Giappone, il Paese gentile

Un viaggio di sei settimane per scoprire il Giappone
Scritto da: laura cortiana
Partenza il: 20/10/2013
Ritorno il: 02/12/2013
Viaggiatori: 1
Spesa: 3000 €
Giappone… il paese gentile

La decisione di andare in Giappone è stata improvvisa, era da qualche mese che stavo preparando il mio viaggio in Messico ma non lo so perché non ero tranquilla, mentre studiavo itinerari e cercavo di farne uno mio, mi è apparsa sullo schermo del mio pc un’offerta Alitalia per il Giappone, forse in un altro momento non ci avrei fatto caso, era tutto stabilito dovevo solo comprare il biglietto di andata per Città del Messico e di ritorno da Cancun. Mi sono fermata un attimo e ho curiosato nel sito Alitalia, si poteva andare o a Osaka o a Tokyo con voli diretti da Roma e a un prezzo speciale; dopo 10 minuti avevo già comprato il biglietto A/R Palermo- Osaka …senza riflettere e come una stupida non ho nemmeno pensato che sarebbe stato conveniente acquistare il ritorno da Tokyo.

Telefono ad un mio amico che conosce molto bene il Giappone e gli chiedo se posso andare da lui per fargli delle domande inerenti la mia prossima esperienza di viaggio…

Parlando con Giuseppe inizio ad appassionarmi e ad essere felice di questo improvviso cambio di programma.

Mancano due mesi alla partenza ed ho tutto il tempo di iniziare a studiare. Inizio con l’acquistare un libro di Ferguson Autostop con Buddha che mi divoro subito e la guida della Lonely Planet, inizio anche a interessarmi a vari forum e a leggere varie esperienze. Inizio a comporre un mio itinerario di massima avendo letto da più parti che ottobre e novembre sono i mesi in cui molti giapponesi vanno in vacanza, ed è consigliato prenotare i pernottamenti con un discreto anticipo per non correre il rischio di trovare tutto esaurito. Io sono una viaggiatrice indipendente e da molti anni sono abituata a girare per il mondo per vari mesi all’anno in maniera autonoma senza nessuna prenotazione. Capisco che la situazione in Giappone è diversa: “bisogna organizzarsi per tempo e bene”.

Inizio a preparare un itinerario di massima. Ho quasi 6 settimane da spendere in Giappone, non è molto tempo ma certamente non voglio correre e non pretendo di vedere il più possibile. Voglio godermi il Giappone con calma stare in contatto con le persone ed esplorare luoghi anche un po’ diversi dalle solite mete turistiche… Escludo subito di acquistare il JR Rail-Pass e opto per spostarmi con la rete di Autobus che in Giappone è molto efficiente e meno costosa anche se più lenta dei treni ma io voglio viaggiare con calma e non mi interessa correre… C’è una compagnia di Autobus notturni “Willer” che ho utilizzato per i lunghi spostamenti spendendo una sciocchezza 25- 30 euro a tratta prenotando un po’ di tempo prima; io sono stata fortunatissima e ho trovato dei biglietti al prezzo più basso, li ho comprati dall’Italia via Internet, pensando che in fondo se avessi cambiato idea non avrei perso molto…

A questo punto, deciso gli spostamenti lunghi, prenoto su Booking.com anche i pernottamenti e anche qui trovo delle offerte davvero speciali che avrei potuto comunque annullare fino a 1 giorno prima del mio arrivo, senza nessuna spesa.

Dopo una decina di giorni avevo pronto il mio itinerario: Kyoto, Kanasawa, Shiragawa-go, Takayama, Wajima, Tokyo, Hiroshima, Fukuoka e Osaka.

Arriva il giorno della partenza lascio Palermo con rimpianto per via delle giornate calde e il mare invitante… Parto a mezzogiorno per Roma e poi alle 14.55 da Roma per Osaka dove arrivo il giorno dopo alle 10 del mattino dopo 13 ore di volo diretto.

