Cammino dei Borghi Silenti, l’esperienza “offline” da vivere nella verdissima Umbria

4 tappe, 90 km, circumnavigando i Monti Amerini
Scritto da: glo.travel
cammino dei borghi silenti, l'esperienza offline da vivere nella verdissima umbria

Se si menziona l’Umbria, la mente pensa subito alla celeberrima Assisi, ai balconi fioriti di Spello, al borgo di Gubbio, reso famoso dalle avventure di Terence Hill in “Don Matteo”. C’è una zona, meno conosciuta quindi meno turistica, che vale la pena scoprire, grazie ad un Cammino, nato qualche anno fa, precisamente nel 2019, per volontà di Marco Fioroni, un veterano di cammini, nativo umbro, che ha deciso di intraprendere questo itinerario a piedi e di crearne un vero e proprio Cammino appunto, instaurando una rete connettiva tra natura e turismo locale. Tutto questo è il Cammino dei Borghi Silenti, lungo circa 90 km, diviso in 5 tappe ufficiali (la durata è personale, si possono fare più o meno tappe in base alla propria condizione fisica), con partenza e rientro in quel di Tenaglie, in provincia di Terni.

Come un vero e proprio cammino, seppur non spirituale, ogni viandante può richiedere la credenziale (acquistabile sul sito ufficiale, insieme alla guida ed atri gadget), da poter timbrare nelle strutture ricettive dove si alloggia e nei punti ristoro (bar/ristoranti) che si incontrano durante il percorso. I borghi che si attraversano sono una dozzina, tutti minuscoli ma graziosi, con pochi ma essenziali servizi. Da qui la parola “silenti”.

Con la guida si riceve l’elenco ufficiale delle strutture dove si può alloggiare in ogni singola tappa, con tutti i vari servizi che possono avere al proprio interno. Consiglio vivamente di prenotare anticipatamente i soggiorni in quanto ogni struttura ha a disposizione non più di 4/5 posti letto e nel periodo aprile/ottobre c’è molta affluenza, quindi i posti si esauriscono in fretta. Al termine del cammino, nella sede di Amerini Trekking, il punto di partenza e fine del percorso, si mostra la credenziale e, dopo un controllo scrupoloso dei timbri sopra presenti, si riceve una “pergamena” con il proprio nominativo, come testimonianza per l’impresa appena compiuta. L’emozione per aver terminato il cammino è ovviamente personale, ma se scappa l’occhio lucido, credetemi, non vergognatevene… è un piacere piangere di gioia. Parola della sottoscritta.

Come prepararsi al Cammino

Questo cammino l’ho intrapreso con Nicolas, durante Pasqua 2024. Avevamo 4 giorni a disposizione quindi le tappe le abbiamo ridotte a 4, accorpando la 3° e 4° tappa, a nostra discrezione, perchè appunto, i cammini si fanno in base alla propria preparazione fisica e al tempo disponibile. Abbiamo acquistato la guida ufficiale e le credenziali a fine gennaio e, appena ricevuto il tutto via corriere, abbiamo fermato subito i posti dove avremo dormito e cenato (¾ delle strutture ricettive sono case di privati al costo di 30/40€ a notte, quindi la cena occorre prenotarla negli unici ristoranti e/o enoteche presenti; le rimanenti sono strutture donative, dove occorre portarsi dietro tutto il necessario per dormire e lavarsi e dove si paga dietro offerta libera, donazione appunto).

Per il resto, zaino da 40/50 litri in spalla, con l’essenziale al suo interno.

Durante le singole tappe, si attraversano i singoli borghi che si incontrano durante i 90 km del cammino. Oggi si presentano come piccoli paesini il cui centro storico è rimasto ancora fermo al periodo medievale, con le stradine strette, le abitazioni in pietra. Appena fuori dal nucleo, diciamo, la struttura dei borghi cambia, lasciando spazio all’ urbanistica dei giorni nostri. La cosa bella e funzionale del cammino è che si passa proprio nel centro di ogni singolo borgo, avendo quindi la possibilità di visitare e di camminare in questi centri rimasti invariati al passare del tempo. Sono tutte delle vere e proprie chicche silenti, dove il tempo sembra essersi fermato.

Il percorso

1° tappa: Tenaglie – Melezzole

tenaglie

Tenaglie

Per arrivare a Tenaglie, si possono usare i mezzi pubblici (con vari cambi quindi va organizzato), oppure, a mio avviso, la cosa migliore è arrivare in auto e lasciarla nel parcheggio di Amerini Trekking (a pagamento e posti auto limitati) oppure sul lato strada, gratuitamente. Partendo dalla provincia di Bologna, Nicolas ed io abbiamo optato per spezzare il viaggio partendo venerdì sera dopo lavoro e fermandoci a Figline Valdarno, in provincia di Arezzo. La mattina dopo, sveglia prima dell’alba, tempo di una colazione e siamo ripartiti per Tenaglie, in modo da arrivare per le 8/8.30.

Intraprendiamo la prima tappa alle 9 circa e lasciatoci alle spalle Tenaglie, ci immergiamo subito in mezzo al verde e alla natura umbra: stiamo attraversando i Monti Amerini. Il cammino è ben segnalato con strisce gialle o con i simboli ufficiali del cammino, sempre dello stesso colore, è quasi impossibile perdersi. Noi ci siamo affidati a quest’ultimi e siamo andati benissimo. Nulla vieta di scaricarsi le tracce GPS sul telefono/smartwatch, come altri viandanti hanno fatto. La bellezza dei cammini è anche questa, ogni persona l’affronta a proprio modo, con la massima libertà e serenità personale, non esiste un modo giusto e uno sbagliato, esiste solo il modo più affine al singolo viandante che decide di intraprendere questa esperienza. Questa penso sia la chiave di volta del cammino.

