A zonzo per le Eolie: alla scoperta delle “sette sorelle”

Due settimane tra Lipari e tutte le altre isole dell'arcipelago: mare, spiagge, tramonti, vulcani e l'immancabile buon cibo siciliano...
Scritto da: storm_87
a zonzo per le eolie: alla scoperta delle sette sorelle
Partenza il: 19/08/2017
Ritorno il: 03/09/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Quest’anno, per varie vicissitudini, le vacanze le ho trascorse con Luigi, un mio amico di lunga data. La meta prescelta sono state le isole Eolie: dopo Favignana nel 2014 e Sicilia occidentale lo scorso anno, quest’anno ho optato per questo magnifico arcipelago. Me ne sono innamorato attraverso alcuni documentari televisivi e sin dallo scorso inverno il mio “pallino” era andare alla scoperta di queste sette isole. Se a ciò aggiungiamo che, da napoletano e da buon meridionale, ho un debole per la Sicilia, si capisce facilmente che tornare da quelle parti per la terza volta in quattro estati non è stato affatto un peso, vista la bellezza dei luoghi incontrati ogni volta.

DOVE ALLOGGIARE

L’isola di Lipari è stata il nostro “quartier generale” e consiglio a tutti questa isola come base d’appoggio se si va alle Eolie per la prima volta. Lipari è la più grande e popolate delle sette isole, dispone di diverse spiagge da poter frequentare e, inoltre, vista la sua centralità geografica rispetto alle altre isole, permette di raggiungerle tutte con estrema facilità, sia con gli aliscafi e i traghetti di linea sia con le escursioni in barca organizzate dalle agenzie e dai tour operator locali. Noi siamo arrivati a Lipari il 19 agosto, con l’aliscafo proveniente da Napoli e abbiamo soggiornato in un appartamento abbastanza grande, preso in affitto attraverso l’agenzia immobiliare locale Eoliando. La casa, al primo piano di un vicoletto situato proprio nel cuore del corso principale della città, era dotata di un’ampia cucina soggiorno con divano letto, camera da letto matrimoniale, bagno e due balconi. Per l’alloggio abbiamo speso 850 euro per quindici notti (siamo andati via il 3 settembre), a cui vanno sommati 35 euro per le pulizie finali, 5 euro al giorno facoltativi se si richiede l’aria condizionata e 10 euro a persona a settimana se si noleggia la biancheria in loco.

COSA FARE ALLE EOLIE

LIPARI

Stare due settimane alle Eolie vi permetterà, come nel nostro caso, di scoprire alla grande la bellezza di queste isole, di visitarle tutte e di ammirare le peculiarità di ognuna di esse.

Lipari, come detto, è la più grande e più attrezzata dal punto di vista turistico. Abitata anche d’inverno, Lipari è una località che offre il giusto compromesso da chi cerca la tranquillità in spiaggia, il bel mare e un po’ di vita la sera.

Per quanto riguarda le spiagge liparote, il nostro tour è iniziato dalla piccola Baia di Portinenti. Questa spiaggia è l’unica balneabile nel centro di Lipari e si trova alle spalle del porticciolo turistico di Marina Corta. Si tratta di una piccola lingua di spiaggia composta da piccoli sassi, incastrata tra un hotel e un residence. È un luogo tranquillo, nonostante sia abbastanza frequentato; il mare è bello e il sole non brucia per tante ore considerato che nel primo pomeriggio questa baia è già quasi tutta all’ombra.

Una spiaggia ben più grande e celebre di Lipari è quella che si trova nella frazione di Canneto, pochi chilometri a nord del centro storico. Raggiungibile facilmente in autobus, in barca coi servizi di taxi boat presenti sull’isola oppure con mezzi propri o presi a noleggio, la spiaggia di Canneto dispone di ampi spazi liberi e presenta diversi stabilimenti balneari, bar, ristoranti e rosticcerie che rendono più comoda la permanenza in riva al mare. La spiaggia, come a Portinenti, è composta da sassi scuri; il mare è limpido, con fondale roccioso ed è alquanto affascinante fare il bagno con Panarea e Stromboli sullo sfondo, proprio dinanzi a voi.