Prendo dall’aeroporto internazionale “Kansai” il treno JR per Kyoto dove arrivo dopo circa 1 ora e 15 minuti. La stazione è enorme, sono stanca e mi sento un pò confusa… mi si avvicina un signore e a gesti mi chiede dove devo andare, gli faccio vedere la prenotazione che avevo in mano, la studia un attimo e mi fa cenno di andare con lui pretendendo anche di portarmi la valigia. Camminiamo per un po’e ci troviamo davanti all’ingresso della metro, fa i biglietti per me e per lui, non vuole assolutamente che io paghi il mio, e mi accompagna fino alla porta della mia Guest House, mi saluta con una serie di inchini. Rimango sorpresa da tanta gentilezza cerco di ricambiare gli inchini e lo saluto con un cenno della mano e con un grato sorriso.

Entro nella mia Guest House a Gion, il quartiere delle geishe, delle case di legno, dei templi, dei giardini, delle case da tea.

Mi rendo subito conto che la sistemazione è ottima; a piedi posso raggiungere un sacco di luoghi di interesse e sono a due passi dalla zona commerciale, la zona dei mercati delle gallerie dei negozi dei centri commerciali tra i quali spicca “Takashimaya” e i ristoranti per tutte le tasche… purtroppo il tempo non è buono, piove e anche forte e continuerà a piovere per alcuni giorni; non mi faccio prendere dallo sconforto e inizio a esplorare questa magnifica citta’. Mi innamoro subito di Kyoto e dei suoi abitanti. Mi sento sicura e grazie a delle mappe veramente intelligenti, imparo in un attimo a muovermi senza difficoltà per la città, sia in metropolitana sia in autobus.

Inizio ad esplorare la zona di Higashiyama che si sviluppa lungo le pendici delle montagne orientali. E’ la zona dove si concentrano la maggior parte dei luoghi di interesse turistico a Kyoto per via dei numerosi templi, santuari, giardini, musei, quartieri tradizionali e parchi. Sarebbe troppo lungo elencare qui i nomi dei templi da visitare c’è l’imbarazzo della scelta, una cosa che a me è piaciuta molto è stato “il sentiero della filosofia” 40 minuti di cammino lungo un canale… che termina davanti l’ingresso del famoso Ginkaku-ji ( padiglione d’Argento); l’affascinante Nanzen-ji circondato da giardini e da tanti templi minori che oggi è la sede della scuola zen Rinzai; il Tempio Eikando e i suoi giardini che in autunno attirano un sacco di persone per ammirare le variazioni dei colori dei tantissimi aceri che compongono il parco; il Tempio Kiyomizu-dera amatissimo dai giapponesi; il Kenin-ji fondato nel 1202 dal monaco Eisai è il più antico tempio zen di Kyoto. Passeggio a piedi, senza fretta e mi assaporo pian piano tutto di questa meravigliosa città. Avevo stabilito, prima della partenza, di andare a visitare vari luoghi intorno a Kyoto, come Kobe, Nara, Otsu, Himeji ecc..rinuncio, e decido di trascorrere i miei 12 giorni tutti a Kyoto non scartando soltanto la visita di un giorno a Nara.

Inizio ad assaporare la cucina giapponese, mi piacciono zuppe, ramen, tempura, gyudo etc…che preferisco al sushi e al sashimi…impazzisco per il green tea giapponese e per i dolcetti che si vendono un po’ dappertutto… intanto il tempo migliora e mi regala delle belle giornate tiepide…ogni giorno esploro posti diversi, bellissima e da non perdere è Arashiyama dalla parte opposta di Higashiyama con il suo boschetto di bambù, il Tenryù-ji ( drago celeste) tempio zen della scuola Rinzai e il Jojakkò-ji famoso per il suo giardino e per i suoi colori autunnali.