Tornando alla prima tappa del sabato, per pranzo abbiamo optato per acquistare qualcosa presso un forno di Guardea, uno dei borghi silenti, e di mangiarlo sulla sommità di Piano Croci, a metà della tappa del giorno.

Pranzare in mezzo alla natura non ha eguali, a mio avviso è libidine.

La tappa termina durante il pomeriggio a Melezzole, dopo 21 Km di cammino. Nel caso si voglia, esiste una variante in questa tappa, che permette di visitare la Tenuta dei Ciclamini, di proprietà del famoso produttore musicale Mogol, che fa allungare la tappa di un paio di km, anche qui a discrezione del viandante.

A Melezzole abbiamo soggiornato nel borgo antico, in una delle strutture indicate nella guida. Per la cena, siamo andati nel ristorante di Melezzole, anche questo prenotato, non prima di aver acquistato, presso l’unica bottega presente in paese, il pranzo per la Domenica e il Lunedi di Pasqua (con le feste occorre organizzarsi per più giorni, le botteghe e i bar non assicurano l’apertura, meglio chiedere sempre).

2° tappa: Melezzole – Morre

morre

Morre

La domenica mattina alle ore 7 abbiamo, di fatto, “aperto il bar”, e dopo aver fatto colazione, siamo subito partiti per affrontare la seconda tappa. Ci aspettava subito una bella salita alla sommità più alta dei Monti Amerini, la cima di Monte Cerra, a circa 1000 metri di altitudine. Siamo stati letteralmente invasi da vento e nebbia, molto suggestivo.

La tappa procede tra discese e piccole salite, tra boschi, natura, alberi e prima di arrivare a Morre, ci fermiamo per pranzo mangiando vicino ad un uliveto… riparati da un muretto di una casa. Arrivati a Morre dopo pranzo, raggiungiamo la casa delle due signore che ci ospiteranno e passiamo il pomeriggio al bar a giocare a carte. Lo scrivo per sottolineare come questo cammino (come altri cammini, se uno è veterano del genere), permetta di fare attività che nella vita di ogni giorno non si riescano più a fare. Siamo talmente presi dalla frenesia della vita che tornare al “dolce far niente” o al fare qualcosa che non sia “essere connessi” su un social, sia un vero e proprio caso raro, a mio avviso, un vero e proprio toccasana.

Per cena andiamo all’enoteca prenotata, dove mangiamo tipico umbro e dove, secondo noi, abbiamo cenato meglio (alcuni posti offrono il menu pellegrino, altri no, anche se personalmente penso che il cibo in un cammino non sia il focus centrale dell’esperienza).

3° tappa: Morre – Baschi

baschi

Per il lunedì mattina abbiamo la colazione inclusa nel pernottamento. Le due signore ci fanno trovare bevande fresche (oltre al caffè e/o cappuccino preparati sul momento), una torta fatta in casa, un pasticcio salato e qualche marmellata e fetta biscottata. Riempiamo lo stomaco durante una piacevole chiacchierata con le due signore. Noi ci sentiamo con i loro due nipotini “acquisiti”, coccolati per quel poco tempo che abbiamo a disposizione prima di intraprendere la tappa più lunga del nostro cammino.

Neanche alle 8 siamo in cammino, oggi il meteo dice che potrebbe anche piovere, quindi diciamo che il passo sarà sostenuto per quanto possibile. Arriviamo a Civitella al Lago prima di pranzo, dopo circa 15 km di camminata. Sarebbe il finale della 3° tappa secondo la guida, ma per noi è solo il “giro di boa” della giornata. Civitella la visitiamo seguendo le indicazioni gialle del cammino, da segnalare la visita al costo di € 5 del Museo dell’Ovo Pinto, dove appunto si potranno ammirare uova dipinte a mano. Lasciata Civitella dopo uno scroscio d’acqua, ci immergiamo nuovamente in mezzo alla natura umbra, costeggiando una strada provinciale. Appena vediamo l’opportunità, decidiamo di fermarci per pranzo mangiando all’interno di un uliveto, respirando aria pura e ascoltando il rumore delle foglie che vengono mosse dalle folate di aria.

Nel pomeriggio arriviamo a Baschi, il meteo è stato clemente. So qualche goccia qua e là, la pioggia ci ha evitato ma non per molto. Il nostro affittacamere ha il ristorante annesso, l’avevamo scelto quindi prenotato appositamente per questa formula. Per ultimo scopriamo che il cammino riprende proprio da dietro la struttura (non siamo in centro, ma sulla strada che attraversa il paese).

4° tappa: Baschi – Tenaglie

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La mattina partiamo prestissimo, è ancora un po’ buio. Abbiamo gli ultimi 15km che ci ricondurranno a Tenaglie. Partiamo con la nebbia, ma a metà mattina il sole si presenta e il vento spazza via l’umidità, regalando scorci meravigliosi sui monti, con panorami degni di un dipinto. Il finale perfetto di questo Cammino.

Prima di arrivare alla sede di Amerini Trekking, il punto finale di questo cammino, obbligo variare in direzione “Le Panchine del Pellegrino”, installate su una vallata appena fuori Tenaglie, dove le parole lasciano spazio a ciò che gli occhi possono ammirare e dove ognuno può pensare all’impresa appena compiuta e che si sta per concludere.

Termina così questo racconto, che consiglio vivamente a chiunque voglia fare un’esperienza itinerante, con solo l’essenziale. Per chi vuole sconnettersi dalla realtà che viviamo quotidianamente ed immergersi in paesaggi fuori da ogni tempo.

Non mi occorre altro che augurare, a chi si metterà in viaggio: ”Abbandona le strade, prendi i sentieri. Buon Cammino”.

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