Ancora Sicilia: Isole Eolie

Una settimana nell'arcipelago tra sole, mare e... pane cunzato!
Scritto da: carabattola
ancora sicilia: isole eolie
Partenza il: 27/07/2016
Ritorno il: 03/08/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Anche quest’anno la Sicilia, come una sirena, ci ha attirato con le sue bellezze. E’ la volta delle Isole Eolie! Dopo aver visionato diverse offerte, anche di tour organizzati, alla fine abbiamo optato per un compromesso tra l’organizzato ed il fai da te: volo+hotel prenotati con Expedia, e tutto il resto prenotato da noi. Abbiamo fatto base a Vulcano, l’isola più vicina alla terraferma, e da lì siamo partiti per le escursioni e le visite a tutte le altre isole.

Prima giornata

Partenza da Malpensa alle 6:35, con Easyjet. Arrivo puntuale all’aeroporto Fontanarossa di Catania. Lì avevamo prenotato, tramite l’hotel, il servizio navetta per Milazzo: le navette sono dei bus o dei pulmini, a seconda del numero dei passeggeri previsti; ci sono diverse compagnie che effettuano il servizio, la nostra era Aliprando. I costi sembrano abbastanza standard, 25€ a testa a tratta. Per chi vuol risparmiare qualcosina e non ha fretta ci sono gli autobus di linea Giunti, che però impiegano circa il doppio del tempo (la navetta 1h45’, il bus più di 3h).

A Milazzo bisogna prendere l’aliscafo (16,50€ a testa). O il traghetto: se si va a Vulcano la differenza di tempo non è molta (si risparmia qualcosina). Per l’aliscafo, come per l’aereo, se avete dei bagagli voluminosi dovrete pagare un sovrapprezzo (2€ a bagaglio).

Arrivati a Vulcano ci attende il pulmino dell’Hotel Garden, che comunque non è distante; l’accoglienza ed il luogo ci ispirano, così decidiamo di prenotare anche la mezza pensione, di cui non ci pentiremo perché le cene saranno tutte favolose (25€ a testa, bevande escluse).

Nel pomeriggio il primo bagno, nella spiaggia delle sabbie nere, a pochi passi dall’hotel: la sabbia è incandescente! Senza sandali o ciabatte è impossibile camminare. Ci sono dei bagni attrezzati ed anche un po’ di spiaggia libera, non curata però; ed anche l’acqua purtroppo non è proprio entusiasmante, con sacchetti fazzolettini e quant’altro a galleggiare. Sicuramente, come riscontreremo anche in altre parti, colpa della maleducazione dei turisti; ma credo che un po’ più di attenzione da chi con i turisti ci vive e guadagna non sarebbe male. Per quanto riguarda l’acqua, fortunatamente, questa sarà l’unica nota negativa perché tutti gli altri bagni saranno fantastici.

Dopo cena passeggiata per il centro di Vulcano; è piccolino, ma con diverse bancarelle, negozietti, ristoranti, bar, localini. Ci sono tante agenzie che propongono escursioni: il suggerimento è quello di sentirne diverse e contrattare il prezzo.

Noi ci siamo rivolti, su consiglio dell’hotel, a Giuseppe della motonave Paloma; gentilissimo e disponibilissimo, ci siamo rivolti a lui anche per altre escursioni. Ovviamente, se fate un pacchetto, il prezzo potrà essere più basso… consiglio, una volta tanto, di NON prenotare queste escursioni on-line. I prezzi sono notevolmente più alti, in loco invece si riesce anche a fare dei bei giri con 20-25€ a testa.

Seconda giornata: Panarea e Stromboli

Oggi la prima delle escursioni: Panarea e Stromboli. Le escursioni in motonave hanno un po’ tutte le stesse caratteristiche: si gira intorno alle isole per vedere paesaggi, spiagge e calette caratteristiche, con delle soste bagno dove sguazzare in posticini difficilmente raggiungibili altrimenti; si sbarca in ciascuna isola per rifocillarsi o fare shopping. Io le consiglio, in quanto sono sicuramente economiche rispetto ad altri mezzi di trasporto, anche rispetto alle navi di linea. Questa particolare escursione differisce un po’ dalle altre in quanto innanzitutto parte nel primo pomeriggio ed, all’imbrunire, porta alla Sciara del Fuoco per cercare di vedere i lapilli eruttati (non dimentichiamo che Stromboli, come l’Etna, è un vulcano attivo). Nel nostro caso partenza dunque alle 12:30; la prima parte del programma prevede Panarea, dove facciamo una sosta per mangiare un buon pane cunzato; ripreso il viaggio verso Stromboli altro bagno (saltato a causa della pancia troppo piena) e qui passeggiata per i vicoli, fino alla piazzetta con la chiesa, da dove si gode un bel panorama. Da Stromboli è possibile, per i più sportivi, fare delle camminate (solo guidate) fino al cratere; la salita è abbastanza impegnativa, e ci si impiega circa 3 ore. Noi non avevamo ne il tempo ne l’allenamento giusto, abbiamo desistito, ripromettendoci di fare quella più abbordabile al gran cratere di Vulcano.

