Sette piemontesi intorno al Baltico

Un tour nelle tre capitali baltiche (Tallinn, Riga e Vilnius), poi un po’ di Finlandia e, infine, San Pietroburgo senza visto
Scritto da: mque_mque
sette piemontesi intorno al baltico
Partenza il: 16/07/2014
Ritorno il: 03/08/2014
Viaggiatori: 7
Spesa: 2000 €
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7 partecipanti, 18 giorni, 2400 km di cui 900 in auto, 1300 euro a testa

Dopo il primo esilarante test a Palermo (10 Piemontesi a Palermo) e una veloce ma altrettanto divertente puntata in Francia (9 Piemontesi nelle Rhone-Alpes), il Gruppo Vacanze Piemonte è di nuovo pronto a partire! E stavolta farà un Grande Balzo, sia gestionale (una vacanza vera, di 2 settimane abbondanti) che geografico: si va all’estremo nord dell’Unione Europea, alla scoperta delle 3 Repubbliche Baltiche e del sud della Finlandia, più una puntata a San Pietroburgo, dopo aver scoperto come poterlo fare senza avere bisogno del visto d’ingresso per la Russia.

COME, DOVE E PERCHè

Le Repubbliche Baltiche ci stuzzicavano già da un po’…poi col 2014 anche la Lettonia, dopo l’Estonia, adotta l’euro.. in più, il volo di Mamma Ryan da Bergamo a Vilnius ha orari stra-comodi e ottimo prezzo… il nostro tour comincia a prendere corpo!

Decidiamo subito per un percorso one-way, con arrivo in Lituania e rientro dalla Finlandia: le distanze sono rilevanti, non possiamo pensare di fare un giro ad anello. D’altronde, visti i prezzi del noleggio auto (all’interno delle 3 repubbliche con molte compagnie è possibile prendere un mezzo a Vilnius e riconsegnarlo a Tallinn, o viceversa), anche su consiglio di altri TpC decidiamo che tra le 3 capitali ci sposteremo in bus: per meno di 20 euro a testa (tra l’altro in prevendita su http://www.luxexpress.eu/en si trovano molte offerte), i bus di linea ci portano in 4 ore dall’una all’altra capitale, con tanto di film, musica, bevande calde e connessione wi-fi.. chi ce lo fa fare di guidare? Dopo un’analisi accurata delle guide LP e dei resoconti di viaggio, valutiamo di noleggiare comunque un van per 3 giorni a Riga, per fare qualche gita nei dintorni: la reggia di Rundale, la collina delle croci a Siaulai in Lituania, i castelli di Sigulda e.. una giornata al mare, per assaggiare davvero il Mar Baltico! Consegnato direttamente in ostello, compresa un’assicurazione senza franchigie, ci costa circa 270 euro in tutto… ottimo!

Per i pernottamenti, visto il gruppo nutrito e lo spirito che ci accomuna (se si risparmia, ci scappa un altro viaggio da qualche altra parte), via libera agli ostelli! Prenotiamo allora sempre 2 camere da 4, perfette per i nostri bisogni. In previsione della Finlandia, dove c’è un ulteriore sconto del 10% per i tesserati HI, facciamo la tessera online (www.hihostels.com costa solo 5 euro e dura 12 mesi). Per il mese di luglio la prenotazione è sempre consigliata, anche per gruppi più ridotti del nostro: è l’equivalente nordico del nostro Ferragosto. Alcuni ostelli li prenotiamo sul sito HI (ma non lo consiglio, fanno pagare una quota amministrativa che non viene restituita se si disdice; utile però per sapere quali ostelli ci sono, come sono e leggere le recensioni) e altri direttamente sul sito dell’ostello o su booking.

Da Tallinn, la terza capitale baltica, traghetteremo ad Helsinki (circa 2 ore di viaggio); le compagnie sono molte, e tutte simili come prezzi: si sceglie in funzione degli orari e del porto a cui arrivano ad Helsinki.. ci sono molti porti diversi, alcune compagnie arrivano in centro, altre al West Port, più distante (http://www.portofhelsinki.fi/passengers/arrival_times_and_terminals ).

Cercando per l’appunto info portuali, inciampiamo in un thread in inglese che cita la possibilità di visitare San Pietroburgo per 72 ore, senza visto d’ingresso. Sarebbe fantastico! Abbiamo sempre rinunciato alla Russia per via del costo del visto (circa 100 euro) e della macchinosità per averlo (solo in consolato a Milano, Roma o Genova, oppure tramite costose agenzie specializzate… e poi ci vogliono l’invito e l’assicurazione medica), ora che siamo a pochi km da San Pietroburgo sarebbe davvero il momento buono! Ci informiamo meglio (…Internet Santo Subito!) e scopriamo così che è possibile visitare STP per 72 h senza visto nè invito nè registrazione nè assicurazione, purchè si arrivi e si riparta in traghetto, da Helsinki o da Tallinn. Unica documentazione richiesta, oltre al biglietto del traghetto e ad un passaporto valido per almeno 6 mesi:

1) acquisto per 25 € di un fittizio City Bus Tour organizzato dalla compagnia dei traghetti (in realtà è solo un minibus che fa la spola con il centro, davanti alla Chiesa di Sant’Isacco, ma è la condizione per avere l’accesso senza visto, che in realtà è pensato per i crocieristi che vengono accompagnati in città da una guida turistica)

2) prenotazione di un pernottamento per le 2 notti a STP (volendo, ci sono hotel convenzionati con la compagnia, ma va bene la mail di conferma di qualsiasi hotel o portale tipo booking, e non è necessario aver già pagato il pernottamento).

Il traghetto è quello della St.Peter Line (http://www.stpeterline.com/ ), purtroppo non esiste il passaggio ponte (…figurarsi se ce lo facevamo scappare!) ma bisogna per forza prendere la cabina (o un letto in una cabina condivisa). Sul sito però si trovano spesso offerte per acquisti anticipati o last-minute, e vari sconti assortiti. Sul sito c’è anche una guida molto dettagliata sull’accesso senza visto (http://www.stpeterline.com/en/Goodtoknow/Visafreerule.aspx). Acquistando a febbraio 2 cabine interne da 4 persone, abbiamo pagato 110 euro a testa A/R tutto compreso. Si parte da Helsinki la sera alle 18.00 e si arriva a STP la mattina dopo alle 9.30 ora locale (+1h); al rientro, la nave parte alle 19.00 e arriva ad Helsinki alle 8.00 (-1 h). E’ anche possibile arrivare da Tallinn e ripartire per Helsinki, ma attenzione agli orari: le navi non viaggiano tutti i giorni, e bisogna passare inderogabilmente la dogana entro le 72 h previste… non vorrete mica finire la vacanza in Siberia, vero?! A posteriori, possiamo dire che il bilancio è assolutamente positivo: in 3 giorni quasi completi si gira molto, anche perché le giornate sono lunghissime, e si vedono tutte le principali attrazioni del centro, compreso l’Hermitage (a cui va dedicata quasi una giornata intera, pur selezionando cosa interessa e cosa no). Interessanti, utili per girare e accessibili nel prezzo (circa 13€) sia il tour in barca sui canali che quello del classico bus a due piani, anche perchè STP è una città enorme e le distanze non sempre sono fattibili a piedi. Ovviamente, noi abbiamo sfruttato l’occasione essendo già nei paesi baltici.. se si vuole andare dall’Italia a STP non vale la pena, sia in termini economici che di tempo, nè senza visto si può uscire dalla città, quindi sono precluse le gite fuori porta come il Peterhof.

Al rientro in Finlandia, pensando (giustamente) di essere stanchi del nostro Baltic Tour e consci del fatto che Finlandia=natura, decidiamo di concludere la vacanza con un po’ di sano relax in riva ad un lago, e ci troviamo due bei bungalow in un campeggio nella Regione dei Laghi. Noleggiamo un altro van, perché senza un mezzo proprio in Finlandia fuori da Helsinki non si riesce davvero a girare; ahimè il prezzo sarà carissimo, pagheremo quasi 700 euro per 4 gg one-way da Helsinki a Tampere (da cui ripartiremo, perché Lappenraanta ha orari scomodi e soprattutto… non ha un ufficio dove riconsegnare il pulmino).. benvenuti in Scandinavia!

In conclusione, il nostro giro sarà così: 2 notti a Vilnius (un giorno per la visita della città, uno scarso per andare a Trakai, a 30 km), poi 5 notti a Riga ( 2 giorni pieni per vedere la città; un giorno per andare a Rundale + Siaulai, circa 260 km A/R; uno al mare a Saulkrasti, a 50 km da Riga, e uno per andare a Sigulda, anch’esso a circa 50 km) e 3 notti a Tallinn (in realtà, 2 giorni scarsi sono ampiamente sufficienti per vedere la città vecchia e anche i sobborghi.. a posteriori il terzo giorno avremmo potuto dedicarlo ad Helsinki restandoci così 2 giorni, anziché uno solo). A STP restiamo 2 notti (più i due pernottamenti in nave, A/R); in Finlandia 2 notti in campeggio sui laghi, più l’ultima notte a Tampere (il volo di rientro è la mattina alle 11.00).

Chiarite le questioni più rilevanti, ovvero dove si va e perché, ancora qualcosa sul come: memori dell’ottima esperienza norvegese (vedi Tour in Norvegia) partiamo dotati del Kit di Sopravvivenza per l’Italiano nel Nord Europa, ovvero mezzo litro d’olio extravergine, sale, zucchero, la caffettiera con 2 pacchi di caffè, 2 kg di spaghetti e un congruo numero di buste di minestra e di risotto liofilizzati, che saranno poco gourmet ma che per una decina di pasti ci hanno salvato dalla noia della dieta carnivora dei ristoranti baltici, e soprattutto …dal furto a mano armata dei ristoranti finlandesi! Inoltre, bagaglio ridotto e si provvede ogni tanto con una lavatrice, che c’è in tutti gli ostelli e campeggi (compreso il detersivo e l’asciugatura, dai 2 ai 6 euro a lavaggio: davvero non vale la pena di trascinarsi dietro un valigione), e così tra tutti imbarchiamo solo 3 bagagli, più che altro per poterci portare dei liquidi (quando toglieranno questa stramaledetta regola, porteremo con noi una bottiglia di spumante per poter brindare in cabina).. si risparmia un bel po’, visto che il bagaglio costa praticamente come una persona! Se poi avessimo avuto la palla di cristallo per poter prevedere il clima tropical – mediterraneo che avremmo trovato, i pile e i k-way sarebbero rimasti a casa, alleggerendo ancora di più lo zaino!

