Sudafrica, Botswana e Namibia
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Siamo una famiglia di tre persone e vogliamo fare un viaggio non “confezionato”, vale a dire vivere alla giornata, quindi senza alcun tipo di riservazione se non per l’auto e la prima notte a Rustenburg.
Questo viaggio fai da te è sicuramente più impegnativo di un viaggio confezionato da un tour operator, ma, a mia opinione, lascia più spazio all’avventura e a volte a un po’ di brivido, come si potrà leggere dai piccoli aneddoti in seguito raccontati.
Volo. Abbiamo trovato un’ottima offerta con la Fly Emirates via Dubai, ossia 570 Euro a testa. L’unico neo del viaggio era che al ritorno abbiamo dovuto fare una sosta prolungata di dieci ore a Dubai. Nell’aeroporto di Dubai, nel terminal A, ci sono dei comodi sdrai ed essendo la nostra sosta notturna, li abbiamo usati per dormire.
Auto. Un paio di mesi prima abbiamo riservato presso l’Avis una VW Polo facendo un’assicurazione che abbatteva al massimo la franchigia in caso di danno o furto. L’auto mi ha reso una media di circa 15/16 chilometri con un litro. Alla fine, in tre settimane, abbiamo percorso 6.469 chilometri.
Il prezzo della benzina costa nei tre stati poco meno di 1 Euro. Abbiamo anche dovuto pagare due volte 1.200 Rand per la copertura assicurativa in Botswana e Namibia.
Consiglio di fare sempre benzina anche se benzinai ce ne sono un po’ dappertutto, ma può succedere, com’è capitato a noi, che non ci fosse la corrente elettrica per poterla erogare.
Valuta. Il Rand sudafricano viene accettato in tutta la Namibia al valore di 1 a 1 con il Dollaro namibiano (N$), ma il dollaro della Namibia non viene accettato in Sudafrica. La Pula del Botswana non viene accettata negli altri due stati. Le carte di credito vengono accettate pressoché ovunque. Euro in contanti si possono cambiare all’arrivo all’aeroporto di Johannesburg e nelle banche dei tre stati senza alcun problema. Bisogna stare attenti a Johannesburg perché negli uffici di cambio all’uscita dall’aeroporto, mentre tutti prendono il 5% di commissione uno solo prende il 2.21 % e dipendendo da quanto si cambia potrebbe uscirne una cospicua differenza.
Euro 1 = Pula 10.40
Euro 1 = Rand 13.45
Euro 1 = N$ 13.45
Cibo. E’ stata nostra abitudine tenere sempre in auto degli avocados che maturassero poco a poco, del tonno in scatola, pane, formaggio, frutta, biscotti ai cereali e del latte di soya oltre ad abbondante acqua.
Sinceramente, per ragioni igieniche, non sempre andavamo a mangiare al ristorante. In questi casi si faceva la colazione in albergo per poi mangiare “al sacco”, che vorrebbe dire prendere dei cibi pronti nelle gastronomie ben fornite delle catene di supermercati Chequer’s, Choppies, Superspar e Pick and Pay, per poi mangiare lungo la strada dove si trovano molte aree di sosta con tavolo sedie e ombrellone.
Alloggi. I prezzi s’intendono per tre persone e quasi sempre con colazione compresa. Quasi tutti avevano il frigorifero ed il wi-fi.
Foto. Questa volta mi sono munito di una foto camera piccola e versatile, una Canon Power Shot modello bridge con uno zoom 30x ed un piccolo treppiedi. Alla fine del viaggio, dopo il primo screening, avevamo ancora 1600 foto.
Costi. In fondo al diario troverete il totale, voce per voce, delle spese sostenute.
Martedì 4 novembre: Johannesburg – Rustenburg Km. 170
Arrivo a Johannesburg, ritiro dell’auto e proseguimento del viaggio fino a Rustenburg dove abbiamo riservato presso il Traveller’s Inn caldamente raccomandato dalla nostra guida, ma forse a torto.
Appena arrivati vogliamo andare in un vicino supermercato per fare la scorta abituale di cibo di riserva per tutte le evenienze. Quando stiamo per andare i gestori ci consigliano di non portare soldi con noi ma solo le carte di credito e di stare attenti perché la zona non era tanto sicura. Noi non ci siamo fatti impressionare, siamo stati attenti come sempre e non è successo niente. Sta il fatto che per la strada gli unici bianchi che abbiamo visto viaggiavano in auto. Spesa e a nanna presto.
Alloggio Rand 750 senza colazione. Wi-fi.
Mercoledì 5 novembre: Rustenburg – Parco Pilanesberg Km. 180
La giornata di oggi è dedicata alla visita del parco nazionale Pilanesberg a quaranta chilometri da Rustenburg. In un recente viaggio siamo già stati qui e troviamo che questo parco sia molto bello. Innanzi tutto è malaria free, poi all’interno ci sono i cinque big five. Siamo stati anche al Kruger ma noi preferiamo questo piccolo parco. L’entrata per tre persone costa meno di 15 Euro ed in % all’area del parco ci sono tanti animali come al Kruger, ma con la differenza che mentre al Kruger si attraversa una lunga strada asfaltata, qui ci sono 200 chilometri di stradine interne al parco che si intrecciano, quindi prima o poi si vedono tutti i tipi degli animali del parco. Oggi ci siamo imbattuti anche in due leonesse che facevano il riposino sotto un albero vicino ad una pozza d’acqua e le uniche a sfidarle erano delle enormi giraffe che si abbeveravano nonostante la presenza dei felini. Ci sono alcune pozze d’acqua accessibili in auto dove ci si può fermare e poi a piedi andare in appositi e sicuri posti panoramici per poter guardare la fauna che viene ad abbeverarsi. Abbiamo visto praticamente tutto, ci è mancato solo il leopardo. Alla sera usciamo tardi e soddisfatti. All’entrata del parco ci sono alcuni banchi di souvenir ed i venditori come mi hanno visto si sono ricordati me perché nella nostra precedente visita avevamo parlato di Balotelli. Si sono ricordati me non solo per Balotelli ma anche per i miei capelli rossi, non sono molti i bianchi con capelli rossi. Mi è stato sufficiente dire Balotelli ed hanno collegato le due cose. E’ incredibile come Balotelli o “Supermario” come anche loro lo chiamano, sia famoso da queste parti. Sanno tutto su di lui e mi hanno perfino mimato il gesto di Balotelli quando dopo un gol segnato si è tolto la maglia ed ha mostrato i muscoli.