Fushimi Inari è un altro posto da non perdere si raggiunge in treno dalla stazione metro Keian-mae vicina a Gion la linea è quella che va a Nara e in 10 minuti si arriva, sono solo 4 fermate. Questo affascinante santuario fu dedicato alle divinità del riso e del sakè. Si contraddistingue per i suoi centinaia di torii rossi (il torii e il tradizionale portale che si può trovare all’ingresso di un’area sacra shintoista) che si estendono per 4 chilometri lungo i versanti dell’Inari-yama. Un’altra zona di Interesse è la zona nord di Kyoto con Kinkaku-ji il celebre Padiglione d’oro e il Ryoan-ji tempio zen della scuola Rinzai fondato nel 1450 conosciuto soprattutto per il suo giardino realizzato nello stile Kare-sansui: una austera composizione di 15 rocce, che sembrano alla deriva in un mare di sabbia,

Arriva il giorno di lasciare Kyoto …prendo un autobus della linea JR, che prenoto alla stazione centrale di Kyoto, e raggiungo in 4 ore Kanazawa città famosa per il suo meraviglioso giardino Kenroku-en risalente al XVII secolo che faceva parte della propietà del Castello, per i suoi vecchi quartieri delle geishe e dei samurai, e per il museo dell’arte contemporanea del XXI secolo inaugurato alla fine del 2004 e considerato uno dei più importanti del mondo per genere. Dopo tre giorni spesi a girare giardini e quartieri mi trasferisco sempre in autobus a Shirakawa-go ( 2 ore circa) ma solo per un giorno, del resto non c’è nulla da fare oltre ad ammirare queste costruzioni caratteristiche con i tetti di paglia spioventi costruite secondo uno stile chiamato gasshò-zukuri. Questi rustici edifici sono incantevoli e danno al luogo che li ospita una sensazione magica….con la neve, mi dicono, che il paesaggio sia spettacolare.

Di lì con un altro paio di ore di bus raggiungo Takayama.

Fabbriche di sakè, antiche locande, vecchi negozi, le antiche lacche e maschere, i mercati del mattino, i santuari costruiti sui versanti delle colline il villaggio folk di Hida, la sua carne famosissima non solo in Giappone, avevo scelto una sistemazione a 20 minuti a piedi dal centro città dove mi sono trovata meravigliosamente bene. Ho trascorso quasi una settimana a Takayama, girando senza meta e curiosando qui e la perdendomi anche dentro un bosco perché rapita dalla meraviglia dei colori che lo componevano… ho assaggiato anche la costosissima carne Hida…

Lascio Takayama alla volta di Wajima nella penisola di Noto, sempre in autobus.

Avevo letto qualcosa sulla penisola di noto conosciuta soprattutto per i selvaggi paesaggi marini, lo stile di vita rurale, le risaie in riva al mare e una cucina a base di pesce fresco, insomma ero a metà del viaggio e avevo pensato che qui mi sarei un po’ rilassata assaporando una destinazione fuori dai circuiti turistici e con una dimensione di villaggio di pescatori. Wajima è il maggior centro abitato della penisola e conta circa 30.000 abitanti, conosciuta per il vivace mercato del pesce mattutino e per la storica produzione di Wajima-nuri, le lacche di Wajima, le più prezione del Giappone.

I miei 4 giorni da spendere nella penisola li ho trascorsi tutti in albergo per via di una bufera di vento e pioggia. Sono uscita pochi attimi quando mi rendevo conto che il vento era meno forte e la pioggia meno violenta..ho distrutto 3 ombrelli ma sono riuscita a vedere il porto con i suoi centinaia e centinaia di pescherecci, il mercato mattutino del pesce semideserto e le risaie di Senmaida raggiunte con un autobus vuoto e attraversate anche loro da un vento gelido e da una pioggia battente…

Sono comunque estremamente convinta che questa meta sarebbe stata una delle più interessanti della mia esperienza di viaggio se solo il clima fosse stato più clemente. …

Da Wajima raggiungo Kanasawa dove la sera mi sarei avventurata nella mia prima esperienza di viaggio con il Pullman notturno alla volta di Tokyo.

Arrivo alla stazione in tempo per cenare e poi raggiungo il pargheggio nella zona ovest dove alle 10.30 sarei partita; 5 minuti prima dell’orario previsto della partenza arriva il Pullman ci carica tutti in un attimo e alle 10.30 in punto partiamo. I sedili sono comodi si reclinano abbastanza e c’è molto spazio per le gambe.

