L’isola dei templi marini è il luogo dove riscoprire il tuo rapporto con la spiritualità
Può una piccola isola grande come la Liguria essere un concentrato di templi? Bali, chiamata anche l’isola degli dei, ha oltre 20.000 templi sparsi su tutto il territorio. Alcuni di questi si trovano a ridosso del mare e per questo sono conosciuti come templi marini.
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Perché ci sono così tanti templi?
Sull’isola di Bali si pratica una forma particolare di induismo, l’induismo balinese, che pone l’accento sul culto dei defunti e dei bodhisattva, ossia quelle persone che continuano a reincarnarsi finché non raggiungono l’illuminazione. I templi a Bali sono cosi tanti perché ogni villaggio ha ben tre tempi, uno dedicato alle origini (Puseh), uno al villaggio (Desa) e uno per il culto dei defunti (Dalem).
I templi balinesi, che sono chiamati pura, non sono come noi ce li immaginiamo.
Sono delle strutture aperte caratterizzate dal susseguirsi di tre cortili disposti su diversi livelli. Il primo livello è il cortile dell’accoglienza e del riposo e qui vi possono accedere tutti, anche i non induisti. Nel secondo livello si svolgono le cerimonie religiose e le feste, mentre nel terzo cortile, solitamente disposto nel livello più alto, è dove risiede la divinità e dove possono accedere solo i fedeli. Ogni cortile ha al suo interno tettoie per ripararsi, depositi per gli arredi sacri e altari per la preghiera. I cortili sono separati da portali che ricordano delle mani in preghiera.
Famosissimo è il portale del Tempio Lempuyang, detto anche la Porta del Paradiso.
Che gli dei proteggano Bali
Oltre ai templi dei villaggi, a Bali ci sono templi dedicati alle divinità protettrici dell’isola e, in base alla loro posizione geografica, possono essere direzionali (Pura Kahyangan Jagat), ossia quelli costruiti nei pressi di montagne, laghi, spiagge, e marini (Pura Segara), costruiti a ridosso del mare per ringraziare le divinità marine messe a protezione dell’isola.
I templi direzionali sono nove, mentre quelli marini sono sette e l’insieme di questi templi rappresenta una sorta di muraglia che protegge tutta l’isola.
I templi marini di Bali
Particolarità dei sette templi marini è che sono concentrati maggiormente nella parte sud dell’isola di Bali e che sono disposti in modo tale che da ogni tempio si veda il successivo. Il loro rapporto con l’elemento acquatico è simbiotico, tanto che l’acqua è parte integrante di questi templi spettacolari.
Pura Tanah Lot
Tra i templi marini più famosi di Bali c’è senza dubbio Tanah Lot.
La sua posizione è a dir poco scenografica: il tempio è infatti arroccato su un isolotto roccioso, che diventa raggiungibile a piedi solo quando c’è la bassa marea.
Il Pura Tanah Lot è fotografatissimo, soprattutto all’alba e al tramonto, quando il cielo si colora di mille sfumature di rosso e di rosa e i raggi del sole baciano le acque dell’Oceano Indiano.
E come si suol dire, nomen omen, perchè Tanah Lot significa proprio terra nel mare.
La fondazione di questo tempio dedicato alla divinità marina Varuna, è avvolta nel mito.
Si narra infatti che Dang Hyang Nirarthasi decise di spostare in mezzo al mare la roccia su cui stava meditando, perché il capo del villaggio locale non voleva che diffondesse l’induismo tra i suoi abitanti.
Dang Hyang Nirarthasi mise quindi a protezione del tempio un serpente di mare dagli anelli, che è ritenuto un animale sacro e che ancora oggi è venerato in una grotta di Tanah Lot.
C’è anche una curiosità legata al Pura Tanah Lot.
Si sconsiglia infatti di visitare questo tempio alle coppie che stanno per sposarsi, perché come il tempio si separa dalla terra durante l’alta marea, cosi accadrà alla coppia prima del matrimonio.
Pura Pulaki
L’unico dei templi marini di Bali che si trova nel nord dell’isola è il Pura Pulaki.
Costruito su un promontorio a picco sul mare, è famoso per i macachi di Giava che lo popolano.
Questi simpatici macachi sono molto venerati in quanto considerati animali sacri e sarà proprio una statua gigante di un macaco a darvi il benvenuto al tempio Pulaki.
Pura Rambut Siwi
Secondo la leggenda, Dang Hyang Nirartha (colui che edificò la maggior parte dei templi di Bali nel XVI secolo) , dopo aver sconfitto la peste che imperversava nella zona, lasciò qui una ciocca dei suoi capelli e i fedeli iniziarono a venerarla.
Da qui il nome di questo tempio marino, Rambut Siwi, che significa appunto culto del capello.
Questo tempio è immerso nel campi di riso e una scalinata lo collega alla spiaggia sottostante.
