Riga, dove trionfano le bionde
Eppure in questo viaggio sentivo la necessità di essere più “leggero” e di mettere un po’ da parte cultura e quant’altro per godermi senza tante problematiche Riga.
Sono tornato, infatti, in Lettonia per una seconda volta perché l’anno precedente avevo conosciuto una bellissima ragazza lettone che sembrava una valchiria uscita dalle saghe nordiche, e che mi aveva invitato nel suo paese.
Anche il lungo rapporto interinale che ho avuto per diversi mesi con la simpatica e paziente Sig.ra Marika Gederte, presidente dell’associazione delle bionde lettoni, dal nome “GoBlonde”, mi ha dato la spinta per tornare in Lettonia. Ho partecipato attivamente, ad una festa che se all’apparenza poteva sembrare trash, invece ha dei forti risvolti filantropici.
Nel 2009 dopo anni di crescita a ritmi “cinesi”, una delle tre “tigri baltiche”, come venivano chiamate in gergo economico le tre “sorelle anseatiche”, attraversava la più grande crisi dopo la fine del Comunismo.
Per far tornare dunque il sorriso sulle labbra degli abitanti la Sig.ra instituì questa festa per poi devolvere il ricavato alla realizzazione di parchi speciali per bambini con ridotte capacità motorie.
Mi piacerebbe sarebbe se quest’idea potrebbe essere importata anche nel nostro paese, per poterci dimenticare per qualche ora il peso degli innumerevoli problemi economici, che anche la nostra bell’Italia sta attraversando?. Potremmo chiederlo al nuovo governo. Chissa?
Ma Riga non è solo un paese abitato da belle ragazze bionde, perché in essa si respira un’aura culturale di grande stile. Come prima sensazione, sceso dall’aeroporto, e girando in tondo con il bus, la capitale lettone, da un punto di vista urbanistico mi ricordava il “Ring” di Vienna.
Anche il suo fiume Daugava, a mio avviso ne è un gran protagonista, perché è un enorme barriera liquida che taglia fisicamente e cronologicamente la città, infatti se da una parte abbiamo il centro direzionale con diverse costruzioni contemporanee, dalla parte opposta della riva abbiamo il centro storico, entrato a far parte nel 1997, nella lista dell’Unesco nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità, e che è il cuore pulsante della capitale baltica.
Prima di arrivare ad esso, diverse aree verdi, dedite al relax sono presenti un po’ ovunque, ma triste è la loro incuria. Le acciottolate vie, spesso sconnesse e prive di cura non rendono giustizia ad un centro storico (Riga è la Capitale Europea della Cultura 2014) che davvero vale la pena visitare. Superata la piazza principale, in cui confluiscono molte arterie pedonali della città, e dove fu eretta una colonna commemorativa alla Libertà, il centro storico si presenta in tutta la sua bellezza.
Quest’ultimo ha un tessuto urbano medioevale originario in cui sono ubicati innumerevoli edifici di stile Art Noveau, che corrono parallelamente alle lastricate vie.
Difficile non perdere l’orientamento, e nemmeno le forti tinte delle costruzioni aiutano, ma grazie alle cupole delle chiese, che possono essere presi come punti di riferimento, si riesce ad andare nei luoghi d’interesse desiderati. Spiccano come altezza e bellezza le cupole della chiesa di Santo Stefano e quella del Duomo. La prima di stile gotico, ma poi terminata a più riprese con un meraviglioso quanto complicato coronamento barocco, ha una cupola così alta che è possibile ammirarla da buona parte della città.
Interessante è anche il Palazzo delle “Teste Nera”, realizzata nella Piazza del Municipio, costruito originariamente, con un impianto medievale e sede della Confraternita da cui prende il nome, (Le Teste Nere erano dei mercanti chiamati in tal modo per i loro copricapi scuri e presenti anche nella città di Tallinn) e che è un bizzarro miscuglio di stile gotico e barocco e dove le eleganti lesene di colore bianco, oltre alle raffinate rifiniture, creano un’eleganza senza pari ritmando con un sapiente gioco di nicchie la facciata.
Di Riga vi innamorerete subito come è accaduto a me, per quella sua magica atmosfera da bohemien di fine ottocento, per i suoi monumenti che mischiano con una particolare originalità diversi stili architettonici, e per quel meraviglioso miracolo biondo incontrato, dal nome…Scusate ma questi sono affari miei.