Mi addormento e mi sveglio alle 6 del mattino dopo a Shinjoku la stazione più grande di Tokyo. (Vi confesso che complici sono state 15 goccie di…per dormire)… ero terrorizzata, dovevo raggiungere il mio albergo nella zona nord est di Tokyo e non avevo idea dove andare… avevo letto che tutti a Shinjuku si perdevano e trovavano molta difficoltà a districarsi , del resto è la stazione più trafficata del mondo con 62 uscite e con un passaggio di quasi 4.000.000 di persone al giorno… Mi fermo un attimo prendo la mia mappa delle linee della metro formato A 3 a colori che mi ero stampata in Italia e inizio a studiare il percorso, tutte le linee sono segnalate con la iniziale del loro nome M_H_C_N_E ecc. e con il colore che contraddistingue ogni linea, capisco che la mia linea è la M ed è rossa la cerco lungo i corridoi sotterranei, la trovo e la seguo e arrivo all’ingresso dove si fanno i biglietti inserendo le monete in una macchinetta e da dove esce subito dopo il biglietto.

Ad ogni ingresso oltre alle macchinette c’è un ufficio con il personale di controllo. Mi avvicino e chiedo in quale piattaforma devo andare per la stazione M16 da dove avrei poi preso la linea H che mi avrebbe portata a destinazione e quanti Yen dovevo inserire fino alla stazione di arrivo; il gentile signore risponde alle mie richieste e io vado, mi rendo subito conto che dopo i tornelli di ingresso ci sono dei grandi cartelli con indicate sia in giapponese e sia in caratteri romani tutte le fermate proprio come tutte le metropolitane del mondo… chissà perché ero così in ansia. Arriva la metro tutte le persone sono in fila in direzione del segnale di apertura delle porte, entriamo, siamo davvero in tanti e dentro i vagoni ad ogni fermata, oltre alle scritte luminose che scorrono sopra le porte, una voce gentile ricorda in giapponese e in inglese quale sarà la fermata successiva….

Arrivo in albergo verso le 7.30 non c’era nessuno ma la porta era aperta, dopo un po’ scendono degli ospiti e chiedo loro dove posso trovare i servizi, me li indicano, poso i bagagli mi lavo mi cambio e verso le 8.30 quando arriva una impiegata della reception le consegno il mio bagaglio, che troverò in camera al mio rientro, ed esco subito, il check-in si poteva fare solo dalle 15.

Ritorno alla metro e con calma mi concentro sulle linee JR, sulle linee private, sulla Yamanote e sulle linee della metropolitana di Tokyo. Chiedo spiegazioni all’addetto in divisa e mi convinco che posso girare benissimo utilizzando solo le linee della metro di Tokyo con un biglietto giornaliero di 710 yen, lasciando perdere le linee private e la Yamanote della JR..

Rimango 10 giorni a Tokyo e la giro in lungo e in largo. Anche qui come a Kyoto giro ogni tanto senza meta, scopro una città stupenda piena di cose da fare e da vedere, mi appassiono ai canali di Nihombashi dove passeggio per ore accarezzata da un tiepido sole, raggiungo i vari quartieri anche quelli meno turistici, tralascio visite ai musei, giro da una parte all’altra con la mia tessera della metro e mi piace moltissimo mischiarmi con le tante persone che la occupano ogni giorno.. C’è sempre uno scambio di opinioni con qualcuno, un suggerimento, un sorriso.