Ci fermiamo a dormire presso il Lodge Black Swan, non lontano dal parco, dove avevamo riservato già in mattinata passandovi vicino. Rand 1.080 con colazione e wi-fi. Praticamente un appartamentino con due camere e doppi bagni.
Giovedì 6 novembre: Parco Pilanesberg – Kang (Botswana) Km. 580
Si parte sulla N4 in direzione Botswana. Alla frontiera tutto scorre veloce: si paga per l’auto una tassa di 220 Rand e siamo in Botswana. Pure qua, quando vedono il passaporto italiano hanno voglia di parlare di Balotelli.
L’idea di oggi è arrivare fino a Kang attraversando il Kalahari Desert. La strada che porta fino a Kang è molto veloce, ben asfaltata e piena di animali: mucche, capre ma soprattutto asini e bisogna stare molto attenti alla guida perché spesso se ne incontrano che dormono in mezzo alla strada.
A Jwaneng, cittadina famosa per la miniera di diamanti, vado in banca per cambiare 100 Euro in Pula e me li rifiutano per non essere sicuri della loro autenticità. Ho provato con due biglietti da 50 Euro ma la macchinetta controlla biglietti continuava a rifiutarli. Con la coda dell’occhio ho visto però che la macchinetta li aveva riconosciuti come Euro, ergo ne deduco che l’impiegata per scrupolo non abbia voluto cambiarli. Probabilmente non aveva mai visto Euro in vita sua.
Il piccolo centro di Kang non viene neppure nominato nella nostra guida, ma ci sono alcuni rustici lodge, un paio di ristoranti e due benzinai.
Echo Lodge Pule 660 senza colazione ma con wi-fi. Il lodge ha la piscina e il caminetto privato per la griglia. Sotto la porta della stanza c’è spazio sufficiente perché degli animaletti possano entrare. Sul muro però ci sono due gechi che fanno buona guardia e per tutta la notte non saremo disturbati. Con gli alloggi non si può andare tanto per il sottile, in fondo siamo nel mezzo del deserto del Kalahari e questo è il migliore alloggio del paesetto. Alla sera facciamo delle bellissime foto del tramonto. Stelle a iosa.
Venerdì 7 novembre: Kang– Ghanzi Km. 265
Questa mattina entro nella banca di Kang, che si trova proprio lungo la strada statale, dove senza difficoltà mi cambiano gli stessi 100 Euro di ieri. Oggi è un’altra tappa di trasferimento attraverso il Kalahari. Ieri ho fatto parecchi chilometri ed oggi la cittadina di Ghanzi, a circa 300 chilometri, va a pennello perché domani si prevede un altro tappone.
Anche oggi troviamo la stessa fauna di ieri in mezzo alla strada. Per quanto riguarda la flora vediamo qualche baobab e lungo la strada ci sono migliaia di piccole angurie. La cosa strana è che è come nascessero dal nulla perché sono nella terra secca, non hanno foglie ma un semplice gambo che va sotto terra. Ne raccolgo una, la spacco ed ha lo stesso profumo delle angurie nostrane.
Nella cittadina di Ghanzi ci fermiamo presso l’ottimo Kalahari Arms Hotel. Pula 980 senza colazione e senza wi-fi. Gli alloggi sono casette individuali costruite a rondavel, la classica costruzione africana. C’è pure una piscina e molto pulita, tanto che nel pomeriggio ne approfittiamo per fare una nuotata.
In città, proprio davanti all’albergo, ci sono due buoni supermercati, giusti per ripristinare la nostra “dispensa”. Andiamo in lavanderia dove per (secondo loro) un servizio express, mi chiedono tra i 3/4 Euro per ogni capo che manderei a lavare. Meglio lasciar stare!
Sabato 8 novembre: Ghanzi – Divundu km. 552
Per questa sera bisogna arrivare almeno fino a Divundu, in Namibia, perché tra Ghanzi e Divundu c’è il nulla.
Fino a Sehitwa la strada ed il panorama sono praticamente uguali a ieri. Soliti animali in mezzo alla strada, soprattutto asini, poi ancora qualche albero di baobab e tanti grandi termitai. Ci sono anche parecchie manguste che appena vedono arrivare un’auto corrono in mezzo alla selva e si fermano ritte sui piedi per vedere cosa succede. Abbiamo visto pure alcune tartarughe di terra che attraversavano la strada. Fortunatamente per loro il traffico è talmente scarso che riescono a passare indenni.