Pura Petitenget
Immerso nella rigogliosa natura della spiaggia di Petitenget, questo tempio marino è uno dei più visitati, soprattutto durante l’anniversario dei 210 giorni, una festività in cui tutto il tempio viene letteralmente ricoperto dai fiori portati dai fedeli. Spesso si svolgono delle suggestive cerimonie sulla spiaggia e non è difficile sentire il canto melodioso degli uccelli che vivono tra le palme della giungla che circonda il tempio.
Grazie alla sua posizione, a Pura Petitenget la pace e il silenzio sono di casa. Ma perché questo tempio è stato costruito proprio qui?
Le leggende locali raccontano che la giungla era infesta dai demoni e che qualsiasi umano osasse avventurarsi al suo interno, si ammalava gravemente.
Si decise cosi di costruire il Pura Petitenget per purificare e proteggere la giungla dai demoni.
Pura Mas Suka
Uno dei templi marini meno conosciuti è il Pura Mas Suka, che si trova su una delle scogliere della penisola di Bukit.
La vista sull’Oceano Indiano che si gode da questo tempio è a dir poco spettacolare.
Pura Sakenan
Il Pura Saken è il tempio marino dedicato alla prosperità.
In questo tempio la natura è la vera protagonista: si trova infatti sull’isola di Serangan, dove le mangrovie la fanno da padrone.
Pura Luhur Uluwatu
Il Pura Luhur Uluwatu è sia un tempio marino che un tempio direzionale e si trova nei pressi di Uluwatu. Questo tempio è intitolato a Rudra, una delle forme primordiali di Siva, ed è il dio della morte, della natura, della caccia, della tempesta e del vento.
Il tempio si trova su una scogliera rocciosa a strapiombo sul mare alta più di 70 metri e la popolazione locale dice che questa roccia sia la barca pietrificata dei Dewi Danu, la dea dell’acqua. Per salire al tempio bisogna percorrere una lunga scalinata sul fianco della scogliera e una volta giunti al tempio fate attenzione: qui vivono in totale libertà molte scimmie, estremamente dispettose, che rubano ai turisti qualsiasi cosa su cui riescono a mettere le zampe!
I Templi Direzionali Di Bali
Insieme ai templi marini, i templi direzionali sono quelli messi a protezione dell’isola di Bali e dei suoi abitanti. Sono nove e sono:
- Pura Luhur Uluwatu, che è anche uno dei templi marini;
- Pura Ulun Danu Bratan, adagiato sulle rive del Lago Bratan, è uno dei più fotografati di Bali;
- Pura Luhur Lempuyang, è il più antico e uno dei più importanti dei templi di Bali ed è lontano dai flussi turistici perché non è semplice raggiungerlo;
- Pura Besakih, è il tempio più importante di tutta Bali, tanto da essere chiamato anche Tempio Madre;
- Pura Masceti, che si trova su una spiaggia di sabbia nera, dove i fedeli si purificano nelle acque dell’Oceano Indiano;
- Pura Luhur Batukaru, dove ogni anno si svolge una processione che sale fino alla vetta del Monte Batukaru, a 2.276 metri d’altezza;
- Pura Pasar Agung, edificato a 1.600 metri lungo la strada che conduce alla vetta del Monte Agung;
- Pura Ulun Danu Batur, dedicato alla dea della prosperità Dewi Danu;
- Pura Goa Lawah, che si trova all’entrata di una grotta abitata da pipistrelli.
Come visitare i templi di Bali
I templi di Bali sono aperti tutti, anche ai non induisti, eccetto le parti riservate alla preghiera. In alcuni templi è necessario pagare un biglietto d’ingresso, altri invece sono visitabili liberamente. Per poter visitare i templi balinesi, occorre però rispettare alcune, piccole, semplici regole.
Come prima cosa bisogna sempre coprire gambe e spalle, che in segno di rispetto non devono mai essere scoperte. Tale regola vale sia per gli uomini che per le donne e all’ingresso di ogni tempio si può noleggiare o comprare un sarong, che è una sorta di scialle in cotone o seta molto usato in Oriente.
Inoltre non si può entrare nelle aree riservate ai fedeli ed è vietato arrampicarsi su statue e altro per fare foto, siamo sempre in un luogo sacro.
Altre regole fondamentali: non passare davanti alle persone che stanno pregando e non fotografare i sacerdoti. Altro accorgimento, questa volta per le donne: è vietato visitare i templi alle donne che hanno il ciclo mestruale o che abbiano partorito da meno di 42 giorni. Lo stesso divieto vale per tutti coloro, uomini o donne, che abbiano ferite aperte.
Altre regole da rispettare, a Bali e non solo nei templi, sono:
- non toccare mai la testa di un balinese, perché è la parte più sacra del corpo in quanto sede dell’anima;
- quando si parla con qualcuno non mettere mai le mani sui fianchi perché è segno di maleducazione e aggressività;
- porgere gli oggetti, di qualsiasi tipo, sempre con la mano destra o con entrambe le mani.
Rispettando queste regole la nostra visita sarà rispettosa e sicuramente più affascinante. Buon viaggio!