Visito i coloratissimi parchi, i mercati tra i quali l’enorme mercato del pesce di Tsukiji con i suoi 5.500.000.000 di dollari americani di incasso annuo;

Visito Ueno con il suo grande parco, lo zoo e una serie di strade piene di ristorantini economici e di banchi di pesce e di verdura;

Asakusa con il suo tempio il più antico della città il Senso-ji;

Kagurazaka con i suoi vecchi e tradizionali quartieri e i suoi famosi ristoranti;

i giardini Imperiali (la visita l’avevo prenotata 2 mesi prima su internet);

Sumida con la sua spettacolare e altissima Tokyo Skytree;

Akihabara la città elettrica dove si possono trovare le ultime novità in campo elettronico; Rappongi;

La modernissima Shinjuku;

Marunouchi e Ginza con i centri commerciali di lusso e i negozi esclusivi;

Harajuko con la sua Omotesando-dori che alla fine conduce al tempio Meiji-Jingu dove sono conservate le spoglie dell’imperatore Meiji e dell’imperatrice Shoken e dove ho la fortuna di assistere ad una cerimonia nuziale con tanto di corteo. Ci sono anche un sacco di bambini vestiti con gli abiti tradizionali, le bimbe con dei Kimono meravigliosi e i bimbi con gli Hakama ..l’abito da cerimonia dei samurai… era il 15 Novembre, giorno considerato dagli shintoisti il più propizio dell’anno, durante il quale si celebra la festa “Shichi-go-san. I bambini di 3-5-7 anni e le bambine di 3-7 anni vengono portati al tempio, dai loro genitori, per augurare loro una vita lunga e prosperosa.

Un giorno lo dedico alla visita a Kamakura, la prima capitale feudale del Giappone, che raggiungo con il treno in circa 1 ora e dove mi addentro nel sentiero Daibutsu, (3 km circa ) che si percorre in poco più di 2 ore per la difficoltà del percorso e per la curiosità di fermarsi nei vari templi che si trovano lungo il cammino, il percorso termina vicino al tempio Daibutsu, all’interno del quale, in un grande giardino si trova la statua bronzea di Amida Buddha simbolo di Kamakura.

Ed è arrivato anche il giorno di lasciare Tokyo, 10 giorni sono volati, prendo un altro pullman notturno per Hiroshima e anche questa volta il viaggio va benissimo anche se è abbastanza lungo, 13 ore.

Arrivo di buon’ora alla Stazione Centrale prendo il treno della linea JR e dopo una fermata arrivo alla Stazione Yokokawa dove il mio albergo è vicinissimo, un paio di minuti a piedi.

Non ci sono molte parole per descrivere la commozione che si prova nel visitare questa città.

Il parco della Pace con il suo museo è una esperienza davvero toccante. Giravo per il parco e non potevo non pensare alla tragedia che aveva colpito questa città 68 anni fa… mi commuovo davanti al monumento per la pace dei bambini, dedicato a Sadako Sasaki, una bambina morta di leucemia in seguito alle radiazioni che l’avevano colpita quando aveva 2 anni.

Nel 1955 a 11 anni Sadako seppe di essere malata, decise di fare mille gru di origami, in Giappone il “gru” è il simbolo di longevità e felicità, e la bimba era convinta che se fosse riuscita a realizzare l’obiettivo sarebbe guarita. Purtroppo morì prima di compiere l’impresa, che fu portata a termine dai suoi compagni di classe. La storia di Sadako ha profondamente commosso il paese e ha spinto moltissime persone, da tutto il Giappone, a realizzare origami a forma di gru che vengono appesi ancora oggi al monumento.

Cammino verso la pace: La sciagura tragica della bomba atomica ha fatto radicare profondamente nei cittadini l’idea che gli esseri umani non possono convivere un futuro con le armi nucleari. Basandosi su questo “Spirito di Hiroshima” é stato ideato il cammino di Hiroshima verso la pace che mira all’abolizione totale delle armi nucleari ed alla perpetua pace mondiale. Purtroppo la bomba atomica è un’arma che è stata utilizzata durante la guerra e per evitare di farla esplodere per la terza volta è molto importante abolire dalla terra le armi nucleari e prendere la ferma decisione di rinunciare alla guerra contro gli altri paesi. Il cammino verso la pace, anche se è un piccolo passo, parte sempre da questo punto…

Hiroshima è una bellissima città moderna, attraversata da una serie di canali. Visito anche il museo di arte contemporanea e il delizioso giardino Shukkei-en ispirato al lago occidentale di Hangzhou, in Cina che intende ricreare alcuni grandi panorami in miniatura.

