Aruba 2

Gioiello dei Caraibi a 24 km dalla costa venezuelana
Scritto da: paola cresto
aruba 2
Partenza il: 14/08/2009
Ritorno il: 21/08/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Ad Agosto 2009, terminata la crociera Antille e Grenadines sulla nave Ocean Dream della Pullmantur, abbiamo fatto un’estensione con soggiorno mare di 8 gg. Ad Aruba e ne siamo stati pienamente soddisfatti.

Aruba è un’isola indipendente delle Antille Olandesi, a 24 km dalla costa venezuelana, lunga 32 km e larga 10, una delle mete più ambite dal turismo nei Caraibi, con resort di lusso, casinò e negozi duty-free.

Scoperta dagli Spagnoli che la chiamarono isla inùtil, fu usata inizialmente per l’allevamento del bestiame, finché ad inizi ‘800 furono scoperte miniere aurifere che però si esaurirono ai primi del ‘900. A quell’epoca venne introdotta la coltivazione dell’aloe, ma furono le raffinerie di petrolio negli anni ’20 a fare la fortuna dell’isola, favorendo l’incremento della popolazione (fino ai 100.000 abitanti attuali) e del tenore di vita.

Dal 1986 Aruba ha ottenuto uno status a parte dalle Antille Olandesi: ha un suo parlamento, una sua moneta così come un proprio sistema scolastico. La lingua locale è il Papiamento, nata dalla fusione tra le lingue dei primi coloni (inglese, spagnolo e olandese) e degli schiavi africani, ma sono comunemente parlati l’inglese e lo spagnolo.

Oranjestad, la capitale, deve il suo nome alla dinastia regnante degli Orange; l’architettura è un misto di vecchi edifici in stile caraibico unito all’eredità coloniale dell’isola.

Quando si pensa ad Aruba, una delle prime cose a venire in mente sono le spiagge bianche incontaminate, acque trasparenti e i più spettacolari tramonti dei Caraibi. Ognuna delle spiagge di Aruba ha una sua unicità e può soddisfare le migliori aspettative A nord-ovest di Orangestad, i due poli d’attrazione sono Eagle Beach e Palm Beach: molto animate, con alberghi e resort di lusso, attrezzate per la pratica di ogni sport acquatico, dal parasailing al windsurf, alle gite in catamarano.

Appena più sù si incontra Boca Catalina, dove ci sono poche palapas (tipici ombrelloni di palma) ma l’acqua è fantastica; lo snorkeling appena davanti alla spiaggia offre una perfetta visione sottomarina anche alla luce del tramonto.

Più a nord si trovano due spiagge più piccole ma amate dai surfisti per le acque poco profonde e la presenza costante dei venti Alisei, Malmok Beach e Arashi Beach.

Ancora oltre, la spiaggia di Hadicuri o Fisherman’s Huts ospita l’annuale competizione di windsurf Hi-Winds e pertanto è considerata a pieno titolo lo spot migliore per imparare o perfezionare il kite ed il windsurf.

L’estremo nord dell’isola è segnalato ai naviganti dal California Lighthouse, il faro che dal promontorio illumina la costa ed è luogo preferito per i tramonti su Arashi Beach.

A sud di Palm Beach si incontra Punto Brabo, che deve il suo nome alle forti correnti, ed è più l’ideale per il relax al sole che per le nuotate. Scendendo ancora lungo la costa le onde si infrangono meno violentemente sulla spiaggia che qui diventa più attraente soprattutto per chi sfugge dal caos di Palm Beach.

A sud, oltre l’aeroporto, si trovano Rodgers Beach e Baby Beach, soprattutto la seconda ricchissima di vita sottomarina. Grazie alle acque calme e poco profonde ed alle piscine naturali che si creano con il gioco delle maree, è il luogo ideale per lo snorkeling e per i bambini. Entrambe sono dotate di tavoli e ombrelloni di palma e sono l’ideale per un po’ di relax dopo le spiagge più affollate della costa nord.

Soprattutto nel weekend, le famiglie di abitanti del luogo si trasferiscono qui con le loro tende, tavolini e sedie e frigo da campo, e trascorrono l’intera giornata.

La costa est di Aruba è quella battuta dalle onde impetuose, che ne fanno luogo ideale per il surf o il bodyboarding: Boca Grandi, Boca Prins, Dos Playas sono insenature naturali nella roccia basaltica dove le onde si infrangono creando tubi ideali per chi ama surfare.

Aruba, pur essendo di origine vulcanica e piuttosto arida, ha zone interne di grande bellezza.

Un quarto dell’isola è protetto dal governo che ha istituito l’Airikok National Park, un gioiello della natura fatto di formazioni rocciose insolite, dove gli indiani amerindi hanno lasciato traccia del loro passaggio con incisioni e dipinti sulle rocce, il tutto attraversato da sentieri che permettono di vedere da vicino le particolarità di questo singolare ecosistema.

