Caserta, Pompei, Napoli e i suoi miti
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1° giorno
Dopo le previste 6 ore di automobile si arriva in tarda mattinata all’Hotel Tiempo di Napoli. Situato in una zona tendente al degrado che subito ci mette di fronte ad uno dei tanti miti trasmessici dai media: la non impeccabile pulizia. Siamo nei pressi di Via Gianturco in “Zona Industriale” e la pulizia non è impeccabile. Si notano i resti di un passato industriale più glorioso. L’albergo è molto confortevole, tutto è nuovo e pulito ed è a nostra disposizione un parcheggio custodito gratuito. Prendiamo subito la metro, non sentendomela di affrontare un altro dei miti partenopei quale il traffico caotico. Si scende nella centrale Piazza Cavour e si imbocca Via Duomo dove è ammirabile la neo gotica facciata della Cattedrale di San Gennaro. Pausa emotiva anche per un non cattolico come me: questo è il luogo dove regolarmente si manifesta il calore e la fratellanza della gente di questa città che si unisce con grande fascino durante la cerimonia dello scioglimento del sangue del Santo.
Fa molto caldo, si svolta in Via dei Tribunali e si va alla ricerca di una delle entrate per la visita alla Napoli sotterranea: Piazza San Gaetaneo 68. Qui si organizzano, a cadenza oraria, visite guidate. Si scende nel fresco sottosuolo dove si diventa testimoni delle origini greche, del passato romano (ammirabili le strutture dell’acquedotto), della vicina seconda guerra mondiale e dei suoi bombardamenti (comprensibilmente tali sotterranei son serviti da rifugio per molti napoletani). Tra un racconto sulle vicissitudini dei “munacielli” (coloro che si occupavano della manutenzione dei pozzi di areazione che comunicavano col suolo sovrastante, vestiti appunto come dei monaci per ripararsi da polvere e umidità) e un’avventura al solo lume di candela attraverso suggestivi corridoi della struttura dell’acquedotto si trascorrono 2 piacevoli ore.
La visita prosegue alla luce del sole sulle tracce dell’antico teatro romano recentemente scoperte all’interno di abitazioni private ed ex fondi artigianali. Granita al limone (limone vero) sempre in Piazza San Gaetano: siamo nell’agorà greca della primitiva città. Si fan pochi passi a sud e si svolta in Via San Biagio dei Librai. Siamo nel decumeno inferiore dell’antica città romana, rigorosamente strutturata nel consueto schema urbanistico ortogonale, ma siamo anche nella celebre “Spaccanapoli”. Spaccanapoli perchè nella sua linearità divide perfettamente la parte nord del centro dalla parte sud. Proprio percorrendo la strada si è piacevoli testimoni di un altro dei miti napoletani: l’animosità e l’allegria di questa popolazione che ne evidenziano il brio e l’arguzia intelligente. Passo passo si raggiunge la Via Toledo dei negozi con alla sua destra i malfamati (?) Quartieri Spagnoli e quindi la maestosa Piazza Plebiscito. Mamma mia che panorama! Alla nostra destra il colonnato con al centro la Basilica di San Francesco di Paola e a sinistra la monumentale facciata del Palazzo Reale. Nei pressi della Basilica Carlo III di Borbone e il figlio Ferdinando I nientepopodimeno che del Canova! Poco lontano un’altra suggestione: il Maschio Angioino, reggia voluta da Carlo I d’Angiò dopo aver sconfitto gli Svevi nel 1266 e spostata la capitale da Palermo a Napoli. Siamo quindi qui testimoni di quello che è stata Napoli nella storia: una grande capitale per secoli, più o meno dal XIII al XIX. Regno di Napoli, Regno delle Due Sicilie, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Asburgo, Borbone… Da Via Toledo funicolare per Castel Sant’Elmo dove si gode di un panorama da cartolina sulla città, il Vesuvio ed il mare. Giunta l’ora di cena non rimane che mettersi alla ricerca di una pizzeria in quanto rimane da affrontare un altro dei miti della città. Ma è agosto e per giunta lunedì…quasi tutto chiuso. Chiedendo si trova “Pizza e babà”, discreta qualità a prezzi modici. Nei giorni successivi mangeremo pizza anche da “O’ Munaciello” con tavolini in Piazza del Gesù Nuovo e all’ “Antica Pizzeria dell’Angelo” in Piazzetta Nilo. In quest’ultima la migliore pizza, a nostro avviso. Tra l’altro prezzi veramente modesti: quattro pizze, una bottiglia d’acqua, una coca, 2 birre grandi e due dolci per 41 euro.
