Berlino in autunno 2
Prendiamo un taxi e ci dirigiamo verso l’hotel Best Western situato nelle immediate vicinanze della fermata della U-Bahn di Spittelmarkt. L’albergo è pulito, la stanza calda e i ragazzi della reception professionali e cordiali.
Acquistiamo il biglietto valido x settantadue ore nelle zone A e B (sufficiente per visitare tutti i luoghi di maggior interesse) e iniziamo il giovedì pomeriggio nella grandissima Alexanderplatz. Moderna e caotica è attraversata da tutti i mezzi di trasporto e centinaia di persone che si districano per entrare anche nei vari centri commerciali. Il primo sorriso è per gli uomini che vendono i wurstel con dei banchetti letteralmente attaccati al proprio corpo intenti a riscaldare e farcire i panini con salse invitanti.
Da quel momento terremo come riferimento la torre della televisione svettante nel cielo di Berlino, visibile anche di notte grazie a fasci di luce colorata che attiravano turisti e abitanti armati di macchine fotografiche e cavalletti.
Durante la passeggiata verso l’isola dei musei entriamo nell’atrio del Rotes Rathaus, il municipio della Berlino riunificata, rimasto intatto insieme alla Marienkirche.
La sera percorriamo curiosi la zona di Nikolaiviertel ricostruita con stradine di ciottoli e piena di negozi e ristoranti turistici. Ci scaldiamo in una birreria e assaggiamo una birra con patate fritte.
Il venerdì ci accorgiamo che il cielo non ci regalerà mai il sole assumendo infatti le sembianze di una coperta scura e la pioggia della notte ci consiglia di portare gli ombrellini. Accediamo alla Marienkirche e fotografiamo la fontana esterna col Nettuno ma dedichiamo la mattinata al Berliner Dom spostandoci dall’esterno della cupola, con il panorama delle cupole circostanti e dei palazzi d’edilizia dell’est, fino le catacombe. Qui i zingari non insistono mai nel chiedere l’elemosina e non si avvicinano per tentare furtarelli agli ignari turisti.
Pausa ristoratrice per assorbire i trecento gradini e col bus ci avviamo alla Porta di Brandeburgo sul viale Unter Den Linden. Curiosiamo tra i negozi e ci stupiamo dell’originalità dello store Nivea, pieno di creme dalle confezioni di ogni taglia. Ci avviciniamo alla Porta mentre in una traversa adiacente l’ambasciata inglese, interdetta alla circolazione, un ragazzo col motorino viene controllato dopo alcuni richiami a vuoto del poliziotto.
Nel viale che conduce al Reichstag notiamo il selciato che indica l’ormai scomparso Muro, simbolo di 28 anni di sofferenze e delle due entità di una metropoli martoriata nella storia moderna.
Il buio sta calando e bisogna decidere se visitare il Parlamento certi che la fila fosse piuttosto lunga, ma in mezz’ora eseguiamo anche il controllo al metal detector e l’audioguida ci spiega la storia della politica tedesca oltre che descriverci le costruzioni visibili al nostro occhio.
All’uscita ci dirigiamo a piedi verso il “checkpoint Charlie” non prima di incontrare l’Holocaust –Mahnmal, dedicato alle vittime ebree, e l’ormai trasformata Postdamerplatz con grattacieli tra cui il Sony center progettato dall’architetto italiano Renzo Piano.
Verso Friedrichstrasse un pezzo di muro traslocato dalla locazione originale ci accompagna alla meta finale; intanto passano delle vecchie Trabant usate ormai per gite turistiche della città per i visitatori e con un po’ di fantasia l’associazione mentale del muro con queste auto del periodo comunista è fatta.
Il simbolo del checkpoint, punto di accesso di militari delle forze alleate, di diplomatici e di cittadini stranieri, è il cartello, nelle lingue delle potenze vincitrici della guerra e in tedesco,che avverte le persone del periodo che stavano lasciando il settore americano.
Diamo un sbirciata al museo e ci fermiamo ad un elegante centro commerciale sulla Friedrichstrasse fino alla chiusura sello stesso intenti alla lettura della guida sedute sulle poltroncine nell’atrio. A cena torniamo al Nikolaiviertel ed entriamo in una piccola birreria tedesca: la minestra al pomodoro mi viene servita con una spruzzata di panna montata e una foglia di basilico, la polpetta di manzo con purè scuro, il tutto accompagnato da un buon bicchiere di vino rosso.
Il sabato ci dirigiamo verso la Gedachtniskirche, chiesa bombardata lasciata ai posteri a testimonianza della II guerra mondiale. All’occhio risalgono le due costruzioni moderne poste ai lati brutte e colpevoli di nascondere la povera chiesa.
Nelle ore centrali entriamo al “kadewe” e giriamo alla ricerca di qualche souvenir. All’ultimo piano utilizziamo il self-service affollatissimo che assaltano i pochi posti disponibili.
Decisi a recarsi al Pergamon museum saliamo sull’autobus 100, simile ad un sightseeing tour economico, per i due piani della vettura ed essendo compreso nei nostri biglietti. Effettuiamo una breve sosta alla Siegesaulle, la colonna della vittoria che impera la piazza circolare della grande stella. Giunti al museo acquistiamo i biglietti d’ingresso ma al guardaroba scopriamo che avrebbe chiuso fra un’ora nonostante la nostra guida fissasse l’orario alle 22. Riusciamo a farci rimborsare e verso le 18 con la S-bahn da Alexanderplatz giungiamo all’East Side gallery, museo all’aperto del muro con disegni ormai rinnovati e celebrativi anche se l’effetto non rende reali le sensazioni al ricordo. Dopo le foto di rito andiamo a rifocillarci da Alexa e sfruttiamo le ultime energie di giornata in visita a quest’altro centro commerciale.
La domenica andiamo ad un mercato locale (cui n ricordo il nome) e ci gustiamo un ottimo caffè espresso in un bar italiano della zona. Passeggiamo un paio di ore tra bancarelle di chincaglierie di ogni tipo e compriamo alcune calamite, mentre la pioggia rende un pantano il terreno e difficilmente riusciamo a non infangarci le scarpe. Con la metro torniamo al Sony center e mangiamo due piatti di pasta gratis grazie alla barilla che sponsorizzava un evento. Il pomeriggio, con largo anticipo, entriamo ancora al Pergamon e trascorriamo tre ore piacevoli alla scoperta di antichi mondi tra cui l’altare di Pergamo e la porta dell’Agorà di Mileto.
L’ultimo giorno a Berlino saliamo sul battello che attracca proprio di fronte al DDR museum e facciamo un freddo tour panoramico. Al rientro entriamo incuriositi in questo piccolo museo, che illustra in maniera interattiva la storia e le abitudini della Germania Est.
Ultimo shopping sul viale Unter den Linden vicino la porta di Brandeburgo e alle 17.50 siamo di ritorno a casa.