Snorkeling a Curacao

Una settimana in giro per le spiagge con maschera e pinne, alla ricerca della barriera corallina
Scritto da: Fiore59
snorkeling a curacao
Partenza il: 31/10/2015
Ritorno il: 08/11/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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L’idea era quella di partire per un mare caldo, dove fare un po’ di snorkeling. Puntando sui Caraibi, la scelta è caduta sulle Antille olandesi, perchè si trovano fuori dalla rotta degli uragani, ancora possibili in questo periodo.

Per l’isola, la scelta è caduta su Curacao, perchè facilmete raggiungibile da Miami, dove già mi trovavo (ci sono comodi voli giornalieri, anche in orari diversi).

L’ultima scelta è stato l’alloggio. Dopo lungo studio, ho concluso che a Curaçao non c’è una grande scelta di resort di livello medio-alto. Se si esclude il Baoase, che però costa uno sproposito, la scelta alla fine si è ridotta al Marriot e al Sunscape. Entrambi sembrano avere una bella spiaggia e si trovano però ai lati opposti di Willemstad. La scelta è caduta sul Sunscape, perché pratica la comoda formula all inclusive (anche se il cibo lascia un po’ a desiderare). Ho inoltre scelto l’opzione Sunclub, che con un accettabile sovrapprezzo offre qualche vantaggio, come ad esempio quello di alloggiare nel complesso Flamingo (n.8), dotato di una propria piscina e di una spiaggia un po’ appartata rispetto a quella comune (è l’edificio più a nord del complesso). La stanza è risultata ampia e dotata di balcone con affaccio sulla piscina e il mare (se non volete fare le scale, fatevi dare le stanze al piano terra, che hanno l’accesso diretto al mare, ma molta meno privacy, perchè avete la gente che vi passa davanti la veranda). La spiaggia è piacevole e ben attrezzata (almeno quella del Flamingo); ci sono i muretti frangiflutti, che sono un po’ antiestetici (ci sono anche su molte altre spiagge), ma hanno il vantaggio di mantenere l’acqua calma, anche quando spira vento. La struttura è molto ampia, ma un po’ datata. Non abbiamo incontrato nessun altro italiano. Ci sono 5 ristoranti: 2 sulla spiaggia (uno di pesce ed un grill) e altri 3 vicino alla struttura comune del resort (uno italiano o almeno spacciato per tale, uno giapponese e quello principale a buffet, dove servono anche la colazione). Il Wi-Fi è gratuito nella hall e funziona in modo accettabile quando non c’è molta gente, mentre nelle camere è a pagamento (30$ per settimana, per dispositivo). C’è anche un Casinò adiacente al resort, con accesso dall’interno, ma mi è sembrato frequentato soprattutto da locali. Vi è anche un centro Dive, con molo. Il Resort è pieno di personale (si vedono inservienti dappertutto) e la direzione è piena di iniziative e proposte. L’impressione però è che nonostante la buona volontà, la disorganizzazione regna sovrana. Il primo giorno non sono passati a rifare la camera ed anche se la cosa è stata da me segnalata nel pomeriggio, non è successo niente. Quando vi presentate ai ristoranti, vi tocca aspettare, anche se si vedono all’interno molti tavoli liberi. L’impressione generale è che sul l’orientamento al cliente ci sia molto da migliorare!

Tornando però a Curaçao, la prima cosa da dire è che tutte le attività dell’isola si trovano sulla costa ovest. Quella est è infatti selvaggia e battuta dalle onde dell’oceano, adatta forse ai surfisti. La costa ovest, invece, pur essendo sempre rocciosa, è più protetta e ci sono numerose spiagge e, quindi, numerose strutture turistiche, anche se c’è molta differenza fra la parte a nord e a sud di Willemstad.

Sulla parte nord (per intenderci, quella dal Marriot in su) si trovano le spiagge più note, a partire da Kalki, Knip, Laguna, ecc., spesso attrezzate e comunque tutte facilmente raggiungibili. La parte a sud di Willemstad è invece meno nota e più selvaggia ed è caratterizzata dal parco marino protetto. Noi abbiamo noleggiato un auto e siamo andati in giro, in cerca di posti per fare snorkeling. In auto si gira tranquillamente, con tre soli punti di attenzione: l’attraversamento di Willemstad può richiedere tempo a causa del traffico, portatevi un navigatore (io ho usato maps.me) perché la segnaletica è approssimativa, nei posti isolati fate attenzione (guardate a terra nel parcheggio e vedete se ci sono tracce evidenti di cristalli infranti).