Da ultimo, parliamo anche di prezzi: le tre repubbliche baltiche si sono confermate poco costose, in ordine crescente di prezzi da sud (Vilnius – è ancora fuori area euro) a nord (Tallinn – è la più turistica, assediata dai crocieristi); STP ha prezzi intermedi tra i nostri e quelli di Tallinn; Helsinki è carissima in generale, e lo si vede soprattutto nei ristoranti (40-45 euro un pasto normale) e nei pernottamenti (l’ostello costa il 60% in più). Alla fine, tutto ma proprio tutto compreso, in 18 giorni abbiamo speso 480 euro a testa per i trasporti (aereo, 2 traghetti, 2 bus e 2 noleggi van 9 posti), 320 per i pernottamenti (16 notti, in media 20 euro a testa a notte) e altri 500 euro scarsi per mangiare, benzina, ingressi turistici, souvenir, ecc. Circa 70 euro a testa al giorno: avendo girato moltissimo, mangiato spesso fuori e senza mai esserci privati di nulla, siamo più che soddisfatti!

Mercoledì 16/7 – LET’S GO!

Il Piano Appuntamenti è complesso: a Vilnius saremo solo in 5, perché A e V ci raggiungeranno a Riga (che figo, poter dire: allora ci vediamo a Riga!) Noi Fabulous Five ci vediamo direttamente al parcheggio a Bergamo, perchè K e R arrivano da Alessandria. Con MCC ci becchiamo in piazza Adriano. Eccola, ha un paio di fichissimi occhiali da sole color rainbow. E ha anche due bagagli a mano. COME, DUE BAGAGLI A MANO???!!! Cominciamo bene. Qua ci tocca imbarcare un secondo bagaglio, mai più che tutta sta roba entra nello spazio della valigia da imbarcare che era stato concordato per il solo beauty! Telefonata a K che per fortuna è ancora a casa, e MCC si fa portare un trolley per imbarcare – a caro prezzo – il Secondo Bagaglio a Mano Assolutamente Non Previsto da Ryanair Che Però A Me Era Davvero Parso Di Aver Capito Che Avevate Detto Che….

Al parking sembriamo dei profughi che cercano di stivare tutti i loro averi in un sacchetto di plastica: MCC rovescia un cubo di mutande e magliette nel suo nuovo trolley, K ha un’agenda che pesa un kg (UN KG!) e gli fa sballare il peso del bagaglio a mano, la caffettiera non si sa più chi ce l’ha, io e L abbiamo buste di risotto in tutte le tasche del trolley, nonché sei malefiche confezioni di pappe plasmon (in vasetti di vetro PESANTISSIMI) richiesteci dall’amico che abita a Tallinn, e R ha comprato addirittura un piumino (…leggero) per avere qualcosa di adatto al Grande Nord. Alla fine ce la facciamo, tutti i bagagli hanno il peso stabilito e possiamo farci portare all’aeroporto. Chissà cosa non vedono, gli addetti al parcheggio.

Volo affollatissimo ma tranquillo, e alle 21.50 (+1h) siamo a Vilnius. L’aeroporto stranamente sembra una stazione ferroviaria di fine Ottocento, con tanto di colonne neoclassiche, ed è praticamente in città (5 km). Dopo lunga valutazione di quanto prelevare, decidiamo per l’equivalente di 100 euro in litas al bancomat dell’aeroporto, e poi prendiamo il bus per la stazione ferroviaria, il nostro ostello Fortuna è lì’ vicino. L’abbiamo scelto essenzialmente per la posizione: a 100 m dalla stazione e dalla fermata del bus internazionale per Riga, a 200 m dalle porte della città vecchia. La struttura è vecchiotta, ma il piano terra dove dormono K, R e MCC è stato rifatto e hanno addirittura il bagno in camera. Noi dormiamo di sopra, e lì gli anni si vedono tutti, soprattutto nei bagni (tant’è che andremo a fare la doccia da loro, di sotto). Anche la cucina è davvero maltenuta e poco fornita (non ci faremo nemmeno il caffè, perché non ci sono 5 tazze o bicchieri), e il posto di notte è molto rumoroso (ferrovia da una parte, strada trafficata dall’altro). Subito ribattezzato Sfortuna, sarà l’ostello più basic dove staremo, e non lo consigliamo; ce ne sono altri nella stessa via verso la città vecchia, che perlomeno sono più distanti dalla ferrovia.

Mollati i bagagli in camera, corriamo in centro per provare a mangiare qualcosa. Il primo posto ci rimbalza, la cucina è già chiusa; al secondo tentativo ci va bene, e mangiamo un ottimo piatto di carne e la prima di un’infinita serie di birre medie, ad un prezzo davvero minimal per i nostri standard. D’altronde, come sempre in Nord Europa la birra costa meno dell’acqua, che qui considerano una bibita. Si unisce a noi un simpatico ragazzo svizzero appena conosciuto in ostello, anche lui alla ricerca di qualcosa da mangiare. Dopo un sacco di chiacchere e risate, due passi fino alla piazza del municipio, più per scaldarci che per digerire (abbiamo cenato nel dehor.. ma domani ci portiamo una maglia!), e rientriamo.

Giovedì 17/7 – VILNIUS

Innanzitutto: colazione! Adocchiamo un posto, dove le sedie hanno la coda, che fa pancakes e crepes.. ovviamente non resistiamo!

Oggi dedichiamo la giornata alla Old Town; le dimensioni sono molto ridotte, circa 1 x 1,5 km, e si gira benissimo tutto a piedi in una sola giornata. Strade acciottolate, portoni e cortili, chiese barocche in ogni dove, affascinanti negozietti: pur senza avere nulla di eclatante, la città è davvero bella e molto piacevole da girare. Visitiamo l’università, con i suoi splendidi 13 cortili, i soffitti affrescati, l’osservatorio astronomico e la chiesa, poi la cattedrale (che però è neoclassica e non ci dice granchè) nell’immensa piazza con la torre, e infine saliamo con la funicolare al castello (il panorama è davvero notevole) da cui scendiamo a piedi fino al parco, dove ci riposiamo per un’oretta. Lungo uno dei tanti fiumi della città, arriviamo all’unica chiesa gotica esistente, molto bella, e facciamo una veloce puntata al quartiere degli artisti, Uzupis, che però ci dice davvero poco; forse tra qualche anno, quando saranno completate le opere di recupero degli edifici, quasi tutti fatiscenti, avrà un po’ più di fascino. Degno di nota è però il sito che espone in quasi tutte le lingue del mondo la famosa Costituzione della Repubblica di Uzupis.. bisognerebbe adottarla in tutti i Paesi, è geniale!

Stravolti di stanchezza, di caldo e anche di fame, decidiamo di fare uno spuntino prendendo qualcosa in un supermarket, e poi di rientrare allo Sfortuna per una doccia e un pisolino.

Usciamo di nuovo verso le 18.30, e prima di cena facciamo un giro nel vecchio quartiere ebraico della città: Vilnius era soprannominata la Gerusalemme d’Europa per la numerosità della sua popolazione ebraica, oltre 70.000 persone, ma il nazismo l’ha cancellata quasi completamente nel giro di soli due anni. Oggi restano poche tracce, anche perché il ghetto fu usato solo per poche settimane prima di essere svuotato dei suoi abitanti. Con la pelle d’oca dopo questi ricordi tragici, ritorniamo in centro.

Decidiamo di cenare vicino all’università; dobbiamo assaggiare la zuppa di barbabietole, un classico baltico, e i famosi zeppelin, la specialità lituana, una specie di gnocchi ripieni.. di carne, ovviamente! Vegetariani, scegliete altre destinazioni: le repubbliche baltiche non fanno per voi. La zuppa è deliziosa, nonostante il colore rosa shocking che potrebbe inibire un pò, mentre gli zeppelin.. ahimè confermano il nome: pesantissimi, un po’ viscidi, privi di sapore perché conditi solo con panna acida. No more. Va meglio a MCC che, pensando di aver ordinato un filetto di maiale, si vede consegnare uno stinco al forno, sicuramente di dinosauro viste le dimensioni… ma alla fine ne resta solo l’osso.

Venerdi 18/7 – TRAKAI

Dopo un’altra botta di pancakes, siamo pronti per la gita a Trakai: si trova a una trentina di km da Vilnius, ed è un’amena località su uno splendido lago; ospita un bel castello del 14° secolo e una comunità di Caraimi, un’etnia di origine turca, cosa che si riflette nei piatti tipici (…l’aspetto gastronomico è sempre molto presente nei nostri viaggi, l’avrete capito ormai).

A Trakai si può arrivare sia in treno che in pullman, la durata del viaggio è sempre di circa 40 minuti.. ma il bus è meno costoso e più frequente, e a Trakai la fermata è più vicina al centro rispetto alla stazione ferroviaria; il biglietto si fa a bordo. Per 6 litas a testa proviamo l’ebbrezza di un viaggio in un Vero Pullman Residuato dell’Era Sovietica, insieme a un paio di vecchietti carichi di involti e pacchetti e ad una ragazza incollata al suo smartphone: un’immagine emblematica dell’evoluzione velocissima che le repubbliche baltiche stanno vivendo negli ultimi vent’anni. D’altronde, la Lituania si rese indipendente dalla URSS solo nel 1991, prima tra le tre repubbliche.

Veniamo scodellati alla stazione degli autobus, che non è altro che una pensilina su uno spiazzo; da buoni smemorati fotografiamo il cartello con gli orari di partenza: il bus delle 15.45 è perfetto, anche perché alle 18.30 abbiamo il pullman per Riga.

Dove sarà il paese? Non c’è alcuna indicazione; seguiamo gli altri occupanti del bus, che si incamminano tutti nella stessa direzione; in circa 20 minuti siamo in centro, che si trova su una penisoletta in mezzo al lago. Ci sono belle case colorate in legno con splendidi giardini fioriti, e su entrambi i lati della penisola il lago è popolato di ninfee e di barchette a remi.. davvero fotogenico!