Da Sehitwa fino a Shakawe, dove c’è la frontiera, la strada asfaltata si restringe e per alcuni tratti è piena di buche. Ad un certo punto capitiamo dentro un temporale tropicale, una mezz’ora di pioggia intensa con il cielo che improvvisamente era cambiato da azzurro chiaro a blu notte, con l’aggiunta di tuoni e lampi. Durante la pioggia siamo passati vicino a dei villaggi e la gente era fuori a prendersi tutta l’acqua possibile. Probabilmente approfittavano per farsi la doccia. Passato il temporale mi trovo a passare un ponte in rifacimento completamente pieno d’acqua e non sapevo da che parte andare. Ho dovuto aspettare una decina di minuti finché è passato qualcuno del posto in auto e l’ho seguito. Ho fatto bene perché il percorso da seguire era tutt’altro che diritto, bisognava fare una gimcana conosciuta solo da chi passava spesso per di là. Ad interrompere la monotonia del paesaggio, seppur particolare, ci pensavano i villaggi di rondavel che incontravamo ogni tanto. Arrivati finalmente in frontiera a Shakawe fa di nuovo caldo e splende il sole. Il temporale è solo un ricordo.
Oggi sabato, in frontiera siamo praticamente i soli ed in mezz’ora passiamo le due frontiere senza nessun intoppo. Anche per entrare in Namibia dobbiamo pagare una tassa di 200 Rand. All’ultimo controllo dove devo consegnare un foglio relativo all’auto, visto il passaporto italiano, mi chiedono ancora di Balotelli!
Passata la frontiera la strada è sterrata per una decina di chilometri. Si passa attraverso un parco dove c’è un cartello che ipotizza la presenza di elefanti e gazzelle ed effettivamente è cosi, dopo un paio di chilometri incontriamo un piccolo branco di elefanti ed alcune gazzelle.
E’ quasi buio quando arriviamo a Divundu e ci mettiamo a cercare un alloggio. Ce ne sono alcuni lungo in fiume Okawango ma, dopo esservi stati, per una ragione o per l’altra li scartiamo. Per ultimo passiamo al Nunda Lodge, una bellissima struttura proprio sul fiume. Non hanno però camere triple ma solo delle tende da safari con due letti da una piazza e mezza. Queste tende erano poste vicino al fiume e alzate da terra, tipo palafitte. Erano dotate di tutti i confort, acqua calda e fredda, frigorifero, cassaforte, ventilatore etc. Ci chiedono 900 N$ per tutti e tre ma senza colazione. C’è il wi-fi. Quando voglio pagare scopro che la carta di credito non funziona perché apparentemente dovrei aver inserito il Pin sbagliato. Per fortuna ho anche una carta di debito e questa funziona. Mentre ci accompagnano alla tenda sentiamo un grugnito e chiedo all’accompagnatore cosa fosse, lui mi dice essere un ippopotamo che di notte se la passa da quelle parti. Effettivamente guardando meglio vediamo una grossa sagoma in mezzo alla boscaglia e non lontano da dove ho parcheggiato l’auto. Bisognava fare attenzione agli insetti e per questo c’erano delle zanzariere sopra i letti. Per lo stesso motivo bisognava sempre chiudere la tenda da campo, dopo ogni passaggio con una robusta cerniera. Dopo quasi 600 chilometri di strada ho fatto la più bella doccia del viaggio, fuori dalla tenda all’aria aperta e con un ippopotamo a pochi metri. Per fortuna io ero sulla palafitta e l’ippopotamo al suolo. Quando mi metto a battermi i pugni sul petto come faceva tarzan, mia moglie e mia figlia pensano che stia ormai dando i numeri.
Al mattino ci sediamo sulla veranda per fare colazione ed essendo la tenda a pochi metri dal fiume, vediamo un paio di ippopotami che se ne stanno tranquilli nell’acqua.
Per noi questo, nonostante la “paura” della sera prima, è stato per la sua singolarità, il miglior alloggio di tutto il viaggio.
Domenica 9 novembre: Divundu -Tsumeb Km 542
La prima cittadina che incontriamo è Rundu. Più che cittadina oserei chiamarla “grande villaggio rurale”. Per arrivarci passiamo per una strada collinare un po’ più verde di quanto visto finora. Avevamo letto sulla guida che qui c’è un bel mercato tipico, ci andiamo e comperiamo qualche souvenir. Vado al supermercato e dal benzinaio dove la mia carta di credito viene sistematicamente rifiutata. Domani, lunedì, dovrò chiamare in Italia per vedere cosa succede. Qui ho visto un’auto come la mia che ho in Italia, un Mercedes 190 bianco datato inizio anni 90’, ossia con più di venti anni sul groppone.
Anche oggi, durante tutta la giornata, i pochi siti abitati che incontriamo sono tutti villaggi con capanne fatte con canne stile rondavel. Dopo Rundu incomincia una strada diritta dove per i primi chilometri, quasi davanti a ogni capanna, hanno messo in vendita chi arance e chi artigianato. Dopo circa 40 km. da Rundu ci fermiamo presso una bottega d’artigianato consigliato dalla guida. Non hanno niente di particolarmente ben fatto ma il gestore ci racconta di essere stato in Italia due anni addietro per un’esposizione di artigianato, esattamente a Milano e aggiunge che l’Italia non gli piaceva per via del freddo. Gli chiedo allora in che mese fosse venuto a Milano e mi risponde che era dicembre. Non aveva tutti i torti!
Ho notato che in Namibia quando rattoppano le buche delle strade, dopo aver eseguito il lavoro chi lo ha fatto mette la data e una sigla in modo che le autorità abbiano un riscontro sulla qualità del lavoro eseguito o almeno questo è quello che credo altrimenti non ci sarebbe senso. Ho visto anche alcune ambulanze lungo la strada.
Attraversiamo la sonnolenta cittadina stile coloniale di Grootfontein che è il primo posto che possiamo veramente chiamare cittadina, questo aggiungendo che abbiamo già percorso 500 Km. dopo la frontiera.