Purtroppo le condizioni di visibilità non erano ottimali; un po’ di foschia e nuvolette basse ci hanno impedito di vedere la lava, ci siamo accontentati di immaginarla.

Terza giornata: Alicudi e Filicudi

Queste sono le isole più lontane da Vulcano, e stranamente tutte le motonavi partono al venerdì; consiglio a chi voglia fare tutti i giri di organizzarsi bene, perché appunto non tutte le escursioni vengono fatte tutti i giorni.

Ad Alicudi dopo giro e bagnetto di rito ci siamo fermati per poco più di un’oretta, giusto il tempo per mangiare qualche specialità gastronomica in un bar proprio di fronte al molo. A Filicudi invece, visto che avevamo più tempo a disposizione, abbiamo accettato la proposta di una delle guide che abbordano i turisti appena sbarcati, che per 25€ con la sua pittoresca Punto ci ha portato a vedere Filicudi dall’alto, indicandoci le dimore di qualche vip e raccontandoci le storie del posto: all’inizio del ‘900 Filicudi contava 5.000 abitanti, poi una malattia delle coltivazioni e le condizioni di vita dure hanno costretto all’emigrazione la maggior parte degli isolani, ora rimasti in inverno in 300. Che non se la passano però malissimo: caserma, scuola, guardia medica. Intere frazioni sono state abbandonate, sono in corso delle ricostruzioni con finanziamenti europei. Chi fosse interessato…

Al ritorno farò la conoscenza della guardia medica di Vulcano, che dovrò visitare tutti i giorni per delle medicazioni. Spesso ci lamentiamo di come vanno le cose nel nostro paese. Affermo qua che dobbiamo essere orgogliosi della nostra sanità pubblica e dobbiamo difenderla a denti stretti. La dottoressa mi ha salvato la vacanza.

Quarta giornata: Vulcano

Oggi giornata di mare a Vulcano; decidiamo di andare dall’altra parte dell’isola, a Vulcano Gelso, dove ci sono delle belle spiagge; per arrivarci c’è un bus, 5,40€ a/r, che non fa molte corse, perciò consigliamo di prendere la prima del mattino e tornare con l’ultima del pomeriggio, che è presto, alle 17. Noi siamo scesi alla Spiaggia dell’Asino; da notare che la strada è in alto rispetto alle spiagge, quindi si deve fare un pezzo a piedi in discesa; per risalire poi lo stabilimento ha una jeep che fa la spola tra la fermata del bus ed i bagni, oppure con un gommone che arriva fino al molo dove c’è il capolinea del bus. Se soggiornate in albergo, fatevi spiegare bene le convenzioni: quella del nostro hotel ad esempio non era valida nei weekend e non era in vigore in agosto. Comunque, convenzione o no, vale la pena perché sia questa spiaggia che quella vicina del Canneto sono stupende. Prima di tornare, se passate dal molo, troverete una bancarella di un vecchietto gentilissimo al quale non si può non acquistare qualche conchiglia. Non tentate di decifrare quello che dice perché è praticamente impossibile.

Per fare il giro di Vulcano c’è anche una navetta, che però parte solo se c’è un numero minimo di passeggeri. Se siete in gruppo, può valere la pena.

Quinta giornata: Vulcano

Giornata ancora dedicata a Vulcano. In mattinata facciamo un giro dell’isola in nave, trovata tramite il solito Giuseppe; la nave Venerando ci porta a fare un giro completo, ed a rivedere le parti più belle come la grotta del Cavallo e la piscina di Venere, nonché le spiagge del Gelso dove eravamo stati ieri.