Passando alle singole spiagge, riepilogo di seguito quelle che ho visitato.

Playa Kalki = è alla punta nord-ovest dell’isola, ma le strade sono buone e si raggiunge facilmente (coordinate 12.375334, -69.157803). C’è un piccolo parcheggio e poi, scendendo una scala, si raggiungono le strutture: il dive a sinistra e la spiaggia a destra. Si possono affittare i lettini a 6$ a testa. La spiaggia è piccola e non è sicuramente la splendida spiaggia caraibica che tutti abbiamo in mente (ma io a Curaçao ne ho viste poche e tutte comunque piccole), ma l’acqua è calda ed ha delle sfumature di azzurro da cartolina. Se poi infilate pinne e maschera e costeggiate la costa a destra (dall’altra parte rispetto al molo del dive), superando le boe, allora la situazione migliora molto, perchè si può fare del buon snorkeling. Se vi fermate per pranzo, si può mangiare qualcosa stesso in spiaggia; noi avevamo puntato su Sol Food, che si trova a poche centinaia di metri, ma ora è aperto solo dal venerdì alla domenica e quindi abbiamo ripiegato su Jaanchie’s, che si trova poco più avanti (passabile, ma non certo degno di menzione).

Playa Laguna = un po’ più sotto la precedente (coordinate 12.318449, -69.150117), è una piccola baia, mal tenuta e priva di attrezzature. Abbiamo provato a fare snorkeling sia sul lato destro, sia sul lato sinistro, ma non siamo al livello di Kalki.

Director’s bay = questa spiaggia è a sud di Willemstad ed è un po’ meno facile da raggiungere, rispetto alle altre spiagge più note e recensite di Curacao. Il modo più semplice è arrivarci con un navigatore o guardarsi prima il percorso sulle mappe di Google (coordinate 12.066010, -68.859955). In realtà non è una vera spiaggia, perchè non c’è sabbia, ma solo pezzi di corallo ammucchiati; però è un posto notevole per lo snorkeling. Deve il suo nome al fatto che un tempo era riservata ai manager della Shell. C’è un ampio parcheggio, che però riporta segni di vetri infranti; per fortuna, quando ci siamo stati noi abbiamo trovato un vigilante che sorvegliava le auto lasciate dai pochi turisti. Lungo la strada per arrivarci, quando questa ritorna sul mare, ci sono i resti di un forte che vale una breve sosta (anche qui vetri a terra, ma vigilante presente). Una volta sulla spiaggia, buttatevi in acqua e dirigetevi verso destra, seguendo la costa. Il fondale è a mio avviso superiore a quello di Kalki e do altre spiagge dell’isola. Se non ci sono correnti, potete arrivare facilmente fino al rimorchiatore affondato, di cui sicuramente avete letto, se vi state documentando su Curaçao. Il posto è privo di qualsiasi confort e quindi portatevi quello che vi serve (ma non lasciate nulla di valore in spiaggia, se non ci sono altri turisti che possono tenervela d’occhio).

Tornando sul versante nord-ovest, ho visitato anche playa Largu (coordinate 12.235585, -69.098418) e playa Manzalina (coordinate 12.245635, -69.105167, anche se Google map chiama Manzalina la piccola spiaggia subito sopra). Si tratta di due spiagge non attrezzate, vicine fra loro e raggiungibili percorrendo qualche chilometro di strada sterrata (si può fare, con un po’ di attenzione, anche con una piccola utilitaria). Playa Largu è simile alla baia dei Direttori: niente sabbia, ma solo una enorme quantità di coralli ammucchiati a riva. Cercate un punto di ingresso (ce n’è uno sulla parte sinistra, dove arriva la strada, ben visibile per il fondo bianco della sabbia) ed allontanatevi da riva verso il bordo del reef che digrada verso il fondo e poi seguite questa linea verso destra; ci sono ampi tratti di corallo in ottimo stato e molti pesci (noi abbiamo visto anche due tartarughe). L’unica controindicazione è che il fondale è un po’ troppo profondo, ma la visibilità dell’acqua era eccellente nel nostro caso e compensava l’inconveniente. Attenzione alla corrente quando arrivate alla punta, noi l’abbiamo trovata e riguadagnare la riva è stato molto faticoso. Playa Manzalina è più piccola, ma ha un po’ di sabbia e quindi va bene anche per fermarsi a prendere il sole. C’è un po’ di corallo a tratti, davanti alla spiaggia, ma non siamo arrivati fino alla linea del reef, perché era troppo lontana da riva. Nulla di paragonabile comunque allo snorkeling di playa Largu, anche se la spiaggetta è carina, per i suoi caratteri selvaggi e le grandi rocce incombenti sull’acqua. C’è anche una spiaggetta poco più a nord, ma non ci siamo stati. Come detto, si tratta di spiagge isolate, dove troverete al massimo un paio di altre auto (lungo la strada sterrata attraverserete la corte di un fabbricato, dove pagherete un pedaggio per proseguire per le spiagge). Se invece cercate spiagge attrezzate (e affollate), allora potete dirigervi a playa Porto Mari o a Cas Abao, entrambe abbastanza vicine; ho letto che si può fare snorkeling, ma noi non abbiamo provato e quindi non ho informazioni dirette.