Percorrendo il sentiero pedonale di destra, lungo il lago, e arriviamo di fronte al castello, che è su un’isola collegata da un ponte. Rosso e turrito, è davvero un bel quadretto.. da non perdere! Qui la gente si fa più numerosa, ci sono molti turisti soprattutto locali, bancarelle di souvenir e venditori di pierogi (specie di sfoglie ripiene .. di carne, ovvio!) e di frutti di bosco. Compriamo per una cifra irrisoria delle fragoline di bosco da un ragazzino… deliziose… abbuffandoci, mugoliamo talmente forte che lui ridacchia, è tutta pubblicità…infatti mezz’ora dopo le avrà già finite tutte!

Entriamo nel cortile del castello, facciamo due foto senza visitarlo. Si capisce che è stato pesantemente restaurato, un po’ come fece Viollet Le Duc a Carcassonne (vedi Una settimana tra Linguedoc e Roussillon) ma è davvero un luogo magico. Restiamo al fresco lungo il lago per un’oretta, poi decidiamo di finire le nostre litas con uno spuntino e qualche souvenir. Io non rinuncio alla mia specialità: inciampare in un nonnulla e cadere a terra! Per fortuna stavolta non mi slogo la caviglia, ma la macchina fotografica prende una botta e l’obiettivo non si chiude più, ahimè. Anni di onorato servizio.. ma lo smartphone la sostituirà egregiamente.

Verso le 15.15 riprendiamo la via verso la stazione dei pullman. Arriviamo e c’è un’Ordinatissima Coda Svizzera per salire, nonostante che il bus non si veda ancora. Alla fine il bus arriva, ma.. è un MINI bus, 20 persone al massimo.. e difatti gli ultimi in coda (2 turisti con bimbo nel passeggino) restano a terra. Arrivate in largo anticipo se avete degli orari da rispettare, la corsa c’è al massimo una volta all’ora. Non solo: MCC, depositaria della nostra cassa comune in litas, aveva certosinamente provveduto a spendere tutte le litas avanzate, tranne le 6 x 5 = 30 necessarie per il biglietto.. ma scopriamo che il biglietto del minibus costa …6.10 anzichè 6! Mancano 50 cent. L’autista parla solo lituano, non accetta euro (ovviamente.. perché mai dovrebbe?) e il nervosismo serpeggia nella coda dietro di noi. Alla fine, gli occhioni di MCC hanno la meglio, e ci fa lo sconto. In realtà, lungo il percorso saliranno diversi passeggeri locali a cui il ns amico non strapperà il biglietto, intascandosi perciò i soldi della corsa.. il bilancio è ripianato. Viaggiamo in stato di semincoscienza causa caldo soffocante, le bocchette dell’aria non arrivano fino in fondo dove siamo seduti noi. Quanto a K, combatte una guerra di sguardi con una signora munita di un secchio di ciliegie; K sporge le gambe dal sedile per via della loro smodata lunghezza, e la signora teme che sia una manovra diversiva per fregarsi un po’ di ciliege. Conoscendo K, in effetti il rischio era concreto.

A Vilnius raccogliamo i bagagli all’ostello e ritorniamo alla stazione dei bus, da cui parte anche il nostro Lux-express. Il biglietto arriva via email, è sufficiente stamparlo e presentarlo a bordo insieme ad un documento; riporta il numero dello stallo da cui parte il bus, gli orari, il nome del passeggero e il numero del posto. Organizzatissimi. A bordo ci sono il wi-fi, la presa elettrica per ricaricare, un monitor personale per film (sottotitoli in inglese e russo), musica e giochi, su cui si vede anche l’avanzamento del percorso sulla mappa, e una macchina per bevande calde (la cioccolata è ottima!). In orario perfetto si parte, in orario perfetto si arriva. Costo per 4 ore di viaggio: 18 euro. Proprio come da noi. Consigliamo di preacquistare il biglietto perché entrambi i bus che abbiamo preso erano al completo.

Dopo 4 ore di piatta pianura baltica, coltivata a grano ed orzo, poche case, quasi nessun paese, un traffico sostenuto su strade statali di buona qualità (mediamente superiori alle nostre, come manutenzione.. molti i lavori di asfaltatura e ampliamento in corso) siamo a Riga.

La città è enorme, la più grande dei paesi baltici; metà della popolazione lettone abita nella capitale. Transitiamo nei suoi sobborghi per quasi mezz’ora prima di arrivare all’autostazione, che è in ottima posizione accanto alla città vecchia, di fronte ai Mercati Generali. Il nostro ostello è a poca distanza, si tratta del Naughty Squirrel, ottimamente recensito sia per la posizione che per la qualità.

Possiamo confermare anche noi: la posizione è fantastica, vicina a tutto, l’ostello è bello, ben organizzato e ben gestito; le stanze sono spaziose e ben arredate, i bagni pulissimi. Lati negativi: la cucina per quanto ben attrezzata di tutto è davvero piccola per il numero di persone che la vogliono usare, ne servirebbe una ad ogni piano; sotto l’ostello ci sono due pub e con le finestre aperte è molto MOLTO rumoroso (…nel weekend gli ultimi avventori se ne vanno verso le 6 del mattino). Mentre disfiamo i bagagli, ecco che arrivano A e V dall’aeroporto! Che tempismo perfetto! Loro hanno volato da Malpensa con Air Baltic.

Usciamo alla ricerca di qualcosa da mangiare, sono già le 23.30 ma capiamo subito che a Riga non è un problema: c’è un sacco di gente in giro a tutte le ore, ed è pieno di locali di ogni genere. Mangiamo (bene) in un locale all’aperto vicino all’ostello.. carne ovviamente! E beviamo.. birra, ovviamente!

Sabato 19/7 – RIGA

Finalmente una cucina in cui possiamo farci l’agognato caffè!! Aaah che soddisfazione! Dedichiamo la giornata alla Old Town, Vecrīga, patrimonio UNESCO; anche questa è molto contenuta e pertanto si gira benissimo a piedi. Visitiamo innanzitutto …una konditorei ovvero un chiosco di pasticceria che diventerà la nostra tappa quotidiana: una bevanda, calda o fredda che sia, e un paio di fette di torta costano meno di 2 euro a testa!

A zonzo per la città, vediamo tutti i grandi classici, che potrete trovare su qualsiasi guida: la casa del gatto, il castello, le due cattedrali, cattolica e luterana, i tre fratelli (le tre case più antiche della città), i vecchi docks portuali, ora sede di ristoranti e locali, la casa delle teste nere, la torta di compleanno di Stalin (il primo “grattacielo” della città, costruito negli anni ‘50) e poi splendide piazze e moltissimi palazzi Art Nouveau, di cui domani faremo scorpacciata nel quartiere di Central Riga.

Di riposo nel parco vicino alla statua della libertà, vediamo che si può fare un giro in battello lungo i canali, giro che porta anche al largo in mezzo al fiume per poter vedere il profilo della città vecchia. Anche se è un po’ caro (18 euro per circa 1 h) decidiamo di andare. A posteriori, possiamo suggerirvi di risparmiare i soldi: l’unico tratto bello è lungo il canale nel parco, ed è carina la vista dal fiume, ma in generale i canali sono molto squallidi e sporchi, si vede poco della città e si passa anche nella zona portuale che è tutt’altro che affascinante.

Rientrando verso l’ostello, visitiamo anche il famoso Mercato Coperto: sono 5 strutture enormi, che un tempo servivano per il ricovero dei dirigibili, dove oggi sono allestiti i banchi della carne, del pesce, delle spezie, ecc. Intorno alle strutture chiuse, una miriade di banchi di frutta, verdura e fiori. Davvero bello e variopinto da girare, oltre che una miniera di facce, abbigliamenti e prodotti per noi inusuali. Mangiamo un paio di ottime sfoglie, ripiene di non si sa cosa (poi scopriamo che ovviamente è.. carne!) per un prezzo ridicolo (meno di un euro a testa, una bibita compresa), e poi anche una bella vaschettona di lamponi.. squisiti!

Dopo la full immersion nella Riga vecchia, un po’ di riposo ci vuole. Alla sera ceniamo in una brasserie in piazza, senza infamia e senza lode se non per una squisita lemonade fatta in casa, che K, Povero Astemio Nella Patria Delle Birre, cercherà di replicare per tutte le sere successive, senza alcun successo.

Domenica 20/7 – RIGA

Questa mattina davanti al fornello abbiamo incontrato.. un’altra caffettiera! Ohibò! Italiani? Si. E di dove? Di Torino. DI TORINO? Pazzesco, gli unici italiani che incontreremo in tutto il viaggio, a parte i croceristi a Tallinn, e abitiamo nello stesso quartiere!

Oggi ci dedichiamo al quartiere di Central Riga, dove c’è la massima concentrazione di case Art Nouveau.. uno spettacolo unico! In alcune vie le case sono talmente ricche di particolari, dettagli e fregi che non si sa dove guardare. La maggior parte è stata restaurata da poco, poi più ci si allontana dal centro, più sono scrostate, ma per questo sono anche più vere: ancora abitate da famiglie popolari, colpisce vedere le massaie rientrare con la spesa nei portoni decorati dalle figure liberty ideate da Eijsenstein. Le ristrettezze del periodo sovietico hanno avuto l’indubbio pregio di conservare come in una scatola del tempo questi edifici, e di liberarli solo ora che li si sa valorizzare senza stravolgerne l’identità.

Abbiamo macinato un sacco di km a piedi, ma resterà una delle giornate più memorabili della vacanza. Nella città vecchia ne approfittiamo anche per salire (con l’ascensore) sul campanile di San Pietro, da cui si vede una vista meravigliosa di tutta la città. Mentre siamo su, arrivano nuvole nere, che ci regalano anche quattro gocce di pioggia. Fino in Finlandia, sarà l’unica pioggerellina che avremo.. incredibile, chi l’avrebbe mai detto? Il pile non uscirà mai dallo zaino.

Complice la stanchezza, decidiamo per una cena in ostello, e ci prepariamo un’ottima vellutata di funghi (visto che qua la zuppa è un antipasto, seguiamo lo stile baltico) e poi un bel risotto di verdure. Dopo cena, rapida passeggiata digestiva e poi …crolliamo.