Aruba è considerata uno dei migliori siti dei Caraibi per le immersioni ai relitti, seconda solo a Bermuda.

Qui i reef corallini dei Caraibi danno rifugio a centinaia di tipi di pesci, uno diverso dall’altro per dimensioni, colore e forma.

Le immersioni le abbiamo organizzate già dall’Italia con Dive Aruba (www.Divearuba.Com), gestita dal proprietario e dive master Clive Paula. Clive è un rude nativo di Aruba con un’esperienza più che ventennale nelle immersioni. Ha una piccola barca che gli permette di ospitare al massimo 7 divers e questo è sicuramente un vantaggio: Clive offre un servizio quasi personalizzato e di fatti noi ci siamo sempre immersi al massimo in 4 persone! Se non soggiornate a Oranjestad downtown, Clive viene a prendervi direttamente al resort con il suo mini-van per portarvi alla Renaissance Marina dove è ormeggiata la barca, che avrà già predisposto con attrezzature, bombole e bibite fresche.

Il sito di immersione viene deciso la mattina stessa in base alle condizioni meteo e al mare; il reef di Aruba ha bellissimi siti facilmente accessibili via mare, dai più vicini a 15’ al massimo a 50’ di barca.

Le condizioni meteo ad Agosto sono state sempre ottimali: venti alisei costanti che soffiano via la nuvole, mai un giorno di pioggia o cielo coperto.

Con Dive Aruba è possibile anche fare corsi e specialità Padi nel caso vogliate incrementare le vostre certificazioni e potete richiedere pacchetti personalizzati in base alle vs. Esigenze di soggiorno ad Aruba.

Siamo stati pienamente soddisfatti delle belle immersioni proposteci da Clive, sempre 2 al giorno, la prima alle 9.00 la seconda verso le 11.00, di modo da avere poi ancora tutto il pomeriggio a disposizione per eventuali altre attività.

Abbiamo iniziato con il West Harbour Reef, ricco di formazioni coralline molli che scendono gradualmente dai 12 ai 30 mt, dove giace la Pilot Boat, un piccolo relitto di circa 12 mt di lunghezza dove trovano facilmente nascondiglio le murene verdi.

Le successive immersioni hanno avuto luogo su relitti davvero degni di questo nome.

La Debbie II è una petroliera fatta affondare volontariamente nel 1992 per dare un’ulteriore attrazione a questo reef già piuttosto ricco.

Il reef inizia sui 15 mt e scende fino a 30 mt sul fondale sabbioso, che a volte rende non perfetta la visibilità a causa delle correnti.

L’Antilla è il relitto più famoso di Aruba: è un mercantile tedesco lungo oltre 120 mt affondato nel 1940 quanto la Germania invase l’Olanda. Il suo capitano preferì farlo affondare piuttosto che arrendersi e consegnarla al nemico. Una piccola parte della nave sporge a pochi metri dalla superficie ed è uno spot molto apprezzato anche per lo snorkeling; si trova a nord di Palm Beach, circa 1 miglio dalla costa.

La vita marina è abbondante sull’Antilla: è coperta da spugne e coralli e offre riparo a molte aragoste e pesci angelo, ma anche gamberetti, granchi e paguri; giace a circa 18 mt e data la poca forza delle corrente è adatta alle immersioni di ogni livello. La visibilità è in genere 15 – 20 mt.

E’ di facile penetrazione grazie ai larghi compartimenti ma essendo piuttosto grande è difficile fare un’esplorazione accurata di tutti i comparti in una sola immersione.

E ricoperta di spugne tubo e coralli che lo rendono un sito ideale per gli amanti della fotografia macro subacquea. E’ anche apprezzabile per le immersioni notturne.

Il Jane C. È un cargo inglese lungo circa 80 mt che trasportava cemento; fu confiscato dalle autorità quando sbarcato in porto venne trovata della cocaina nascosta tra il carico. Nel 1988 fu autorizzato il suo affondamento per farne un nuovo sito di immersioni. Si trova circa 1 miglio a sud del porto di Barcadera, tra 12 – 27 mt, dove il reef scende parallelo all’isola ed è proprio rivolto verso il reef.

Ha un’ampia zona di carico aperta, dalla quale si può facilmente scendere all’interno e fare ottime foto; le altre aree del relitto sono piuttosto piccole e pertanto consigliate solo ai sub esperti. Ospita enormi coralli cervello, spugne, pesci angelo, pesci sergente maggiore, barracuda e murene, e la corrente è piuttosto forte.

Un’altra bella immersione che abbiamo fatto è Skalahein Reef, dove si scende su un reef da 7 a 40 mt. Ideale per l’immersione in corrente, si possono vedere razze, pesci coccodrillo, tartarughe e molta vita marina.

