Ci sono i calanchi, ma non siamo in Corsica: il ‘borgo della torre’ affaccia sull’Adriatico, ed è una meraviglia tutta abruzzese
Situata in provincia di Teramo, a pochi chilometri dal Mar Adriatico e dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Atri è una piacevole sorpresa per ogni visitatore. Le sue origini romane, la bellezza paesaggistica dei calanchi e la sua posizione privilegiata tra mare e montagna la rendono una destinazione ideale per chi è alla ricerca di un luogo in cui storia e natura convivono in perfetta armonia.
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Cosa vedere nel centro storico
Nonostante le sue piccole dimensioni, la cittadina abruzzese di Atri custodisce molte bellezze storico-architettoniche di gran pregio. Di origine romana, i suoi sotterranei custodiscono ancora i resti di un passato che fatica a cancellare le sue tracce. Oggi il monumento più importante della città è il Duomo, ovvero la Cattedrale di Santa Maria Assunta, di maestosa struttura gotico-romanica con interni decorati dagli affreschi rinascimentali di Andrea de Litio raffiguranti alcune scene bibliche. All’esterno, sul lato destro della cattedrale, si erge, imponente, la celebre torre campanaria simbolo del borgo. Accanto al duomo è visitabile il Museo Capitolare, ricco di opere d’arte sacra, dipinti, sculture e reperti legati alla storia religiosa della città. La visita comprende l’ingresso al chiostro e alla cripta del duomo, che ospita resti di epoca romana, tra cui un’antica cisterna. Sulle pareti della cripta sono visibili degli affreschi del Quattrocento.
La Cattedrale, il Museo Capitolare e il Palazzo del Municipio si affacciano sull’ampia Piazza Duomo – vero cuore della cittadina abruzzese – ideale per una passeggiata rilassante o una sosta in uno dei numerosi bar. A pochi passi da Piazza Duomo, in Piazza Duchi d’Acquaviva (dove sorgeva l’antico foro romano), si trova il Palazzo Ducale di Atri, un tempo dimora della famiglia nobile degli Acquaviva. Oggi ospita un Museo Archeologico con reperti romani e medievali, il Museo didattico degli strumenti musicali medievali e rinascimentali e la Biblioteca Comunale. Nei sotterranei del Palazzo d’Acquaviva sono ancora visibili e visitabili delle cisterne romane parte di un complesso sistema idrico progettato sfruttando la naturale conformazione del territorio per raccogliere acque percolanti e sorgive, realizzate con tecniche avanzate come l’opus signinum e il cocciopesto. La piccola cittadina abruzzese custodisce persino un teatro comunale ottocentesco in stile neoclassico, per questo conosciuto come “il piccolo San Carlo”, visitabile anche fuori dalle rappresentazioni.
La Riserva Naturale Regionale dei Calanchi di Atri
Se il centro storico è il cuore culturale e architettonico del borgo, i calanchi di Atri rappresentano l’anima più selvaggia e primordiale di questo territorio. I calanchi sono un invito a rallentare, a osservare e a riconnettersi con la natura.
Conosciuti come le “bolge dantesche” per il loro aspetto, rappresentano uno dei fenomeni naturali più affascinanti d’Abruzzo. Tutelati dall’istituzione della Riserva Naturale Regionale dei Calanchi di Atri dal 1995, queste formazioni geologiche sono il risultato di un equilibrio fragile tra la terra e gli agenti atmosferici. Quando le piogge scendono a valle scavando profondi solchi nel terreno argilloso e creano una rete di creste e gole riconducibili all’immaginario dantesco. Per visitarli e ammirarli a 360°, è possibile percorrere vari sentieri. Il più breve parte dal centro visite della riserva e procede in direzione della Cappella di San Paolo, per una lunghezza di 2 km. Si può proseguire oltre la Cappella e risalire dal versante opposto della collina, in un percorso ad anello lungo circa 6 km. Il Belvedere dei Calanchi regala un panorama mozzafiato, con una vista che spazia dai monti del Gran Sasso e della Majella fino al Mar Adriatico. Il paesaggio al tramonto è particolarmente suggestivo, quando le formazioni geologiche si tingono di tonalità calde e trasformano l’intera area in un’opera d’arte naturale.
La gastronomia di Atri e delle Terre del Cerrano
La cucina di Atri e delle Terre del Cerrano è un viaggio nei sapori autentici dell’Abruzzo, regione che unisce il meglio del mare e della montagna. Celebre la liquirizia di Atri, l’oro nero d’Abruzzo, che cresce tra i calanchi, coltivata dai frati domenicani sin da tempi antichissimi. Nel 1836 ha aperto i battenti l’azienda De Rosa, che ha iniziato la lavorazione industriale della pianta. Da allora la produzione non si è mai interrotta e oggi l’azienda è gestita dalla terza generazione della famiglia Menozzi, proprietaria del marchio De Rosa dal 1950.
Tra i prodotti tipici, spiccano anche il pecorino di Atri, caratterizzato da una consistenza morbida e dal sapore intenso, e il pregiato olio extra-vergine d’oliva che si ricava dagli uliveti secolari di cui le colline atriane brulicano. Le terre del Cerrano sono anche patria di grandi vini, come il Montepulciano d’Abruzzo e il Trebbiano d’Abruzzo che accompagnano i piatti della tradizione, come i maccheroni alla chitarra con sugo di carne di pecora o di agnello, la “virtù”, zuppa di legumi e cereali che racconta la tradizione contadina, e gli immancabili arrosticini di pecora. Per concludere, una menzione speciale al pan ducale, una sorta di panettone con mandorle e miele, legato alla storia della famiglia Acquaviva.