Un antico feudo tra le montagne della Calabria: qui il mare è lontano, ma il paesaggio è divino
La Calabria è un luogo maestoso, il cui territorio è uno straordinario connubio di elementi variegati incastonati tra i due mari che lo costeggiano, definendo i panorami più belli. Se le spiagge sono le destinazioni più ambite di questa regione, la parte interna è piena di mete che stupiscono per la ricchezza non solo di bellezze naturalistiche, ma di preziosi elementi che disegnano le tappe della lunga storia di questa terra. È questo che rappresenta Altomonte, posizionato tra le montagne della Calabria, in equilibrio tra lo Ionio e il Tirreno: qui il mare è lontano, ma il paesaggio è divino.
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Un antico feudo
Il mix perfetto tra architettura medievale e bellezza naturale: Altomonte ha una ricca storia e non potrebbe essere diversamente visto che siamo in Calabria, una terra dal passato millenario che si è sedimentato ed è testimonianza di un patrimonio culturale inimitabile. Le origini di Altomonte si rifanno al periodo normanno che ha fortemente segnato la storia del sud Italia: siamo abituati al medioevo, perché seppur lontano nel tempo, è presente tutti i giorni non solo nell’architettura, ma anche nella nostra identità più profonda.
La chiesa di Santa Maria della Consolazione, è uno dei monumenti più importanti di Altomonte: risalente al XIV secolo, è un bellissimo esempio di architettura gotica.
Le dolci colline e le campagne rigogliose, circondano Altomonte che diventa il luogo ideale per chiunque voglia fare un’immersione nella natura: i vigneti e gli uliveti caratterizzano fortemente questa zona, perfetta per l’escursionismo e il ciclismo.
Viaggio al centro del gusto
La capacità di accogliere i visitatori per esperienze legate all’enoturismo, è diventata la carta vincente per valorizzare al meglio tutto il potenziale di borghi come Altomonte. Proprio per questo motivo, un evento come Borgo diVino in Tour, in programma ad Altomonte nel prossimo weekend dal 28 al 30 giugno, è la giusta vetrina per i prodotti locali che vengono presentati nel loro contesto. Vediamo quali sono i vini del territorio, la cui storia è molto antica, perché le origini della viticoltura calabrese si rifanno all’epoca della Magna Grecia. Scopriamo quali saranno i protagonisti delle degustazioni in programma ad Altomonte che, per l’occasione, metterà a disposizione le vie e gli angoli della città per vivere un indimenticabile weekend all’insegna del gusto.
I vitigni autoctoni calabresi
Altomonte rientra nella DOC Terre di Cosenza sottozona Esaro, stiamo parlando di un’area vitivinicola che si distingue per la sua importanza e contempla vitigni come il Greco Bianco, il Gaglioppo e il Magliocco canino. Entrando nel dettaglio possiamo dire che stiamo parlando dei vitigni autoctoni, che rappresentano quanto di più autentico ci possa essere quando si parla di identità territoriale. Qui c’è la storia di questa regione che si distingue sicuramente per i vini rossi, ma che trova nel Greco Bianco una delle migliori espressioni della tradizione calabrese.
L’antica Enotria
Non è un caso che la viticoltura calabra sia legata alla dominazione greca: uno dei motivi che permise il successo della colonizzazione sta anche nella scelta mirata da parte dei greci, che individuarono perfettamente le aree di questa zona e le ritennero idonee alla viticoltura.
Si narra che il leggendario vincitore di numerose olimpiadi, Milone di Crotone, fosse un grande estimatore del vino rosso di questa terra. Facendo una ricostruzione storica, si è giunti a conclusione che il vitigno in questione fosse un antenato dell’odierno Gaglioppo: ciò significa che già all’epoca questa bevanda veniva esportata, perchè molto nota ed apprezzata per le sue grandi qualità. Il Gaglioppo dà il meglio di sé grazie all’influenza del mediterranero e del Massiccio Silano, che si trova nella parte centrale dell’Appennino Calabro.
La forte vocazione del territorio ha permesso di trovare la strada per un vino sempre più attento alla qualità. Il nome Gaglioppo viene dal dialetto che indica la forma del grappolo, che ricorda un pugno chiuso: con i suoi acini piccoli, resistenti alla siccità e il suo colore nero-violetto, prende tutto il meglio dalla salinità del terreno.
Cirò DOC, il vino della Magna Grecia
La storia di questo vino si intreccia con le prime notizie dei greci che, come abbiamo già accennato, intuirono le grandi potenzialità di questa terra. Nella zona di Cirò Marina, l’antica Crimissa, i coloni giunsero dalla Grecia con l’intento di reperire nuovi sbocchi commerciali: essi fecero la storia di Sibari, che divenne un centro fondamentale per la produzione del vino che da questa terra partiva per essere esportato in tutto il Mediterraneo.
Il vino ottenuto dal Gaglioppo, chiamato Krimisa, divenne celebre e apprezzato fino alla decadenza della Magna Grecia che trascinò con sé il destino di molti vitigni mediterranei. Questo vitigno viene coltivato da Cosenza a Catanzaro, ma nella zona di Cirò Marina trova straordinari equilibri climatici: pur essendo una zona molto calda, andando verso la Sila si guadagnano delle forti escursioni termiche, con una certa alternanza di stagioni infuocate e piogge autunnali, da est invece arriva la brezza marina con il suo profumo di iodio.
Cirò è una DOC dal 1969, questa denominazione è arrivata prima rispetto ad altre DOC italiane molto più blasonate, questo perché il lavoro delle cantine ha ottenuto subito il meritato riconoscimento, grazie all’impegno di tutti coloro che hanno creduto alla valorizzazione di questo territorio.
Abbinamenti divini
Dal Gaglioppo otteniamo vini rossi dal profumo di sottobosco, se lasciati affinare, sviluppano note speziate, con sentori di liquirizia. Sono vini intensi, tannici che si sposano bene con la carne, gli spezzatini, ma anche con i formaggi stagionati come il pecorino calabrese.
Le uve del Magliocco sono vinificate in purezza, ma si fanno anche blend con Malvasia e Greco nero. Questo vitigno ha rischiato di scomparire nel corso dei secoli: ora è coltivato con successo ed è apprezzato per il suo vigore e l’adattabilità. In purezza il Magliocco si presenta in tutta la sua eleganza, con un colore rosso rubino e un gusto morbido: è un vino armonico caratterizzato da aromi di frutti rossi, un vino adatto all’invecchiamento che si sposa bene con i prodotti locali.
Ricordiamo che la caratteristica della gastronomia calabrese è la piccantezza e il Magliocco accompagna egregiamente i piatti della tradizione, a cominciare dalla ‘Nduja, questo favoloso prodotto a base di carne di maiale. Si possono usare diversi tagli come la spalla o la pancetta, a cui viene aggiunto il grasso che conferisce sapore e morbidezza: elemento chiave di questa lavorazione è il peperoncino che la rende distintiva per piccantezza ed aromaticità.