Ci fermiamo per la notte a Tsumeb presso il bel Hotel e Casinò Makalani. Ci dicono che essendo domenica attuavano un’offerta particolare di fine settimana e la tripla, molto bella, ci costa 770 N$ compresa la colazione ed il wi-fi. Provo ancora a pagare con la carta di credito e finalmente funziona. Non occorrerà più chiamare in Italia. Mi spiegano che in Namibia ci sono vari tipi di POS per carte di credito ed alcuni, a seconda della banca alla quale sono collegati, non le prendevano tutte.
Andiamo quindi a farci un giretto per la bella cittadina che mostra tracce della presenza tedesca.
Poiché l’indomani partiremo presto, chiediamo che invece della colazione ci preparino dei lunch packets che, come vedremo in seguito, sono talmente buoni e abbondanti che ci basteranno per la colazione e per il pranzo.
Lunedì 10 novembre: Tsumeb – Outjo km 385
Ci alziamo all’alba, oggi è il giorno della visita al famoso parco Etosha. Da Tsumeb all’entrata del parco ci sono ancora 130 km. da percorrere. L’entrata costa 250 N$ per tre persone, 80 N$ per persona più 10$ per l’auto. Se qualcuno è già stato al ben organizzato Kruger deve sapere che qui è tutt’altra cosa. Una strada sterrata ed in certi punti piena di buche attraversa tutto il parco. Si entra al Von Lindequist gate e si esce al Andersson gate, in totale sono circa 140 i km. da percorrere dentro il parco. Di primo mattino piove un poco e tutta la notte scorsa ha piovuto. Incontriamo i primi animali fuori dal parco: sono delle faraone che sono presenti fino all’ingresso del parco e oltre. Durante questi 140 km. abbiamo incontrato animali di tutte le specie, ma l’animale che più mi ha impressionato è stato un branco di iene che correvano con il loro passo da cavallo a dondolo. Ho provato a seguirle per vedere dove andavano ma, dovuto alla strada fangosa, mancava poco che restassi impantanato lungo il sentiero. Qui gli animali si vedono in grandi branchi ma se si vuole fare degli incontri ravvicinati importanti come i big five, bisogna fermarsi vicino alle pozze d’acqua e munirsi di tanta pazienza. La cosa più triste che ho visto è stato un vecchio elefante abbandonato dal branco che, solo solo, si allontanava molto lentamente dalla pozza d’acqua dove era venuto a bere. Nella parte finale del parco abbiamo visto uno sciacallo allattare i suoi cuccioli davanti alla sua tana situata vicino alla strada.
All’uscita dal parco ci imbattiamo in gruppo di una ventina di aborigeni della comunità himba, quasi tutti donne e bambini, che stanno li a vendere dei braccialetti ed altre cose fatte da loro artigianalmente. Realmente credo però che stiano lì per farsi fotografare dai turisti e chiedere in cambio dei soldi. Facciamo anche noi le foto di rito e li salutiamo. Nell’ultimo centinaio di chilometri di strada asfaltata, quella che va dall’Andersson gate a Outjo, ci sono vari cartelli stradali che indicano la presenza di facoceri. Effettivamente è così, sono fermi a mangiare lungo la strada, ma appena freni per scattare una foto scappano via come indiavolati. Oltre ai facoceri abbiamo visto anche parecchi suricate che sono un tipo di mangusta.
A Outjo troviamo alloggio presso il B&B Dan & Ani. Camera tripla grande e con cucina a 650N$, niente colazione e niente wi-fi.
I proprietari del B&B ci consigliano un vicino ristorante gestito da un tedesco dove abbiamo cenato discretamente.
Martedì 11 novembre: Outjo – Swakopfmund Km 460
Nel centro del paese c’è un negozietto di pietre semipreziose e prima di partire vi facciamo una fermata per qualche piccolo acquisto.
A Otiwarongo deviamo sulla nuova strada asfaltata la C33 passando per Omaruro dove con una deviazione si arriva ad una delle tre aziende vinicole della Namibia. Compro una bottiglia di vino rosso per 150 $ (11 Euro), un po’ cara per essere in Namibia ma poiché ormai avevo fatto alcuni chilometri di strada sterrata per arrivare alla Kristall Vinary, sarebbe stato assurdo uscirmene a mani vuote.
Man mano che ci si avvicina a Swakopfmund il paesaggio diventa chilometro dopo chilometro sempre più arido, fino a diventare un vero deserto. Si può infatti considerare Swakopfmund come una grande oasi nel deserto. Qui i bianchi e la lingua tedesca sono predominanti. Praticamente quasi tutti gli edifici sono stati edificati in un qualche stile germanico e tutti, come succede in Germania, portano l’anno di costruzione. Ci alloggiamo al Prinzessin Rupprecht Hotel, un hotel che una volta era un lazzaretto. Ci danno due camere collegate che assieme misurano 12 metri per 13, praticamente una sala completa del vecchio lazzaretto. Costa 960 $ con colazione e wi-fi. Nella parte centrale dell’hotel c’è un bellissimo giardino pieno di piante endemiche. Nelle vicinanze c’è una lavanderia dove domani porteremo le nostre cose a lavare.
Da molti anni ho un amico in Germania con il quale corrispondo via e-mail che, sapendo del mio viaggio in Namibia, mi aveva pregato di cercare di rintracciare un suo amico con il quale aveva fatto l’apprendistato, inizio anni 60’, nelle vicinanze di Francoforte. Questo amico non lo vedeva da allora e sapeva solo che era andato a vivere e lavorare come cuoco a Swakopfmund. Io, armato solo di nome e cognome, mi metto subito alla ricerca. Niente di più facile, la prima persona a cui chiedo mi sa dare subito l’indirizzo. Nel frattempo “il ricercato” era diventato il proprietario di uno dei migliori alberghi di Swakopfmund. Vado a trovarlo, mi presento, gli spiego e gli do il numero telefonico del suo amico. La stessa sera lo ha chiamato in Germania. Il giorno dopo organizzo un incontro Skype tra i due e… missione compiuta.