Più a nord, dopo una passeggiata di circa 10-15 minuti dalla fine del lungomare di Canneto, si trova la Spiaggia della Papesca, conosciuta anche come Spiagge Bianche. Il nome della spiaggia è legato al colore che, fino a qualche anno fa, era dato al litorale dalle pietre pomici che venivano estratte dalle montagne retrostanti. Con il blocco della lavorazione dovuto all’inserimento delle Eolie nelle località patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO, la colorazione bianca si è persa e la spiaggia è tornata ad essere formata da sassi e ciottoli neri, comunque comodi per sdraiarsi anche se non si sceglie uno dei due stabilimenti balneari presenti.

Poco dopo le Spiagge Bianche, sempre in direzione nord, si trova la spiaggia di Pietra Liscia. Ci si arriva in autobus, in auto o in scooter e, una volta scesi sulla strada principale, si scende per circa 2-300 metri in un canyon fatto di rocce e polvere bianche (anche qui si estraeva la pietra pomice fino al 2005) e si arriva in questa piccolissima lingua di spiaggia, con alle spalle un edificio dismesso legato alla lavorazione della pietra. Purtroppo, le mareggiate degli ultimi anni hanno lentamente rosicchiato l’ampia spiaggia che c’era e adesso rimangono solo pochi metri di litorale, tra l’altro all’ombra dall’ora di pranzo in poi. Il mare è bellissimo, va dall’azzurro al verde turchese e il suo colore è dettato dalla variopinta colorazione dei sassi che sono depositati sul fondale.

Tornando sulla strada principale e percorrendola sempre in direzione nord, poche centinaia di metri dopo si arriva alla famosa spiaggia delle Cave di Pomice e di Porticello. Alle Cave di Pomice si può fare il bagno accomodandosi su una piccola lingua di spiaggia fatta di sassi mista a sabbia bianca (colorazione legata alla presenza, alle spalle, di una cava di pomice abbandonata) mentre a Porticello la spiaggia è più scura ma, in entrambi i casi, l’acqua è cristallina, di una bellezza impareggiabile. Le due località, praticamente attaccate, dispongono di ampio parcheggio gratuito e di diversi stabilimenti balneari per chi non vuole rinunciare alle comodità.

L’ultima spiaggia di questo versante è quella di Acquacalda. Situata poche curve dopo le Cave di Pomice, la spiaggia di Acquacalda è molto simile a quella di Canneto. Ampio litorale di sassi, acqua cristallina, stabilimenti balneari e una bella vista su Salina, che permette di apprezzare anche un tramonto se si resta in spiaggia fino a tardo pomeriggio.

La spiaggia più bella di Lipari è, a mio avviso, quella di Valle Muria. Situata sul versante occidentale dell’isola, è l’unica balneabile in un tratto di costa affascinante ma impervio, fatto di grotte, faraglioni e alte scogliere. Valle Muria si può raggiungere, oltre che in barca da Marina Corta (chiedere di Barney…) anche in autobus (ma le corse sono molto rare) e per arrivare al mare bisogna camminare per circa un quarto d’ora in un sentiero fatto di sabbia, sassi, gradini e gradoni non troppo impervi. Vale sicuramente la pena versare un po’ di sudore perché, alla fine, si arriva in un luogo paradisiaco, quasi incantato: pochissime persone, acqua cristallina, fondale ricco di pesci di ogni colore e misura. In più, a Valle Muria si può anche fittare un lettino, un ombrellone o pranzare approfittando dell’angolo ristoro presente in spiaggia. Qui il sole rimane alto fino a tardi ed è quindi bellissimo apprezzare i colori che il cielo regala al mare man mano che si avvia al tramonto.

