Alicudi, l’isola che non c’è
All’alba di fine giugno salgo a bordo dell’ aliscafo per arrivare ad Alicudi. E’ l’isola che si trova più ad ovest di tutto l’arcipelago eoliano, e proprio per questo è anche la più isolata.
Una breve crociera mi culla lungo la Y, mi avvicina alle isole, sbircio ora dopo ora le piccole terre sparse qua e là. Mi sposto da un finestrino all’altro come una bambina curiosa, cerco di cogliere dettagli, scorci, quelle prime impressioni che spesso ti rendono l’idea delle cose. Sempre più lontana dalla terraferma, sempre più vicina all’isola.
Ultima tappa, ultimo approdo eoliano: Alicudi. Scendo, resto immobile sul molo, mi accoglie il profumo del rosmarino, della salvia e della lavanda. Il soffio fresco mi spettina e m’invita come i cento occhi puntati sul molo. Pochi metri e giungo al mio alloggio. Mi libero di orologio, qualche gioiello e cellulare appoggiandoli sul comodino, lì resteranno per tutto il tempo della mia permanenza. Indosso il costume, cammino in cerca di un punto agile dove scivolare in acqua. Accolgo le esteriorità… profonde. Il mare cristallino di uno scenografico azzurro di giorno che di sera raggiunge punte di blu cobalto. Eccitazione unica… acqua fresca invitante… La natura è presente in ogni dove, regna incontrastata su tutto l’ambiente circostante.
Dall’acqua osservo il pendio scosceso del fianco, tra le onde mi lascio incantare dalle altissime balze che cadono a picco nel mare da un’altezza di quasi 600 metri. Rocce dai contorni più vari, striate di rosso ferruginoso e di nero vulcanico scivolano fino all’orlo, s’immergono nel profondo spariscono e riaffiorano come scogli, sassi pietre rotondeggianti. Qua e là cespugli di erica e di capperi panciuti, il verde dei fichi d’india non ancora maturi che abbondano in tutta l’isola.
Qualche giorno dopo accolgo un invito per un giro in motoscafo attorno all’isola, i miei sensi percepiscono… Una patella adagiata sul profondo mare blu. La mano di Dio l’ha adagiata imprimendone i pendii, lasciando profondi solchi disegnati nella lava. Avvallamenti e anfratti sono il rifugio di falchi e caprette selvatiche ma sopratutto di gabbiani, scocciati dal calpestio e dal vocicchio di frotte umane. Gambe e groppe di muli sostituiscono automobili e motociclette… S’intravedono i sentieri per i cultori del trekking e mulattiere ancora in uso. Ci sono angoli non raggiungibili dal passo e ci sono scorci che regalano incanti che restano e arricchiscono. Qualcuno in silenzio e in riservatezza approda in uno spicchio privato, lontano dalla comunità. Qui vive il suo anonimato reso noto solo dalla lussureggiante dimora. Altri la raggiungono dopo aver riposto la borsa d’ufficio.
Chi viene qua non cerca agi e vita notturna, ricerca un tempo senza scansioni, un tempo destrutturato, ascolta il silenzio e la natura : rispetta l’isola e se ne innamora.
Non ci sono lidi né spiagge attrezzate, non un cenno di quella frenetica vita di mare… solo mare, sole e vento.
Non un suono di campana, non un richiamo se non il saluto dei natanti che attraccano scandendo la vita isolana. L’arrivo di aliscafi vince di colpo il silenzio dell’isola, ogni frastuono attira e inchioda lo sguardo di tutti, poi la vita prosegue lenta nel suo divenire.
Isolani si nasce e questi sono decisamente particolari. Qualcuno a volte si allontana spinto da desideri cui dar vita…poi ritorna.
Una comunità con regole di convivenza tramandate da generazioni, che da sempre fonda la sua vita su questa etica.
Sono tutti troppo intelligenti per non apprezzare gli aspetti positivi del compromesso e della mediazione.
Una donna, allenata a disciplinarla, mantiene il corpo umano in equilibrio. Osserva tutti nei vestiti e nelle andature, tenta di indovinare i destini. Schegge di conversazioni, preziose frasi dagli occhi dei pari raccontano molte cose a chi ha la pazienza di raccogliere i loro bisbigli.
Poche anime “arcudare” vivono quest’angolo e ne custodiscono segreti e piaceri… gelosi del loro paradiso.
La cena serale è il momento migliore: insaporire il palato con la delizia del pesce molto abbondante cucinato con passione da un pescatore, ogni sera una specialità diversa.
Il tutto si consuma sulla veranda dalla quale si possono mirare i chiarori delle altre isole e in alcune serate della costa siciliana.
Che scenario stupefacente, che silenzio assordante e che sguardo senza fine.
Il segreto di questo spettacolo è in ciascuno di noi, ma non tutti lo sanno ascoltare. Dopo mangiato la sera mi allontano un po’ dalle case per sedermi sulla scogliera in quel buio naturale che accoglie l’anima.
Seduta in quella panchina… osservo il mio piccolo mondo correre… lasciando agli altri… la voglia di parlare… voglio solo ascoltare ciò che il mio piccolo mondo mi sa dare… seduto in quella panchina.
Guardo il mare attratta dai bagliori di qualche barca di pescatore, alzo lo sguardo in alto, scie più vicine attraversano gli occhi increduli, carezze di stelle baci di luna gioie per i sensi e per l’anima.
Si dice che quando una persona guarda le stelle è come se volesse ritrovare la propria dimensione dispersa nell’universo.
Mille pensieri passano nella mia testa, ma le parole spesso non riescono a dare voce a riflessioni così forti.
Ci sono emozioni che devono persistere come emozioni… goderne senza dare voce.
Più stavo lì a beneficiare di questo spettacolo e meglio organizzavo le idee e mi sentivo più rilassata, ma anche molto forte.
Perché, mi sono chiesta, esiste l’isola che non c’è?
Col porre la domanda già si comincia a comprendere la risposta.
Qui la vita si esprime nel modo più naturale, senza abusive illusioni, senza rincorse, mantenendola orgogliosamente così giorno dopo giorno, dove i quattro elementi della natura acqua, aria, terra e fuoco si fondono e ti avvolgono fisicamente e spiritualmente.
In quelle giornate in cui ho provato sentimenti d’intima soddisfazione, ho capito che solo in un posto così si riesce a farlo meglio… ecco perché Dio l’ha voluta.
Nel mondo ci saranno milioni di posti cosi, Alicudi sicuramente deve essere tra i primi.
…Godi, fanciullo mio; stato soave, Stagion lieta è cotesta… (Leopardi).
Di Carla Marruccelli