Finalmente qui ci sono dei ristoranti dove si può mangiare senza pericolo. La sera siamo sul molo sopra al ristorante Tug, prima per fare delle bellissime foto del tramonto sul mare e poi per cenare.
Mercoledì 12 novembre: Swakopmund e dintorni Km. 165
Per prima cosa andiamo in lavanderia dove consegniamo sette chili di indumenti che ripasseremo a prendere nel pomeriggio e per i quali pagheremo 140$ (10.50 Euro).
Vogliamo andare a vedere la Duna 7 vicino a Walvis Bay passando per la strada parallela alla litorale. Passiamo davanti alla locomotiva Martin Luther, restaurata e posta dentro una protezione in vetro in un piccolissimo museo ai bordi della strada ed in mezzo al deserto. Si tratta di una locomotiva portata dalla Germania nel 1896 che praticamente non entrò mai in funzione. Secondo la nostra guida da qui il nome Martin Lutero, in ricordo di quando lo stesso disse ai regnanti tedeschi: Sono qui. Che Dio mi aiuti, non posso fare altrimenti.
Prendiamo quindi la C28 che ci porta al Welwitschia Drive. Le Welwitschia sono piante endemiche del deserto namibiano settentrionale. Si dice che queste piante longeve abbiano almeno mille anni. Da qui si potrebbe andare alla valle della luna ma preferiamo tornare indietro e prendere la strada di sale che porta a Walvis Bay e alla Duna 7.
Questa duna sarà alta almeno un centinaio di metri e lunga altri cinquecento. Si trova in mezzo al deserto ed è circondata da palme. Per salirvi sopra ci vogliono buoni 20 minuti di cammino nella sabbia rovente. Abbiamo provato a farla a piedi scalzi, ma la sabbia era talmente calda che abbiamo dovuto infilarci le scarpe. Siamo completamente soli e padroni della duna dove facciamo delle bellissime foto. Volendo si potrebbe fare del sandboard, dello sci o andare in moto sulle dune vicine, ma fa talmente caldo che nessuna di queste attività ci attira particolarmente.
Andiamo poi a Walvis Bay, che realmente non ha attrattive. Ritorniamo quindi a Swakopfmund percorrendo questa volta la strada litorale molto trafficata. Poco prima di Walvis Bay incomincia la Skeleton Coast, famosa per i rottami di navi arenatesi durante gli anni lungo questa costa, questo dovuto alle forte correnti ed ai venti. La Skeleton Coast continua poi per alcune centinaia di chilometri verso il nord della Namibia. Appena usciti dalla cittadina vediamo la prua di una nave spuntare dall’acqua in mezzo agli scogli.
Per oggi basta così, passiamo in lavanderia ed alla sera abbiamo appuntamento con il ”ricercato” tedesco e Skype. Alla fine ci invita a cena nel suo albergo.
Giovedì 13 novembre: Swakopmund e dintorni Km. 265
La giornata di oggi prevede ancora una pausa a Swakopfmund. Partiamo presto al mattino lungo la Skeleton Coast verso nord. La meta del viaggio e Cape Cross dove c’è una colonia di qualche migliaio di leoni marini. Fino a Cape Cross ci sono circa 130 km. di strada salina. Fortunatamente non ha piovuto altrimenti sarebbe impossibile percorrerla, sarebbe come viaggiare sul ghiaccio. All’andata c’è una nebbia tanto bassa che non si riesce a vedere il mare a volte a non più di cento metri dalla strada. Vorremmo anche vedere la nave Zeila, arenatasi vicino a Henties Bay nel 2008, ma niente da fare. La strada percorre una salina dove ci sono parecchie industrie ed alcuni, immagino abitanti del luogo, hanno posto dei banchetti con dei pezzi di sale rosa. Il turista si serve e lascia un’offerta.
L’entrata a Cape Cross ci costa 250 N$ per tre persone. Restiamo una buona oretta a fotografare le foche. In questo periodo e tempo di filiazione e ci sono moltissimi cuccioli. Avevo letto che qui puzzava forte ed effettivamente si respira un certo “odorino” ma sicuramente non così esagerato come si legge in alcuni diari su internet. Ci sono le due croci mandate dal Kaiser Guglielmo II per sostituire quella portata in Germania e lasciata li dal primo europeo sbarcato in Namibia, il portoghese Diego Cao.
Al ritorno la nebbia si è alzata e possiamo fermarci a fare delle foto del Zeila Vrek, che si trova a non più di cento metri dalla strada. Un centinaio di uccelli marini la usano per nidificare.
Nel pomeriggio andiamo vicino al centro a vedere i banchetti di artigianato, tutto proveniente dallo Zimbabwe. I commercianti non hanno la più pallida idea del valore dei soldi e sparano cifre esorbitanti, tanto che non mi sono messo neppure a contrattare visto che la forbice tra domanda e quello che avrei potuto onestamente offrire, era troppo aperta. Non ho visto nessuno comprare alcun oggetto.
Le strade di Swakopfmund sono enormi, calcolo che in ogni via ci starebbero almeno 4/5 corsie delle nostre.