Una giornata la dedico totalmente alla visita all’isola Miyajima che si raggiunge facilmente da Hiroshima in treno e poi da una breve traversata in traghetto, tutto il percorso non dura più di un’ora.

L’isola è una delle principali attrattive turistiche del Giappone. Il Torii rosso arancio dell’Itsukushima-Jinja che spicca a fior d’acqua nella piccola baia davanti l’isola è uno dei monumenti più fotografati del paese ed è tradizionalmente considerato uno dei tre panorami più belli del Giappone.

Con la funivia raggiungo la Cima del Monte Misen da dove si può ammirare un panorama stupendo, si può arrivare anche a piedi camminando per un paio di chilometri …

Soddisfatta e dopo aver fotografato il grande torii rosso arancio, in tutte le salse… riprendo il ferry e poi il treno e rientro a Hiroshima che è giù buio.

Una signora giapponese ospite del mio stesso albergo, sapendo che il giorno dopo sarei partita, organizza una serata speciale per me a base di Sushi…sono sorpresa ma felice di poter condividere con lei e con altri la mia ultima serata a Hiroshima.

Il giorno dopo sempre in Autobus ( 4 ore) raggiungo Fukuoka, la città più importante e più popolosa dell’isola di Kyūshū all’estremo sud del paese.

Il tempo oramai sta finendo manca solo una settimana al mio rientro in Italia. Inizia a fare freddo. L’inverno è iniziato mi compro dei guanti e un cappello di lana, la città è piena di luci natalizie, ragazzi vestiti da Babbo Natale agli angoli delle strade distribuiscono volantini pubblicitari di ristoranti e negozi…musica natalizia di sottofondo… mah non riesco a capire come mai un paese assolutamente non cattolico possa adottare questa festività, mi informero’.

Fukuoka è divisa tra Hakata che è il vecchio nome della città e Tenjin, ci sono due stazioni ferroviarie e due centri città tutti e due importanti, il mio albergo è ad Hakata, mi sistemo e esco per andare a mangiare qualcosa.

Gli abitanti di Fukuoka vanno pazzi per i ramen di Hakata. Il piatto che è diventato la specialità locale si chiama tonkotsu ramen ed è costituito da tagliolini all’uovo in un sostanzioso brodo di carne e ossi di maiale.

Vado all’Ichiran, che ha numerose filiali in città, ci si procura il biglietto da una macchinetta all’entrata, ci si siede in dei separè singoli, si compila un modulo in giapponese o in inglese sul livello di cottura che si preferisce per i tagliolini, la quantità delle spezie e la densità del brodo ecc. a me lo avevano consigliato delle ragazze malesi che avevo incontrato ad Hiroshima.

Il ramen è buonissimo, mi riscaldo e soddisfatta vado un po’ in giro per la zona di Hakata , fa davvero freddo e decido di andare a dormire.

Fukuota è stata davvero una sorpresa. La città è molto bella. E’ percorsa da canali, dove la sera si rispecchiano le luci. Ci sono degli interessanti musei, templi, parchi e giardini. Sono incuriosita da una destinazione a mezzora da Tenjin, Dazaifu, nella brochure che mi hanno consegnato all’ufficio turistico questa area è considerata una delle attrazioni principali della prefettura di Fukuoka. Vado a piedi alla stazione di Tanjin e di lì prendo un treno che in 30 minuti mi porta a Dazaifu.

L’area è molto estesa oltre al tempio principale il Tenmangu Shrine ci sono altri templi minori tutto attorniato da un bellissimo e coloratissimo parco, da non perdere è il Komyozenji con il suo meraviglioso giardino zen.

Tutto attorno a questa area ci sono due vie piene di negozi e di fabbrichette di dolci tipici del posto, c’è anche un interessante museo il Kyushu National Museum, il più grande del Giappone, una costruzione vicina a un bosco sembra di stare in alta montagna; questo museo è basato sul concetto di capire la cultura giapponese secondo il punto di vista asiatico…“Museum with Formation of the Japanese Culture from the Asian Historical viewpoint”.