Lunedi 21/7 – SIAULAI E RUNDALE

Alle 9.30, quasi (quasi) puntuale, il noleggiatore ci consegna un ruggente van 9 posti, e siamo subito pronti a partire. Beh, a parte la piccola questione della climatizzazione interna: pare che davanti ci sia attaccata l’AirCon, e dietro il riscaldamento.. dopo 30 km di lamentazioni, scopriamo che semplicemente … MCC ha girato la manopola al contrario! Oggi ci dirigiamo verso sud: rientriamo in Lituania per visitare la collina delle croci a Siaulai, e poi, tornando verso Riga, il palazzo di Rundale. Non abbiamo un navigatore con le mappe delle repubbliche baltiche, ma la cartina della città e una preventiva verifica su internet del numero delle strade (spesso sono indicate solo dal numero) ci fanno uscire velocemente nella direzione giusta. Ci fermiamo a Jelgava per fare colazione (acquistando dolcetti e succo di frutta al supermarket) e diamo anche una sbirciata ad una bella chiesa ortodossa bianca e blu. La strada per Siaulai sarà l’unica bruttarella che percorreremo, dal fondo molto rovinato, con un paio di grossi cantieri per l’ampliamento che comportano senso unico alternato e quindi lunga attesa in coda. Passiamo la vecchia postazione del confine e siamo in Lituania; ora anche A e V possono dire di essere stati in Lituania!

Poco prima di Siaulai sulla sinistra ci sono le indicazioni per la Collina delle Croci (in lituano Kryziu Kalnas), un posto tra l’incredibile e l’inquietante, a seconda delle opinioni di ognuno.. cercate le foto sul web, se non lo conoscete. Le croci all’inizio venivano piantate come segno laico di opposizione politica al regime, poi hanno assunto la connotazione religiosa che c’è ancora oggi. In ogni caso, un posto da vedere con i propri occhi.

Ripreso il nostro mitico van, risaliamo verso nord e ci fermiamo a Rundale. Il palazzo rococò di Rundale venne costruito intorno al 1740 su disegno dell’architetto italiano Rastrelli, progettista anche del Palazzo d’Inverno a San Pietroburgo. Molto ben tenuto e circondato di ampi giardini all’italiana, è assediato di turisti, ma la visita merita davvero, per la ricchezza delle decorazioni interne e lo spaccato che dà della vita dei nobili di quel periodo.

Giriamo anche i giardini, che però danno il massimo delle fioriture in primavera. Ci sono un paio di coppie di sposi che fanno le foto; curioso vedere come i matrimoni siano in un giorno qualsiasi della settimana (anche a San Pietroburgo sarà così).

Rientriamo a Riga molto stanchi (e L, il nostro autista di fiducia, ancora di più) ma soddisfatti del giro. Per cena mangiamo fuori: dopo un rapido test di un paio di posti ispirevoli, decidiamo per una brasserie in cui finalmente riusciamo ad evitare la carne, e assaggiare non solo il salmone, ma anche gli spratti, tipici pesciolini affumicati che qui si servono da antipasto.

Martedi 22/7 – SAULKRASTI

Oggi vogliamo una cosa sola: relax! E visto che il tempo è bello, tutti al mare! Costume, ciabatte, crema solare e via verso Saulkrasti, una località balneare a circa 50 km da Riga. La scegliamo per le buone impressioni di altri che ci hanno preceduto, essendo molto meno turistica di Jurmala, ormai preda di orde di vip russi spendaccioni.

In un’oretta siamo arrivati. La strada corre parallela alla costa, tra boschi di pini; il mare è al di là delle dune, e il paese – molto curato e grazioso – è al di qua. Un’ottima soluzione per preservare sia l’ambiente della duna, che il paesaggio. Proprio come a casa nostra. In più, in spiaggia è VIETATO FUMARE. E nessuno fuma. Se mettessero questo vincolo anche da noi, scoppierebbe la terza guerra mondiale. La spiaggia è molto bella, di sabbia chiara; l’acqua è un po’ meno invitante, verdognola per le microalghe in sospensione tipiche di questo mare quasi completamente chiuso, privo di ricambio. E soprattutto è GHIACCIATA. Ma proprio ghiacciata come un secchio di ghiaccio. E se lo dico io che faccio il bagno anche nei torrenti in montagna… tenere le gambe lì dentro richiede uno sforzo di volontà notevole… a tutto vantaggio della circolazione, di sicuro. A, R e MCC dopo una mezz’oretta di training autogeno riescono persino ad immergersi fino alle spalle. Io ho superato l’ombelico e posso giù ritenermi soddisfatta.

Passiamo una giornata molto piacevole tra la spiaggia, con qualche nuvole che passa e va, e la passeggiata, con un gelato e un po’ di jazz suonato dal vivo (a Saulkrasti c’è in corso un noto festival jazz). Il turismo è solo locale, ma c’è comunque molta gente, bambini, biciclette. Bello.

Rientrando ci fermiamo al supermarket per fare la spesa per cena: stasera spaghetti! E due tartine di salmone? disse R, da allora soprannominata Salmon R. E una lavatrice? disse V, oramai senza mutande pulite. E una partita a machiavelli? disse MCC, che finiva però poi sempre per vincere, beccandosi di conseguenza il lavaggio dei piatti.

Mercoledi 23/7 – SIGULDA

Oggi è la nostra ultima giornata in Lettonia, alle 18.30 abbiamo il bus per Tallinn.

Lasciati i bagagli in custodia in ostello, ci dirigiamo a Sigulda, circa 50 km a nord di Riga. E’ un sito ricco di storia, antica capitale del regno nel medioevo; si visitano il castello medievale di Turaida e i due castelli di Sigulda, uno di inizio ‘900 in stile neogotico, l’altro medievale.

Dopo una fruttuosa visita alla konditorei davanti alla stazione, iniziamo da Turaida, in un sito bellissimo dove ci sono anche una chiesa in legno del ‘700, una fattoria, molti laghetti coperti di ninfee e un piccolo giardino botanico. Dalla torre del castello si vede un bel panorama della vallata, boscosissima e selvaggia, e negli altri ambienti sono ricostruiti in maniera abbastanza ben fatta e coinvolgente la vita nel castello e la storia di questo sito. Visitiamo anche il resto del sito, davvero bello e ben tenuto; un posto pieno di silenzio e di scorci bellissimi, Turaida ci piace molto. Avremmo dovuto portarci il pranzo al sacco, era un posto perfetto per un picnic!

Rientrando verso Sigulda, ci fermiamo a visitare la grotta dove morì la Rosa di Turaida. Leggetevi la sua storia; noi non sappiamo decidere se Rosa abbia tentato un bluff che poi è finito male, oppure se fosse un’Ingenua Cosmica. Fatto sta che è morta nella suddetta grotta. La grotta non è nulla di che, caratteristiche le iscrizioni nella pietra tufacea, le più antiche sono del ‘600. Anche allora era una meta per i picnic. A Sigulda giriamo parecchio per trovare gli altri due castelli, la cartellonistica è del tutto carente. Ne approfittiamo per sbirciare le case locali, con giardini sempre ricchissimi di fiori… niente come un inverno lungo 8 mesi fa desiderare le fioriture! Alla fine i castelli li troviamo, ma dopo Turaida non sono nulla di che: quello recente è un collegio privato, si visita solo il giardino; quello antico lo sbirciamo velocemente da fuori.

Riprendiamo la via del ritorno; entrando in Riga c’è il classico traffico dell’ora di punta. Dobbiamo fare benzina, ma i distributori non danno l’opzione “fai il pieno”, è obbligatorio scegliere l’importo. E così L fa benzina tre volte, finchè il maledetto indicatore non è tutto su. Incredibile come diamo per scontati certi comodi dettagli della nostra vita di tutti i giorni.

In perfetto orario siamo di nuovo all’ostello; recuperati i bagagli, attendiamo il noleggiatore per rendergli le chiavi del van. Dopo mezz’ora di attesa, lo cerchiamo al telefono: si è dimenticato! Lasciamo le chiavi in ostello e ce ne andiamo, ci parte il bus.. speriamo non ci siano contestazioni.

Solita irreprensibile organizzazione Lux-Express, e alle 23.00 siamo a Tallinn. Qui la stazione dei bus è fuori del centro, mentre il nostro ostello è dentro le mura. Vista l’ora tarda, con il biglietto del bus avevamo preacquistato un voucher per il taxi, prezzo fisso di 6.50 euro per qualsiasi destinazione del centro. In realtà in attesa vediamo almeno trenta taxi, quindi non c’era alcun bisogno di prenotazione, e la tariffa a tassametro fino alla porta della città vecchia sarebbe comunque stata uguale, circa 6 euro.

Il nostro ostello è il Viru; ottima soluzione con stanze spaziosissime, bagni puliti, cucina attrezzata, ricca colazione compresa e …obbligo di silenzio dalle 23.00! Visto che siamo ormai dei vecchietti, abbiamo scartati i party hostels preferendo essere sicuri di poter dormire.

Davanti all’ostello ci aspetta M, amico d’infanzia di L, emigrato qui per lavoro anni fa e ormai dotato di famiglia italo-estone. Prima ancora di salutarlo, gli molliamo i Maledetti Vasetti di Pappa Plasmon.. ma quanto pesavano?!? Ceniamo velocemente in centro prima che chiudano tutti la cucina, e poi M ci porta a fare un bel tour by night della città vecchia. Dai belvedere si vede la città nuova, tutto un fiorire di grattacieli ultramoderni, simbolo della fame dell’Estonia di recuperare il tempo perduto. Il cielo ad est comincia a schiarire, sono le 2.00 e la notte estiva sta già finendo!

Giovedi 24/7 – TALLINN

Primo test della colazione compresa: ottima! Cereali, latte, caffè americano, burro, marmellate, nutella (ebbene si.. ne facciamo fuori un’intero vasetto extra-large) e deliziosi pani scuri con i semi, che stanno diventando la nostra droga! Ci sarebbero anche i pancakes, recita il cartello, ma mi sa che ce li hanno mangiati i precedenti commensali, oggi in effetti ci siamo svegliati con calma.