Mentre passeggiamo per la città vedo un’altra auto simile alla mia ed ancora dello stesso colore, proprio come quella dell’altro ieri. La proprietaria è una signora ultra settantenne, di chiari origini tedesche che mi racconta che l’auto faceva parte di un lotto di tre sole auto della stessa cilindrata e modello arrivate in Namibia venticinque anni prima. Una si trovava a Rundu (quella che avevo visto), l’altra ce l’aveva lei e l’ultima aveva subito un incidente e si trovava a Windhoeck dove lei andava a prendere dei ricambi quando le servivano. L’auto era ancora in buone condizioni ed aveva percorso 950.000 chilometri. Speriamo che pure la mia duri tanto. Per il momento ne ho percorsi appena 350.000. Cena al Wimpy.
Venerdì 14 novembre: Swakopfmund – Mariental km. 637
L’idea era di dirigerci verso Sossuvlei, la grande duna di sabbia, ma le piogge cadute negli ultimi giorni nella zona e le persone interpellate ci sconsigliano di intraprendere questo itinerario perché sarebbero circa 380 chilometri di sterrato fino a Sossuvlei, se poi per caso dovessimo fare dietrofront ci sarebbe troppa strada da recuperare per arrivare puntuali a Johannesburg. In fin dei conti abbiamo già avuto una duna tutta per noi e questo ci basta. Partiamo verso le dieci di mattina ed in sette ore siamo a Mariental. A parte una ventina di chilometri dove la strada è in corso di rifacimento si può andare tranquillamente a 120 km. all’ora.
Prima di partire, quando passiamo a salutare il nuovo amico tedesco, questi ci dice di stare attenti alla guida perché il venerdì i namibiani prendono la paga e tanti si ubriacano da venerdì a domenica. Effettivamente abbiamo visto vari incidenti e addirittura delle ambulanze ferme in posti strategici pronte ad intervenire in questi casi. La giornata di oggi non ci offre molti diversivi a parte il passaggio del Tropico del Capricorno, dove i soliti italiani (gli unici) hanno scarabocchiato con i loro nomi la tabella bianca che ne indicava il passaggio.
Ci fermiamo presso l’Hotel Mariental gestito solamente da donne ed è l’unico raccomandato dalla guida. C’è una sala slot maschines e una discoteca, ma per fortuna sono lontane dalla nostra camera. 550 N$ con colazione e wi-fi.
Sabato 15 novembre: Mariental – Grünau Km. 401
Anche oggi mi aspetta una tirata di quattrocento chilometri. La strada è quasi una retta senza tante emozioni. Cambia la vegetazione e la costruzione delle case lungo la strada, dallo stile rondavel del nord si passa allo stile bidonville del sud.
A Grünau c’è un solo albergo, il Grand Country Club Hotel, che di grande non ha niente, sembra un avamposto di frontiera, infatti Grünau è il primo paesetto o l’ultimo (dipende da che lato si viene), prima della frontiera che si trova a 150 km. N$ 535 per la camera con wi-fi. Hanno un buon ristorante e questa sera mangiamo lumache con salsa all’aglio ed a testa una fiorentina di 850 grammi. Paghiamo 350 $ (26 Euro) per tre persone.
C’è un pavone che gira indisturbato per tutto l’ambiente sempre in cerca di cibo. In televisione danno l’incontro di rugby Sudafrica contro Inghilterra e ovviamente i namibiani presenti nel bar, tutti bianchi, tifano per il Sudafrica. Alla fine della partita, vinta dal Sudafrica, si sono messi a gridare di gioia ed il pavone, udendo le grida, si è messo a strillare anche lui, come se avesse voluto festeggiare assieme agli altri.
Domenica 16 novembre Grünau – F. R. Canyon – Grünau km. 310
Usiamo Grünau come base di partenza per la visita al Fish River Canyon. Si pensa di proseguire poi fino ad Ai-Ais dove dovrebbero esserci delle fonti termali sulfuree ed eventualmente, se ne vale la pena, fermarci per la notte.
Da Grünau fino a Hobas dove c’è l’entrata al F.R. Canyon ci sono quasi novanta chilometri di strada sterrata in ottimo stato. Ogni tanto si incontra qualche zebra, degli struzzi e antilopi. Da queste parti vive un quasi solitario albero endemico tipico del sud della Namibia che si chiama kokerboom, in inglese quiver tree. L’entrata al canyon costa 250 N$. Una volta entrati bisogna fare ancora una decina di chilometri di sterrato prima di arrivare ai due più interessati punti panoramici il Main View Point e l’Hiker’s View Point. Da sopra si hanno delle bellissime vedute su gran parte del Canyon.
Da Hobas parte una seconda strada sterrata lunga settantacinque chilometri che porta alle fonti termali di Ai-Ais. Sinceramente mi aspettavo un paesetto, però alla fine Ai-Ais è risultato essere solamente un resort in mezzo ad un panorama da film western. Alla poco invitante reception ci informiamo sul prezzo del pernottamento e sul funzionamento delle acque termali e ci dicono di dare un’occhiata alle vasche. Quando entriamo nella piscina dello Spa (peraltro ben tenuta) non c’è nessun ospite, metto la mano nell’acqua e la stessa è fredda. Chiedo ai tre dipendenti che accudivano al locale come mai non ci fosse acqua calda ma non mi fanno caso. Ritorno allora alla reception dove mi spiegano che alcuni clienti volevano nuotare senza acqua calda ed era stata bloccata l’erogazione dell’acqua termale ma, che se volevo, la potevano attivare. Sinceramente non saprei cosa pensare perché sono già stato in piscine con acqua sulfurea e l’odore dello zolfo è inconfondibile mentre in quelle vasche non si odorava proprio niente, poi il resort, a parte un paio di camper era completamente vuoto. C’erano solamente alcuni di turisti che abbiamo poi ritrovato la sera al ristorante dell’albergo. Fortemente delusi rimontiamo in auto e ci facciamo altri centocinquanta chilometri per tornare a Grünau allo stesso alloggio di ieri. La cena di ieri era talmente buona che la ripetiamo.