Per vedere meglio tutta l’isola di Lipari vi consiglio, come abbiamo fatto noi, di noleggiare uno scooter almeno per un giorno per effettuare il periplo dell’isola. Dal centro storico di Lipari, abbiamo imboccato la strada provinciale in direzione nord verso Canneto e da lì, fermandoci qua e là in bellissimi punti panoramici siamo arrivati fino a Quattropani dove consiglio una sosta al Santuario di Santa Maria delle Catene. La chiesa è circondata da un ampio spiazzo che offre una magnifica vista (ancor più spettacolare al tramonto) su Salina, Filicudi e Alicudi. Poco interessante, se non per il panorama che si ammira lungo la strada, la frazione di Pianoconte; al contrario, molto suggestiva la strada che, in discesa, porta verso Valle Muria, dove si trova il famoso belvedere di Quattrocchi dal quale, al tramonto, consiglio di ammirare la vista su Vulcano e sui faraglioni di Lipari.

Per quanto riguarda la vita serale, il centro storico di Lipari è la zona che offre di più rispetto al resto dell’isola. Tra la zona del Corso Vittorio Emanuele e il porto turistico di Marina Corta avrete l’imbarazzo della scelta tra bar, locali che offrono musica live, ristoranti, negozi e pasticcerie per trascorrere qualche ora in totale relax. Per chi non vuole rinunciare alle discoteche, la più gettonata è il White Beach, a nord di Canneto. Se capitate a Lipari tra il 21 e il 24 agosto non potrete non apprezzare il fermento e l’eccitazione coi quali l’isola vive la festa di San Bartolomeo, patrono locale e di tutte le Eolie. Concerti e mercatini affollano le strade ma lo spettacolo più suggestivo è quello pirotecnico che si tiene a Marina Corta la sera del 24 agosto, giorno in cui tantissimi eoliani si recano a Lipari per partecipare al momento conclusivo di tutte le celebrazioni religiose e pagane dedicate a San Bartolomeo: mezz’ora di spettacolo, con colori e giochi di luce nel cielo liparota che vi lasceranno a dir poco entusiasti.

VULCANO

Come già anticipato, oltre a Lipari, in due settimane, io e il mio compagno di avventura non ci siamo fatti mancare una visita, anche se veloce, alle altre isole. La prima tappa fuori Lipari è stata la rinomata isola di Vulcano, celebre per le sue sabbie nere e per i suoi fanghi.

A Vulcano siamo arrivati con gli aliscafi del servizio pubblico e, appena sbarcati sull’isola, siamo stati subito accolti dal forte odore di zolfo dei fanghi delle piscine geotermiche, situate a pochissimi metri dalla banchina. Con un ticket d’ingresso di 4 euro (comprensivo di gettone per doccia finale) si può accedere alla struttura e immergersi nella pozza dei fanghi, scegliendo il trattamento più adatto alle proprie esigenze, e tuffarsi nelle antistanti acque calde. A Vulcano, infatti, c’è la Spiaggia delle Acque Calde, una zona di costa dove l’acqua ha una temperatura a tratti elevata grazie alle esalazioni sulfuree che arrivano dal fondale e che, in alcuni punti, creano una vasca idromassaggio naturale per i bagnanti.

Dopo qualche ora a far fanghi, io e il mio amico abbiamo deciso di spostarci qualche centinaio di metri più avanti per fare un bagno alla Spiaggia delle Sabbie Nere. Qui, oltre ad un ampio tratto di spiaggia libera, ci sono anche diversi e rinomati stabilimenti balneari per chi voglia star comodo con lettino, sdraio e ombrellone. Il mare a Vulcano, ad essere sinceri, ci ha un po’ deluso perché l’eccessivo affollamento e le tante barche al largo hanno portato a riva diversa sporcizia che non ha reso piacevole stare in acqua.