Rientro a Fukuoka che è sera gironzolo un po’ per Tanjin, non ho ancora comprato nulla per i miei figli e per le amiche, inizio a curiosare qui e la per cercare qualcosa da comprare… per cena vado lungo un canale tra Tenjin e Hakata dove ci sono un sacco di ristoranti da strada. Il loro nome è “Yatai”. Mangio degli spiedini di carne molto buoni e della verdura.. Rritorno in albergo e decido di andare a fare una puntatina all’onsen che si trova nel piano sotterraneo dell’albergo. Indosso il pigiama che ti mettono a disposizione e vado a rilassarmi un pò, alla maniera “giapponese”. Mi lavo nell’apposita postazione e poi mi infilo in questa vasca molto calda. Dopo un po’ arrivano altre due signore che dopo essersi lavate e dopo essersi messe un asciugamano bagnato in testa si aggiungono nella vasca… mannaggi, io l’asciugamano bagnato in testa non me l’ero messo. Dopo un po’ iniziamo una conversazione fatta di sorrisini. Loro non parlano inglese, ma vogliono sapere di dove sono. Quando dico Italia allora ripetono ‘ah Italia’ tutte soddisfatte e capisco che ci sono state e che l’apprezzano molto. Dopo una mezzoretta esco, mi faccio una bella doccia, mi rimetto il pigiama e salgo in camera mia, bevo una tisana e mi addormento beata.

Al mio risveglio mi accorgo che piove a dirotto e tira vento. Volevo andare a Yanagawa un pò più distante di Dazaifu ma con questo tempo non me la sento di andare in giro e decido di visitare il museo “Fukuoka Asian Art Museum” che ospita al suo interno la galleria permanente Asian Gallery, celebre in tutto il mondo e veramente interessante. Le esposizioni a rotazione comprendono opere d’arte di 23 paesi dall’Asia orientale al Pakistan.

Non smette di piovere e decido di visitare anche l’Hakata Machiya Furusato-kan un museo etnografico che riproduce un quartiere di Hakata “nagare” della fine dell’epoca Meji.

In questi tre edifici tradizionali sono esposti oggetti relativi alla cultura tradizionale di Hakata e alcuni artigiani che offrono dimostrazioni pratiche della loro bravura. C’è anche la proiezione di un filmato veramente interessante.

All’uscita di questo museo mi trovo vicina alla zona dei templi, ha smesso un po’ di piovere… mi fermo al Kushida-jinja all’interno del quale c’è una mostra di carri incredibili, ikakiyama” e un museo. Cerco il Tocho-ji che ospita la più grande scultura lignea di Buddha del Giappone e devo dire che il Great Buddha toglie il fiato. Visito sempre lì intorno altri templi e poi finisco in una galleria coperta piena di negozi per lo più tradizionali, davvero interessanti da guardare.

Sono arrivata al mio ultimo giorno nell’isola del Kyushù, stasera prenderò il pullman che mi porterà ad Osaka ultima tappa di questa mia fantastica avventura.

Preparo i bagagli li lascio in albergo e prendo un autobus per andare nella zona del porto.

Vengo attratta dalla Fukuoka Tower una torre di 234 metri decido di salire su… si vede tutta Fukuoka e si vedono un sacco di isole al largo di Hakata Bay. Mi godo un po’ il panorama e una volta scesa di lì inizio a passeggiare per la spiaggia e per un sentiero verde che costeggia il mare. C’è un bel vento forte e fa freddo, ma il posto mi piace e passeggio volentieri. Verso l’ora di pranzo, inizia a piovere forte, non mi lascio intimorire dall’acqua e decido di visitare l’Ohori Park con all’interno un giardino in stile giapponese delizioso per la sua ormai consueta e meravigliosa varietà di colori autunnali.

Riprendo la metro e scendo a Gion e continuo la visita ai Templi interrotta ieri. Si fa sera, ritorno a prendere i miei bagagli in albergo e raggiungo la stazione di Hakata da dove partirò alla volta di Osaka alle 10.30.