Giornata dedicata alla città vecchia.. finchè le forze sono ancora rilevanti, ci dedichiamo alla parte alta sulla collina, Toompea, per poi scendere nella parte bassa. La città vecchia è ancora completamente circondata dalle mura, ed è deliziosa: vie acciottolate, portoni, chiesette e soprattutto case medievali in ogni dove. E’ davvero ben tenuta e assolutamente preservata da qualsiasi stravolgimento moderno. Sull’appeal medievale di Tallinn ci contano molto: addirittura i venditori di strada (dolcetti, souvenir, ecc) hanno un costume medievale e una bancarella medievale.. perfino esagerato, ma certo i fotografi apprezzano e l’atmosfera ne guadagna. Fa un caldo davvero pazzesco, siamo verso i 30 gradi e la vicinanza al mare si sente, perché c’è una notevole umidità che invece a Riga non pativamo. Da qui in poi sarà in effetti un crescendo di afa, mentre a casa ci raccontano di piogge torrenziali e freddi autunnali.

Dopo il solito break pomeridiano di doccia e riposino, ci vediamo con M per cena. Ci porta poco fuori le mura, in un ristorante azero dove mangiamo benissimo spendendo davvero poco (i prezzi nella città vecchia sono decisamente …poco baltici), e assaggiamo anche la vodka. A parte K che come di consueto cerca invano la sua lemonade.

Dopo cena, per smaltire il pasto pantagruelico M ci porta a spasso nel quartiere Rotermann, dove i vecchi docks portuali sono stati ristrutturati con un affascinante mix di antico e architettura moderna.. davvero da non perdere! La zona è ricca di negozi, locali e ristoranti trendy, lo capiamo dai prezzi.

Venerdì 25/7 – TALLINN

Stamattina non ci fregano: organizziamo un presidio al piatto dei pancakes che nemmeno un dobermann.. difatti nessuno osa toccarceli, i nostri 7 pezzi!

Abbiamo appuntamento con M vicino al parco di Kadriorg, nei pressi di casa sua; con il bus ci accompagnerà a vedere le rovine del monastero di Santa Brigida, a qualche km dal centro, sul lungomare. Mentre aspettiamo il bus, MCC, sobillata da K e A, allieta tutto il quartiere con le sue clamorose risate; la vecchietta accanto a noi, silenziosa e composta come tutti i locali qui, la sbircia emettendo frequenti borbottii di disapprovazione, finchè salendo sul suo tram non si gira e …a gesti ci fa capire che la reputa una povera pazza! Da allora, non perderemo l’occasione per ripeterlo: Crazy MCC!

Sul bus fa caldissimo, qua non è previsto che i finestrini si possano aprire, né esiste l’aria condizionata.. questo caldo è davvero eccezionale. Ci sono alcune spiagge e molti bagnanti, ma M sottolinea i problemi di depurazione delle fogne cittadine e ci scoraggia dall’idea di una mezza giornata balneare. M ci spiega anche come, per disincentivare l’uso dell’auto, che qui nell’era post-sovietica è uno status symbol a cui nessuno rinuncia, l’abbonamento ai mezzi pubblici è gratuito. Sob, e io che pago 330 euro l’anno!

Visitiamo le rovine del monastero, davvero un posto affascinante, avvolto dal silenzio, e poi ritorniamo verso il parco di Kadriorg. Compriamo dei tramezzini per pranzo in un supermarket, e andiamo a mangiarceli sdraiati in un bel prato all’ombra. R raccoglie religiosamente tutti i vuoti, sia di plastica che di alluminio, perché qua si possono consegnare al supermarket per riavere indietro la caparra, che è altissima (dai 15 ai 25 cent al pezzo). Difatti in giro non si vede una bottiglia (nemmeno una cartaccia, se è per questo). Ma quando la introduciamo anche da noi, questa semplice strategia? Comunque, da allora R la chiameremo Recycle & Salmon R!

Gironzoliamo per il parco tutto il pomeriggio, è davvero bellissimo; c’è una parte di giardino formale con un eccezionale roseto e alcune fontane, una parte seminaturale con vialetti percorsi da joggers e mamme col passeggino, e alcuni palazzi: il più bello è il palazzo di Kadriorg, in stile barocco, costruito da Caterina di Russia per donarlo al suo amante (se questo dettaglio vi stupisce, aspettate di leggere il resto dei pezzegolezzi sulla Cate, che conosceremo a STP!), che però morì prima di entrarne in possesso. Che sfiga.

Prima di rientrare col bus, attraverso il bel quartiere di case in legno lungo il parco accompagniamo M a fare la spesa, e ne approfittiamo per farla anche noi, stasera ceniamo in ostello con uno dei nostri mitici risotti. R (..e chi se no?) procura un congruo tonnellaggio di salmone, che ci mangeremo marinato col limone (squisito), poi pane, insalata e bibite e rientriamo. Salutiamo M che domani va in campagna dalla famiglia, e lo ringraziamo dei suoi ottimi servigi di guida turistica, ci ha davvero permesso di sapere tante cose sulla vita degli Estoni, che probabilmente non avremmo colto. Ciao, e a presto: verremo a vedere Tallinn in inverno, con il Baltico ghiacciato!

Sabato 26/7 – DA TALLINN A HELSINKI

Oggi è una giornata un po’ così: abbiamo la nave per Helsinki alle 18.00 ma in realtà abbiamo già girato la città vecchia in ogni angolo. M ci aveva suggerito di andare a visitare la torre della televisione, su cui c’è un punto panoramico, ma essendo in un’area non servita dai mezzi pubblici e comunque molto distante dalla città (che probabilmente da là non si sarebbe vista), lasciamo perdere. Gironzoliamo allora con calma a rivedere questo e quello, area Rotermann compresa che ci era davvero piaciuta, e a fare un po’ di shopping, poi il caldo afoso ci spinge a tornare in ostello per sfruttare per un’oretta i comodi divani dell’area relax, in attesa dell’ora per andare al porto. A posteriori, sarebbe stato più opportuno prendere la nave la mattina, anche per avere più tempo ad Helsinki, dove ci aspettavamo poco e invece siamo stati piacevolmente sorpresi.

Raggiungiamo il porto a piedi, sono 15 minuti abbondanti dal nostro ostello. Come ad Helsinki, anche a Tallinn ci sono diverse banchine anche molto distanti tra loro, bisogna sapere prima dove andare in funzione della compagnia scelta. Il porto è organizzatissimo, c’è un’area check-in dove cambiamo la prenotazione con i biglietti che sembra quella di un aeroporto; i biglietti sono elettronici e si passano i tornelli come in metro, si sale sulla nave con dei finger che portano direttamente al piano ingressi. C’è una fiumana di finlandesi che tornano in patria, ma non sono turisti: sono venuti in Estonia a comprare alcolici! In Finlandia questi sono ipertassati per cercare di limitarne l’abuso, che è una vera piaga sociale, e quindi …prendono il traghetto e vengono a fare la gioia dei vicini estoni, che li accolgono con dei supermarket solo-alcool direttamente al porto. Osserviamo straniti intere famiglie cariche di vodka e vecchine che trascinano carrelli della spesa pieni di cartoni di birra.. incredibile!

In un paio d’ore siamo davanti ad Helsinki, preannunciata dalle mille isolette dell’arcipelago. Passiamo accanto a Suomenlinna, che riconosciamo per i bastioni fortificati, affollati di bagnanti del sabato. In realtà non si bagnano, prendono solo il sole e… devono birra!

Sbarchiamo con la stessa efficienza, finger e scale mobili. Prima di uscire cerchiamo gli armadietti per i bagagli; visto il clima tropicale e le analoghe previsioni per San Pietroburgo, abbiamo l’idea di lasciare in custodia un paio di bagagli, dove abbiamo ammassato tutto ciò a cui nei prossimi giorni possiamo rinunciare. Ed è stata davvero un’ottima idea: abbiamo viaggiato più leggeri, spendendo solo 4 euro al giorno per un locker in cui ci stanno ben tre trolley. Perfetto!

Prendiamo un taxi-van che per 17 euro ci porta in ostello (non è proprio vicinissimo, e preferiamo andare sul sicuro). Il taxista sembra il maggiordomo di un lord inglese, con tanto di guanti bianchi.

L’ostello Erottajanpuisto è a poca distanza dall’Esplanade, il vialone centrale del passeggio chic; abbiamo preferito restare in centro perché domani pomeriggio abbiamo già la nave per STP. La casa è splendidamente liberty, l’ostello è al primo piano. Camere ampie, ma sembrano il set di un film ambientato negli anni ’50 in un collegio femminile, coi lettini in ferro con le ruote! La cucina invece è fantastica: gigantesca, arredata IKEA, con una enorme stufa antica di maiolica che troneggia in un angolo. Dopo una doccia, ci prepariamo l’ennesimo risotto, poi usciamo a fare due passi. Tanto è ancora chiaro. Tutta la gioventù di Helsinki è in coda per entrare in discoteche e locali vari, l’alcool scorre a fiumi. Arriviamo fino alla piazza del mercato, poi torniamo indietro, siamo davvero stanchi, ma la prima impressione è che Helsinki sia una città elegante, con bei palazzi.. non male davvero. Sbirciamo i prezzi sui menu dei ristoranti.. ULP! Viva il risotto in busta!

Domenica 27/7 – HELSINKI

Colazione sull’Esplanade, con i dolcetti e il succo di frutta comprati al supermarket sempre aperto, poi ci incamminiamo verso la stazione ferroviaria. In giro non c’è nessuno, a parte qualche turista: è domenica, e poi visti i bagordi del sabato sera… tutti dormiranno ancora! La stazione è molto particolare, in stile razionalista, con dei giganti porta-fiaccole dal classico mascellone sovietico. Purtroppo una parte è in restauro: è la conferma della Sfiga di A, che ci perseguita sempre su campanili, cattedrali, palazzi e castelli. Difatti a Tallinn il castello era in restauro, e a STP la chiesa dell’Hermitage sarà in restauro. Visitiamo anche la cattedrale, neoclassica, in splendida posizione davanti al porto, la chiesa ortodossa, la zona dei docks del porto. Ci sono molti bei palazzi liberty, in stile più scandinavo di quelli di Riga; nella piazza del mercato si assiepano bancarelle di souvenir e, come a Bergen, i banchi che cuociono il pesce (ci sono i tavolini per sedersi a consumare, avvolti dalle reti per impedire che i gabbiani scendano in picchiata a rubare il cibo dal piatto).