Tornati indietro per l’ora di pranzo, mangiamo un spettacolare pane cunzato al Ficodindia, un localino che si trova proprio sulla via principale; nuovo, caratteristico con tanti proverbi e detti in siciliano scritti sui muri, che noi decifriamo (quasi) tutti grazie alle letture di Camilleri. La gestione è di una simpatica signora che alla fine ci offre malvasia e biscottini, nonché fichi dolcissimi raccolti da sua mamma di 82 anni! Il pane cunzato è buonissimo ma certo non leggerissimo, così andiamo a smaltire a bordo piscina del nostro hotel, da dove ci muoviamo poco prima delle 18 per l’appuntamento con Federica, la guida che ci porterà fino in cima al cratere di Vulcano. Niente paura, non si tratta di fare una cordata; è una passeggiata, appena impegnativa ma fattibile; consiglio di mettere degli scarponcini, che noi abbiamo affittato da Paolo, che affitta un po’ tutto, al costo di 5€ a persona (a parte le calze). La camminata vale senz’altro la fatica, dall’alto c’è un panorama stupendo; le fumarole attive danno al cratere un aspetto lunare. Consiglio di salire di sera, o la mattina presto, e di portare parecchia acqua, anche se durante la strada c’è un camioncino salvavita che vende bevande e frutta. Per andare e tornare occorrono circa due ore, ad andatura tranquilla. Ci sono anche, intervallate a distanze strategiche, delle panchine per riposarsi.

Sesta giornata: Lipari

Le ultime isole che ci rimangono da visitare sono Lipari e Salina, ma purtroppo le escursioni a queste due isole si svolgono al giovedì e alla domenica, così decidiamo di andare a visitarle in autonomia.

Oggi la dedichiamo a Lipari: andata con il traghetto delle 10, ritorno aliscafo delle 14:05.

Lipari è l’isola più grande, ed il paese è un bel paese turistico, con tanti locali, ristoranti, negozi di souvenir, eccetera; abbiamo visitato la Rocca, dove è ospitato un bel museo archeologico; dall’alto c’è una vista eccezionale; bella anche la chiesa madre con il piccolo chiostro normanno. L’unica cosa strana di Lipari è che, se non si sapesse che è un’isola, potrebbe essere tranquillamente uno dei paesini di mare che so, della Liguria; da questo punto di vista ci è sembrato che Vulcano, pur più piccolo e che quindi la sera ha sicuramente meno attrattiva, sia più caratteristico, vuoi per il vulcano che si staglia vuoi per la tipica puzza di zolfo che si sprigiona dalla piscina naturale dei fanghi, vicino al molo, che non si può fare a meno di sentire quanto si arriva a portata di naso.

Ritornati a Vulcano pranziamo ancora al Ficodindia, con pane cunzato ed un’insalata di arance e olive, e poi a riposarci in piscina, prima dello shopping serale per i regalini da riportare a casa. Ovviamente Malvasia delle Lipari; e biscottini. Altri prodotti caratteristici, e apprezzatissimi, sono i capperi di Salina.

Settima giornata: Salina

La giornata è dedicata a Salina; andiamo con l’aliscafo, e poi facciamo una crociera attorno all’isola; notiamo che i prezzi a Salina sono più alti che a Vulcano, perché con lo stesso prezzo avremmo fatto la crociera di entrambe le isole, Lipari e Salina; ma dobbiamo adattarci perché il tempo sta scadendo…

Il giro ci porta, tra le tante, nella spiaggia di Pollara, dove sono state girate delle scene de “Il postino”, l’ultimo film di Massimo Troisi; acqua incantevole e panorama da sogno.

Ottava giornata

E’ ora di tornare… aliscafo delle 14:20, e navetta a Milazzo alle 17:30. Purtroppo gli aliscafi in certi orari non sono frequentissimi, e quindi per non perdere la navetta abbiamo dovuto aspettare più di due ore a Milazzo. Avremmo anche potuto farne a meno, considerando che comunque la navetta ha aspettato l’aliscafo successivo, delle 16:20, che noi avevamo prima prenotato e poi disdetto. Non fate come noi, telefonate ad Aliprando e mettetevi d’accordo: due ore in più a Vulcano sono senz’altro meglio di due ore a Milazzo!

Ed è finita… alle 21:35 partenza, sempre con Easyjet, impeccabile stavolta, ed arrivo in perfetto orario a Malpensa, dove ci aspettava la navetta del parcheggio, Travelparking, che usiamo sempre nei nostri spostamenti.

Appena arrivati a casa la bilancia ha sobbalzato dal dolore, ma se ne farà una ragione: in Sicilia è così!



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