Lunedì 17 novembre: Grünau – Upington Km. 315
Da Grünau prendiamo la C 10 in direzione est verso Velloorsdrift che fa frontiera con il Sudafrica. Lungo la strada che ci separa da Upington, poco più di trecento chilometri, praticamente a quasi tutti i pali del telefono sono appesi enormi nidi fatti con sterpaglie e fieno. Sono centinaia, sono fatti come una campana, ovali sopra e diritti sotto dove gli uccelli entrano ed escono. I nidi più grandi hanno nella parte inferiore un diametro di almeno due metri. Piano, piano anche il panorama cambia.
Upington è una piccola cittadina, ma dopo tanti giorni in mezzo al deserto ed a volte al nulla, ci sembra una metropoli.
Ci alloggiamo lungo il fiume presso Affinity Guest House, che risulta essere un’ottima scelta e che mi sento di raccomandare. Ci danno una bella camera al secondo piano con un’enorme terrazza con vista sull’Orange River. N$ 860 con colazione e wi-fi. La posizione è talmente bella che la sera andiamo a comperarci la cena in un vicino ipermercato e ceniamo su un tavolo della terrazza con tovaglia e candela, godendoci infine il tramonto ed anche qualche fastidiosa zanzara.
Martedì 18 novembre: Upington – Vryburg Km. 415
Stiamo ormai tornando a Johannesburg ma avevo letto che a circa sessantacinque chilometri di sterrato dalla N 14, la strada che noi appunto faremo oggi c’è la Vitsand Nature Reserve, la cui attrattiva principale è una duna di sabbia bianca che misura nove km. di lunghezza, due di larghezza e alta cento metri, dove si posso intraprendere varie attività sportive. Sfortunatamente ed anche fortunatamente, dopo appena una decina di chilometri troviamo la strada sbarrata da un’enorme pozza d’acqua perché nei giorni scorsi aveva piovuto abbondantemente. Non me la sento per nulla di provare a passare. Ho detto fortunatamente perché la pozza era appena a dieci chilometri dalla strada nazionale e non oso pensare come avrei reagito se fosse successo a pochi chilometri prima di arrivare alla riserva. La N 14 comincia ad essere abbastanza trafficata, soprattutto dai camion, questo dovuto alle molte miniere che abbiamo visto lungo il cammino. Abbiamo visto pure una azienda vinicola, con l’uva bianca ormai matura, tutta circondata con un impianto elettrico con fili scoperti. Non so se fossero collegati, ma l’impianto elettrico c’era.
Questa sera ci fermiamo alla periferia della cittadina di Vryburg in un bel lodge, il Brocant, dove per pernottamento, colazione e wi-fi spendiamo 960 Rand. La città di Vryburg non era neppure riportata nella nostra guida.
Mercoledì 19 novembre: Vryburg – Pilanesberg Km. 345
Ormai il viaggio si sta concludendo e questa è l’ultima tappa lunga. A essere sincero dopo tre settimane di guida incomincio a sentire la stanchezza.
Il tragitto di oggi lo allungo un poco perché mi è stato sconsigliato di fare la strada più corta in quanto avrei dovuto attraversare una zona abbastanza insicura. Non so se fosse vero ma mi sono attenuto al consiglio. Lungo la strada abbiamo visto alcuni allevamenti dei quali uno di struzzi, dove un buon centinaio di essi stavano lungo la staccionata che li separava dalla strada. La flora ha pure fatto la sua parte mostrandoci dei cactus alti alcuni metri. Da queste parti ha già piovuto abbastanza ed il panorama è il più verde che vediamo da quando siamo arrivati.
Una sessantina di chilometri prima del Pilanesberg vediamo l’insegna di un lodge e riserva privata che nel logo mostra i felini del Sudafrica. Entriamo a vedere e proprio quel pomeriggio stavano trasferendo un ghepardo dalla stazione di cura alla riserva. Finalmente abbiamo visto un ghepardo.
Ieri sera abbiamo mandato una mail al lodge Black Swan a una ventina di chilometri dal parco Pilanesberg e li alloggeremo di nuovo per i prossimi due giorni. In seguito ci faranno anche un piccolo sconto.
Giovedì 20 novembre: Parco Pilanesberg Km. 143
Oggi è il compleanno di uno noi ed il festeggiato/a ha scelto da tempo di passare la giornata nel parco Pilanesberg. Il parco si trova vicino a Sun City, un resort che vorrebbe imitare gli alberghi di Las Vegas ma ne è uscita solo una brutta copia. C’eravamo stati brevemente durante la nostra ultima visita in Sudafrica e non ci era piaciuto particolarmente. Tra il parco e Sun City c’è un piccolo centro commerciale dove nel supermercato Superspar preparano della buona gastronomia e soprattutto delle ben decorate torte di compleanno. Ne abbiamo comperata una, con tanto di candeline e fiammiferi, sufficiente per almeno una decina di persone.
Il party room è stata una palafitta sopra l’acqua da dove si poteva guardare gli animali in tutta sicurezza. Alla festa di compleanno hanno partecipato delle scimmiette sugli alberi e delle tartarughe sotto la nostra postazione. Queste bestiole non erano lì per cantare l’Happy Birthday, ma per collaborare a terminare la grande torta. Alla fine abbiamo passato una giornata tanto intensa che il festeggiato/a non la dimenticherà facilmente.