Lasciata la spiaggia e prima di imbarcarci per il ritorno a Lipari, a piedi ci siamo diretti verso la Valle dei Mostri. Raggiungibile a piedi con una tranquilla camminata in salita di circa 20 minuti lungo una strada provinciale, la Valle dei Mostri non è niente di imperdibile. Si tratta di una zona dove rocce e sabbia di origine vulcanica si mescolano a vicenda e, personalmente, ho fatto anche molta fatica (forse ho troppa poca fantasia…) a riconoscere le tanto decantate sculture di lava che si sono create negli anni con le eruzioni del Vulcanello. Personalmente, credo si possa fare pure a meno di arrivarci. Noi, per mancanza di attrezzatura, abbiamo rinunciato alla salita al cratere ma può sicuramente essere una buona idea per chi vuole impegnare diversamente il tempo sull’isola.

SALINA

Salina, l’isola più vicina a Lipari insieme a Vulcano, l’abbiamo visitata con un’escursione guidata acquistata presso la compagnia Amici delle Eolie. La barca su cui siamo ospitati era un piccolo gozzo, con a bordo non più di quindici persone, sicuramente molto più comoda delle imbarcazioni di altre compagnie che a bordo stipavano anche centinaia di persone. Guidati dal nostro barcaiolo Pino, abbiamo fatto una prima sosta per il bagno al largo delle Cave di Pomice di Lipari, dove ci siamo tuffati in un mare azzurrissimo dal fondale bianchissimo.

Ripartiti in direzione Salina, abbiamo ammirato (senza però tuffarci…) la Spiaggia dei Gabbiani (vedendola, capirete subito il perché del suo nome…), raggiungibile solo via mare, e poi ci siamo fermati, per un altro bagno rinfrescante, presso Punta Faro a Salina. Ci siamo tuffati proprio sotto il faro di Salina, sotto un’alta parete rocciosa e con un mare color smeraldo e pieno di pesci. Dopo aver ripreso la navigazione e aver circumnavigato il famoso Arco del Perciato siamo arrivati alla celebre e bellissima Baia di Pollara, location dove furono girate molte scene del film Il Postino di Massimo Troisi. Pollara si trova lungo i fianchi di un cratere vulcanico collassato nei secoli ed è bagnata da un mare azzurro come il cielo, con tantissimi pesci che ti sfiorano le gambe mentre nuoti: è come fare il bagno in un acquario!

Lasciata (a malincuore) Pollara ci siamo diretti verso la frazione di Lingua, uno dei borghi più caratteristici di tutta l’isola. A Lingua abbiamo sostato per un paio d’ore e, seguendo i consigli del nostro barcaiolo Pino, per pranzo ci siamo fermati al ristorante Il Delfino, dove abbiamo mangiato due enormi pani cunzatu (una mezza pagnotta a testa tostata e condita in diversa maniera) seduti a pochi metri dal mare. Come dessert, invece, non abbiamo potuto rinunciare alla rinomata granita di Alfredo: ingredienti buoni, frutta fresca e a pezzi e prezzi contenuti, nonostante questo posto sia rinomato anche al di fuori delle Eolie.

Ripartiti da Lingua ci siamo diretti verso Lipari, accompagnati da un mare alquanto agitato. Lungo la costa occidentale liparota, molto più selvaggia e impervia di quella orientale e lungo la quale non ci sono spiagge raggiungibili (ad eccezione di Valle Muria), il nostro Pino ci ha guidato all’interno delle grotte più importanti per farci poi tuffare nei pressi di Cala Fico e di Valle Muria, prima di concludere la nostra giornata in barca offrendoci un’ottima malvasia (liquore tipico eoliano) davanti alla Spiaggia di Vinci di Lipari, anch’essa raggiungibile solo dal mare.