La maggior parte delle strutture turistiche sono concentrate lungo la costa sud-occidentale (tra Eagle Beach e Palm beach) orlata da 11 km ininterrotti di spiaggia bianchissima. Su questo lato della costa il mare è calmo e protetto dalla vicinanza della costa del Venezuela. I fondali sono poco profondi e degradano lentamente, sono ricchi di pesci tropicali, coralli e spugne, e la trasparenza dell’acqua li rende ideali per le immersioni subacquee, grazie anche ai molti relitti che giacciono sul fondale .

Basta noleggiare un piccolo fuoristrada per raggiungere i punti più scenografici dell’isola, da nord a sud, e constatare come appena lasciata la zona turistica l’isola è in gran parte selvaggia. Cactus e alberi di divi divi, i venti alisei che soffiano costantemente e piegano gli alberi fino a fargli assumere le forme di enormi bonsai.

Noi abbiamo soggiornato al Tamarijn Aruba, che fa parte del grande complesso Divi & Tamarijn Aruba (www.Tamarijnaruba.Com).

Il resort è situato a pochi km dal Oranjestad, lungo la Druif Beach.

Ha un corpo centrale con reception, sala giochi, ristoranti e bar, mentre i blocchi delle camere si sviluppano lateralmente lungo la spiaggia in villini bassi a 2 piani.

Le camere sono spaziose e ben arredate; quelle al pian terreno hanno una veranda attrezzata di tavolino e sedie davanti al prato all’inglese e con accesso diretto alla spiaggia a pochi metri, mentre quelle al primo piano hanno un terrazzino vista mare anch’esso attrezzato.

La spiaggia è uno dei punti forti del resort: bianca, finissima, morbida, che degrada lentamente in un mare trasparente, di tutte le sfumature dell’azzurro.

Di fronte alla reception ci sono i desk per le escursioni, il noleggio auto e la galleria di negozi (souvenir, parafarmacia, giornali e internet point).

Oltre la reception ci sono il ristorante giapponese fusion Ginger (eterni nel servizio – buoni il carpaccio di Mahi-mahi, il pollo al mango e le verdure in tempura), il ristorante Paparazzi italiano (pessimo per qualità dei piatti e lentezza del servizio), il Palm Grill buffet (buona la varietà e la qualità dei piatti) e lo snack bar Pizza per tutti.

Inoltre è possibile anche cenare presso il Red Parrot Restaurant (cucina creola ed internazionale), situato al Divi Resort e facente parte dello stesso complesso (il Tamarijn e il Divi sono raggiungibili con i golf-kart in 3 minuti oppure a piedi in meno di 10 minuti lungo il viale interno di collegamento).

Al Tamarijn il trattamento è all-inclusive ma la cena nei 3 ristoranti à la carte deve comunque essere prenotata al desk per l’orario richiesto, mentre per il Grill il servizio è a buffet quindi l’accesso è libero a qualsiasi ora.

Per tutto il giorno è possibile consumare bevande e snak al Bunker Bar sulla spiaggia oppure al Coconut Bar adiacente la piscina.

Qui preparano ottimi cocktail con frutta fresca tropicale, oltre ovviamente a tutti i tipi di cocktail internazionali, ed ottime pizze e focacce.

Purtroppo il comune denominatore di tutti i ristorati e bar è la flemma con cui i camerieri preparano piatti e bevande, incuranti della gente con continua ad accalcarsi attorno ai banconi.

Il Tamarijn offre anche attività sportive: windsurf, kajak, parete di arrampicata, tennis e beach volley, noleggio biciclette e attrezzatura snorkeling, e c’è anche una palestra, gestita dalla locale campionessa di body-building L’intrattenimento serale prevede serate con lezioni di balli caraibici, spettacoli folkoristici, karaoke, musica dal vivo e balli.

Nei fine settimana l’area di fianco al Parrot Grill e alla piscina si anima di deejay e gruppi musicali locali che accompagnano le performance di ballerine che si esibiscono nei loro coloratissimi costumi tradizionali di piume e paillettes.

Durante la nostra vacanza abbiamo alternato relax in spiaggia, immersioni e esplorazioni dell’isola, per avere modo di assaporare tutti i luoghi più caratteristici.

Dopo il primo giorno trascorso in totale relax nel resort, tra snorkeling e letture sotto l’ombrellone, abbiamo noleggiato per 24 ore una macchina per fare un tour dell’isola in totale libertà. Abbiamo optato per un piccolo SUV per avere la possibilità di percorrere anche le stradine sterrate e un poco impervie dell’isola, soprattutto quelle per raggiungere il parco di Airikok ed alcune spiagge della costa Est.

Quindi abbiamo seguito un itinerario proposto dalla Lonely Planet (e un po’ rivisitato in base ai nostri gusti personali) fermandoci in tutte le spiagge da nord a sud con uno stop anche all’interno dell’isola alla ricerca di luoghi pittoreschi da immortalare.

Durante il nostro soggiorno abbiamo utilizzato varie volte le biciclette fornite dal resort soprattutto per recarci ad Oranjestad per giri nel centro sia per lo shopping nei suoi negozi griffati e nei centri commerciali situati davanti alla Renaissance Marina.



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