Viaggio meno confortevole del solito, forse sono un po’ stanca. Non riesco a dormire come le altre volte con tutto l’aiutino in gocce, arrivo a Umeda alle 8 del mattino prendo la metropolitana per Namba e l’uscita 13 dà direttamente sul Fist Cabin un albergo con questa formula di cabine singole davvero moderno e confortevole.

Mi do una sistemata ed esco, anche qui il Ceck-in si può fare dalle 15 in poi.

Con la metro raggiungo il Castello di Osaka, è una giornata di sole e il posto è davvero rilassante, poche persone, tanto verde, e il castello anche se è rifatto non è male, un volontario che lavora all’interno del parco mi invita a seguirlo e mi porta vicino ad un laghetto con un piccolo giardino giapponese è davvero un bel posto. Chiacchero un po’ con lui e con una coppia di Taiwan e ritorno dopo un po’ in città. Vado in giro per Namba, vado alla stazione ferroviaria ad acquistare il biglietto per il treno che mi servirà per raggiungere l’aeroporto, vado da Starbucks a prendermi un caffè, passeggio per i canali di Dotombori, vado a cenare in un bel localino e stanca raggiungo l’albergo faccio il ceck-in e vado subito a dormire.

Sono molto indecisa se trascorrere il mio ultimo giorno in Giappone a Kyoto o ad Osaka, decido di andare a salutare Kyoto, prendo la metro da Namba per Umeda e da qui ogni quarto d’ora c’è un treno per Kyoto, il viaggio dura 35 minuti.

Arrivo a Kyoto verso le 9.30 del mattino ho tutta la giornata a disposizione e decido di ritornare al tempio Eikando famoso per i suoi aceri che in autunno sono una esplosione incredibile di colori, ad ottobre era ancora tutto verde quando lo avevo visitato.

Prendo l’autobus 205 che mi lascia proprio davanti il tempio, il costo del biglietto di ingresso al tempio è raddoppiato, i giapponesi vanno matti per l’autunno e per i suoi colori…e oramai anche io, il tempio è pieno di gente, si fa fatica anche a camminare, purtroppo in Giappone è difficile trovare luoghi con poche persone, tutti i luoghi di interesse sono sempre pienissimi di gente e per lo più di giapponesi…non ho fretta quindi vado in giro con calma aspetto il momento buono per scattare qualche foto, rimango dentro il Tempio per qualche ora e poi piano piano raggiungo Gion a piedi e passeggio per quelle strade familiari, Kyoto mi piace da morire, se dovessi ritornare in Giappone resterei qui per tutto il tempo…arriva la sera e riprendo il treno per tornare ad Osaka.

Domani rientro in Italia.

Mi dispiace lasciare questo paese così gentile, rispettoso, accogliente, sicuro, interessante, moderno, efficiente, preciso, pulito e per nulla costoso.

Il bilancio è molto positivo sono contenta dell’itinerario, dei tempi che ho scelto, dei mezzi che ho prenotato e degli alberghi che mi hanno accolta. E’ andato tutto benissimo, nessun problema, nessuna incertezza a parte che ad Hiroshima è bene avere della valuta contante perché non sono riuscita a trovare un ATM che accettasse le mie carte mentre gli uffici cambio ci sono e sono aperti anche durante i fine settimana.

Ritorno in Italia soddisfatta. Ho imparato ad apprezzare questa cultura così diversa dalla mia, mi sono adeguata al loro stile di vita, mi sento molto più ricca dentro, me la sono cavata. Non ho provato lo Shinkanzen, il treno velocissimo, ma non fa nulla, ho conosciuto tante persone meravigliose, ho apprezzato la loro educazione e il loro rispetto per gli altri.

Ho imparato a fare le code come le fanno loro, a mangiare le zuppe con le bacchette, ad apprezzare il loro cibo, a pagare appoggiando i soldi o la carta di credito in piccoli vassoi e non direttamente nelle mani dei venditori. Mi sono divertita a gironzolare nei tantissimi parchi e ad entusiasmarmi per la meraviglia dei colori autunnali degli aceri e a ringraziare alla loro maniera…

Arigatò Gozaimasu Japan.

Laura



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