E’ quasi mezzogiorno, decidiamo di andare qualche ora a Suomenlinna. Il traghetto si prende davanti al mercato; facciamo il biglietto giornaliero (5 €) perché costa meno di due corse singole. In 15 minuti siamo arrivati. Davanti al molo c’è un info point turistico e preleviamo una utilissima brochure (..anche in italiano) sulla storia dell’isola, le sue attrazioni e soprattutto con una bella mappa. C’è anche un bel sito web, ricco di info http://www.suomenlinna.fi/en/ che riporta anche gli orari (l’isola non è sempre aperta al pubblico).

Gironzoliamo un paio d’ore, visitando le varie fortificazioni e i giganteschi bacini navali (i più antichi al mondo ancora in funzione) dove oggi restaurano le navi d’epoca. Diamo uno sguardo anche al sottomarino, che volendo si visita (a pagamento) e poi ci sdraiamo una mezz’oretta su un bel prato a goderci l’ombra e il fresco. Perdiamo per un soffio il traghetto e ci tocca aspettare 20 min il successivo. Ritornati al mercato, ci mangiamo una squisita porzione di salmone (…vero, R?) con contorno, poi due souvenir ed è ora di andare in ostello a riprendere il bagaglio e a farci portare al porto. Sulla strada, al nostro solito supermarket compriamo i panini per la cena di stasera.

Dato che dobbiamo andare al West Port, il più distante, chiediamo alla ragazza dell’ostello se ci chiama un taxi-van; ce lo chiama, alla modica cifra di 2 (DUE) euro. A saperlo, ci costava meno usare la nostra tariffa in roaming! Altri 14 euro di taxi e siamo nell’immensa area check-in del porto. Cerchiamo i banchi della St.Peter Line: presentando la prenotazione, i passaporti e la prenotazione dell’ostello a STP ci danno i biglietti magnetici, per salire a bordo e aprire le cabine, la richiesta di ingresso da compilare coi nostri dati, la Arrival Card da consegnare alla dogana a STP e la Departure Card che attesta che siamo in Russia senza visto per 72 h, che ci verrà ritirata all’uscita dal Paese. Departure Card da difendere a costo della vita, ovviamente. Altri tornelli magnetici, altro super-finger che ci accompagna verso la nave; c’è persino un fotografo che vuole farci la foto sotto un arco cartonato con la scritta Welcome. No, grazie… davvero trash! Vicino all’ingresso della nave si forma coda, perché c’è un altro controllo delle carte magnetiche. La temperatura dentro il finger di metallo senza finestre sfiora i 40 gradi. Per fortuna dopo 10 min di sofferenza si va. Non immaginiamo ancora cosa succederà domattina.

Troviamo subito le nostre cabine, ovviamente abbiamo preso le più basic che c’erano, cabine da 4 con bagno interno ma senza oblò. Per il ritorno, essendo già esaurite, abbiamo prenotato allo stesso prezzo quelle della stessa categoria ma PET, ovvero quelle in cui è ammesso portare un cane o un gatto. Sono identiche, c’è solo il linoleum in terra anziché la moquette. Tutto è molto pulito e funzionale, c’è la A/C regolabile, i letti sono già fatti con lenzuola e piumino e ci sono 2 asciugamani a testa. Per fortuna i trolley sotto i letti ci stanno: possiamo aprirne solo uno alla volta, visto lo spazio ridotto.

Dopo una bella doccia, occupiamo il tempo prima della partenza a visitare la nave e a cercare un posto dove poter mangiare la nostra cenetta e poi magari fare una partita a carte.. ma in tutta la nave i posti a sedere sono solo nei ristoranti e nei bar! Che strategia eh? Alla fine adocchiamo due tavolinetti in una nicchia, e portiamo lì delle sedie rubate al bar. Passeremo la serata cercando di far stare tutte le carte del machiavelli sui due tavolinetti, sotto lo sguardo divertito di chi passa. L’età media è altina; essendo domenica la nave è affollata, molti russi che tornano a casa dalle vacanze in Finlandia, e un mega-gruppo di turisti cinesi. Ovviamente appena siamo in acque internazionali si apre il duty free, dove i russi fanno incetta di alcolici (…scena già vista). Scopriamo che al duty free anche le bibite e l’acqua sono molto meno care dei bar, e faremo lì nostri acquisti. L, unico fumatore del gruppo, approfitta poi anche delle sigarette al 60% di sconto. Tramonto rosato verso le 22.30, e poi crolliamo esausti nei nostri lettucci.

Lunedi 28/7 –SAN PIETROBURGO

Quando ci svegliamo, mancano ancora 2 ore ma siamo già dentro un’immensa area portuale. Il Mar Baltico è talmente basso in questa zona che han dovuto scavare un canale per poter permettere il transito delle petroliere e delle navi di grandi dimensioni. Percorreremo il canale a bassa velocità in circa 1 ora e mezza. Tutto il tragitto è comunque coperto a velocità più che moderata: da Helsinki a San Pietroburgo ci sono meno di 400 km, l’unico motivo per metterci 12 h, se non si è una tartaruga, è di costringere all’acquisto della cabina notturna! Una rapida colazione nel nostro angolino con due biscotti, e siamo ordinatamente in coda nella sala centrale. Manca mezz’ora allo sbarco. Ad un certo punto compare un ufficiale nei pressi della porta, e si scatena il finimondo: tutti i russi presenti, all’unisono, si fiondano davanti alla porta chiusa, con buona pace della coda che avevano fatto fino ad allora. Noi cerchiamo di mantenere non dico la posizione nella folla, ma perlomeno la postura eretta sotto i colpi di gomito di insospettabili vecchiette. Nel frattempo passa quasi mezzora, la nave è ferma da un pezzo, le porte sono sempre chiuse e hanno anche spento l’aria condizionata. La temperatura sale. La folla rumoreggia. Ad ogni comparsa di una divisa la gente spinge e si ammassa sempre più, ma la porta è sempre chiusa. Ad un certo punto una ragazza sviene. Un’altra vomita sui piedi delle sue vicine, con relativo coro di contumelie (in russo, ma si capiva benissimo). Finalmente la porta si apre, e dopo un congruo tempo d’attesa riusciamo a uscire anche noi…per scoprire che per scendere non c’è un finger. No, c’è una scaletta, ed è l’UNICA SCALETTA per svuotare tutta la nave della gente che la affolla. Benvenuti in Russia: Se È Possibile Creare Una Coda, Creala. Bella lunga. E possibilmente inutile.

Dando gli ultimi colpi di gomito, scendiamo anche noi l’agognata scaletta: finalmente! Rinunciamo a baciare il suolo per non essere calpestati dalla folla, ma ci vorrebbe proprio. Ci incamminiamo verso il controllo passaporti, è un immenso stanzone con una decina di sportelli. La coda non avanza granchè. In continuazione altra gente cerca di infilarsi davanti (bisogna dirlo: sono tutti russi… i turisti fanno la fila). Ad un certo punto un inglese sbotta e urla (…un inglese che urla, capite??) di rispettare la coda. Il russo ovviamente lo ignora, lui parla solo russo. Assumiamo una formazione a testuggine e irremovibili respingiamo tutti i tentativi di infiltrazione esterna. Dopo un’ora abbondante, in piedi ad una temperatura di circa 35 gradi (ovviamente niente A/C nella sala) finalmente tocca a noi. Timbri, controtimbri e siamo di là, in Russia! Sono le 10.45, la nave è arrivata in porto alle 8.30. Puff!

Usciti dal porto ci sono i minibus della compagnia che portano in centro. Chiediamo all’autista, ha tratti orientali (sarà kazako? azero? Noteremo che qui i lavori di livello medio-basso sono spesso svolti dalle minoranze etniche.. davvero, tutto il mondo è paese) e i piedi calzati in un paio di ciabatte di plastica da cui escono due calzini che erano bianchi ai tempi di Breznev, se è il minibus giusto. Lui ci guarda con occhio spento. Parla solo russo, ovviamente. Sarà la costante di questi 3 giorni. Saliamo, e che il cielo ce la mandi buona. Con noi una famigliola di francesi. Il pulmino li scarica davanti ad uno degli hotel convenzionati con la compagnia, noi scendiamo alla cattedrale di S. Isacco, l’ultima fermata più vicina al centro. Sulla Neva ci sono decine di navi da guerra e sottomarini, fa una certa impressione.. poi scopriremo che il giorno prima c’era la Festa della Marina, con parate militari e fuochi d’artificio. Meno male, sembrava che Putin stesse preparando davvero l’invasione dell’Ucraina.

Armati di cartina, ci incamminiamo verso la Prospettiva Nevskij, sono 10 min di strada. Fa un caldo micidiale. Arriviamo senza problemi sul lungofiume Moijka, dove al n.40 dovrebbe esserci il ns ostello Riverside. Avendo letto che le indicazioni per raggiungerlo sono scarse e poco chiare, ieri abbiamo addirittura preso appunti, tipo Caccia Al Tesoro, sul magico quadernetto di R. Entriamo: tutte le case sono immensi palazzoni sui quattro lati di un grande cortile, si entra dal cancello stradale e poi dal cortile ci sono gli accessi alle diverse ali del caseggiato. Se non si sa dove andare in effetti diventa difficile, soprattutto perché: a) nessuno parla inglese, nemmeno i giovani in età scolastica; b) le scritte sono tutte in cirillico. Pur seguendo pedissequamente gli appunti, non veniamo a capo di nulla, dell’ostello non c’è traccia. Alla fine V riesce a interagire (non si sa come) con una signora affacciata ad una finestra: siamo al n.42, non al 40! Usciamo e finalmente imbocchiamo il cancello giusto, dove gli appunti funzionano. L‘ostello è al di là del cortile; tralasciando il primo impatto con l’atrio delle scale, che non ha visto una mano di vernice sin dai tempi della Rivoluzione del 1917, l’ostello è basic ma ben tenuto e ristrutturato di recente, con un gestore gentilissimo e prodigo di consigli, che ci lascia anche il suo numero di cellulare per qualsiasi evenienza a qualsiasi ora. Bene! Lasciamo i bagagli nelle nostre solite 2 camere da 4, il gestore registra i documenti dei due intestati della prenotazione (degli altri no), paghiamo (con CC) e usciamo alla scoperta della città.