Il bello di questo parco e che, sapendo dove andare, si fanno incontri interessantissimi, tanti animali e di tutte le specie, inoltre non c’è mai tanta gente come negli altri parchi. Qui gli animali li puoi praticamente toccare. Le snelle giraffe con la loro camminata da fotomodelle non si spaventano per niente, si avvicinano, ti guardano e sembra che si mettano in posa per farsi fotografare proprio come delle fotomodelle. Lo stesso vale per le zebre, gli gnu, le antilopi che stanno tutti ai bordi della strada e ti guardano mentre passi senza nemmeno scomporsi. Abbiamo incontrato un branco di cinque rinoceronti bianchi ad un paio di metri dalla strada che restavano li a guardarci. Mi sono reso conto che volevano attraversare e ho fatto retromarcia per un paio di metri, allora hanno attraversato la strada tranquilli, forse a non più di due o tre metri dalla nostra auto.
C’è un breve percorso di alcuni chilometri che si chiama Hippo loop, l’abbiamo fatto ed abbiamo fatto una scorpacciata di ippopotami.
La cosa più adrenalinica è accaduta poco prima del tramonto. Circa cinque chilometri prima dell’uscita dal parco c’è un laghetto ed era pieno di elefanti che facevano il bagno. Ne avrò contati almeno una sessantina. Ho fermato l’auto vicino alla riva dove c’era una piccola discesa, non senza prima assicurarmi che la salita dall’altra parte fosse praticabile per la mia piccola auto. Poco a poco gli elefanti hanno cominciato ad uscire dall’acqua e noi a fare foto. Ad un certo punto ne è uscito uno enorme che noi poi abbiamo simpaticamente soprannominato Pretorius. Questi non lasciava uscire gli altri dall’acqua e neppure entrarci. Era il padrone del laghetto. Sulla parte superiore della riva nel frattempo si erano fermate anche altre auto che bloccavano l’arrivo di altri elefanti. Ad un certo punto un elefante, neppure tanto grande, ha incominciato a barrire e a dare i numeri correndo nella nostra direzione. Io ho innestato la prima e me la sono data a gambe per andare a girarmi un po’ più avanti e tornare poi indietro. Nel frattempo un’auto con due persone a bordo era rimasta bloccata su uno spiazzo da una decina di grossi elefanti senza potersi muovere. Col binocolo guardavamo le loro espressioni ed avevano l’espressione di qualcuno che cercava un bagno.
Venerdì 21 novembre: Pilanesberg – Brits Km. 215
E’ il nostro ultimo giorno di viaggio e dopo colazione vogliamo ripetere o almeno provare, l’esperienza di ieri. Questa sera dobbiamo uscire prima dal parco poiché dobbiamo arrivare a Brits che è una città a circa cento chilometri dall’aeroporto. Il nostro volo parte domani alle 13.30 e dobbiamo esservi in mattinata per consegnare l’auto.
Passiamo al solito Superspar per prenderci il pranzo e mangiarlo dentro il parco in una delle casette sicure e da dove guardare la fauna. Facciamo subito il giro interessante fatto ieri sera ed incontriamo Pretorius con la famiglia. Poi una decina di rinoceronti e giraffe in quantità. Il giro è talmente bello che lo rifacciamo subito dopo. All’ora di pranzo, nello specchio d’acqua dove ci fermiamo vi sono nove ippopotami. Vagabondando poi qua e là ci imbattiamo in un lucertolone adulto lungo un paio di metri che assomiglia ad un varano. Vediamo anche un singolo licaone. Gironzoliamo nella zona dei felini ma la fortuna non è con noi. Prima di uscire definitivamente dal parco facciamo il terzo giro al percorso fatto al mattino. Questa volta Pretorius è con famiglia e parenti, circa una trentina e vanno tutti verso un laghetto artificiale, probabilmente a fare il bagno. Mi trovo lungo una stretta strada e questa volta manca poco che sia io ad essere attorniato da un branco di elefanti. Mi fermo davanti ad un bivio dove in ultima istanza potevo deviare e togliermi dai piedi. Mentre stiamo fermi a fotografare, da questo bivio esce un Suv che senza rendersene conto gira in direzione degli elefanti. Io gentilmente saluto l’autista, gli faccio segno di passare e rimango in attesa. Bene, non ho mai visto nessuno inserire così velocemente la retromarcia e darsela a gambe. Facciamo ancora l’Hippo loop e questa volta oltre agli ippopotami vediamo pure due grossi coccodrilli stesi al sole.
Verso le 15.00 usciamo da questo parco, tristi ma contenti. Era già la quinta volta che lo visitavamo, la terza quest’anno e non ci ha mai tradito.
In serata arriviamo a Brits dove alloggiamo in un anonimo lodge del quale non ricordo il nome. Ricordo solo che ho pagato 600 Rand senza colazione e che gentilmente ci hanno prestato il loro computer per scrivere a casa che l’indomani saremmo partiti.
Sabato 22 novembre: Brits – Tambo Airport Km. 124
L’autostrada N4 e poi N21 che va da Brits all’aeroporto Oliver Tambo di Johannesburg ha tante uscite ma l’aeroporto è ben indicato ed in circa un’ora e mezza ci arriviamo. Salutiamo l’auto che ci ha accompagnato per tre settimane ed il Sudafrica.
Alla fine abbiamo percorso 6.469 chilometri. In linea di massima ho rispettato l’itinerario che mi ero preposto e se qualcosa non sono riuscito a farlo e stato solamente per motivi tecnici..
Spese sostenute in Euro
Volo 570×3= 1.710
Assicurazione viaggio 105
Noleggio auto 635
Benzina 322
Cibo 355
Entrate 125
Alloggio 1.150
Pedaggi e frontiere 44
Varie 25
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Totale 4.471