PANAREA

Panarea è la più modaiola (e anche la più cara) delle Eolie. Chi non vuole rinunciare alla vita mondana e al divertimento deve assolutamente andare in vacanza su quest’isola. Io e il mio compagno di viaggio, però, Panarea l’abbiamo solo “toccata” con un’escursione guidata organizzata dalla compagnia di navigazione Miriana. Il tour, oltre a Panarea, prevedeva anche Stromboli (di cui vi parlerò più avanti). Il prezzo pro-capite è di 40€ con partenza da Marina Corta alle 12 e rientro alle 24. L’imbarcazione, ampia, con un solarium spazioso e senza troppe persone a bordo, permette di godervi a pieno la giornata. Dopo aver costeggiato la costa orientale di Lipari si effettua, dopo circa 40 minuti di navigazione, la prima sosta bagno nella celebre Cala Junco. Si tratta di una baia dall’acqua blu, accessibile solo via mare in quanto inserita in un’area marina protetta. Dopo un lungo e rinfrescante bagno nelle acque di Cala Junco, il capitano Felice e il suo marinaio Omar ci hanno portati verso il porto di Panarea, dove abbiamo sostato per circa un’ora e mezza. Io e il mio compagno d’avventure, dopo aver consumato velocemente un panino, ci siamo concessi un altro bel bagno nelle acque limpide dinanzi una scogliera raggiungibile a piedi a pochi metri dal porto. Per chi, invece, volesse soggiornare più a lungo a Panarea, c’è da sapere che l’isola non ha tante spiagge e la più frequentata, perché raggiungibile a piedi dal centro in circa un’ora di cammino, è Cala Zimmari. Per chi ha la possibilità di muoversi in barca, c’è sicuramente l’imbarazzo della scelta tra le varie calette adocchiate lungo il tragitto. Lasciata Panarea (e prima di arrivare a Stromboli) ci siamo diretti agli isolotti che si trovano dinanzi a Panarea: Bottaro, Lisca Bianca, Basiluzzo e Dattilo. Questi quattro isolotti non sono altro che le pareti collassate di un vecchio cratere vulcanico, ora sottomarino, ancora attivo e che rilascia esalazioni di zolfo nel mare. Qui, quindi, si può ammirare il famoso fenomeno del “mare che bolle” anche se per un’ordinanza della Capitaneria di Porto è vietato immergersi e tuffarsi. I nostri marinai ci hanno fatto tuffare, però, qualche metro dopo l’area interdetta e, ad accompagnarci in questa parte del percorso, ci sono stati anche diversi delfini che circondavano la nostra barca rendendo entusiasti ed estasiati tutti!

STROMBOLI

L’isola di Stromboli ha occupato, come anticipato in precedenza, la seconda parte della gita iniziata con l’escursione a Panarea. Stromboli, per paesaggio, colori e spettacoli naturalistici offerti, è a mio avviso la più bella di tutte le Eolie.

A Stromboli siamo arrivati a metà pomeriggio, accolti da Iddu (così i siciliani chiamano lo Stromboli) e dalle sue eruzioni, nonché da spiagge nere bagnate da un’acqua blu e limpidissima anche nei punti più affollati di barche e traghetti. Rispetto ad alcuni componenti del nostro gruppo che hanno optato per la scalata al cratere, io e Luigi abbiamo scelto di andare in spiaggia, anche perché non eravamo muniti dell’attrezzatura necessaria per effettuare la scalata che, in ogni caso, è raccomandata solo a persone esperte ed allenate per le caratteristiche del percorso. La scelta della spiaggia è ricaduta su Ficogrande, una spiaggia di sabbia nerissima mista a ciottoli di medie dimensioni, proprio davanti a Strombolicchio, l’isolotto al largo di Stromboli sul quale domina un faro militare. Siamo rimasti in spiaggia fino al tramonto, ammirando non solo la bellezza del mare ma anche i colori del cielo che assumevano tonalità a dir poco estasianti.