2° giorno
Si va a Pompei naturalmente per visitare gli scavi. Dalla fermata Gianturco della mitica circumvesuviana con uno dei non frequentissimi treni al caldo (no aria condizionata, quasi tutti i finestrini bloccati) sino a Pompei Scavi. Fila di un’ora tra moltissimi turisti stranieri e 22 euro (gli studenti non pagano) per asistere ad uno spettacolo unico al mondo. Meraviglioso! Da rimanere senza parole…giuro! Si passeggia in una città dell’antica Roma. Strade, negozi e abitazioni con molti dei loro particolari rendono tutto molto suggestivo, anche il semplice vagare a caso. La città fu sepolta da ceneri e lapilli eruttati dal Vesuvio nel 79. Inutile dire che questi resti hanno avuto un incommensurabile ruolo nella ricostruzione storica dell’epoca. Reperti unici. Con 10 euro a testa è possibile creare un gruppo di circa 10 persone ed usufruire dei servigi di una guida autorizzata, così abbiamo fatto. Ciro ci ha accompagnati raccontandoci dell’eruzione, illustrandoci la struttura della città e dell’inclinazione fortemente edonistica dei suoi abitanti, ereditata dai greci. Si visita il foro, la basilica (luogo di accoglienza delle delegazioni straniere), il teatro, il lupanare, la casa di Melagro, ecc…fino ad ammirare gli affreschi della villa dei misteri. Ne potremmo parlare per ore…
3° giorno
Il terzo giorno decidiamo di passarlo alla vicina Reggia di Caserta. Palazzo reale settecentesco voluto dal Re di Napoli Carlo di Borbone, progettato dal Vanvitelli con l’indicazione di non badare a spese e di ispirarsi al palazzo di Versailles. E’ immensa. Si visitano molte stanze degli appartamenti reali del primo piano ben arredati. Con un libriccino acquistato all’ingresso riusciamo a ben districarci ed orientarci col gusto dell’epoca. Di unica suggestione lo scalone d’ingresso e il vestibolo del primo piano! E poi il giardino… 3 km di lunghezza, 120 ettari di superficie con fontane, statue, boschetti, fiori, ecc. Tutto ben tenuto. Passiamo il pomeriggio passeggiando e fotografando. Simpatico l’incontro con degli affabili cani che ci sembra di aver capito vivono lì.
Si rientra a Napoli dopo un’ oretta di shopping al vicino outlet. Sbaglio strada e ci troviamo catapultati nel caos del centro città, devo dire che però me la cavo egregiamente.
4° e 5° giorno
Gli ultimi due giorni della nostra breve vacanza gli trascorriamo presso il parco giochi “Rainbow Magicland” di Valmontone presso Roma, quindi sulla via del ritorno per noi. Dal sito web ufficiale https://www.magicland.it è possibile acquistare al prezzo di 45 euro a testa il biglietto per il parco valido due giorni ed il pernottamento presso hotel della zona con prima colazione. La scelta è vasta e decidiamo per “Villa Etra” a Cave. Consigliatissima sistemazione: una villa appena fuori il paese immersa nella campagna ricca di olivi, restaurata da poco con molto gusto, calda l’accoglienza dei giovani gestori. Il parco giochi si è dimostrato molto divertente e le file per le attrazioni son risultate accettabili. Belli l’otto volante al buio (Cagliostro) e la torre che ti fa cadere nel vuoto (Mystica).