A, forte dei ricordi del suo precedente viaggio a STP, si auto-elegge volontario per farci da guida turistica, e noi volentieri lo seguiamo lungo un ampio giro nel centro storico. Visitiamo la spettacolare chiesa del Sangue Versato (meravigliosa sia di fuori che di dentro), poi i giardini Mikajlovskij, passiamo davanti al Museo Russo (ma non l’abbiamo visitato, è grande quasi quanto l’Hermitage), torniamo sulla prospettiva e passando davanti al Gostini Dvor andiamo a zonzo lungo i due canali Mojka e Gribojedova.. a questo punto il caldo umido ci sta uccidendo (…32 gradi!) e torniamo in ostello per riprenderci un pò. Verso le 19 usciamo di nuovo: raggiungiamo la gigantesca piazza dell’Hermitage, di cui facciamo il periplo vedendo anche il lungo fiume della Neva … arriviamo fino oltre l’Ammiragliato, poi decidiamo di mangiare qualcosa e A ci porta in un ristorante che sembra ispirevole. Ci fanno sedere al primo piano, in una saletta dove regna un opprimente silenzio rotto solo dai bisbigli dei pochi commensali agli altri tavoli (tutti stranieri, dall’età media decisamente altina..e noi non siamo proprio dei fanciullini).. poi addirittura arrivano due ragazze armate di violino e chitarra, che ci intrattengono con pezzi di musica classica.. ma dove siamo capitati?! Però mangiamo bene, e non spendiamo nemmeno tanto.. non fosse per il sottile senso di disagio per questo ambiente decisamente estraneo al Gruppo Vacanze Piemonte! Rientriamo in ostello percorrendo un altro pezzo di Prospettiva, affollata a qualsiasi ora.. ci sono persino delle ragazze a cavallo che si fanno una passeggiata, in mezzo al traffico, fermandosi a salutare gli amici.. ma un giro in un parco non era meglio?

Martedi 29/7 – SAN PIETROBURGO

Oggi è il Grande Giorno, quello che tutti gli amanti dell’arte aspettano almeno una volta nella vita: l’Hermitage!. Facciamo una Colazione dei Campioni per reggere senza pranzo, già sappiamo che sarà una giornata dura! Noi abbiamo fatto il biglietto online, prima di partire, ma ve lo sconsigliamo assolutamente: dovrete fare comunque la coda per cambiare il voucher con un biglietto (…basterebbe mettere il codice a barre direttamente sul voucher.. ma questo ed altri -tanti- semplici accorgimenti turistici sono ancora di là da venire..); invece nel cortile ci sono le biglietterie automatiche, che non usa nessuno, perchè i turisti hanno tutti il voucher preacquistato e i russi fanno la coda – mostruosa – alla biglietteria, perchè solo lì possono avere il biglietto scontato per i residenti. Quindi risparmiate tempo e denaro e andate direttamente alle biglietterie automatiche, sono facilissime da usare e prendono tutte le CC.

Entrati alle 11, siamo usciti verso le 16.30, stravolti (nell’ordine) dal caldo (assolutamente nessuna A/C… va bene che questo caldo è eccezionale, ma anche solo il calore prodotto dai visitatori sarebbe eccessivo), una ressa pazzesca, la continua lotta con orde di turisti cinesi armati di ipad per avvicinarsi alle opere, che tra l’altro sono esposte in modo pessimo, spesso con riflessi di luce sui vetri oppure appese talmente in alto che ci vorrebbe una cordata per andare a vederli… e poi la mancanza totale di indicazioni e di collegamenti diretti tra le diverse sezioni dell’immenso palazzo…tipo che per andare dalla stanza 112 alla 113 bisogna scendere nel seminterrato, dove si cambia scala, e poi risalire al secondo piano, dove si cambia scala, e scendere di un piano! E ovviamente …un’overdose di Cultura! Ma il palazzo è davvero meraviglioso, e custodisce una serie infinita di meraviglie.. solo la stanchezza ci fa dichiarare forfait, non vorremmo più uscire.

Mercoledi 30/7 – SAN PIETROBURGO

Oggi è l’ultimo giorno a STP, alle 19 la nostra nave Princess Maria riparte per Helsinki. Per ottimizzare un po’ gli spostamenti, viste le distanze notevoli anche all’interno dello stesso centro storico, decidiamo di prendere il classico bus rosso a due piani (occhio: il biglietto non è valido 24 h, ma solo per il giorno di emissione; ticket a bordo, se non avete più rubli prendono anche gli euro, ma non le CC) e ci facciamo scarrozzare fino alla Fortezza di Pietro e Paolo, dove scendiamo a visitarla. Da lì lungo la Neva andiamo a piedi fino alla Kunstcamera, dove riprendiamo il bus e completiamo il giro (dura 2 ore, se non si scende mai). L’abbiamo trovato utile per spostarci, poco costoso (circa 13 euro) e istruttivo, perché ricchissimo di dettagli sulla storia della città, la vita di corte (pensate che d’inverno sulla Neva ghiacciata costruivano un’enorme copia in ghiaccio dell’Hermitage, per dare un pranzo un giorno, e poi la lasciavano sciogliere) e soprattutto su Caterina (alla sua morte aveva 16.000 abiti – ebbene si, sedicimila! la maggior parte mai indossati).

Alle 14 passiamo in ostello a recuperare i bagagli, che abbiamo lasciato in comodi lockers che aprono anche la porta d’ingresso. Passiamo a prendere dei panini da mangiare in nave, e per le 16 siamo alla chiesa di S. Isacco, per riprendere il minibus per il porto. Dopo alcuni minuti ne fermano diversi, appena si riempiono partono. In quindici minuti siamo alla stazione marittima, dove facciamo il check-in e acquistiamo gli ultimi souvenir (il prezzo è persino conveniente). Il controllo passaporti per fortuna è veloce, noi memori della bolgia dantesca dell’arrivo abbiamo preferito arrivare con largo anticipo ma non è necessario, la gente arriva alla spicciolata e poi oggi la nave è molto meno affollata dell’andata. Ci godiamo le sdraio sul ponte della nave, finchè non si parte, alle 19 spaccate. Attraversiamo il gigantesco porto di STP, affollato di porta-container che caricano e scaricano qualsiasi cosa, lungo il canale che abbiamo visto all’andata…uno spettacolo affascinante, nel suo genere. Dopo un paio d’ore passiamo una specie di diga mobile, e siamo in mare aperto. A ovest si vede la costa della Finlandia, a est si vede la Russia.. o forse è già l’Estonia… qua è tutto vicinissimo. Tramonto rosso verso le 22.00, è ora di rientrare per .. una partita di machiavelli, sui soliti tavolini!

Giovedì 31/7 – DA HELSINKI A HEINOLA

Sbarchiamo in perfetto orario ad Helsinki, con la consueta efficienza scandinava c’è il finger con la scala mobile, e per i cittadini UE c’è il controllo elettronico fai-da-te dei passaporti: si appoggia il documento sul lettore, che dà il via libera e scatta una foto. Tempo impiegato (attesa in coda compresa): 3 minuti. Mannaggia ai russi!

Attendiamo una mezz’ora abbondante il noleggiatore che deve portarci il van. E’ decisamente in ritardo, lo chiamiamo al telefono ma cade in continuazione la linea.. poi per fortuna arriva. Poco scandinavo, questo ritardissimo! E che dire dei rumori sinistri che si odono ad ogni frenata? Praticamente le ruote posteriori non hanno più cuscinetti, e i freni limano i dischi. Con quel che l’abbiamo pagato! …speriamo bene. Prima di uscire da Helsinki abbiamo due missioni: visitare la chiesa nella roccia, che l’altro giorno abbiamo tralasciato perché troppo fuori dal centro, e ritirare i bagagli che abbiamo lasciato nei lockers dell’altro porto, quello vicino al centro. Col navigatore che ci siamo portati da casa, troviamo rapidissimamente la chiesa: è un’opera di Alvar Aalto, semiscavata nella roccia e coperta con un pannello costituito di un unico filo di rame lungo 28 km. Davvero particolare, merita una visita. Attraversando il centro, arriviamo facilmente al porto e recuperiamo i nostri trolley. Siamo pronti per gli ultimi giorni nella Natura Profonda!

Con pochi km lungo una bella autostrada (sempre gratuite, quelle che abbiamo usato noi), siamo a Porvoo, ameno villaggetto tipico dove ci fermiamo per un giro: tante casette rosse di pescatori lungo il fiume, un piccolo centro storico di belle case in legno, una chiesetta bianca sulla collina, un sacco di negozietti carini e… tanti, tanti turisti! Si può venire sin qui da Helsinki col battello, è la classica gita fuori porta, e in effetti merita un’oretta di passeggiata. Ne approfittiamo per acquistare alcuni (ottimi) panini confezionati in un supermarket, e facciamo anche la spesa per cena.

Da Porvoo lungo una bellissima stradina di campagna, tra campi di grano e colline boscose, il navigatore ci riporta in autostrada; usciamo dopo Lahti, vorremo visitare l’unico sito antico della zona, ovvero la chiesa medievale di Hollola. Sappiamo che non è a Hollola paese, ma un po’ fuori, lungo il lago. Sul navigatore non c’è; percorriamo qualche km nelle due direzioni, attraverso un’area piena di impianti di risalita (Lahti è la capitale degli sport invernali), poi rinunciamo. Chissà dov’è.

Il nostro campeggio è a Heinola, su una penisoletta in mezzo al lago. L’abbiamo prenotato su booking; in generale ci sono pochi campeggi (d’altronde, la Finlandia ha una densità abitativa minima) e molti di essi hanno un sito web solo in finlandese; si vede che il turismo è soprattutto locale. Ci assegnano due bungalow molto belli da 4 letti, con wc e angolo cottura, e un’ottima veranda che sfrutteremo moltissimo; tempo di disfare i bagagli e sorteggiare i letti, e si rannuvola.. mannaggia, noi volevamo fare il bagno! Ma le nuvole passano e vanno.. e noi siamo subito in spiaggia! Beh, spiaggia non è la parola giusta…c’è un bel prato verde che digrada fino alla riva. L’acqua è tiepidina (d’altronde, dopo la temperatura del Mar Baltico, anche al Polo Nord avremmo caldo) e marroncina, ma non perché sia torbida o sporca: qui i fiumi attraversano terre così ricche di torba, da colorarsi naturalmente, come farebbe il the nella tazza. Tra spruzzi e risate, facciamo più casino noi di tutti i (veri) bambini finlandesi che ci sono in acqua! Per una mezz’oretta siamo la fonte di divertimento di tutti i presenti.

