Laksaa

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Il Tinwald-Tinvaal, a St John's-Balley Keeill Eoin



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