Con la sera ormai in arrivo, io e Luigi ci siamo spostati, percorrendo tutto il lungomare, verso il centro cittadino, il cui cuore è rappresentato dal borgo di San Vincenzo. Stromboli, è risaputo, ha la particolarità di non essere dotata di energia elettrica pubblica lungo le strade e, quindi, bisogna assolutamente vivere quello che si prova passeggiando per le strette e impervie viuzze del centro cittadino con la sola luce della luna e delle stelle ad illuminare il cammino. Un’esperienza simile l’avevo vissuta solo alcuni fa a Favignana: forse è destino che sia la Sicilia a dovermi regalare emozioni del genere!

Dopo aver girato in lungo e in largo per il piccolo borgo cittadino di Stromboli ci siamo diretti verso il porto dove, dopo essere tornati a bordo della nostra imbarcazione, ci siamo diretti verso la Sciara del Fuoco, per ammirare, in silenzio e soltanto col rumore del mare da sottofondo, le eruzioni dello Stromboli che illuminavano la notte eoliana. Le parole non possono raccontare la bellezza e le emozioni provate in quei momenti: non vi resta che accucciarvi e aspettare che la natura offra il suo spettacolo!

Il rientro a Lipari, durato circa novanta minuti di navigazione, è un altro spettacolo che chiude in maniera degna quella che, a mio avviso, è stata la giornata più bella di tutta la vacanza. Navigare in mezzo alle isole sotto un cielo pieno di stelle è una cosa che non capita tutti i giorni e, credetemi, varrà anche la pena patire un po’ di freddo per apprezzare ciò che la natura sa regalarci!

ALICUDI

Alicudi è la più estrema ad Occidente delle isole Eolie e, forse, anche la più selvaggia. Ad Alicudi siamo arrivati con un aliscafo di linea dopo quasi due ore di navigazione e, appena sbarcati sul piccolo molo dell’isola, siamo stati immediatamente colpiti dalla selvaggia di questo luogo. Poche case lungo la stradina che dal porto conduce all’unica spiaggia accessibile di Alicudi fanno di quest’isola un posto incantato, lontano dal rumore del mondo. La spiaggia, fatta di grossi ciottoli, è bagnata da un mare azzurro cristallino e trascorrendo qualche ore a godere di questa meraviglia ci si renderà conto che l’unico rumore presente ad Alicudi è proprio quello del mare che si infrange sulla costa. Di sera non c’è l’illuminazione e, quindi, chi sceglie Alicudi sa bene che andrà incontro ad una vacanza di total relax, a stretto contatto col mare, con la natura e con il ritmo lento e tranquillo di quest’isola.

FILICUDI

Molto simile ad Alicudi è Filicudi. Distante da Alicudi circa mezz’ora di aliscafo, Filicudi è un’isola altrettanto selvaggia. Appena sbarcati al porto, la spiaggia che dal porto si snoda fino al promontorio di Capo Graziano è più ampia (ma anche più scomoda per via di ciottoli e sassi molto grandi) di quella di Alicudi. Il mare, anche qui, è di una trasparenza mozzafiato, con tanti pesci colorati che ti sguazzano tra i piedi mentre fai il bagno. Il borgo abitato di Filicudi Porto non è l’unico dell’isola in quanto, a circa 40 minuti a piedi, c’è l’agglomerato di Pecorini a Mare. Noi siamo rimasti tutto il giorno a Filicudi, proprio sotto Capo Graziano. Filicudi, manco a dirlo, è immersa in un’atmosfera di grandissima tranquillità e di silenzio quasi surreale che fanno di quest’isola il luogo ideale per chi vuole staccare in tutti i sensi la spina dalla routine e dal caos quotidiano.

Il mio (lungo) racconto “eoliano” termina qui. Le isole Eolie sono isole magiche, offrono bellezze, panorami, colori che ho trovato raramente in altri luoghi, sia in Italia, sia nella stessa Sicilia che all’estero. La natura vulcanica delle isole è presente dappertutto e, forse, questo rende ancora più affascinanti queste isole. Buon viaggio!

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