Ingannapoltron, ovvero come un piccolo borgo immerso tra le vigne è diventato una meta d’autore
Dei veneti, si sa, si può dire davvero molto. Grandi lavoratori, avvezzi a bere in compagnia, fieri sostenitori della loro identità tant’è che la bandiera di San Marco sventola su palazzi, piazze e anche case private, il Texas d’Italia non è solo una regione, ma è una sorta di stato nello stato. Ma è forse il vino l’elemento che più ci permette di parlare del Veneto in maniera omnicomprensiva, poiché ne rappresenta la ricchezza, la socialità, il bello di territori che durante i mesi caldi e con l’inizio dell’autunno si caricano di colori e profumi, richiamando visitatori da ogni parte d’Italia e d’Europa. Anche quelli che, di camminare, non ne hanno tanta voglia. Ed è proprio in loro onore che è nato il nome Ingannapoltron, un modo originale di chiamare uno dei borghi più belli d’Italia.
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Sulle colline venete del buon bere
Ci troviamo nella Valpolicella, territorio collinare della provincia di Verona che si estende tra il fiume Adige e i monti Lessini. Il nome fa pensare subito, e non a caso, al vino: qui si produce lo storico amarone della Valpolicella DOCG, il freddo sangue delle uve come veniva chiamato nel IV secolo da Cassiodoro, magister del Regno Ostrogoto e prefetto del pretorio d’Italia nel 533. Amato da Teodorico, ma che già Catullo, cinque secoli prima, avrebbe menzionato nei suoi scritti per validarne la bontà. Proprio su queste colline troviamo tanti comuni che antepongono il nome della valle al proprio, ed è il caso che riguarda anche San Giorgio di Valpolicella. O, per meglio sarebbe dire, Sant’Ambrogio.
Sì, perché il primo è una frazione del secondo e, allo stesso tempo, ne è la parte più rappresentativa e conosciuta. San Giorgio è una terrazza che si apre, a 360 gradi, su un panorama che spazia da Verona a sud-est fino al lago di Garda a ovest. Del resto, il Benaco dista meno di 10 chilometri in linea d’aria, e il più grande lago d’Italia è un richiamo irrinunciabile per chiunque si spinga in un viaggio, breve o lungo che sia, da queste parti.
La storia dell’Ingannapoltron
Costruita nel corso dell’VIII secolo, ma completata – ed è l’edificio che vediamo ancora oggi – dopo almeno 500 anni, la pieve di San Giorgio di Valpolicella è un bellissimo sito religioso dallo stile longobardo-romanico. La sua architettura essenziale, sulla quale domina un imponente campanile di forma quadrangolare tozza, si distingue per la ricercatezza dell’abside, che protende rispetto alla pianta quadrangolare del complesso, suddiviso in tre navate con due file di arcate decorate dal fiore delle Alpi, una raffigurazione a sei petali all’interno di un cerchio che è spesso presente in molte strutture antiche del Nord Italia. Splendido è anche il ciborio, di epoca longobarda con bassorilievi appena percettibili, mentre su parte delle colonne c’è un’iscrizione che cita il re Liutprando e il vescovo Domenico. In questo caso, la struttura risalirebbe a un periodo compreso tra il 712 e il 744, quando Liutprando governò, come Re dei Longobardi, su un vastissimo territorio che dalle Alpi si estendeva fino alla Calabria, con l’esclusione dell’attuale Lazio, del Salento e della Calabria ulteriore.
Ma da cosa dipende il nome Ingannapoltron? È il percorso che conduce a San Giorgio, celebre per essere ingannevole in quanto l’apparente facilità della salita nasconde, in realtà, un’impresa piuttosto impegnativa che scoraggerebbe i pigri, o “poltroni” che dir si voglia. E ancora oggi, chi vive in zona, si riferisce alla zona di San Giorgio e alla sua pieve come Ingannapoltron.
Un evento per scoprire al meglio San Giorgio di Valpolicella
Venerdì 17, sabato 18 e domenica 19 maggio San Giorgio di Valpolicella ospiterà una delle venti tappe di Borgo diVino in tour, la manifestazione enologica nata per promuovere i Borghi più belli d’Italia e le loro produzioni d’eccellenza. L’evento, organizzato da Valica e promosso da I Borghi più belli d’Italia ed Ecce Italia, si terrà lungo tutto il weekend e permetterà ai visitatori di degustare i migliori vini del territorio (come Amarone, Recioto, Valpolicella, Valpolicella Superiore e Ripasso), oltre a una rappresentazione dei migliori vini italiani.
Per saperne di più, basta consultare il sito borgodivino.it.