La spiaggia del Marriot: se non alloggiate in questo albergo, potete lasciare l’auto nel parcheggio a sinistra e cioè dall’altra parte rispetto all’Hilton (coordinate 12.117412, -68.965138). Entrate in acqua e portatevi a destra davanti al Marriot; nuotate verso la barriera frangiflutti e superatela in uno dei varchi esistenti. Infatti, anche se si tratta di una barriera artificiale, i coralli hanno popolato il lato esterno, che è anche ricco di pesci. Anche se il tratto è breve, si tratta di un giro facile, che prende poco tempo. Ho letto che si può proseguire oltre la punta, verso la spiaggia dell’Hilton, ma non ci siamo arrivati e quindi non posso dire nulla.

Ovviamente non può mancare una puntata a Willemstad. Noi ci siamo stati tre volte: di giorno e di sera, per vederla con occhi diversi. La zona turistica a Punda è compresa fra il piccolo Queen Wilhelmina Park e i due canali ad angolo (il Sint Annabaai e il Waaigat). Lungo il Waaigat, che scorre a nord della sinagoga, c’è un caratteristico mercato, con i banchi (soprattutto frutta) riforniti dalle barche che sono ormeggiate subito dietro (per questo è chiamato il mercato galleggiante, ma in realtà i banchi di vendita sono sulla terraferma). Si può visitare la sinagoga, con il piccolo museo e poi il caratteristico ponte galleggiante (Koningin Emmabrug), cercando di prendere il momento in cui viene aperto per far passare le barche (intanto voi potete rimanerci sopra e godervi lo spettacolo). Passato il ponte siete a Otrobanda, molto meno turistica, ma dove vale la pena di visitare il Kura Hulanda, un hotel diffuso che ha recuperato, portandolo a nuova vita, un intero quartiere della città (non so come siano le camere, ma il contesto è molto gradevole e c’è anche un piccolo museo africano, in ricordo degli schiavi che qui arrivavano dall’Africa, prima di essere smistati verso i mercati). Se volete vedere i quartieri più “veri” e cioè immergervi nell’atmosfera della vita locale, allora potete percorrere Breedestraat, fino a superare Arubastraat e poi piegare a sinistra verso il mare (noi ci siamo stati di giorno e quindi non so come sia la sera). L’impressione generale di Otrobanda è piacevole e si passeggia volentieri fra le case coloratissime, con i grandi transatlantici ormeggiati nel porto. Un’altra zona interessante di Otrobanda è proprio il porto delle crociere, con i suoi negozi e i locali: con il ponte di barche alle spalle, dirigetevi a sinistra, verso il mare e quindi verso Rif Fort, che è stato ristrutturato e riportato a nuova vita, riempiendolo di localinii; uscite dalla parte opposta e continuate verso un molo delle grandi navi, passeggiando davanti ai negozi e ai locali.

Alcune notazioni pratiche per la visita di Willemstad:

1) i parcheggi mi sono sembrati tutti a pagamento e quindi procuratevi un po’ di monete locali per pagare nelle colonnine automatiche (occorre digitare il numero del posto occupato e fate attenzione all’orario di rientro, perché per 7 minuti di ritardo ci hanno messo le ganasce ed abbiamo dovuto pagare 15$);

2) nella zona centrale c’è il Wi-Fi gratuito.



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