Per cena ci allestiamo una splendida spaghettata, più insalata mista, un affettato affumicato non meglio definito e ovviamente ..birra! Se continuiamo così, ne avremo la nausea. Dopo cena fa decisamente freddo, ma non possiamo rinunciare ad andare in riva al lago a vedere il tramonto.. uno spettacolo bellissimo, guastato da due dettagli: proprio in direzione del tramonto c’è… il ponte dell’autostrada (nel Paese della Vera Natura dà un filino fastidio aver beccato proprio l’Unico Lago Attraversato Da Un’Autostrada, vero?) e poi dopo pochi minuti …si mette a piovere! Però osservare la pioggia che cade sul lago, al riparo di una comoda tettoietta di legno, è molto zen e anche molto Into the wild.

Venerdi 1/8 – HEINOLA

Oggi e domani: missione relax! E così ci svegliamo con estrema calma, facciamo una sontuosa colazione in veranda e poi ci spalmiamo in spiaggia per tre o quattro ore di chiacchere, bagni, foto e risate. Verso le 13.30 rientriamo per cucinarci l’ultimo risotto (…ebbene si, ne abbiamo ancora!) e poi decidiamo di andare a esplorare il lago più a nord, oltre il Maledetto Ponte. Lungo una bellissima strada sali e scendi, immersa in splendidi boschi di pini, cantando a squarciagola improbabili canzoni degli anni ’80 come ragazzini in gita, costeggiamo il lago fino all’estremità nord, dove ci fermiamo a fare quattro passi. Nel bosco ci sono mirtilli dappertutto, ma purtroppo sono già stati raccolti quasi tutti, noi spigoliamo ancora qualcosetta qui e là. Arriviamo fino alla riva, da cui si gode un panorama spettacolare sui laghi, immersi nel silenzio più totale, sotto un cielo azzurro ricamato di nuvolette bianche.. questa si che è la Finlandia che avevamo in mente! Tornando verso l’auto, troviamo anche dei cespugli di ribes, e ci procacciamo la merenda. Funghi niente. Pazienza, perché sennò magari per cena..

Rientrando verso Heinola lungo strade immerse nei boschi e tra campi di grano, ci fermiamo qua e là a fare delle foto, soprattutto quando c’è una Fotogenica Fattoria Tipica In Legno Rosso. Meno male che abbiamo il navigatore, qua è difficilissimo capire in che direzione si sta andando, e d’altronde le strade seguono il periplo dei laghi, su cui quasi mai ci sono ponti che li attraversano. L’unico (Maledetto) Ponte l’abbiamo trovato noi, insomma.

Sabato 2/8 – DA HEINOLA A TAMPERE

Oggi dobbiamo ahimè lasciare il nostro beneamato lago, questi due giorni sono stati davvero rigeneranti! Verso metà pomeriggio dobbiamo essere a Tampere, ma abbiamo tutto il tempo per qualche giretto turistico, lungo la strada. Innanzitutto, vogliamo riprovare a cercare la chiesa di Hollola, non ci va giù che non siamo riusciti a trovarla! E poi sulla LP c’è scritto di seguire le indicazioni per Hollola kk (cioè kirkko, chiesa), e così facciamo. Un bel po’ di km dopo la fine del lago, in riva al successivo, eccola finalmente! In alto su una collinetta, circondata da un ameno (lo è davvero) cimitero, c’è una chiesa molto antica, dalla foggia simile a quella delle chiese danesi (Danimarca e un po’ di Svezia: fly and drive and hostels). Entriamo a visitarla: la pastora (una giovane signora) in perfetto inglese ci dà il benvenuto e ci illustra brevemente la storia del sito, facendoci anche salire a vedere l’organo. Siamo fortunati, oggi il sito è eccezionalmente aperto di sabato perché c’è un matrimonio. Finita la visita, facciamo un breve tuffo nel lago lì vicino, c’è una bella spiaggetta attrezzata con i galleggianti a delimitare l’area di acqua bassa per i bambini. Ci diamo una rinfrescata, ma il nostro lago a Heinola era molto più bello. Lasciamo Hollola mentre sta arrivando l’auto della sposa.. le mises degli invitati sono buffamente retrò, e un po’ tutta la Finlandia ci ha dato spesso l’idea di non essere ancora uscita dagli anni ’60.

Attraverso stradine di campagna davvero scenografiche e molto gradevoli da percorrere, arriviamo ad Hameenlinna, dove ci attende un castello in riva al lago che dovrebbe essere particolarmente fotogenico. Giriamo il centro in lungo e in largo (nel senso che ci sono un paio di vie in una direzione, e un altro paio nell’altra.. qua i centri abitati sono piccolissimi, per i nostri standard) ma del castello non c’è traccia. Alla fine lo vediamo, è un po’ oltre l’abitato. Lasciamo il van accanto ad un bel parco dove è in corso una gara di marcia, ed entriamo. All’interno è visitabile solo con un biglietto per il Museo del NonSoCosa, e lasciamo stare.. facciamo due passi nel parco, che è molto bello, per vederlo nella sua parte affacciata sul lago, ed è in effetti grazioso, ma nulla più. E poi fa davvero un caldo micidiale, anche oggi. I marciatori dovranno ricoverarli in terapia intensiva.

Uscendo da Hameenlinna, ci fermiamo in un supermarket per acquistare qualche prodotto tipico da portare a casa; abbiamo qualche difficoltà a parcheggiare, perché c’è solo un Park Interrato Per Auto Molto Basse, e noi a momenti ci lasciamo il tetto. Acquistiamo qualche panino (sono già le 15.30, ma quando si ha fame..) e qualche souvenir gastronomico, e ripartiamo verso Tampere. Questa sì che è una città grande! Il navigatore ci porta subito al nostro Dream hostel, siamo curiosi di vederlo, ha vinto il premio come miglior ostello di Finlandia! E’ in un quartiere moderno, tutto di uffici, ad un km o due dal centro vero e proprio (se non avete un mezzo di trasporto, non ve lo consigliamo). Tutto nuovissimo, ben arredato, bello davvero… ma c’è un problema: non hanno le due camere che abbiamo prenotato! C’è stato un qualche problema con le prenotazioni, nel weekend c’è un festival hip-hip che ha richiamato moltissimo pubblico, e sono al completo. Per farsi perdonare il pasticcio, ci fanno un super-super-sconto (50 euro in tutto) ospitando 5 di noi in una camera da 4, e gli altri due in una doppia nell’albergo *** dietro l’angolo. Ebbene, per 7 euro a testa li perdoniamo!

Dopo una doccia, prendiamo il van e andiamo in centro. In piazza c’è un sacco di movimento: ci sono le giostre, dei bar all’aperto, un ristorante volante che vi fa cenare appesi ad una gru a diverse decine di metri da terra (omioddio), una improbabile fiera dei vini, e soprattutto fiumi di gente ovunque.. sembra che tutta la Finlandia sia qui! Gironzoliamo nel centro, non ci sono attrattive particolari ma ci sembra un posto piacevole e carino, attorno alle due chiuse sul fiume dove si era sviluppata l’attività industriale di Tampere, filature tessili soprattutto. I siti industriali sono stati recuperati con locali, ristoranti e alcune aree destinate all’università. Le zone a verde urbano sono affollate di locali che prendono il sole.. e bevono birra, ovvio!

Verso le 21 ceniamo in un pub ristorante, carino ma soffocante, con una squisita zuppa di renna, un’enorme padellata di carne mista e l’ultima (ULTIMA!) birra.. ottime per carità, ma per un mesetto non ne vogliamo più sapere! Da bravi vecchietti, passeggiata digestiva lungo un bellissimo viale alberato, e poi rientriamo, dobbiamo ancora assemblare i bagagli per rispettare tutti i limiti di misura, peso, colore, sapore e odore imposti da Mamma Ryan.

Domenica 3/8 – COMING BACK

Ci diamo appuntamento nella splendida cucina dell’ostello per la classica Colazione Per Finire Tutti Gli Avanzi.. ce la facciamo alla grande, e lasciamo in eredità solo 38 gr di polvere di caffè e 22 gr di sale fino.. perfetto! Tra sinistri scricchiolii (ormai anche i dischi stanno tirando gli ultimi), in circa 20 min siamo in aeroporto: per darvi un’idea, Cuneo Levaldigi è più grande. L’ufficio della Hertz è chiuso, lasciamo la chiave ma siamo un po’ dispiaciuti di non aver potuto dire di persona cosa ne pensavamo del rapporto qualità-prezzo del nostro van.

Alle 13.30 siamo su Bergamo, ad osservare con orrore quante costruzioni di ogni tipo affollino la Pianura Padana.. dopo le foreste finlandesi, il cambio di panorama è decisamente traumatico.

V riesce a prendere al volo il bus per Milano Centrale, non riusciamo quasi a salutarci.. sarà la scusa per rivederci al più presto! Al parcheggio lasciamo anche K e Salmon R, che tornano ad Alessandria, e noi per le 16.00 siamo a Torino.. portiamo MCC sin davanti a casa, non può farcela coi suoi innumerevoli bagagli (di cui una parte in un borsone della spesa…ma perché non l’abbiamo fotografata?!)

5 COSE DA NON PERDERE

In conclusione, se siete da queste parti non perdetevi:

Riga – la sua storia è molto presente, senza però renderla un turistificio così finto da non poterci più credere, è una città vivace, a tutte le ore del giorno e della notte, piena di giovani… e che dire dei meravigliosi palazzi Liberty?

I laghi della Finlandia – passate qualche giorno in riva ad un lago finlandese, e le priorità nelle vostre vite potrebbero risultare fortemente riviste. O perlomeno: sarebbe ora di rivederle, no?

La chiesa del Sangue Versato a San Pietroburgo – una sola parola: imperdibile.

I belvedere di Tallinn – dai belvedere di Toompea con un solo sguardo coglierete il passato (con le mura della città vecchia), il presente (con i turisti che affollano i vicoli) e il futuro (con i grattacieli del nuovo quartiere finanziario) delle repubbliche baltiche.

Un bagno nel Mar Baltico – un’esperienza da raccontare agli amici, che vi servirà anche per potervi sentire lo stesso molto, molto fortunati quando sarete costretti a fare il bagno nell’Adriatico.

…al prossimo viaggio!

M, L, A, V, K, Salmon R e …la mitica MCC!



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